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Autore: Rota    14/11/2008    2 recensioni
Tutti noi conosciamo la passione di Luna per il budino, ma non esattamente cosa questo possa comportare… Incontri notturni tra una dama e un cavaliere, tre prove difficili vedranno una Corvonero, una Griffondoro e un Serpeverde entrare nel territorio delle Maridi e eludere l‘ attenzione del vecchio custode Gazza per prenderne la gatta…. Ispirato al mito della favola magica di Apuleio, Amore e Psiche. (partecipante al contest [troubadors forum] Il mito e la magia)
Genere: Romantico, Avventura, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Blaise Zabini, Draco Malfoy, Ginny Weasley, Luna Lovegood
Note: What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
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About a and p 3 Orbene, ecco qui l'ultimo capitolo!! Sperando vivamente che la mia ff vi sia piaciuta, io vi lascio^^
(a fine capitolo ci sarà il mio commento alla ff tutta, spero vi chiarisca un pò le idee...)
Ciao ciao

(****) “I don’t want to miss a thing”, testo e canzone di Aerosmith
(*****) “Il piccolo principe”, A. Exupery


Capitolo 3: Prova finale

-Esattamente, voi avete capito che cosa ci ha attaccati, giù nel Lago?-
Blaise, Ginny e Luna ora erano in Sala Grande, a gustarsi, appartati in un angolo, una tazza di cioccolata bollente con sopra della panna, il bellissimo uovo poggiato sopra il tavolo, in bella vista.
-Ti interessa davvero saperlo, Zabini? Non ti basta essere ancora vivo?-
Quello sbuffò, tuffandosi nella sua cioccolata.
Improvvisamente, apparve la figura della Parkinson all’ingresso della Sala, che con i suoi occhi di tempesta li vide, raggruppati. Luna sorrise felice, agitando in aria l’uovo grigio.
-Visto, Parkinson? Siamo riusciti a prendere l’uovo!!!-
La ragazza Serpeverde divenne viola dalla rabbia, ma si trattenne dall’urlare, avvicinandosi con un ghigno cattivissimo in volto. Si rivolse al compagno di Casa.
-Blaise, non sapevo che avessi a che fare con i perdenti…-
Fu il turno di Zabini di cambiare colore, mentre la mora si rivolgeva, con tutta la gentilezza di cui era capace, a Luna.
-Piccola furfantella, vedo che hai usufruita di pietosi compagni per la tua missione… ebbene, cara Lunatica, io considero questa prova superata, ma aspettati da un giorno all’altro una terza, e questa volta devi sbrigartela da sola! Niente più aiutanti!-
E se n’andò, lasciando il trio a discutere animatamente.

La richiesta di Pansy non si fece certo aspettare.
-Ebbene, come ultima cosa, io ti chiedo di andare dai Centauri che vivono nella Foresta Proibita e di chiedere loro un oggetto, un oggetto qualsiasi! Devi portarmelo qui!-
-Centauri, Foresta Proibita… d’accordo!-

Luna si rese ben conto che tutto l’entusiasmo manifestato al colloquio con la Serpe era del tutto fuori luogo. Come avrebbe fatto ad avvicinare i Centauri senza diventarne una vittima? Non erano certo delle creature tanto docili e gentili!
Si era tuffata in biblioteca, ben decisa a tenere fuori dalla cosa sia Ginny sia Blaise; aveva sfogliato febbrilmente un enorme libro sulle creature magiche, fermandosi sul capitolo “Centauri, capricorni e creature equine”, ma già da dieci minuti aveva uno sguardo pericolosamente fisso nel vuoto.

Una voce la raggiunse, improvvisamente.
-Oh, i Centauri! Sono delle creature veramente splendide! Stai facendo una ricerca su di loro?-
Luna si voltò quasi di scatto, trovandosi davanti una sorridente Susan Bones, Tassorosso. Con un ampio sorriso, la Corvonero le indicò una sedia vicino a lei, perché si sedette.
-Oh, no grazie Luna! Io sono di fretta…-
Lo sguardo di Luna a questo punto divenne quasi rassegnato, tanto che Susan si commosse e restò lì con lei ancora per qualche, fondamentale secondo.
-Sai una cosa curiosa? Ho scoperto che i Centauri diventano delle creature estremamente mansuete quando ascoltano un certo tipo di musica!-
A questo punto Luna spalancò gli occhi.
-Dici davvero?-
-Oh si! Pensa, io ho Fiorenzo come insegnante, e una volta, in un momento in cui ero decisamente soprappensiero, ho cominciato a cantare dolcemente… dovevi vederlo com’è diventato imbambolato. Sembrava veramente un altro!-
-Non è semplicemente che sei brava tu?-
Susan sorrise.
-No, non penso…. Credo proprio che sia una caratteristica della sua specie…-
-E che canzone hai cantato, quella volta?-

