Anime & Manga > Inuyasha
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Autore: Arukochan    03/02/2005    4 recensioni
Konichi-wa a tutti!!! io sono Aruko, ma potete benissimo chiamarmi Aru-can o Acchan ( che adoro !OP) cmq cercate di non essere troppo cattivi, è la mia prima fic perciò cercate di essere comprensivi! questo è tutto, buona lettura Acchan "Non amerò mai nessuno nella mia vita... l'amore è una cosa così stupida, sol o i debli provando un sentimento capace di rintontirti così... poi una stolta nigen, non se ne parla nemmeno... però i suoi occhi... i suoi occhi sono così belli... così fragili..."
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: Spoiler!
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Cap. 2 Riconciliazioni Nel Frattempo Inuyasha era seduto sul pozzo mangiaossa e ne fissava l’interno con occhi un po’ tristi. “Ci sta mettendo una vita!!!Giuro che se non arriva entro dieci minuti salto nel pozzo e vado a prenderla!!!” Il cuore dell’ hanyou era già in agitazione: anche se Kagome se ne era andata da solo quaranta minuti, lui ne sentiva già la mancanza. Difatti, anche se non l’avrebbe mai ammesso davanti agli altri, il solo pensiero di essere costretto a starle lontano lo faceva stare male. Orami era inutile mentire a se stessi: lui amava Kagome, e l’amava come non aveva mai amato nessun altra… forse neppure Kikio. I sorrisi della ragazza, le sue risate, quell’adorabile broncio che metteva su quando lui la faceva arrabbiare… come amava quel viso. “Lo sai Kagome? Ho idea di essermi innamorato di te…” Pensò come se stesse parlando con la ragazza. Passò una mano sul legno che componeva il portale per il modo della donna che amava e nella sua mente comparve l’immagine di lei quando usciva dal pozzo con quell’enorme zaino giallo sulle spalle. Sorrise appena. Un dolce vento si alzò nella radura, accarezzandogli i lunghi capelli argentei e portando al suo fiuto l’odore dei fiori appena sbocciati. Adorava il profumo dei fiori; era così simile a quello di Kagome che quando lei si trovava nella sua epoca era un modo per sentirla sempre accanto a se. Poi la sua figura s’irrigidì di colpo, scattando in piedi. Annusò ancora l’aria, cercando conferma al suo presentimento. Un ringhio uscì dalle labbra di Inuyasha: i suoi timori erano fondati, vicino, molto vicino, si trovava un demone molto potente. Pose una mano sull’impugnatura di Tessaiga pronto ad estrarla. Il demone si stava avvicinando ed il suo odore diventava via via più intenso e chiaro al naso del mezzo demone; ormai ne era sicuro: -Sesshoumaru!!! Esci allo scoperto dannato!!! Urlò sguainando la spada, che si trasformò non appena ne strinse l’elsa fra le mani. Il vento aumentò d’intensità, rivelando la posizione dello youkai che però sembrava non avere alcuna intenzione di mostrarsi. Inuyasha cominciò a perdere la pazienza. -Bene… Ghignò quasi compiaciuto. -Vorrà dire che sarò costretto a scovarti alla mia maniera…ABBATTENDO TUTTI GLI ALBERI DI QUESTA DANNATA FORESTA!!!! Ma, prima che potesse mettere in atto il suo proposito di disboscamento, la figura del fratello comparve da dietro una grossa quercia. L’ hanyou era già pronto ad iniziare la battaglia, quando si accorse che nel demone c’era qualcosa di strano. Sesshoumaru era diverso: la sua espressione era fredda e spavalda come sempre ma il viso aveva come dei segni lungo le guance, segni lucidi e regolari che ne percorrevano i lineamenti… sembravano lacrime… Mano a mano che gli si avvicinava, Inuyasha notò con grande stupore che gli occhi dello spettro erano stranamente arrossati, come se avesse pianto