Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time
Segui la storia  |       
Autore: Elle Douglas    01/01/2015    2 recensioni
'Ci facciamo sedici foto, e cerchiamo di cambiare espressione e posa in ognuna per renderle diverse.
Alla fine davanti a quella camera diamo anche la testimonianza del nostro amore, e a quello dedichiamo più foto.
Usciamo da lì, e la macchinetta ci da quelle foto un po’ sceme, un po’ serie, un po’ pazze, un po’ innamorate, un po’ noi.
Io le guardo con il mento sul suo braccio mentre lui le tiene in entrambe le mani.
‘Tu quale vuoi?’, dice tenendole in mano ed esaminandole insieme a me.
‘Non posso prenderle’, gli dico affranta.
Lui mi osserva, poi intuisce.
‘Ah, già. A volte dimentico…’, fa lui tra il serio e il dispiaciuto.
‘Specie in serate come questa’, aggiungo io. ‘… in cui tutto sembra perfetto. Noi siamo perfetti’.
-
*Seguito in parte di 'My life with you (Simply Dream).
Genere: Generale, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Sorpresa
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Image and video hosting by TinyPic
 
10. You put your arms around me and I'm home. 
 

ANNO NUOVO, CAPITOLO NUOVO.
Innanzitutto dato che siamo al primo Gennaio vi voglio augurare un felice e sereno anno nuovo.
Ci ho messo un po’ a scrivere ed ad aggiornare questa storia, per lo più perché non sto avendo parecchi riscontri e ho seriamente pensato di terminarla e non andare oltre perché la vedo abbastanza poco seguita.
È una storia molto diversa dalle altre che si trovano sul sito, e magari non lo so, ve ne sareste aspettata un'altra con altre persone, un altra trama, non lo so, perché non ho abbastanza pareri su questa per avere un idea ben precisa su cosa pensare.
E’ storia più che altro personale, magari siete abituati ad altro, ma io sin da quando ho iniziato a scrivere ho cercato sempre di esplorare la vita di persone che amo con persone come me, come noi ed è per questo che ho iniziato a scriverla principalmente.
Non ho la presunzione di sapere com’è quel mondo, ne so quanto voi ma non ditemi che non l’avete mai immaginato, ed è ciò che sto facendo io, molto semplicemente.
Non ho la presunzione di dire che il mio lavoro sia perfetto e che la storia sia altrettanto, ho mille difetti, lo so da me e per di più sono anche abbastanza paranoica. lol
Non sono una scrittrice e non mi definisco tale, mi piace solo raccontare delle storie, scrivere nero su bianco ciò che mi passa per la testa e non è sempre bello, giusto e coinvolgente magari, vi chiedo solo di darmi dei pareri a riguardo giusto per valutare se continuare o meno in questa storia.
Ho bisogno di conferme e incoraggiamento forse? Può essere, sono una persona insicura e abbastanza timida non so se si è notato ed entrare e non trovare niente mi lascia un po’ interdetta sul da farsi.
Vedo i mi piace attraverso il bottone social qui sopra e ringrazio chiunque voi siate, non fraintendetemi, ma ho bisogno anche di pareri a riguardo. Ringrazio ovviamente chi già me li fa avere ogni volta, davvero – ancora – grazie mille.
Scusate l’intro un po’ lungo e petulante ma era qualcosa che volevo scrivervi, ora vi lascio al capitolo - questa volta ci ho aggiunto un suggerimento musicale. - C:
 
Vi auguro una buona lettura.:*
 
-

 
 

Siamo partiti da Vancouver stamattina presto, e io sono ancora del tutto assonnata, e frastornata.
Avrò dormito tre ore in tutto, e come sempre c’è di mezzo l’agitazione.
E’ da ieri sera che penso e ripenso nonostante Colin più volte abbia cercato di farmi pensare ad altro, ma tranne in quei momenti di distrazione, la mia mente ricomincia a navigare e io a tremare come una foglia.
Perché sì, a me l’agitazione mi divora dentro ogni volta anche per le cose più banali, è sempre stato così, figurarsi poi per una premiere.
Nemmeno in aereo riesco a dormire un po’ e sono un completo straccio.
‘Tu dimmi come si fa ad andare in queste condizioni?! No, non posso presentarmi così. Io mi rintano in albergo e non esco’, sbotto in modo quasi isterico incrociando le braccia e appoggiandomi allo schienale del sedile e mostrando un broncio degno di una bambina piccola. Non so più cosa devo fare.