Luna aspettò di nuovo il calar del sole, sapeva che l’oscurità l’avrebbe aiutata, in qualche modo. Uscì dal castello, aiutata da un incantesimo mimetizzante che aveva imparato direttamente da Hermione.
Fu con un sorriso che la ragazza superò il vecchio custode, mentre la gatta, sospettosa annusava l’aria. Niente da fare, non si può inseguire ciò che non si vede!
Uscì infine dal castello, ben avvolta nel suo mantello nero. Velocemente raggiunse i primi alberi della Foresta, così che l’incantesimo che l’avvolgeva poté svanire, facendola comparire nell’oscurità. Si addentrò sicura nella fitta e minacciosa vegetazione, tirando fuori da sotto il proprio mantello una lanterna grossa quanto la sua testa. Andò avanti.

Quando ritenne d’essere penetrata abbastanza nella foresta, si fermò.
Aveva sentito già diversi rumori che le testimoniavano di non essere più sola da un pezzo, per la precisione, rumore che le indicavano di essere seguita da quando aveva messo piede nella Foresta. Poco male, quello era il suo obbiettivo!
Posò la lanterna a terra, sedendosi sul suolo coperto di foglie. Vide diversi occhi sospettosi e guardinghi nell’oscurità; con un profondo sospiro, prese a cantare.

I could stay awake just to hear you breathing
Watch you smile while you are sleeping
While youre far away dreaming
I could spend my life in this sweet surrender
I could stay lost in this moment forever
Every moment spent with you is a moment I treasure

Dont want to close my eyes
I dont want to fall asleep
Cause Id miss you baby
And I dont want to miss a thing
Cause even when I dream of you
The sweetest dream will never do
Id still miss you baby
And I dont want to miss a thing(****)

Non c’era bisogno d’alcun accompagnamento musicale, la voce di Luna era incantevole, deliziosa da sé, senza alcun bisogno d’aggiungervi altro.
 
L’espressione di quegli occhi s’era notevolmente addolcita alle prime note melodiose della canzone, fino a diventare quasi reverenza a metà della stessa. I Centauri uscirono dai loro nascondigli vegetali, e si fecero avanti senza timore, fino a chiudersi in un cerchio attorno alla ragazza, troppo rapita da quello che stava facendo per rendersi conto del pericolo mortale.
Finì, e allora spalancò gli occhi per la sorpresa di vedersi circondata da almeno una dozzina di quelle magnifiche creature.

-Gentile giovane umana, cosa ti porta qui?-
Un cavallo scuro, dai profondi occhi neri, si era rivolto gentilmente alla ragazza. Luna con un ampio e sincero sorriso, si alzò, molto lentamente, e rispose con estrema gentilezza alla domanda.
-Signor Centauro, avrei una richiesta da farle…-
Il cavallo, avvolto nell’oscurità, diede un nitrito rauco, che sarebbe valso come un sopracciglio piegato. Ovvero, stava diventando scettico.
-Cosa vuoi, giovane umana?-
Luna aveva notato la piccola differenza di tono nella sua voce, come il nervosismo represso nei compagni del Centauro con cui stava parlando. Continuò lo stesso, facendosi forza.
-Signor Centauro, vorrei chiederle se può cedermi uno degli oggetti che le appartengono… un oggetto qualsiasi, anche rotto e usato…-
Ma i nitriti dei Centauri, a questo punto, coprivano la sua voce.
-Chi sei tu, umana, per venire qui e chiederci di cederti i nostri oggetti? La sacra tribù dei Centauri non regala i propri manufatti!-
Gli zoccoli grattavano ferocemente la terra, le loro teste scattavano da una parte all’altra, minacciose, facendo ondeggiare la loro chioma come un’onda. Luna si risedette a terra, impaurita dalla reazione. Il cavallo nero che per primo s’era rivolto a lei, però, quello che aveva mantenuto un briciolo di controllo, le chiese ancora, dimenticando questa volta la gentilezza.
-A cosa ti servirebbe un nostro oggetto, umana?-
La ragazza lo guardò dritto negli occhi.
-Signor Centauro, è per il mio amato che sono qui…-
I nitriti sparirono come d’incanto, lasciandola continuare con calma.
-… per incontrare il ragazzo che amo mi serve quest’oggetto. Ho superato già due prove affidatemi, ho rischiato di essere scacciata da scuola e di morire annegata, tra i flutti del Lago nero, e adesso…-
Delle calde lacrime sincere le scesero dagli occhi, rendendole difficile parlare.
-… adesso… io…-
Si interruppe, scossa da singhiozzi. I Centauri la guardarono, pensando silenziosi.
-Amore, ha detto?-
-Si, proprio così…-
-Ha superato già altre prove…-
-E la sua voce? Era il segno evidente di purezza d’animo!-
Confabularono per un po’, finché il centauro scuro non pose gentilmente la mano a Luna, aiutandola a mettersi di nuovo in piedi.
-Giovane umana, siamo propensi a credere alle tue parole. La sincerità del tuo animo c’è stata dimostrata… ti faremo dono di un nostro oggetto!-
E Luna tornò finalmente a sorridere.

