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Autore: _BadWolf_9    22/01/2015    2 recensioni
-fratellone- disse con esitazione Sherlock, poi continuò. -mamma e papà non torneranno...quindi rimarrai tu con me?-
Mycroft restò in silenzo per un attimo guardando un punto indefinito della foresta poi rispose - si, stai tranquillo- lo rassicurò. -ora andiamo a dormire che ormai si è fatto tardi-.
A quel punto il piccolo annuì prontamente con un flebile sorriso sulle labbra che nascondeva una tristezza infinita e si rannicchiò nel sacco a pelo.
(Johnlock e un pizzico di Mystrade soprattutto nei capitoli seguenti)
Genere: Fantasy, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi, Slash | Personaggi: John Watson, Lestrade, Mycroft Holmes, Sherlock Holmes
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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L'ala est dell'immenso castello si presentava tetra e apparentemente decadente, eppure la stanza reale si trovava proprio tra quelle mura quasi disabitate. Il freddo che si faceva sentire anche con indosso i vestiti, era quasi uguale a quello esterno, con la differenza che la luna lì dentro, non poteva illuminare la via del povero John.

Quest'ultimo, con occhi furenti e cercando di mantenere il controllo, camminava circondato dalle guardie reali per quei bui e larghi corridoi con in testa il sovrano che faceva strada. Giunsero dunque davanti a due enormi porte grigie e tristi che s'apriron ad un unico cenno del loro re. - Johnny boy, ti presento le mie stanze – disse pimpante alzando le braccia come se gli avesse mostrato una montagna d'oro. Poi ghignò malvagio con quella sua faccia asciutta e inquietante. - si! Johnny boy mi piace come soprannome....chissà se piacerà anche al tuo lupacchiotto spelacchiato. Bhè, lo scopriremo presto. Ah, t’informo che questa notte rimarrai come ospite in un posto speciale speciale. Spero ti piacerà come piacerà a me -. concluse lasciandosi cadere sul lugubre letto. John fu spinto all'interno della camera con prepotenza e sbattuto violentemente alla parete di fianco al caminetto, scoppiettante e unica fonte di luce.

-dove si trova Sherlock? -. domandò scrollandosi di dosso i pesanti scimmioni al seguito del sovrano. Seguirono risate beffarde, ma nessuna risposta. - ti ho chiesto, dov'è Sherlock? Rispondimi Moriarty! - urlò quasi dalla rabbia e con tono autoritario, tanto da riportarlo per un attimo ai giorni della guerra. Oramai, non sapeva per quanto sarebbe riuscito a controllarsi. Si stava sforzando di mantenere il controllo, ma aveva talmente tanta voglia di prendere a calci quella sua faccia da schiaffi, che dovette stringer i pugni ai fianchi e respirar profondamente parecchie volte per non farlo.

-oh Johnny boy, perché questo tono con me? Non va bene così....eh….. dovrò punirti. Ma sappi che il lupacchiotto spelacchiato per il momento è vivo e vegeto. Se mi darai noie, potrei.....bhé ucciderlo davanti ai tuoi occhi. E non osar usare i poteri né tentar la fuga perché è del tutto inutile. Ci sono dei filtri in tutto il palazzo che assorbono i poteri e li incanalano all'interno di un ciondolo, lasciando colui che proverà a governarli, irrimediabilmente prosciugato. Ooooh, Johnny Johnny Johnny, caro e innamorato Johnny boy, correrai dal tuo amore impossibile?. - ammiccò Jim facendo imbarazzare il suo nuovo ospite. Mentre Moriarty parlava a vanvera, il biondo, ebbe modo di intravedere la cupa stanza: le pareti erano nude, senza tappezzeria, di conseguenza grigie e fredde, il letto a baldacchino appariva un’imponente fortezza al centro della camera ricoperto da pellicce di lupi e volpi, il camino acceso creava oscure ombre ovunque, mentre appena affianco a lui, inchiodate alla parete da lunghe catene, spuntavano delle manette. Proprio così, come quelle nelle celle o nei sotterranei e a John sorse spontanea un unica brutale domanda....a cosa servivano delle catene con delle manette alle estremità in una camera da letto, reale per giunta? - Johnny caro, ti si legge proprio tutto in faccia. Come abbia fatto Sherlock Holmes a non stufarsi di te, non me lo so spiegare....quelle serviranno per la tua punizione – puntualizzò indicando i freddi pezzi di metallo. Poi aggiunse con un sorrisetto sulle labbra

