Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars
Segui la storia  |       
Autore: hikarisan    05/01/2015    1 recensioni
“Cosa non hai capito del fatto che anche tu sei una diva di Hollywood?”
“Io sono una che per pura BOTTA DI CULO si è ritrovata in un mondo che non era il suo, ed ora tutti hanno aspettative su di me che io non riuscirò a mantenere!”
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
“Ciao Jared, è un po’ che non ci si vede.”
“James, non vedevo l’ora di poter lavorare con te.”
 
Cameron ha appena salutato uno degli uomini più fighi che esista sulla terra e che, particolare molto rilevante, sarebbe stato il coprotagonista del film. Particolare ancor più rilevante, lei faceva parte della Echelon Family; non era una di quelle Echelon che si strappava i capelli e piangeva appena vedeva uno dei Thirty Seconds To Mars, apprezzava la loro musica, apprezzava gli artisti che l’avevano creata, si seguiva anche le interviste che facevano ed appena aveva ricevuto il primo compenso per il film si era comprata mezzo Store dal sito dei Mars, ma non era il tipo che faceva cose pazze pur di vederli. Faceva parte della sua natura chiusa. Indubbiamente Jared era un genio indiscusso (e si vociferava anche un grande stronzo), ed avrebbe preteso il meglio da lei. Le era sempre sembrato un tipo forte, aveva rischiato sempre e da quei rischi ne aveva sempre beneficiato, e questo significa rischiare con intelligenza; James Cameron, il regista del film, le aveva raccontato di quando Jared aveva rifiutato il provino di Jack in Titanic, mossa che tutti avevano reputato più che stupida, ma alla fine chi l’aveva spuntata era stato Jared. Non si era mai saputo perché avesse preferito Prefontaine a Titanic, sta di fatto che ora lui aveva alle spalle molti più riconoscimenti di tanti altri che facevano film su film da anni.
 
“Ehi Jared, ti voglio presentare la persona con cui passerai il novanta percento del tuo tempo nei prossimi mesi.”
 
Si avvicina a lei sorridendo, squadrandola da capo a piedi e girandole intorno con fare curioso.
 
“Ero curioso di conoscerla, si vocifera sia la nuova Sophia Loren. Mi compiaccio del fatto che sembra vera e non plastificata come molte dive qui ad Hollywood.”
“Piacere, Ilaria Vitali.”
“Jared Leto.”
 
Il cantante continuò a girarle intorno, facendole, a parer suo, una radiografia completa.
 
“Perché mi giri intorno?”
“Una mafiosa non è pelle ed ossa, alta uno e ottanta e strafiga. E’ esattamente come lei. Complimenti James. Sarà una cattiva perfetta, la adoreranno tutti.”
“Lo sapevo! Guardala, è così vera, così fottutamente perfetta per questo ruolo!”
 
Cioè, era perfetta perché era imperfetta. Bella roba. Non era una strafiga, non lo era mai stata in vita sua, era la classica ragazza che guardava la vita ai bordi della strada, che gli altri non coinvolgevano perché non era niente di speciale. Non era mai stata magra, e nonostante dopo il primo film Klara le avesse assunto una personal trainer per modellarle il corpo, i fianchi taglia 46 ed il seno piccolo le erano rimasti, anche se ora era molto più tonica. Alta 1 e 65, mora, capelli corti, occhi marroni, non piacevolissima in viso. Le dicevano tutti che aveva un sorriso dolce, ed era forse l’unica cosa di lei che le era mai piaciuta veramente.
 
“Vi lascio parlare in santa pace, dovete entrare in sintonia per calarvi bene nella parte.”
 
Sintonia una sega, il tempo di chiudere la porta di quella camera che Jared avrebbe fatto un sol boccone di lei. Quasi le viene da tremare quando Cameron lascia la stanza.
 
“Allora Ilaria… Hai una vita molto privata, sui giornali c’è scritto veramente poco su di te.”
“Potrei dirti la stessa cosa.”
“Hai ragione... Di te so che sei così insicura da aver bisogno di supporto per poter tirare fuori il tuo lato oscuro. Sei di Roma, hai una famiglia che adori, hai studiato materie scientifiche, hai pochi amici. La classica vita di una ragazza normale… Fino a quando non te l’hanno sconvolta, ed a 24 anni può essere dura…”
“Già.”
“Non hai un animo da artista. Non sei consapevole di te stessa. Spiegami cosa sei, perché io davvero non lo capisco.”
“Non mi devi capire, devi recitare con me.”
“Io non recito. Io divento. E lo fai anche tu, anche se ancora non lo sai… Lo fai per motivi diversi dai miei, ma lo fai.”
 