Oggi è giornata e Colin mi deve subire.
Mi osserva con occhi languidi e un sorriso appena accennato che sa di disapprovazione. Lo sto facendo impazzire lo so da me.
‘Tu e la tua insicurezza siete compagne da sempre eh? Inizio ad essere un po’ geloso.’
Anche lui è stanchissimo, ma non lo da a vedere ed è comunque perfetto.
Perché non posso essere come lui? Agitarmi e sentirmi meno male o almeno non darlo a vedere in modo lampante.
Credo mi ci vogliano seriamente dei tranquillanti.
‘Perché non provi a dormire un po’?’, mi fa convinto.
‘Scusa. Sono nervosa, tutto qui’, dico più calma, quasi scusandomi per quell’atteggiamento un po’ brusco che sto avendo anche nei suoi confronti che c’entra poco o nulla con i miei conflitti mentali, mentre lui mi mette un braccio intorno alle spalle e mi accoglie ancora di più accanto a sé.
Non ci sono più limiti o deviazioni sul nostro rapporto, niente più segreti, ormai chi è lì, sul nostro stesso volo, sa tutto ciò che c’è da sapere e i nostri movimenti sono più spontanei e liberi.
Mi metto alla meglio sul sedile dell’aereo, gli do un bacio veloce allungandomi verso le sue labbra e cerco di rilassarmi. Accavallo le gambe e appoggio la mia testa sulla sua spalla, chiudo gli occhi. Lui mi bacia la fronte per poi appoggiarsi su di me.
E quei gesti, quella normalità che si è creata mi fa sempre bene.
Ogni volta, è così, con le sue braccia, con lui attorno. Devono avere un qualche incantesimo.
Forse è lui stesso una magia, una proiezione della mia mente per farmi star meglio quando proprio sono al mio limite e non solo.
Quando gliel’ho detto giorni prima troppo presa da lui è scoppiato a ridere fragorosamente a quella deduzione, mi ha guardata fissa alzandomi il mento per farmi affondare maggiormente nei suoi occhi e mi ha chiesto se davvero lo pensassi o se avessi bevuto troppo. Ho annuito confermandogli che la birra non c’entrava nulla, e ha asserito: ‘Magari sei anche tu una mia proiezione’.
Ogni volta quando lui mi abbraccia, mi stringe a sé, i miei muscoli si rilassano e si lasciano andare e io mi sento, inevitabilmente a casa.
Lui è la mia casa, ed è una definizione così bella da dare a qualcuno, a volte penso che abbia lo stesso valore di un ti amo o anche maggiore. Dire a qualcuno che è la tua casa, è meraviglioso perché posso essere dovunque in ogni luogo del mondo, se ho lui accanto. Se lui è con me.
Non ho intenzione di lasciarlo, non ho intenzione di sentire di nuovo quella mancanza lacerarmi l’anima quando non siamo insieme.
Ho deciso che dovunque vorrà andare in quei tre mesi oltre le riprese lo seguirò a ruota, anche se ancora non gliel’ho detto. Aspetto il momento giusto.
‘Ci sarò io con te.’, sento in lontananza insieme al suo abbraccio che si fa più saldo e allo stesso tempo più lontano.
La tranquillità che riesce a darmi anche quando sembra che non ci sia modo è assurda, mi assopisco e cerco di dormire un po’ prima del grande evento.
E inizio a pensare sia lui davvero il mio sedativo e che l’idea di seguirlo ovunque è l’unica che posso seguire se voglio stare bene.
 
Sono in sala trucco da quanto esattamente? Perché mi sembra un eternità.
Guardo veloce l’ora sul display che segna le 15, in più ci sono tre chiamate perse di mia madre.
Decido di chiamarla appena mi calmerò un po’, altrimenti mi assillerà per tutto il tempo.
Sa che oggi c’è la premiere, gliel’ho detto pochi giorni fa, e so che come me sarà il mio equivalente anche se non deve viverlo in prima persona, perché in ogni cosa io e mia madre siamo sempre state una sola cosa. Lo stato d’animo di una lo assume l’altra come di rimando, fisicamente siamo molto diverse, ma dentro siamo due gocce d’acqua quasi su tutto.
Manca poco alla premiere e sono tesa come una corda di violino, i muscoli sono tesi e ho il timore che anche piegandomi possa spezzarmi e subire qualche danno.
