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Autore: Harry123    10/01/2015    0 recensioni
"Cosa accade quando il tuo passato vive nel tuo presente? Incubo.
E' un incubo. Un incubo che non ti abbandona, che persiste, nella tua mente, e ti porta nel luogo in cui ti eri ripromessa di non tornare, mai più.
ma invece eccoti lì.
Ecco quella casa. Lexie la vedeva. Il suo corpo steso sul pavimento, freddo, gelido in confronto alla sua pelle calda e piena di lividi. "
Genere: Generale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Arrossii visibilmente a quel complimento. 
In realtà non solo per le sue parole, ma per la sua voce. 
Rauca e profonda, e i suoi occhi, che parevano ipnotizzare i miei.

-Lexie? Ho detto qualcosa di sbagliato?-
Scossi il capo velocemente, portandomi una ciocca di capelli dietro l'orecchio, mostrandomi chiaramente imbarazzanta.
-Tutto alla grande, mi ero solo fatta prendere da alcuni pensieri, nulla di interessante- Sorrisi io, piegando leggermente i bordi delle mie labbra.
-Sei carina quando sorrid..- La sua frase venne interrotta da un ragazzo moro, decisamente più basso di lui, poteva arrivargli alla spalla ad occhio e croce.
-Harry, basta importunare le ragazze!- La sua voce era più squillante, l'opposta di quella del ragazzo riccio davanti a me, che mi accorsi solo in quel momento che aveva appena lasciato la mia mano.
-Tranquilla, ci penso io con le ramanzine!- Scoppiò a ridere il ragazzo moro dagli occhi azzurri, quasi opachi e da un sorriso contagioso. 
-Ti presento il cretino di Louis!- Esclamò il riccio, portando un braccio scherzosamente attorno il collo del ragazzo.
-Piacere tutto mio!- Sorrisi a mia volta stringendo la mano del ragazzo, apparendo nettamente più calma e tranquilla.
-E comunque non ascoltarlo, sei davvero carina.- Sussurrò Harry, facendomi un occhiolino e girandosi poi verdo di Louis che a sua volta scuoteva il capo.
-Dove hai messo Kate? Non sai quanto mi ci sono impegnato per trovarti il numero!- Esclamò Louis, soffocando una risata.
-Oh beh, non è nulla in confronto a questa bellezza..!- Harry puntò la mano contro di me, indicandomi. Sentii il cuore perdere dei battiti, ma poi una strana sensazione salire lungo il mio corpo.
Avevo giudicato troppo in fretta quel ragazzo. 
Non avrei nemmeno dovuto lasciarmi trasportare da lui, ma tanto che importa, conoscevo a mala pena il suo nome.
-Lexie! Ti cercavo d'appertutto! Ma dove eri finita?- Rise America, stringendomi da dietro.
-Oh, vi presento la mia migliore amica, si chiama America!- Dissi con un sorriso sulle labbra, mentre lei lasciava svolazzare i suoi capelli biondi contro la mia spalla.
-Louis, piacere!- Sorrise con dolcezza il ragazzo dagli occhi color ghiaccio.
-Harry, piacere tutto mio!- sfoggiò di nuovo quelle sue fossette che sembravano essere fatte apposta per mandare in confusione tutti.
-Piacere! Sentite, io e Lexie dovremmo tornare per prendere l'aereo e..-
La frase di America fu bloccata nel bel mezzo, quando altri tre ragazzi si avvicinarono verso di noi.
Uno di loro aveva come una risata contagiosa, occhi azzurri e biondino. Fu il primo a presentarsi.
-Niall! Voi siete..?- Ci domandò il biondo affiancandosi agli altri.
-Lexie, e lei invece è America- Sorrisi a mia volta, stringendo la mano al ragazzo.
-oh- Il ragazzo sorrise ancora una volta prima di scostarsi lateralmente per dare la possibilità agli altri di presentarsi.
-Liam, piacere!-
-Zayn, piacere di conoscervi- Sorrise un ragazzo moro dalla pelle bronzea.
Le nostre presentazioni vennero interrotte da Margaret, la nostra manager, che poggiò le sue mani paffutelle sulle nostre spalle del tutto più minute, richiamandosi all'attenzione.
-avete la cena in albergo tra due ore, dovreste andare a prepararvi- 
Io e America annuimmo, spostando poi i nostri sguardi sui ragazzi.
-Volete unirvi? Solitamente le nostre cene non sono nulla di chissà che di grandioso, e non sarebbe niente male avere ospiti, no?- prose America guardando verso di due e poi verso di me, accennando un sorriso.
Io inizialmente la guardai interdetta e acciggliata, insomma, già non avevo molto voglia di partecipare alla cena, avere anche ragazzi a me sconosciuti attorno avrebbe solo peggiorato la mia soggezione, ma del resto aveva ragione. Le cene erano a volte piuttosto monotone, avere una nuova compagnia non avrebbe potuto dispiacerci, e poi ormai era fatta. Come era sovente America fare, non chiedeva quasi mai il consenso di altri. Seguiva solo la sua mente. E del resto, a volte questo può essere positivo, essere un pò impulsivi risolve molte cose nella vita, ma di certo non è sempre così.
-Allora? Lexie sei d'accordo?- Interruppe i miei pensieri la sua voce squillante.
-Umh, si. Cioè se Margaret non fa storie e..-
-Le altre portano spesso amici e parenti, no che non fa storie!- Esclamò America come per zittirmi, per poi riversare un cordiale sguardo d'invito verso i ragazzi, i quali si guardarono velocemente e annuirono quasi subito.
-Non abbiamo impegni per questa sera, quindi- Sussurrò appena il riccio con la sua voce roca.
-Perfetto allora! Ci vediamo alle otto e mezza al Queen's Hotel.- Sorrise soddisfatta America, lasciando che una ciocca di capelli biondi scivolasse sulla sua spalla.

