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Autore: A Midsummer Night_s Dream    15/01/2015    5 recensioni
Mar dei Caraibi, 1657
Da anni, un pirata freddo e senza scrupoli solca le acque dei sette mari animato dall’odio e della vendetta verso colui che tempo addietro sterminò la sua famiglia.
William Alexander Spencer.
Una donna nobile dalla rara bellezza, incantatrice per l’aspetto angelico, ma astuta come una volpe e per nulla innocente, ignara si dirige tra le fauci di un destino che cambierà per sempre la sua vita.
Lady Helena Elisabeth Hughes.
Cosa fareste se la donna che più desiderate fosse la stessa che più odiate?
Cosa fareste se l’unico uomo in grado di salvarvi la vita fosse lo stesso che potrebbe uccidervi?
Odio. Amore. Tormento. Passione. Chi vincerà?
«Odio e amo. Per quale motivo io lo faccia, forse ti chiederai.
Non lo so, ma sento che accade, e mi tormento.»
Genere: Avventura, Erotico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Non so se troveró ancora qualcuno che segue questa storia, ma se così fosse vi ringrazio per il tempo che mi dedicate e la pazienza, soprattutto! Dopo la lunga attesa, vi lascio leggere tranquillamente il capitolo, sperando sempre di non deludervi e sapere cosa ne pensate... Buona lettura!

 



 Benvenuta all'inferno




Fu il rumore di passi pesanti, le grida di uomini e le loro bestemmie a svegliarla dal languore in cui era caduta.  

Helena corrugó la fronte, spaesata, la mente ancora annebbiata dal sonno. Cos'era tutto quel frastuono, ma soprattutto chi osava parlare in modo cosi barbaro su una nave di gentiluomini?

La confusione la disorientó solo un attimo, il breve tempo di un battito di ciglia, prima che l'incubo di quella notte la travolgesse come un mare in tempesta e gli occhi le si sbarrassero a causa dell'orrore che quei ricordi portarono con sè.

Il silenzio di una notte spezzato da urla di battaglia e gemiti di dolore. Il cielo illuminato dal bagliore delle lame sguainate e dipinto, in uno scenario oramai grottesco, da fiotti di sangue vermiglio che scorrevano incessanti.

Un conato di vomito le salì lungo la gola, ma solo un gemito di pieno orrore fuoriuscì dalle sue labbra.

Che il cielo la proteggesse, incontro a quale demonio erano andati incontro?

Il plotone di uomini che il padre aveva assoldato per proteggerla lungo quella traversata e lo stesso ammiraglio Marshall, che ne era a capo, erano stati barbaramente uccisi. Stessa sorte era toccata a coloro che si trovavano su quella nave come semplici membri d'equipaggio.

Nessuna preghiera, nessuna invocazione di pietà era stata ascoltata da quegli animali selvaggi che brutalmente avevano trucidato quella gente senza il minimo rimorso.

Il sangue di quei poveri uomini che si spargeva sempre più sul ponte della nave, le urla delle sue cameriere e qualche serva - uniche donne a bordo oltre lei- che si perdevano nella notte mentre quegli animali le afferravano con malagrazia, ululando eccitati mentre strappavano loro le vesti e facendo cosi presagire il crudele destino che sarebbe toccato loro...


"Dio, ti prego no!"

Si alzó di scatto a sedere e un secondo gemito, stavolta di dolore, le sfuggì dalle labbra a causa di un capogiro e del dolore incessante che le martellava le tempie.

Si portó una mano sulla fronte e strizzó gli occhi, prima di sbattere le palpebre un paio di volte e mettere a fuoco l'ambiente circostante. Come sospettava, nulla le era familiare.


"Bentornata nel mondo dei vivi, piccola"

Un brivido di terrore le attraversó la spina dorsale, lento, gelido, quando la sua voce bassa e roca arrivó da un angolo buio della cabina, facendola sobbalzare.

Helena si voltó lentamente, col cuore che minacciava di esploderle nel petto, cercando di fingere un coraggio che lei sapeva bene averla abbandonata nell'esatto momento in cui era venuta a conoscienza della sua identità.

Ed eccolo lì, il Lord of the sea.

Lui, il suo demonio personale, scompostamente seduto su una sedia, le gambe allungate e le caviglie incrociate mentre la guardava con un ghigno arrogante. Involontariamente lo sguardo si posó sul suo volto in un attento esame.

Alcune ciocche dei capelli neri, trattenuti da un codino dietro la nuca, scendevano scomposte lungo la fronte liscia per poi arricciarsi lievemente sulle punte a sfiorare una mascella squadrata e virile, ricoperta da una leggera peluria. Le labbra rosee e carnose, un naso dritto e perfettamente lineare, ma fu quando arrivó ad incrociare i suoi occhi che sobbalzó per l'ennesima volta.

Che qualcuno lassù avesse pietà di lei!

Il demonio possedeva due grandi e profondi occhi blu con alcune pagliuzze argentee a rendere quello sguardo ancor più magnetico, torbido come il mare in piena tempesta. Attenti e allo tesso tempo derisori, la scrutavano senza alcun pudore, dandole la sensazione di poterle rubare l'anima se solo volesse. Si trovó a boccheggiare imbarazzata di fronte a tanta sfacciataggine.

