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Autore: Papillon_    12/01/2015    4 recensioni
“Promettimi che qualunque cosa accada, Blaine, qualunque, un pezzetto del tuo cuore rimarrà comunque mio. Anche piccolo, anche insignificante; tu promettimi che lo lascerai per me. A me basterà. Sarà la cosa più bella del mondo, e potrò dire che mi hai amato. Senza paure e per sempre.”
“...Te lo prometto, Kurt.”
.
Blaine è convinto di aver perso Kurt per sempre e adesso è completamente solo, in un mondo fatto di paura e di virus e di morte. Ma un giorno ogni cosa cambia - e Blaine scoprirà l'importanza delle seconde opportunità, ed avrà l'occasione di ricominciare tutto da capo.
[Crossover Glee/In the flesh; Klaine AU]
Genere: Angst, Romantico, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Blaine Anderson, Kurt Hummel | Coppie: Blaine/Kurt
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno
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Capitolo 9

Beating heart

 

Kurt quel mattino tremava più del solito dentro l'enorme felpa di Blaine. Era rannicchiato sul pavimento del bagno, la siringa per fare l'iniezione in una mano e l'altra che era ferma contro lo stomaco, calda e in qualche modo rassicurante, come se fosse l'unica cosa che poteva tenerlo in pezzi.

Non voleva chiamare Blaine per chiedergli aiuto, perché ultimamente l'iniezione era molto più dolorosa del solito – e cominciava ad avere paura delle sue stesse reazioni.

Si strinse le ginocchia al petto e fece vagare le dita sulla parte alta della schiena, timide e leggermente fredde mentre pizzicavano la pelle, alla ricerca del punto in cui avrebbe dovuto iniettarsi il liquido.

Quando lo trovò sibilare fu un gesto incondizionato – e poi chiuse gli occhi di scatto, pronto a ricevere dolore.

Non si aspettava che però fosse così forte – netto e bruciante e incredibilmente reale dolore, ovunque sotto la pelle dove scorreva il sangue, e improvvisamente Kurt si ritrovò a gridare. Scivolò di lato, il corpo scosso da mille spasmi e le mani che tremavano e piccoli gemiti che lasciavano le sue labbra-

Non capisco cosa sta succedendo.

Tentò di alzarsi ma fu tutto inutile, tutto inutile- il dolore aumentò sempre di più fino a che Kurt gridò così forte da temere di non avere più alcuna briciola di fiato in corpo, calde lacrime che lasciavano i suoi occhi e si infrangevano sul pavimento freddo del bagno-

E poi due braccia calde e presenti e tutto furono attorno al suo corpo, forti; e lo strinsero tirandolo su con un affanno che Kurt non credeva di aver mai percepito in nessuno – ma non vedeva niente, c'era buio ovunque, e fu davvero un miracolo che riuscisse a sentire la voce di Blaine.

“Kurt, ci sono io.”, disse lui, prendendolo tra le braccia e cercando di imprimerselo addosso per farlo smettere di tremare. “Shhh, va tutto bene, ci sono io-”

E Kurt piangeva e il suo corpo si muoveva ancora a spasmi senza che lui potesse fare niente per evitarlo- Sentì la braccia di Blaine sollevarlo, una sulla sua schiena e l'altra infilata sotto le sue ginocchia nude – perché a Kurt piaceva dormire così, con una felpa grande e le gambe libere.

Sentì carezze confortanti lungo la schiena lunga e le spalle e labbra tra i capelli – e poi Blaine si sedeva su qualcosa di morbido, probabilmente il loro letto, mettendoselo in grembo.

“Va tutto bene, va tutto bene.”, continuò a ripetere, un po' senza fiato per la paura e perché era accaduto tutto dannatamente in fretta. “Sono qui, sono proprio qui, non ti lascio.”

E Kurt chiuse forte gli occhi, aggrappandosi alla maglietta di Blaine e facendosi piccolo piccolo contro il suo corpo – il tremore delle mani non lo abbandonò, e le lacrime si intensificarono, ma il dolore cominciò a sbiadire.

Blaine gli diede un bacio sulla tempia, poi tenne le sue labbra al centro della fronte per un tempo lunghissimo.

“Sei bravo, così bravo.”, gli sussurrò accarezzandogli il collo e pizzicando con le dita la zona circostante quella da dove partiva tutto il dolore. “E' tutto finito adesso, tutto finito.”

Kurt immerse la testa nell'incavo del collo di Blaine.

“N-non s-so cosa m-mi sta s-succedendo, Blaine.”

Sentì Blaine sospirare, un sospiro lungo e pieno di paure, e poi lo avvolse con entrambe le braccia, impedendosi di spezzarsi o muoversi di lì, come se volesse tenerlo vicino per sempre.

“C-continuo a tremare.”, soffiò Kurt, muovendo appena le labbra. “Non smetto mai. E-e sento dolore. Tanto dolore. C'è n'è troppo, Blaine.”

Le mani di Blaine percorsero il profilo delle braccia di Kurt fino a chiudersi sul suo viso, i pollici che si mossero all'unisono per scacciare via le lacrime.

“Chiamiamo Carole. Okay?”

Kurt annuì quasi impercettibilmente.

“Non hai paura?”

Blaine gli sfiorò le labbra con le proprie – un piccolo sospiro, proprio come se dentro quel gesto ci fosse il segreto più antico del mondo. Fammi annegare in te.

“No. Mai. Andrà tutto bene, okay?”

“O-okay.”, offrì Kurt, ancora un po' stordito per il bacio.

“Okay.”, acconsentì Blaine, stringendolo in un abbraccio forte e indelebile, e tutto per un attimo tra di loro divenne calmo, immobile, indistruttibile. “Okay.”

 

Carole non riuscì a stare ferma un attimo dal momento in cui arrivò, gli occhioni spalancati e le mani che cercavano fogli e spiegazioni da dare.

Kurt si teneva aggrappato a Blaine, entrambi seduti sul divano. Blaine non lo lasciava mai andare.

“I tuoi valori sono stabili, Kurt.”, disse Carole, una volta che con calma ebbe esaminato il corpo di Kurt, il suo sangue e i suoi occhi senza lenti. “Davvero, credo che vada tutto bene.”

Kurt si morse il labbro inferiore, accartocciandosi le proprie dita in grembo.

“E se mi stessi ritrasformando?”, chiese a un certo punto, la voce incrinata e gli occhi con una velatura di lacrime ai lati. “E se tutto questo stesse succedendo perché sto- sto tornando come prima?”

Blaine lo strinse un po' più più forte – ma non disse nulla.

“E' impossibile, Kurt.”, disse Carole con sicurezza. “Una volta che sei guarito non puoi più tornare indietro. Ma se è questa la tua paura, possiamo darti una dose più forte del tuo medicinale. Sarà un po' più doloroso, non posso mentirti.”

