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Autore: _Giuls17_    16/01/2015    1 recensioni
E' il compleanno di Clary, ma tutto ciò che noi conosciamo tramite City of Bones, verrà sovvertito dall'arrivo di Valentine Morgenstern a casa di lei, proponendole una dolce e allettante proposta: conoscere il Mondo Invisibile, conoscere suo fratello, conoscere se stessa.
Cosa deciderà di fare Clary? Proseguire sulla retta via o deragliare assieme al padre?
C2: Lei mi ha mentito per tutta la mia vita, non mi ha mai raccontato la verità, né su mio padre né su mio fratello.
C3:Clary, tu sei mia sorella e io non ti posso solo volere bene, a modo mio io ti amo...
C10:-Clarissa!- Jonathan si girò e urlò il nome verso il lago, come se lei potesse sentirla e solo allora Jace decise di agire e con la spada colpì quel punto sulla schiena
C12: Si girò di lato ed osservò il suo Marchio del parabatai sbiadito, proprio vicino all’orecchio.
C14:-Io…Ho paura, c’è questo rumore, c’è qualcosa dentro la mia testa.-
C18:-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?- *
La verità è che mi manchi.
Genere: Avventura, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Clarissa, Jace Lightwood, Jonathan, Valentine Morgenstern
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Legami di sangue
 
-Eri morta? Clary come hai potuto tenermelo nascosto ! E tu Jace, che hai da dire?-
Jace osservò Simon poco lontano da lui e abbassò lo sguardo per guardare Clarissa, era totalmente alla mercé di Lilith, avrebbe voluto fare qualcosa ma improvvisamente si ritrovò a corto di idee e leggermente spaventato sulle idee folli di quel Demone Superiore.
-Lei ha modificato le rune del cerchio quando mi ha visto arrivare, Valentine l’ha uccisa come tributo a Raziel… Ma l’Angelo lo ha ucciso e mi ha chiesto, a me, Jace Herondale di esprimere un desiderio: io volevo solo lei.- sussurrò piano.
-Quello mi è bastato per darmi la speranza che Jonathan potesse tornare, una vita per una vita. Lei è il contrappeso affinché tutto si realizzi.
Ad essere sinceri non avevo previsto la tua presenza, Herondale, ma mi sarai utile come catalizzatore, tutto deve essere perfetto.-
-Sei pazza! Non ti aiuterò mai a fare questa cosa!-
-Clarissa, vorresti per favore…-
Jace non la vide neanche muoversi, e improvvisamente si ritrovò con un pugnale alla gola e le mani bloccate dietro la schiena, stretto in una morsa micidiale, sapeva che grazie al fratello era diventata forte ma non fino a quel punto.
-A quanto pare il ragazzo mi può essere utile anche in altri modi, Diurno fai quello che ti ordino o costringere Clary ad uccidere il ragazzo e poi a ferirsi ogni volta che tu dirai no.
A te la scelta.-
-Simon non farlo, non puoi veramente farlo.-
-Che scelto ho?!- urlò spaesato e rassegnato, -Io e te non ci conosciamo abbastanza bene, ma nell’ultimo periodo sei stato più che un amico e non potrei sopportare la tua morte, lei non ce la farebbe.
Clarissa è già spezzata, non posso romperla ancora di più.- concluse, chiuse brevemente gli occhi ed avanzò deciso verso la bara trasparente.
-Clarissa, entrate nel cerchio. Tutti.-
Senza preavviso si ritrovò spinto in avanti, Jace osservò la ragazza dietro di lui e non riconobbe la Clary distrutta che aveva visto negli ultimi giorni, ma sapeva che anche quello era opera di Lilith, non appena furono dentro il cerchio notò qualcosa di diverso.
Dal petto di Clary stava divampando una luce intensa, rossa come il sangue, e a Jace sembrò tanto il disegno di una runa, mal disegnata ma sempre una runa.
Simon entrò subito dopo di loro e li osservò per un momento, ma poi si concentrò sul suo destino.
 
