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Autore: _f r a n c y_    28/12/2014    5 recensioni
Al momento non ci sarà un "Oltre la neve-parte II". Vorrei provare a trasformare questa fanfic in un'originale e per farlo dovrò mettere tutto in discussione, dal primo capitolo. Grazie a chiunque mi abbia seguito fino a qui. Spero di ritrovarvi in un futuro non troppo lontano.
*Riassunti della storia all'inizio dei capp. 18 e 37*
Un'amazzone residente nelle Terre del Nord ed un ninja proveniente dalla Terra del Fuoco. Due mondi distanti e diversi che si scontrano inaspettatamente. Due persone che non si cercavano, ma che iniziano a rincorrersi, finendo per divenire indispensabili l'una per l'altra.
Il suo odore era diverso. Depurato dalle fragranze dell'incendio, della fuga, dei pasti divorati davanti ad un fuoco mai abbastanza caldo, delle notti mute trascorse al buio con nient'altro che il respiro dell'altra a colmare ogni timore.
Neji emanava un odore nuovo per Tenten, eppure quello, proprio quello, era il suo autentico. Aveva familiarizzato con Neji Hyuuga in circostanze straordinarie; soltanto adesso lo vedeva nel suo ambiente. Un ambiente a cui lei non era mai appartenuta.
Genere: Azione, Drammatico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Hanabi Hyuuga, Neji Hyuuga, Nuovo Personaggio, Tenten | Coppie: Neji/TenTen
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Ricapitolando: Girin, una delle Sorelle minori, ha scoperto che Neji conosce il segreto delle Amazzoni e che Tenten lo sta coprendo.
Si è appena conclusa la serata in onore della Dea della Fertilità. Oggi Tenten partirà con altre due Sorelle per riconsegnare Neji ai suoi familiare e aguzzini. In realtà, non ci sarà nessuno Hyuga ad attenderli. Tenten, infatti, intende liberare il ragazzo: crede in lui e sa che custodirà il segreto delle Amazzoni.
Purtroppo, però, il suo piano rischia di non funzionare. Sango, la sua migliore amica, avrebbe dovuto fingersi uno Hyuga e simulare la riuscita dell'incontro. Ora che lei è stata, di fatto, cacciata dalla locanda, Tenten è rimasta da sola.