Lana, Jennifer, e le altre sembrano più disinibite di me mentre vengono truccate e coccolate dai vari truccatori che riempiono la stanza, io invece sembro un tronco, e mi fanno male i muscoli.
Tremo tutta all’idea della gente che ci sarà, dei fan urlanti, dei giornalisti e non so come reagire.
Non sono abituata a tutto questo, e fino ad ora non ci avevo seriamente pensato.
I fan sul set sono una cosa, a cui devo ancora del tutto abituarmi, ma quelli ad una premiere … è diverso, anche solo per l’evento in sé.
Ho il cuore a mille.
Ho quasi un attacco di panico.
E’ la mia prima premiere.
La prima a cui partecipo e che mi riguarda in prima persona.
Okay, ci saranno anche gli altri ma ci sarò anche io e sarò al centro dell’attenzione, sotto gli occhi di tutti. Mi esamineranno da testa a piedi e tutto questo mi mette sotto pressione, e non sono contenta quando vengo posta a certe attenzioni.
Mi viene portato uno spuntino dato che non ho nemmeno pranzato, ma ho rifiutato, nuovamente, e tutti non fanno altro che preoccuparsi per me.
Mi si è chiuso lo stomaco.
Non ho alcuna fame e cerco di farglielo intendere per non far sì che lo prendano come un gesto di scortesia.
Tra l’altro, in tutto questo marasma,  ho il timore di far sgamare me e Colin e … dire che sono un groviglio di timori e preoccupazioni e pessimismo sarebbe un enorme eufemismo.
Il tutto si svolgerà al ‘El Captain Theatre’ di Los Angeles dove fa caldissimo tra l’altro e io sono la sola a sentire freddo.
Non so come comportarmi, come camminare, come sorridere ho mille dubbi e insicurezze in testa che potrebbero sotterrarmi viva. Ho paura di una figuraccia immensa subito dietro l’angolo e ho paura delle reazioni, delle interviste, delle mie stesse parole.
La paranoia inizia a farsi strada.
Ho il timore che non andrà bene nulla.
Da quanto devo vedere Colin? Saranno quattro ore.
Lui è con gli altri uomini del cast a prepararsi, e io sono con le altre donne del cast per prepararmi.
Siamo divisi, in un certo senso e questo non fa altro che agitarmi.
Appena può, mi invia un messaggio, quasi mi fosse di fronte e vedesse come sto.
Sarai stupenda e andrai benissimo. Rilassati, ci sono io con te. Ti amo amore mio.
E sorrido a quel messaggio che m’infonde un po’ di forza.
Farei tipo Sissi in quel film con Romy Schneider che tanto amavo da bambina, era uno di quei film che mi faceva sognare ad occhi aperti, in quella scena dove in seguito ad un suo mancamento durante il ballo di corte scopre di aspettare un figlio dal suo principe e corre da Franz ad abbracciarlo.
Non c’è nessuna notizia del genere, ma vorrei ovviamente scappare da lui.
Reprimo quella strana voglia.
 
Sono le 17 in punto quando trucco e capelli giungono al termine della loro perfezione.
Quando alzo gli occhi e libero la mente da tutti quei pensieri negativi di fronte a me una nuova ragazza mi è davanti.
Una ragazza dalla pelle lucida, gli occhi brillanti e raggianti, velati da un trucco delicato e allo stesso tempo elaborato alla perfezione sottolineato ancor di più dalle ciglia folte e nerissime, dalle labbra carnose e colorate mi osserva dall’altra parte dello specchio, e quasi non mi riconosco.
Sono io davvero?
I capelli cadono leggeri e sinuosi sulle spalle in alcune onde ben definite che ricalcano di poco la vera natura dei miei capelli. Sono splendidi, luminosi e visibilmente sani in quel nero pece.
Per la prima volta mi sento una bambola di porcellana.
Con la mia assistente mi muovo verso il mio camerino per trovare l’abito adatto e sbrigarmi per la premiere che avverrà a breve.
Nel mio camerino mi vengono predisposti alcuni vestiti della mia taglia, e tra questi dovrò sceglierne uno da indossare. Sono tutti stupendi e resto esterrefatta dal fatto che siano per me.
Dopo averne provato un bel po’ opto per un Zuhair Murad, che tra tutti prediligo.