Farei di tutto per te Clary, anche questo.
 
Simon si avvicinò lentamente, cercando un modo di sopportare quello che a breve avrebbe fatto ma non trovò nulla, così quando sfiorò la bara con i piedi si abbassò e come se Lilith lo avesse previsto, la trovò già aperta sulla faccia di Jonathan.
Aveva conosciuto Valentine solo di sfuggita ma poteva cogliere molte somiglianze, come anche con Clary, si abbassò e cercando di scacciare l’odore nauseante che proveniva da quel corpo lo morse.
 
 
-Clary.- Jace sussurrò cercando di allontanare lo sguardo da Simon, doveva agire, doveva trovare un modo per farla tornare, doveva salvarla o non se lo sarebbe mai perdonato.
-Io… Vorrei che tu mi guardassi negli occhi, non scapperò non potrei mai mettere in pericolo la tua vita.-
La ragazza lasciò andare le sue mani quasi subito ma senza posare però il pugnale.
-Perché devi rendere tutto più difficile.- aveva sussurrato.
Jace chiuse gli occhi e si mise le mani in tasca, cercando di guadagnare tempo e di trovare un modo per farle riacquistare la lucidità.
-Lo sai che sono un testone, ci conosciamo da poco ma tra noi due è scattato qualcosa fin dal primo momento: ci apparteniamo.
Lo sai.-
-Lo so.- rispose, guardandolo negli occhi.
Lo Shadowhunters osservò la runa coperta dalla maglietta e solo allora ricordò una lezione di sua madre: se sfigurate le rune, perdono il loro potere.
-Clary tu sei tutto per me, ti seguirò ovunque tu voglia, però… Vorrei tanto abbracciarti ancora, mi sei mancata.-
Cercò di essere il più convincente possibile, doveva essere anche veloce.
Lo sguardo di lei si addolcì di colpo, come se quelle parole avessero veramente scavato fino al suo cuore per battere il controllo, così quando lei si sporse per stringersi a lui, Jace diede un colpo alla mano e prese il pugnale al volo.
Lo impugnò con la destra e il più velocemente possibile lo passò sul petto della ragazza, non voleva farle del male ma doveva premere affinché la runa cessasse il suo effetto.
Passarono pochi secondi ma la vide sbattere gli occhi e scrollare la testa.
-Jace?-
-Cosa hai fatto?!- l’urlo di Lilith li fece voltare entrambi e videro Simon accasciarsi a terra, cercando di non vomitare.
-Clarissa colpiscilo, ORA!-
 
Clary si voltò per guardarlo negli occhi, sentì il respiro farsi pesante e percepì le mani sudate, estrasse un altro coltello dalla tasca dei jeans e lo strinse tra le mani.
Si sentiva divisa, ancora, maledettamente debole per fare respingere quelle parole.
-Clary tu puoi scegliere, o me o lei. Non mi opporrò.-
Chiuse gli occhi e inghiottì il groppo che si era formato in gola, e senza pensarci si voltò di colpo per lanciare il pugnale contro Lilith, che riuscì lo stesso ad evitarlo.
-Vi credete più furbi di quello che in realtà siete.-
-Mi sono stancata di questo gioco.- sussurrò Clary a denti stretti, prese dalla cintura delle armi la sua spada angelica.
-Michele.-
-Il capitolo delle milizie del Signore, lo conoscevo. Uccise il demone Samael, di cui ero innamorata. Come mai i vostri Angeli sono così spietati e crudeli, perché distruggono chi non vuole obbedire?-
-Mi stai veramente parlando di libero arbitrio?! Mi hai appena manipolato!- urlò Clary scattando il più velocemente possibile verso di lei.
Sentiva l’adrenalina scorrerle nelle vene, Jonathan gli aveva detto più volte che quello poteva essere un elemento a suo vantaggio, poteva gestire meglio la forza e dare colpi più efficaci, ma quando si preparò a colpire, Lilith era già svanita.
Si voltò e vide anche Jace in posizione di attacco.
Guardò Simon e Lilith le apparve proprio davanti, pochi centimetri di distanza, la colpì con una mano al petto e finì contro i cespugli dalla parte opposta del terrazzo, sbalzata da una forza troppo più grande di lei.
Posò una mano a terra per rialzarsi il più velocemente possibile ma fu la mano di Lilith a farla alzare, sollevandola da terra e lanciandola vicino a Simon.
Non aspettò, si rialzò e strinse la sua spada.
-Adesso mi sono stancata giocare.-
-Perché non proviamo con un duello regolare, io contro di te.-
-Credi davvero che un Demone Superiore possa perdere tempo con questi giochi? No, mi sono stancata, bisogna completare il rituale ma prima devo fermare il tuo amichetto.
Cani infernali.-
-Jace.- urlò voltandosi ma proprio in quel momento vide apparire due cani che presero direzione diverse, uno verso di lui e uno verso di lei.
 
