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Autore: Diaryofwriters    09/01/2015    2 recensioni
- LoScandalo in collaborazione con Scriverepervivere. -
10 capitoli, 10 storie da raccontare.
1 – Photograph| Terremo il nostro amore in una fotografia.
2 – Against All Odds| So che non sarebbe mai più tornata da me. Era contro ogni probabilità.
3 – Am I Wrong| Sono così sbagliato se credevo potessimo diventare qualcosa di reale?
4 – I Will Always Love You| Nonostante tutto, sono riuscita a sentirti. Devo lasciarti andare? Si, peró ricorda che ti ameró per sempre.
5 – Thinking Out Loud| E ora sto pensando ad alta voce, a quanto sia bello ballare con lei.
6 – Que Hiciste| Fino a ieri credevo che avremmo affrontato tutto insieme, e poi hai buttato tutto all’aria.
7 – The Hanging Tree| Doneremo la nostra libertà a persone innocenti. E’ peggio raccogliere i pezzi, che cadere in frantumi.
8 – Colors Of The Wind| Solo se rispetterai la vita, Rosy, scoprirai le tante cose che non sai.
9 – Tee Shirt| Ci rincontriamo stanotte. Stessa ora, stesso posto, stesso sogno.
10 - Skyfall| "Usciresti con me?" "Facciamo cosi: uscirò con te solo quando il cielo cadrà a pezzi"
Genere: Song-fic | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Sorpresa, Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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             Que  hiciste?
 
 
Ayer nos prometimos conquistar el mundo entero
Ayer tu me juraste que este amor seria eterno
Por que una vez equivocarse es suficiente
Para aprender lo que amar sinceramente
Ieri ci siamo promessi di conquistare il mondo inero
Ieri mi hai giurato che questo amore sarebbe stato eterno
Perché sbagliarsi una volta è sufficiente
Per capire cosa significava amare veramente
 
 
Que hiciste hoy destruiste con tu orgullo la esperanza 

Hoy empañaste con tu furia mi mirada Borraste toda nuestra historia con tu rabia
Y confundiste tanto amor que te entregaba 
Con un permiso para si romperme el alma
Che hai fatto?
Oggi hai distrutto con il tuo orgoglio la mia speranza
Oggi hai appannato con la tua furia il mio sguardo

Hai cancellato tutta la nostra storia con la tua rabbia

E hai confuso il tanto amore che ti davo

Con un permesso per strapparmi l’anima
 
 
 
 
“Fino a ieri credevo che avremmo affrontato tutto insieme, e poi hai buttato tutto all’ aria”
 
 
 
