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Autore: chia_dream    21/01/2015    1 recensioni
Alessia (Alex per gli amici) è apparentemente una normalissima ragazza di 19 anni: è carina, simpatica e ha uno di quei sorrisi contagiosi che sanno mettere di buon umore chiunque le stia intorno. Alex si è appena trasferita in una nuova città, dato che suo padre, dopo la morte di sua madre in un incidente, si è risposato con Sabrina. Sabrina ha un figlio, avuto da un precedente matrimonio finito poi con un divorzio. Questo ragazzo è Marco, un ragazzo di 22 anni, che ormai è come un vero fratello per Alex. E' la prima estate che Alex trascorre in questa nuova città, lontano da suoi amici e da ciò che era abituata a fare, ma ci penseranno Laila (la sua migliore amica), Marco e soprattutto Simone, un amico di Marco, a renderle quest'estate unica e indimenticabile.
Genere: Commedia, Erotico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
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Il pomeriggio che tanto aspettavo era arrivato. Dopo aver chiamato Laila per raccontarle gli ultimi avvenimenti e averle spiegato cosa avrei fatto nel pomeriggio, comincia un grande conflitto con me stessa per scegliere cosa mettermi. Può sembrare stupido, ma, come penso la maggior parte delle ragazze, volevo essere al meglio per il primo incontro con quello che speravo sarebbe potuto essere il mio gruppo estivo. Provai quasi tutto il mio armadio, sentendomi anche ridicola quando mio padre, passando davanti alla mia camera e vedendo la pila di vestiti ammucchiati sul mio lette, esclama - Ma non dovevate andare in spiaggia? Guarda che sarai per tutto il tempo in costume.- E ridendo tra se e se socchiude la porta e mi lascia in pace. Forse ha ragione, ma è più forte di me. Dopo 5 minuti ho scelto cosa mettermi: un costume due pezzi a fascia bianco con delle spirali azzurre, che si abbinano al colore dei miei occhi; un paio di pantaloncini di jeans e una canottiera rosa. Per completare il tutto legai i capelli in una treccia attaccata alla testa, per poi posizionarla di lato sulla mia spalla. finito di preparare tutto il necessario, mi precipito giù, constatando che Marco è già pronto probabilmente da un pezzo. Indossa una maglietta scollata a V rossa che risalta gli occhi verdi e un paio di pantaloncini. - Scusami non sapevo cosa mettermi e ho fatto un pò tardi.- gli dico guardandolo con gli occhi da cucciolo triste. - Tranquilla Puffa! Gli altri partono ora, ci troviamo direttamente alla spiaggia.- - Dove sono mio padre e tua madre?- chiedo io non vedendoli in giro. - Sono usciti per preparare tutto per il loro viaggio. Penso che dopo facciano anche un salto da mia nonna.- - Va bene. Dai andiamo.- Usciamo di casa e ci dirigiamo verso la sua macchina. I primi tempi ero stata molto restia a montarci sopra, avevo paura che si potesse rompere da un momento all'altro e soprattutto non mi fidavo molto della guida di Marco, ma ora ero abituata a salirci come se nulla fosse. Io ho la patente da solo qualche mese e quando posso mi faccio dare un passaggio, perchè non amo molto guidare: forse per quello che è successo a mia madre. Marco mi distoglie dai miei pensieri e sorridendomi fa partire la macchina con un rombo: sa che mi spaventa! - Dai piantala- gli dico - lo sai che non mi piace. Se continui vengo con la mia.- - Dai era uno scherzo. Rilassati e pensa a mettere su un pò di buona musica.