Kurt non dovette pensarci sopra nemmeno per un attimo.

“Lo faccio.”, borbottò immediatamente. “Prenderò la dose più forte.”

Carole gli disse che avrebbero dovuto provare la prima immediatamente, così Kurt si mise sull'altro divano accanto a lei, e lasciò che il liquido scorresse per la seconda volta dentro di lui quel giorno.

Blaine dovette stringerlo e baciarlo e rassicurarlo ancora una volta.

E alla fine era piccolo, piccolo e stanco – e si rannicchiò vicino a Blaine.

Carole gli diede un buffetto sulla guancia.

“Ehi, andrà tutto bene, tesoro.”, gli sussurrò dolcemente. “Non c'è niente di sbagliato in te.”

Kurt chiuse forte gli occhi, e rabbrividì un pochino.

Blaine aspettò che Carole andasse via, e poi tenne Kurt lì con sé, sul divano del salotto, ad accarezzargli i capelli ribelli via dalla fronte.

“Blaine.”

“Kurt.”

“Voglio che tu vada via.”

Blaine si irrigidì accanto a lui – ma con incredibile dolcezza, poi gli baciò una guancia.

“Ehi, no. Sei stanco. Ho imparato a non ascoltarti quando fai così.”

“Sto dicendo sul serio, Blaine.”

“Come se potessi avere scelta.”, disse Blaine, il tono di voce più forte, meno controllato. “Non vado proprio da nessuna parte, Kurt. Resto qui con te.”

Quando Kurt si staccò da lui aveva le lacrime agli occhi e il labbro inferiore intrappolato tra i denti – e poi colpì Blaine in pieno petto, forte, con la mano aperta.

“Devi andartene!”, quasi gridò, un singhiozzo che gli scappava via dalle labbra. “Lo capisci che potrei farti del male? Lo capisci che potrebbe esserci qualcosa che non va in me? E- e io non voglio farti del male, Blaine, non potrei mai-”

Kurt fu interrotto dalle labbra di Blaine.

E dal suo respiro sulla pelle, e le mani sul suo corpo.

Da sussurri impercettibili come Non potrei mai lasciarti e Voglio annegare in te e Ti prego smettila e ancora Voglio sentirti fin sotto la pelle.

Blaine baciò via le sue lacrime e i suoi singhiozzi. Passò la lingua calda sulla sua pelle e sulle vene e pezzetti di labbro e lì, dove il cuore avrebbe dovuto battere.

Kurt annegò.

Annegò completamente in Blaine – e per un po' smise di piangere, e tornò ad assere sé stesso.

 

C'erano respiri spezzati e sudore e ansimi che si mescolavano – Blaine era ancora dentro Kurt, seppellito profondamente in lui, la testa incastrata alla sua spalla e gli occhi chiusi, completamente perso, mentre Kurt aveva una mano tra i suoi capelli e l'altra che stringeva forte una sua natica – come a dire Non lasciarmi mai, non ti azzardare a lasciarmi mai.

Non avevano mai fatto l'amore così – era stato dolce e devastante e forte e rude e violento e amaro e così intenso da insinuarsi dentro le vene insieme al sangue, e adesso stavano riprendendo fiato con calma, come se non fossero davvero in grado di rialzarsi mai.

“Non posso.”, sussurrò Blaine, le labbra che scorrevano fiaccamente sulla sua pelle, leggere e stanche al contempo. “Non posso lasciarti andare.”

Kurt lo strinse un po' più forte, in una tacita richiesta che rimanesse lì, che non uscisse dal suo corpo, ma che rimanessero incastrati come due pezzi di puzzle.

“...quindi non chiedermelo. Va bene?”

Blaine strofinò il naso sulla gola di Kurt e gli diede un bacio a labbra aperte – un bacio sfiorato, quasi inesistente. Kurt percorse con le dita la sua schiena nuda e gli afferrò saldamente la nuca, e adesso erano occhi negli occhi.

“Ti sto distruggendo.”

“Eppure sei l'unico che riesce a tenere insieme i miei pezzi.”

Rimasero a fissarsi in eterno, quasi come se solo con gli occhi potessero vedere al di là della carne e toccare l'anima vibrante dell'altro.

“Ti amo.”, sussurrò Blaine, sorridendo appena, una lacrima che scivolava via e si infrangeva sul petto di Kurt. “Ti amo.”, un bacio ad occhi chiusi, tenero e indugiante, proprio come i primi che si erano scambiati. Poi Blaine riaprì gli occhi, e da quell'ambra dorata non si poteva fuggire. “Ti amo.”

“Ti amo anch'io.”, mormorò Kurt, abbracciandolo stretto e lasciando che Blaine adagiasse il corpo completamente contro il suo, in un miscuglio di arti e calore. “Restiamo così, va bene?”

“Non ti faccio male?”

“No, mai. Resta...resta dentro di me. Voglio sentirti proprio qui.”

E Blaine non si mosse. E alla fine si addormentarono stretti, le lacrime che si mescolavano e i corpi che riempivano gli spazi vuoti lasciati dall'altro.

 

***

 

Blaine osservava Kurt come se potesse sfuggirgli lontano dalle dita da un momento all'altro – con premura, con dedizione e amore, e con un attenzione quasi maniacale.

Non voleva che soffrisse di nuovo, proprio come quel giorno quando Carole era venuta da loro per visitare Kurt. E così si assicurava che prendesse la sua medicina e non soffrisse – e si assicurava di stringerlo, di tenerlo al caldo e al sicuro, per quanto gli fosse concesso.

Un mattino di inizio gennaio, Kurt stava cucinando per Blaine dei pancakes, quando questo arrivò da dietro e lo abbracciò – stretto, lasciandogli dei piccoli baci lungo il collo.

“Ehi- Blaine, sto cercando di cucinare.”, borbottò Kurt, il naso arricciato e quel sorriso da favola che aveva quando doveva fare finta di essere arrabbiato. “Non distrarmi.”

“Ho solo voglia di te.”, sussurrò Blaine, e quelle frasi avevano la capacità di togliere a Kurt il fiato perché quello era Blaine, tutto frasi dolci e confessioni e occhi grandi e luminosi, e Kurt lo amava per quello. Perché era sé stesso, e perché tirava fuori le parti migliori di lui.

“Uhm- oh-” un morsetto sul collo, e Kurt fu costretto a deglutire “...i-in realtà, credevo che avessi voglia dei miei pancakes.”

La risata dolce di Blaine gli fece contorcere lo stomaco. Si voltò per poterlo avere di fronte, girandosi tra le sue braccia e offrendogli un sorriso radioso – e dio, avrebbe voluto così tanto che quello potesse essere il loro per sempre.

Blaine gli baciò la punta del naso, mettendosi sulle punte.

“Stai bene, piccolo?”