L’abito è di un verde sirena, uno di quei colori che amo tanto su ogni genere di cosa, con una scollatura che valorizza il decolté ed è aperto sulle spalle chiudendosi poi in alcune fantasie che vanno ad accostare l’inizio della gonna dietro. Il tutto finisce con uno strascico, e forse sto osando troppo ma è l’unico con cui sento di stare bene e a mio agio, oserei quasi dire che mi sento quasi come una vera principessa.
Mi guardo e riguardo allo specchio e stento a credere che sia io quella riflessa, ma decido che sarà con lui che andrò sul red carpet.
Nella pochette infilo il telefono e un piccolo specchietto e parto.
Faccio un ultimo profondo respiro ed esco, pronta.
Più o meno.
Appena le altre mi vedono strabuzzano gli occhi e sono meravigliate.
Lana è la prima a farmi i complimenti con un gran sorriso sincero, le altre sono tutte al seguito a guardarmi estasiate e a riempirmi di complimenti, mi chiedo se lo stiano facendo per incoraggiarmi a vedermi meglio dopo che sono stata preoccupata per tutto il tempo, o che sia la verità,  ma accetto tutti i loro complimenti abbastanza imbarazzata da quelle attenzioni.
Non è da me, non sono abituata a tutto questo. Nemmeno ai complimenti.
Annuisco e ricambio.
Loro sono davvero stupende tutte, sembrano dee scese in terra e la mia autostima cala rovinosamente a terra.
Con lo sguardo mi sporgo alla sua ricerca perché sono quasi tutti là alla fin fine, in quella stanza che ci ospita, e perché solo lui è in grado di calmarmi per davvero.
La mia cura all’ansia, alla tensione, al mio tremare. La mia cura a tutto.
Con un tocco leggero mi sfiora una spalla con una mano, mentre con l’altra mi cinge il fianco da dietro.
Un brivido mi pervade l’anima, perché ogni volta è come se il mio corpo, la mia anima riconoscesse la sua gemella.
‘Io e te andremo insieme’, mi sussurra all’orecchio, quasi in una confessione e io resto interdetta, un po’ per la sua voce, un po’ per lui, un po’ per quella rivelazione.
Andremo insieme.
Mi voltò di scatto per osservarlo e vedere se mi prende in giro.
Lui indietreggia un po’ e mi osserva meravigliato, come se avesse visto una dea.
‘Che c’è?’, chiedo spaurita pensando che non gradisca, e mi riguardo per vedere se c’è qualcosa fuori posto.
‘Sei assolutamente meravigliosa’, esordisce.
Sorrido imbarazzata, mentre lui continua a contemplarmi.
‘Me lo stai dicendo perché sei di parte’.
Alza gli occhi al cielo.
‘Sei la solita’, fa lui, mi prende la mano e la intreccia alla sua, sorridendomi.
Ho caldo, ora ho tanto caldo.
‘Oserei dire che stai arrossendo’, fa lui ammiccando con quel sorriso e quello sguardo in cui mi perdo.
‘Oserei dire che lo fa apposta, Signor O’Donoghue’.
E ridiamo, fino a quando la mia risata termina e un aria seria aleggia sul mio volto tutto a un tratto.
Lui osserva quel repentino cambiamento e non se lo spiega.
‘Che significa che andremo insieme?’.
‘Che non ce la faccio più a tenerti per me soltanto come se stessimo facendo la peggior cosa. Ci amiamo, perché dobbiamo continuare a fingere che non sia così? È passato tempo ormai, possiamo farlo, voglio farlo. Voglio che gli altri vedano che sei mia’.
‘Oggi?’. Ribatto io con il mio respiro smorzato alla cosa e continua. ‘Non faremo gesti eclatanti, so già quanto tutto questo sia tanto per te, ma andremo insieme alla premiere. Mano nella mano. Le foto le faremo insieme, come coppia e questo sarà tutto, ma sarà già tanto. Ho già parlato con Adam ed Edward. Te l’ho detto o no che ci sono io con te?’.
Non so cos’è che sta nascendo dentro me in quel preciso momento.
Una felicità assurda mi invade, e mi impongo di non mostrare la mia emotività. Non stavolta. Altrimenti mi cola tutto il trucco e tutto il lavoro che i truccatori hanno fatto.
Ecco, devo farlo per loro.
Stento a credere ancora di più a quella giornata e a quel momento, a ciò che mi ha appena detto.
L’amore che ha per me, l’amore che ho per lui mi riempie il cuore e mi pervade.
Non ho parole.
