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Autore: Tenue    31/12/2014    1 recensioni
"E' un mese e poco più di caduta nella più totale disperazione.
Non appena l'ultimo giorno dell'anno giungerà al termine, qualcosa si schianterà al suolo fatto di vetro e ghiaccio... "Sarà forse la tua vita?""
Genere: Sentimentale, Song-fic, Triste | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: Tematiche delicate | Contesto: Contesto generale/vago
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f a l l    b e t w e e n    t h e    p i e c e s    o f    g l a s s    a n d   i c e
2^ capitolo - Haifisch

22-23 novembre

"Non c'è.

Non c'è più.

Perchè? Eppure ho fatto come mi era stato chiesto. HO FATTO TUTTO QUELLO CHE MI HA CHIESTO! 
Me l'ha portata via. Mamma...

Inutile. Non ho saputo nemmeno tenerti in vita. Sono proprio una causa persa.

Mi dispiace...

Maledetto...MALEDETTO!!!

Scusami mamma, perdonami. 

Lo uccido. No...Non posso ucciderlo. Se lo uccido verrà da te. 
Ma posso farlo soffrire.
Tanto.
Essattamente quanto sto soffrendo io adesso. Si...
La pancia fa così male... 
Sento un vuoto dentro di me... Fa male...
Basta...Fermalo ti prego...
Fa male...FA MALE!

Ti prego perdonami mamma.
Non so quanto ti abbia fatto soffrire.
Sicuramente più di quanto stia soffrendo io.
Che inutile che sono...
Voglio morire...no...prima ti vendicherò, mamma. Poi me ne andrò.

Ecco, ora non sento più niente.
Ora mi sento veramente vuota. 
Anche la sofferenza è sparita. Infondo, non la meritavo.
Non merito nemmeno la sofferenza.
Hai sofferto sicuramente più di me. Chi sono io per lamentarmi?

E tutta colpa mia, dove ho sbagliato?

Lo farò soffrire mamma, te lo prometto

...
Sono così inutile"





24 novembre
Era da tre giorni che Kelly stava immobile a fissare il muro. Ed era da tre giorni che Dylan la osservava, indeciso sul da farsi; non era sicuro di cosa avrebbe dovuto dirle a quel punto; sicuramente si sarebbe dovuto scusare con lei: avrebbe dovuto dirle tutto tempo prima. Ormai sua madre era morta già da qualche settimana. In quel lasso di tempo Kelly non aveva avuto più motivo di sottostare alle regole di quel bastardo... Dylan aveva avuto un'opportunità spaventosa, aveva scoperto dell'omicidio della madre, commesso da nientemeno che il signor Foster, ovvero il padre del fidanzato di Kelly. Era stato escogitato in modo geniale e tenuto ben segreto, infatti nessuno sospettava niente. La madre di Kelly si faceva vedere in giro raramente, perciò farla scomparire era stato facile. Nessuno aveva mai pensato alla possibilità che Kelly si lascasse torturare per il bene di una persona già morta. Lei per prima non ci pensava. Era troppo occupata a sopravvivere. Eppure, per una semplice e piccola distrazione, Dylan aveva scoperto l'omicidio. Avrebbe dovuto dirglielo subito, ma era stato debole. Non era riuscito a trovare il coraggio per dirglielo. 
I sensi di colpa lo avevano perseguitato per settimane, finchè non furono proprio quelli a spingerlo a confessare.
"Dylan la ucciderà...ucciderà la mamma..."
Kelly doveva sapere.
"Kelly, tua madre...è già stata uccisa..."
Non doveva più venire maltrattata senza motivo. Ma dire quella frase lo aveva addolorato tantissimo. Aveva distrutto qualcosa nel cuore della persona che amava. Se ne vergognava. Ma provava ancora più vergogna per non avergielo detto prima. E se Kelly era già danneggiata psicologicamente per la violenza subita in tutti quegli anni, Dylan era quasi sicuro che la morte della madre avrebbe reso il suo cervello...irrecuberabile. 
Ne era sicuro: Kelly era diventeta... insana mentalmente.

