Storie originali > Soprannaturale
Segui la storia  |       
Autore: AkyaWolf    03/01/2015    0 recensioni
"Avevo una vita. Avevo tutto quello che uno come me possa desiderare... ora non ho nulla, solo questa storia"
Le leggende metropolitane esistono!
Bakeneko, Slenderman, Wendigo, Yuki-onna, sono tutte creature della notte, sanguinarie. Pericolose.
O almeno, questo è ciò che pensano gli umani, che piano piano stanno sterminamdo queste affascinanti creature.
Ma una di loro si ribellerà...
Genere: Avventura, Guerra, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<  
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

CAPITOLO UNO: Don't Cry

Ero in forma umana, seduto sul lettino scomodo della mia scomoda stanzina in una posizione scomoda. Mi tenevo la testa tra le mani, respirando profondamente per riprendermi dalla scossa elettrica appena ricevuta : avevo tentato di togliermi il mio amato collare, dato che Kira ci aveva messo un GPS, e questo mi aveva dato una scossa che, sebbene non fosse abbastanza per fare dei danni permanenti, mi tramortì.
Così, dopo essermi svegliato sullo scomodo pavimento composto da fredde (e scomode) piastrelle nere di quella maledettissimamente scomoda stanzetta, mi ero rannicchiato in quell'angolo e avevo aspettato la morte che, lo sapevo per istinto, non sarebbe arrivata. Erano ore, forse giorni, forse anche MESI che aspettavo che qualcuno venisse a salvarmi, lì in quell'angolo. Tirai su col naso. In quel posticino non passava il tempo, non passava la sete, non passava la fame, non passava nessuno. Avrei anche potuto mettermi a piangere, ma avevo paura di perdere anche la mia dignità di fronte alla mia aguzzina.
Io, come già ho detto, non volevo morire. 

Però, non volevo vivere così.

"Perchè?" Mi chiedevo, ringhiando, mordicchiandomi da solo un'area del mio braccio per la frustrazione, coperto da tagli  rossi e slabbrati. Alcuni sanguinavano pure.
Io non avevo fatto nulla di male.
Io non avevo ferito nessuno.
Io non avevo rubato nulla.
Avevo solo una vita comoda e agiata... era un crimine punibile con la prigionia, con l'agonia che stavo provando?
Cosa avevo fatto per meritare tutto ciò?
Davvero non volevo morire?
E se fosse stato solo un sogno?
E quale delle due vite era un sogno? Quella di prima o quella di dopo?
Sognavo e mi ero svegliato?
Opuure ero sveglio e ora stavo sognando?

Mentre i pensieri affollavano la mia mente mentre le ore, oppure i giorni, passavano, sentivo mormoriì preoccupati da fuori la porticina di metallo che non si apriva dall'interno.
<< Non mangia... che facciamo?  >>
<< Myuuzu... non lo so... sto sbagliando a tenerlo qui dentro, forse?  >>
Sentiì un ringhio leggero, stizzoso, probabilmente proveniente dalla Kitsune. Sapevo che era indirizzato a me. Quella ragazza era estremamente possessiva nei confronti di Kira, e provava nei suoi confronti un interesse morboso.
Anche io provavo, nei confronti della mia rapitrice, un sentimento molto strano. Non riuscivo ad odiarla. Non riuscivo a detestarla, a ringhiarle contro, non più. Ogni tanto, entrava, mi salutava, prendeva uno sgabello, si sedeva e cominciava a raccontare.
Raccontava le storie dei suoi compagni, delle persone che aveva incontrato per la sua strada, di coloro che non era riuscita a salvare. Guardava i miei occhi ormai vitrei, persi, disperati e i suoi si velavano di tristezza infinita. Poi, lentamente, mi augurava la buonanotte, si alzava, si faceva aprire la porta e, seguita dal mio sguardo perso, si dileguava.
Io non rispondevo. Non ricordavo più nemmeno se ero in grado di farlo, o se lo ero stato anche prima, davanti a quegli occhi luminescenti.

