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Autore: InoHaruna    05/01/2015    2 recensioni
Le cose tra Darren e Celia non vanno più tanto bene, e una notte mentre Celia piange in solitudine Darren si presenta a casa sua. Ma non per perdonarla, per ucciderla...
***
Buona lettura e buon anno :)
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Celia/Haruna, Darren/Yuuki, Harley/Jousuke, Jude/Yuuto
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 3.



Darren non rispondeva al cellulare, e Jude lo trovava strano. Pensò che forse era coinvolto in qualche modo nella morte di sua sorella, o peggio, fosse morto anche lui, vittima anche lui di uno psicopatico. Oppure semplicemente aveva lasciato il cellulare nel borsone e si stava allenando, come faceva tutte le mattine. Ipotizzò che forse era la vendetta di qualcuno che c'è l'aveva con lui e che per fargliela pagare ha tolto la vita alla persona più importante della su vita. 

Prese un profondo respiro e posò il cellulare sporco anch'esso di sangue nella tasca dei pantaloni. Alzò lo sguardo mantenuto fin'ora basso e per un secondo gli era parso di vedere i bellissimi occhi blu cobalto di Celia dinanzi a lui. Sbatté immediatamente gli occhi più volte, confuso e stordito. Stava delirando. 

Si sentii una mano posare sulla spalla, si girò e Mark con gli occhi lucidi gli disse - Hai bisogno di riposo - Dietro di lui Nelly abbracciava Camelia che piangeva disperata, Silvia era seduta a terra e singhiozzava mentre Nathan inutilmente cercava di tranquillizzarla. Axel era seduto sul cofano della sua auto e teneva la testa bassa, probabilmente stava piangendo anche lui ma il suo orgoglio gli vietava di farlo vedere agli altri. Austin cercava di mettersi in contatto con gli altri ragazzi mentre David e Caleb chiedevano spiegazioni alla polizia, capendo che Jude voleva essere lasciato in pace nel suo dolore. 

- Sì, ora vado a casa, mi do una ripulita e mi metto a lavoro per scoprire chi è stato... - Rispose Jude con la voce bassa e roca - Jude, amico, lascia le indagini alla polizia, tu al momento non sei lucido e credimi, è meglio se ti metti a letto! - Cercò di convincerlo Mark, ma Jude gli rivolse un'occhiata incredula e sempre mantenendo il tono basso gli disse - Mi dici come faccio a dormire?! Mia sorella è morta, qualche figlio di puttana l'ha ammazzata, le hanno sparato in front- Mark non gli fece finire la frase che lo strinse in un abbraccio, Jude ricambiò e delle lacrime gli rigarono il viso e il fiato si fece corto - Vai a casa Jude - 


Una volta giunto a casa sua, Jude si recò in bagno ed iniziò a spogliarsi, buttò a terra gli abiti sporchi di sangue e si sciolse la coda. Entrò nel box doccia e aprì il rubinetto lasciando che il getto d'acqua calda gli scorresse addosso rilassando i muscoli tesi. Si guardò le mani e gli venne il voltastomaco vedendo il sangue secco sotto le unghie. Ancora non credeva a quello che era successo. Qualcuno aveva ucciso sua sorella, la sua dolce Celia. Erano morti i genitori ed ora anche la sua sorellina. Era rimasto solo, non gli rimaneva più nulla. Sbatté un pugno sul muro e gridò mentre le sue lacrime si mischiarono all'acqua che scorreva sul suo viso. 

Quando finì di sfogarsi chiuse il rubinetto e uscì dalla doccia. Si mise attorno alla vita un asciugamano e con i lunghi capelli rossicci bagnati sulle spalle e i piedi scalzi e umidi si diresse nel suo ufficio, dove prese dalla vetrina una bottiglia di vodka e un bicchiere, si mise sulla sua poltrona e si versò un po' di quel liquido trasparente. Uno, due, tre bicchieri, sei, sette, otto. 

Beveva e osservava le foto di lui e sua sorella bambini, quando si trovavano ancora all'orfanotrofio, quando avevano vinto il football frontier international, quando ridevano felici spensierati. La sua Celia amava la fotografia, e non perdeva mai occasione di scattare una foto a suo fratello. 

Finì di bere anche l'ultimo bicchiere e afferrò il cellulare sulla scrivania, digitò il numero di Darren e chiamò.
Dopo alcuni secondi di attesa, Darren si degnò di rispondere.

- Pronto? -
- Darren, dove sei? -
- Ma... Con chi parlo? -
- Jude, dove sei? - 
- Oh ciao Jude, sono su un aereo per Roma, perché? -
- Perché stai andando a Roma? - 

Jude si alzò dalla sedia e si avvicinò alla vetrata dietro di lui che ritraeva Tokyo di sera con le sue luci. Iniziava ad insospettirsi, Darren era tranquillo e sembrava non fosse al corrente della tragedia.

- Celia non ti ha detto che sono stato convocato a Roma per affari di lavoro? - Chiese con la sua solita innocenza.
- ... Celia è morta - 

Dall'altra parte del telefono ci fu silenzio, poi all'improvviso Darren gridò.