-Ecco, ti diamo questo cofanetto… ma ti devi ricordare di una cosa, giovane umana… non devi mai aprirlo…-

Luna, saltellando felice e rientrata al castello, si stava dirigendo verso il proprio dormitorio, avrebbe consegnato il cofanetto a Pansy l’indomani mattina, ma una voce nervosa la fermò.    
-Lunatica, fermati un attimo!-
Nel girarsi, la ragazza vide Pansy Parkinson venire verso di lei a grandi passi furiosi.
-Oh Pansy, sei qui…-
Si, si poteva vedere lontano un miglio quanto Pansy fosse incavolata, a cominciare dalla sua andatura poco elegante, a quella strana scintilla sadica che aveva negli occhi. Quando le fu vicino, bruscamente le prese di mano il cofanetto.
-Dunque, questo sarebbe l’oggetto datoti dai Centauri…-
-Si, e hanno di non aprirlo…-
Un sorriso cattivo si stampò sulla faccia dalla Serpe.
-Dunque, Lunatica, ecco l’ultima prova per te… apri questo cofanetto!-

Luna la guardò strabuzzando gli occhi.
-Ma i Centauri hanno detto…-
-Non mi interessa cosa hanno detto quei cavalli! Voglio che tu apri questo cofanetto!-
Luna prese tra quasi tremando l’oggetto tra le dita; guardò Pansy con intensità.
-Poi potrò vedere Draco, finalmente?-
Pansy annuì, cattiva, e Luna aprì la scatola.

Fu come entrare in un mare nero, totalmente nero. Galleggiare nel vuoto, oh si, ondeggiare pacifica, senza più problemi, ignara di ogni cosa, brutta e bella. Che pace! Che immensa pace!
Luna sospirò, beata, in tutto quel nulla… non sentì neanche la propria voce, o il respiro che usciva dalle labbra… insensibile a ogni cosa, con la testa sgombra di ogni affanno, semplicemente stare ferma avvolta nel nero.

Una voce la chiamò, con impazienza e ansia, più e più volte.
Voltò il capo, decisa a non ascoltare. La voce mutò, divenne qualcosa di dolce e armonioso, qualcosa di piacevole da ascoltare.

Juliet says hey it's romeo you nearly gimme a heart attack
He's underneath the window she's singing hey la my boyfriend's back
You shouldn't come around here singing up at people like that
Anyway what you gonna do about it?(*)

Davvero molto piacevole.

Juliet the dice was loaded from the start
And I bet and you exploded into my heart
And I forget the movie song
When you gonna realise it was just that the time was wrong juliet?(*)

Luna aprì di nuovo gli occhi, trovandosi davanti un Draco completamente rosso d’imbarazzo, che la teneva tra le proprie braccia.
Lui le sorrise, nel vedere di nuovo i suoi occhi aperti.

