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Autore: SusanTheGentle    15/01/2015    7 recensioni
Questa storia fa parte della serie "CHRONICLES OF QUEEN"

Il loro sogno si è avverato.
Tornati a Narnia, Caspian e Susan si apprestano ad iniziare una nuova vita insieme: una famiglia, tanti amici, e due splendidi figli da amare e proteggere da ogni cosa.
Ma quando la felicità e la pace sembrano regnare sovrane, qualcosa accade...
"E' solo un attimo, al sorgere e al tramontar del sole, attimo in cui riescono a malapena a sfiorarsi....
Sempre insieme, eternamente divisi"

SEGUITO DI "Queen of my Heart", ispirato al libro de "La sedia d'agento" e al film "Ladyhawke".
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Caspian, Susan Pevensie
Note: Otherverse | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Chronicles of Queen'
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IN FONDO LA MAPPA DI NARNIA


30. La scoperta

Essere come voglio essere
Selvaggia e libera
Per la vita che c’è in me


 
 
Rilian rientrò nella sua stanza, gettandosi sul letto come in preda a uno stato febbrile.
Respirava affannosamente sia per la folle corsa che aveva appena concluso, sia per il dolore lancinante alla testa.
Gli sembrava che scoppiasse.
Fu trasportato in una scia di sogni, o forse di ricordi. Era dentro e allo stesso tempo al di fuori di sé. Vedeva cose che sapeva ma che non comprendeva. Sentiva voci che conosceva, luoghi lontani ormai dimenticati. Giocava su un prato verde come lo smeraldo, insieme a Myra e ad altre persone delle quali non riusciva a vedere il volto. Si sforzò per metterne a fuoco uno e lo riconobbe: era la donna che aveva incontrato nelle scuderie. Ella sorrideva, allargava le braccia e lui la chiamava mamma.
Mamma…
Sua madre era morta, glielo aveva detto la Signora dalla veste Verde. Lui e Myra erano stati portati via per non venire uccisi a loro volta, per far sì che la maledizione che li avrebbe trasformati in mostri potesse essere controllata.
No, non era vero.
Una parte della sua mente lo credeva, ma lo credeva soltanto. In realtà, sua madre era…
Sua madre era dolce, non fredda come ghiaccio. I suoi occhi sorridevano, non lo guardavano con ostilità ma con amore. Sua madre aveva una voce leggera, modi gentili, lunghi capelli color della terra di Narnia.
Narnia…
Cos’era Narnia?
Un nome che non conosceva…o forse sì.
Un nome che apparteneva a una vita passata, lontana, o forse più vicina di quanto credeva.
Si agitò, la fronte sudata, i capelli appiccati ad essa. Poi, sentì una mano tiepida posarsi sulla sua, stringerla. Una voce cara ma colma di spavento lo chiamava...
“Rilian, svegliati! Svegliati, che cos’hai?”
Il principe aprì di scatto gli occhi, il respiro pericolosamente accelerato. Avrebbe voluto parlare ma non ci riusciva.
“My…Myra…”
La sorellina era seduta sul suo letto. Rilian tentò di alzarsi, ma d’improvviso era diventato debolissimo.
Altre voci si accavallarono a quella di Myra: un’altra anch’essa piacevole e amica, mentre l’altra…
Una mano adulta cercò di farlo stendere di nuovo. Rilian spostò lo sguardo dal viso della sorella, incontrando quello della Signora dalla Veste Verde.
Come se si fosse bruciato con il fuoco, il principe cacciò un grido, agitandosi, scansando la mano della donna.
“Non avvicinarti, va via! Myra, scappa, vattene di qui, torna a casa!”
La principessa sgranò gli occhi, completamente terrorizzata: suo fratello sembrava preda della pazzia.
“Lora, allontana la bambina” ordinò Jadis.
“No!” gridò Rilian, riuscendo a sedersi e ad afferrare la mano della sorellina. “Myra! Non credere a una parola di quello che ti sta dicendo! Lei non è nostra madre, è una bugiarda! Myra…”
La bambina tenne più stretta la mano del fratello, ma fu costretta a lasciarla quando Lady Lora la trascinò indietro.
“Che cos’ha Rilian?” chiese con una vocina tremula.
Con una mano, la Signora dalla Veste Verde fece pressione sulla spalla del principe, costringendolo di nuovo a stendersi. Lui tentò di scostarsi ma lei era troppo forte.
E quando la Strega posò l’altra mano sulla fronte del bambino, le loro menti entrarono in contatto.
Jadis vide il volto di Susan Pevensie chiaro come nella luce del giorno.
Gli occhi della Strega Bianca mandarono scintille e, da azzurro ghiaccio, divennero neri come pece. Fissò il principe di Narnia ed egli, come ipnotizzato da quello sguardo, si calmò.
“Lora, va a preparare i bagagli dei bambini: ripartiamo immediatamente”
“Sì, Signora”
“Porta via Myra”
“Voglio stare con Rilian!” protestò vivamente la bambina.
“No, cara, non ora” le disse gentilmente la balia.
“Aspetta” aggiunse la Signora. “Ritorna quando hai fatto e riconduci qui anche la principessa, e va a dire a Mullughuterum di portare la Sedia d’Argento”
