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Autore: Elenwen    05/01/2015    2 recensioni
Durante la prima era, Morgoth, signore del male e delle tenebre, colpì duramente la Terra di Mezzo scatenando una grande e violenta guerra.
Elfi di Noldor insieme al portavoce degli uomini, Eärendil, guidato dalla luce del suo Silmaril, partirono alla volta di Valinor in rappresentanza delle rispettive razze degli Elfi e degli Uomini, chiedendo per esse perdono per aver disobbedito ai loro consigli durante la creazione del mondo Arda, ed aiuto per sconfiggere il potere di Morgoth.
Le parole di aiuto di Eärendil raggiunsero le coste di Aman, dove Eönwë, signore delle armi, fu il primo ad accoglierle e successivamente giunsero anche al re Manwë, signore del popolo dei Valar che decise di rispondere all'appello mettendo proprio il coraggioso Eönwë a capo di un grande esercito per combattere la Guerra d'Ira.
Genere: Avventura | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Bard, Elrond, Gandalf, Glorfindel, Nuovo personaggio
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: Spoiler!
Capitoli:
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Elrien non poteva credere al dolore e alla verità che il padre le aveva appena raccontato. Il suo pianto fu così straziante che persino il suo amato Lindir la poteva sentire dall'altra parte della valle di Imladris.
Il consigliere del re amava alla follia la giovane guerriera e per questo rifiutò più volte le parole di re Elrond e Glorfindel che cercavano di dissuaderlo dal celebrare le nozze.
“Perché non ho lasciato che fosse il mio cuore a guidarmi?” Sussurrò Lindir in lacrime in piedi accanto alle cascate.
L'alba era quasi giunta, il blu della notte lentamente colorava il cielo di rosa e fu in quel preciso istante che l'elfo osservò i primi raggi del sole sorgere. Restò ad ammirare l'alba permettendo ai raggi del sole di accarezzare e scaldare il suo viso tracciato dalle lacrime. Lindir tirò un grande respiro sussurrando ancora “perché ho rovinato tutto quanto per una menzogna?” disse voltandosi sentendo i passi di Gandalf dietro di sé. “Mithrandir!” disse preso dallo spavento che lo stregone potesse lanciargli un incantesimo. “Silenzio! Non sono qui per stregarti elfo senza cuore.” disse lo stregone avanzando verso di lui aggiungendo: “perché hai lasciato che le false parole del re avessero la meglio sui tuoi sentimenti per lei?” domandò lasciando senza fiato Lindir. “Se solo potessi tornare indietro... Ma non potevo nemmeno lasciare che questo mondo andasse in frantumi per colpa mia, Mithrandir, non avrei mai e poi mai voluto dirle quelle parole. Io amo Elrien, ma non potevo lasciare che la prescelta scegliesse uno come me e rinunciasse al suo destino.”
“Tonto di un elfo! Come ha potuto lei innamorarsi di una persona così stupida e insensibile?! È tutta la notte che ascolti il suo pianto e questo sarà l'ultima cosa che udirai di lei... Avevo fiducia in te, ma a quanto pare sei come il re. Non sei affatto innamorato di lei.” Rispose Gandalf incamminandosi verso le stanze di Elrien lasciando da solo il consigliere del re.