Alba di ghiaccio







Neji fu destato dal rumore della porta che si richiudeva. Erano le prime luci dell'alba. La stanza spartana era ancora pervasa da una luce grigia e poco generosa.
Tenten non era nel suo letto: la udì parlare sommessamente con qualcuno, nel corridoio.
Neji guardò le coperte che lei aveva appena abbandonato: erano state rivoltate ed arrotolate su loro stesse. Non se ne stupì: a lungo aveva udito l'Amazzone rigirarsi nel sonno, la notte passata.
Neji aveva Visto quanto accaduto la sera precedente. Le parole ed i discorsi erano stati per lui irraggiungibili, ma aveva comunque intuito gli elementi essenziali. Primo, ad attentare alla vita della donna coi capelli rossi, Sango, era stata un'altra Amazzone, di un rango più elevato. Secondo, Sango lo sospettava. Il che significava che esistevano già dei dissapori tra le due, se non perfino tra la rossa e l'intero vertice della Famiglia. Infine, tutto questo aveva colto Tenten impreparata, come un urlo inatteso in una stanza che si credeva vuota.
Lo Hyuga, invece, manteneva un approccio placido e distaccato. Non soltanto perché a breve avrebbe lasciato quella locanda, quella comunità e le sue contraddizioni interne. Piuttosto, perché non era troppo impressionato da tali sviluppi. Più aveva modo di conoscere le Amazzoni più si rendeva conto di quanto somigliassero al clan cui apparteneva.
A dargli veramente pensiero era altro. Uscita di scena Sango, la copertura per la sua fuga sarebbe saltata.
 - Troveremo una soluzione. - gli aveva assicurato Tenten la sera precedente, caparbia e frettolosa, - Non ho intenzione di compromettere il piano ad un passo dal suo completamento. -
La cocciutaggine dell'Amazzone si era inasprita. Aveva perduto troppe certezze in pochi minuti ed aveva bisogno di aggrapparsi con le unghie e coi denti alle poche che le erano rimaste.
Tenten rientrò nella camera. Il passo leggero, accompagnò la porta con delicatezza.
 - Non occorre. - fece Neji, levandosi seduto, - Sono sveglio. -
 - Non è per te. Il giorno dopo la Festa della Dea Terra, la sveglia è posticipata tanto per i clienti quanto per il personale. Non voglio disturbare il sonno delle mie Sorelle. -
Posò un vassoio sulla cassettiera: due tazze di tisana fumante, del pane secco ed un barattolo di composta di mele.
Tenten prese posto sul proprio letto e strofinò una mano sulla fronte. Trattenne un verso di dolore: si era dimenticata dei graffi causati dal legno. Aveva scordato quelle orrende abrasioni anche poco prima, quando era uscita dalla stanza. Ayako aveva bussato alla porta e Tenten l'aveva raggiunta meccanicamente, senza riflettere. Era stata l'espressione sconvolta della Fedelissima a rammentarle il proprio aspetto. Aveva dovuto improvvisare ed inventarsi un improbabile incidente nelle cucine.
 - La partenza è stata anticipata. - sospirò Tenten, - Nevica da ore ed inizia a levarsi vento. La Madre teme che possa degenerare in una tempesta nel pomeriggio. Dobbiamo partire appena possibile. -
 - Questo significa che dobbiamo affrettarci ad aggiornare il nostro piano. - parlò Neji per lei, interpretando il motivo del suo nervosismo.
Lei trasalì infastidita e andò verso il vassoio della colazione.
 - Ci sto già lavorando. Sono a buon punto. -
 - Stai mentendo. Il mio aiuto ti sarà utile. Anzi, direi indispensabile. -
A Tenten sfuggì un cucchiaino dalle dita.
 - Oh, ma davvero? -
Porse una tazza a Neji.
 - Due teste sono meglio di una. Specialmente se quella aggiuntiva è la mia. No, grazie. - aggiunse, accennando alla tisana.
 - Non puoi affrontare il viaggio a stomaco vuoto. - ribatté lei. Rimase in piedi di fronte a lui, senza ritrarre la mano.
 - Mi credi davvero tanto ingenuo? State per portarmi fuori da una locanda la cui collocazione deve rimanere segreta. Vorrete sicuramente sedarmi. -
 - Tu però saresti in grado di fingerti privo di conoscenza, non è vero? Voi ninja venite addestrati a non essere percepiti. -
 - Certamente. Un motivo ulteriore per narcotizzarmi con le vostre stesse mani. -
Tenten inspirò a fondo e si sedette sul futon, la tazza in grembo.