Lora s’inchinò, conducendo con sé una riluttante e spaventatissima Myra.
Jadis tornò a concertarsi su Rilian, la mano sempre premuta sulla sua fronte. Il bambino aveva richiuso gli occhi, il respiro ancora troppo forte. Sondò di nuovo la sua mente e vide ancora Susan, il lupo, la stalla…quando incontrò un’opposizione.
Jadis provò ancora, ma niente: i ricordi di Rilian continuavano ma lei non riusciva a vederli.
Un’idea alquanto improbabile attraversò i pensieri della Strega Bianca: potevano, i gemelli, avere un potere latente? No, impossibile se ne sarebbe accorta. Eppure, Rilian riusciva a chiudere le immagini altrove, dove lei non poteva raggiungerle…o, forse, era qualcun altro a farlo per lui, qualcuno di molto più potente.
Aslan!
La porta della stanza si aprì ed entrrò Mullughuterum, seguito da quattro creature che reggevano in spalla la Sedia d’Argento.
Era un oggetto lavorato in argento massiccio, inciso da arcani simboli, imbottita di un cuscino di velluto rosso come i braccioli e lo schienale. Somigliava più a uno scranno che a una sedia, i piedi a forma di teste di drago con le fauci spalancate. Era abbastanza grande perché due bambini potessero sedervisi insieme.
Jadis attese che Lora tornasse insieme a Myra. Quando arrivarono, la bambina provò un brivido alla vista della Sedia.
Di solito, Myra non fiatava mai davanti a un ordine della sua madre adottiva, ma quella sera sentì che avrebbe dovuto rifiutare quando la Signora le disse di sedersi.
La Sedia era stata posta al centro della stanza. Myra avanzò fino a quel punto e, come sempre, non appena la sfiorò entrò come in uno stato di trance. Non ebbe più la forza di dire o fare nulla che non fosse ciò che la Signora le ordinava. Sedette, immobile, gli occhi vacui a fissare il nulla.
Jadis sollevò Rilian e lo sistemò accanto alla sorella.
Il principe non si svegliò mai.
“Non dovevamo portarli fuori dal Regno delle Tenebre” disse la Strega Bianca, più a sé stessa che ai servitori. “Ho fatto bene a portare la Sedia d’Argento con me, sapevo che sarebbe potuto succedere…”
“Che cosa, Signora?” chiese Lora, angosciata.
Che avrebbero potuto incontrare i loro genitori, pensò la Strega, e che questo avrebbe annullato gli effetti della Sedia d’Argento.
“I bambini risentono dell’aria del Mondodisopra” rispose poi, cercando di mantenere la calma. “Quassù sono più esposti alla maledizione che li ha colpiti. Non hai visto cos’ha fatto il principe? Rilian ha rischiato di trasformarsi nell’orrenda creatura che dorme dentro di lui”
I suoi ricordi si sono risvegliati e Aslan lo aiuta a proteggerli, a custodirli nella sua mente e nel suo cuore.
Era stato l’amore per sua madre, l’amore di sua madre a ridestare in Rilian memorie sopite. Solo quello, solo vederla per pochi minuti era bastato a far cadere il sortilegio della Sedia d’Argento.
L’animo della Strega Bianca si turbò.
Iniziò ad intonare la solita nenia, la filastrocca che serviva per far addormentare i gemelli, per sopire il loro vero io, immettendo nelle loro giovani e ancora troppo fragili menti, ricordi fasulli.
Jadis osservò Myra chiudere gli occhi e reclinare il capo di lato, posandolo sulla spalla del fratello.
Non avrebbe dovuto portare i gemelli ad Harfang, avrebbe dovuto chiedere a Rabadash di scendere nel Regno delle Tenebre per il fidanzamento. Ma come poteva immaginare che la compagnia di Narnia sarebbe riuscita a sfuggire alle grinfie dei Giganti? Le era sembrata un’idea più che ottima spedirli ad Harfang: un modo più facile per liberarsi di loro non esisteva.
E invece no. Ancora una volta, avevano trovato il modo di cavarsela.
Chi poteva essere stato ad aiutarli nella fuga? Aslan? Qualcun altro?
Dal momento in cui Rabadash le aveva parlato del ritorno di Caspian e Susan, e della comparsa di una ragazza sconosciuta, Jadis aveva capito che i Sette Amici di Narnia si sarebbero riuniti per volere del Leone. Quello che ancora non aveva compreso era dove stessero andando e perché.
Cosa li aveva spinti fin sulle Montagne del Nord? Qual era la loro destinazione finale? Aslan aveva forse rivelato un modo per salvare i gemelli ed annullare la maledizione lanciata sul Liberatore e la Dolce?
“Mullughuterum!” chiamò infine, quando il silenzio fu calato sulla stanza, il respiro dei principi lieve e regolare .
La creatura si avvicinò.
“Preparate la carrozza”
Mullughuterum si inchinò, facendo un cenno agli altri servi di seguirlo. La Signora dalla Veste Verde lo seguì. Dietro di lei vennero i quattro esseri che avevano portato la Sedia d’Argento: la sollevarono, con essa i bambini sempre addormentati. Lady Lora  fu l’ultima a uscire dalla stanza.
 