Dopo che congedammo i ragazzi, America ed io raggiunsimo i camerini, prendendo due abiti corti fino sopra le ginocchia, uno azzurro ed uno che sfumava sul rosa. 
L'ultimo era il mio, diceva sempre che quel colore mi stava bene per il contrasto con la mia pelle e i miei occhi, come a lei stava bene l'azzurro.
Quella sera mi sentivo stranamente agitata.
-Sono nuovi?- mi chiese America, indicando i miei bracciali, più colorati del solito, che ricoprivano il mio polso sinistro.
Alzai così il braccio mostrandole tutti i nuovi accessori.
-Ti piacciono?- Sorrisi lievemente, prendendo poi la piastra e attaccandola.
America annuì, con sguardo più sospettoso del solito. 
-Che c'è?- Risi a mia volta, sedendomi su uno sgabello rifinito in pelle.
-Hai comprato tutto senza di me! Ma brava!- Soffocò una risata, prendendo la piastra che avevo fatto scaldare fino a quel momento.
-Quando ho preso i bracciali, ho preso anche una collana per te!-
Sorrisi girandomi verso di lei.
-Sta nella mia borsa- Continuai.
-Potrei perdonarti, a patto che tu mi presta un bracciale, quello bianco, ci sta bene con il vestito no?- Rise calorosamente, prendendo una ciocca dei miei capelli, arrotolandola nella piastra.
Mi sfilai così il bracciale e glielo porsi, infilandolo nel suo polso che portò vicino la mia spalla, mentre con l'altra manteneva la pistra, rilasciandola poco dopo e dando vita a dei boccoli più luminosi e voluminosi del solito.
-Se non facessi la modella, sarei parrucchiera!- Annunciò lei con tono soddisfatto, sfiorando il nuovo boccolo appena fatto.
-E io sarei una tua cliente! Bel lavoro!- Sorrisi a mia volta, giocando con i braccialetti, sfilandoli e rimettendoli, seguendo un ordine in base ai loro colori improvvisato al momento.

Durante la cena, si respirava un'aria di agitazione e tensione.
I ragazzi non si erano ancora fatti vedere, e intanto avevano già portato degli antipasti a tavola.
Tutto leggero, secondo i nostri standard dato che poi ci sarebbe stato il nostro usuale rito sul red carpet.
Ma forse l'agitazione era dovuta proprio a questo. Ci sarebbero stati i più importanti stilisti al mondo, e noi dovevamo assolutamente dare una buona impressione.
Eppure avevamo sfilato sul Red Carpet tante di quelle volte che ormai non dovevamo neanche preoccuparcene, ma è pur vero che la gente che assiste fa sempre la differenza.
E più ti ostini a mantere la calma, più la gente attorno a te fa l'opposto, e di conseguenza trasferiscono il loro stato d'animo turbolento su di te.
Giocavo con un pezzo di pane indugiando nel mangiarlo sotto lo sguardo attento e talvolta severo di America.
-Stai fissando la porta da quando siamo arrivate e non ancora mangi un boccone! Avanti!- mi rimproverò America.
Io scossi il capo, staccando un pezzetto di pane e avvicinandolo alle labbra così da renderla felice, continuando a fissare la porta senza neanche accorgermene.
-Lexie, arriveranno- Sussurrò con voce più calma, guardandomi con i suoi occhi azzurri, quasi scrutandomi.
Io spostai un boccolo dal viso di tutta risposta, cercando, o almeno impegnandomici, di togliere lo sguardo da quella stupida porta.
Ma poi, perchè doveva importarmene così tanto? Non li conoscevamo neanche, ed erano loro i maleducati che non ci avevano neanche avvisate di non venire.
-Si, scusami, è che.. solo.. non ci hanno detto niente, non si fa cosi..!- Risposi io con voce più sottomessa alle mie stesse parole.
America scosse il capo di tutta risposta.
-Non ci siamo, non ci siamo proprio!- alzò gli occhi al cielo, bevendo un pò d'acqua.
Forse aveva ragione, dovevo prendere solo la situazione in mano e non dare troppo peso alla loro assenza.

