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Autore: Mari087    21/01/2015    1 recensioni
Appunto, una piccola serie di storie autoconclusive su Slayers. Alcune puramente comiche, altre un pò meno...(ci sono più o meno tutti i personaggi, ma i personaggi principali sono quasi sempre Zel e Amelia).
Genere: Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: Raccolta | Avvertimenti: nessuno
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 “Zelgadiss…c’è…c’è una cosa che vorrei chiederti da tanto tempo…nonostante il tuo corpo sia…insomma…”
Dall’altro lato della stanza, Lina Inverse tirò per i capelli la sua autoproclamata guardia del corpo.
“Dai che ci siamo, Gourry! Prendi i pop corn che sta sera ci godiamo lo spettacolo che aspettavamo da tempo!”
Gourry, ovviamente, non poteva che rispondere:
“Lina…non ho capito bene…cosa aspettavamo, noi?!”
“Immaginavo! Ti spiego…Guarda quei due! Amelia ha assunto un colorito rosso-ciliegia e fissa la punta delle scarpe mentre si è languidamente appoggiata al muro! Forza, che ci godiamo una scena romance coi fiocchi!”
Ovviamente, Gourry continuava a non capire.
Zelgadiss pensò che aveva due possibilità: girare le spalle e andarsene, o rimanere ad ascoltare quanto Amelia stava per chiedergli. Perché con quello sguardo imbarazzato e audace allo stesso tempo, e dopo avere menzionato le parole “nonostante” e “corpo” nella stessa frase, Amelia non poteva che chiedergli solo una cosa…automaticamente, si passò una mano fra i capelli.
E decise di restare.
Alle probabili conseguenze di quello che poteva seguire alla richiesta della principessina, ci avrebbe pensato dopo.
La mattina dopo, possibilmente.
 “Guarda quello, fa lo splendido! No, non ci credo…forza Zel, come nelle migliori tradizioni, questo è il momento per…spararsi una posa da modello! (Gourry piano con i pop corn, sono miei!), ma…ma che delusione, Zel! che banalità appoggiare la mano al muro in quel modo…che risate, si dà le arie ma si vede anche da qui che gli tremano le gambe, guarda Gourry!”
E fu la volta buona che Gourry posò i pop corn e, anche se in fondo si sentiva un po’ in colpa nel trovare divertente la scena che evidentemente rappresentava un momento importante per i suoi amici (si sarebbe poi fatto spiegare bene dopo), rise lo stesso…perché, nonostante le avesse incrociate, era evidente che a Zelgadiss le gambe tremavano veramente. Lina non aveva usato l’espressione in senso metaforico.
Zelgadiss rimase in perfetto e assoluto silenzio ma Amelia, che lo conosceva bene, sapeva che questo voleva dire che sì, poteva continuare a parlare, il suo amico l’avrebbe ascoltata. Data la delicatezza della domanda che stava per fargli nel mezzo del chiasso di una locanda a ora di cena, decise che era meglio avvicinarsi di un altro passo alla chimera, e di sollevare lo sguardo dalla punta delle scarpe ai suoi occhi. Poi, proprio per essere sicura che nessuno la sentisse, pensò di accostare la bocca a una delle lunghe orecchie del suo amico, e di metterci una mano davanti.
“Noooo, Amelia, che guasta feste! Così mi rovini il divertimento! E poi, suvvia, che razza di postura! Una principessa dovrebbe sapere che certe cose si dicono atteggiandosi in un certo modo, e non come un bambino che racconta la marachella al fratello! Ehi tu! Ehi, amico! Sì, dico a te! Ti pare questo il modo di piazzarti davanti i miei occhi? Sto osservando un momento delicato! Non ti sposti? Gourry, dagli un calcio!”
“Ma Lina…”
“Lo faccio io, contento? Che mi sono persa…ma tu guarda…che hanno mangiato quei due sta sera? Si è preso di coraggio, le ha posato una mano sul fianco! Che ingegnoso, mal che vada può sempre giustificare il gesto dicendo che stava solo aiutando Amelia a mantenere l’equilibrio…”
“Sta per caso parlando la regina delle inventrici di scuse che servono a mascherare i sentimenti?”
“Sì, no, che dico…cretino! Ehi, ma hai partorito una frase lunghissima! e…Zitto,zitto, che siamo al momento clou!”
“Zelgadiss... tu…”