 
 
~·~

 
 
Fuggirono senza voltarsi indietro. Edmund strattonava forte le redini, incitando i cavalli, Susan lo seguiva su Destriero.
Dopo una folle corsa attraverso i cortili del castello, si arrestarono un istante, notando con sollievo e soddisfazione di essere riusciti a seminare i Giganti. Ma quell’attimo di tregua non sarebbe durato a lungo: presto li avrebbero raggiunti con le loro tremende falcate, già potevano sentire la terra rimbombare sotto i loro enormi piedoni.
Senza dire nulla, i due fratelli, continuarono per la loro strada. Susan seguiva Edmund, fidandosi di lui, delle strade e stradine che attraversavano, dei portici che oltrepassavano. Il borgo di Harfang era deserto, le luci delle case spente, i negozi chiusi: tutti erano dentro il palazzo a godersi la Festa d’Autunno.
Infine, giunsero in prossimità dell’uscita secondaria nord. Lì, sotto un ponticello, scorreva un basso fiumiciattolo che si univa poi al fossato del castello.
“Di qua, di qua!” udirono una voce chiamare da quella direzione.  “Qui sotto, svelti!”
Videro Titania spuntare da sotto il ponte, agitare la manona. Lei e il resto della compagnia di Narnia erano nascosti sotto il ponte.
“Dovremo restare qui finché non saremo certi di avere via libera” mormorò la gigantessa.
Susan fermò Destriero, incerta se avvicinarsi o meno. “Come posso fidarmi di voi dopo quello che stavate per fare ai miei amici?”
Titania fece un’espressione desolata. “Maestà, vi giuro solennemente che non è mai stata mia intenzione mangiarvi! Sì forse all’inizio volevo ma, man mano che i giorni passavano, riflettevo sempre più sulla missione che vi è stata affidata, capendo che era mio sommo dovere aiutarvi a continuare il vostro viaggio per portarla a termine. Non posso permettere che, per colpa della poca fede di Mastodonte e per qualche sciocca tradizione, ne vada di mezzo la salvezza del mondo”
“Allora è per questo che avete deciso di non infilarci in pentola!” disse Emeth, stupito e finalmente libero da ogni dubbio.
“Sì, e anche perché mi sono molto affezionata a voi tutti”. Titania trasse a sé Eustace, schioccandogli un sonoro bacio sulla guancia.
Il ragazzo emise un verso di disgusto, asciugandosi il viso con la manica. “Questa ve la potevate risparmiare..”
“Dai, Sue, vieni, presto!” la incitò Lucy. “Ha anche giurato sui suoi antenati, puoi crederle!”
Susan condusse Destriero giù per una breve discesa rocciosa. Se sua sorella si fidava, allora poteva stare tranquilla: Lucy aveva sempre saputo distinguere il bene dal male meglio di chiunque altro. La sua capacità di giudizio, soprattutto in merito a ciò che riguardava Narnia, si rivelava sempre giusta.
“Dove sono Shira e Ombroso?” chiese Shanna avvicinandosi.
La Dolce scese dalla sella e guardò il cielo, scuotendo il capo. “Arriveranno presto, vedrai”. Poi, si volse di nuovo verso la sorella.  “Lu, Caspian è ferito. So che la tua pozione non funziona su di noi, però potresti fargliene ugualmente bere un poco?”
“Certo”. La Valorosa scostò il mantello prendendo l’ampolla di diamante dalla sacca legata alla cintura. “Le ancelle di Titania hanno recuperato tutte le nostre cose, ci sono anche delle provviste. Però, Susan, se non è urgente, forse è meglio dargliela domattina quando sarà umano, avrà più effetto. Con l’indigestione funzionò, ricordi?”
Susan sorrise appena. “Sì, me lo ricordo. Va bene, allora faremo così”
Nel frattempo Edmund, aiutato da Pozzanghera e Peter, stava ancora tentando di sistemare il carro sotto il ponte come meglio poteva. Purtroppo, le ruote posteriori finirono dentro l’acqua bassa ma più di così non potevano fare.
“Perché diamine avete preso un carro, Ed?” chiese il Re Supremo, ansimando per la fatica..
Il Giusto fece una smorfia, saltando a terra. “Guarda tu stesso”
Il Magnifico scostò il panno che celava l’interno della vettura. “Che diavolo…?”
“Che brutto, chi è?” gli fece eco Pozzanghera.
L’esclamazione fece accorrere anche gli altri.
Alla comparsa di tutti quei volti noti o meno, ma tanto odiati, Lord Erton, legato e imbavagliato, bofonchiò un lamento scoccando occhiate torve intorno. Accanto a lui, il lupo aspettava solo un movimento per saltargli al collo.
“Perché è qui?” fece Emeth in tono di disgusto. “Che vi è saltato in mente?”
Susan si issò sul carro, calmando l’indole aggressiva del lupo. “Erton sa dove sono i miei bambini, perciò lo terremo prigioniero finché non ci dirà dove li tiene nascosti, e io non me andrò da Harfang finché non avrò trovato Rilian e Myra”
Jill avanzò lentamente di un passo. “Ma Susan, i tuoi i figli non sono qui”
“Sì, invece”
A quell’affermazione seguì un profondo silenzio.
“Sono qui, Jill, stanotte.” La voce della Regina di Narnia tremò leggermente. “Ho visto il mio Rilian”
“Rilian?!” chiesero gli altri in coro, accavallandosi. “Davvero? Dove? Come stava? E Myra?”
“Non so dove sia Myra, ma Rilian sta bene. E’ vivo e sta bene”.
Susan rivolse un gran sorriso a Jill, la quale era la più emozionata di tutti.
Finalmente un segno dei principi! Un segno che Aslan non li aveva abbandonati nonostante lei fosse venuta meno al suo dovere. Forse era stato il Leone a far incontrare la Regina e suo figlio.
“E Lord Erton sapeva tutto del rapimento del gemelli?” chiese Emeth, incredulo.
“Sei sicura che non sia una trappola?” chiese Miriel. “Conosci quest’uomo: mentire è ciò che gli riesce meglio”
Susan scosse il capo. “Non è un trucco, Miriel, perché è stato qualcun altro a confermarmi che Lord Erton sa ogni cosa. Ho incontrato Lord Ravenlock questa sera: come avevamo pensato, lui e i suoi uomini ci hanno seguiti dalla Brughiera, insieme a loro c’era un cacciatore che ha piazzando le trappole per catturare Caspian. Ordini di Rabadash suppongo, non è così, Vostra Grazia?”
Erton sbuffò dal naso.
“Dov’è Ravenlock adesso?” chiese Peter.
“L’ho ucciso” rispose Susan con estrema calma.
“Sue…” fece Lucy.
“Era quello che si meritava” disse Edmund, venendo in aiuto della sorella maggiore. “Uccidere è sbagliato, ma questa è una guerra, Lucy, purtroppo non possiamo evitare che certe cose accadano”
Sul carro, Lord Erton si agitò alla notizia della morte del suo subalterno.
“Non fate quella faccia, milord” proseguì la Dolce. “Non vi dispiace affatto per lui, state solo pensando che ora avete un tirapiedi di meno, un tirapiedi che può avervi servito bene ma che alla fine vi ha tradito: è stato lui ad affermare che avete sempre saputo tutto: dove sono i miei bambini, chi li ha rapiti e come. E me lo direte, o vi costringerò in modi che nemmeno immaginate!”
Erton si ritrasse appena davanti alla furia della Regina di Narnia. Se non che fosse già morto, avrebbe voluto avere Ravenlock tra le mani per punirlo come meritava, quel traditore!
