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Autore: EnryS    05/01/2015    3 recensioni
Wanda si fidava di lui, lui che continuava a promettere e promettere. L’unica ragione per cui Pietro riusciva a trovare la forza di andare avanti, in quel loro terrificante e infinto vagabondare, era che sua sorella ci credeva davvero che lui sarebbe riuscito a mantenerle, tutte quelle promesse.
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Lui può superare la velocità del suono, lei è in grado di alterare la realtà.
Ma prima degli Avengers, prima della Confraternita di Magneto, prima di diventare Quicksilver e Scarlet Witch, Pietro e Wanda Maximoff erano solo due ragazzini rimasti orfani troppo presto, costretti a vivere alla giornata, attraversando i Balcani nella speranza di raggiungere un luogo da poter, finalmente, chiamare casa.
Genere: Angst, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Confraternita, Erick Lensherr/Magneto, Pietro Maximoff/Quicksilver, Wanda Maximoff/Scarlet Witch
Note: Missing Moments, Otherverse | Avvertimenti: Incest, Non-con, Violenza
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Between the conception
    And the creation
    Between the emotion
    And the response
    Falls the Shadow.
                                 

 Life is very long.
   

Una serie di automobili nere inchiodò davanti a loro. Pietro ne contò tredici. Uomini armati scesero di corsa, gridandosi addosso a vicenda.
«Fate fuoco!»
«No! Li voglio vivi!»
«Non me ne frega un cazzo. Il ragazzo è pericoloso. Ha ucciso uno dei miei solo toccandolo. Sparate!»
Fissando quegli uomini negli occhi con tutto l’irrazionale coraggio della sua giovinezza, Pietro usò il suo corpo per schermare sua sorella: non l’avrebbe protetta dai proiettili, ma per toccarla sarebbero dovuti prima passare attraverso di lui.
Ma gli uomini non spararono. Inspiegabilmente, invece, avanzarono di un passo, come trascinati da qualcosa. Qualcuno cadde per terra.
Le pistole. Pietro sbatté le palpebre un paio di volte, sconvolto.
Erano le pistole a tirarli.
Scappate di mano ai soldati, come animate di vita propria, le armi adesso stavano ruotando su se stesse, andando a mirare proprio coloro che fino a un attimo prima le avevano impugnate.
Guardò sua sorella ma non ebbe bisogno di chiederle se fosse stata lei. La sua espressione attonita rispondeva già alla domanda.
«Homo Sapiens, tu e le tue armi.»
Un’ombra passò sopra le loro teste.
Wanda si strinse a lui ancora più forte. Pietro fece altrettanto.
Quell’uomo stava… stava volando? Non come aveva immaginato dovesse volare una persona se quel genere di cose fosse stata possibile. L’uomo era sospeso, come trasportato da una gigantesca mano invisibile.
«Se siete davvero così ansiosi di sporcare la terra di sangue» disse, «posso accontentarvi facilmente. Ma non sarà sangue della mia gente.»
L’uomo indossava una specie di armatura viola e nera, e il suo russo era quasi perfetto, solo lievemente arrugginito dal disuso, come se non lo parlasse da anni e anni. «Pietro…» Wanda gli si era avvinghiata al torace, poggiandogli il mento sulla spalla. Pietro sentiva il suo respiro accanto all’orecchio e avvertiva il suo terrore, e quando capì cosa stava per succedere fece appena in tempo a tirarla davanti e tenerle la testa contro il petto per impedirle di vedere.
Il rimbombo di tutte quelle armi che facevano fuoco nello stesso istante fu così brutale da fargli credere che gli sarebbe rimasto in mente per sempre.
Nel silenzio irreale che seguì, Pietro riaprì gli occhi e vide altre persone arrivare.
Un uomo indossava una specie di casco da motociclista e un altro era l’uomo più grasso che avesse mai visto. Più lontano ne scorse un terzo, era piccolo e magro e la sua carnagione era di un colore stranissimo, tendente al verde.
«Adesso voi due non avete più nulla di cui preoccuparvi. Siete sotto la mia protezione.»
«Etuchicazzosei?» gridò Pietro, scattando in piedi sorretto soltanto dall’adrenalina.
«Il mio nome è Erik Lensherr, ragazzo. Sono qui per salvarvi.»
Salvarvi.
Guardando in quegli occhi di ghiaccio sentì un brivido gelido salirgli lungo la spina dorsale. Il sangue stava lasciando velocemente il suo corpo, ma non era l’unica ragione per cui Pietro tremava.
Non sarebbero andati da nessuna parte con quell’uomo. Era pazzo. Pazzo e pericoloso.
«Attento!» gridò sua sorella, ma il colpo era già partito.
Non è reale, pensò il ragazzo, sconvolto. Non è possibile.
Il proiettile era fermo a mezz’aria a pochi centimetri dal torace del loro salvatore.
Dall’altezza innaturale in cui si trovava, Erik si voltò a guardare il poliziotto che aveva voluto provare a fare l’eroe. Poi chiuse i pugni e le automobili si accartocciarono su loro stesse come lattine vuote schiacciate da una scarpa.
Mai, neanche quando aveva creduto di morire, Pietro aveva avuto così tanta paura. Wanda lo stringeva quasi a voler entrare nella sua pelle e nascondersi lì e lui sapeva perché: anche lei stava guardando quella catena che, come viva, come un serpente, strisciava nell’erba in direzione dell’uomo che aveva sparato.
Erik disse qualcosa in un’altra lingua, forse era inglese. Sembrava la stessa frase ripetuta più volte, come una cantilena o una preghiera.
La catena si avvolse intorno al collo del poliziotto, stringendosi sempre più. L’uomo provava a tirarla via, spaccandosi le dita a sangue, ma la catena restava tesa. Pietro avrebbe voluto distogliere lo sguardo, invece continuò a guardare quegli occhi che diventavano bianchi e lentamente ebbe l’impressione che i suoni fossero scomparsi.
Wanda, pensò, voltandosi a guardarla, ma lei non c’era più.
 
Lo schiaffo era arrivato così violento e inaspettato da averlo fatto cadere per terra.
«È per colpa di quelli come te che la nostra gente si porta addosso questa cattiva fama!» gli aveva urlato suo padre.
Pietro lo aveva guardato scoprendo i denti come un cane rabbioso.
Ma io ti ho visto, aveva pensato. Ti ho visto prendere quei gioielli.
Non aveva detto niente soltanto perché non aveva voluto, non davanti alla mamma.
Davanti a Wanda.
 
Adesso stavano bruciando, ed era tutta colpa di suo padre.
 
«Pietro!»
 
Con un brivido riaprì gli occhi e rivide la strada, gli alberi, le arance per terra, gli uomini morti, la catena.
Wanda.
Devi scappare, credette di dirle. Ma forse lo aveva solo pensato.
 
Wanda gli stava stritolando la mano. Era estate, faceva caldo. L’erba era umida sotto i loro piedi.
Avevano otto anni.

Pietro aveva voluto portarla a nuotare nel lago di notte. Lei aveva paura di essere scoperta ma non aveva potuto dirgli di no.
Si fidava di lui.
Quella notte, con sua sorella che lo seguiva nel buio aggrappata alla sua mano, Pietro si era sentito grande per la prima volta.
 
   
 
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