Kurt si morse le labbra piano e lentamente, distogliendo lo sguardo. La medicina gli faceva ancora avere degli strani attacchi ogni tanto e il tremore era aumentato - ma quello Kurt non lo aveva detto a Blaine.

“S-sto bene.”, mentì, arricciando le dita al maglioncino di Blaine e facendo sfiorare i loro nasi. “In realtà tu fai sembrare tutto perfetto, quindi-”

“Kurt.”, un ammonimento, e la voce di Blaine era un po' più scura. “Non mi stai guardando negli occhi.”

E Kurt lo fece, alzò lo sguardo.

“Non ti sto mentendo.”

E Blaine aggrottò le sopracciglia, come a dire So che c'è qualcosa che non va, ma Kurt era sempre stato bravo a distrarlo e per quel motivo chiuse gli occhi e lo baciò – un bacio in cui respiri rimasero sospesi e che durò tantissimo, finchè qualcuno non suonò al campanello.

Blaine sorrise contro le sue labbra.

“Vado, potrebbe essere Burt.”

Kurt lo lasciò andare con un pizzico di tristezza, perché amava i momenti in cui smettevano di preoccuparsi e si limitavano ad essere loro stessi. Blaine andò con piccoli passi veloci ad aprire, ma nessuno dei due si aspettava che comparve dall'altra parte della soglia, il volto incredibilmente serio e teso, mosso da nessun tipo di emozione.

Il mondo di Kurt e Blaine si congelò.

“Fammi entrare, Blaine.”, disse fermamente George Anderson, la voce grave e che non permetteva repliche.

 

Kurt rimase immobile, le braccia ancorate al bancone della cucina e gli occhi enormi intenti a fissare il punto in cui in quel momento stava il padre di Blaine.

Sentiva le proprie membra tremare, lo stomaco contratto e il respiro bloccato in gola. Avrebbe solo voluto chiudere gli occhi e far svanire tutto quello – e portare Blaine in salvo, lontano da lì.

“Mi hai mentito per tutto questo tempo.”

Blaine fece qualche passo indietro, un corpo che brancolava nel buio.

“L-lo so, papà, io-”

“Credevi davvero che non lo avrei scoperto, come se fossi un povero stupido.”, sputò George, gli occhi iniettati di qualcosa di oscuro. “Tutti sapevano di Karofsky. La notizia è arrivata anche a me. Come hai anche potuto anche solo pensare di tenermi nascosto una cosa del genere, Blaine?”

Se non fosse stato per i lineamenti netti del viso, George avrebbe potuto apparire anche tranquillo. Ma non lo era – lo si vedeva dal guizzo continuo della mascella, gli occhi vigili e attenti a ogni movimento.

“Tu...tu non avresti capito. Non ci avresti nemmeno provato.”

“Non c'è niente da capire, Blaine.”, disse George semplicemente. “Lui è un mostro.”

Kurt chiuse gli occhi.

“Non parlare di lui così-”

“E cosa dovrei dire, Blaine?”, gridò suo padre, muovendosi per la prima volta. “Cosa dovrei dire esattamente, quando sai benissimo che tua madre è stata uccisa da uno di loro?”

Blaine si passò una mano tra i capelli – e oh, Kurt avrebbe voluto stringerlo così tanto in quel momento, stringerlo e trascinarlo via, lontano da tutti. E tenerselo vicino al cuore.

“Kurt...lui è diverso. Lui- lui ricorda, sente tutto. Mi ama. Non mi farebbe mai del male.”

“Sei così cieco, Blaine.”, ringhiò suo padre, lanciando un'occhiata veloce dietro di lui, oltre la sua spalla, dove c'era Kurt. “Non ti rendi nemmeno conto che ti sta rovinando.”

“Smettila.”, sussurrò Blaine, stringendo le mani a pugno lungo i fianchi. “E' l'unica ragione per cui riesco ancora a respirare, papà.”, disse un po' senza fiato. “Sei tu che sei cieco, se non riesci a vederlo.”

George rimase immobile a lungo, assimilando le parole una per una.

“Torna a casa, Blaine.”, gli disse semplicemente, dopo un tempo così lungo da sembrare infinito. “Smettila di aggrapparti a uno stupido ricordo.”

Non sono uno stupido ricordo sono proprio qui proprio qui Blaine-

“E' questa casa mia, papà.”, mormorò Blaine, facendo qualche passo indietro, fino a essere accanto a Kurt. “Proprio qui, dove c'è Kurt.”

George si tirò indietro, proprio come se li avessero conficcato una lama in pieno petto. Inspirò a fondo, e solo dopo ruotò il capo in direzione di Kurt, conficcando gli occhi nei suoi.

“Hai rovinato ogni piccola cosa.”, disse piano, come una cantilena. “Lo hai cambiato, lo hai trasformato in ciò che non è, poi te ne sei andato e te lo sei portato via. E adesso sei così egoista che non riesci nemmeno a concedergli di vivere una vita vera.”

“Vattene, papà.”

George sbattè i suoi occhi cerulei una singola volta.

“Accetto il fatto che tu sia confuso, Blaine.”, sussurrò, e sembrava stanco, stanco di tutto. “Sai dove trovarmi se cambierai idea. Ma se non la cambierai, per quanto mi riguarda puoi dimenticare di avere un padre.”

E poi se ne andò, sbattendo la porta.

I respiri di Kurt e Blaine erano sincronizzati – piccoli ansimi che si mischiavano fra di loro, incredibilmente spaventati.

E poi successe ciò che Kurt temeva.

Blaine si spezzò – e scoppiò a piangere lì, in piedi accanto a lui, le mani aperte sul viso e il il petto scosso da singhiozzi.

“Ehi, no.”, gli sussurrò piano Kurt, abbracciandolo da dietro e appoggiando la fronte all'attaccatura dei suoi capelli. “Shhh, Blaine, ci sono io. Sono proprio qui, va tutto bene, non piangere.”

Blaine si tenne saldamente alle sue braccia – ma non smise di piangere. Si svuotò completamente, lasciò che il suo corpo si spezzasse in mille minuscoli pezzettini – e poi si rigirò tra le braccia di Kurt per pressargli un bacio caldo e umido sulla bocca – un bacio che sapeva di lacrime.

“Ti voglio.”, sussurrò piano, e Kurt non ebbe niente da dire, niente per fermarlo o fargli cambiare idea. Lasciò che le dita di Blaine stringessero i suoi fianchi – e in fretta, meravigliosamente in fretta, lasciò che Blaine entrasse dentro di lui, ed era bisognoso e forte e veloce proprio lì, sul bancone della cucina, dove lo avevano fatto almeno un milione di altre volte – tra mille sorrisi e sbuffi di cacao in polvere.

Blaine fece l'amore con lui così intensamente da temere di strappargli via il cuore.

Da portargli via ogni forza e lasciarlo senza fiato.