Poco dopo, Titania piegò le ginocchia e si mise a fissare insistentemente il Duca.
“Che cosa fate?” chiese Peter.
“Mi accerto di non aver mi visto quest’uomo. Prima, giù in cucina, vostra sorella minore mi ha chiesto se per caso conoscessi un certo Rabadash e un certo Lord Erron...”
“He…ton” bofonchiò il Duca sotto il bavaglio.
“Uhm…sì, quello che è. Comunque, lo confermo: quest’orrendo individuo non rientra nelle mie conoscenze”
“Il vostro è uno stato di grazia” commentò Susan, poi si rivolse a Peter. “Cosa volevate sapere da Titania?”
“Credevamo che i Giganti fossero in combutta con Rabadash. Sai, tutta questa storia di mangiarci…poteva essere un modo per sbarazzarsi di noi”
“E invece no” intervenne Eustace. “A quanto pare, è tutta opera della Signora dalla Veste Verde”
Susan scattò sull’attenti. “Non è il nome della donna che incontrammo sui monti settimane fa?”
“Proprio lei”
“E che cos’ha a che fare con tutta questa storia?”
Titania fece un’espressione colpevole. “E’ una conoscente di mio marito – a me non è granché simpatica – ed è lei che ogni anno ci invia la carne…ehm…più prelibata per il banchetto”
Shanna emise un verso di disgusto. “Questo lo sappiamo già…”
D’un tratto, Pozzanghera fece cenno a tutti di tacere. “Arriva qualcuno”
Rannicchiati contro la parete rocciosa, tenendo buoni i cavalli perché non nitrissero, ascoltarono il rumore di piedi in corsa. Poco dopo, un drappello di soldati passò sopra le loro teste, attraversando il ponte. Lord Erton cercò di farsi sentire ma bastò che il lupo aprisse le fauci e mostrasse i denti per tenerlo buono. Nessuno si mosse finché non li sentirono allontanarsi.
“Torneranno indietro” disse Titania a bassa voce . “Non è ancora il momento per le Vostre Maestà di fuggire”. Poi, mise una manona sulla spalla di Susan. “Ora ditemi, cara: cos’è tutta questa storia? I principi di Narnia rapiti?”
La Dolce tirò un respiro. “Perdonatemi se non vi abbiamo messi al corrente della faccenda, ma non sapevamo fino a che punto fidarci di voi Giganti: i nostri regni hanno avuto molti contrasti in passato”
“Potete spiegarmi adesso. Odio non essere messa la corrente di qualcosa”
I ragazzi si scambiarono sguardi incerti.
“Io credo che potremmo rischiare” disse Edmund. “Dopotutto, se non fosse per la regina Titania, a quest’ora saremmo nello stomaco dei Giganti e dei loro ospiti”
Susan fece un cenno col capo. “Sì, è vero. Va bene, vi diremo ogni cosa”
Rimasero nascosti sotto il ponte ancora per lunghi muniti, spesi per narrare a Titania tutta la verità: del rapimento dei principi, della missione affidata a Jill, della maledizione che aveva colpito Caspian e Susan.
“Voi non vi siete mai accorta dell’assenza di mio marito, vero?” chiese la Dolce alla gigantessa.
Quest’ultima fece un’espressione stranita, guardandosi attorno. “No, io…Cielo, solo ora mi accorgo che il Re non si trova qui. Incredibile…Solo in questi momenti mi rendo conto di quanto Harfang sia lontana da Narnia, se nemmeno queste notizie giungono quassù. Ma ditemi: il vostro figlioletto, Rilian, non vi ha riconosciuta quando vi ha vista?”
Susan scosse mestamente il capo. “Ha detto di non sapere chi io fossi, ma non è così. So che non è così”. La Dolce si sforzò per tenere ferma la voce.
Titania le picchiettò su una mano. “Di sicuro c’è una spiegazione”
Poco dopo, ecco di nuovo un rumore di passi in corsa: erano i soldati che tornavano indietro.
La compagnia di Narnia rimase immobile e silenziosa.
Pozzanghera si arrampicò a pancia sotto su per il pendio, sbirciando intorno. “Forse ora possiamo muoverci”
“Non ancora” intervenne Miriel, scambiandosi occhiate preoccupate con Peter. “Dobbiamo dirti una cosa importante, Susan, forse la più importante di tutte”
“Oh, sì” ricordò Titania. “Devo dirle anche del fidanzamento, vero?”
“Quale fidanzamento?” fece Susan.
Jill, che si era trattenuta fin troppo, saltò su e disse quasi senza prendere fiato: “Rabadash e Lord Erton sono ospiti alla Festa d'Autunno su invito della Signora dalla Veste Verde. La Signora ha una figlia, la principessa del Mondodisotto, e questa principessa e Rabadash si sono fidanzati stasera!”
Susan le mise le mani sulle spalle. “Aspetta, aspetta…ripeti?”
“Titania ci ha parlato a proposito di un fidanzamento avvenuto stasera al banchetto” intervenne Peter con più calma. “A quanto pare, Rabadash si sposerà presto con la figlia della Signora dalla Veste Verde”
“E io cos’ho detto!” protestò Jill.
Il Magnifico e la Dolce si fissarono per lunghi istanti.
“Sue, non hai capito?”
Susan scosse il capo, confusa. “Capito…cosa? Peter, che stai cercando di dirmi?”
“Io e Miriel abbiamo il forte sospetto che la principessa in questione sia in realtà la tua Myra”
Nessuno aveva osato dirlo ma tutti lo avevano pensato.
Susan aprì e richiuse la bocca, scuotendo ancora la testa, lo sguardo che vagava da uno all’altro dei suoi amici.
“No, è assurdo!” esclamò alla fine. “Rabadash avrà semplicemente trovato moglie per salvare la sua stirpe, come ha sempre voluto, ma non…”
“L’ho detto anch’io” la interruppe Edmund, “però pensaci: è un caso che questa Signora conosca Rabadash e gli dia in sposa sua figlia? E’ un caso che Rilian si trovi qui e che tu lo abbi visto? Rabadash è ossessionato da te, Susan, lo sai. Farebbe di tutto, di tutto, per far soffrire sia te che Caspian: rapire i vostri figli, maledire voi due, e adesso prendersi Myra al posto tuo”
Susan si portò una mano sul petto. “Credevo fosse giunto al limite quando ci ha maledetti” mormorò a bassa voce.
Avrebbe voluto negare che il fratello avesse ragione, ma non poté.
“Quindi, pensate che la Signora dalla Veste Verde sia colei che li ha portati via?”
“E’ probabile, Maestà” disse Pozzanghera. “Una serva di Rabadash, forse”
“E la principessa potrebbe essere davvero Myra” rincarò Miriel.
Titania si intromise garbatemene nella conversazione, dicendo: “Io so che la Dama Verde ha due figli, in effetti – non penso siano davvero suoi – ma nessuno li ha mai visti”
Susan afferrò il bordo del carro, facendosi imbiancare le nocche. “Quanti anni potrebbero avere?”
“Non lo so, ma lei ha sempre chiamati bambini, quindi presumo siano abbastanza piccoli”
“Dove li tiene nascosti?”
“Giù nel suo regno, nel Mondodisotto. Si dice li tenga chiusi nel suo castello, al buio, la principessa e suo fratello”
“Perché al buio?”
“Se venissero esposti alla luce del sole si tramuterebbero in due sanguinarie creature che potrebbero distruggere il mondo”
Susan lasciò andare il brodo del carro, tirando un profondo respiro. “Vi ringrazio per le informazioni, Titania. Ragazzi, Myra e Rilian sono ancora ad Harfang, e io intendo portarli via di qui prima che lo faccia la Dama Verde, o comunque si chiami. Chi viene con me?”