Mi avvicino e quasi gli salto al collo dicendogli la cosa più ovvia ma anche la cosa che meglio può racchiudere tutto perché altre parole non mi escono.
‘Ti amo tanto, lo sai?’.
‘Mmh… ne avevo una vaga idea mi sa’, mi stacco da quell’abbraccio e lo bacio sulla guancia in modo leggero, non voglio lasciargli alcuna traccia di rossetto addosso.
Mi mordo le labbra allontanandomi dal suo sguardo.
Mi allontano un po’ per guardarlo meglio, senza mollare la stretta della sua mano.
‘Mmh…’, mormoro nell’osservarlo.
‘Cosa?’, fa lui preoccupato di quel mormorio.
‘Tu invece non mi piaci affatto così vestito’. Scuoto la testa con disapprovazione. ‘Così farai innamorare ancora più donne, più ragazze e la cosa mi renderà ancora più gelosa. Potrei non rispondere più di me. E se incontrassi qualcuna più bella di me?’.
Alza gli occhi al cielo.
‘E allora cosa dovrei dire di te?’, mi indica. ‘Dovrò starti dietro per non far si che ti rapiscano. Dovrò prendere il posto di Ruth per salvaguardarti.’.
Gli do una pacca sul petto.
‘Okay, siete pronti? Voi siete i prossimi’, impartisce una donna nella stanza indicandoci.
Eccolo quel nodo in gola che ritorna, le gambe che tremano, Colin mi guarda, mi sorregge e mi infonde il suo coraggio stringendo ancora di più la presa sulla mia mano.
‘Si, siamo prontissimi!’, risponde lui esibendo il suo sorriso.
 
Lungo tutto il tragitto lui non fa altro che distrarmi facendomi pensare ad altro.
Nemmeno una volta mi permette di pensare seriamente a ciò che accadrà tra pochi minuti, alla folla che ci attende, ai paparazzi che ci sono, ai fan urlanti che ci assaliranno soprattutto lui.
Mi tiene per mano dolcemente e già il suo contatto manda in ibernazione ogni mia facoltà di pensare e di concentrarmi su dove l’auto si stia dirigendo, il tutto insieme a quello sguardo intenso che mi regala e mi fa ridere, mi fa ridere tanto perché sa che se lascio andare i pensieri quelli andranno a briglia sciolta dritti al panico, rido che alla fine devo cercare di trattenere le lacrime per non rovinare il trucco.
‘Siamo quasi arrivati’, ci informa Fred, l’autista dell’auto, e lì pronto in un angolo il mio panico erompe.
Lui mi prende il viso e mi guarda, mi permette di immergermi nuovamente in quelle acque cristalline.
‘Ehi, devi stare tranquilla, d’accordo?’.
Annuisco poco convinta. Lui mi da un bacio leggero sulla fronte quasi fossi una bambina, io cerco di trattenermi dal dirigermi sulle sue labbra per non rovinare il trucco.
L’auto si ferma, e il mio cuore con lei.
Sento il fermento che riecheggia da fuori, oltre quei finestrini.
Sono emozionata e atterrita nello stesso momento.
Devo scendere per prima dall’auto e mi faccio forza in questo perché altrimenti non ce la farei.
Faccio un lungo respiro e via.
Ciò che mi aspetta fuori è anche più enorme di ciò che avevo immaginato.
Una folla enorme si estende per tutta l’uscita dal teatro, e il boato e le urla che si elevano sono anche più assordanti di ciò che mi aspettavo.
E non so se è per me, o per lo show in sé ma quasi piango.
Esibisco un gran sorriso e saluto con la mano un po’ tutte quelle persone che mi stanno di fronte, dietro di me quando dalla stessa auto fuoriesce Colin sembra quasi che il tempo si fermi giusto in tempo per vedere ciò che accade sui loro volti e nelle loro menti.
Domande, dubbi e incredulità si mescolano a quella che secondo loro è la realtà, e in tutto questo ci sono urla, milioni di urla che non riesco a gestire.
Alcune gioiscono alla cosa e ci chiamano entrambi.
Con Ruth, la mia agente, mi dirigo verso quelle file di fan che mi chiamano e che appena mi vedono avvicinarsi urlano ancor di più a gran voce il mio nome.
‘I love you’ su ‘I love you’ si elevano e si sovrappongono a vicenda di fronte a me stordendomi, non so cosa rispondere anche se cerco comunque di dare a tutti una risposta concreta.