E qui, proprio perché gli stava mancando l’aria dai polmoni e sentiva che le orecchie gli andavano a fuoco, Zelgadiss decise di spingersi oltre tutti i suoi limiti e di girare la testa in modo che la sua voce finisse dritta dritta nell’orecchio della principessa. Il fatto che ora si trovasse veramente vicino ad Amelia lo costrinse ad appoggiare maggiormente il suo peso al muro, ma ignorando la protesta proveniente dalle sue gambe che minacciavano uno sciopero generale con conseguente afflosciamento su se stesso, Zelgadiss raccolse buona parte delle sue energie (l’altra parte decise che era meglio metterla da parte per l’eventuale risposta e…e basta, Zelgadiss tentò di non pensarci) e rispose un secco “dimmi!” (che doveva suonare con il tono più basso che riusciva a produrre, ma che risultò così strozzato che l’ottimo udito di Lina ne colse la sfumatura e le fece esclamare “che c’è, gli ha dato una gomitata nello stomaco?”).
Amelia sembrò in preda ad un repentino ripensamento, si stacco dall’orecchio di Zelgadiss (e non cade solo perché c’era  a pararla il braccio dell’amico: a ri-conferma che Lina Inverse era un genio, sempre), ed eslamò:
“Oh, Zelgadiss! forse non dovrei…forse questo non è il momento adatto…forse non è giusto…è una cosa così…intima!”
“Magnifico, Amelia, magnifico! Con una mano sulla bocca e l’altra sul cuore recuperi tutto il pathos del momento! E daiii!”
“Lina, se alzi ancora la voce ti sentiranno pure da là sotto!”
“Vero, vero! non interrompiamoli…”
E l’ultima frase, più che per se stessa, la maga-genio l’aveva pronunciata a beneficio del capannello di giovani sospiranti che si erano unite a lei felici di avere avuto la possibilità, nella vita, di assistere ad una scena del genere “la principessa, lo strano tipo e la forza dell’amore”.
Perfetto, ora era assolutamente necessario parlare. Quali erano le parole giuste per farle capire che poteva continuare senza sembrare impaziente?
“Amelia…”
“E che palle! Ma sa dire solo “Amelia, Amelia”? Zelllll, noi vogliamo l’azione, giusto ragazze?! Annuite silenziosamente o ci sentono!”
Coro di silenziose asserzioni.
“Lina…”
“Eccolo, l’altro con la passione per il vocativo!”
Coro di silenzioso “non ci siamo”.
“Voca-che?”
“Puoi chiedermelo, davvero.”
“Zelgadiss…nonostante tu sia una chimera…tu puoi…cioè tu…riesci a…”
Senza neanche volerlo, al gesto della mano di Amelia che tracciava dei segni circolari nell’aria nel tentativo di trovare le parole per esprimere al meglio il concetto, Zelgadiss rispose con un sorriso così malizioso che sarebbe bastato a rispondere da solo, se la principessa fosse stata un po’ meno ingenua. Ad ogni modo, accompagnando la frase con un cambio di appoggio d’equilibrio da una gamba all’altra (e questo, sempre per scongiurare il pericolo di franarle addosso), utilizzando un po’ del quantitativo di energia messa da parte precedentemente, la chimera pensò bene di incoraggiare la ragazza che gli stava di fronte spostando il busto ancora un po’ più in avanti. Pensò anche che in quel momento avrebbe potuto pronunciare una frase del tipo “tu che idea ti sei fatta al riguardo, piccola?” o roba del genere, ma…Amelia, in fondo, era pur sempre una principessa, e non era appropriato spingersi così in avanti…
“Uhhhhh, che emozione, le cose si fanno interessanti! Ma che aspetti messo lì come un salame, Zel! Agisci! Che ne so, potre…”
Lina non ebbe il tempo di finire la frase perché Amelia ruppe gli indugi, prese un respiro, si piazzò proprio sotto il naso di Zelgadiss e pronunciò la frase finale. Giusto in quel momento, una sventurata cameriera passò davanti gli occhi di Lina, che quando riebbe la vista libera (con conseguente messa a K.O. della povera cameriera) si trovò di fronte ad un finale molto diverso da quello che si aspettava.
Amelia era infatti sparita e Zelgadiss aveva appena dato una testata a muro lasciando come ricordo ai gestori della locanda un piccolo e grazioso cratere decorato qua e là da tre o quattro dei suoi capelli. Il tutto senza dimenticare di lanciare un elegante complimento alla cara memoria di Rezo.
…………………………………………………………………………………………
 
“Zelgadiss, tu… non che tu non lo sia, normale, dico…insomma, tu puoi…tu VAI IN BAGNO come un…insomma, normalmente?”
 
 
 
 
 
 
 
 
  
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