“Io!” si fecero avanti Peter, Edmund e Lucy contemporaneamente.
La Dolce sorrise loro.
“Vengo anch’io” disse Miriel.
“Ho idea che dovremo dividerci un’altra volta, signori” aggiunse Pozzanghera. “Dunque, potremmo…”
D’un tratto, Lord Erton iniziò a ridacchiare in maniera incontrollata. La sua risata era fastidiosa anche soffocata dal bavaglio, acuta come quella di una iena.
Susan balzò sul carro e gli strappò il fazzoletto dalla bocca. “Che diavolo avete da ridere?”
“Tutto questo è così divertente! Oh, se sapeste! Vi consiglio di non farvi troppe illusioni, Maestà”
In quel momento, un nuovo rumore sopraggiunse alle loro orecchie.
Tutti si nascosero di nuovo contro la parete muschiosa, sentendola tremare.
“Ancora soldati?” fece Jill.
“Sembra più…una carrozza” mormorò Eustace.
E infatti, poco dopo, un’enorme carrozza bianca trainata da quattro destrieri neri con criniere rosse fuoco, attraversò il ponte a tutta velocità.
“Chi ha così tanta fretta di andarsene?” domandò Edmund, spiando la sagoma candida ormai lontana.
Erton ricominciò a ridere.
Susan lo prese per una spalla, strattonandolo. “Smettetela e parlate, una volta per tutte!”
“Se proprio volete saperlo” rispose il Duca tra i singulti, “i vostri dolci marmocchi se ne sono andati in questo momento”
Un lampo di angoscia e terrore passò negli occhi di Susan.
La carrozza!
“Per gli antenati!” esclamò Titania. “Quella era la carrozza della Signora dalla Veste Verde!”
“Coraggio, seguiamola!” disse Peter, risalendo per primo il pendio del fiumiciattolo.
Titania, vedendo la difficoltà dei narniani di spingere il carro su per la breve salita, si rimboccò le maniche e prese in mano la vettura come fosse un giocattolo, riportandolo nel cortile. Il lupo restò in equilibrio, mentre Erton venne sballottato qua e là senza che nessuno se ne preoccupasse.
Edmund salì davanti insieme a Pozzanghera. Tutti gli altri tranne Susan, la quale tornò in groppa a Destriero, sedettero dietro caricando i bagagli, le armi e le provviste.
“Stiamo troppo stretti, non possiamo viaggiare così” si lamentò Eustace.
“Avrei voluto prendere un paio di cavalli in più, infatti” spiegò Edmund, “ma non ne ho avuto il tempo. Regina Titania, potreste procurarceli, per favore?”
“Farò del mio meglio, Maestà Giusta. Comunque, sarà molto difficile raggiungere quella carrozza: è trainata dai Cavalli di Fuoco, i più veloci del mondo”
“In qualche modo ci riusciremo” la tranquillizzò Susan, calma da far paura. “Abbiamo una valente guida, qui”
Lord Erton fisso la Regina di Narnia con occhietti malefici.
“Fatevi entrare in testa, milord, che non vi lascerò andare finché non avrò trovato i miei figli”
“Se Rabadash non mi vedrà ricomparire, capirà che mi è successo qualcosa”
“A questo ho già pensato” ribatté la Dolce. “Regina Titania, potete procurarmi cara e penna?”
“E’ una richiesta assai semplice, non ci sono problemi. Ma a cosa vi servono?”
“Lord Erton deve scrivere una lettera”
Il Duca la fissò senza capire.
“Scriverete a Rabadash” riprese Susan. “Gli direte che siete ripartito immediatamente per Cair Paravel poiché, a vostra volta, avete ricevuto una lettera con la quale siete stato avvertito che io e Caspian siamo tornati laggiù”
“Il principe non ci cascherà” sbottò il Duca.
“Io credo di sì. Se conosco bene Rabadash, della nostra compagnia, della missione e del resto non gliene importa nulla. Lui vuole solo me e Caspian. Se crederà che siamo a Cair Paravel, tornerà a Cair Paravel”
“Non volevate incontrarlo, mia signora? Perché ora volete che ritorni nel regno?”
“Perché è ciò che vuole Aslan” rispose semplicemente Susan.
Ed era così. Per quanto avesse voluto fargliela pagare, sia lei che Caspian non potevano affrontarlo fino al solstizio d’inverno.
“Non scriverò affatto questa lettera!” protestò Erton.
“Lo farete, invece” disse Edmund, puntandogli contro la Spada di Bern.
Lo stesso fecero Peter, Emeth e Eustace con le loro.
Con quattro lame alla gola, Lord Erton si rannicchiò in un cantuccio del carro, tremando di rabbia.
Finalmente, eccoli davanti all’uscita. Titania alzò il chiavistello e aprì il portone che dava sulla foresta innevata, sferzata dal vento.
“Nascondetevi nella pineta qui fuori, ma non addentratevi troppo, c’è uno strapiombo più in là. Manderò le mie ancelle con i cavalli il prima possibile”
“Aspettateci! Aspettateci!” gridarono in quel momento due voci amiche.
“Ombroso!” esclamò Susan.
“Shira!” le fece eco Shanna, allungando le braccia verso il cielo per prendere il falchetto tra di esse.
“Mia adorabile signora, come state?” chiese Ombroso, arrossendo fino alle orecchie quando Susan lo strinse forte a sé.
“Sto bene, ma la tua ala…Lucy, potresti…”
“Arrivo”. La Valorosa si occupò della ferita del pipistrello, facendogli bere un paio di gocce del cordiale.
“Perfetto!” esclamò Emeth. “Ora ci siamo proprio tutti”
Susan si voltò un ultima volta verso la regina dei Giganti.
“Vi ringrazio, Maestà. Anche a nome di mio marito, vi ringrazio immensamente per quel che avete fatto. Vi siamo obbligati”
“Nessun obbligo, mia cara” Titania prese le mani di Susan, stringendole nelle sue. “Perdonatemi se ho chiamato ‘bestiaccia’ il Re”
“Perdonate me se non sono stata troppo amichevole con voi”
“Vorrà dire che avremo modo di rifarci”
“Sarete la benvenuta a Cair Paravel se mai tornerò ad essere la Regina di Narnia”
“Mia signora, voi siete la Regina di Narnia, e sempre lo sarete”
Susan le sorrise. “Ancora grazie infinite”
Così dicendo, la compagnia si lasciò alle spalle il castello di Harfang.
Titania richiuse in fretta il portone e sollevò le sottane, correndo dentro il castello attraversando porte secondarie e passaggi segreti.
In ultimo, scostò il pannello della parete della sua stanza. Le ancelle erano là che l’aspettavano.
“E’ andato tutto bene” annunciò la sovrana alle preoccupatissime, giovani dame.
Queste esultarono. “Ora cosa faremo?”
“Prima di tutto, dobbiamo procurare un paio di cavalli di misura umana per i nostri amici di Narnia, e anche un po’ di carta, inchiostro e una penna”
L’ancella Tunia si avvicinò allo scrittoio, riunendo quanto richiesto.
Titania annuì compiaciuta. “E una è fatta. Adesso, una di voi scenderà con Tunia alle stalle e porterà i cavalli nella pineta dove sono nascosti i narniani, rinnovando alla Regina Susan e ai suoi compagni ogni bene da parte mia. Le altre, invece, mi vestiranno per la festa” Titania si lasciò cadere sul pouf davanti alla specchiera. “Devo palesare la mia presenza al banchetto, o Mastodonte inizierà a insospettirsi”
 