E quando alla fine rimasero immobili e intrecciati, Blaine incastrò la testa alla sua spalla e ricominciò a piangere di nuovo.

“Come posso permettermi di lasciarti andare se nemmeno so respirare senza di te?”

Kurt non riuscì a rispondergli.

Si limitò a stringerlo un po' più forte.

E decise che se non poteva farlo Blaine, allora lo avrebbe fatto lui.

Lo avrebbe lasciato andare.

 

Kurt osservò Blaine mentre dormiva, quella notte. Scivolò via dalle sue braccia e rimase con il volto appoggiato al mento per poterlo guardare nella sua interezza – proprio come se dovesse imprimersi ogni suo piccolo particolare nella pelle, e nella mente.

Percorse con le dita la linea della sua schiena, giù, fino alla striscia di pelle sopra le sue natiche. Il cuore era immobile nel petto, ma Kurt sapeva che se avesse potuto battere lo avrebbe fatto all'impazzata, perché la verità era che non si sarebbe mai abituato alla bellezza di Blaine.

Poi si chinò lentamente, lasciandogli un bacio al centro della nuca, dove i capelli di Blaine gli pizzicarono il naso.

“Perdonami, amore mio.”, soffiò piano, estremamente piano, accarezzandogli dolcemente i capelli all'indietro. “Non posso più farti questo.”

Kurt si morse forte le labbra per impedire a un singhiozzo di fuoriuscire. Doveva andarsene di lì, doveva lasciare quel posto caldo e permettere a Blaine di avere la vita che meritava – Tu lo hai cambiato, lo hai distrutto. Si chinò un'ultima volta per lasciargli due baci sulle scapole, nel punto in cui la pelle si tendeva – la prima volta che avevano fatto l'amore, anni e anni prima, quando erano ancora timidi ed era tutto più facile, Blaine gli aveva confessato con voce incrinata che gli piaceva essere baciato lì.

“Mi dispiace.”

Sgattaiolò in bagno e fece tutto velocemente. Si vestì con qualcosa di pesante, preparò uno zainetto con tutte le scorte di medicina che aveva – sarebbero bastate per qualche giorno, non di più. Mentre lo faceva, calde lacrime solcavano le sue guance, e Kurt non ebbe nemmeno la forza di guardarsi allo specchio e sistemarsi il trucco.

Non lasciò nulla di scritto. Se ne andò nella notte, pallidi raggi di sole che arrivavano da est, e si incamminò verso il confine della foresta, dove sapeva che era difficile che lo trovassero.

Stava facendo la cosa giusta, ne era certo. Non poteva condannare Blaine a quella vita – una vita di paure e fragilità e lacrime amare.

Eppure ad ogni passo a Kurt sembrava di spezzarsi un po' di più.

 

Blaine si svegliò con un suono scomposto che gli lasciava le labbra – un suono terribilmente simile al nome di Kurt, e capì immediatamente che c'era qualcosa che non andava, perché aveva freddo.

E Blaine non aveva mai freddo il mattino, non quando Kurt si addormentava incastrando perfettamente i loro corpi.

Si alzò con un colpo di reni e sbattè le palpebre diverse volte, notando che il letto era completamente vuoto.

“K-Kurt?”, lo chiamò con voce bassa, roca, un pasticcio di lettere per il fatto che si fosse appena svegliato. Non rispose nessuno, e Blaine pensò che la cosa migliore da fare era alzarsi e andare a vedere dove fosse Kurt.

Si vestì in fretta e poi andò in bagno – il cuore che batteva nella gola, perché Kurt non era nemmeno lì. E Blaine forse non avrebbe dovuto cominciare a spaventarsi – magari era in cucina, forse era uscito un attimo. Ma poi vide che l'armadietto delle medicine di Kurt era completamente vuoto, e fu in quel momento che smise di respirare.

Lo chiamò. Lo chiamò diverse volte, urlando il suo nome e lasciando che gli provocasse dolore sulle labbra e sulla lingua – e corse fuori, pensando che magari era ancora in tempo per trovarlo.

Cominciarono a tremargli le mani, i ricci gli si appiattirono sulla fronte e qualche stupida lacrima iniziò a rotolare giù dalle sua guance.

Prese in mano il telefono, sperando di riuscire per lo meno a premere i tasti.

“Blainey-”

“Non trovo più Kurt, Coop.”, soffiò, le parole incastrate nella gola.

“Non trovi più Kurt? Blaine- com'è possibile?”

“L-lui era qui con me stanotte e stamattina quando mi sono svegliato non...non c'era più, io-”, uno sbuffo, Respira respira respira, avanti, puoi farcela, “Coop, d-devi aiutarmi. Non capisco perché non è qui e potrebbe succedergli qualcosa e io non posso permetterlo-”

“Ehi, fratellino.”, sussurrò Cooper dolcemente. Dall'altra parte, Blaine distinse il rumore di un mazzo di chiavi che veniva mosso. “Andrà bene, sto già prendendo la macchina per venire da te. Lo troveremo, okay?”

Blaine si aggrappò al tavolino che c'era di fronte a sé – le nocche bianche, il respiro corto.

“E- e se gli fosse successo qualcosa? Coop, io-”

“Ehi, va tutto bene.”, gli disse piano Cooper. “Mantieni la calma, okay? Chiama Burt e Carole e dì loro di aiutarti. Blaine, non lo perderai di nuovo. Mi senti? Non lo perderai.”

Blaine chiuse forte gli occhi e respirò a fondo.

Andò a prepararsi, ma prima di mettersi la giacca si ritrovò accartocciato per terra, scosso da singhiozzi orribili. Perchè sapeva riconoscere quello che era successo, e il suo cuore lo stava assimilando, piano ed inesorabilmente.

Kurt lo aveva appena lasciato andare.

 

Blaine e Cooper cercarono Kurt ovunque – e chiamarono anche Carole e Burt per avere un ulteriore aiuto anche da parte loro, in caso lo vedessero. Carole chiese informazioni in ospedale e a diverse persone che conosceva nel paese, ma nessuno aveva visto o sentito qualcosa.

Quel giorno il freddo penetrava le ossa, e Blaine quando respirava vedeva piccoli sbuffi di fumo lasciare le sue labbra – e a volte semplicemente chiudeva gli occhi e immaginava di stringere Kurt, o ricordava che quella stessa notte era stato dentro di lui, e rabbrividiva. Perchè non poteva perderlo – non poteva perderlo mai.

Lo cercarono per ore intere, fino a quando il sole cominciò ad abbandonare il cielo che si inondò di mille colori diversi, sfumature di ghiaccio e rosso e dorato, e Blaine guardò l'orizzonte con le lacrime agli occhi e il labbro inferiore tra i denti.

“Blaine, torniamo a casa.”

“No, solo- vai tu.”, disse piano Blaine, scacciando via una lacrima calda con il dorso del polso. “Continuo a cercarlo io.”