guardie, incatenatelo! Johnny boy...il gioco è iniziato -. A quell'affermazione, seguì un’unica incessante risata e il dimenarsi del Capitan Watson mentre veniva ammanettato alla parete.

 

 

Dall’altra parte del castello, in apparente stato di catalessi…..

 

Una lunga figura giaceva sdraiata, sul a dir poco enorme letto, con le mani giunte sotto il mento. Era dalla sua cattura che non toccava cibo, né tanto meno dormiva, ma il suo cervello non doveva esser disturbato poiché impegnato in un terrificante caso da risolvere, il più difficile caso che gli si sia mai presentato.

Non capisco…maledizione! Odio non capire. Tutta colpa di quella dannata porta che non ho voluto eliminare dal mio palazzo mentale…Se l’avessi fatto, non mi sentirei così…così, geloso? Non ho ragione ad esser geloso di quella Melissa, no aspetta, forse non si chiamava così. Bhè, irrilevante quale sia il suo nome. Devo trovare una soluzione per allontanarmi da John il prima possibile, altrimenti i sentimenti si insinueranno nella mia mente. Prima però, ho bisogno di capire una cosa”

Sebastiaaaan! Apri subito questa maledetta porta e vieni qui. IMMEDIATAMENTE!-. Urlò risvegliandosi dallo stato comatoso in cui versava da diverse ore.

Un più che irritato Moran giunse dopo alcuni minuti davanti alle porte della stanza del prigioniero. – aprite – ordinò alle guardie. Entrando, notò il corpo di Sherlock disteso, poi s’avvicinò con rigorosa calma. – finiscila di farmi correre a destra e a manca per i tuoi insulsi capricci. Non sono la tua servetta Holmes! -.

-Oh, e invece si che lo sei. A proposito, fammi avere il prima possibile un violino professionale e del tabacco. – disse il riccio scattando in piedi e raggiungendo in poche falcate la spaziosa finestra. Come unica risposta, ricevette un pesante sbuffo esausto. –bene, puoi andare – lo liquidò infine, agitando la mano sinistra ritornando subito dopo nei propri pensieri. Circa un quarto d’ora più tardi, ricevette ciò che aveva richiesto. Prese il tabacco e lo sistemò su di una pagina strappata del primo libro trovato, poi l'arrotolò senza tante cerimonie chiudendola con la saliva. Aveva proprio bisogno di una sigaretta per rilassare i muscoli del cervello e per tornare a pensare lucidamente ad una strategia. Se la portò alla bocca accendendola successivamente con un dito.

Dopo di chè, raggiunse la finestra scrutandone l'esterno per qualche secondo prima di chiuder gli occhi ed iniziare a suonare una malinconica e lenta melodia scaturita dal suo cuore, così freddo e da nessuno mai compreso, attraverso le sottili corde di un comune violino che grazie alla sua maestria, catturò l'attenzione ovunque s'udisse tale sospiro. Come il vento, le note si propagavan gentili e sofferenti, tra le pareti, le porte e le finestre, risuonando per quasi mezz'ora e raggiungendo l'orecchio di metà castello, ma il cuore di una sola persona all'interno di esso.