Un venti minuti dopo ci vennero a chiamare per prepararci al red carpet.
Non amavo i preparativi. Mi mettevano sempre una grande ansia, ma adoravo la fine delle cose.
La fine delle grandi feste, iniziative, programmi e sfilate.
La fine in cui tu, finalmente, potevi rilassarti e pensare a tutto. Essere soddisfatto del proprio lavoro.
Se solo la mia insicurezza non mi avesse mai frenata, probabilmente mi sarei goduta molto di più quell'anno di grandi successi nel campo lavorativo.
Indossai un vestito lungo a sirena, rosso con una scollatura lungo le spalle e la schiena, mentre America ne portava uno di un azzurro sfumato, sempre del mio stesso modello.
-Foto prima del red carpet!- Squillò la voce della mia migliore amica.
Ed ecco il momento della selfie prima di entrare in scena.
Mi affiancai dietro la sua spalla destra, uscendo nella foto con una faccia buffa, mentre lei incurvava le labbra piene con un sorriso e un occhiolino, dandole un'aria allegra e spiritosa.
Se c'era una cosa che ho sempre amato erano quelle foto, che puntualmente pubblicavamo su instagram esattamente qualche minuto prima di uscire dalla limousine con le altre ragazze mettendo piede sul red carpet circondato da fotografi e giornalisti provenienti da tutto il mondo.
Quella sera la gente era presente in un numero più elevato del solito.
Scesa dall'auto, seguita da America, camminai con disinvoltura nei primi tratti del tappeto, fermandomi di tanto in tanto insieme alle ragazze della mia stessa agenzia ritrovandoci con microfoni davanti quasi a circondarci, e fotografi chinati appena sulle ginocchia per scattare continue foto che probabilmente sarebbero poi andate sulla nostra rivista.
E allora noi mostravano il nostro lato migliore e sorriso smagliante.
Girai su me stessa, lasciando ondulare il vestito sul tappeto tenendo una mano poggiata sul mio fianco, non appena incrociai gli occhi verdi del ragazzo del pomeriggio prima.
Schiusi appena le labbra, mentre scorsi pian piano anche i quattro ragazzi, tutti vestiti a puntino con smoking, circondati anche loro da alcune guardie del corpo.
Mi avvicinai così all'orecchio di America, che intanto continuava a sfilare sul Red Carpet prima di raggiungermi.
-Lexie? Tutto bene? Chi hai visto?- Sussurrò la ragazza bionda al mio orecchio, mordendosi il poprio labbro inferiore e sguizzando con gli occhi tracciando la linea immaginaria del mio sguardo.
Si bloccò di scatto poi, notando anche lei i ragazzi.
-Ma guarda questi! Non si presentano alla cena senza nemmeno lasciare un avviso e poi! E poi vengono qui!-
Sospirai abbassando lo sguardo e poggiando una mano attorno le sue spalle.
-Meglio entrare, ci staranno già cercando per le interviste- Sussurrai con voce più calma possibile cercando di non mostrare la delusione nella mia voce.