Era da tre giorni che Kelly stava immobile a fissare il muro, e ogni minuto che passava, Dylan era sempre più convinto che non sarebbe più tornata come prima.
Ma non aveva fatto i conti con il cervello di Kelly. Quello, era sempre stato imprevedibile.
Infatti, contro ogni aspettativa, il 24 novembre Kelly si alzò e si avvicinò a Dylan, dicendogli che stava bene.
-Come sarebbe a dire che stai bene?- Dylan era sinceramente sorpreso e non badò al tono che assunse.
-Sarebbe a dire che ho ripensato molto alla situazione e ora come ora deprimersi non serve a niente.-
"Al momento, il mio unico obbiettivo è la vendetta."
-Mi spiace, ma non ti capisco. Hai appena subito un trauma e vuoi farmi credere che in soli tre giorni ti sei ripresa?- 
Lei si indicò la pancia.
-Non preoccuparti. Semplicemente non sento più niente...per ora. Non so se in seguito avrò un'altra crisi isterica come quella di tre giorni fa...è probabile. Ma ora la pancia non mi fa più male, quindi sto bene.-
-La pancia?-
-Si, quando sto male oppure ho paura, sento una morsa dolorosa che mi stringe lo stomaco. La mamma diceva che si tratta dell'adrenalina.- Appena disse la parola "mamma" la sua espressione non cambiò. Forse stava bene davvero. Sembrava abbastanza calma, non tranquilla, ma pur sempre calma.
Ma come era possibile? 
Dylan sospirò.
Passarono alcuni minuti quando Dylan cambiò discorso.
-Perdonami...- sussurò - avrei dovuto dirtelo subito...ma non ci riuscivo.-
Kelly non disse niente, ma lui continuò ugualmente, anche se a disagio.
-Quei lividi che hai sulle braccia sono solo colpa mia. Sono riuscito a scoprire l'omicidio circa all'inizio di novembre, perciò non avresti avuto motivo di continuare a farti maltrattare... Ma non ho trovato il coraggio per dirtelo e_-
Dylan s'interruppe; Kelly si era fiondate tra le sue braccia, di nuovo.
-Certo che ti perdono, è comprensibile.-
-Dici davvero?-
Lei sorrise. 
"Non scusarti, è solo colpa mia."
Dylan dopo un po' sorrise e il suo tono di voce di fece più dolce.
-Adesso sei libera, no?-
-Come?-
-Adesso che lui non ha più un "ostaggio", tu non sei più costretta a tornare da lui, no?-
Kelly spalancò gli occhi e rivolse il suo sguardo a Dylan.
Lui le prese il viso tra le mani, e il loro respiro accellerò, seguito dai battiti cardiaci. 
Kelly sorrise rasserenata e si alzò in punta di piedi, appoggiando le labbra sulle sue, timidamente.
Si strinse a lui, accarezzandogli piano le ciocche bionde che gli cadevano sulle spalle.
Lui le passò il braccio all'altezza della vita, e con l'altra mano continuava ad accarezzarle una guancia, mentre continuava a biaciarla, sulla bocca, sulla fronte, sul collo e sugli zigomi per asciugare le lacrime che a volte le sfuggivano involontariamente. 
Fino a quel momento, gli unici baci che aveva mai ricevuto erano stati quelli frettolosi della madre, quando era un po' più piccola, e quelli violenti del fidanzato, di cui se ne vergognava. 
"Mamma, permettimi almeno un po' di felicità, dopo penserò a..."
Il pensiero della madre scivolò via dalla sua testa, assieme ai lividi e alle ferite.
C'era solo Dylan nella sua testa, ora. 