Mentre la malinconioca melodia riempiva stanza dopo stanza tutto il castello, il giovane Capitan Watson era alle prese con la sua brutale “punizione”. -dimmi Mon Capitaine, cosa potrebbe capitarmi se prendessi questo pezzo di ferro...- s'avvicinò con in mano un attizzatoio di quelli per marchiare i buoi, infilando poi la punta con lo stemma reale nel caminetto - ...e ti marchiassi come mio umile servitore? Il tuo nuovo coinquilino se la prenderebbe molto, vero? -.

-non ti preoccupare di cosa potrebbe farti Sherlock, preoccupati invece di quello che ti farò io appena riuscirò a liberarmi da queste insulse catene. Sei solo un vigliacco! - ringhiò il biondo cercando invano di liberarsi, ferendosi così i polsi. -oh, Johnny boy in questo modo ti stancherai e basta, oltre che a farti del male....mentre io ho altri progetti per te. Dopo averti torturato un pochino, mi piacerebbe farti passare un indimenticabile notte in mia compagnia – continuò estraendo il ferro dal fuoco e avvicinandolo pericolosamente al viso del soldato. Questi, si tirò verso il muro appena in tempo per non esser preso completamente, anche se quel minimo contatto a cui non riuscì a sfuggire, gli lasciò una lunga bruciatura sulla guancia sinistra. Il secondo tentativo di Jim fu più veloce e inaspettato, colpendolo sul fianco sinitro, proprio sotto l'ultima costola e lasciandolo senza respiro. -sarebbe più semplice Johnny boy se la smettessi di impedirmi questo divertimento. Ahahah, se farai quello che ti dico fino al giorno dell'Unione, ti prometto che non toccherò neanche con un dito il nostro geniale lupacchiotto.-.

-come so che....che non gli farai del male dopo che ne avrai fatto a me? -. tentò di ribattere John, ansimante e sudato a causa delle percosse subite. I suoi pensieri si fecero strada, mentre riconosciendo la melodia arrivatagli sino al cuore, tentava di riprendersi dignitosamente. “Non posso arrendermi così, sono o non sono un capitano dell'esercito? Dritta questa schiena soldato Watson! La rabbia che provo mi permetterà di resistere per salvarlo...ne sono certo. Anche se...dovrò assecondare questo verme. Resisterò per lui, oramai è inutile nascondere persino a me stesso la verità. Lo conoscerò da soli tre giorni e sarà pure un uomo, devo anche ammettere che è scontroso, melodrammatico, rompipalle, irritante, saputello, straordinariamente intelligente e bellissimo, ma tutte le sue caratteristiche lo rendono perfetto ai miei occhi. Ammiro le sue ingredibili doti deduttive e l'ingredibile intelligenza, ma più di tutto, i suoi occhi. Quegl'occhi dalle mille sfumature d'azzurro che d'un tratto posson sembrar tempesta e ghiaccio, mentre subito dopo, guardando attentamente, ci si trova tristezza e fragilità. Continuo a sostenere di non essere gay, ma penso di amarlo, solo lui, l'unica eccezione, e così com'è....penso sia stato quello che tutti definirebbero colpo di fulmine anche se non credo a queste cose. Sherlock, giuro su me stesso che ti proteggerò, e se proveranno a farti del male, ucciderò chiunque si avvicinerà a te! È una promessa.”

-mantengo sempre la mia parola Johnny caro – rispose infine il sovrano riportando l'attenzione di John su di lui.

-va bene, fai di me quel che vuoi, ma non osar toccarlo... -. A quel punto il corpo del capitano, cessò di dimenarsi inutilmente dando la possibilità al re di prenderlo per il collo con la mano libera e con l'altra, di bruciarlo sulla spalla sinitra. Questa volta non si era risparmiato, il ferro rimase sulla sua pelle per quelli che sembravan giorni, ed un urlo uscì dalla bocca di Watson che non riuscì più a trattenersi. - ooooh, questo rimarrà per un po', vero apprendista dottore? Mh, perchè non ti metti a piangere biondino? - lo sfottè poi lasciandogli il collo, ma il povero prigioniero non ebbe il tempo di mandarlo a quel paese, poiché ricevette una forte botta in testa che gli fece perder i sensi.