Cooper allungò una mano per mettergliela sulla spalla, stringendo forte quella porzione di pelle a infondergli un po' di calore.

“Coraggio, Blaine.”

Blaine avrebbe voluto dire a Cooper che in realtà era Kurt la persona che gli infondeva il coraggio – ma rimase in silenzio, sbattè le palpebre un attimo e si incamminò verso la foresta.

Sto mantenendo la mia promessa, Kurt.

 

***

 

Kurt non poteva sentire l'aria tra i capelli, o sulla pelle scoperta, o sfiorargli gli occhi. Poteva rimanere il ricordo della sensazione, certo – se chiudevi gli occhi e ti concentravi potevi sentire vividamente l'aria che ti accarezzava la pelle. Ma Kurt non poteva sentire – con non poteva sentire le carezze di Blaine o i suoi baci caldi, o non poteva annegare tutte le volte che facevano l'amore.

Eppure succedeva. Succedeva – e anche adesso, in qualche modo, gli sembrava di percepire quella brezza sulla pelle. E dio, aveva freddo. Tremava un po', persino; ma non quel tremore che aveva di solito, legato alle sue medicine. Quel tremore che deriva dal corpo e che parte dalle ossa e che dovresti scacciare via con un abbraccio e una coperta.

C'era anche buio, ormai – il sole era tramontato da diverso tempo portandosi via le sfumature colorate del cielo, ed ora erano rimaste pochissime stelle e piccoli sbuffi di fumo bianco che fuoruscivano dalle labbra.

Kurt camminava con le lacrime che gli solcavano il viso e le mani ferite – perché per tutto il giorno aveva camminato nella foresta, e spostando qualche rametto si era ferito sulle punte delle dita. C'era un po' di sangue vicino alle unghie, e Kurt si chiese dopo tanto tempo come fosse provare dolore a livello fisico.

Lui non poteva provare dolore.

Non avrebbe nemmeno dovuto piangere – però lo faceva, lo faceva e sapeva che avrebbe continuato in eterno, se fosse rimasto senza Blaine.

Ti prego, scusami.

Devo proteggerti, amore mio.

Devo tenerti al sicuro da tutto questo.

Da me.

E così vagava senza meta, piccoli singhiozzi che abbandonavano le sue labbra – finchè non inciampò su qualcosa, e finì con il corpo disteso a terra, le unghie conficcate nelle foglie cadute.

“Blaine.”, soffiò, tirando su con il naso. Si chiese se Blaine lo stesse cercando. Si chiese se lo avesse lasciato andare, e si chiese che un giorno magari avrebbe potuto innamorarsi di qualcuno di nuovo, qualcuno di dolce e normale e per cui valesse la pena essere sé stessi. Si chiese se questo qualcuno lo avrebbe protetto e amato abbastanza, e si chiese se Blaine lo avrebbe amato di rimando, consumandosi e perdendo i suoi confini.

Fu costretto a chiudere gli occhi, e per un po' pianse più forte.

Almeno finchè qualcuno non lo afferrò dalle spalle e lo fece voltare bruscamente – ed era un non-morto, quegli occhi bianchi e pallidi e orribili e il sangue e le guance incolori e la morte e Kurt gridò- e naturalmente si alzò in piedi e cominciò a correre, sperando di trovare un posto in cui rifugiarsi.

Era stato uno stupido a venire nella foresta, perché era perfettamente consapevole che lì si aggirava ancora qualche non-morto. Corse e corse e corse ancora, le lacrime di paura che si mischiavano a quelle che nascevano ancora per Blaine e il fiato che gli mancava, perché era stato così assurdamente stupido a scappare via ma sapeva al contempo che era la cosa giusta-

E poi si scontrò contro qualcosa – e un cieco, pulsante dolore divampò nella parte destra del suo corpo per colpa di ciò che aveva colpito, e cercò di dimenarsi e scappare via perché quella cosa era ovunque ma non riusciva nemmeno ad aprire gli occhi dalla paura e-

“No no no ti prego non toccarmi-”

“Sono io!”, gridò Blaine, le braccia strette attorno ai suoi polsi e il volto vicino, così reale e vicino e oh mio dio lo aveva trovato, “Sono io, Kurt. Apri gli occhi.”

E Kurt lo fece. Smise di dimenarsi; improvvisamente la paura scivolava via insieme a qualche lacrima nuova e Kurt si lasciò andare ad un sospiro lungo e pieno di semplice e puro sollievo.

“Dio ti- ti ho trovato.”, mormorò Blaine, avvicinandosi a lui ancora di più, i suoi occhi che brillavano nella notte di mille colori diversi e un piccolo sorriso che gli increspava le labbra. “S-sei proprio qui, ti ho trovato-”

“D-devi lasciarmi, Blaine.”, soffiò Kurt, cercando di fare un passo indietro.

“Mai.”, ribattè Blaine, facendo passare un braccio attorno alla sua vita – ed era dolce, dolce e possessivo e così Blaine che a Kurt mancò il fiato. “Ho avuto così paura, Kurt, non puoi nemmeno immaginare – ma ora sei qui.”

Kurt si morse le labbra, ma comunque qualche piccolo singhiozzo arrivò, scuotendo forte il suo petto.

“Torna.”, sussurrò Blaine, appoggiando la propria fronte a quella di Kurt e sorridendo lentamente. “Ti prego Kurt, io- io so perché lo hai fatto. Ma ti prego, torna.”

“N-non posso, Blaine.”, sospirò Kurt, chiudendo gli occhi ed ispirando forte. “Non p-posso, i-io ci ho provato, ci ho provato e non smetterò mai di amarti ma non posso farti del male-”

“Mi fai male se fai così, Kurt.”

E Kurt a quel punto aprì gli occhi – e oh, Blaine non lo aveva mai visto più devastato.

“Sto tornando quello che ero una volta, Blaine.”, disse, e c'era dolore, dolore scoperto e puro nella sue parole, come sangue che sgorgava da una ferita. “M-mi sto trasformando, è per quello che le medicine mi fanno male e non funzionano più. S-sento che c'è qualcosa che non va in me e- e non voglio che tu sia lì quando accadrà. Non voglio che tu mi veda, Blaine. V-voglio sparire. Lontano da te, da tutto. P-perchè non voglio vivere quella vita. I-io non sono quello, Blaine. Non sono quello, non voglio essere quello, quindi ti prego, lasciami andare.”

Blaine alzò la mano libera per spazzargli via le lacrime – delicatamente, proprio come se fosse fatto di vetro.

“Carole ha detto che stai bene-”

“I-io penso che stesse mentendo.”, soffiò Kurt, quasi soffocando. “Ti prego Blaine- lasciami andare via. Lasciami scivolare via dalle tue dita. S-se mi trasformo, ti farò del male. E non posso farti del male.”