Alexander osservó il volto della nobildonna farsi scarlatto, probabilmente a causa dell'imbarazzo, e per l'ennesima volta, in quelle ore trascorse, sentì un forte calore accendergli il basso ventre quando le labbra rosse della donna si spalancarono in una piccola e muta o.


Le immaginó sul proprio corpo, dolci e sensuali intraprendere un tragitto invisibile verso una meta in quel momento celata dai calzoni ma di cui si sarebbe sbarazzato ben volentieri per permettere così a quella bocca di accogliere la sua eccitazione...

Fu il grido acuto di lei a distoglierlo da quella allettante fantasia erotica. Accaldato e con gli occhi annebbiati dal desiderio la vide stringere il leggero lenzuolo attorno al corpo privo di vesti, cercando di coprirlo il più possibile. Gli occhi cristallini accessi da una furia cieca mista ad incredulità.


"Non posso crederci! Voi... Voi..." Helena non riuscì a dar voce al fiume di insulti che voleva sgorgarle dalla bocca, troppo sconvolta mentre cercava di coprirsi il più possibile con quel misero pezzo di stoffa. Quel bastardo aveva osato spogliarla mentre lei era indifesa!

"È inutile che cerchi di coprirti tesoro, non c'è nulla che io non abbia già visto!"

"Animale! Voi siete-"


Alexander scoppió in una fragorosa risata, vedendo il suo volto sconvolto e il tono oltraggiato. "Cosa milady, parlate! Un essere abietto, spregevole, un barbaro, un bastardo? Sì, piccola, sono tutto questo! E poi di cosa mi accusate, di preciso? Dovreste ringraziarmi, sapete?" continuó divertito, alzandosi dalla sedia e avvicinandosi con passo felpato alla donna. La vide sbarrare gli occhi allarmata mentre si appiattiva contro la parete timorosa ma ancora adirata.

Aveva coraggio, doveva ammetterlo, pensó divertito.

Arrivato dinanzi a lei, appoggió un ginocchio sul letto per poi piegarsi così da consentire al proprio volto di trovarsi a pochi centimetri da quello di lei. "Siete svenuta tra le mie braccia e vi ho portato nella mia cabina. Il vostro corsetto era così stretto da impedirvi di respirare e a quel punto sono stato obbligato a tagliare il vostro prezioso abito per poi gettarlo in mare. Fatto ció, per avervi salvata sono stato lodato con la visione del vostro magnifico corpo, Helena..."

"Siete un lurido porco e vi ho già detto di non darmi del tu!"

Successe tutto in un attimo, nessuno dei due ebbe modo di prevedere quell'azione.



La mano di Helena si scontró furiosa e fulminea con la guancia del capitano, l'espressione sgomentata, il respiro ansante. Un silenzio surreale scese tra di loro.

L'aria intorno sembró cristallizarsi, mentre con occhi sbarrati la donna portava la mano al petto, tremante. Avrebbe pagato caro quell'ardito gesto e ne ebbe la prova quando vide l'uomo sconvolto portarsi la mano sinistra sul volto, dove la parte lesa si stava già tingendo di rosso, la mascella chiudersi di scatto e i denti cozzare tra di loro. La sua immobilità duró poco.

Un sorriso terrificante piegó le sue labbra, i suoi occhi adirati e furibondi diventarono quasi neri ed ebbe solo il tempo di vedere il suo volto trasfigurarsi in quello di una bestia quando con un urlo disumano si scaglió su di lei facendole sbattere la testa contro la parete alle sue spalle per poi stenderla supina sul letto. Senza alcuna gentilezza le strappó di dosso il lenzuolo, lasciandola nuda, le aprì le gambe con violenza, artigliandole le cosce su cui sarebbero presto apparsi dei lividi, insinuando il suo corpo tra di esse.

Caldo e possente sentì schiacciarla, togliendole il respiro.


Fu allora che Helena, dopo essersi ripresa dallo stordimento della botta in testa, inizió a dibattersi disperata, urlando in preda all'angoscia, all'umiliazione e piangendo come mai aveva fatto in vita sua. Stava per morire, lo sapeva.


Alexander artiglió la gola della ragazza impedendole di emettere un altro solo grido, gli occhi iniettati di sangue mentre immaginava già il corpo della donna freddo ed esangue, i suoi occhi spalancati pieni d'orrore dopo averla ammazzata.


Come aveva osato quella stupida ragazzina schiaffeggiarlo?! Avrebbe pagato con la vita!


"Maledetta cagna!" Il suo cervello non pensava più lucidamente. La furia governava ogni suo gesto. Non aveva più importanza neanche la vendetta che aspettava da anni e che avrebbe potuto ottenere grazie a lei, comparsa sul suo vascello come un dono del destino. No, nulla importava se non la sua morte.


Strinse ancor di più la presa sulla sua gola, il volto di Helena diventó paonazzo mentre boccheggiava alla ricerca disperata di aria e con le piccole mani graffiava quelle di lui, cercando di liberarsi. L'intero corpo si dimenava, lo cosce si stringevano ai suoi lati sperando di allontanarlo. Alexander guardó deliziato le lacrime che incessanti correvano sul suo volto disperato e sorrise euforico quando vide i suoi occhi farsi vitrei, la bocca spalancarsi in un muto grido e il corpo afflosciarsi sotto il proprio.



Bene. "Benvenuta all'inferno, piccola."

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

   
 
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