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Autore: keli    24/11/2008    0 recensioni
[..Si fissarono incessantemente per qualche istante.Poi lui sorrise, mostrando il fiero orgoglio del suo essere, e lei allora capì.Non sarebbe potuta scappare neanche a volerlo.E cosa peggiore non voleva scappare..non da lui..]Sakura una ragazza come tante costretta ad andare a vivere nel piccolo villaggio di Konohagure No Sato, in casa del padre, divorziato dalla madre, contro la sua volontà.Ma a Konoha nulla è come sembra..e un noioso soggiorno diventerà qualcosa di più..
Genere: Azione, Sovrannaturale, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Sakura Haruno
Note: Alternate Universe (AU), OOC | Avvertimenti: nessuno
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Prologo



La cosa nel buio ringhiò piano, gutturalmente, dardeggiando gli occhi color fiamma che si vedevano ammalappena fra le foglie.
Una ventata fece muovere le fronde di un albero, portando con se il suono dell’essere.
L’animale, un giovane cerbiatto dal manto scuro, chino sulla fonte, si bloccò un attimo, alzando il muso, atterrito.
Fu questione di un attimo.Afferrata la portata del pericolo, prese a correre, zampettando fra l’acqua, bagnando gli zoccoli, veloce sempre più veloce.
La cosa parve deridere la stoltezza della sua preda, e con una velocità maggiore di quella dell’animale, prese a rincorrerlo, sparendo e riapparendo fra le fronde, con un ombra sinistra.
Un gemito strozzato si udì fra le fronde, mentre del sangue macchiava l’erba.La cosa alzò il viso dalla sua preda, leccandosi le labbra rosse di sangue, mostrando dei lunghi canini macchiati dallo stesso liquido cremisi.E due occhi, ambrati come la luce della luna, quasi dorati, saettarono nel buio, sazi del loro pasto…



:-Mamma..ripetimi perché devo andarci..:-
Una bella donna, dai fluenti capelli rossicci con sfumature più chiare, alzò i grandi occhi neri sulla figlia.In quel momento, tutto si poteva dire tranne che Aruka Hasakura fosse calma.Di calmo non aveva un bel niente.No.Gli stessi abiti trasandati-un golf malandato rossiccio sopra quella che doveva essere una gonna pantalone di jeans e delle scarpe da ginnastica che avevano sicuramente conosciuto giorni migliori-e l’espressione vaga, come se fosse appena scesa dalle nuvole, stava ad indicare la sbadataggine in cui essa viveva, circondando la sua intera esistenza-e purtroppo-anche quella della figlia.
:-Saku tesoro..lo sai che Iruka ci tiene tanto al suo lavoro..e questa potrebbe essere davvero la volta buona..quindi..Oh ma dove si è cacciato quel dannato coso?!:-
Il coso, ossia un piccolo cellulare nero con strisce rossastre, stava nelle mani impazienti della ragazza dai capelli rosa-colore anomalo, ovviamente tinti per scacciar via la monotonia di un rossiccio un po’ troppo conforme alle regole-lunghi, un po’ trasandati, gli occhi di un verde stupefacente, assottigliati in un gesto esasperato, vestita con golfino di un accecante fucsia, e una gonna nera lunghetta, sopra delle All-Stars del colore di ambedue i primi capi, i lacci un po’ sfilacciati, mollemente legati in un fiocco costretto.La donna alzò lo sguardo per l’ennesima volta ringraziando la figlia con un sorriso, e cacciando l’oggetto insieme alla sua provabile batteria, dentro una confusionaria valigia, già strapiena di altri vestiti.La ragazza corrucciò le sopracciglia, già pronta a ribattere, ma un’assordante strimpellare che proveniva dalla vecchia Ford Verde Muschio, appartenente al patrigno, la fece desistere.Aiutò la madre a caricarsi le due valige violette, recuperando in extremis un portatile da sotto il divano-“Oh ma tu guarda dov’era finito..”-e le chiavi di casa sopra il forno-“Ma ero sicura fossero in borsa..”-poi uscì da fuori la villetta color lavanda, in giardino, sorridendo mestamente a un uomo dai capelli marrò legati in un codino, un cerotto sul naso, e grandi occhi neri, dolci, infagottato in jeans e maglietta di una squadra di Football dell’Arizona, che stava a braccia conserte davanti al bagagliaio.
:-Ecco Iruka..queste sono le ultime..:-
Sbottò, porgendogli le due valige, che finirono nell’ordinata pila di altre, nel bagagliaio.Diede un veloce bacio di saluto all’uomo-era una gran brava persona, ma ancora non ci aveva fatto l’abitudine-e si soffermò ad abbracciare la madre.Aruka strinse a se la figlia, baciandole i capelli, in un gesto affettuoso e guardandola negli occhi con una sorta di vaga apprensione.Sakura sorrise di rimando guardandola con semplicità, per rassicurarla
:-Andrà tutto bene mamma..Konoha non sarà così male..e..e papà mi verrà a prendere alla stazione..spero..:-
La donna diede in un risolino affrettato, separandosi dalla figlia e annuendo poco convinta, sforzandosi però di sembrare il contrario.
:-Certo certo..tuo padre..beh..sta attenta tesoro, comportati bene..e..e chiamami..ok?Io cercherò di farlo appena arrivati a Philadelpia..Ciao Amore..:-
E dopo un altro abbraccio si convinse a lasciare la figlia, infilandosi nel posto accanto al guidatore e allacciandosi la cintura.La ragazza dai capelli rosa li seguì con lo sguardo agitando la mano, fin quando non furono spariti dalla sua visuale.Poi stringendosi nelle braccia, si decise a prendere il troller rosa shokking al suo fianco e dirigersi alla volta della stazione, per partire e lasciare la sua casa e la sua vita, per una che nemmeno ricordava.


Lo ammetto..Twilght mi ha presa completamente..*___*..ed ecco qui la mia nuova ff!Commentate in tanti mi raccomando!
  
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