- mi manda un bacio e io gli sorrido. Trascorriamo il resto del viaggio a scherzare e a cantare canzoni di cui non conosciamo neppure il testo. Siamo i primi ad arrivare al punto di ritrovo e io ne approfitto per chiedere a Marco qualche informazione - Chi c'è esattamente?- - I miei amici. Gabriele, Luca e Erika, che sono i miei compagni di università. E poi c'è Simone, il mio più caro amico.- I nomi li conoscevo più o meno tutti, ma il difficile sarebbe stato capire chi fosse uno e chi l'altro. - E Erika come è?- indago sapendo che tra di loro c'è qualcosa. - Normale. Mi piace credo, ma penso che lei mi veda solo come un amico. Sai siamo cresciuti insieme e non penso che lei voglia che nasca qualcosa che più avanti potrebbe rovinare il nostro rapporto.- - Ah mi dispiace. Dai vedrai che prima o poi qualcosa accadrà...me lo sento.- Passano altri 5 minuti prima dell'arrivo di una macchina. Da questa escono tre ragazzi e una ragazza. Intuisco che la ragazza deve essere Erika: bionda, alta e con un fisico da paura. Ora so perchè mio fratello ha perso la testa per lei: è uno schianto. Distolgo lo sguardo da lei non appena i nostri occhi si incrociano e osservo gli altri passeggeri. Dal alto sinistro escono due ragazzi: il primo è un pò bassino, moro e con un paio di rayban sulla testa; il secondo è biondo, con gli occhiali, sembra simpatico. Dal lato del guidatore esce l'ultimo ragazzo: moro, alto e con un fisico atletico, che si vede benissimo dalla camicia bianca aperta che ha indosso; ha un tatuaggio maori che gli occupa tutto l'avambraccio, assomiglia molto a quello che Marco ha sul costato; ha gli occhiali da sole e mi mette una strana soggezione addosso. E' misterioso e devo dire che da quel momento non riesco a togliergli gli occhi da dosso. Marco mi riporta alla realtà dai mie pensieri e una volta che ci hanno raggiunto tutti comincia le presentazioni - Quella è Erika- indica la ragazza splendida di prima che mi sorride. penso che forse non deve essere così antipatica - quello è Gabriele- prosegue indicando il primo ragazzo sceso dall'auto - questo è Luca- indica il secondo, che mi fa un sorriso a trentadue denti - e per finire questo è Simone- dice indicando il ragazzo misterioso che gli si è posizionato di fianco, dandogli una pacca amichevole sulla spalla. - E lei non ce la presenti?- chiede Luca con una faccia da finto offeso. - Ah certo...lei è Alessia, la mia nuova sorellina!- dice Marco sorridendomi. Io sentendomi tirata in causa faccio un sorriso e poi dico - Piacere. Chiamatemi tranquillamente Alex: lo preferisco.- - Oppure potete chiamarla Puffa.- dice ridendo mio fratello. Una volta finite queste imbarazzanti presentazioni, andiamo verso la spiaggia e ci sdraiamo al sole. I ragazzi decidono di andare in acqua e io e Erika restiamo a prendere il sole. - Come ti trovi qui?- mi chiede la ragazza - Bene, anche se mi mancano un pò i miei amici.- - Beh, come vedi te ne stai già facendo di nuovi- dice indicando il mare dove ci sono i ragazzi che si schizzano- - Lo spero- Lei mi sorride e capisco che non è una ragazza di molte parole. Nonostante questo parliamo del più e del meno per una mezzoretta buona e poi ci rilassiamo completamente. Sono in una specie di dormiveglia quando sento due braccia prendermi e sollevarmi e seno le grida di Erika. Capisco subito cosa stanno facendo: i ragazzi ci stanno per buttare in acqua. Non faccio in tempo ad aprire gli occhi e ad elaborare questo pensiero che mi ritrovo la testa sotto e appena riemergo vedo quel deficiente di Marco ridere come un pazzo. - Siete degli stronzi- urla Erika contro ai ragazzi ridendo e così anche io scoppio a ridere. Solo in quel momento mi rendo conto che Simone