Saccente e stronzo.
 
“E tu perché lo fai?”
“E’ di te che parliamo, non di me… Ci si vede in hotel. Studia bene la parte, mafiosetta.”
 
Si alza e se ne va. Sarebbero stati mesi infernali quelli.
 
 
 
I primi giorni erano stati un fiasco, tanto da dover chiamare lo psicologo di fiducia. E più lo psicologo curava e più Jared infieriva. Battutacce, frecciatine, sgridate. Evidentemente si divertiva a vederla debole, altrimenti non si spiegava. Era appena finita un’altra giornata massacrante, e se ne era tornata in albergo per potersi fare un bagno rilassante. Klara si era eclissata appena aveva visto la mala parata, lasciandola libera di fare qualsiasi cosa avesse voluto. Dopo il bagno, recuperato un pantalone di una tutta ed una felpa, si era infilata sotto le coperte con un pacco di pop corn per godersi un film qualunque che passavano alla tv.
 
“Oh Dio, sembri un’adolescente disperata.”
 
Sobbalzò nel letto e si girò immediatamente nella direzione da cui sentì venire la voce. Ritrovarsi Jared Leto appoggiato allo stipite della porta con tanto di ciabattine marroni e pigiama a quadri può forse essere il sogno perverso di qualsiasi echelon sul pianeta, ma a lei sembrava solo l’interludio ad un film horror. Dopo la protagonista veniva trovata morta nel letto, ed il sadico serial killer di turno era la persona meno sospettabile del mondo.
 
“Perché tu sei qui? Come hai fatto ad entrare?”
“So chi corrompere… Mi fai spazio nel letto?”
“Scordatelo… Non hai qualcuno da torturare? Ti si è scaricato il cellulare? Niente twitter, facebook… ?”
“Fammi posto.”
 
E qualsiasi desiderio esprima la diva diventa realtà. Se lo ritrovò accanto, con le spalle appoggiate alla tastiera del letto mentre le fregava i pop corn dalla busta. Addio serata rilassante.
 
“Come stanno Tomo e Shannon?”
“Bene, sono a Los Angeles. Si stanno rilassando un po’. Tomo sta un po’ con Vicki, Shannon sta un po’ con mamma.”
 
Lei faceva parte delle echelon che sbavavano per Shanimal. Non lo avrebbe ammesso neanche sotto tortura, ma adorava quell’uomo. O meglio, adorava la sua facciata e la sua arte, cioè la sua musica. Era quasi timorosa di incontrarlo, perché temeva che l’immagine che si era costruita su di lui si disintegrasse come era successo per il fratello. Immaginava Jared fosse stronzo, ma non a quei livelli.
 
“Che guardavi?”
“Niente di particolare.”
“… Chi sono?”
 
Seguì lo sguardo dello psicopatico e vide che aveva notato una fotografia sul comodino. Lei sorrise malinconica.
 
“Le mie cuginette. Sara ed Alessandra. Le avevo intorno tutti i giorni, è stato difficile abituarsi a non vederle. Mi potrebbero essere quasi figlie…”
“… Davvero, non capisco. Appena la gente entra nello Star System si monta la testa, soprattutto le donne, ed alcune sarebbero soltanto bestie da monta, altro che teste da montare. Tu invece… Io non lo so!”
“Sarebbe facile se io non pensassi che tutto ha una doppia faccia Jared. Per tutta la vita ho guardato la vita scorrermi davanti, ora ne sto entrando a fare parte, e non credo di saperla gestire. Mi devo confrontare con donne come Cherlize Theron, Meryl Streep, mi spieghi come faccio? Io che non ho preparazione, non ho il fisico, non ho nulla per stare qui.”
“Già, infatti Steven e James ti adorano proprio perché non hai nulla… Non hai nulla? Perfetto, ti insegnerò io ad avere qualcosa.”
“Tu? E perché dovresti farlo?”
“Perché lo voglio io. Ad Hollywood ti mangiano se non sai difenderti.”
“Come ti va…”
“Si comincia da domani. Preparati che diventerò peggio di un’ombra.”
“Possiamo guardarci un film in pace ora?”
“Sì, decido io.”
 