No, Draco non era uno stupido, per niente. E a ben vedere, neanche un insensibile.
Aveva meditato, in quei giorni, meditato a lungo e in silenzio. Luna Lovegood, per quanto fosse difficile per lui ammetterlo, non era semplicemente passata davanti a lui, senza lasciar alcun tipo di traccia. Aveva fatto un profondo solco, profondo e quasi doloroso nella sua coscienza. Perché s’era reso conto di quanto fosse stato crudele prendersi gioco di lei, di quanto fosse stato vile scappare a quel modo una volta scoperto l’inganno, di quanto fosse stato ingiusto che per colpa sua lei doveva soffrire.
Per una volta, s’era ritrovato accanto una persona sincera, che senza punta di malizia gli voleva bene. Cosa che non capita molto spesso, a un Serpeverde; normalmente, la gente come lui non si mostra quasi mai per quello che veramente è, figurarsi. Non c’è modo per la sincerità di venire a galla così facilmente. Eppure, in quelle notti, era successo.
Aveva finto, naturalmente, di essere qualcuno di diverso da sé stesso, un Cavaliere, addirittura. Ma l’aveva fatto di certo non per convenzione, non per forza. L’aveva fatto perché lo voleva. Questa era la differenza sostanziale. Ed era arrivato alla conclusione che se lui fosse stato qualsiasi altra cosa, per lei sarebbe andato benissimo lo stesso.
Naturalmente, alla prima occasione, lui aveva rovinato tutto. Quasi come seguire un copione. Perché la verità è scomoda, terribilmente scomoda in certi casi, e lui ne aveva avuto addirittura paura.
Che cosa avrebbe pensato la gente? Cosa lei?
Neanche era riuscito a frenare Pansy dal torturarla con la vana speranza di incontrarlo, non era riuscito a fare nemmeno quello. Quelle assurde prove… Blaise, un vero amico, gli aveva raccontato cosa lui e le due ragazze, la Weasley e Luna, avevano dovuto fare per assecondare i capricci di Pansy. Era raggelato all’idea del suo corpo morto per affogamento, tutto blu….
Quando però Zabini gli aveva riferito l’ultima trovata della compagna di Casa, non aveva più resistito, aveva deciso d’intervenire. Aveva seguito Pansy di nascosto, mentre Luna era già sparita nella Foresta Proibita. Aspettò con lei il ritorno di Luna, temendo ogni minuto di più di non rivederla. Sospirò felice quando la scorse tornare indietro. Pansy era furibonda, l’aveva notato anche da parecchi metri di distanza, e l’aveva sentita ordinare di aprire quel cavolo di affare. Luna era svenuta sotto i suoi occhi, senza che lui potesse fare nulla, ancora una volta.
Aveva urlato aiuto, che una ragazza era svenuta in corridoio, subito era arrivato Gazza con la sua gatta, e poi anche la Mc Granitt e Silente. Draco aveva confessato tutto, ogni singolo dettaglio, sotto lo sguardo allibito e implorante di Pansy. Ma per i colpevoli, non c’è pietà che tenga!
S’era chinato su di lei, mentre altri professori arrivavano, a Piton riservava a Pansy un trattamento peggio di quello riservato a Potter. Aveva provato a chiamarla, disperato, quando passando con una mano sul volto l’aveva sentita fredda, troppo fredda. Poi, gli era venuta in mente un’idea.
Sotto lo sguardo allibito di tutti, s’era messo a cantare, a bassa voce prima, poi, non vedendo alcuna reazione, sempre più alta, finché aveva visto di nuovo quei bellissimi occhi azzurri aprirsi e fissarlo, come incantati.

-Draco…-
Oh, sentire la sua voce per lui fu il più bel regalo di sempre!
L’abbracciò, felice, mentre tutti i presenti tiravano un sospiro di sollievo.
-Signorina Lovegood, si ritenga abbastanza fortunata! Per quello che le è successo questa notte, davvero, poteva finire realmente male! Ora vada in infermeria! Malfoy, l’accompagni!-
La professoressa Mc Granitt aveva recuperato il suo cipiglio severo.
-E che NESSUNO d’ora in poi si permetta di mettere ostacoli nella formazione di una relazione tra due persone! Mai, d’ora in poi!-
La donna squadrò la giovane serpeverde con un’occhiata perforante, mentre Draco e Luna, sghignazzando, correvano via.