Le parole di Kurt non fecero solo del male a Blaine. Lo uccisero, lo scarnificarono. Come la punta di un pugnale su un nervo pulsante.

“Sei sempre stato tu, Kurt.”, sussurrò Blaine, cominciando a piangere. “Sei sempre stato tu, per me.”

“L-lo so.”, mormorò Kurt. “Blaine, credimi, lo so.”

“...una volta ti ho promesso che ti avrei amato sempre, qualsiasi cosa fosse successa.”, cominciò Blaine, prendendogli il volto tra le mani. Sistemò una ciocca di Kurt dietro l'orecchio, e poi sorrise leggermente. “Allora fallo anche tu, Kurt. Amami, qualsiasi cosa succeda. Sii più forte.”

E per qualche strano motivo, qualcosa di solido si mosse dentro il petto di Kurt.

Qualcosa che fece male e bene al contempo, e di così forte che gli fece spalancare gli occhi.

“Amami, Kurt.”, sussurrò Blaine di nuovo, proprio lì, sulle sue labbra umide e vibranti, gli occhi enormi e pieni di pianto. “Amami e completami, come hai sempre fatto. Fammi male e vivimi e feriscimi e sfidami ed emozionami. Non andartene.”, Blaine gli sfiorò le labbra, e qualche lacrima rotolò giù dalle sue guance. “Kurt, non andartene-”

E poi Blaine lo baciò, e Kurt lo sentì chiaramente.

Un suono ovattato e poco chiaro ma comunque vero e pulsante, in un punto impreciso sotto la pelle.

Tum tum, tum tum, tum tum.

Il suo petto si scontrò con quello di Blaine, e i loro cuori sembravano battere all'unisono. Ma c'era qualcosa di nuovo in tutto quello – perché adesso, anche il cuore di Kurt batteva.

Il cuore di Kurt batteva.

Non riusciva nemmeno a chiudere gli occhi, non riusciva nemmeno a rispondere al bacio come avrebbe voluto – perché era tutto troppo bello, e improvvisamente il mondo era di nuovo fatto di colori, linee nette e sfumature lucide.

“Blaine, aspetta.”

E Blaine si fermò, le labbra che tremavano e le dita attorno alle sue guance.

“Blaine, senti.”, sussurrò Kurt, gli occhioni spalancati e la voce spezzata. Portò le mani di Blaine all'altezza del suo petto, e rimise immobile per qualche secondo.

“Dimmi che lo senti, Blaine.”

Le palpebre di Blaine fecero su e giù diverse volte – e c'era meraviglia nel suo volto, niente di più di semplice e cristallina meraviglia.

“Kurt-”

“S-sta battendo, Blaine.”, disse Kurt senza fiato, sorridendo come non faceva da una vita. “Il mio cuore sta battendo.

Kurt vide i lineamenti del volto di Blaine comporsi in una piccola smorfia di felicità e stupore al contempo – e la sua bellezza era qualcosa di indescrivibile, qualcosa che andava al. di là delle parole.

“Oh mio dio, Kurt.”, soffiò, la voce incastrata da qualche parte nella gola e qualche perla lucida di pianto che scendeva lungo le guance. “Oh, mio dio solo- sta battendo.”, disse piano, assaporando ogni lettera, proprio come se solo in quel modo potesse crederci e realizzarlo. “Lo sento chiaramente contro di me, è...è bellissimo, Kurt-”

E Kurt rise, rise contro le labbra di Blaine e al contempo pianse perché quello doveva essere un sogno, un bellissimo e reale e fottuto sogno dal quale si sarebbe svegliato in lacrime e avvolto dal buio più totale – ma i minuti passavano e Blaine rimaneva. Così come rimaneva la sensazione di freddo sulla pelle per l'aria, e quella delle dita calde di Blaine e il suo respiro.

“E' tuo.”, sussurrò Kurt, mordicchiandosi il labbro e sorridendo al contempo, guardando Blaine negli occhi, giù giù fino all'anima. “Ogni suo battito, solo- è tuo, Blaine. Sentilo. Completamente tuo.”, ripetè Kurt all'infinito, aggrappandosi alle braccia di Blaine e chiudendo gli occhi. “Blaine-”

E le parole di Kurt furono interrotte da un bacio, un bacio forte e irruento in cui annegarono. Non capirono nemmeno chi si era sporto contro chi, sapevano semplicemente che ne avevano bisogno come se fosse aria da respirare, come se da quelle morbide bolle di pelle nascesse la vita e fossero nutrimento – e durò all'infinito, in mezzo a sorrisi piccoli e lacrime e nomi biascicati. Finchè cominciò a piovere, e Kurt sentì chiaramente una goccia incastrarsi tra le sue ciglia e scivolare poi lungo la guancia.

Alzò il volto verso il cielo sorridendo.

“S-sento la pioggia, Blaine.”, mormorò, allargando le braccia con i palmi delle mani rivolti verso il cielo. “N-non mi sembra vero, ma sento tutto. Sento ogni cosa, ed è così bello perché non mi ricordavo come fosse, era tutto scomparso ma adesso-”

Blaine lo riprese con sé e lo baciò di nuovo, piano questa volta, con lentezza e indugio, e poi si staccò appena. “Ti amo.”, disse sulle sue labbra, prima di dargli un nuovo piccolo bacio. “Sei tutta la mia vita, il sangue che scorre nelle mie vene. La mia emozione.”, un nuovo bacio sfiorato e Kurt cominciò a ridere, e quando non ebbe più fiato in corpo schiuse le palpebre, e Blaine si fermò a fissarlo, gli occhi spalancati.

“Blaine.”, sussurrò Kurt, tornando serio e stringendo più forte il suo maglioncino. “Blaine, che- che cosa c'è?”

Blaine guardava i suoi occhi – e sembrava quello sguardo da Oh, eccoti qui, ti sto cercando da una vita.

“I tuoi occhi, Kurt.”, disse semplicemente, le labbra che si mossero appena in un piccolo movimento. Kurt sentiva il respiro mozzato in gola per il modo intenso in cui suo marito lo stava guardando – come se lo stesse riscoprendo tutto da capo.

“I miei occhi?”

“I- i tuoi occhi.”, balbettò Blaine. Poi alzò una mano e posò due singole dita sul suo sopracciglio destro. “S-sono...un miscuglio tra il grigio, l'azzurro tendente al blu e il verde.” sussurrò, la voce che vibrava. “Con una sfumatura di giallo vicino alla pupilla.”, aggiunse, una lacrima che cadeva veloce verso la fine e che si incastrava nell'angolo della bocca. Poi Blaine sorrise, un sorriso enorme e luminoso che illuminava la notte intorno a loro.