                                                                                         Texas , 3 dicembre 1995
 
 
Caro diario,
ammettilo, tu, zitto e innocente, avevi invece capito, andando a rivedere le pagine precendenti, che qualcosa non andava.
Beato te, dotato di perspicacia e arguzia, e maledetta me, che mi sono lasciata manipolare come un giocattolino nelle sue mani.
Era una mattina come tutte le altre, quando io, realizzai di detestarlo. Non so come, però successe, mi bastò vederlo fare il perdigiorno in salotto, oppure avevo finalmente realizzato che non mi aveva mai amata.
Stavo uscendo come al solito per andare a lavoro, lui seduto su una poltrona, a leggere un libro che io, sinceramente, odiai con tutto il mio cuore sin da subito.
Anzi, quel libro lo avrei probabilmente amato alla follia se solo non fosse piaciuto a Ross.
Io odio lui, e di conseguenza, tutte le cose che gli piacciono.
E giuro su Dio che qualche anno fa non mi sarei mai sognata di scrivere queste cose sul suo conto, si, quando erano ancora gli anni ‘80, felici e spensierati vivevamo placidamente nella nostra amata Londra.
Eravamo follemente innamorati: lui, meraviglioso ragazzo americano trasferitosi a Londra con lo scopo di realizzare il suo sogno, intraprendere la carriera di attore teatrale, e io, dolce ed educata londinese- per chi nasce nella città del Big Ben è quasi d’obbligo essere educati- insegnante di teatro e di musica.
Già da questo, dato che tu sei un gran intenditore, avrai capito che Ross si era avvicinato a me con l’unico scopo di garantirsi un posto nel cast dello spettacolo di quell’anno, cioè “Mary Poppins”.
Lui era un fantastico attore, e un po’ per il suo talento, un po’ perché era il mia prediletto, ebbe il ruolo di Bert, l’amico di Mary Poppins.
E sarebbe stato un grande successo, se solo non fossero stati problemi dall’America: il suo adorato paparino aveva una grave malattia.
E, come dico sempre io, puoi sempre togliere un leone dalla savana, se proprio vuoi essere attaccato, ma azzardati a togliere un londinese dalla sua città, e non rivedrai mai il sole.
Ross, senza farselo ripetere due volte, partì per il Texas, portandosi appresso la sua schiavetta, io, che intanto continuavo a lagnarmi come una poppante sul fatto che, avendo una sorella, sarebbe potuta andare lei a soccorrere suo padre.
MA NO, disturbiamo suo figlio minore e la  sua cretina fidanzata nel momento più importante dell’anno. Dio, la rabbia furiosa.
Credo che sia stato da quel famoso 1989 che le cose sono cambiate.
Come in quello stesso anno cadde il muro di Berlino, per me si frantumò tutto l’amore che provavo per lui.
Iniziò a dimostrarsi per quello che era veramente: un’ipocrita di prima categoria.
Iniziammo a parlare sempre di meno, a casa eravamo due estranei.
E non vorrei dire cattiverie, ma era così irritante, mi veniva quasi voglia di mollargli due schiaffi in pieno viso, così imparava a sparare minchiate.
Il mio buon senso, e nonostante tutto, il mio rispetto per lui, mi calmavano prima che potesse accadere qualcosa di veramente disastroso.
Figuratevi che si portava addirittura a casa delle sconosciute, come se non mi conoscesse neanche.
Ma io invece zitta, calma, composta, non ho mai toccato un altro uomo.
Non credere per chissà che cosa, semplicemente non volevo essere usata di nuovo.
Avevo un grandissimo bisogno di fargliela pagare, volevo la mia vendetta.
Mio fratello maggiore, che è sempre stato più pacato e meno impulsivo di me- ma vorrei vederlo io in questa situazione, accidenti, perderebbe le staffe anche lui!- mi ha sempre detto “Occhio per occhio, e il mondo diventerà cieco”.
Lo so che sarebbe una cosa infantile , e alquanto stupida, ma ci devo provare comunque.
E sai che ti dico? Che la vendetta sarebbe inutile, bambinesca e patetica se consistesse nel mettergli un petardo sotto il letto.
Ma non si tratta di questo. Dammi pure della matta, ma questa volta la pagherà.
Eccome se lo farà…
 
Chiusi il mio diario, soddisfatto.
Come d’abitudine, Laura quella sera non c’era.
Scesi le scale e raggiunsi la cucina, aprii un’anta e ne tirai fuori una bottiglia di alcool.
Mi chiesi per l’ennesima volta perché si ostinava a lasciarlo in cucina, in fondo la micietta sa che ho sempre una grande fame.
Mh, peggio per lei. Presi la bottiglia di alcool e la nascosi accuratamente sotto il mio letto, tanto lei dorme sempre fuori.
Aprii il cassetto del comodino, ne tirai fuori il mio vero diario.
Scrivere un diario finto per lei, mio Dio, quanto posso essere geniale?
Ebbene, io, Ross Shor Lynch, sono un gran bastardo.
Apro il mio diario, pieno di appunti per la mia vendetta contro Laura.
 
Punto 1. Fatto.
Imparare l’arte del crimine.
 
Devo ammettere che è stato veramente faticoso a leggere tutti quei libri sulla criminologia, ma è grazie a loro se ho attuato il mio piano per distruggerla.
 