‘Sei bellissima Vanessa!’, fa una, ‘Sei incantevole’, fa un'altra, e io arrossisco stentando un ‘Grazie’ mentre firmo un autografo, due, tre... perdo il conto.
Non so esattamente cosa mi stia succedendo intorno, so solo che mi sento come se fossi in un tornado, e che mi renderò conto di ciò che è accaduto solo quando sarà passato.
Loro continuano ad urlare e a protrarmi fogli, immagini e quant’altro affinchè io li firmi, vorrei accontentare tutti ma non ci riesco e un po’ mi sento in colpa, ma Ruth mi tira altrove, facendomi avanzare e standomi dietro.
Faccio foto su foto con loro e sfoggio il mio più bel sorriso perché si, loro saranno i fans, ma io sono emozionata quanto loro in quel frangente.
Mi tiro via da quel caos prima di passare alle interviste con i giornalisti sul red carpet.
‘Aspetta Colin e poi passi alle interviste’. Ruth mi da le direttive prima di proseguire.
E la ringrazio seriamente perché senza di lei non saprei come fare.
Mi sposto dove sono un po’ tutti e mi aggiusto un po’ il vestito.
Colin è ancora tra i fan e le fan urlanti, è di spalle in questo momento e non mi vede.
‘Mica ti avevo riconosciuta sai?’, fa la voce di un uomo alle mie spalle che ormai conosco.
‘Ehi Sean’, faccio io nell’intento di salutarlo, con lui la moglie e Robbie Kay, saluto anche loro poi Sean si allontana e resto con Tanya a parlare per un altro po’.
Dopo un paio di minuti un tocco leggero mi cinge i fianchi e si protrae verso Tanya per salutarla.
Io sto avvampando e improvvisamente sento ancora più caldo del solito addosso, un po’ per la situazione, per come stiamo uscendo allo scoperto in maniera non programmata. Un po’ per come lui si avvicina a me e mi prende in gesti semplici e spontanei, sono tutto un turbinio di emozioni che mi travolgono.
‘Okay, è il momento’, ci annuncia Ruth avvicinandosi a noi.
Colin mi guarda cercando un consenso e io annuisco sospirando pesantemente.
Mi sorride e mi tranquillizza, ormai sa cosa ci vuole per me.
Lui va avanti e mi trascina nella folla tenendomi per mano.
Arriviamo dai giornalisti, che iniziano a fare una carrellata di domande riguardanti la serie, la nuova stagione e le solite cose che ripeto da mesi ormai e che ormai ho immagazzinato in testa.
Colin è a pochi passi dai miei con altre emittenti che lo stanno intervistando, sento la sua voce in mezzo a quella folla e mi mantiene calma.
Non so come faccia.
Con la coda dell’occhio lo vedo, ha le mani in tasca e un sorriso smagliante mentre risponde, a volte ride, altre volte si tocca l’orecchio imbarazzato.
‘Allora da ciò che abbiamo visto oggi possiamo dedurre che le voci su di te e Colin O’Donoghue sono vere?’, fa la giornalista di fronte a me con un sorriso impertinente.
Io resto un po’ così, interdetta.
Ecco, cosa devo rispondere ora? Non avevo programmato tutto questo.
Ruth mi vede in difficoltà e interviene con un ‘Mi dispiace, ma queste domande non sono inerenti allo show’, in tono perentorio.
Quella si scusa e va avanti con altre domande, con altre emittenti, con altre interviste e domande a cui non oso rispondere, ma le cui risposte sono già ovvie.
Ho un gran mal di testa, e in tutto quel frastuono e gente ha iniziato anche a girarmi, cerco di farmi forza per dirigermi verso di lui che mi attende in posizione per le foto sul red carpet.
Ruth me lo indica come se non l’avessi già individuato.
Corro quasi nel vederlo, e mi aggrappo a lui come ad un ancora.
Lui mi mette un braccio intorno alla vita e io faccio lo stesso, mettendogli una mano sul petto.
E’ già tutto questo è abbastanza evidente, nessun altro attore del cast fa foto del genere con i propri colleghi. Foto del genere sono riservate a coppie effettive nelle vita reale, e un po’ arrossisco per ciò che sto pensando ma con queste mosse e questo genere di foto ci stiamo dichiarando in maniera implicita.