 

 

Nella casetta ai limiti della foresta, uno strano grigiastro gufo, si posò sulla finestra della cucina prima di entrarvi del tutto. - Ben tornato Greg, ti stavo aspettando con impazienza – la fredda e tranquilla voce accolse il rapace che immediatamentre trasmutò riappropriandosi del proprio aspetto originale. - Myc, ho delle novità. Ho seguito John come mi avevi chiesto ed è caduto nella trappola di Moriarty. Cosa facciamo ora che sono entrambi nel castello? -. spiegò il brizzolato, agitandosi. -calmati, era nei miei piani che venissero catturati tutti e due. Ora dovresti portare un messaggio a mio fratello. Appena ti ritrasformerai in quello splendido gufo, ti legherò questo biglietto magico capace di teletrasportarsi fino a 5 metri a piacimento. -. spiegò mostrandogli il pezzo di carta e avvicinandosi a meno di un metro dal amante.

-bhè, grazie per lo splendido, ma con John? Come lo avvertiamo del piano? -

-non saprà nulla, o potrebbe involontariamente far saltare il piano -.

Appena prima di trasmutare, il capo di Scotland Yard, fu afferrato da Mycroft per un polso e avvicinato lentamente a se. -ti sei meritato un premio, gufo Greg– e posò con calma le proprie labbra su quelle del compagno in un dolce e lungo bacio. -mi piace questo premio, dovrò cercare di meritarmelo più spesso o obbligarti con le manette -. ghignò divertito prima di dargli un altro bacio, questa volta veloce e casto. -bene, ora vado Myc, buona notte -.

-buona notte-.

Aspettò che la trasformazione fu completa per legargli il biglietto alla zampa destra, poi andò a sedersi sulla sua poltrona, guardando volare via il suo ragazzo tra la nebbia creatasi da poco.

Sbatteva lentamente le piumate e lunghe ali nel freddo della notte guardandosi cautamente in torno per assicurarsi di non esser visto da nessuno. All'orizzone apparve lo sfarzoso castello reale, grande abbastanza da sembrare una montagna ad occhio incapace di veder al buio, ma per Greg non fu quello il problema, bensì le guardie che sorvegliavan il perimetro. Decise così, di attirarle facendo rumore tra gli alberi, per successivamente apparire alla finestra del minore degli Holmes. “ottimo” pensò “sta suonando proprio davanti alla finestra... mi basterà picchiettare sul vetro che aprirà gli occhi”. S'avviò quindi, attuando il piccolo piano appena pensato. Picchiettò sul vetro col becco, anche se risultò più difficile di quello che pensava, sperando di esser sentito dal consulente investigativo; pochi istanti dopo, quest'ultimo, percependo un rumore di certo non proveniente dal violino, aprì di scatto gli occhi trovandosi di fronte il gufo.

-Lestrade, ti manda mio fratello?- come risposta ricevette un movomento deciso della testa. -e quella suppongo sia per me- di nuovo il gufo mosse il muso. -bene, mandamela. Mycroft ti avrà sicuramente spiegato come funziona -. passarono si e no cinque secondi prima che la lettera si dematerializzasse dalla zampa di Greg e riapparisse tra le mani si Sherlock. Sfilò il cordino che la teneva chiusa e lesse:

 

 

Caro fratellino,

hanno preso John ed è quasi sicuramente tenuto prigioniero nelle stanze di Moriarty nell'ala est del castello. Vi stò osservando dall'inizio di questo breve viaggio, ma son convinto che tu stia cambiando, comunque, veniamo al punto.