Circa due mesi fa…
La presenza di Laura mi urta da morire.
Davvero, trovo a stento un motivo per non buttarla fuori di casa.
Mi rinfaccia da anni di averle rovinato la vita, ed è mia la colpa se mio padre si è ammalato?
Io non la capisco, se proprio questo le dava fastidio poteva pure lasciarmi, ma no, lei mi ha seguito per sopprimere il vecchio e arricchirsi della sua eredità.
No, non sono io che sono impazzito, lei me l’ha detto chiaramente.
Quella notte era entrata nella camera di ospedale di mio padre, lui dormiva.
Lei, molto silenziosamente, ha iniettato della candeggina nella flebo, e dopo neanche 30 minuti, il signor Lynch se ne era andato.
Lurida cacciatrice di dote.
Credevo che, in fondo, mi amasse ancora, ma quando iniziò a vedersi con altri ragazzi- cosa che mi disse apertamente- ho capito che non c’era più speranza.
A quel punto era troppo tardi per dire tutto alla polizia, sarei finito in carcere anche io per favoreggiamento.
No, ci voleva una cosa che potesse convenire sia a me sia alla giustizia, e che rovinasse irreparabilmente lei.
E a quel punto non mi importava più di tanto morire, l’importante era che lei potesse finire in prigione.
Tho, guarda caso eravamo proprio in Texas, dove c’è il più alto numero di esecuzioni di pena capitale.
Oh, il mio cuore si riempì di gioia come non mai.
Liquidai la mia vittima ormai designata con un semplice:  “Io esco!”, senza specificare il luogo. Destinazione: biblioteca.
Lì trovai numerosi libri che parlavano su come incastrare qualcuno, e compresi due cose importanti: ero troppo legato alla mia vita per uccidermi, soprattutto per una così, e due, sarebbe stato poco soddisfacente ucciderla, tra l’altro mi sarei macchiato di un crimine, e non volevo passare una vita in gattabuia, sarebbe stata l’ennesima volta in cui Laura mi avrebbe rovinato l’eternità.
Quindi l’unico modo per lasciarla con un degno regalino era…incastrala.
Laura Marie Marano, tu non immagini minimamente chi hai di fronte.
 
 
Punto 2.
Trovare il diario della tua amata ragazza.
 
Avrò anche messo a soqquadro l’intera casa- lei non si sarebbe lamentata, dato che non c’era-, ma alla fine ho trovato ciò che cercavo: la sua agenda piena di segreti.
Da quello che appresi da uno dei libri, dovetti, prima di tutto, imparare la sua calligrafia- e grazie a Dio ha scritto tutto in stampato-, successivamente copiare le cose accadute in passato, senza cambiare gli avvenimenti di una virgola- e ciò non mi dispiacque affatto, perché dovetti riprendere per filo e per segno quella pagina in cui raccontava di avere ammazzato mio padre- e infine, modificare tutto, più precisamente da quando le cose tra noi sono cambiate.
Dovetti inventare molto, dato che scrive di rado in questo periodo, ma per me è stato un gioco da ragazzi, essendo scrittore- infatti, la storia di noi due nel mondo del teatro è stata inventata di sana pianta, io ero uno scrittore trasferitosi dal Texas a Londra per inseguire il suo sogno, lei invece era australiana, lì da molto più tempo di me-.
Perché ho inventato tutte quelle scemenze? Semplice, per il mio punto 3.
 
Punto 3.
Inventa una falsa identità per la tua vittima.
 
Ecco, questa è stata la parte più difficile, ammetto che, se ho scelto questa via, è perché avevo le basi per farlo.
Non è vero che è londinese, ha invece origini italiane.
Era nata a Sidney, e Laura Marano è solo un nome d’arte, dato che lei fa l’attrice- un pizzico di verità nella falsità-.
Il suo vero nome era Vanessa Cristaldi, da padre italiano, ovviamente.
Dovevo solo fare in modo che Laura risultasse una truffatrice con doppia identità.
Per questo mi servirono una carta d’identità falsa e riportare il suo nome originale all’anagrafe.
Distrussi la sua attuale carta, e grazie a truffatori esperti, modificai il suo nome- cioè da Laura Marano a Vanessa Cristaldi-, lasciando però tutti i dati così come erano- data di nascita, città…-.
Mi ci vollero un paio di settimane e voilà, Vanessa Cristaldi era di nuovo in circolo e Laura Marano non era altro che un personaggio inventato.
Sostituii la sua carta d’identità attuale con quella falsa, così che, quando glie l’avrebbero chiesta, l’avrebbero colta con le mani nel sacco.
 
 
Punto 4.
Come simulare un omicidio ed elaborare un movente.
 