Mi ritrovo a guardare verso una parte e lui con me, poi a volte ci ritroviamo a guardarci senza davvero farlo apposta, per poi ritrovarci a ridere mentre i fotografi scattano foto su foto nella quale io cerco di cambiare posizione per renderle diverse. Cerco di tenere gli occhi aperti nonostante i numerosi flash che ci sovrastano.
Sono un immensità di attimi di luce di fronte a noi.
Dopo una sessione durata una cinquina di minuti possiamo andare, siamo liberi.
Lui fa scivolare via la mano dal mio bacino e raggiunge la mia mano, trascinandomi nella folla come poco prima.
Siamo dentro il teatro finalmente.
E finalmente un po’ di pace.
Tiro un sospiro di sollievo appena ci fermiamo.
‘Sei stata grandiosa’, esordisce lui.
‘Vuoi la verità? E’ successo tutto così in fretta che tranne per le foto non ricordo più nulla’.
Lui ride a quell’osservazione e non fa altro che adularmi.
 
La serata continua in teatro dove Adam ed Edward ci chiamano sul palco uno ad uno, e tra quelli ci sono anche io, anche se avrei preferito essere altrove, tra le poltrone a guardarli.
Loro hanno insistito.
‘Anche il tuo personaggio è parte integrante della storia ora, devi salire’, hanno detto quasi in coro e Colin ad accompagnarli in quell’incoraggiamento.
‘Sei di parte tu, e lo sai!’, gli ho bisbigliato mentre andavamo.
Adam ed Edward chiamano tutti sul palco ed è inutile anche solo immaginare la mia agitazione, credo che oggi stia raggiungendo il suo limite.
Colin è subito prima di me, entra sul palco con il suo solito sorriso che è un colpo al cuore e con le mani in tasca, dopodiché viene annunciato il mio nome.
Riuscirò a muovermi? Faccio un lungo respiro e mi faccio forza.
La gente urla, io voglio scappare.
Entro e sfoggio un gran sorriso e un aria rilassata che non ho per niente mentre gli altri applaudono.
E tra fan, party e premiere la premiere continua.
La serata che tanto mi preoccupava termina, quando torniamo in albergo la prima cosa che faccio è sfilarmi l’abito e lanciare quei tacchi infernali che mi hanno massacrato per tutto il giorno.
Quando cammino scalza per la suite mi sembra di rinascere.
‘Io ancora non capisco come facciate ad indossare quei cosi’, fa lui gettando la tessera magnetica sul tavolino all’entrata e indicando le mie scarpe.
‘E non lo saprai mai, né di questo né di altro che affligge la vita di noi povere donne. Cosa siamo disposte a sopportare anche per voi!’. Prendo il grande maglione che ho lasciato sul divano nel pomeriggio e lo indosso prima di mettere definitivamente il mio pigiama. Ora sono troppo distrutta per muovere anche solo un arto in più perciò mi butto sul divano giusto il tempo di riprendere le forze necessarie a compiere gli ultimi passi necessari al resto della serata.
Ride e si siede accanto a me, con il busto rivolto nella mia direzione a diventare spettatore del mio post serata, catturando ogni piccolo frammento di me, con il braccio appoggiato sullo schienale e una mano che gli sorregge la testa mi guarda quasi come se io fossi il suo spettacolo o la sua partita di baseball.
Mi accovaccio in un angolino del divano, incrociando le braccia al petto e lo fisso stanchissima con le palpebre che vanno giù pesanti.
‘Ora il sol pensiero di alzarmi e struccarmi mi distrugge. Vorrei essere già a letto’, dichiaro flebile. Continua a fissarmi, in modo intenso e preso, oserei dire che potrebbe perforarmi il cuore, e sorride con un mano appoggiata sulla fronte ora,  come se si divertisse e nella mia solita insicurezza che mi contraddistingue, mi mette a disagio. Mi imbarazzo perché penso che sia lì a fissare quel dettaglio fuori posto che io non capto e mi copro il viso con le mani per evitare che continui.
‘Oh, Col! Lo so che a fine serata sembro uno scempio.’, dichiaro stizzita.
‘Scempio? Chi ha parlato di scempio?’, fa lui ironico.
Sbuffo e mi alzo, decisa a camminare dritta in bagno, farmi una doccia e poi ripresentarmi a lui quando sarò decisamente più …  più normale ecco.
In un gesto repentino, della quale mi accorgo appena, lui mi afferra il polso facendomi voltare su me stessa e mi ritrovo incollata nei suoi occhi, mentre lui è lì e continua con lo stesso sguardo intenso di poco prima, sul divano, che è capace di mandarmi al rogo come Esmeralda nei suoi tempi più bui.
