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Autore: _windowsgirls    10/01/2015    1 recensioni
Già durante la celebrazione del suo matrimonio, Zayn si rende conto che tutto sta cambiando. Il suo segreto più intimo gli pesa ancora di più sulle spalle, e non può fare a meno di pensare che, a volte, il passato torna con una potenza superiore ad una tempesta improvvisa.
Dalla storia:
La macchina era lontana solo cinque metri, ma prima che potesse raggiungerla, una mano lo tirò per la camicia e lo fece sbattere contro il muro. Venne placcato dal gomito dell’aggressore sotto il collo e incominciò a sudare freddo.
« E’ questo l’unico modo in cui possiamo parlare? »
« Cosa volete? » A Zayn era stato difficile fare uscire quelle poche parole, paralizzato dal terrore. Sapeva che sarebbero arrivati, che l'avrebbero cercato, altrimenti non avrebbero fatto irruzione al matrimonio. Era giunto il momento.
« Cosa vogliamo? Ma parli sul serio? Vogliamo vendetta, mi sembra più che ovvio. »
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Liam Payne, Louis Tomlinson, Un po' tutti, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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I know they'll be coming
to find me soon

Stockholm Syndrome, One Direction

 




Plan


Una volta che Niall ed Harry se ne furono andati, Johanna e Zayn iniziarono a creare dei piani che in qualche modo avrebbero potuto permettere l'avvicinamento dei loro amici.
La settimana passò rapida e fu nuovamente sabato, il giorno della messa in scena. Zayn non aveva detto niente ai suoi amici, facendo finta che se ne fosse dimenticato, e Johanna aveva programmato di fare un'uscita con Lucie.
« E tuo marito? »
« Starà bene. Ho bisogno di stare un po' da sola con te. »
Il piano consisteva nel far incontrare Lucie e Niall in un locale gay - ovviamente, a quel punto sarebbe entrato in scena Harry - e avrebbero cercato di trovare un compromesso con cui li avrebbero lasciati da soli a parlare. Non era niente di che, ma chi se ne fregava, ci avrebbero provato lo stesso.
Johanna stava aggiustando il papillon al collo di Zayn - tanto per rendere l'uscita quanto più veritiera possibile - anche se lui sarebbe uscito con Niall ed Harry.
« No, per favore. Allentalo un po', mi sembra di strozzare. »
Johanna mise un dito al colletto della camicia di Zayn e incominciò a muoverlo per poterlo allargare un pò. « Va meglio? »
« Sì, grazie. » si girò e si specchiò, mettendosi un altro po' di lacca per mantenere fermo il ciuffo. Poi mentre se li aggiustava con le mani, vide il riflesso di Johanna che si metteva gli orecchini seduta sul letto. Aveva un paio di jeans attillati, una canotta bianca di pizzo e dei tacchi bianchi abbastanza alti.
« Però, non sei niente male. Secondo me, farai diventare etero chiunque ti guarderà stasera. »
« Quanto sei scemo. Pensa piuttosto a riuscire nel piano. » disse lei alzandosi e prendendo la borsa nera dalla cabina armadio. « Stasera deve essere tutto perfetto. »
« E lo sarà, fidati di me. Andrà tutto per il verso giusto. »
Dopodichè citofonarono e Johanna si avviò verso l'ingresso, con il rumore dei tacchi che rimbalzava sulle pareti.
« Pronta? » disse Lucie che si stava stringendo le spalle nel suo corto vestito nero.
« Sì. » poi la mora diede uno sguardo alle sue spalle. « Amore io vado! ci vediamo più tardi! »
« Okay, Jo. » disse Zayn rimanendo nella stanza, poi Johanna uscì sorridendo e chiudendosi la porta dietro.
Da bravo marito, Zayn incominciò a mettere nel portabiancheria la roba sporca che aveva buttato sul letto e incominciò a chiudere tutte le finestre. Sì, la casa e il posto erano davvero belli e tranquilli, ma essere nei pressi di un bosco non era una cosa molto fiduciosa, per cui era davvero il caso che chiudesse le finestre. Poi citofonarono una seconda volta ed Harry e Niall entrarono nell'appartamento.
« Ma Johanna? » chiese il biondo dopo aver lanciato un rapido sguardo alla cucina.