“Kurt.”, mormorò, piangendo e sorridendo al contempo. “Oh Kurt, s-sei tu, sei proprio tu, sei-”

E questa volta fu Kurt a interrompere Blaine. Fu lui ad assalire le sue labbra e raccogliere le sue lacrime con le labbra, mordendo e succhiando e ridendo qualche volta, facendo sorridere di rimando Blaine nella sua bocca – e davvero non sapeva cosa diamine stesse succedendo, ma era come se di nuovo tutto fosse amplificato ed era bello, era bello provare, era bello sentire il dolore che si mischiava alla gioia e la rabbia e tutto l'amore che provava per Blaine che era quasi incontenibile-

E poi si staccarono un attimo, giusto il tempo di guardarsi negli occhi e annegare un po' – e Kurt vide che Blaine aveva scacciato via ogni paura finalmente, e lo guardava con serenità.

E Kurt stava per dirlo. Stava per dirlo davvero, contro ogni logica e stupida paura.

Credo che sto guarendo, Blaine.

Schiuse le labbra e sorrise appena.

Poi ci fu il colpo di un'arma da fuoco, e improvvisamente ci fu solo un terribile, netto e lacerante dolore.

 

La prima cosa che percepì Blaine fu paura.

Poi vide gli occhi di Kurt – gli occhi di Kurt che erano tornati al loro naturale colore, così belli e perfetti e tutto e di quei mille colori che non si mischiavano mai davvero – e poi, il dolore.

Aveva visto netto dolore negli occhioni di Kurt, e aveva avuto a malapena il tempo di stringerlo più forte a sé – e poi si era accartocciato tra le sue braccia.

“No.”, sussurrò, mettendosi a sedere e trascinando Kurt con sé, giù sul terreno bagnato e cosparso di piccole foglie. “No no no no ti prego-”

Kurt si lasciava scappare dei gemiti piccoli, e lottava per tenere gli occhi aperti – e sentiva quel dolore troppo forte al fianco che gli toglieva il fiato, e l'unica cosa che era in grado di fare era muovere appena le mani per trovare e stringere quella di Blaine. Lo fece, a un certo punto – e Blaine non la lasciò andare più.

“Ehi, piccolo, n-no.”, balbettò Blaine, bagnandosi le labbra. “V-va tutto bene, tutto bene, guardami, tieni gli occhi aperti. Tieni gli occhi aperti per me e non smettere di stringermi la mano.”

Kurt deglutì a fatica. Il mondo attorno a lui si era fatto di sfumature, non c'erano più contorni netti – c'era solo Blaine, Blaine e il suo viso e la sua voce e la sua mano stretta alla propria.

Blaine accarezzò via i capelli dalla fronte di Kurt – tenendolo in grembo come se non potesse andarsene mai più di lì. E poi alzò lo sguardo, e a qualche metro da loro c'era George, una pistola in mano e gli occhi severi spalancati.

Blaine lo fissò con il cuore sgretolato in un milione di pezzettini – Hai appena sparato all'amore della mia vita, ti odio – e le labbra che tremavano. Non riusciva a fermare le proprie lacrime, che rotolavano lungo le guance e si infrangevano sul corpo di Kurt.

“Allontanati da lui, Blaine.”

Blaine strinse più a forte a sé il corpo di Kurt – Mai.

“Blaine- fallo o sparo.”

Blaine ignorò completamente suo padre e avvolse una guancia di Kurt con una mano calda. “Ascolta la mia voce, piccolo. Dimmi qualcosa, qualsiasi cosa.”

Kurt aprì le labbra, ma non usciva niente. C'è dolore troppo dolore tanto di quel dolore fallo smettere di prego Blaine-

“B-Blaine.”, un soffio, niente di più. Blaine gli baciò il centro della fronte.

“Okay, stai andando benissimo, sei così bravo- non chiudere gli occhi. Stringimi la mano, io resto proprio qui. Andrà tutto bene, Kurt.”

Kurt volle crederci. Permise a Blaine di aiutarlo a mettersi a sedere – piagnucolando lamentele nel frattempo e aggrappandosi al suo corpo come se fosse la sua ancora di salvezza – e alla fine Blaine lo avvolse completamente tra le braccia – incastrando una mano tra i suoi capelli.

“Blaine, ho detto allontanati da lui o-”

“Cosa stai aspettando, sparami.”, ringhiò Blaine, proteggendo il corpo di Kurt con il suo completamente. “Se ferisci lui ferisci anche me, quindi vai pure avanti, papà.”

George spalancò gli occhi, la presa sulla pistola che si faceva meno salda.

“N-non capisci, papà? Non capisci che non ho scelta, non l'ho mai avuta? Sono innamorato di Kurt e questo non cambierà mai, e ora che l'ho ritrovato non posso lasciarlo andare di nuovo. Hai vissuto una vita ad odiarlo e a cercare di aggiustarmi – e non hai mai capito che l'unica cosa per cui sono stato costruito è amare Kurt. Senza di lui sono solo un'ombra, un colore sbiadito – mi hai visto, no? Quando lui non c'era non ero nemmeno più io. Sono diventato qualcuno quando lui ha cominciato a far parte della mia vita e ho smesso di esserlo quando l'ho perso. I-io...non ho intenzione di vivere senza di lui, papà. Quindi se vuoi ucciderlo, uccidi prima me. Uccidimi – perderlo mi ucciderebbe comunque, non cambierebbe niente.”

C'erano respiri affannati e lacrime e tremori, ma Blaine non lasciò mai andare Kurt e lui nel frattempo tremava tra le sue braccia, il volto incastrato nella sua spalla.

“Blaine-”

“Va tutto bene, tutto bene.”, sussurrò Blaine baciandogli una tempia. “Non ci separerà, non può farlo, resto proprio qui con te.”

Kurt fece un grande sforzo per separarsi da lui e poterlo guardare negli occhi. Una mano di Blaine scivolò giù sul suo fianco – e fu in quel momento che percepì qualcosa di denso e bagnato tra le dita.

Blaine le alzò per poterle guardare – e si rese conto che c'era sangue.

Sangue sulla punta delle sue dita che proveniva dalla ferita di Kurt.

Kurt stava sanguinando. Sangue rosso e fresco e vivo e-

”Oh mio dio- stai sanguinando.”, sussurrò Blaine, un miscuglio di orrore e paura e sollievo, perché solo una persona viva poteva sanguinare, e quello significava solo che-

“Kurt, s-sei vivo. Sei vivo, stai tornando in vita, è per quello che sanguini.”, quasi gridò Blaine, accarezzandogli le guance. Kurt tentò di sorridere, ma gli uscì una smorfia stanca, uno sbuffo di gratitudine.

“Papà. Kurt sta sanguinando!”, gridò Blaine, le lacrime che sgorgavano implacabili lungo le guance. “Ha bisogno di aiuto, lui- io credo che stia tornando umano.”

La pistola cadde finalmente dalle mani di George.