mi sta fissando e la cosa non mi piace molto. Ancora mentre gli altri stanno ridendo Erika mi lancia un occhiata e io capisco al volo cosa intenda e dopo aver urlato contemporaneamente un sonoro "VIA!" iniziamo a schizzare come delle forsennate contro a quei quattro che ci troviamo davanti. Erika salta addosso a Marco e in quel momento sono ancora più sicura che tra di loro nascerà qualcosa. Dopo aver finito la nostra gara di schizzi, che io ed Erika abbiamo perso vergognosamente, andiamo verso riva e notiamo che il sole sta cominciando a tramontare. Una volta asciutti e pronti ci prepariamo per tornare e ci diamo appuntamento per la sera dopo cena: hanno detto che ce ne andremo in un locale a ballare. Io e Marco salutiamo tutti e saliamo in macchina e appena partiamo gli dico - Visto che avevo ragione. Erika ha una cotta per te, si vede lontano un miglio.- - E come fai a dirlo?- - Da come si comporta con te. Fossi in te stasera proverei a fare la prima mossa.- gli dico facendogli l'occhiolino. Lo so, in questo momento mi sta odiando, ma prima o poi mi ringrazierà. Marco mi sorride e so perfettamente che mi prenderà alla lettera. Approfitto di questo minuto di silenzio e gli dico - Mi sembrano simpatici i tuoi amici, ho sbagliato a giudicarli ancora prima di conoscerli.- - Lo so, ma tranquilla avrai modo di conoscerli meglio e ti garantisco che saprai apprezzarli al meglio.- - Lo spero, anche se Simone mi sembra troppo schivo e chiuso...non mi convince molto.- - Non è colpa sua, ha avuto un passato difficile e per questo a volte può sembrare molto duro.- Dopo questa affermazione esplodo - Anche io ho avuto un passato parecchio difficile, ma non vado in giro a guardare tutti dall'alto al basso!- Marco capisce di aver toccato un brutto tasto e cerca di rimediare subito - Scusami Alex, non volevo giustificarlo; è solo che dovresti conoscerlo un pò di più prima di giudicarlo.- - Tranquillo, forse ho esagerato anche io.- Finito questo battibecco non apriamo parola fino a casa, quando lui dopo aver spento il motore mi fa un sorriso e mi chiede - Stai bene?- Spero che non abbia visto la lacrima che mi è scesa prima durante il viaggio di ritorno e sorridendo gli rispondo - Certo, sono solo un pò agitata per stasera.- Mi da un bacio sulla fronte e scendiamo dalla macchina. Appena metto piede in casa mi rendo conto che i nostri genitori sono già tornati, allora mi affaccio al salotto e li saluto - Ciao, siamo tornati!- Poi lascio Marco lì a parlare con mio padre e Sabrina e mi precipito in camera mia. Penso che forse ho esagerato prima ad alzare la voce con Marco, del resto lui non c'entrava nulla, sono io che mi sono fatta prendere dalla rabbia per un ragazzo che neppure conosco e che potrebbe rivelarsi diverso da come me lo sono immaginata in queste ore. Mentre penso questo mi rendo conto che sto rigirando fra le mani la mia catenina e una lacrima sta rigando il mio volto. Sono passati 6 anni da quando mia madre se n'è andata, ma a me manca ancora e il suo ricordo mi fa stare male. Vado verso il bagno e, chiusa la porta, mi osservo allo specchio: ho gli occhi gonfi e le guance rigate, devo mettermi a posto. Apro la doccia e mi riguardo allo specchio: sorrido, me lo ha insegnato mia madre: quando sono un pò giù devo sorridere e mi sentirò subito meglio ed è vero, mi basta sorridere e mi rendo conto di stare meglio. Una volta ripreso il buon umore e accantonato quel brutto ricordo mi infilo sotto la doccia e lascio che il getto d'acqua avvolga il mio corpo: adoro l'acqua e questo non potrà mai cambiarlo nessuno. Esco dalla doccia e mi precipito in camera per mettermi qualcosa addosso: è stata la cosa su cui Marco mi ha rimproverata più volte: giro troppo per casa in reggiseno e mutande e così sto cercando di farlo il meno possibile, ma non è facile dopo che è una vita che sei abituata a farlo per tutta l'estate. Una volta vestita vado di sotto in cucina, dove trovo Sabrina intenta a preparare la cena. E' una cuoca eccezionale. Mi siedo su una sedia e la osservo mentre è alle prese con i fornelli - Ti serve aiuto?