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Autore: Caroline3    02/01/2015    4 recensioni
Per chi segue la mia storia su Josh "Io non voglio dimenticare", ho preparato una piccola sorpresa di Natale che avevo già accennato. Questa è la stessa storia, però vista dalla prospettiva di Josh. Per chi, invece, non ha mai letto la mia prima storia, si affretti a farlo, cosicché potrà capire meglio questa!
Dal testo: "Mentre le comunico le ordinazioni di tutti non posso fare a meno di notare che ha un viso molto dolce e delicato. I capelli, raccolti in una coda improvvisata, sono lisci e dello stesso colore degli occhi: nocciola. In realtà, ora che ha spostato, per un attimo, lo sguardo verso il sole, hanno qualche sfumatura di verde. Sono molto simili ai miei, con la differenza che i suoi hanno un qualcosa di strano. Ma non riesco ad identificare cosa."
Buona lettura!
P.s. 'Con questo mio scritto, pubblicato senza alcuno scopo di lucro, non intendo dare rappresentazione veritiera del carattere di questa persona, né offenderla in alcun modo'
Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo 2: Che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio.


Sto per alzarmi per andare in bagno, ma Caroline mi precede e cerca frettolosamente di pulirmi.

"Emh..Emh..Scusami..Io..Non so..Non volevo..Emh.." continua a ripetere.

Mi fa tenerezza.

E' lì, piccolina e tutta tremolante, che prova a riparare un danno che non è stato neanche causato da lei.

Io cerco di calmarla, spiegandole che non c'è problema, ma lei non sembra ascoltarmi e continua a strofinarmi i fazzolettini addosso.

Credo le abbia preso un attacco di panico.

Ad un certo punto, il mio pene ha un fremito: mi sta toccando un po' sotto la vita.

Non che mi dispiaccia, eh.

Però, quando se ne accorge, diventa tutta rossa e si alza di scatto.

"Emh..sì..emh..forse è meglio che ti accompagni in bagno..." mi dice, tenendo lo sguardo basso.

E' timidissima.

Mi metto a ridere e la seguo nel bagno.

"Aspetta qui, vado a prendere del sapone."

"No, dài, stai tranquilla" provo a dirle, ma non mi da retta. Di nuovo.

Sarà anche timida, ma è davvero testarda.

Mi arrendo. Se insiste tanto, farò come vuole lei.

Quando torna, mi sfilo la maglietta e gliela passo, aspettando una sua reazione.

Come previsto, non mi guarda in faccia e preferisce rivolgersi verso il lavandino. Sbatte velocemente le ciglia e arrossisce leggermente.

Le succede molto spesso, a quanto pare. Ma mi piace vedere quel rossore propagarsi sul quelle guanciotte. La fa sembrare ancora più tenera e indifesa, perciò non ho resistito.

Mi appoggio al muro e la osservo mentre strofina la maglietta con il sapone, senza molti risultati.

Ora che ci penso, non so neanche se mi conosce, ma quando sto per presentarmi noto che asciuga una lacrima e tira su col naso. Ma che le succede? Piange?

No, piccola.

La mia mano si muove involontariamente, quasi da sola, verso di lei per accarezzarle una guancia. Mi sento in colpa. Pensavo che darle la maglietta l'avrebbe fatta sentire meglio e invece..

"Hey! Non preoccuparti, sono sicuro che la macchia andrà via!" cerco di tranquillizzarla.

Lei annuisce e strofina con più forza, ma le lacrime continuano a scendere, copiose, sulle sue guance.

Okay, no. Non ce la faccio a vedere qualcuno in questo stato solo per un banale incidente. Soprattutto lei che è così indifesa.

Le fermo i polsi e la faccio girare verso di me, ma si ostina a tenere lo sguardo rivolto al lavandino.

No, piccola. Guardami.

Le prendo il mento. Ora i suoi occhi grandi sono di un colore verdognolo. Meravigliosi. Anche così, arrossati dalle lacrime.

Tutto un tratto, capisco. Capisco cosa avevano di strano, prima, mentre ci sorrideva: sono tristi. Spaventosamente tristi e infelici.

Baby, sei troppo giovane e bella per avere quello sguardo. Che ti è successo?

"Su, cerca di calmarti. Va tutto bene. Non c'è alcun bisogno di piangere. Posso andare a cambiarmi.." le accarezzo le braccia su e giù, ma, in tutta risposta, si porta le mani al viso e scappa, rifugiandosi nella stanza del water.

Rimango un attimo interdetto da questa sua reazione. Ora che faccio?

La sento piangere, provo a bussare ma niente. Non risponde.

Decido di andare a prenderle un bicchiere d'acqua e alcuni fazzoletti.

Ci rifletto un po' su.

E' una reazione troppo esagerata per quello che è successo. Possibile che fosse una giornata no e questa l'ennesima cosa andata storta? O c'è di più? Non ne ho idea. Sono perplesso. Ma non me la sento di lasciarla sola.

"Caroline, apri, per favore." le dico, dolcemente ma con decisione.

Prima o poi dovrà uscire.

Sento la chiave girare e la maniglia abbassarsi.

Apre un po' la porta e le porgo il bicchiere dell'acqua. Lei lo prende, stupita e un po' titubante, sussurrando un grazie.

No, non ce la faccio.

Dopo aver bevuto, le prendo il bicchiere dalle mani, appoggiandolo dietro di me, e l'abbraccio. Le faccio appoggiare la testa sulla mia spalla, dandole la possibilità di sfogarsi. Di non trattenersi. Alle volte si ha solo bisogno di questo e nessuno è disposto a offrirtelo.

Baby, butta fuori tutto. Non tenerti niente dentro. E' peggio. Io ne so qualcosa.

