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Autore: Aranel_Vale    05/01/2015    0 recensioni
Leggetela, è davvero cazzuta! E' fantasy, drammatico e romantico al tempo stesso, quindi vi assicuro che vi struggerete a comprendere un mondo che non è quello che vi circonda, verserete lacrime come se tutto ciò stesse accadendo a voi e, soprattutto, vi innamorerete, sentirete il dolore e la bellezza dell'amore proprio sulla vostra pelle.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Ci incamminiamo nei boschi. << Non hai paura? >> gli chiedo con il cuore che mi martella in petto. Ho aspettato questo momento tutta la vita, è vero, ma viverlo è tutt'altro. << No, perchè dovrei? >> mi risponde tenendo gli occhi fissi davanti a sè. Non saprei, forse perchè dovremo uccidere degli animali a quanto pare? O forse perchè non sappiamo cosa ci aspetta? O magari potremmo morire una volta arrivati là? O peggio, potremmo morire prima: per il freddo, per mancanza di cibo o di acqua che, tra l'altro non so come procureremo. Avrei voluto dirgli tutto questo, ma mi limitai a stare in silenzio. Lui si voltò verso di me e mi prese la mano. << Sta' tranquilla >>. Alterniamo momenti di corsa (che mi fa bruciare i polmoni e le ginocchia) a momenti di camminata veloce, senza sostare mai. Quando però il sole è ormai alto nel cielo e lo stomaco inizia a brontolare, intuiamo che è arrivato il momento di fare una pausa e mangiare. << Apriamo gli zaini >> << Aspetta Jò, vedo degli scoiattoli! >> mi risponde in un sussurro e, prima ancora che io possa fermarlo due delle sue shuriken si conficcano in due scoiattoli. Ho capito che dobbiamo mangiare degli animali, ma per ora possiamo evitare! Come faccio a mangiare quegli animaletti con cui giocavo anni addietro? << Io passo, grazie per averne preso uno anche per me però. >> << Jò non sappiamo quando troveremo cibo e quando no, non possiamo permetterci di sprecar… >> un mio dito sulle sue labbra lo zittisce. Un sussurro ha catturato la mia attenzione. Sento il mio respiro irregolare e pare che il mio cuore abbia deciso di uscire fuori dalla gabbia toracica. Ci guardiamo negli occhi e lui afferra subito la sua zagaglia, pronto a lanciarla al primo avvistamento. Un suono mai udito prima ci fa sobbalzare e, a quanto pare, fa sobbalzare anche i nostri ospiti che cadono da un albero in modo goffo. Nel momento il cui i miei coltelli stanno per conficcarsi nel corpo sconosciuto e la zagaglia di Nath sta per fare lo stesso, una voce ci ferma. << Fermi! >> I miei coltelli e la sua zagaglia, lanciati un secondo prima di udire la voce, deviano improvvisamente la loro direzione scagliandosi in un albero. Se non avessi visto ciò che è accaduto con i miei occhi, non ci avrei mai creduto. Mi alzo immediatamente, Rupert mi ha insegnato che non devo mostrarmi debole. Soprattutto nei momenti in cui lo sono di più. Afferro la mia katana pronta a combattere e Nathan  fa lo stesso con le sue bolas. << Chi siete voi? >> ci domanda, con una voce più calma e per la prima volta osservo da chi o da che cosa provenga la voce: sembra una ragazza normale come me, se non fosse per quelle sue orecchie animalesche che le spuntano dalla testa, come quelle di un gatto, bianche. È una ‘’ragazza’’ snella e molto più alta di me, con un fisico invidiabile, una folta chioma nera come i capelli di Nath, due occhi davvero enormi color lavanda, come non ne avevo mai visti prima. Indossa una tuta identica alla mia se non fosse che la sua è di pelle nera. Mi volto per guardare Nathan che, vedendomi spiazzata, decide di prendere parola. << Ci avete spaventati. Io sono Nathan e questa è Johanna. Siamo di Spinbeg. Tu cosa sei? >> Abbassa le sue bolas, ma io non faccio o stesso con la mia katana. E' così che faccio quando ho paura: fingo di non averne. La ragazza scoppia a ridere piegandosi su se stessa e sembra che le manchi il respiro. Improvvisamente diventa seria e scatta davanti a Nath, così vicino che i loro nasi si toccano. Istintivamente sfodero la mia katana e provo ad intimidirla con le parole (sperando che non mi tremi la voce) anche perché non so se riuscirei davvero a farle del male. << Allontanati o ti giuro che ti uccido. >> << Hei, guarda che non voglio farvi del male >> accarezza una guancia di Nath guardandolo come se non avesse mai visto un ragazzo in vita sua, così salto all'attacco. Lei schiva il mio colpo e muove semplicemente la mano destra, a debita distanza da me, e una folata di vento mi spinge all’indietro facendomi cadere su dei sassi irregolari che mi si conficcano nelle mani, nel viso. << Cassandra! Ma sei impazzita? >> noto una figura venire verso di me, ma sono ancora frastornata e non riesco a delinearne le forme, la botta è stata troppo forte. Indietreggio istintivamente. << No, hei, sta tranquilla >> è un ragazzo. << Io sono Luke e, come avrete capito, lei è Cassandra. Veniamo da Kadnif e siamo dei ragazzi come voi. Le sue orecchie da gatto sono finte. Sono desolato dello spavento. Eravamo semplicemente appartati su un albero a mangiare il nostro scoiattolo quando abbiamo sentito delle voci >> piego i gomiti nel tentativo di alzarmi e sento tutto il mio dolore amplificato, solo che poi  i suoi occhi incrociano i miei e tutto si placa. Avverto una sensazione allo stomaco e provo a parlare ma è come se la voce mi restasse bloccata in gola. << Stai bene? >> mi chiede, porgendomi una mano per aiutarmi ad alzarmi. Mi limito ad annuire, osservandolo ancora. Non ho mai visto nessuno bello come lui. Per quanto sia possibile, ha le spalle più grosse di quelle di Nath e degli addominali che, per mia fortuna, si vedono nonostante la sua tuta. I suoi capelli sono neri dietro la nuca e azzurri sul resto della testa, proprio come i suoi grandi occhi. Poso per un secondo lo sguardo sulle sue labbra Sembrano fatte per stare sulle mie. E' il mio primo pensiero. << Dobbiamo sistemarti queste ferite, è il minimo. Ad un centinaio di metri da qui ci dovrebbe essere un fiume, andiamo. Noi siamo diretti a sud, quindi ci è di strada >>  << Anche noi. Che ne dite se mangiamo prima però? >> domanda Nath con lo stomaco che probabilmente fa a cazzotti. << Certo, sistemiamoci qui >>