a lungo prima di quel momento. Il mezzo demone scacciò quel pensiero dalla mente scuotendo il capo: suo fratello non aveva mai pianto, nemmeno quando suo padre era morto… figuriamoci ora!!! E poi, che motivo poteva mai avere per piangere? I passi del demone si arrestarono a poca distanza da lui… rimasero in silenzio per qualche minuto, squadrandosi a vicenda. La figura di Sesshoumaru era come sempre avvolta dal kimono bianco; il viso dai lineamenti ben definiti non lasciava trasparire alcuna emozione e stranamente le sue braccia erano conserte sul petto, come se vi tenesse qualcosa… Il vento scompigliò le lunghe chiome di entrambi… le mani del mezzo demone erano ancora ben strette alla spada. -Inuyasha… Il tono della sua voce era diverso… sembrava turbato. -Devo chiederti una cosa… Lo youkai posò il proprio sguardo su ciò che aveva in braccio e, con grande stupore da parte del mezzo demone, i lineamenti del suo viso sembrarono addolcirsi. -Sesshoumaru? La voce fioca e bassa di una bimba arrivò alle orecchie di entrambi. -Shhh… dormi… devi riposare. L’ hanyou si avvicinò al fratello e vide la piccola Rin addormentata, la osservò con tenerezza. Poi, nell’osservarla meglio, notò che il viso della bimba era pallido… molto pallido… anche troppo!!! Due grandi occhiaie scure le cerchiavano gli occhi socchiusi e le guance di solito color pesca erano livide e scavate. -Che le è successo? Si azzardò a domandare, anche se non si aspettava una risposta. -Sta male… Suscitando lo stupore negli occhi del fratello, il demone gli rispose anche se con la solita freddezza, evitando accuratamente di guardarlo negli occhi o di incrociare il suo sguardo. Rin diede alcuni colpi di tosse ed ampie macchie di sangue si disegnarono sul kimono bianco di Sesshoumaru.. -Lei sta… Sussurrò Inuyasha. -Si…sta morendo… Questa volta non riuscì a mascherare l’angoscia e la sua voce s’incrinò sull’ultima parola. Gli occhi dell’hanyou si riempirono di compassione, dopodiché si rivolse al fratello, curioso di sapere il motivo che lo aveva spinto sin lì. -Senti, perché sei venuto? Domandò senza giri di parole. -Ho bisogno del tuo aiuto. Il tono di lui ritornò freddo e distaccato; era già abbastanza umiliante dover chiedere qualcosa al fratello, non voleva dargli anche la soddisfazione di farsi vedere preoccupato. Il mezzo demone lo fissò esterrefatto: il grande Sesshoumaru, che lo odiava sin dall’infanzia, stava chiedendo il suo aiuto!!! -Stai parlando sul serio?!? Lo youkai corrugò la fronte, evidentemente irritato da quella frase. -Tu devi portarmi dalla vecchia che conosce i rimedi contro tutti i veleni… devo chiederle di aiutare Rin… Inuyasha rimase in silenzio: il suo orgoglio stava prendendo il sopravvento, ma bastò uno sguardo al viso livido della bimba che tutti i suoi sentimenti mutarono in pena. La piccola, nel sentire una voce diversa da quella di colui che aveva cominciato a considerare come un fratello, aprì lievemente gli occhi. -Mh… -Sono qui Rin… Con un gesto tanto affettuoso quanto insolito per lui, Sesshoumaru accarezzò il viso livido e scavato di Rin, contraendo le labbra in una smorfia molto simile ad un sorriso. -Non mi sento tanto bene… Gemette strofinandosi il naso con una mano. -Ora andiamo da una persona che ti farà stare subito meglio… La piccola sforzò un sorriso, dopodiché si accoccolò fra le braccia dello youkai riaddormentandosi. Una lacrima scese dagli occhi color ambra del demone, che la scacciò immediatamente. Non voleva che il fratello lo vedesse piangere, soprattutto per un motivo così futile come la vita di una misera umana. Eppure la sola idea