Grazie a lei, ho conosciuto meglio tutti gli altri: per esempio Myuuzu e Ashita.
Nate entrambe nel periodo sengoku, nel giappone del nord, Ashita (il cui nome significa "Domani"), che non si chiamava ancora Ashita, venne uccisa dagli umani, lasciando sola Myuuzu (ovvero "musa") a portare a tutti la parola di Inari.
La dea, vedendo la devozione della giovane Kitsune a due code, decise di riportare la sorella in vita, sotto la forma di una piccola Kitsune a una coda che fu chiamata Ashita.
La piccola e la grande, passati un pò di anni, decisero di espandere il culto della loro dea madre per il mondo, ed arrivarono fino all'america. Lì incontrarono Kira, e per Myuuzu fu amore a prima vista. Mi fu raccontato che Myuuzu chiese più volte alla bakeneko di sposarla, ma Kira era sempre corsa ai ripari... letteralmente.
Poi, nella speranza di trovare nuovi combattenti per la sua causa, la bakeneko si trasferì in italia. Lì incontrò vari nuovi compagni, ma la sua "beta" fu sempre stata Myuuzu.

Un giorno, oppure un ora, oppure un mese, una ragazza magrissima, quasi anoressica, dai lunghi capelli bianco-argentei e grandi occhi rosso-rosati, terrorizzati e fissi su un punto dietro alle mie spalle.
Mi aveva portato il pranzo, dato che avevo rincominciato a mangiare, e indossava un kimono rosso e marrone, anche se non mi sembrava fosse asiatica. Pareva di più inglese.
Le feci un gentile cenno del capo, per invitarla a sedersi e ad appoggiare il vassoio con il cibo sul mio letto.

<< m-mi chiamo Arynn.  >> disse, con una vocetta acuta, terrorizzata. Mi ricordava lo squittio di un topo. Aveva un'accento marcato, che confermava la mia supposizione sulle sue origini. Io sorrisi tristemente, debole e affamato, ma conciliante.
<< P-Puoi parlare?  >>
Non sapevo se le mie corde vocali erano in grado di vibrare, dopo tanto tempo di inutilizzo. Emisi un flebile miagolio di prova, poi mi schiariì la voce e raucamente risposi

<< Sì >>
<< Lo v-vedi?  >> chiese lei, puntando un dito verso la mia spalla. Indicava un punto vuoto dietro di me. Non mi spaventai, e stancamente risposi
<< No >>

<< Anche tu sei cieco, allora.  >>
Prima che ribattessi, lei parlò di nuovo, gli occhi sgranati verso quel punto.

<< lo vedi?  >>
<< No. Di nuovo.  >>
<< io sì.  >>
<< sei pazza?  >>
<< No.  >>
<< una medium?  >>
<< è un gatto. Ti vuole parlare. Spirito. F-fa paura, ma non è cattivo.  >>

Guardò il vuoto un attimo, poi continuò.

<< ha la testa schiacciata. Non è cattivo. Tu mangi grazie a lui, ti da forza... ti... protegge.  Hai perso un genitore?  >>
<< Si. Entrambi.  >>
<< È tuo padre.  >>

Detto così, fece per andarsene, ma io la fermai.

<< da quanto tempo sono chiuso qui?  >>
<< T-Tre mesi. Ma tra poco K-Kira ti assegnerà una stanza migliore... e potrai andare in giro ovunque tu voglia... tanto hai il GPS... le dispiace tanto, mi ha detto. Ho voluto venire... per vederti... me l'ha chiesto tua madre.  >>

E poi, uscì. 




****** note dell'autrice*********

GRAZIE per aver letto questa storia AwA
Lasciate una recensione se volete dirmi che devo seppellirmi nella lava solidificata o, cosa improbabile, che vi è piaciuto! 
Apprezzo anche le critiche!
   
 
Leggi le 0 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<  
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Soprannaturale / Vai alla pagina dell'autore: AkyaWolf