***

<< Johanna, ricordi quando ti ho detto di aver visto degli scoiattoli? >> guarda l’animale quasi incredulo mentre io mi accingo a prendere il coltello per scuoiare. << E’ stato poco fa, quindi si. >> Non avevo ancora parlato da quando ho incontrato gli occhi di Luke, ma cosa posso fare? Non posso di certo stare zitta per sempre.  << Non sono molto sicuro che siano degli scoiattoli. O almeno non veri e propri. Cioè queste non sono orecchie, sono corna. Guardate ragazzi. Voi avete mai visto qualcosa di simile? >> mi passa l’animale e constato che ha ragione: al centro della testa ci sono due corna giallognole che non sapevo appartenessero agli scoiattoli. << Magari è buono comunque, assassino. >> incido la sua pancia con disgusto e angoscia ma, non appena la apro, centinaia di mosche ne fuoriescono ed istintivamente lancio via l’animale e mi concentro per cacciare via le mosche. Con la coda dell’occhio noto Cassandra agitare le mani, ma non come me: ha gli occhi chiusi e le sue mani sembrano già sapere cosa fare come se lo avesse già fatto milioni di volte. Istantaneamente un soffio di vento manda via le mosche. << I notri tutori ci avevano avvertito, è buono comunque. Io prendo del legno per il fuoco. >> e in men che non si dica, Luke scompare.

***

<< Ecco fatto. Adesso che il fuoco è acceso, mettiamoli su a mo' di spiedino >> gli passo i nostri due animali e lui li sistema. Mentre aspettiamo che il cibo sia pronto, facciamo un po' di conversazione e notiamo che abbiamo gli stessi scopi. << Anche voi dovete trovare questa Natalie? >> gli domando. << Si, Joy. Posso chiamarti così, vero? >> << Certo Luke. >> gli sorrido e noto che Nath ci sta guardando di sottecchi. << Ragazzi è pronto, mangiamo >> mentre faccio per avvicinarmi al falò improvvisato, Nath mi afferra un braccio e sussurra << Forse non dovremmo fidarci >> << Ma non essere sciocco!>> Luke aveva un qualcosa che la portava a fidarsi di lui. << Almeno resta vicino a me, fin quando non cambierò idea >> << Sì papà, andiamo >>

***

In men che non si dica siamo pronti a ripartire. << Beh, immagino che le nostre strade si separino qui, è stato un piacere >> Luke si sta già voltando quando gli afferro il braccio, e osservo poi la mia mano che lo stringe, incredula. Che cacchio sto facendo...? << Aspetta. Perchè? Siamo diretti nello stesso posto e l'unione fa la forza. Andiamo insieme, vi va? >> Luke mi sorride e sento un rossore impadronirsi delle mie guance. Perchè mi comporto così? Che mi succede...?

  
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