 
 
~·~

 
 
Nascosti nel folto della pineta, di nuovo uniti, i membri della compagnia di Narnia attesero pazientemente l’arrivo delle dame di Titania.
Non passò molto che Tunia e le altre sopraggiunsero con quanto richiesto: con due robusti cavalli bai e una cassettina di legno che consegnarono a Susan.
Rinnovati gli auguri di Titania, se ne andarono.
“Addio amici di Narnia, che la sorte vi accompagni”
“Speriamo non si caccino nei guai” commentò Lucy un momento prima di risaltare sul carro insieme a Shanna e Miriel (Peter aveva insistito perché la Driade viaggiasse il più comoda possibile).
“Anche se Mastodonte dovesse scoprire tutto l’arcano, non credo che Titania si farà mettere i piedi in testa” disse Shanna.
La Valorosa sorrise. “Oh, no di certo”
“Tutti pronti?” chiese Edmund, sistemandosi alla guida del carro vicino a Pozzanghera.
“Pronti” confermò Eustace, salendo in groppa al primo dei cavalli di Titania.
Il ragazzo aveva imparato a cavalcare nel periodo in cui aveva fatto visita a Cair Paravel dopo la nascita dei gemelli. Jill, che di cavalcare non era capace affatto, si issò dietro di lui. Peter e Emeth si sarebbero dati il cambio sul secondo cavallo: quando era il Re Supremo a montare in sella, il soldato avrebbe viaggiato sul carro con le altre ragazze e viceversa. Susan cavalcava su Destriero (Caspian avrebbe fatto a turno con lei durante il giorno), mentre Ombroso e Shira potevano decidere di volare o di sistemarsi come meglio credevano.
Fu davvero molto strano rimettersi in viaggio. La permanenza ad Harfang era durata solo pochi giorni ma, con tutto quel che era accaduto in una sola notte, parevano essere trascorsi mesi.
Al momento, tutto ciò che volevano era discendere il pendio e arrivare a valle, là dove sorgevano le strane collinette che si erano rivelate essere le rovine dell’Antica Città dei Giganti: laggiù da qualche parte, avrebbero trovato i gemelli.
In silenzio, ognuno coi suoi pensieri, attraversarono il sentiero principale, del tutto esposto: non c’erano alberi dietro cui nascondersi. Fu allora che incitarono i cavalli al galoppo, per mettere più distanza possibile tra loro e l’imponente montagna sulla quale il castello di Harfang svettava come un vero Gigante, imponente e terrificante. Quand’erano arrivati era sembrato loro il luogo più accogliente del mondo, e lo sarebbe stato davvero se non fosse che gli abitanti facevano un sol boccone di qualunque umano capitasse loro a tiro.
Ora, i ragazzi si trovavano più o meno nel punto in cui Jill e Lucy erano scivolate dentro la buca dove avevano trovato la tagliola.
“Era qui da qualche parte” disse la settima Amica di Narnia.
Lei e Eustace aprivano la strada al gruppo. Lui fermò il cavallo e la ragazza saltò a terra, correndo in direzione di una delle strane colline.
“Sei sicura che fosse proprio qui?”
“Si, Scrubb, sono sicura…ops!”
“Jill!” gridarono tutti in coro quando l’amica sparì nel nulla.
“Tranquilli, sto bene, sono scivolata di nuovo”. Jill ricomparve con i capelli e gli abiti imbiancati dalla neve.
“Che impiastro sei, Pole…L’hai trovata?”
“No. Credo sia un pò più in là. Scusate, mi sono sbagliata, ma di notte è più difficile orientarsi”
All’improvviso, un suono cupo risuonò in lontananza.
“Che cos’è?” chiese Miriel.
“Un allarme, sembra” le rispose Edmund, voltandosi indietro.
Lucy scostò il tendaggio e guardò fuori dal carro. Sul sentiero veniva qualcuno.
“Ci hanno visti!”
Destriero nitrì, così gli altri cavalli, impennandosi quando i dardi degli arcieri iniziarono a piovere su di loro.
Shanna si alzò in piedi sul carro e, insieme a Miriel, allungò le mani avanti: luce e fuoco si unirono, creando una barriera azzurra e rossa attorno alla compagnia.
“Magia! Magia!” sentirono urlare i Giganti.
“Dobbiamo trovare l'entrata!” disse Peter. “Jill!”
La settima Amica di Narnia si guardò attorno frettolosamente.
“Jill!” la chiamò Shanna. “La Spada di Rhoop, usala!”
La ragazza non se lo fece ripetere. Non appena la sfoderò, la lama iniziò a brillare. La Spada sembrò in attesa di liberare il suo potere, ma Jill non sapeva come fare.
“Aiutami” si ritrovò a pensare.
E come se il talismano l’avesse udita, scaturì un potente raggio simile a un fuoco d’artificio. Salì in aria, formò un arco nel cielo e ricadde al suolo parecchi metri più in là, continuando a brillare.
“Laggiù, andiamo!” gridò Peter partendo al galoppo, seguito dagli altri.
Improvvisamente, la barriera magica si dissolse. Le frecce dei nemici ripresero a volare sopra le teste di narniani. Emeth scansò Lucy appena in tempo, mentre un dardo si piantava nel retro del carro.
“Perché avete ritirato la barriera?” chiese la Valorosa alle due guide.
“Non l’abbiamo fatto” rispose Shanna, scambiandosi uno sguardo perplesso con Miriel.
La Driade si fissò le mani. “La magia si è indebolita. Perché?”
“E’ colpa di quello che sta accadendo a Narnia!” disse Shira, infilandosi nel carro insieme a Ombroso. Restando in aria, i due volatili rischiavano di venie colpiti dalle frecce.
“Non appena troveremo un po’ di pace potrò finalmente spiegarvi tutto” sbuffò il falchetto, impaziente.
“Shanna, riproviamo” disse poi Miriel.
La Stella Azzurra si spostò per sederle accanto. Nel muoversi pestò una mano a Lord Erton. Egli emise un lamento ma nessuno gli badò.
Shanna e Miriel unirono le mani e la barriera vene innalzata nuovamente, permettendo alla compagnia di guadagnare terreno.
La luce emanata della Spada di Rhoop brillava come un faro nella notte: una sfera luminosa sospesa nel nulla sopra un solco profondo, là dove un tempo sorgeva la gigantesca scalinata della Città Antica.
“Dentro, presto!” ordinò Peter.
Lui andò per primo, poi Eustace e Jill, poi Susan e Destriero, poi tutti gli altri.
Pozzanghera si coprì gli occhi con le mani. “Il carro non passerà dall’apertura! Ci sfracelleremo!”
“Smetti di fare l’uccello del malaugurio!” gridò Emeth, al quale Lucy, Shanna e Miriel si strinsero. La Driade allungò un braccio e lo passò attorno al dorso del lupo, traendolo vicino a loro.
Il carro passò senza problemi. La sfera luminosa si spense e svanì.
Una volta dentro, Lucy ebbe un’idea improvvisa. Prese la Spada di Agoz e chiuse gli occhi, stringendo l’elsa con entrambe le mani.
“Che i Giganti non possano raggiungerci! Che la neve cada e ricopra l’entrata!”
Così accadde.
Al suono e al movimento che provennero alle loro spalle, i ragazzi si fermarono, osservando neve e pietrisco cadere all’interno dell’apertura. I rumori dell’esterno scomparvero. Tutto divenne buio.
Subito, la torcia di Edmund si accese, illuminando i volti dei compagni.
“State tutti bene?”
“Sì” risposero gli altri all’unisono”
“Miriel?”
“Sono qui, Peter, è tutto a posto”
Il Re Supremo scese da cavallo, salendo sul carro per abbracciarla. “E io che credevo saresti stata al sicuro qui sopra”