 
 
Un trillo. Due trilli. Tre trilli. Si era dimenticata di togliere la sveglia. Allungò il braccio per raggiungere il comodino, ma si sorprese di vedere che non era il suo cellulare che stava squillando, e decisamente quello non era il suono della sua sveglia. Sentì qualcuno muoversi dall’altra parte della sveglia ed interrompere quel suono che le stava perforando i timpani.
 
“Buongiorno.”
 
Piccola soddisfazione personale, anche la diva appena sveglia sembrava un panda.
 
“Sei rimasto a dormire qui?”
“Già. Sbrighiamoci ad andare a fare colazione che ci aspetta una giornata di shopping.”
“COSA?”
“Hai capito benissimo. Non so chi ti vesta, ma ti assicuro che non lo fa bene.”
“In realtà scelgo da sola.”
“Non dovrebbero permettertelo, non ne sei capace. Almeno per ora.”
“Ma…”
“Niente storie.”
“Scusa Jared, ma non è che il tuo stile mi piaccia tanto.”
 
Un modo molto carino per dire che si vestiva una merda.
 
“Sta arrivando una persona di fiducia.”
 
Sentirono bussare alla porta. Mister psicopatico si alza per aprire e fa ingresso una ragazza scura di carnagione, molto bella, che abbraccia Jared calorosamente.
 
“Ilaria, ti presento Chloe Bartoli.”
 
La conosceva Chloe, giravano parecchie foto di lei con Jared, si vociferava stessero insieme. Sapeva che si occupava di moda, e si chiedeva spesso perché non mettesse bocca sull’abbigliamento dei Leto, certe volte erano veramente inguardabili.
 
“Piacere.”
“Oh, il piacere è tutto mio, ti trovo favolosa! Non posso credere che una persona talentuosa come te sia così insicura! Quando Jared me lo ha detto non ci volevo credere! Ci penserò io a realizzare i tuoi sogni, sta tranquilla!”
“Beh… Grazie.”
“Su, butta tutto il tuo guardaroba, al resto penso io.”
 
E ci sapeva fare davvero, la ragazza. Le stata creando un suo stile tutto personale con abiti che, lo doveva ammettere, non si sarebbe mai provata se non fosse stata costretta. Faceva bene pure all’anima vedersi più bella allo specchio.
 
“Fermiamoci a mangiare qual cosina, così lavoriamo anche sull’altro aspetto.”
“Che aspetto?”
 
Si fermarono ad un ristorantino sulla Madison Avenue, sperando che trattasse anche cibo vegano, sì perché, Leto Junior era un fissato con l’alimentazione. Di solito però, più nei ristoranti paghi, più sono disposti ad accontentarti, quindi no problem.
 
“Sul tuo carattere. Ti ho stuzzicato tanto in questi giorni, ma non mi hai mai risposto. Sarebbe ora che tirassi fuori le palle ragazzina.”
“Sei uno stronzo, va bene così?”
“Non devi farlo perché sei indisposta, ti deve venire naturale.”
“Jared, dalle tempo per favore.”
 
Santa Chloe, santa la devono fare.
 
“Ila, ascolta me. Non sempre tutti sono buoni, in questo mondo. Devi saperti gestire da sola, non sempre ci sarà un Jared pronto a difenderti. Non è un male dire quel che si pensa, ed anche sbottare a volte. Non farlo come fa Jared perché lui esagera.”
“Ehi, io sono qui.”
“Ti vedo benissimo, hai un ego talmente grande che sarebbe impossibile non vederlo.”
 
Ed ecco che le scappa la prima risata sincera da quando è negli States. Deve quasi tenersi la pancia dal ridere. Chloe sta diventando la sua eroina, zittisce la diva che è un piacere.
 
“Ecco, così… Mister Diva ti aiuterà in questi giorni, e quando, tra un mese, sarete a Los Angeles, vedremo cosa hai imparato.”
“Cosa succede a Los Angeles?”
“Lo so che sei una echelon, Ila. Non potevi nascondermelo per sempre. Conoscerai la crew dei Mars. Mio fratello compreso.”
 
No, Shannon Leto no, l’avrebbe squagliata con il suo solo sguardo. Tomo sì, era carino, coccoloso, ma Shannon no.
 
“Voi scherzate, Shannon mi mangerà.”
“Ma per carità, non ha mangiato questo qui per 43 anni, non inizierà con te.”
“Io sono il suo fratellino adorato.”
“Sei un rompicoglioni.”
 
Era nei guai.
 
 
  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Fanfic su artisti musicali > 30 Seconds to Mars / Vai alla pagina dell'autore: hikarisan