« Oh, no, è andata dai suoi genitori stasera. Siamo liberi di andare dove vogliamo. » poi Zayn lanciò un'occhiata ad Harry.
Il riccio aggrottò la fronte, « Ehm..dove dovremmo andare? »
Zayn spalancò gli occhi, ed esasperato li fece uscire di casa, sperando che il piano riuscisse.


« Dove stiamo andando? Non sono mai andata in queste vie buie.. »
« Stai tranquilla. Io quando ero fidanzata con Zayn ci venivo sempre... »
Lucie mugugnò qualcosa come 'chissà che facevate', ma Johanna fece finta di non sentirla, avvicinandosi la borsa alla vita. Anche a lei non piacevano per niente quelle strade vuote e quel silenzio opprimente che aleggiava sulle strade, ma era sicura che fosse quella la via. Girarono sulla destra e si ritrovarono in un via talmente illuminata che dovettero entrambe socchiudere gli occhi.
« Ma guarda! » esclamò Lucie strabiliata. « E' un mercatino di antiquariato! »
« A quanto pare.. » disse Johanna vaga, guardandosi intorno. Secondo le indicazioni che le aveva dato Zayn quella mattina, il locale gay era alla fine di quella via, per cui dovettero per forza immettersi in quella confusione di gente.
« Vediamo ogni bancarella, tanto non abbiamo nessun luogo specifico in cui andare! » disse Lucie euforica vedendo la gente accanto a sè che passava con borse cariche di oggetti.
« Ehm..okay. » disse Johanna tirando fuori dalla tasca del jeans il cellulare per controllare l'ora. 21.12. Alle nove e mezza si sarebbero dovuti tutti incontrare all'entrata del locale. Sì, dai, avrebbero potuto farcela senza problemi.
Lucie la prese sotto il braccio come fanno solitamente le vecchiette e incominciarono a guardarsi intorno, schivando passeggeri che si fermavano in mezzo alla strada facendoti andare addosso a tutti loro, bambini che correvano e genitori che li inseguivano. Dio, erano davvero così tremendi?
« Scusatemi, belle ragazze. »
Entrambe si girarono verso quel tizio che le aveva picchiettato sopra le spalle. « Vi disturbo? »
Era un pagliaccio, con il naso rosso attaccato al naso, il sorriso bianco dipinto in faccia e un cappello dalla forma ellittica che gli cadeva sino agli occhi.
« Veramen- »
« No. Ci dica. » Johanna maledisse mentalmente Lucie e incomiciò a picchiettare il tacco per terra come se invece andasse di fretta, cosa effettivamente vera.
« Sto per fare un piccolo spettacolino per pubblicizzare il mio corso circense. Vi piacerebbe rimanere un po'? »
« No. » disse subito Johanna tirando fuori dalla tasca il cellulare. 21.20
« Sì, invece. Sono interessata. » disse Lucie fulminandola con lo sguardo. Johanna dovette chiudere gli occhi esasperata e vide il clown incominciare a fare i suoi giochetti. Il tempo passava rapido e lei non poteva proprio fare tardi.
Controllò un'ultima volta il cellulare. 21.27
« Lucie, mi sto sentendo male! » urlò all'improvviso portandosi una mano allo stomaco. « Sto per vomitare! »
La ragazza si girò, e la guardò allarmata. « Oddio, che vuoi che faccia? »
« Devo mettere urgentemente qualcosa cosa sullo stomaco. » urlò Johanna piegandosi in avanti. Da piccola aveva fatto un corso di recitazione, per cui sapeva fingere proprio bene. 'Non ti servirà a niente' le diceva sempre sua madre, ma in quel momento si ringraziò per averlo continuato a fare nonostante tutto.
Lucie lasciò subito alcuni centesimi nel cappello che il pagliaccio aveva ai suoi piedi e incominciò a tirare Johanna per il braccio. « Ecco, qui vendono hotdog. »
« NO! » urlò di nuovo Johanna. Non dovevano fermarsi lì, il locale era più avanti.