Nella stanza di Elrien I raggi del sole filtravano tra le tende color celeste. La luce dell'alba lentamente scaldava le coperte della giovane guerriera, ma nemmeno il nuovo giorno sembrava poter fermare il suo pianto. Un vento leggero soffiava su Imladris ed un suono leggero e delicato accarezzava i capelli color castano ramato della giovane ragazza. Nascosta sotto le coperte in lacrime udì dai corridoi del palazzo lo stregone avanzare verso le sue stanze. I passi furono accompagnati dal bastone magico che Mithrandir utilizzava per camminare.
I passi diventarono sempre più forti quando una voce calda come abbraccio fece alzare dal letto la piccola Elrien. “ Elrien, sono Gandalf, posso entrare?” Chiese lo stregone davanti alla porta della guerriera. “ Mithrandir... Non credo vorreste vedermi in queste condizioni...” rispose lei osservando la porta.
“Sono qui per alleviarti questo dolore, ho il diritto di vedere il tuo viso in lacrime” rispose.
Anche se poco convinta, Elrien non voleva più stare in quella stanza da sola a pensare, voleva delle risposte: “Gandalf perché tutto questo? Chi sono io in realtà? ” domandò in lacrime tra le braccia del mago. “Mia cara Elrien...” disse sussurrando lo stregone stringendola a sé.
“Lindir non avrebbe mai potuto celebrare le nozze, non era lo stesso amore che provavi tu per lui. Elrien cara sei stata trovata nei boschi, io ti ho trovata nei boschi di Brea....” Rispose interrotto dalla giovane ancora tra le sue braccia.
“Non avrei mai e poi mai immaginato che Lindir potesse dirmi certe parole. Gandalf tu sai chi é veramente mio padre?” chiese lei guardandolo negli occhi.
“Dovremmo parlare di questo argomento col re.”
“Io non intendo tornare da lui! Mi ha solo usata e fatta diventare qualcuno che non sono!” replicò lei arrabbiata avvicinandosi al suo letto.
“Elrien! È sempre tuo padre. Lui ti ha cresciuta in questo paradiso ed è questo il modo di ringraziarlo?” Ribatté lo stregone aggiungendo “ il dolore che domina dentro di te per la perdita di un amore si sta dissolvendo, ora la rabbia ti renderà cieca se non ascolterai le parole del re. Tuo padre ti attende nella sala principale e avrai le tue rispose, vedrai.”
La giovane elfa rimase senza parole vedendo Mithrandir uscire dalla stanza. Elrien avrebbe voluto sapere molto di più del suo passato, ma il pensiero che i suoi veri genitori l'avessero abbandonata la tormentava. Si asciugò le lacrime alzando gli occhi verso il soffitto e poi si guardò allo specchio. Non poteva fare nulla per quegli occhi gonfi di lacrime ma almeno si sarebbe potuta cambiare quel vestito stropicciato. Furtivamente indossò la sua tunica da soldato ed uscì dalle sue stanze.
I corridoi del palazzo di Imladris erano decorati da maestosi fiori arancioni e bianchi intrecciati dalle colonne che sostenevano il palazzo. Mentre la giovane camminava I suoi occhi rimasero fissi nel vuoto, I suoi stivali di cuoio regalategli da suo padre Elrond eran sottili e robusti di fronte agli attacchi degli orchi ma il loro passo era felpato e silenzioso. Verso la fine del corridoio si scontrò contro I suoi fratelli: “Cosa stavate per fare?” Chiese Elrien innervosita. “Nulla, ti stavamo cercando” rispose Elroin guardandola negli occhi, “Vedo che sei tornata ad indossare i tuoi vecchi stivali che padre ti aveva regalato per i tuoi quattromila anni” aggiunse Elladan ridacchiando. “ Smettetela tutti e due!” Esclamò facendosi largo. “Non puoi presentarti di nuovo in lacrime” disse Elroin fermando la giovane guerriera, “E' tutta la notte che non abbiamo fatto altro che udire il tuo pianto, io e mio fratello siamo andati persino a caccia pur di non ascoltare il tuo disperato pianto” aggiunse Elroin. La giovane guerriera si voltò lentamente permettendo alle lacrime di tracciare ancora il suo viso “Hai detto una cosa giusta... lui almeno è veramente tuo fratello.” Rispose andandosene dai due elfi asciugandosi le lacrime.