- Jude è uno scherzo? Da te non me lo sarei mai aspettato! Avanti, sei d'accordo con Scott vero? -
- Ti sembra che io possa scherzare sulla morte di una persona? Ancor di più quella di mia sorella e della tua fidanzata?!? - Jude iniziava ad alterarsi, stringeva il telefono come se fosse il collo di quel imbecille di Darren.

- No... Oh mio Dio cos'è successo? - 
- Non ho voglia di parlare ora, chiama a qualcun'altro. A parte te lo sanno tutti - 

E staccò la chiamata. Immediatamente lanciò il telefono dietro di lui a scagliarsi sul pavimento, arrabbiato. Si girò di nuovo verso la finestra e osservò il cielo. Chissà che stava facendo la sua sorellina nel cielo. 

Dopo alcuni minuti si sedette di nuovo sulla poltrona e iniziò di nuovo a sfogliare l'album di lui e sua sorella, quando all'improvviso notò il cellulare che poco prima aveva lanciato, a pochi centimetri della sua mano. Si allontanò un po' dalla scrivania sulla sedia e osservò incredulo e confuso il posto dove aveva lanciato il cellulare e dove ora si trovava. Chi lo aveva messo lì? In casa era solo,  era il giorno libero delle cameriere. 

Guardò poi la bottiglia di vodka vuota al suo fianco - E' colpa tua - L'afferrò assieme al bicchiere e li posò nella vetrina piena di alcolici e liquori. L'alcool nel cervello faceva brutti scherzi.
Si girò e fece per andarsi a sedere di nuovo sulla sua poltrona, ma vide una sagoma affacciata alla finestra che gli dava le spalle.

Aveva dei capelli blu leggermente ondulati che cadevano morbidi sulle spalle, una maglietta verde acquamarina e un paio di pantaloni celesti. La sagoma era immobile, così come Jude. 

Pensò che forse non era l'alcool, ma stava impazzendo. La morte di Celia gli aveva tolto la sanità mentale.
Non riusciva a muovere un solo muscolo e aveva paura. Si Jude Sharp aveva paura perché due solo erano le cose:
O aveva le allucinazioni.
O quella sagoma a pochi metri da lui era sua sorella Celia. 

Appena finì di formulare il pensiero, l'ombra si girò e due luminosi occhi blu cobalto fissarono quelli color rosso bordeaux di Jude. 

- Celia...? - Sussurrò Jude a fiato corto, con il cuore che gli batteva a mille nel petto nudo. 
La sagoma si girò piano e si avvicinò di qualche passo alla scrivania. Celia rivolse un sorriso rassicurante a Jude, che per poco non cadde all'indietro. 

Il ragazzo fece qualche passo indietro, spaventato. Ma poi si fermò, non c'era bisogno di aver paura di Celia, era sua sorella e non gli avrebbe mai fatto del male. 
In un battito di ciglia la ragazza non c'era più, e così come era scomparsa d'improvviso comparse dinanzi a Jude, a pochi centimetri dal suo viso. Il fiato caldo di Jude le sfiorava il viso, lei sorrideva mentre Jude era pietrificato. 
Il ragazzo cercò di afferrarle la mano, ma quando toccava la mano di Celia non faceva altro che toccare il nulla. 
Poi la ragazza scomparve di nuovo in un millesimo di secondo per comparire poco dopo, seduta sulla poltrona di Jude ad osservare Tokyo di notte dall'enorme vetrata dietro di lei. 

Jude fece qualche passo lentamente, scosso dai tremori del corpo si muoveva come un robot. Fece un lungo respiro profondo e le disse a bassa voce - Che ci fai qui? - poi ebbe paura che la sorelle non lo ebbe sentito, ma capì che non era così quando sentì la voce leggera e melodiosa di Celia rispondergli - Devo risolvere alcune faccende - senza staccare lo sguardo dalla finestra. 

Jude aveva di nuovo gli occhi lucidi, la voce di sua sorella gli era mancata tantissimo e vederla di nuovo lì, bella e luminosa, lo rassicurava. 

La ragazza si girò verso il fratello, e regalandogli un sorriso gli disse - Ti devo dire molte cose fratellino - mentre Jude si avvicinava sempre di più e la paura ad ogni passo lentamente scompariva. Quando ad un tratto chiuse gli occhi, sentii le labbra morbidi di sua sorella posargli dolcemente un bacio sulla guancia, facendogli scorrere velocemente il sangue in tutto il corpo, la ragazza sussurrò - E' stato Darren... - E posò il capo sulla spalla del fratello. 

Jude avrebbe risolto tutto, come sempre... Il suo adorato fratello l'avrebbe vendicata. 




















Buongiorno a tutti ^^
Ecco il terzo capitolo leggermente più lungo XD 
Che ne pensate? Tranquilli, la fine è vicina, ma la storia non si concluderà come credo avrete già intuito voi, nono...
Ci sarà una sorpresa... Aw *^* 
Bene, grazie per l'attenzione, ci si legge al prossimo capitolo ;*
Marie Hali













  
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