***
 
Voleva correre da Jace, voleva risolvere il più velocemente quella situazione ma sapeva di non poterlo fare: doveva uccidere quel cane infernale e poi Lilith, liberare Simon e… Jonathan.
Quel pensiero le provocò un piccolo capogiro ma rimase al suo posto, cercando di non crollare, adesso che non era più sotto il controllo del Demone poteva vederlo bene: suo fratello era rinchiuso in quella teca.
Come una statua da museo, come un pezzo da collezione.
Chiuse la mano libera dalla spada a pugno e sentì la rabbia diffondersi nelle vene come un veleno, come aveva osato trattarlo in quel modo?
Nonostante non fosse uno stinco di santo non meritava quel trattamento, non era una cosa.
 
Gli ho voluto così bene che mi fa troppo male, vederlo così.
 
Strinse la spada con la mano e osservò il cane infernale che la stava osservando, pronto ad attaccare al minimo movimento, e ricordò di averli letti nel Codice una sera a Idris con Jonathan al suo fianco, quando ancora lui era vivo, quando lui faceva di tutto per conquistare il suo amore.
Ricordò le sue mani sulla schiena durante quel breve massaggio, ricordò le sue parole dolci e di conforto, ricordò il bacio che le aveva lasciato sulla guancia e il sorriso timido che le aveva regalato quando era uscito per cucinarle qualcosa.
 
Mio fratello.
 
Chiuse solo un attimo gli occhi e poi si lasciò andare alla battaglia, come lui le aveva detto e come sapeva fare fin troppo bene, anche se il suo allenamento era stato breve lei era figlia di suo padre: il sangue della Stella del Mattino scorreva dentro di lei; con quel pensiero alzò la spada pronta a colpire e fu sicura che non avrebbe sbagliato.
 
***
 
Jace scaraventò il cane lontano dopo averlo colpito, cercò con lo sguardo Clary ma improvvisamente non la vide più.
Sentì un dolore lancinante al cuore e preparò un’altra spada: voleva che lei vivesse, voleva che lo facessero assieme.
Ebbe il tempo di osservare il punto cui aveva lanciato il cane che si ritrovò stretto tra la sua morsa di ferro, provò a spostarlo ma senza successo.
-Tienilo fermo, uccidilo se è necessario. Non ho bisogno di lui ora.-
Lilith voltò lo sguardo per osservare quello di Clary poco distante, aveva il fiatone e qualche graffio sul viso.
-Non puoi uccidermi, io ti servo, no? Sono il contrappeso per il tuo folle piano.-
-Sì, è vero, ma posso sempre torturare lui.-
-No, non te lo permetterò.- urlò Clary, stringendo le mani a pugno fino a farle sbiancare.
-Vi amate. L’ho capito io, lo capiscono tutti. Il vostro è quel genere di amore che può ridurre in cenere il mondo o innalzarlo alla gloria.
Non potresti mai lasciarlo morire, lo so bene, ma a me non interessa.-
 