Miriel sorrise. “Non lo si è mai in un’avventura per la salvezza del mondo, amore mio”
“Che ne dite di fermarci un momento?” propose Pozzanghera. “Non so voi, signori miei, ma io sono stremato”
La richiesta fu accolta con gioia.
Si addentrarono un poco nella cavità, la quale, man mano che avanzavano, si estendeva in larghezza e altezza. Sedettero tutti insieme a ridosso del carro, accendendo un fuocherello grazie ai poteri di Miriel, razionando le provviste con attenzione, dando da bere ai cavalli e cercando di dividere alla meglio il fieno che Titania aveva procurato per Destriero.
“Come faremo a dar da mangiare agli animali?” chiese Jill, accarezzando il lupo. “Anche Caspian: dovrà cacciare, non può fare come noi e mandar giù pane, formaggio e carne secca”
“Il Re se la caverà con la carne che abbiamo, non c'è scelta” disse Pozzanghera, la voce stanca. “In quanto ai cavalli, domattina uscirò e cercherò di raccogliere quanta più erba possibile Ho notato che ne cresce parecchia tra le rovine dell’Antica Città, l’ho notato prima”
“Sono sterpaglie, andranno bene lo stesso?”
“Certo che sì. Gli animali muti hanno poche pretese, poveri amici. E’ l’acqua che mi preoccupa di più”
Lucy stappò la bottiglietta del cordiale. “Tenete, bevetene tutti una goccia, ci aiuterà a recuperare le forze”
Così fecero, eccezion fatta per il lupo.
“A te domani” disse la giovane Pevensie, facendogli una carezza sul capo.
Lucy indugiò accanto a Lord Erton. “Susan…”
“No, a lui no” rispose seccamente lei.
“Non la voglio quella roba!” sbottò il Duca. “E questo cibo è orrendo!”
“Quel che passa il convento, milord” commentò Emeth. “Ritenetevi fortunato che vi abbiamo dato da mangiare. Ringraziate Lucy, perché Susan non ne aveva intenzione”
Il Duca brontolò confusamente, astenendosi dal dire di più quando incontrò lo sguardo della Regina Dolce.
“Shira” disse poi Susan. “Racconta agli altri di Narnia”
Il falchetto si mosse. “Sì, è il momento giusto”
Il silenzio fu totale.
“C’è una spiegazione al perché la vostra Magia si è dissolta così in fretta” iniziò Shira, rivolta a Miriel e Shanna. “La verità, è che tutta la magia di Narnia si sta pian piano spegnendo. Narnia è malata, molto malata”
“E’ quello che disse anche Babbo Natale” ricordò Pozzanghera.
“Babbo Natale è una creatura magica anche se ha le sembianze di un uomo” disse Susan, il muso del lupo posato sulle gambe. “L’ha percepito prima di tutti noi”
“Proprio così” affermò Shira. “Difatti, è stato Grande Quercia a dirmi tutto. Anche lui è molto debole, e così i Nani, le Driadi e gli Amadriadi, i Fauni, i Satiri; tutte le creature fatate risentono del deperimento del regno. Lentamente, questa condizione si estenderà su tutto il regno, forse oltre.”
“Quindi” intervenne Peter, “può essere stato anche a causa dell’ indebolimento della magia, oltre che al freddo, a privare Miriel di ogni forza”
La Driade si strinse a lui.
“E’ assai probabile” rispose Shira.
“Ma all’epoca di Miraz non accadde nulla di tutto ciò” intervenne Edmund. “Sì, Cair Paravel era distrutta, le creature magiche al bando, ma Narnia non era malata”
“Questo perché la stirpe dei Caspian non maledì la terra sulla quale voleva mettere le mani” chiarì Shira. “Lo so, fecero cose di cui nemmeno il nostro Re va fiero, ma il suo antenato Caspian I divenne sovrano dopo una resa da parte dei narniani, una resa che lo investì legittimamente del titolo di Re. Possiamo dire che Narnia si piegò al suo volere. Rabadash invece, gettando la maledizione sulla nostra terra, ha macchiato per sempre il suo animo con l’ombra del male. Narnia non può accettarlo benché sia un discendete della stirpe di Adamo”
“Anche lui viene dalla Terra?” domandò Eustace ad alta voce.
A rispondere fu Edmund. “Tutti coloro che a Narnia fanno parte della razza umana provengono dal nostro mondo”
“Questo non lo sapevo”
Shira si fece triste. “Perfino la reggia soffre: Cair Paravel piange la perdita del suo Re e della sua Regina, il sole sembra non voler più illuminare le sue mura, le onde dell’Oceano Orientale s’infrangono lente e grigie sulla sabbia scolorita. Rabadash ha notato il cambiamento, ma per quanto abbia fatto lucidare cristalli e pietre, nulla tornerà mai come prima. e il regno non accetta il nuovo re. Il castello l’ha escluso dalla sala del trono: Grande Quercia ha detto che, da più di un anno, le porte della sala sono come sigillate e nessuno è più riuscito ad entrare. Il castello stesso non lo permette”
“Parli del castello come fosse vivo” commentò Jill.
“Lo è” affermò Shira con fervore. “Tutto a Narnia è vivo”
“Ogni ramo e pietra” mormorò Lucy fissando le braci del fuoco, “ogni cosa che si muova o non si muova. Tutto è Narnia”
Gli altri la guardarono.
La Valorosa un sorriso. “Lo disse il signor Tumnus”
“Il tuo caro signor Tumnus disse Emeth, facendola sorridere ancora.
“La maledizione di Rabadash ha portato i Sovrani ad allontanarsi dal regno” concluse Shira, “e con la lontananza dei Sovrani anche la magia si allontana da Narnia, e per Narnia la magia è la vita”.
Calò di nuovo il silenzio, persino Lord Erton era rimasto turbato dal racconto.
“Quindi, ora la nostra missione è una doppia missione” disse poi Ombroso. “Anzi, tripla: salvare i principi, annientare la maledizione, guarire Narnia”
Le cose stavano effettivamente così.
“Su, non fate quelle facce!” esclamò Lucy. “Andrà tutto bene, ce la faremo anche stavolta. Aslan è dalla nostra parte, ricordatelo sempre, e se abbiamo lui niente può sconfiggerci”
Le parole della Valorosa, unite alla certezza che i principi erano vivi, infusero nuova speranza nei membri della compagnia.
La situazione non poteva rimanere la stessa per sempre, pensò Susan quando si sdraiò accanto al lupo per dormire; non era più la stessa già da settimane, da quando lei e Caspian erano tornati a Narnia.
Titania aveva ragione: lei era ancora la Regina, e Caspian era il Re investito da Aslan.
Rabadash, Erton e chiunque altro fosse coinvolto in quella storia, avrebbe avuto ciò che si meritava.
Al pensiero della sua Myra tra le grinfie di quel miserabile, Susan si morse le labbra così forte da farsele sanguinare.
Si era preso sua figlia perché non aveva potuto avere lei.
Pazzo, immorale, un animo deformato dalla cattiveria: questo era Rabadash di Calormen. Narnia non poteva accettare che un essere tanto spregevole sedesse sui troni di Cair Paravel.
Sì, tutto doveva tornare come prima: la terra curata, la magia ripristinata, gli amici fuggiti chissà dove avrebbero potuto tornare alle loro case. E lei, Caspian, Rilian e Myra, avrebbero di nuovo potuto correre nei verdi giardini del palazzo, nuotare ancora tra le acque azzurre dell’Oceano Orientale, le cui le onde spumeggianti lambivano la sabbia dorata, sulla riva a est dove il sole caldo illuminava le candide mura di Cair Paravel.
Con questa dolce e nostalgica immagine nella mente, Susan si addormentò.