« Come no!? Devi mangiare, andiamo! »
« Questo locale mi fa schifo. » disse premendosi le mani sulla pancia. « Più avanti ce n'è uno ottimo. »
« Ma potresti vomitare da un momento all'altro! »
Johanna finse un conato di vomito e incominciò a tossire. « Andiamo, adesso! » disse alzando il passo e allontanandosi. Lucie la seguiva a ruota, fin quando non arrivarono alla fine del mercatino. « Si può sapere perchè cazzo te ne stai andando? Abbiamo superato un sacco di pizzerie, potevi fermarti in una a caso! »
Johanna alzò lo sguardo ad un bivio e incominciò a guardarsi da sinistra a destra. Sulla sinistra, sul bordo della strada vide un'insegna lampeggiare fievolmente, « E' là! »
« Cosa? »
« L'unico locale dove posso mangiare qualcosa di decente! » Johanna si mise a correre quel tanto che i tacchi le permettevano e Lucie intanto si accingeva a raggiungerla. « Sei una cretina! »
Sopra l'insegna c'era un orologio e quando fu abbastanza vicina, Johanna vide l'orario: 21,30.
Si fermò appena di fronte all'ingresso e Lucie la raggiunse affannata, quando da dietro l'angolo opposto apparvero Niall, Harry e Zayn.
Lucie si girò prima di Johanna e impallidì, sentendo caldo improvvisamente. A Niall gli si arrossarono immediatamente le guance, mentre Harry e Zayn era visibilmente sorridenti. « Qual buon vento! » urlò il moro, una mano appoggiata alla spalla di Harry.
« Ciao, amore! » disse Johanna baciandolo leggermente sulle labbra carnose. « Non avevi detto di voler rimanere in casa? »
« Sì, ma Harry mi ha chiamato e voleva che io e Niall lo accompagnassimo. E tu che ci fai qui? »
« Stavo poco bene e Lucie è stata disposta ad accompagnarmi fin qui per mettere qualcosa sullo stomaco. E' stata molto gentile, ma ora sto molto meglio. »
Si girarono entrambi e videro Lucie e Niall accanto, mentre guardavano ai lati opposti della strada. « Che dite » disse Harry aggiustandosi la cravatta bianca sopra la camicia nera. « Passiamo la serata tutti insieme? E' sabato dopotutto. »
« Per noi va bene. » dissero Zayn e Johanna in simbiosi. Poi si girarono verso Lucie e Niall, mentre entrambi si vedevano la punta delle scarpe. « Per voi va bene? »
Lucie biascicò un sì e si avvicinò all'ingresso del locale la cui insegna citava 'i choose you '
Niall annuì e andò accanto ad Harry. Zayn e Johanna si scambiarono un'occhiata rapida e li seguirono, quando gli altri erano finalmente entrati nel locale.
Le luci erano soffuse, la musica alta che rimbalzava su tutta quella gente - 99,5 % maschi, in quanto un tizio era vestito da donna ma era un uomo, per cui Johanna non seppe dire la cifra precisa - che ballava come se tutti fossero dei forsennati. I tavoli di conseguenza erano tutti liberi, e tutti e cinque si andarono a sedere sul tavolo nell'angolo più lontano. Zayn si sedette a capo tavola, appena affianco a lui Johanna, e a seguire Lucie. Dall'altra lato di Zayn sedevano Harry e Niall. Non staccava gli occhi di dosso dalla ragazza, nemmeno quando arrivò il cameriere. Era un bel ragazzo, con i capelli rossi e il viso una maschera di lentiggini. Era muscoloso e aveva i bicipiti ben evidenti sotto la maglietta verde. Nel momento in cui iniziò a parlare, Johanna si rimangiò tutto. Aveva una vocina trillante e acuta che sembrava fosse composta da ultra suoni. « Ciao bei ragazzi. Come state? »
Niall e Zayn si lanciarono uno sguardo preoccupato, poi riportarono gli occhi sul cameriere che aveva tirato fuori dalla tasca posteriore del jeans un taccuino. « Cosa vi porto? » disse senza che prima avesse ricevuto una risposta.
« Che ci offre la casa? » disse Harry, mentre continuava a squadrarlo dalla testa ai piedi.
« Beh, » il tizio si girò a guardare la folla e la indicò con il pollice. « Tutti quei doni di Dio. »
Zayn si portò una mano alla bocca per reprimere una risata, mentre con l'altra stringeva la mano di Johanna. Niall non se ne fregò nulla e scoppiò a ridere, contagiando Lucie che lo guardava continuamente di sottecchi.