Clarissa sentì il battito del cuore rallentare, se si fosse specchiata in quel momento sarebbe stata così bianca da far paura a un fantasma ma non poteva mollare, non in quel momento.
In cuor suo sapeva che Lilith non stava mentendo, avrebbe fatto qualsiasi cosa per risvegliare Jonathan e non che lei non lo volesse, ma non in quel modo, non avrebbe mai sacrificato il suo migliore amico e il suo ragazzo per questo.
Decise che avrebbe giocato il tutto per tutto, poteva farcela, doveva solo essere veloce.
Aspettò il momento giusto e quando la vide alzare le mani per rivolgere verso Jace decise di correre, si sarebbe fermata pur di salvarla, non avrebbe permesso al contrappeso di morire.
Si lanciò in una corsa disperata e contro il tempo, le facevano male i polmoni e sentiva il respiro corto ma non si arrese, voltò la testa, poiché la sua attenzione venne catturata da un ombra alla sua sinistra e trovò Simon.
La guardò e capì.
Cominciò a rallentare e posò le mani sulle ginocchia per recuperare fiato, era uno dei loro sguardi che gli permettevano di capire molto prima quello che pensava l’altro e così quando vide la frusta che Lilith aveva evocato per colpire Jace, lui si frappose.
Sentì un brivido attraversargli la schiena e come se niente fosse, sussurrò:
-Sette volte.-
 
All’improvviso un bagliore accecante infiammò la notte, tutti alzarono la testa verso l’alto per veder un’enorme vampata di fuoco che trafiggeva Lilith .
Il Demone rimase a bruciare intrappolato sotto quella luce bianca, poi divenne oro bianco, i tratti che distinguevano la sua figura stavano già svanendo, avvolti in quella luce così forte e in poco tempo divenne sale.
E poi sparì.
 
***
 
Clary si lasciò andare, cadendo a terra con le ginocchia e sentì finalmente l’aria circolare nei suoi polmoni e il cuore riprendere un battito abbastanza regolare.
Era finita.
Simon aveva ucciso Lilith e Jonathan non sarebbe tornato.
-Clary!-
I due ragazzi si abbassarono al suo livello e lei fu felice di vedere entrambi, il suo migliore amico e il suo ragazzo.
-Grazie, per quello che avete fatto.- sussurrò, cercando di trattenere le lacrime.
-Ah Fray smettila, per così poco? Mi è sembrato così semplice.- commentò ironico il vampiro, alzandosi nuovamente e stirandosi un poco.
-Vieni.-
Jace le diede una mano e lei l’accettò per alzarsi e senza indugiare lo abbracciò: aveva bisogno di lui, di sentirsi amata.
-Non mi hai lasciata andare.- stavolta non era riuscita a trattenere le lacrime e sapeva di essere un vero disastro.
-Non potrei mai, io… Credo di amarti Clary.-
-Anche io ti amo, Jace.- parlò così vicino al suo orecchio, che per un mito ebbe paura di averglielo urlato ma lui la scostò dolcemente per sorridere e poggiò le labbra sulle sue.
Clary chiuse gli occhi, voleva godersi quel momento così schiuse le labbra e fece passare la sua lingua, sentì un altro brivido lungo la schiena ma stavolta sapeva che era di puro piacere.
Simon tossì e si staccarono con una certa riluttanza.
-Mi dispiace interrompervi ma l’ascensore si sta aprendo.-
Clary e Jace assunsero la posizione di difesa e si avvicinarono ma quando le porte si aprirono, rimasero pietrificati.
Izzy, Magnus, Alec, Jordan e Maya li stavano guardando leggermente sconvolti.
-Siete vivi.-
Iz si lanciò su Simon e lui la strinse forte.
-Cos’è successo?- chiese Magnus osservando il disastro che avevano combinato.
-Una storia molto lunga.-
-Allora vi conviene scendere, il Conclave sta arrivando… I suoi rappresentanti ovviamente.-
-Non possiamo lasciarlo qua.- sussurrò Clary, voltandosi, sentì di nuovo il dolore per la perdita di Jonathan: come se ne fosse andato per la seconda volta.
-Clar…-
-Aspetterò qua con lui, così porterete il Conclave e questa storia finirà.- si voltò per osservare i suoi amici e cercò di sorridere, ma voleva piangere ancora, sfiorare la loro runa solo che non le fece.
-Non dovresti restare sola qua.- disse Jace, sfiorandole un braccio.
-Starò bene ed è meglio che tu calmi i loro animi… Ricordati che io non sono ben vista da loro, sono la figlia di Valentine Morgenstern.-
-Cinque minuti, allora. Torno subito.-
-Cinque minuti.- ripeté Clary, allottandosi mentre le porte si chiudevano.
 