Lei lo capisce e continua a piangere.

Mi stringe la vita mentre continua a ripetere come un mantra "Mi dispiace. Scusami. Io non volevo."

Non voleva.

No. Non si sta riferendo alla maglietta. C'è qualcos'altro di molto più profondo.

Ma che ti hanno fatto?

Dio quant'è fragile. Avevo ragione. Vorrei stringerla forte, ma ho paura di romperla. E' così delicata.


Riesce a calmarsi solo dopo un bel po', ma si lascia comunque cullare dal mio abbraccio e io glielo lascio fare. Infondo mi piace.

Quando si stacca, asciuga gli occhi, ormai gonfi, ed esclama "Devo farti rifare il cocktail.." sorridendo debolmente.

Mi metto a ridere e lei con me. Finalmente. E' tornata in sé.

Prima di uscire, però, mi prende le mani e mi guarda negli occhi (e di sua spontanea volontà!).

"Grazie." mi dice. Ed è un ringraziamento sincero, che viene direttamente dal cuore. E colpisce il mio, che salta un battito.

 

Quando torno al mio posto, con in mano la maglietta e ancora a petto nudo (siamo in spiaggia, non si scandalizzerà nessuno), i miei amici mi tartassano di domande sul perché ci ho messo tanto, ammiccando e facendo riferimenti allusivi, ma io ho risposto che Caroline si è sentita male dal troppo caldo. Non mi andava di mostrarla così debole anche agli altri. Da come sorride a tutti, non credo abbia voglia di esporre la sua tristezza al mondo.

Solo a Jen, racconto, sussurrando, la verità. Di lei mi fido ciecamente e so che può capire sia me che Caroline, senza troppe difficoltà.

Per il resto del tempo, non la vedo riuscire dall'interno del bar in cui si è nascosta.

Ci penso di continuo, non partecipando molto alla conversazione.

Non so cos'ha quella ragazza di tanto speciale per attirare la maggior parte della mia attenzione, già forte prima dell'incidente.

Sono famoso per i miei consigli e parole di conforto, ma ora non è solo questo. Non è solo "salvare la damigella in pericolo". Mi sento coinvolto a livello emotivo. Quando mi ha detto quel grazie, il mio corpo ha avuto una reazione inaspettata. Stessa cosa quando Jen mi ha chiesto se ero soddisfatto dopo aver saputo il suo nome: sono arrossito.

Non sembra pianga spesso, però il destino ha voluto che oggi fossi io a consolarla. Deve pur significare qualcosa.

 

Quando stiamo per andare via, rimango un po' indietro e sussurro a Jen: "Torno subito."

Devo rivederla. Non so dove o quando, ma so che se non lo facessi, me ne pentirei.

Incrocio una cameriera che ho visto prima parlare con lei e mi viene un'idea.

"Scusami. Ciao, posso chiederti un'informazione?"

"Sì, certo."

"Quella ragazza.." le dico, indicando verso il bancone.

"Caroline?" chiede lei, alzando un sopracciglio, divertita.

Annuisco. "Sai se domani lavora?"

"Perché vuoi saperlo?" chiede, un po' scettica, con le braccia conserte.

Mi metto a ridere. "Per favore. Non voglio fare niente di male."

Ci pensa su un attimo e poi cede "Lavora solo la sera. La mattina è libera."

Sorrido e contagio anche lei.

"Grazie mille. Comunque, io sono Josh."

"Kaweria." risponde.

 

La osservo mentre toglie delle bottiglie di succo di frutta da una scatola.

E' stupita di vedermi. Spero sia almeno una sorpresa piacevole.

"Devi pagare? Non vi hanno portato il conto?" mi chiede, timidamente.

Mi metto a ridere. La sua ingenuità è quasi disarmante.

"No. Non devo pagare. Ma tu hai un debito con me." le rispondo, lanciandole la maglietta.

"Volevi lavarmi la maglietta, no?"

"Ah. Sì, certo!" dice, decisa.

"Bene. Allora puoi lavarmela." faccio una pausa e poi aggiungo "A patto che tu, stasera, vieni al 'Ritual' a restituirmela."

Sorrido soddisfatto. Questa sera avevamo in programma di andare in questo locale, il cui proprietario è amico di Hilary. Così, ho tutta la notte per stare con lei.

"Al Ritual si entra solo con invito" prova a deviare.

"Tu non ti preoccupare dell'invito. Allora, accetti?" insisto.

"Anche volendo, non posso. Lavoro dalle 23:00 alle 02:00"

Oh, baby. Se pensi che questo possa farmi cambiare idea, ti sbagli. So essere testardo anche io, quando voglio. E, di sicuro, voglio rivederti questa sera.

"Bene. Vorrà dire che ti aspetto lì verso le 03:00, così hai tutto il tempo per cambiarti."

Apre la bocca per dire qualcosa ma io tronco la sua intenzione sul nascere "Lo so che domani mattina non lavori"

Ride e, visibilmente scioccata, mi chiede "E tu come lo sai?"

"Ho chiesto in giro. A stasera!" le faccio l'occhiolino e vado via.

Sono contento che abbia accettato. Non che le abbia dato modo di rifiutare, eh.

Voglio vedere se, lasciata passare qualche ora, mi farà lo stesso effetto di prima.

In caso negativo la lascerò andare.

Altrimenti..Beh.

Non so in che modo, ma devo averla. 
 

Buonasera, gente! Aaaah, come adoro scrivere i pensieri di Josh e il suo punto di vista! 
Sono contentissima che vi sia piaciuto il primo capitolo, perciò ecco a voi un altro appena sfornato!
Ah, cmq, buon 2015 ragazze/i !! :)
Vi ringrazio uno per uno.
Un abbraccione! 
_C 

   
 
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