« Intendo da mangiare. » precisò il riccio, improvvisamente in imbarazzo.
« Oh, scusatemi. » sorrise anche il ragazzo, il cui nome inciso sulla targhetta era 'Travis'. « Comunque solitamente facciamo delle serate a tema dove tutti mangiano la stessa cosa. La pizza vi va bene? »
« Sì sì, va benissimo. » disse Zayn dopo essersi ricomposto.
« Ok, allora sono .. » iniziò a contare i ragazzi. « ..cinque pizze, giusto? »
« Veramente sono solo tre. » puntualizzò Harry e tutti scoppiarono a ridere. Zayn per le risate sbattè la fronte contro il bordo del tavolo e Niall cadde di lato, buttandosi su Harry. Il cameriere proruppe in una risata leggera e composta, poi però appuntò qualcosa sul taccuino. « Okay, fra un po' vi porto i piatti. » fece un riverenza con il capo - neanche fossero dei reali - e se ne andò, mentre tutti stavano ancora ridendo.
« Sei un coglione! » disse Lucie mentre gli buttava il tovagliolo addosso.
« No, sono solo simpatico. »
Intanto il dj aveva cambiato musica e ora suonava quella tipica del trenino. « Oh no. » disse Niall. « Io non lo faccio se mi chiamano. »
Neanche si fosse tirato i piedi, il ragazzo travestito da donna - la dragqueen della serata, aveva letto Johanna su un manifesto appeso al muro - si avvicinò al loro tavolo e incominciò a sculettare vicino Niall ed Harry. Zayn continuava a ridere per la scena assurda, mentre il ragazzo travestito si chinava sopra Harry mettendo in mostra il suo seno - diciamo delle palline di plastica poste sotto la maglietta, ma dettagli - e incominciò ad ammicargli con gli occhi troppo truccati. Aveva anche le lenti a contatto. « Allora » biascicò con parole suadenti « chi di voi tre si aggrega a noi? »
Zayn sollevò la mano che stringeva con quella di Johanna, e il tizio mascherato lo lasciò stare. « Voi due? »
« Io ci sto. » Harry si alzò e appoggiò sul tavolo  il tovagliolo che aveva spiegato sopra le cosce. « Ci vediamo dopo. » si fece prendere la mano dalla dragqueen mentre Niall si alzava e andava a sedersi accanto a Lucie. La ragazza impietrì nel momento in cui lui le passò un braccio sopra le spalle. « Lei è la mia ragazza, per cui mi dispiace, amico....o amica. Sarà per la prossima volta. »
Il ragazzo mascherato fece spallucce, si mise Harry davanti e lo portò al centro della pista con le mani strette sulle sue spalle, immischiandosi in quella folla di ragazzi scatenati.
Niall tolse subito la mano dalle spalle della ragazza. « Scusami. »
« Figurati. » sussurrò lei, mentre si aggiustava il tovagliolo. Il tavolo cadde in un silenzio imbarazzante, mentre Zayn e Johanna parlottavano tra loro e Lucie e Niall guardavano fissi avanti a loro, lo sguardo puntato sul vuoto.
Il biondo sbuffò rumorosamente e si portò una mano tra i capelli. « Senti, Lucie.. »
La ragazza si girò  e lo vide negli occhi, sciogliendosi quando incontrò quelle iridi azzurre che adorava tanto. « Dio, sono così imbarazzato. »
« Lo sono anche io. »
« Non riesco ad intavolare una conversazione. »
« Lo stai già facendo. »
« Non questo tipo di conversazione..» alluse lui, mentre si torturava le mani. « E' da due settimane che non parliamo di quello che è successo. » sussurrò.
Lucie però non aveva sentito tutta la frase, imbambolata al 'due settimane'. Anche lui aveva contato i giorni? Gli sorrise, « Lo so, non ce n'è stata occasione. » deglutì, aggiustandosi una ciocca di capelli dietro l'orecchio.
« Ecco qui! » Travis reggeva tra le mani cinque piatti di pizza e incominciò a distribuirli. « Spero vi piaccia! »
« Grazie mille! »
« Se vi serve qualcosa, chiedete. »
« Senza dubbio. » disse Zayn, poi quando se ne fu andato, parlò di nuovo. « Buon appetito ragazzi! »
« Buon appetito. » risposero in coro, e dopo quello Niall e Lucie smisero di parlare, mentre il piatto di Harry si raffreddava, in quanto il ragazzo era troppo impegnato a ballare sul cubo con il ragazzo mascherato.