-Sai la novità?-
-No, dimmi!-
-Sta girando per tutta la scuola una notizia sensazionale…-
-Su, non tenermi sulle spine!-
-Draco Malfoy s’è messo assieme a Lunatica Lovegood!-
Una voce profonda e maschile interruppe la conversazione.
-Luna! Si chiama Luna!-
Zabini guardò malissimo le due Corvonero che poco prima stavano parlottando fra di loro, che si zittirono all’istante quando captarono la sua occhiataccia. Blaise passò oltre.
-Buondì, Zabini!-
Un voce piuttosto conosciuta lo raggiunse.
-Buon giorno a te, Weasley!-
-Hai sentito la novità?-
Lui sorrise, ironico.
-Sembra che non si parli d’altro, oggi….-
Ginny gli rivolse un’occhiata di tralice.
-Oh, potresti anche mostrarti un pochino più felice…-
-Sinceramente parlando, non mi piacciono i pettegolezzi… odio quando la gente mi parla alle spalle! E’ veramente odioso!-
La ragazza gli sorrise; s’era ricreduta presto sul conto del Serpeverde. Certo, prima lo aveva ritenuto infido, doppiogiochista e assolutamente interessato, ma poi aveva dovuto cambiare opinione. S’era dimostrato veramente un buon amico e un ottimo alleato.
-Si, sono d’accordo con te, Zabini…-
Lui la guardò male.
-E’ preoccupante che noi due ci troviamo d’accordo su qualcosa, Weasley!-
Lei rise alla sua diffidenza.
-Oh, si, decisamente preoccupante!-
Gli sorrise, e si scoprì felice quando lui, per l’imbarazzo, dovette guardare altrove e cambiare argomento in fretta.
*****
    
Naturalmente, tutto questo avrebbe potuto avere luogo, quattro persone avrebbero conosciuto la felicità più grande con questa avventura, se solo i pregiudizi sulle quattro Case di Hogwarts non impedissero ai loro studenti di aver relazioni che vanno oltre il senso di concorrenza e di agonismo.
Onde evitare di precludervi possibili vie, pensate due volte a come vi ponete di fronte a una persona. Questa può essere tutto o niente di quello che può apparire, perché

“non si vede bene che col cuore. L'essenziale e' invisibile agli occhi".(*****)


Commento dell’autrice: dunque, prima di salutarvi definitivamente, vorrei chiarire alcuni punti sulle mie scelte riguardo a questa ff. Innanzitutto, perché una song- fic? Ho pensato al mito di Amore e Psiche, dove c’è questa fanciulla, tanto bella da far scattare immediata la reazione di Venere, che, ad un certo punto, quando doveva essere divorata da un immondo mostro, viene portata da Zefiro in una magica dimora, dove ogni notte si congiunge col suo sposo, ovvero con Amore. Ho pensato che Luna, il personaggio che volevo fare protagonista, è l’emblema dell’irrazionale, nella storia originaria di Harry Potter. Quindi, per mantenere integra la personalità del personaggio, ho cercato qualcosa che potesse centrare con questa sua peculiarità. Cosa, più del sonno e del sogno, è irrazionale? E cosa più della musica e del canto può essere dolce come mezzo di comunicazione? La poesia è stata la prima forma letteraria, l’arte per eccellenza. La musica è sua figlia, dunque, una forma suprema d’arte.
Attenendomi al mito, i miei personaggi si incontrano di notte, e la donna, in questo caso Luna, non conosce la vera identità del suo cavaliere, così come Psiche con conosce l’identità di Amore. Ma una volta scoperto l’inganno, Amore fugge spaventato, e così anche Draco. Allora scatta l’ira di Venere, qui Pansy, la bellezza terribile dei Serpeverde, che ordina alla poveretta di turno di svolgere prove assurde. Naturalmente, l’eroina ha degli aiutanti, Ginny, la sola vera amica che Luna abbia mai avuto, e Blaise. Per lui, ho fatto il seguente ragionamento. Quale serpeverde può considerarsi amico, non servo né altro, di Draco? Blaise Zabini, appunto. Dunque, è stato così. L’ultima delle prove doveva far cadere la fanciulla nell’oblio, così è stato. Amore è intervenuto a salvarla, mentre Zeus, autorità suprema (qui impersonato dalla Mc Granitt) acquieta la rabbia di Venere e permette ai due amanti di continuare la loro relazione senza interferenze. Ho voluto condire il tutto con una cornice, poiché penso che nell’originale, nessuno dei personaggi possa davvero liberarsi dei suoi pregiudizi, e quindi anche solo pensare d’avere una relazione con qualcuno che non sia diverso dal proprio pater già stabilito. Luna non potrà mai stare con Malfoy, semplicemente perché lui non smetterà mai di chiamarla Lunatica. Questo è quanto, e per questo io ho catalogato la mia storia come What if? E se tutti perdessero i loro pregiudizi? Probabilmente, succederebbe questo… forse, non lo affermo per certo….
Per concludere, spero vivamente che la storia vi sia piaciuta! Grazie dell’attenzione
Meg89
   
   
 
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