Mi dovetti concentrare soltanto sulla scena del crimine, dato che il movente era già chiaro come il sole: appropriarsi della mia eredità.
Ho già pianificato come presentare la casa: il tutto si sarebbe svolto nel mio studio.
Mettere a repentaglio la stanza, con i giusti errori che non facessero risultare troppo perfetta la scena.
Dopo di che, prendere una vaschetta e una siringa. Riempire la suddetta con il mio sangue prelevato dalla siringa, per poi gettarlo intorno alla stanza, sul pavimento e sulla poltrona.
Pulire il sangue da terra come farebbe un criminale che ha troppa fretta, e anche dalla pelle della poltrona.
La scientifica avrebbe comunque rilevato la presenza di tracce enigmatiche.
Dopo di che, fare sparire il suo vero diario, cosa che sto facendo ora nel mio giardino, ricoprendolo di alcool per poi dargli fuoco, in modo tale che, se avessero trovato il diario falso e lei avesse negato la veridicità di ciò che c’era scritto, non ci sarebbero state prove che avrebbero confermato la sua versione.
Spensi il fuoco e presi la mia macchina, e mi diressi da un uomo che mi aveva offerto di vedermi una Panda usata senza GPS, per non essere rintracciato quando, la mattina seguente, sarei scappato.
La pagai soltanto cento dollari. Poi andai nella mia auto e abbassai i sedili posteriori.
Avevo provato a stare nel baule e non ci stavo, così per rendere più credibile la cosa, feci un po’ di spazio.
Poi sparsi alcune tracce enigmatiche appena percettibili ad occhio nudo.
Portai la mia auto in un laghetto lì vicino, e cercai di nasconderla grossolanamente con dei cespugli, stando bene attento a non metterli in zone troppo alte, dove Laura non sarebbe mai arrivata, perché troppo piccola.
Tutto ciò con dei guanti in lattice, quelli che lei indossava per lavare i piatti, e sui quali, erano impresse le sue impronte digitali.
Li indossai quindi all’incontrario, per rendere il tutto dannatamente perfetto, facendo presumere alla polizia che avesse troppa fretta per indossare dei guanti.
Lì vicino nascosi alla ben meglio- si fa per dire- un sacco, sporco anche lui del mio sangue, delle mie stesse dimensioni, come a far capire che il mio corpo morto fosse stato trasportato all’interno di esso.
Il pezzo forte arriverà però domani.
Ci rivediamo all’inferno, Laura…
 
Il giorno dopo…
Laura è logicamente già uscita.
Mi assicurai che tutta questa messa in scena accadesse giovedì, quando lei Corpus Christi al mare da sola, e nessuno può confermalo, dato che si ferma sempre in un pezzo di spiaggia deserta, odia il trambusto.
Appena uscì, entrai in azione.
Distrussi la stanza, eliminai la vaschetta e la siringa bruciandole. Posi delicatamente il diario finto fra la legna da ardere vicino al camino.
Poi salii in macchina senza bagaglio alcuno, o avrebbero capito che non andava qualcosa. Ero vestito del mio pigiama, l’unica cosa che mi portai appresso furono un taglierino, occhiali da sole, cappello e un po’ di soldi.
Avrei alloggiato in un motel prima di fare il grande passo.
 
 
Cinque mesi dopo…
Sono seduto su questo sudicio divano mentre ascolto le notizie dell’ultima ora.
Ed è ancora misteriosa la scomparsa dello scrittore Ross Shor Lynch, indagata la sua compagna Laura Marano per presunto omicidio” dice la giornalista alla televisione.
<< E’ stata lei  >> riferisco io allo schermo, come se fosse vero.
Dalla sua carta d’identità, la ragazza risulterebbe essere sotto falsa identità, e che in realtà si chiami Vanessa Cristaldi.
Si sospetta quindi che sia una truffatrice e che abbia ucciso il famoso scrittore per appropriarsi dei suoi soldi e della cospicua eredità che lasciò il padre a Lynch quando morì.
Nel diario di Laura che hanno trovato gli agenti di polizia, è presente una confessione altrettanto scioccante: è stata lei ad uccidere il padre di Ross in modo tale di entrare in possesso del denaro. Restava solo il povero scrittore, e così l’ha fatto: ha fatto fuori anche lui, così che, l’eredità del ragazzo diventasse sua, anche se non sposati, sarebbe passata di diritto a lei.”continuò la signora.
<<  Brava, è proprio così >> rise Lynch, contento che tutte le colpe ricadessero proprio su di lei.
Non si sa ancora come sia stata uccisa la vittima, si presuppone che l’arma del delitto sia nello stesso luogo dove giace la vittima
<< Esattamente bambola, che mi uccidano se non è vero…ah no, è vero, io sono già morto!!  >>risi, risi ancora come un matto.
 