 - Suppongo che tu ormai sappia quanto mi costi affrontare simili argomenti, quindi credimi se ti garantisco che non mi ripeterò. - soppesò le parole adatte e puntò le iridi terrigne in quelle di neve, - Sono convinta del patto che abbiamo stretto. Non tornerei sulla mia decisione. Sono certa che non ci tradirai e non posso gestire la tua fuga da sola. -
Estrasse una fiala di vetro dalla manica della casacca. Era piena a metà di un liquido trasparente, dai pallidi riflessi gialli.
 - Avrei dovuto svuotarla nella tua tisana. Questa è la procedura, ma non lo farò. -
Neji scrutò prima il contenitore, poi lei. I muscoli del suo viso erano contratti: era stato uno sforzo considerevole per lei parlare tanto apertamente.
Esitò, tuttavia. Allora Tenten compì un gesto inaudito.
 - Diamine, non puoi proprio evitare di fare il sofisticato, eh? -
Afferrò la tazza di lui con entrambe le mani e bevve un sorso generoso.
 - E tu sei sempre troppo impaziente. -
Neji infilò l'indice e il medio nel manico della tazza e la portò alla bocca, malcelando un sorriso divertito.
 - Noi individui comuni non abbiamo il tempo di aspettare i comodi di voi aristocratici. -
Rimasero in silenzio per alcuni minuti. Assaporarono il calore che scendeva lungo le loro gole, fin nello stomaco. Si crogiolarono nella pacifica quiete in cui era immersa la locanda a quell'ora.
 - Ci occorre un diversivo. - mormorò infine Neji, - Qualcosa che distragga voi Amazzoni, dandomi il tempo di fuggire. -
Tenten fece per obiettare, ma lui la anticipò.
 - Dirai alle tue Sorelle di aver scorto uno Hyuga portarmi via. La bufera di neve ridurrà la visibilità e dovranno crederti sulla parola. E' rischioso, sì, ma non abbiamo alternative. -
Lei annuì, abbassando di nuovo il capo sulla bevanda.
Neji accennò ad alzarsi per prendere il vassoio ed adagiarlo tra di loro, ma le gambe lo tradirono.
 - Attento. - disse Tenten con dolcezza, facendo scorrere la sua tazza semivuota lungo il pavimento ligneo. - Potresti romperla e tagliarti. -
Neji si sedette di nuovo, una mano a sorreggere la testa, l'altra stretta intorno alla trapunta del futon. La stanza aveva cominciato a vorticare intorno a lui.
 - Che cosa...? Che cosa hai fatto? -
La figura di Tenten si sdoppiava davanti a lui, i contorni sfocati. I lineamenti del viso erano macchie di colore indecifrabili.
 - Mi dispiace. - riecheggiava distante la sua voce, - E' la procedura. -
 - Ma come...? Hai bevuto anche tu... -
 - Il sedativo non era sciolto nella tisana. -
Tenten sollevò la tazza e sfiorò la linea del bordo con un dito.
 - Tu sei destrimano, quindi sapevamo che avresti bevuto da questo lato. Le mie labbra hanno toccato quello opposto. -
Sfilò nuovamente la fiala dalla manica e la prese tra l'indice ed il pollice.
 - Questa è la dose di riserva, per quando svanirà l'effetto. -
Neji strinse i denti. Sbatté le palpebre ripetutamente, ma stavano diventando sempre più pesanti. Non rispondevano più alla sua volontà. Se ne avesse avute le forze, sarebbe impazzito dalla frustrazione.
 - Avevi detto di avere... bisogno del mio aiuto... -
 - Ti sbagli. Ho detto di non poter affrontare questa situazione da sola. Perciò ho bisogno che tu collabori pienamente: non posso accontentarmi che tu finga di essere incosciente. Le mie Sorelle sono acute e non posso permettermi di correre rischi. Soprattutto ora che Sango non può più appoggiarmi. -
Neji le afferrò una spalla, lottando per restare vigile.
 - Mi hai ingannato... Hai tradito la mia... -
 - No. - lo interruppe lei, - Tornerai nella Terra del Fuoco, al tuo villaggio. Sarai di nuovo libero, pur portando con te il segreto delle Amazzoni. Non sto venendo meno al nostro patto. -
Contro la propria volontà, la presa delle dita diafane perse vigore. Tenten afferrò quella mano tremante tra le proprie.
 - Riavrai la tua vita. Te lo prometto. Ho solo bisogno di gestire questo problema a modo io. -
 - Sei una... ipocrita... subdola manipolatrice... -
Neji crollò assopito sulle gambe di lei. Le mani sollevate a mezz'aria per il disagio, Tenten fissò i suoi capelli d'ebano. Sciolti e sparsi per la larghezza della sua schiena. Non erano più opachi e spettrali, come il primo giorno in cui lo aveva incontrato. Adesso catturavano e riflettevano ogni bagliore proveniente dall'ambiente circostante. Adesso parevano capaci di sussurrarle innumerevoli storie.