 
 
 
 
Dopo 1300 anni, eccomi di ritorno a Narnia! XD
Nel mio caso, però, nulla è cambiato: eravamo rimasti alla fuga dei nostri eroi da Harfang, ed eccoci qui! Scusate davvero se vi ho fatto aspettare così tanto per questo nuovo capitolo, ma tra gli impegni di lavoro, l’influenza e altro, mi era quasi impossibile scrivere.
Ho due notizie da darvi!
La prima riguarda l’aggiornamento di Night&Day: tornerò a posate regolarmente ogni settimana, siete contenti?
La seconda, è che ho terminato di scrivere tutta la storia! Ebbene sì: i giorni di festa mi hanno ispirata! Non ho ancora diviso lo scritto in capitoli, per cui non so quanto ci vorrà per arrivare alla fine. Per ogni domanda, mi trovate sulle mie pagine facebook (i link in fondo alle note) dove sarò felice di discutere con voi di ogni cosa!

 
Ringraziamenti:
 
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Annabeth Granger, Araba Shirel Stark, batte wound, BettyPretty1D007flowers, bibliophile,  Callidus Gaston, Christine Mcranney, Dark side of Wonderland, DouphineBlack, english_dancer, Fantasy_Heart, Flemmi, Francy 98, Fra_STSF, Friends Forever, G4693, Gigiii, giuly_dramione, Happy_699, HarryPotter11, HikariMoon, Jordan Jordan, littlesary92, LittleWitch, LucyPevensie03, lullabi2000, marasblood, Mia Morgenstern, Mutny_BorkenDreams, osculummortis, Queen Susan 21, Robyn98, Sara_Trilly, senoritavale, Shadowfax, Starlight13, SuperStreghetta, Svea,  SweetSmile, TheWomanInRed, vio_everdeen, Zouzoufan7,_faLL_ _joy, _likeacannonball
 
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Per le recensioni dello scorso capitolo:  Fantasy Heart, LittleWitch, Sara_Trilly, senoritavale, Shadowfax,_joy
 
Angolino delle Anticipazioni:
Nel prossimo capitolo Caspian la farà da padrone (visto che non si è visto in questo). Avrà la sua piccola vendetta su Lord Erton: se non vi è piaciuto l’atteggiamento di Susan, quello di Caspian vi piacerà ancora meno!
I nostri eroi si addentreranno nel Mondodisotto e incontreranno strane creature…
Rabadash riceverà una lettera.
E i bambini? Rilian avrà dimenticato tutto?
Vi aspetto la settimana prossima per farvelo scoprire!!! ;)

 
Anche stavolta è tutto!
Ecco i link delle mie pagine facebbok,
Susan TheGentle Clara e Chronicles of Queen, dove trovate, tra le altre cose, gli aggiornamenti di Night&Day dell’altra mia fic fic Two Worlds Collide (fandom Ben Barnes)
Con un bacio enorme, vi saluto.
Grazie davvero per l’infinita pazienza che avete con me!!!
Susan♥
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