Diede le spalle all’ascensore e lentamente si avvicinò a quella teca, per la prima volta da quando era arrivata su quel tetto guardò direttamente dentro e riconobbe il viso del fratello, i capelli quasi bianchi e il fisico da guerriero e non riuscì a trattenere il singhiozzo.
Si lasciò cadere là vicino, con mani tremanti sfiorò la runa e si coprì il viso con l’altra mano per darsi manforte.
 
Ero riuscita ad accettarlo, credevo di potercela fare senza di te ma adesso che ti vedo in quello stato io non posso.
La verità è che mi manchi, che tu sia un Mondano o un pluriomicida, ci tenevo a te.
 
Davvero? Saresti stata la prima a sacrificarlo per il bene superiore, hai un cuore di tenebra come tuo padre.
 
Clary alzò lo sguardo e cercò di capire da dove derivasse quella voce, ma non trovò nessuno, improvvisamente vide il suo braccio raccogliere il pugnale che era caduto poco lontano, provò con tutta se stessa a lasciarlo andare ma sentì la presa intensificarsi.
Sbarrò gli occhi e capì che Lilith doveva aver ripreso il controllo, cercò di guardare la runa che Jace gli aveva sfregiato ma senza successo.
Vieni qui…
L’avrebbe riconosciuta anche ad occhi chiusi e se fosse stata sorda, quella era la voce di suo fratello.
Cercò di opporsi, la sua mente sapeva che tutto quello era sbagliato, che suo fratello avrebbe portato la guerra se fosse tornato, ma il suo cuore decise di non opporsi, voleva il suo ritorno, si avvicinò alla teca aperta e con un semplice gesto si ferì il palmo destro, dalle labbra le uscirono delle parole, in una lingua che non conosceva e che neanche capiva.
Girò la mano e lasciò cadere il sangue sul voto di Jonathan e dopo pochi attimi i suoi occhi neri la scrutarono.
Clary non si mosse neanche quando Jonathan iniziò a muoversi da dentro la teca per uscire, indietreggiò di un solo passo e se lo ritrovò davanti.
Era sempre stato più alto di lei, ma in quel momento si sentì davvero bassa e minuta.
Clarissa.
Sussurrò il nome nella sua mente e poté percepire l’amore, il desiderio che lui provava per lei.
Suo fratello allungò la mano per unirla a quella dove aveva eseguito il taglio ed improvvisamente sentì le forze abbandonarla, lentamente, come se gli stesse succhiando la vita, come se adesso fossero legati.
Sono felice di vederti qua.
Adesso siamo solo io e te.
E lei sapeva molto bene che non gli dispiaceva più di tanto, e prima di chiudere gli occhi ricordò le ultime parole di Jace, torno subito, ma le scacciò e si lasciò trascinare dall’oscurità in posti che neanche conosceva.


Sclero Personale: Ed eccomi qua :)
Credevo di non farcela a pubblicare, sia per via dell'esame sia perchè domani farò gli anni ed ho molte cose da fare oggi, però ho deciso di mettermi d'impegno e di fare la mia parte.
Ecco, questo capitolo segna la fine di Città degli Angeli caduti e apre le porte verso il prossimo, ma cosa più importante: cosa ne pensate?
Vi piace il cambio tra Jace-Clary o preferite la versione standard della Clare? Mi piacerebbe sapere la vostra opinione e comunque grazie per essere qua <3

 
   
 
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