‘Dovrei chiamarti Frollo, lo sai?’, annaspo mentre il suo respiro mi è addosso.
Lui mi guarda divertito ora. ‘E perché mai?’.
‘Mi stai mandando al rogo’. Gli dico puntualizzando il suo sguardo. Lui inizia a guardarmi con fare furbo alzando un sopracciglio ancora più divertito da quella visione che gli ho appena dato della situazione e mi sorride, avvicina il suo viso al mio e mi dà un bacio sulle labbra, un altro, ed un altro ancora, e lo so che sta cercando di ridurmi del tutto in cenere, mi lascio andare definitivamente come sua vittima e lo trattengo il più possibile perché non ce la faccio più. Con le mani gli accarezzo dolcemente il collo e finisco sui suoi capelli, ancora perfetti e per nulla fuori posto, mentre lui è lì a godersi l’intera situazione che si è creata.
Mi prende per i fianchi e di peso mi mette in braccio a lui, avvolgo il suo bacino con le gambe e metto le braccia intorno al suo collo. Le ho desiderate per tutto il giorno e non so quante volte mi sono trattenuta, mordendomi il labbro per reprimere quel desiderio malsano lì, di fronte a tutti.
E’ un bacio passionale, che mi toglie il fiato e mi restituisce vigore, lui mi stringe ancora più forte annullando ogni più piccolo spazio che intercede.
I nostri bacini si toccano e i nostri baci diventano quasi famelici e infuocati. Non riesco a staccarmi da lui.
Le sue mani sono sulle mie gambe, le accarezza dolcemente mentre mi bacia dimentico assolutamente chi sono e da dove provengo, le mie origini e tutto il resto, inizio a dipendere unicamente da lui. Mi estranio dal mondo, lo lascio fuori e siamo solo noi su quel letto ormai. Lui non va oltre, non ancora, si limita ad accarezzarmi le gambe, poi va più su sposta di poco il mio maglione e fa lo stesso con i miei fianchi e la schiena, fino alle spalle ed i capelli.
Mentre le nostre labbra sono totalmente attaccate l'una all'altra, incapaci davvero di scollarsi e riprender fiato blocco il bacio, lo guardo e cerco di riprender fiato per riferirgli ciò che sto per dirgli.
‘Non ho intenzione di lasciarti, non ho intenzione di sentire di nuovo la tua mancanza nemmeno per un secondo. Non voglio che il tuo corpo stia lontano dal mio per tanto tempo, insieme ai tuoi sorrisi e ai tuoi occhi, tu sei la mia casa e se non siamo insieme io non sono nessuno.’, gli rivelo con il respiro affannato che ancora cerca di riprendersi del tutto da quei occhi che mi entrano dentro l’anima. ‘Ho deciso che dovunque andrai in quei tre mesi oltre le riprese ti seguirò a ruota, perché non voglio porre più alcuna distanza tra noi, è una vita che siamo rimasti lontani.’.
 ‘E se ti dicessi che anche io voglio stare con te dovunque andrai? Non sopporterei nemmeno un istante senza te, non più. Sono troppo abituato a te ormai e non ho la minima intenzione di vivere senza te al mio fianco, non ce la farei a svegliarmi da solo ogni mattina, senza sentire il tuo corpo accanto al mio, o il tuo respiro durante la notte, senza il tuo corpo da abbracciare e i tuoi capelli che ogni tanto mi ritrovo in viso’. gli tiro un colpo sul petto ma, prima che lo sfiori, afferra la mia mano mi tira verso di se, mi dà un bacio sulle labbra e poi si allontana. ‘Dovunque tu andrai, io andrò anche se dovessi decidere di restare a New York o in Italia.’.
‘Beh, passeremo anche in Irlanda, mica ti voglio rapire e toglierti ai tuoi genitori. E poi li devo ancora conoscere’, gli ricordo.
‘E io devo conoscere i tuoi’. Prendo il suo viso tra le mani e lo bacio prima che possa dire altro, lo bacio perché sono stanca di aspettare, posa una mano sul mio fianco e mi accarezza piano cercando di tornare a ciò che aveva iniziato poco prima e che io ho interrotto.

   
 
Leggi le 2 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su attori > Cast Once Upon a Time / Vai alla pagina dell'autore: Elle Douglas