 
 
Tre mesi dopo…
“ Vanessa Cristaldi, alias Laura Marano, è dichiarata in arresto per l’omicidio del suo ragazzo, Ross Shor Lynch”
<<  Oh, non puoi neanche immaginare che gioia che provo nel saperlo…>>
“ La giovane è stata condannata all’ergastolo, per truffa, falsa identità, duplice omicidio e occultamento del cadavere.
Tutt’ora si sta cercando di rintracciare l’auto di Lynch con la quale, si presume, sia stato trasportato il suo cadavere”
<<  Davvero, non esiste polizia più imbecille…basterebbe rintracciare il GPS della macchina, ma ok, complicatevi pure la vita…>>
Non avrei dato la soddisfazione a quella strega di trovarmi morto.
No, prima di andarmene, passai di lì e bruciai uno di quegli scheletri da laboratorio di scienze, sul quale non avrebbero potuto fare un’autopsia, perché completamente carbonizzato.
 
Dopo 2 settimane…
Laura era in prigione a tutti gli effetti.
Quei poliziotti hanno trovato la presunta scena del crimine e hanno archiviato il caso.
E a me non rimane altro che rendermi irriconoscibile.
Sono settimane che mangio porcherie e schifezze per prendere qualche chilo in più, e in effetti funziona, il mio viso è decisamente più rotondo, il mio fisico statuario si sta via via rammollendo, dato che sono otto mesi e tre settimane che non mi muovo da questo bunker.
Prendo la scatola della tinta dall’armadietto e mi applico il colore sui capelli.
Addio chioma dorata, benvenuti capelli corvini.
Mi guardai allo specchio.
Accidenti, ora si che non mi riconoscevo più, con i capelli un po’ più lunghi, tinti e con la faccia da lottatore di sumo non ero io.
Però mi sta bene, una volta arrivato a destinazione, Mosca, riprenderò la mia vita, sotto il nome di Demitri Kuznestov, russo, nato a San Pietroburgo il 31 dicembre 1970, la notte in cui tutto cambia e in cui la vita ricomincia.
 
E infine, dopo 4 anni…
Ho ricominciato a Mosca. Fortunatamente ho studiato russo, ora sono perfettamente in grado di cavarmela.
La mia forma e il mio aspetto sono tornati come prima, con l’unica differenza che ho ancora i capelli neri e la barba.
Laura è ancora in prigione a marcire, e io sono qui, lavoro come giornalista e vivo in un bellissimo appartamento in centro.
Non mi pento neanche un secondo di quello che ho fatto, ormai la vita insieme a lei non aveva più senso, quell’amore non aveva più senso.
Ci stavamo prendendo in giro, manipolando e usando, per portare avanti una farsa interminabile.
Ho messo io fine a quella serie di inganni, non ne potevo più.
Questa è quella che si chiama convivenza”mi disse una volta quella serpe.
Per me non era altro che una gabbia, dalla quale sono uscito in grande stile, morendo e riapparendo in un altro paese.
Si ricorre a questi metodi, quando l’amore è bugiardo.
 
 
A volte ho immaginato di aprire la testa di Laura e srotolarle il suo cervello in cerca di risposte alle domande principali della nostra relazione:
 
“A cosa pensi?”
“Come ti senti?”
 
 
“Che cosa ci siamo fatti?”
 
 
 
Qué hiciste?
 nos obligaste a destruir las madrugadas

Y nuestras noches las borraron tus palabras

Mis ilusiones se acabaron con tus farsas

Se te olvidó que era el amor lo que importaba 

Y con tus manos derrumbaste nuestra casa
Che hai fatto?
Ci hai costretti a distruggere le prime ore del mattino

E le tue parole hanno cancellato le nostre notti

Le mie illusioni sono finite con le tue finzioni

Ti sei dimenticato che l’amore era ciò che importava

E hai distrutto la nostra casa con le tue stessi mani
 
 
 
Note autrici:
…E NON GUARDATECI COSì, NEH!!!
Lo dice anche il proverbio: l’amore non è bello se non litigarello.
Vabbe, qui un po’ troppo litigarello, ma lasciamo perdere.
Qui vediamo una Laura molto diversa da come ce la presentano dal solito, quindi se siete scioccati…eh…abituatevi. E un Ross con forti turbe psichiche.
Ci teniamo precisare che Laura Marano è il suo nome, niente nome d’arte, era per il capitolo, quindi non andate a cercare, perché tanto era solo per la fic.
E poi, anche qui ci siamo ispirate a un libro: “Gone Girl”, in italiano “L’amore bugiardo”, del quale c’è anche il film.
L’ultima frase scritta è estratta da quel libro, mi sembrava adatta al momento. Tra l’altro ci sono tante differenze, quindi non è uguale, non potete spararci.
Per il resto, vi auguriamo buona Epifania e ci rivediamo al prossimo capitolo.
Mary e Giuly
 
   
 
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