25 novembre
Il pallone barcollò un po', per poi entrare nel canestro, facendo tintinnare le corde. 
-Grandioso! E' il terzo canestro di fila, Dylan!- Esulto il batterista, Nathan.
-E' tutto merito della rabbia, biondino!-
-Ah si? Bhe, finchè ti sfoghi su quello e non su di noi, a me sta bene.- 
I quattro componenti della band si erano trovati nella taverna della casa del bassista, un ragazzo alto e molto solare, di nome Zack. 
La stanza era abbastanza grande: in un angolo c'era la scrivania col computer, proprio di dietro un'enorme libreria, poi c'era il divano sulla quale il chitarrista, Vincent, e Nathan si erano stesi, non proprio aggraziatamente, e infine metà della stanza era quasi vuota per lasciare spazio al canestro appeso alla parete. Stavano aspettando che Kelly arrivasse, che era andata a prendere le sue poche cose dalla casa del suo "fidanzato"  e sarebbe dovuta essere lì tra non più di venti minuti. 
-Ragazzi!- il bassista richiamò l'attenzione del gruppo -Che cosa volete ascoltare adesso?- Chiese indicando il computer posto tra due enormi casse. 
-Bho, metti i Queen.-  Fece Vincent svogliatamente.
-Ma li abbiamo ascoltati prima.- Si lamentò Nathan -Metti i Rammstein.- concluse, cercando una posizione più comoda sul divano, ma finendo solamente col tirare una pedata in faccia a Vincent, cominciando così una baruffa tra i due.
-Uhm, ok- Zack fece partire la musica.
Dylan riconobbe immediatamente la canzone.
Si trattava di Haifish, una delle sue preferite.
-Hey Dylan, che vuol dire Haifisch?-chiese Zack indicando il monitor del computer.
-Cosa ti fa credere che io lo sappia?-
-Bhe, qui dentro sei l'unico che cerca le traduzioni dei testi delle canzoni che suoniamo_.- Zack s'interruppe- E voi due la smettete di litigare! Mi state distruggendo il divano!-
Dylan sospirò -Haifish significa squalo.- Spiegò.
Il ritornello irruppe nella sale a volume molto alto, e lui conosceva il significato di ogni frase.

Und der Haifisch der hat Tränen
Und die laufen vom Gesicht
Doch der Haifisch lebt im Wasser
So die Tränen sieht man nicht


E lo squalo ha lacrime... e gli scorrono dal viso...

Gli tornò in mente Kelly, mentre tirava nuovamente il pallone.

Ma lo squalo vive in acqua...Così le lacrime non si vedono...

Il pallone mancò di poco il canestro.
Dylan rimase immobile.
-Hey amico, è tutto a posto?- Chiese una voce dietro di lui.
Dylan si girò. -Kelly mente. E' impossibile che stia bene. Solo non capisco come faccia a risultare così calma. Come riesca a nascondere le lacrime.-
-Secondo me se l'aspettava, così come noi. Non ti nascondo che provo una grande rabbia per quel bastardo, ma dobbiamo agire con calma. Evidentemente anche lei la pensa così.- esordì Zack.
-No, secondo me non poteva prevedere una cosa del genere. Comunque, posso sapere come fai a restare così calmo?-
-Amico, da dove vengo io l'omicidio è roba da tutti i giorni...-
-Ma si tratta pur sempre della_-
-...Madre di Kelly, lo so- Zack si avvicinò, e gli battè la mano sulla spalla -credimi Dylan, faremmo meglio a non pensarci più a sua madre, concentriamoci piuttosto sul presente e sul nostro piano.-
-Forse hai ragione.-
-Appena arriva Kelly verifichiamo come sta, e se non è ricaduta in depressione, coinvolgiamo anche lei.-
- Mi sembra giusto- s'intromise Nathan -Immagino desideri vendetta, perciò spero vivamente che si sia ripresa. Superare un trauma simile non è roba da poco, ma lei è imprevedibile.-
-D'accordo, se va tutto bene, tra un po' potremmo dire addio al signor Foster e a quel suo maledetto figlio.- Concluse Zack ghignando.

Fine II capitolo


Salve a tutti, 
grazie per aver letto, se avete dubbi o critiche, vi sarei grata se recensiste, in modo che possa correggere gli errori.
Spero davvero che vi sia piaciuto!

canzone: Haifisch dei Rammstein
  
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