Ciò che Jim vuole è sconfiggerti del tutto facendoti soffrire, quindi saprai meglio di me che userà il capitan Watson. Non sono l'unico ad aver capito evidentemente che voi due siete legati da qualcosa a me sconosciuto, ma stai attento Sherlock perchè vuole i tuoi poteri per uccidere gli umani comuni e cercherà di portarteli via con ogni mezzo. L'Unione sarà salvata dalla compagnia della notte al richiamo popolare per eccellenza, ma l'incubo verrà ucciso da colui che distruttore non sa di essere.

Buona fortuna.

-grazie Lestrade, ho recepito il messaggio -. congedò infine il rapace stendendosi sul letto per tentare di concentrarsi sulla strategia da seguire.

 

 

Gli doleva la testa, ma riuscì comunque a schiuder gli occhi. Tentò d'alzarsi senza risultato, le braccia erano troppo pesanti e le gambe sembravan bloccate da qualcosa. No da qualcuno. Girò la testa verso destra capendo d'esser a pancia in giù sul lugubre letto di Jim, riuscendo poi a vedere le proprie braccia legate con delle catene al baldacchino. Gli occhi vedevano ancora sfuocato, ma capì che la figura che gli gravava addosso, era proprio Moriarty. -ben svegliato Johnny boy, ora possiamo iniziare a divertirci sul serio ahahah -. John, anche se non ancora del tutto lucido, realizzò in un istante cosa intendesse quel dannato essere. -Jim, no! Non ci provare neanche lurido verme schifoso. Levati di dosso! -. urlò.

-oh caro, ma allora mi toccherà graffiare quel bel candido faccino di Sherlock. Va bhè, Guardie! -

-no aspetta, lascialo in pace. Farò quello che vuoi, ma richiama i tuoi scimmioni -

-allora, possiamo iniziare Johnny boy. Scommetto mi divertirò da matti -.

Il re si fece lasciare le chiavi del proprio alloggio, chiudendosi all'interno col prigioniero. Si riavvicinò al proprio letto iniziando a denudarsi, per poi svestire anche il capitano. Rimase per parecchio tempo a fissarlo facendosi sfuggire di tanto in tanto un gridolino divertito. -chi l'avrebbe mai detto che sotto a quei larghi vestiti, si nascondeva un così tonico e abbronzato corpo? Ora capisco perchè Holmes ti ha tenuto con se....hai un bellissimo fisico sai? Bhà, magari potrei tenerti tutto per me -.

Ma John non aveva neanche la forza di rispondere tanta era la rabbia. - non mi guardare con quella faccia arrabbiata e da cane bastonato, lo sai che non potrai ribellarti. Sono eccitatissimo all'idea di vedere come reagirai -. ringhiò maliziosamente, mentre saliva a cavalcioni del biondo.

Quella notte, mentre il sovrano si divertiva col corpo di John, quest'ultimo, tra dolori lancinati, piangeva silenziosamente per la brutale umiliazione che stava subendo. Legato e stuprato, continuava a pensare. Fino a che, esausto, pensò a Sherlok.

Sherlock aiutami”

-John? John mi senti? John! -

-Sherlock? Sei proprio tu?-

-si John, ti ricordi il collegamento psichico? Il nostro legame può essere effettuato anche a distanza a quanto pare. Sei nelle stanze di Moriarty?-

-si-

-John, cosa sta succedendo?-

-niente-.

Mentre era in collegamento con Sherlock non riusciva a smettere di piangere per quello che Jim gli stava facendo. Gli stava portando via la dignità e l'orgoglio, gli stava portando via tutto. Il dolore poi era insopportabile.

-dannazione John, ti sta facendo del male?-

-n-no, tranquillo-

A quel punto, il collegamento si spezzò per una fitta di dolore lancinante che portò Watson a ringhiare per non urlare. Almeno quello non lo avrebbe fatto. Non si sarebbe arreso come soldato.

-John! Rispondi John!-




-aspettami John, stò arrivando a prenderti -

   
 
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