Erano forse le undici e mezza ed Harry non era più tornato al loro tavolo, troppo impegnato a bere diverse birre con il ragazzo mascherato, che aveva un cascata di capelli biondi che gli cadevano fino al fondoschiena.
« Vedete Harry, fa conquiste. » Zayn smise di giocare con i resti del gelato nel suo piatto e si pulì la bocca con il fazzoletto.
« Beato lui. » bisbigliò Lucie. Nessuno ci fece caso, ma Niall aveva sentito ciò che aveva detto e nel momento in cui il dj passò un lento, si alzò facendo strisciare la sedia sul pavimento e richiamando l’attenzione di tutti quelli che stavano seduti al tavolo. Si schiarì la voce e si aggiustò i bordi della maglietta. « Lucie, ti va di ballare? »
Johanna diede con il gomito un colpo alla ragazza che, sorridendo, si alzò, lasciando la borsetta sulla sedia. « Con piacere. » poi prese la mano di Niall e si lasciò guidare dal ragazzo in mezzo alla pista, tra tante coppie di ragazzi che ballavano.
« Vedi? Forse ci siamo riusciti, Jo. » disse Zayn alla moglie che intanto li guardava adoranti.
« Non sono carinissimi? Spero che dopo stasera possano concludere qualcosa, davvero. »
« Niall si è comportato proprio da gentiluomo, non credi? »
« Invintandola a ballare? Sì. E Lucie non aspettava altro. »
« Chissà di quante cose avete parlato voi due.. » disse il ragazzo mentre si stiracchiava le braccia. Gran parte del locale si era svuotato, e ai tavoli non c’era più nessuno. Johanna si portò le mani alla faccia e nascose un enorme sbadiglio che le fece lacrimare gli occhi. « Mamma mia.. »
« Sei stanca? »
Johanna scosse la testa. « No, gli elefanti mi ha pestato gli occhi. »
« Allora facciamo una cosa. » Zayn, ignorando la frase sarcastica, si alzò e scostò la sedia. « Adesso vado ad avvicinare la macchina così tu non fai altra strada sopra quei trampoli. » disse indicando i tacchi di Johanna. « Intanto, vado a pagare. I conti con gli altri li facciamo domani con calma. » si mise le chiavi della macchina in tasca e si allontanò. « Fra dieci minuti fatti trovare fuori, magari dopo aver radunato il gruppo. »
« Okay. » poi Johanna prese il cellulare e iniziò ad aspettare.
Pagato il conto, Zayn uscì dal locale. Non c’era nessuno per le strade, il silenzio era inquietante e grazie al cielo la macchina non era molto lontana. Gli unici rumori della via erano i ticchettii delle scarpe di Zayn sul marciapiede, a parte qualche miagolìo nell’oscurità. Tutte le finestre delle case erano abbassate e l’insegna del locale incominciò a diventare sempre più piccola. Aveva tirato fuori le chiavi della macchina e aveva preso a farle girare intorno all’indice, ma poiché il suono rimbombava per tutta la via, decise che sarebbe stato meglio rimetterle a posto; non c’erano pali della luce e le uniche cose che riusciva a vedere erano i riflessi della luna sulle macchine parcheggiate lungo i marciapiedi.
All’improvviso sentì dei passi pesanti dietro di lui che aumentavano di velocità e si ritrovò a correre, inconsapevole di cosa stesse facendo. La macchina era lontana solo cinque metri all’incirca, ma prima che potesse raggiungerla, una mano lo tirò per la camicia e lo fece sbattere contro il muro. Venne placcato dal gomito dell’aggressore sotto il collo e incominciò a sudare freddo.
« E’ questo l’unico modo in cui possiamo parlare? »
Zayn con le braccia libere cercò di liberarsi dal blocco ferreo di Liam, i cui occhi erano più luminosi del riflesso lunare.
« Cosa volete? » gli era stato difficile fare uscire quelle poche parole, paralizzato dal terrore. Sapeva che sarebbero arrivati, che l'avrebbero cercato, altrimenti non avrebbero fatto irruzione al matrimonio. Era giunto il momento.