Giunta alle porte della sala del re, Elrien in preda dal panico fece un passo indietro e si asciugò di nuovo le lacrime quando udì dietro di sé la voce di Glorfindel.
“Credi di potercela fare?” disse il capitano della guardia osservandola.
La fanciulla annuì in silenzio e restò a fissarlo, “Sei proprio uno scricciolo! Eppure ti ho addestrata come i tuoi fratelli, solo che quei due preferiscono fare di testa loro” disse consolandola appoggiando la mano destra sulla sua spalla.
“Che dici: sei pronta? Entriamo? Sicuramente non ci sono dei troll lì dentro.” Aggiunse facendo ridere la guerriera accompagnandola alla sala del re.
Maestro e allieva avanzarono verso sire Elrond ed insieme si inchinarono davanti a lui. Re Elrond meravigliato dal viso sorridente della fanciulla chiese a Glorfindel come avesse fatto ma la fanciulla lo interruppe bruscamente: “Non è importante questo... Ho bisogno di sapere la verità”
“Dunque hai cambiato idea sul conoscere il tuo passato... Questo è un bene”
“Se non sono vostra figlia allora voi sapete cosa mi è successo, voi avrete visto ogni cosa.” Sussurrò lei davanti al re.
“Le mie visioni sono state molto chiare sul tuo arrivo, Glorfindel era presente” replicò il re.
La giovane guerriera si voltò verso il capitano della guardia “ Eri a conoscenza di questa storia?” gli domandò stupita.
“Alla mia morte, dopo aver sconfitto il Balrog, I valar mi riportarono in vita dandomi una missine: il mio compito era quello di addestrarti e di insegnarti tutto ciò che sapevo sulla guerra... e così ho fatto.”rispose Glorfindel sincero.
“Perché mi avete tenuto nascosto il mio destino?” domandó Elrien.
“La tua mente sarebbe stata presa dalla follia raccontandoti sin da piccola che eri veramente tu la prescelta” rispose il padre avvicinandosi a lei.
“Tutto ciò non ha senso, perché io devo essere proprio io a sconfiggere il male quando arriverà?” Replicò lei impaurita.
“Elrien, conosci la storia, I valar ti hanno scelta perché c'è più forza in te che in tutti I Noldor rifugiati in questa valle! Nemmeno puoi immaginare quanto potere hai figlia mia...” rispose il padre afferrandole le mani. La giovane elfa strinse la mani del padre cadendo in un profondo abbraccio, “Se sei pronta tra non molto arriverà lady Galadriel e ci sarà un consiglio” disse re Elrond sussurrando alla figlia ancora tra le sue braccia.
“Sono pronta padre.” Rispose lei alzando la testaper guardarlo negli occhi.
Sire Elrond sorrise, qualcosa stava per avverarsi dopo tante visioni, persino Glorfindel accennò un piccolo sorriso.
Egli era un grande e valoroso guerriero, cresciuto anche lui come un soldato sotto il grande regno di Gondolin. Sin da ragazzino le battaglie e le imboscate di orchi e mannari resero il giovane Glorfindel un vero combattente. Nei suoi occhi non vi era paura di fronte a un combattimento, e l'odio per quelle orribili creature divenne estremo quando decise di affrontare da solo un Balrog ai confini del regno. La vittoria era vicina e il coraggioso Glorfindel uccise la bestia scacciandola negli abissi, ma accadde qualcosa che il giovane condottiero non aveva previsto: la forza del Balrog fu immensa tanto da far tremare la terra e portare con sé negli abissi l'elfo toccando la morte. I Valar disperati da tanta morte e vite coraggiose spezzate, fecero un patto: chiesero al creatore Eru Ilúvatar di riportare in vita il guerriero Glorfindel e di aiutarli a vincere la battaglia contro il male, ed egli sotto una notte stellata creò la prescelta. Una donna forte e coraggiosa da riuscire a comandare mille eserciti. La prescelta nacque come una stella nella città di Dale e fu proprio in quel giorno che l'elfo fu riportato alla luce dai Valar per aiutare a crescere e addestrare l'unica speranza della Terra di Mezzo. Scappò da Gondolin e cercò rifugio nella valle di Gran Burrone avvertendo re Elrond riguardo le sue visioni e prendersi l'incarico di addestrare la prescelta.