Durante il banchetto, io e America non facevamo altro che fare alcuni scatti con le altre ragazze e bere qualcosa di analcolico.
Portai il mio drink alle labbra, prima di indugiare sul bicchiere vedendo il ragazzo 'dagli occhi di ghiaccio'.
-Lexie giusto?- Sussurrò il ragazzo, inumidendosi velocemente le labbra e venendomi incontro con un leggero e spontaneo mezzo sorriso.
Annuì a mia volta accennando un sorriso di saluto, riportando il bicchiere alle labbra.
-Mi scuso personalmente a nome di tutti i ragazzi per questa sera. Ma abbiamo avuto un imprevisto con il lavoro, dovevamo incidere un pezzo prima del dovuto e.. ci siamo ritrovati in studio in un batter d'occhio. Non ci hanno lasciato neanche il tempo di avvisare che..- Il suo discorso venne interrotto dal ragazzo moro e dagli occhi profondi e dolci.
-Lou ti ha già dato le nostre scuse?- Sussurrò Liam, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.
Io annuì piegando gli angoli della mia bocca in un sincero sorriso.
-Tutto risolto, cioè non fa nulla, se non vi hanno neanche dato il tempo di avvisare..- Ammisi io. In fondo se ci pensavo, la colpa non era stata del tutto loro e ad ogni modo non mi andava di discutere su un argomento così futile, dal momento che ora potevo anche solo limitarmi a conoscerli meglio.
Girai lo sguardo in seguito verso America, per richiamarla in mio aiuto sentendomi chiaramente a disagio, ma lei era già impegnata in un bel discorso con il ragazzo dalla pelle bronzea.
La vedevo sorridere, e invidiavo il suo essere molto più a suo agio rispetto a me.
Cercavo intanto con lo sguardo anche il ragazzo riccio, vedendolo solo alla fine della breve discussione avuta con Louis e Liam.
Lo scorsi arrivare verso di noi con il ragazzo biondo caricato sulle spalle, ridendo come non ci fosse un domani, affondando ancora di più la pelle del suo viso nelle proprie fossette.
-Lexie! Scusami se..-  interruppi le scuse di Harry prontamente, con un cenno della mano e con un altro sorriso, più marcato e rassicuratorio.
-Sta tranquillo, mi hanno già spiegato, e non fa nulla! Del resto, il lavoro è lavoro no?- Sorrisi nuovamente, rimpendo il bicchiere con un pò di coca cola.


Uno dei miei rituali più graditi era quello serale.
Alla fine di una trasmissione televisiva, un servizio fotografio o di una sfilata, amavo trascorrere del tempo sola. 
Solo io e il pianoforte.
Adoravo suonarlo. Mi faceva sentire libera, viva.
Potevo finalmente esprimere ciò che portavo dentro, ed era anche più semplice come modo di esternare le proprie emozioni rispetto alla confidenza a parole.

Raggiunsi così la stanza del pianoforte, fortunatamente ne aveva una l'albero nuovo.
E dico, fortunatamente. Nel vero senso della parola. Sentivo un estremo bisogno di utilizzare quello strumento il prima possibile. O meglio, non mi piaceva chiamarlo solo come 'strumento', ma come opera.
Esattamente, come un'opera d'arte. Quel pianoforte per me, si avvicinava molto bene con il primo significato attribuitogli.
O perlomeno, per me era così.
Mi sedetti sullo sgabello ricoperto da un tessuto vellutato, poggiando le mani sui tasti bianchi, mentre con la sinistra mi aiutavo sul lato opposto del piano.
Chiusi gli occhi, iniziando a sentire nella mia mente il suono adatto per quel momento.
Ed ecco che iniziai a suonare partendo dall'alto, dalle note più acute, facendole combaciare alla perfezione con quelle più basse, premendo di tanto in tanto sui tasti neri e continuando con un sorriso soddisfatto e soprattutto felice, sulle mie labbra.
Tutta quell'armonia venne però interrotta da due mani che si poggiavano sui miei fianchi.
Mi girai così all'improvviso, bloccando di scatto il brano e sentendo come un tuffo al cuore nell'incrociare i suoi occhi verdi.
Il fatto che io fossi di spalle, e lui dietro di me, chinato all'altezza giusta del mio collo e respirando probabilmente di proposito, sul lato di esso, mentre continuava a stingermi con delicatezza i fianchi, mi fece tornare in mente una scena che mi perseguitava, ma che avrei assolutamente voluto aver rimosso.

Inizio FlashBack:
-Allontanati.-
-Non penso di poterlo mai fare, piccola.-
Mi girai a quel punto di scatto, chiudendo il piccolo sportelletto in legno del piano per bloccarne i tasti, mentre lui questo non lo accettò mai, tanto che, non appena vedeva anche solo un innocente messaggio, si insospettisce subito e di conseguenza lo andò a chiedere a Demi.
Ed ecco di nuovo poco dopo le urla di panico e terrore.
Fine FlashBack.

Chiusi agli occhi, scuotendo velocemente per rimuovere il vecchio pensiero, sentendo di colpo brividi lungo il mio corpo sempre più forti.
-Ti va di uscire questa sera?- mi sussurrò con voce roca al mio orecchio, quanto mi bastasse per andare del tutto in tilt.



  
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