- le chiedo. - Se vuoi darmi una mano ti prendo molto volentieri. Puoi iniziare a mettere su la pasta.- Lei è sempre gentilissima, sono contenta che mio padre l'abbia trovata. Ricordo ancora la prima volta che me la presentò: ero convinta che non sarebbe durata molto; era troppo dolce e buona e continuavo a chiedermi come avesse fatto mio padre a trovare una donna così in gamba. Già da quella prima volta però avevo capito che tra di noi si sarebbe creato un buon raporto ed in effetti così è stato: con lei sto iniziando a instaurare un rapporto giusto, come se fossimo realmente madre e figlia e so che lei mi vuole bene come se fossi realmente sua. Al contrario di come ne parliamo io, papà e Marco, lei parla di me e Marco come dei "suoi figli" e questo mi da una gioia immensa, perchè vuol dire che mi considera come una figlia, non solo dal punto di vista legale, ma anche da quello affettivo. Mi metto accanto a lei e prepariamo una cenetta coi fiocchi, mentre mi fa le solite domande di rito riguardo al pomeriggio e alla compagnia del figlio. Finita la cena io e Marco ci andiamo a preparare, mentre siamo lungo le scale lo tiro per un braccio e lo fermo - Dove andiamo esattamente? Devo capire cosa mettermi.- - Andiamo in un locale abbastanza tranquillo, si beve qualcosa e poi si va tutti in pista a ballare.- - Quindi gonna e tacchi?- - Esattamente.- mi risponde mandandomi un bacio. Ci metto 20 minuti per scegliere cosa mettermi e alla fine opto per una minigonna a vita alta nera, una canottiera rosa acceso che metto dentro e un paio di decoltè alti neri. Finito di vestirmi passo al trucco e soprattutto ai capelli: mi metto l'eylainer nero, il mascara e un pò di lucidalabbra rosa; per i capelli faccio più fatica, ma alla fine decido di arricciarli sulle punte e lasciarli cadere sulla schiena. A lavoro ultimato mi do un ultimo sguardo allo specchio, faccio un sorriso e mi giudico pronta. Prendo il cellulare e il portafoglio e metto tutto dentro alla pochette nera. Scendo le scale di corsa (per quello che i tacchi mi possono permettere) convinta di essere in ritardo , ma appena arrivo di sotto e guardo il quadrante appeso al muro mi rendo conto che sono soltanto le 9.45. Appena entro in salotto vedo mio padre sul divano con Sabrina di fianco e Marco che sta guardando dei CD. Appena mi vede spalanca gli occhi e fa due fischi, che fanno girare mio padre. - Io così non la porto fuori.- dice il mio fratellone ridendo.- Perchè cosa ho?- gli chiedo. - Più che altro cosa non hai.- mi dice mio padre. - Non ascoltarli, sono uomini. Appena vedono un paio di gambe non capiscono nulla. Sei stupenda.- mi rassicura sabrina. - Ma l'hai vista?!- le chiede il figlio - Dovevi proprio sposare suo padre e renderla mia sorella? Dai è uno schianto.- Io a quelle affermazioni arrossisco: non sono abituata a ricevere complimenti. - Taci!- lo rimprovera sua madre - E' bellissima e se non la vuoi portare fuori tu la porto fuori io.- Marco dopo questa affermazione le fa un sorriso e si rimette a guardare i CD. - Sei bellissima tesoro.