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Autore: francy4e99    31/12/2014    8 recensioni
Siamo nell'ultimo episodio, sono passati tre anni da quando Kagome è tornata nella sua epoca. Il pozzo si riapre e Kagome decide di ritornare nell'epoca Sengoku. Ma dentro il pozzo, nella strada per l'epoca Sengoku, Kagome fa la conoscenza di un demone. Esso impedirà a Kagome di passare, a meno che ella non accetti un patto. Come può questo cambiare la sua intera vita? In questa nuova avventura Kagome sarà affiancata dall'ultima persona che si sarebbe mai aspettata. Riuscirà Kagome a superare questa nuova sfida?
Dal prologo:
"[...] Altre due lacrime mi bagnano il viso, ma questa volta le lascio scorrere. Che senso avrebbe asciugarsele? Tanto valeva lasciarle scorrere. [...] Quella è stata la seconda volta che ho pianto. Ho pianto per la contentezza di riaverla qui, ma anche per te, che mi hai ridato la cosa più importante della mia vita. Ma io, io cos’ho fatto per te? Vorrei che tu fossi qui. Ti chiederei che cosa desidereresti più di qualunque altra cosa al mondo, solamente per esaudirla. [...] "
Con ancora due storie in corso mi accingo a iniziarne una terza. Non preoccupatevi, mi sto dando della scema da sola! Con questa vedremo se riuscirò a finirla!
Baci, francy4e99
Genere: Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Inuyasha, Kagome, Rin, Sesshoumaru | Coppie: Inuyasha/Kikyo, Kagome/Sesshoumaru
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ghiaccio Bollente

 
Capitolo 2: Atto II – ‘Accetti?’

“In pochi secondi, un’intera vita può cambiare. In bene o in male, puoi deciderlo solo tu.”

Kagome


Seduta su questa sedia decorata, mi guardai attorno, completamente spaesata. La camera da letto era enorme. Il grande letto a baldacchino, con le sue trapunte di seta pregiata, faceva bella mostra di sé su un piccolo rialzo del pavimento. Un camino acceso e di fronte delle comode poltrone bianche, insieme a dei soffici cuscini. Grandi e raffinati tappeti erano disposti sotto il letto e sotto le poltrone. Un armadio e un cassettone erano in legno intarsiato di eleganti ghirigori, come il resto del mobilio in legno.

Sospirai pesantemente, chiedendomi per l’ennesima volta cosa ci facessi lì.

--- *Flashback* ---------------------------------------------------------------------------------------------

- Devi diventare la mia donna. -

Dopo che ebbe pronunciato quella frase, per qualche attimo attesi che mi dicesse che stava scherzando, poi, quando capii che quello non era affatto uno scherzo, rimasi letteralmente shockata.

 - Cosa?! Stai scherzando?! –

Con il sorriso sulle labbra mi rispose. – Mai stato più serio. –

 - Per caso ha sbattuto la testa? Oppure ti senti poco bene? –

Non riuscii a finire la frase che Sesshomaru mi interruppe.

- Sto benissimo e poi non ho sbattuto proprio da nessuna parte, io. Ora, se mi lasciassi spiegare, potrei dirti il motivo per il quale ti ho fatto quella richiesta. –
 - Ti ascolto. –

Dopo che ebbe sospirato iniziò a raccontare.

 - Ogni anno, proprio in questo periodo, mia madre organizza un evento, una specie di raduno, a cui partecipano, oltre a tutta la famiglia, anche le famiglie più ricche e rispettate di demoni di qualsiasi razza. E puntualmente ogni anno sono costretto a partecipare. Una vera noia, considerando che quelli che partecipano sono tutti demoni che odio. –
 - Andiamo! Ci sarà pur qualcuno che ti starà simpatico. Possibile che non ci sia? –
 - Impossibile. Li odio quasi totalmente solo per il fatto di essersi presentati di loro spontanea volontà. –

Appena ascoltai la risposta, non mi trattenni e cominciai a ridere. Quando mi ripresi, gli feci una domanda che mi era venuta in mente mentre ascoltavo il suo racconto.

 - Ho capito, però … cosa c’entro io in tutto questo? –
 - Bé … da qualche anno, mia madre si è intestardita. Dice che vuole assolutamente che abbia una donna al mio fianco. Quando l’anno scorso mi sono presentato da lei, sempre per questo evento, da solo, mi ha minacciato di trovarmi lei una donna, se l’anno successivo non mi fossi presentato con qualcuna. –

Subito ricominciai a ridere, questa volta più forte.