« Cosa vogliamo? Ma parli sul serio? » Louis uscì da dietro Liam, i loro vestiti neri che li facevano mimetizzare in quella totale oscurità. « Vogliamo vendetta, mi sembra più che ovvio. »
« Perché proprio adesso? Perché non prima? » sputò Zayn tra i denti, il braccio di Liam ancora sotto al suo collo e il suo corpo bloccato al muro. Il sudore gli scendeva gelido lungo la nuca e gli bagnava il colletto della camicia bianca. Il papillon gli stava facendo mancare il respiro.
« Ma che, il matrimonio ti ha frullato il cervello? » bisbigliò Liam, i capelli tutti spettinati e gli occhi iniettati di sangue.
« A quanto pare sì. » rispose Louis al suo posto. « Se mio padre non avesse pagato la cauzione, non saremmo mai usciti di prigione. Ora siamo in libertà vigilata. Se fossi stato punito anche tu, a quest’ora staremmo pagando ancora, insieme come i buoni amici che eravamo un tempo. »
« E ti sembra giusto che noi abbiamo passato gli ultimi cinque anni in prigione, indagati per tutto questo tempo, eh? » Liam gli spinse il braccio ancora di più. « Ti sembra giusto? No, tu hai preferito scappare e farti la bella vita. Spero tua moglie ti soddisfi. »
« Lei è la persona più importante della mia vita. Dovete starle alla larga. » sussurrò Zayn con il poco fiato che gli rimaneva. Stringeva con forza il braccio di Liam per fargli allentare la presa, ma era tutto inutile. Era più muscoloso di lui, e nonostante Zayn fosse andato in palestra, non sarebbe mai arrivato ai suoi livelli.
« Vedremo. » Louis sorrise socchiudendo gli occhi e fece staccare Liam che prese a massaggiarsi il braccio, mentre Zayn si piegava su se stesso, portandosi una mano al collo e tossendo.
« Pagherai anche tu, Zayn. Devi. » Liam sputò tra i denti l’ultima parola e si alzò il cappuccio della felpa nera. Louis lo imitò e si volatilizzarono, scomparendo nell’oscurità della traversa, lasciando Zayn che intanto si era seduto per terra, lo sguardo rivolto alla luna, l’unica testimone di quella notte.




Spazio autrice:
Buon sabato everyone. Come state? Com'è andato il rientro a scuola? Per me è stato abbastanza traumatico e mi ritrovo a fare già interrogazioni e compiti in classe *help*.
Comunque, ecco a voi il capitolo. Finalmente si scoprono un bel po' di cose, ma partiamo con calma dall'inizio.
In un primo momento vediamo Zayn e Johanna che si programmano la serata, poi Jo con Lucie che si avviano verso il locale in cui Harry trova il suo paradiso, ahahah.
Niall è imbarazzatissimo, ma mette da parte tutte le emozioni e invita la ragazza a ballare. Che dite, riusciranno a concludere qualcosa?
E poi la parte finale che io penso sia la più importante: ecco svelata l'identità di queste due persone che seguono e spiano Zayn dal giorno del matrimonio.
Louis e Liam sono delle figure molto particolari in questa storia, il cui ruolo è importantissimo. Sono il passato di Zayn che torna pù imperioso che mai a rovinargli la vita. Da questo momento in poi la vicenda verrà rivoluzionata, e non posso non dirvi che io amo Louis e Liam, i personaggi che incarnano mi piacciono in una maniera smisurata!
Okay, penso di aver detto già troppo, per cui non mi dilungo più di tanto.
Ci tengo a ringraziare tutte le ragazze che hanno messo questa storia tra le preferite/ricordate/seguite o che leggono semplicemente.
Vi prego di lasciarmi un commentino per sapere cosa ve ne pare, anche di due parole, se ci sono errori o delle questioni su cui volete parlare. Mi piacerebbe anche sapere come questi due nuovi personaggi vi appaiono, per capire se vi attraggono come hanno fatto con me, o più semplicemente cosa vi aspettate che facciano. Va bene qualsiasi cosa, sono pronta a tutto.
Ci vediamo sabato prossimo, e buon weekend.
Lots of love,
Eli.


 
  
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