- mi dice mio padre quasi commosso. So che a lui la ricordo molto, anche perchè son praticamente uguale a mia madre: gli stessi occhi color ghiaccio e gli stessi capelli di fuoco. Detto questo si rimette a guardare la TV e io e Marco, dopo aver salutato, ci dirigiamo alla sua macchina. - Vuoi che guidi io stasera?- gli chiedo. - Nono tranquilla. So che a te non piace guidare, mentre io lo adoro.- Detto questo montiamo in macchina e ci dirigiamo verso il locale. - Marco! Stasera provaci con Erika, sono sicura che andrà tutto a meraviglia.- - Se lo dici tu Puffa. Comunque questa è una città grande, non come nel tuo paesino, quindi stai attenta e non dare troppa confidenza a nessuno.- Dopo questa sua affermazione scoppio a ridere - Aww che dolce; ora fai anche il fratellone protettivo.- Lo prendo in giro io facendolo scoppiare a ridere. Lo so perfettamente come mi devo comportare, ma mi fa piacere in realtà che si preoccupi per me. Arriviamo al locale che stiamo ancora ridendo. Appena scendiamo dalla macchina mi rendo conto che gli altri ci sono già tutti e sono felice di constatare di aver scelto i vestiti giusti. - Ciao ragazzi!- li saluta mio Marco. - Ciao- li saluto io un pò più timida: devo ancora entrare in confidenza con loro. - Ciao Alex!- mi saluta Erika venendomi ad abbracciare forte. In quel momento mi rendo conto di averla giudicata male e che tra di noi potrebbe nascere una bella amicizia. - Simone arriva dopo- dice Luca parlando con tutti noi - Ha detto che ha avuto dei problemi con la macchina e che ci vediamo direttamente dentro appena arriva.-Detto questo si dirige verso l'entrata, seguito da noi. L'interno del locale è spazioso e, oltre al bar sul lato sinistro dell'entrata, noto sulla destra un'immensa pista da ballo. Ci dirigiamo verso il bar e ordiniamo da bere (io prendo la mia solita birra) e poi ci sediamo ad uno dei tavoli che divide la pista dal resto del locale. Una volta finiti i nostri drink Erika esclama - Dai andiamo a ballare!- Io lancio un'occhiata a Luca e Gabriele, che all'unisola esclamano - A me non va molto.- Erika si volta verso Marco che le risponde - Per me va bene.- Evvai, ha capito esattamente cosa deve fare, ma lei si volta verso di me con sguardo interrogativo - No mi dispiace, sono un pò stanca. Se mai vi raggiungo dopo con gli altri.- rispondo alla sua domanda. Marco ed Erika si alzano e dopo poco spariscono tra le presone in pista. - Finalmente stasera forse concludono.- esclama Luca, che ora capisco essere il più loquace degli altri due. - Beh, mi sembra anche ora.- dico e poi scoppiamo tutti e tre a ridere. Non passano più di 2 minuti prima che io senta qualcuno che si siede sulla sedia libera di fianco alla mia: è Simone, che deve essere riuscito a riparare la macchina e ad arrivare. - Ciao Simo!- lo salutano i due ragazzi davanti a me, mentre io accenno un timido sorriso. - Ciao ragazzi. Alex.- dice facendomi poi un sorriso e illuminando i suoi occhi. Oggi non lo avevo notato, ma sono di un bellissimo verde smeraldo. - Dove sono gli altri due?- chiede lui aspettando una risposta da uno di noi. Poi guarda il sorrisetto che è apparso sulle labbra di Gabriele e capisce al volo. - Non ditemi che finalmente si sono decisi.- Scoppiamo tutti e tre in una sonora risata e ci mettiamo a parlare del più e del meno. Dopo poco decidiamo di andare in pista a ballare e devo ammettere che questi ragazzi ci sanno proprio fare. In mezzo alla pista intravedo Marco ed Erika che ballano insieme e poco dopo si baciano. Non posso fare altro che sorridere, sono troppo contenta per loro e poi da quello che dicono gli altri deve essere tanto che si aspettava questo momento. - Che stai guardando?