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Autore: Arwen88    25/11/2008    6 recensioni
Questa storia racconta il passato di Hinata antecedente alla situazione di "Troppo" e di come lei abbia trovato la felicità. Ok non sono molto brava con le presentazioni ma spero vi possa piacere!
"Poi anche quel ciclo della sua vita finì, lei avrebbe cambiato compagni. E lei decise. Decise che aveva buttato via troppe lacrime."
Genere: Romantico, Introspettivo | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Hinata Hyuuga, Sorpresa
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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cambiamento, primo capitolo
Dunque, ho deciso di scrivere questa storia dopo aver ricevuto le richieste nelle recensioni di "Troppo" da parte di  Aliciuzza e mini, colgo l'occasione per ringraziare Urdi, ryanforever, sorelline xsv, Aliciuzza, lenu88 e mini per aver recensito quella mia storia e sono veramente felice che gli sia piaciuta. Questa storia racconta il passato di Hinata antecedente alla situazione di "Troppo" e come ha fatto a raggiungere la felicità. La dedico a tutti coloro che si rispecchiano in lei: siete tutti perfetti così come siete!

I personaggi appartengono a Masashi Kishimoto e sono tutti maggiorenni.



Cambiamento



Non le piaceva la scuola. Tuttavia preferiva stare lì piuttosto che a casa.
"Casa", la chiamava così anche se non lo era per niente: una casa dovrebbe essere un luogo dove poter tornare quando si ha bisogno di stare bene, come poteva lei considerare tale un luogo troppo grande per lei, uno scricciolo a confronto con le sue coetanee, un luogo troppo silenzioso, dove si trovava un genitore che non le rivolgeva la parola se non per dirle quanto poco fosse adatta a ricevere il suo affetto. Parole fredde, crudeli, che ogni volta la spingevano a isolarsi ancora di più nella sua stanza, spargendo lacrime amare. Per ognuna di loro sperava di stare meglio e per ognuna di loro veniva derisa dalla sua famiglia. E così ogni mattina cercava di allontanarsi da quel luogo recandosi a scuola. Lì almeno poteva vedere altra gente... certo, forse le cose sarebbero andate meglio se quella gente avesse cercato di capirla, di capire il perchè dei suoi silenzi, dei suoi occhi sempre puntati in basso... Ma la gente era troppo concentrata sulla propria vita, sul fare colpo sui "più fighi", sull'essere "al passo coi tempi", sull'essere aperti all'esterno, senza invece capire che erano solo concentrati su se stessi.
E spesso per raggiungere i loro scopi, il farsi notare, l'essere "cool", arrivavano a fare del male a coloro che come lei non desiderava altro che essere lasciata in pace, nient'altro che qualcuno che le sorridesse, che le fosse davvero amico.
Ma loro trovavano divertente i suoi rossori, e non pensavano minimamente a quanto le loro risate potessero farle male.

Poi anche quel ciclo della sua vita finì, lei avrebbe cambiato compagni.

E lei decise.
Decise che aveva buttato via troppe lacrime.
Decise di essere stanca di piangere.
Decise che aveva guardato troppi pavimenti.
Decise che voleva guardare il cielo.
Decise che avrebbe mostrato ciò che provava e avrebbe detto ciò che pensava infischiandosene di ciò che avrebbero pensato gli altri.
Perchè aveva capito: più cercava di piacere agli altri più quelli la consideravano arrendevole e debole, e lei non lo era.
E se lo era stata non lo sarebbe stata più. Sarebbe riuscita a trovare qualcuno che le volesse bene.
E perchè nell'oscurità di quel mondo caotico potesse raggiungerla gli avrebbe mostrato la strada facendo brillare e risplendere tutta la luce che portava nel suo cuore.

E così alzò il viso.
Non si preoccupò più di usare le sue piccole mani per asciugarsi le lacrime.
Le usò per sollevarsi da terra.
Non badò alle ferite aperte sul suo giovane corpo.
Non avrebbe più respirato la polvere secca di quel terreno arido.

E finalmente era in piedi.
Il vento ora le passava gentile sul volto asciugandole le lacrime. Le sussurrava che non sarebbe più stata sola. Le spostava i capelli dietro il viso, lasciandoglielo scoperto... e mentre lei sentiva quel leggero movimento, quelle sue ciocche scure cullate dal vento muoversi verso le sue spalle capì una cosa, una cosa che nessuno le aveva mai detto.



Perché non lo sapevano, o forse perché la invidiavano.


Lei era bella.
Lei era bella. Bellissima.


La bellezza del suo corpo non era così fulgida perché le sue fattezze fossero perfette. No. Era così bella perché quel corpo conteneva la sua anima, e come un vaso di cristallo lascia guardare il liquido che contiene così coloro che riuscivano ad alzare gli occhi su di lei riuscivano a vedere quanto la sua anima fosse meravigliosa, e brillava.
Brillava come racchiudesse in se le luci del sole e della luna insieme.

E ora che lei lo sapeva nessuno le avrebbe mai potuto togliere quella luce.

Per quanto gli altri potessero guardarla con disprezzo o ridere di lei nessuno avrebbe mai potuto spegnere quella luce.

E ora era libera. Libera di essere se stessa. Libera di sorridere.





Fine primo capitolo! Spero che la storia vi piaccia... che non mi linciate... e se recensite per dirmi che ne pensate (come sempre preferirei frasi più lunghe di "l'ho letta, fa schifo") mi fate contenta!!!!

  
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