 - Tu, una donna? Ahahah, tua madre non credo abbia capito molto come sei fatto. Ahahah, non respiro! – Cercai di riprendermi, ma era tutto inutile, mi veniva da ridere!

Sentendo lo sguardo scocciato di Sesshomaru su di me, smisi di ridere e ritornai seria.

 - Perciò, fammi vedere se ho capito. A questo evento devo fingermi la tua donna, cosicché tua madre possa smettere di assillarti con la storia del trovare una donna e ti lasci in pace. È corretto? – 
 - Esattamente, senza contare che passerò la serata con te, almeno non mi annoierò. –
 - Devo anche farti compagnia? Per chi mi hai preso? –
 - Abbiamo appena fatto un accordo, ti ricordo. – Disse avvicinandosi.
 - E io ti ricordo che non ho ancora accettato. E poi, toglimi una curiosità. Se non ci fossi stata io, a chi lo avresti chiesto? –

Sembrò pensarci su seriamente, prima di rispondermi.

 - Probabilmente nessuna. Credo che avrei trovato una scusa per non andarci. –
 - Ah, davvero? –
 - Già, perché? – Mi chiese, fermandosi proprio davanti a me, che nel frattempo mi ero alzata dal letto.
 - Così … -

Intanto la mia mente pensava solo ‘Troppo vicino!’. Sentivo il suo odore, il suo magnifico odore, e non potei fare a meno di annusarlo. Sapeva di … maschio. Appena mi resi conto di quello che stavo pensando, cercai di scacciare quel pensiero, sperando di non essere arrossita.

 - Perciò … questa storia dell’essere la tua donna, dura solo per quel giorno … -

Doveva essere una domanda, ma non sapevo perché, la frase non mi uscì come volevo. Lo vidi alzare impercettibilmente un sopracciglio e avvicinò il suo viso al mio.

 - Perché, ti dispiace? –

Dopo quella domanda, lo sentivo chiaramente. Arrossì senza ritegno e il cuore prese a battere all’impazzata, abbastanza cosciente del fatto che, con questa vicinanza, riuscisse quasi sicuramente a sentirlo anche lui.

 - N-no! Cosa vai a pensare?! Ma ti pare?! –
 - Allora perché ti scaldi tanto? –

Mi aveva giocata! Rimasi a bocca aperta, cercando una risposta da dargli che, però, non arrivò. Lui era stato più veloce.

Un secondo, o forse due. Bè, dopo quel lasso di tempo, le sue labbra erano sulle mie. Così, tutto d’un tratto. Senza che io potessi fare niente. Non riuscii neanche a respingerlo, le sue labbra avevano un sapore … indescrivibile.

Un’altra manciata di secondi. Sentivo la sua lingua sulle mie labbra. Mi stava chiedendo di schiuderle? Ormai totalmente abbandonata a lui, ad occhi rigorosamente chiusi, le schiusi, queste labbra.

Un decimo di secondo dopo. Le nostre lingue giocavano assieme, danzavano e sembravano non volessero smettere mai. Le mani sul suo petto scolpito, artigliate al suo vestito, per non lasciarlo andare. Le sue mani sulla mia schiena, per il mio stesso motivo. Ma chi si muoveva?

E proprio in quel secondo, quando entrambi eravamo a corto di ossigeno, quando dovevamo staccarci, proprio in quel secondo, la mia mente stava cercando tutte le maledizioni che conosceva e le stava scagliando su tutti, senza un motivo preciso.

Sentivo il suo respiro affannato, proprio come il mio, a qualche centimetro di distanza dalla mia bocca e … non ce la feci. Proprio non resistetti. Presi io l’iniziativa questa volta; appoggiai le mie labbra sulle sue. Sembrava quasi che non aspettasse altro.

Le danze si aprirono nuovamente. Questa volta più veloci. Sentii il bacio diventare sempre più passionale e carico di desiderio. Queste emozioni, che mai avevo provato prima, mi inebriarono come un profumo troppo forte. La mia mente era come staccata dal resto del corpo; riuscivo solamente a pensare ‘Ti prego, fa che non smetta mai’.

Di nuovo i nostri respiri affannati che si confondono insieme; appoggiai la mia fronte sulla sua, facendo combaciare i nostri simboli. Non avevo ancora aperto gli occhi, troppa paura.

 - Accetti? –

Schiusi gli occhi e sorrisi.

 - Solo se non devo fingere –

Sul suo volto comparve un ghigno. – Perché, non si era capito? –
Lo guardai male, assottigliando gli occhi. Rise; era il suono più bello che avessi mai sentito.

 - Accetto. –



 
   
 
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