- mi chiede Simone con la sua bocca ad un centimetro dal mio orecchio. Non mi ero neanche accorta che fosse arrivato di fianco a me. Gli indico i due ragazzi in mezzo alla pista e vedo che anche lui come me sorride. Verso le 2 la stanchezza inizia a farsi sentire per tutti. Marco ed Erika non si vedono ancora e i ragazzi non se la sentono di lasciarmi lì da sola. - Dai davvero andate, me la so cavare anche da sola.- cerco di rassicurarli, ma loro scuotono la testa: non c'è nulla da fare. Poi a un certo punto prima che io parta con un'altra delle mie proteste Simone dice - Ti porto a casa io. Tanto sono di strada e comunque non mi da problemi.- - Ma no. Non voglio disturbarti. Per favore davvero.- Non c'è nulla da fare e nel giro di pochi minuti mi ha già convinta. Vado ad avvertire Marco che annuisce la mia alla mia spiegazione, sorrido a lui e ad Erika e li saluto. Usciamo dal locale e dopo aver salutato Luca e Gabriele con un abbraccio seguo Simone fino alla sua macchina. - Tranquilla, so guidare e ho pure la patente.- mi rassicura scherzosamente lui vedendomi titubante nel salire sulla macchina. Gli sorrido e dopo avergli fatto la linguaccia mi metto al posto del passeggero.Mi ero sbagliata sul suo conto: è una brava persona in fondo. Simone sale e mette in moto la macchina. - Da quanto lo conosci Marco?- gli chiedo per far cessare quel silenzio che si è impadronito della macchina. - Da sempre per quello che mi ricordo. Siete molto legati da quello che ho notato oggi. Sembrate realmente fratello e sorella, penso che se non lo conoscessi da sempre avrei qualche dubbio nel dire che non siate davvero fratelli.- Faccio un sorriso tra me e me - Lo so, siamo uniti, anche se lo conosco da poco più di tre anni.- Noto che gli compare un sorriso e non posso fare a meno di guardare i suo occhi, ma soprattutto le sue labbra. E' possibile che mi interessi un ragazzo che conosco appena e che mi sa tanto che nasconda qualcosa?! L'attimo prima sembra felice, ma dopo un secondo riassume la sua aria da duro e quell'espressione che lo rendono così misterioso agli occhi degli altri. Chissà se si rende conto dell'effetto che fa sulle persone. Ancora avvolta in questi pensieri sento la sua voce - Sei arrivata.- Non mi ero accorta che fossimo già davanti a casa mia. - Grazie ancora per il passaggio. Ci vediamo. Notte.- - Notte Alex. A presto.- e detto questo mi manda un bacio. Sto per esplodere, gli faccio un sorriso e dopo essere scesa dalla macchina chiudo la portiera. Vedo la sua macchina sfrecciare via e non posso fare altro che chiedermi quando lo rivedrò, perchè ora ne sono certa: voglio rivederlo. Apro la porta di casa e, dopo essermi tolta i tacchi per non fare rumore, raggiungo la mia stanza dove mi preparo per andare finalmente a dormire. Appena mi butto sul letto il sonno si impossessa di me, ma non prima che io riesca a dirmi che è stato una bella giornata per essere il primo giorno di vacanza. Quella notte sogno due occhi verdi che mi osservano, come se volessero dirmi qualcosa.

NOTA AUTORE
Mi scuso, ma ho dovuto ripubblicare questo capitolo perchè avevo sbagliato riscriverlo. Vi ringrazio se avete letto questi primi capitoli della storia e vi chiedo gentilmente di recensire, così che io possa sapere se vi piace la storia e soprattutto se avete dei consigli per aiutarmi a scriverla e a migliorarla. Ringrazio tutti voi lettori...un bacio. Chia
  
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