che Rin potesse morire lo inquietava profondamente: ormai si era affezionando alla piccola e non riusciva ad immaginare la propria vita senza di lei. Inuyasha la prese fra le braccia, facendo attenzione a non svegliarla. -Forse è meglio che la porti io dalla vecchia Kaede… non so come reagirebbe nel vederti… Fece per dirigersi verso il villaggio, quando la mano del demone gli si posò sulla spalla, facendolo voltare. -Grazie… Quelle parole uscirono dalle labbra di Sesshoumaru quasi come un respiro… Inuyasha le sentì chiaramente solo grazie al suo udito finissimo, ma non rispose, limitandosi a sorridere appena. Sapeva quanto gli costava quel ringraziamento, e forse fu per questo che non rivelò mai a nessuno ciò che gli aveva detto. Kagome infilò anche l’ultimo libro nello zaino, che ora somigliava più ad un pallone aerostatico e con sguardo preoccupato si chiese come sarebbe riuscita a trasportare quella “cosa” sino nella Sengoku Jidai. Si alzò in piedi e cercò di caricarselo sulle spalle, ma non riuscì neanche a sollevarlo. -E ora come faccio?!? Esclamò sedendosi sul pavimento. “Però un’alternativa ci sarebbe…” Pensò con aria furba. “Potrei chiedere ad Inu Yasha di darmi una mano…” Ma il sorrisetto complice sulle sue labbra si spense, trasformandosi in una smorfia. Già s’immaginava la reazione di quello stupido: “Certo che sei proprio una buona a nulla!!!Non riesci nemmeno a portarti lo zaino!!!” I suoi pensieri si concentrarono sull’espressione superiore e spavalda che in viso quando gli si presentava l’occasione di dimostrare quanto fosse forte e possente e si lasciò sfuggire un sorriso. Anche se cercava di non darlo a vedere, sotto la scorza del duro e rozzo Inuyasha sapeva essere dolce e comprensivo. Peccato che quelle sue qualità rimanevano spesso e volentieri perfettamente nascoste dalle sue maniere tutt’altro che gentili! Tirò un sospiro di rassegnazione, preparandosi mentalmente agli scherni che avrebbe ricevuto da parte dell’hanyou e si avviò verso il pozzo. Scese le scale del tempio velocemente, quasi impaziente di rivedere quell’adorabile visetto imbronciato. Non appena vi si trovò di fronte, tutta la sua euforia si trasformò in tristezza ed il sogno di poco prima si materializzò davanti ai suoi occhi: lei…Inuyasha… il bacio… Sentì le lacrime pungerle le iridi viola. “Che stupida che sono…” Un’espressione rassegnata le comparve sul viso. “Lo sai che per lui esiste solo Kikio………… allora perché mi sono innamorata?!?! Perché devo soffrire così tanto?!?!” Si portò una mano sul petto e strinse il bavero della camicetta con forza: nonostante sapesse benissimo che per Inuyasha lei era solo un’amica, non riusciva ad accettare il fatto che in lei vedesse solo l’immagine della miko. Un lacrima cadde dentro il pozzo, risvegliandola da quei pensieri. Stava di nuovo piangendo………… Ormai era diventata un’abitudine! Erano ormai più di due mesi che non faceva altro: tutte le volte che rimaneva sola nella sua stanza oppure con Sango era come se quelle dannatissime lacrime uscissero per conto loro!!! Allora si lasciava andare a pianti disperati, ripetendo continuamente il nome del mezzo demone. Scosse la testa nel tentativo di scacciare quella patetica immagine di se stessa dalla mente e con la manica della divisa si asciugò gli occhi e le guance: non voleva che Inuyasha la vedesse così; non l’avrebbe sopportato. Dalle sue labbra uscì un lieve sospiro. “Coraggio Kagome! Bisogna andare avanti!” Cercando di infondersi forza con quelle parole, la ragazza fece un lungo respiro e saltò nel pozzo.
  
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