Nel frattempo re Elrond condusse la giovane Elrien al consiglio. Ella silenziosa guardava I suoi consiglieri seduti a un grande tavolo in pietra posto al centro. Tra I più grandi e saggi consiglieri vi erano Erestor, Glorfindel e dama Galadriel.
La fanciulla ancora spaventata rimase immobile davanti a loro pensando a quale orribile destino l'aspettava. Il padre la prese per mano accompagnandola al centro del consiglio e disse ironizzando: “Perdonate la paura di mia figlia” mentre Gandalf sta arrivando.
“Non c'è nulla di cui aver paura mia cara Elrien” disse Galadriel sorridendo
“Mithrandir,accomodatevi. Possiamo cominciare il consiglio” aggiunse la saggia elfa.
“Vi ringrazio per essere venuti a questo consiglio, siete stati convocati qui per lei, come ben sapete la nostra Elrien può intraprendere questa nuova impresa, non è stato facile il suo passato, ma se le mie visioni sono esatte ci sarà speranza nella Terra di Mezzo” disse Elrond iniziando il consiglio. “Noi tutti conosciamo la profezia, ma lei vuole anche qualcos'altro, vuole sapere dei suoi genitori... Lo leggo nella sua mente” rispose Galadriel cercando le risposte alla nipote.
La giovane guerriera si sedette accanto a Mithrandir per sentirsi più al sicuro.
“Voi sapete chi erano I miei genitori?” Domandò.
“Abbiamo cercato ovunque, ma nessun elfo delle terre dell'Eriador poteva portare un Silmaril così potente da illuminare il cammino di notte” rispose Erestor.
“I tuoi genitori provengono dalle Terre Selvagge, da Bosco Atro... Lì troverai la tua famiglia.” aggiunse re Elrond.
“Aspettate, troverai?” Rispose sbalordita.
“Non é questo ciò che vuoi?” Chiese Gandalf voltandosi verso di lei.
“Prima mi parlate di catastrofi ed ora di trovare I miei veri genitori, credo di impazzire!” Esclamò elrien aggiungendo “ e se non volessi conoscerli?”
“Elrien sappiamo cosa senti nel tuo cuore, ti accompagnerò io stesso se devo! Il re ha fatto molti sbagli ma ora sei pronta a combattere e stare con la tua gente ” rispose Gandalf convincendola.
“Devi trovare te stessa figlia mia, la gemma bianca che porti al collo ti condurrà da tuo padre, è li dove provieni.” rispose il padre.
La giovane Elrien ancora insicura sentiva di poter riuscire ad intraprendere quella strada, gli insegnamenti di Glorfindel sono stati più che eccellenti in tutti quegli anni. Così si alzò in piedi guardando negli occhi lady Galadriel e disse: “Posso farcela”.
“Allora così è deciso, il consiglio è chiuso” concluse Glorfindel aggiungendo: “La aiuterò ad attraversare le Montagne Nebbiose e da lì prenderà la sua strada.”
“Molto bene, ti ringrazio amico mio.” rispose il re.
“Elrien, prepara le tue armi, partiremo oggi stesso” disse Glorfiendel alla fanciulla andandosene dal consiglio.
La giovane guerriera pensierosa guardò il meraviglioso panorama di Imladris, I suoi occhi riuscivano ad osservare da molto lontano quelle orribili creature che brulicavano le Terre Selvagge, Mi mancherà questo posto” disse sussurrando voltandosi verso I suoi famigliari più cari.
“Tornerò presto” disse correndo tra le braccia del re.
“Figlia mia, per tutti questi anni non mi hai mai deluso. Sono stato troppo severo durante la tua crescita, perdonami. Ora va, Glorfindel ti aspetta” le disse il re lasciandola andare con un bacio.
La giovane Elrien corse immediatamente nella sala delle armi a recuperare il suo arco e una serie di pugnali ma per la fretta dimenticò nelle sue stanze la spada di Mithrandir. “Non posso andarmene senza quella spada!” si disse correndo il più veloce che poteva nella sua camera. Recuperatala, corse per tutto il corridoio senza emettere alcun rumore grazie ai sui stivali e per sbaglio si scontrò con il consigliere del re, Lindir.
“Guarda dove metti I piedi! Ah... scusa Lindir.” Disse incamminandosi poco dopo.
“Allora te ne vai?” Domandò lui fermandola.
“Si, non ho intenzione di restare qui e farmi consumare dal dolore...”
“Elrien, non avrei mai voluto dirti quelle parole...”
“Non voglio sentire una parola, non mi hai mai amata davvero, mio padre sarà stato spietato, ma tu hai fatto il suo gioco prendendomi in giro, addio Lindir.” ribatté andandosene e lasciando l'elfo senza parole.
La giovane guerriera non provava più nulla per il consigliere e l'unica persona che amava davvero aveva giocato sporco. Giunse alle scuderie per raggiungere il suo bianco cavallo.
Ciao Calen, ci aspetta un lungo viaggio!” disse al suo cavallo accarezzandole il muso.
In sella al suo destriero attese Glorfindel alla piazza principale.
Il silenzio oramai regnava in quella valle e si sentivano solo il dolce vento e il suono della cascata. “Credi di poter andartene senza salutare I tuoi fratelli?” Dissero Elladan insieme al gemello Elroin. “Verremo con te giovane guerriera, Glorfindel non é poi così divertente dopo tante ore di viaggio... Preferisce fumare l'erba pipa degli uomini” aggiunse Elroin portando con sé i cavalli.
Elrien sorrise alla presenza dei due fratelli: “Sapevo che sareste venuti! Ecco Glorfindel.”
“Che ci fate voi due? Non dovreste essere qui!” Esclamò il capitano della guardia.
“Vi prego non abbiamo cavalcato insieme a voi nelle Terre Selvagge...” supplicò elladan. “Ah no? Vostra nonna in quale terra si trova? Sarebbe stato più credibile se aveste: Glorfindel, non sappiamo cosa fare, possiamo uscire dal regno a fracassare orchi insieme a te?” Replicò la guardia.
“Beh si, l'idea era quella...” Rispose Elroin.
“Va bene! Potete venire con noi, accompagneremo vostra sorella al confine delle montagne nebbiose e poi faremo ritorno a Imladris”
disse Glorfindel.

 

 

 

   
 
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