Al piano interrato, Shiharu e le altre Sorelle minori stavano rimboccando le coperte delle ospiti. Terminati i festeggiamenti, sul pavimento ora si susseguivano i morbidi giacigli che le Amazzoni avevano allestito.
Le donne si erano coricate esauste, ma concedendosi ancora qualche risata prima di soccombere al sonno.
 - Temevo non arrivasse più l'alba. - sospirò Shiharu, lasciandosi cadere su una sedia imbottita.
Dalle piccole finestre, sottili aperture ricavate in prossimità del soffitto, filtrava una luce bianca. Segnale che ormai il sole fosse sorto, malgrado nascosto dietro un cielo pallido, carico di neve.
Passò una mano sulla schiena di Makino, che dondolava all'impiedi.
 - Vai a letto, piccola. Resto io a controllare che nessuna di loro vada a spasso per la locanda. -
La mora annuì con un cenno del capo e si trascinò ai piani superiori. La porta stava per richiudersi, quando qualcuno la riaprì. I lunghi riccioli neri di Ayako fecero capolino. Diede un'occhiata generale alla stanza ed accennò ad un sorriso.
 - E' andato tutto bene con le ospiti? - sussurrò.
Shiharu e Girin si avvicinarono per non disturbare il loro riposo.
 - Non hanno chiesto dei loro mariti o fratelli nemmeno una volta. - asserì la bionda con orgoglio.
 - Tenetele qui ancora per due o tre ore, almeno. Alcuni Uomini sono ancora nelle camere delle Sorelle. -
Shiharu rivolse ad Ayako uno sguardo interrogativo, acceso di una spiccata malizia. La Fedelissima arricciò le labbra dinanzi a tanta impudenza, ma infine rispose.
 - Ho dovuto accompagnare il mio Uomo al suo alloggio prima del previsto. Dovevo assistere alla partenza della spedizione. -
Girin trasalì.
 - Spedizione? Quella spedizione? -
Ayako la fissò sbalordita, una ruga di delusione. La sua Amazzone minore preferita, colei che avrebbe seguito le sue orme e sarebbe diventata una maestra di veleni, non aveva mai bisogno di chiarimenti.
 - Certamente, Girin. Hai forse dimenticato la delicata situazione in cui ci troviamo? -
La rossa schiuse le labbra, ma ne uscì solo una sillaba strozzata ed incomprensibile.
Shiharu la supportò con la sua voce melodiosa:
 - Sorella Girin ha soltanto bisogno di dormire un... -
 - La spedizione è partita? Sorella Tenten è partita? - chiese Girin, quasi urlando, - Credevo avessimo ancora un paio d'ore! -
Aveva deciso di attendere il sorgere del sole, prima di agire. Di portare a termine l'incarico per la Festa della Dea Terra e poi recarsi dalla Madre in persona.
Era certa che avrebbe avuto tempo in abbondanza. Ora invece si pentiva di non aver trovato subito il coraggio per denunciare sua Sorella Tenten.
Le altre due la osservarono ammutolite. Per la prima volta in tanti anni, forse in tutta la sua vita, Girin manifestò evidenti segni di ansia.
- Shiharu, riprendi il tuo lavoro. Noi facciamo una passeggiata. - decretò Ayako, un braccio intorno alle spalle della pupilla.
La bionda annuì e richiuse la porta alle loro spalle.
- Va tutto bene, Girin. - la incoraggiò la Fedelissima, - Non avere paura. Puoi raccontar... -
 - Quell'Uomo non può ricongiungersi ai suoi familiari. Potrebbe dire loro... - le mancò il fiato per concludere la frase.
Ayako catturò le iridi grigie della rossa con le proprie, ben più magnetiche e penetranti.
 - Che cosa, Girin? Dire loro che cosa? -
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A parte il fatto che non posso più leggere "delusione" senza che si traduca mentalmente in un "Mi stai diludendo"...
A parte questo, appunto, devo soprattutto chiedervi scusa per l'immenso ritardo. Ci sono state delle complicazioni impreviste. Come, dopotutto, lo sono sempre quelle di natura sentimentale. Una volta tanto non si tratta dell'università, no, ahahah. E' semplicemente un enorme casino in cui mi sono ritrovata. 'Al cuore non si comanda', si dice. Soltanto adesso, alla veneranda età di un quarto di secolo, capisco quanto sia vero...

Sono indietro nel rispondere alle vostre recensioni, é vero. Me ne scuso infinitamente. Rimedierò appena possibile, garantito.
Sappiate che le adoro tutte, dalla prima all'ultima. Ognuna delle vostre recensioni mi porta sempre sull'orlo della commozione.

Grazie a tutti coloro che continueranno a seguire questa donna folle, che vive ogni sentimento tanto, troppo intensamente, e dalla vita sempre scombussolata per qualche ironico motivo.
Grazie a tutti. Dal profondo del mio cuore indomabile.

Buone feste.

francy




  
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