“Non è possibile, Blaine-”

Ma Blaine non lo stava già più ascoltando. Aveva preso Kurt tra le braccia saldamente, e adesso stava camminando più veloce che poteva lungo il confine della foresta per portarlo lontano e al sicuro – e di tanto in tanto le sue labbra calde si scontravano dolcemente contro la sua fronte.

“E' tutto a posto, piccolo.”, diceva continuamente. “Presto starai bene.”

Kurt rischiò di addormentarsi molte volte, ma Blaine lo svegliava scrollandolo con delicatezza o con un dolce bacio.

“Tieni gli occhi aperti per me, Kurt.”

“-stanco.”

“Lo so. Presto sarà tutto finito, te lo prometto.”

Riuscì a portarlo alla clinica dove lavorava Carole, e lì lo distese su un letto e gli tenne la mano stretta tra le proprie.

“Forza, raccontami qualcosa, piccolo.”

Kurt faceva piccole smorfie mentre Carole lo medicava – senza domande, però con le lacrime che sgorgavano via.

Coraggio, piccolo.”

“Uhm, i-io...”, un sussurro, e Kurt sbattè le palpebre diverse volte. “...sto pensando di regalarti un papillon molto presto. Ho imparato come farli, finalmente.”

Un bacio sul naso, poi sulla tempia.

“E' un pensiero bellissimo, amore mio.”, sussurrò Blaine. “Parlami dei colori.”

“...credo come il colore del tramonto, ma più denso. Come i tuoi occhi.”

“Io ti amo da morire.”

Finalmente Kurt sorrise – un sorriso piccolo, pieno di segreti sussurrati.

“Ti amo anche io, Blaine.”

Carole disse a Blaine che aveva finito di medicarlo, e Blaine lasciò a Kurt un ultimo bacio sulle labbra.

“Ora dormi, mio bel principe.”, sussurrò. “Sarò proprio qui quando aprirai gli occhi.”

E il mondo di Kurt ben presto diventò buio.

 

Passarono diverse ore prima che Kurt ebbe il coraggio di aprire gli occhi.

Sentì una punta vaga di dolore al fianco e un leggero fastidio alla testa – e non appena sbattè le palpebre, mise a fuoco un corpo di fronte al suo, seduto accanto al letto in cui era disteso.

“Sei sveglio.”, mormorò Blaine sorridendo, e accarezzandogli piano un polso con le dita. “Cominciavo a preoccuparmi.”

Kurt deglutì e si mosse appena per poter vedere meglio Blaine – e gli sorrise.

“Che cosa è successo?”

“Ti ho portato qui dopo che mio padre ti ha sparato. Tu...stavi sanguinando.”

“Quello me lo ricordo.”, sussurrò Kurt, mordendosi il labbro inferiore. “Quello che intendevo è...cosa è successo a me?”

Blaine gli sorrise, un sorriso che andava al di là di tutto, pieno di certezze.

“Kurt, Carole pensa che tu stia guarendo.”, disse piano, le labbra che tremavano per l'emozione. “Che stai tornando umano.”

Kurt sentì il proprio cuore scivolargli nello stomaco – e hey, era una sensazione che aveva parzialmente dimenticato, quella di avere un cuore che provava sentimenti ed emozioni. Sbattè a lungo le palpebre.

“Come è possibile?”

“Non lo so.”, ammise Blaine, stringendogli la mano un po' più forte. “Non credo ci sia una spiegazione logica, sei solo...un po' speciale, ecco.”

Kurt portò la mano libera dalla stretta di Blaine sul proprio stomaco – come per tenersi al sicuro. Non sapeva nemmeno come fare a gestire la sua gioia.

“Non posso crederci.”

Blaine a quel punto si alzò – e fece scontrare bruscamente le loro labbra, e fu meraviglioso e inaspettato, un gesto che contorse qualcosa di dolce e imprecisato nello stomaco di Kurt.

“La senti, piccolo?”, sussurrò Blaine a poca distanza dalle sue labbra. “La differenza da prima, quando ti tocco. O ti bacio.”, soffiò Blaine, sfiorando il naso di Kurt con il proprio. Kurt appoggiò entrambe le mani ai lati del collo di Blaine, e lo attirò a sé per un nuovo bacio, più lento questa volta, tutto lingue e umidità.

“Sento tutto.”, sussurrò sorridendo, e Blaine fece suo il suo sorriso. “Non so com'è successo, ma sono di nuovo io, Blaine.”

E non c'era molto altro da dire, a quel punto – Blaine allargò le braccia e accolse Kurt all'interno inglobandolo completamente, stringendolo fino a imprimerselo sulla pelle, fin dentro nelle ossa e dove scorreva il sangue.

“Sei tornato.”, un sussurro, niente di più. “Sei tornato da me-”

“Non me ne sono mai davvero andato, Blaine.”

Piansero un po', naturalmente – ma c'erano anche sorrisi e baci tra i capelli e sul naso, e alla fine si guardarono negli occhi intensamente, arrivando a toccare con la punta delle dita l'anima dell'altro.

“Cosa farà tuo padre?”

“Lui ha capito.”, sussurrò piano Blaine, accarezzandogli uno zigomo con il pollice.

“Ha capito cosa?”

“Che siamo più forti di qualsiasi cosa, Kurt.”, soffiò Blaine. “Che tu sei proprio qui, impresso nel mio cuore.”

Ed era sempre stato così – senza possibilità di scelta, senza rimpianti. Come due pezzettini di puzzle che si ritrovavano ad ogni vita e si perdevano l'uno nell'altro – e, anche in quella vita, ora Kurt e Blaine si erano trovati.

E adesso volevano solo viversi.

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Grazie a tutte le persone che mi hanno dato fiducia e sono arrivate fino a qui. So che è stato un viaggio piuttosto difficile e infinitamente triste, e per questo vi meritate una scorta infinita di cupcakes, davvero!
E niente, non avrei mai potuto far finire la ff come è finito il telefilm - SPOILER per chi non lo ha mai visto - il personaggio su cui si basa parzialmente Kurt, Amy, alla fine muore proprio qualche minuto dopo essere tornata umana. Un tempismo di ****, insomma. Ed ecco, no, non era questo il destino del mio Kurt, mi dispiace.
Nel telefilm c'è un motivo particolare per cui Amy torna umana, ma è abbastanza complicato e per non appesantire la lettura ho reso tutto più semplice dicendo che Kurt è semplicemente un pochino più...precoce, rispetto agli altri. Se avete bisogno di spiegazioni o altro sarò lieta di rispondervi ^^
E niente, questo era l'ultimo capitolo, guys. *Sospira tristemente* Mi mancherà molto questa storia. Però posso dirvi che la settimana prossima arriverà l'epilogo, e con quello i ringraziamenti **
Un bacio e buona settimana, e un grosso patpat sulla spalla a chiunque sta seguendo la sesta stagione e ne è rimasto distrutto come me. Sigh.
A presto!
 
Je <3
   
 
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