Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio
Segui la storia  |       
Autore: SaraJLaw    23/01/2015    5 recensioni
È trascorso un anno dagli eventi narrati nel film. La regina Elsa, a causa di un sortilegio, viene relegata nel nostro mondo, in una piccola contea degli Stati Uniti. Lì dovrà vedersela con persone che pensano sia solo un personaggio delle favole, ma anche con chi ha fiducia in lei.
Genere: Introspettivo, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Elsa, Nuovo personaggio
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Capitolo XV


Quel venerdì era la vigilia di Natale. Le case erano illuminate da lunghi tubi con lucette colorate, i tetti innevati così come i vialetti e nell'aria le voci allegre di bambini e adulti non facevano altro che rendere l'atmosfera ancora più magica. La strada era deserta, tutti erano con le proprie famiglie.

Elsa però era diretta a casa di Christian per cenare con lui. Solo pensare al suo nome le faceva battere il cuore all'impazzata e accelerò il passo per arrivare al più presto alla sua destinazione, stringendo a sé il cappotto nero. Aveva trascorso la bellezza di un'ora e mezza davanti all'armadio, terribilmente indecisa su cosa indossare quella sera; ad Arendelle avrebbe saputo cosa scegliere, ma in quel mondo era tutto così diverso, e per un attimo si era lasciata prendere dallo sconforto e aveva addirittura pensato di non uscire di casa. Poi però si era resa conto dell'assurdità della situazione: lei, una regina, stava per annullare un appuntamento per cosa? Un problema di guardaroba?

Neanche per sogno.

Aveva di nuovo passato in rassegna tutti i suoi vestiti e alla fine aveva fatto la sua scelta: dei pantaloni di pelle nera molto aderenti, scarpe lucide col tacco dello stesso colore e un maglione rosso con una scollatura audace ma nei limiti della decenza. Quando aveva visto il suo riflesso nello specchio, aveva sorriso soddisfatta, soprattutto per la sua scelta di non legare i capelli, che quindi le cadevano sulle spalle in morbide onde. Era uscita di casa in anticipo per essere sicura di non arrivare tardi.

Christian abitava di fronte a Jane, quindi nei pressi del campo in cui era giunta col sortilegio.

Difficilmente avrebbe potuto sbagliare strada.

Il ghiaccio ricopriva l'asfalto lì dove la neve era stata tolta e spostata verso i bordi del marciapiede, e avrebbe causato problemi d'equilibrio a chiunque ma non a Elsa, che camminava con disinvoltura sulla superficie scivolosa.

Intravide l'abitazione di Christian sul fondo della strada e la sua mente cominciò di nuovo a vagare, domandandosi per quale motivo il ragazzo le avesse chiesto di cenare con lui proprio durante la vigilia. Insomma, non aveva una famiglia con cui stare? O degli amici? Sapeva che Christian era una persona estroversa e socievole, di certo avrà ricevuto un sacco di inviti, eppure Elsa era lì, a circa trecento metri dalla sua porta, col cuore a mille e la ormai familiare stretta allo stomaco.

Possibile che voglia davvero stare solo con me?

Elsa scosse la testa, sbuffando spazientita; era inutile ormai porsi tante domande, avrebbe scoperto tutto a tempo debito. Si passò una mano tra i capelli, tirando indietro delle ciocche che erano andate a finire davanti agli occhi.

Fu allora che lo sentì.

Si bloccò di colpo, un brivido di paura le salì lungo la schiena. I suoi occhi saettarono in tutte le direzioni alla ricerca di ciò che, per un attimo, le aveva fermato il cuore. Inspirava piccole quantità d'aria, velocemente, quasi come se il solo respirare fosse una mossa fatale, ma dopo un paio di minuti in assoluta immobilità rilassò le spalle e sciolse lo strato di ghiaccio con cui aveva ricoperto le sue mani, pronta per un eventuale attacco.

Attacco? Jane ha ragione, devo dormire di più. Ci mancavano le allucinazioni.

Cominciò a respirare regolarmente e riprese a camminare.

Elsa.

Si bloccò di nuovo.

Stavolta lo aveva sentito, ne era sicura.

Elsa.

Si guardò ancora una volta intorno ma non vide nessuno, la strada era deserta e illuminata dai lampioni e dalle luci delle abitazioni. Elsa abbassò lo sguardo e vide l'asfalto sotto i suoi piedi sparire sotto uno strato di ghiaccio ancora più spesso, un ghiaccio che sapeva provenire da lei.

Controllati, non lasciare che si mostri.

La regina strinse la mascella con rabbia appena si rese conto di aver ripetuto mentalmente il vecchio mantra che l'aveva accompagnata per tutta la sua vita.

Elsa!

Si voltò di scatto, convinta che ci fosse qualcuno alle sue spalle, ma ovviamente era sola. Non capiva da dove provenisse quella voce che continuava a chiamarla, non aveva idea se fosse frutto della sua immaginazione o se fosse reale, tuttavia la voce che continuava a sussurrare il suo nome le era familiare.

Fin troppo.

Strinse i pugni e accelerò il passo, cercando di non farsi prendere dal panico, ma quella voce continuava a tormentarla.

Le vecchie abitudini rimangono, non è vero? È difficile smettere di scappare.

Elsa la ignorò. Casa di Christian era sempre più vicina, poteva farcela.

Sì, va' pure da quel ragazzo, come se davvero servisse a renderti normale.

Chiuse per un attimo gli occhi ma li riaprì subito, decisa a non lasciarsi andare.

Pensi davvero che tutto questo sia sufficiente? Sei convinta che prima o poi non scoprirà chi sei, che cosa sei?

<< Smettila... >> disse la ragazza a denti stretti. Le sue gambe continuavano a muoversi, ormai si trovava a un centinaio di metri. Era arrivata ormai. << Lasciami stare... >>

Tu lo sai che ho ragione, Elsa.

<< Tu non mi conosci. >> disse con più risolutezza. Sì, lei non la conosceva. Quelle che aveva sentito erano solo chiacchiere, niente di più.

Ma ormai lei era nella sua mente, ed essere nella sua mente significava sapere quali punti toccare per farle male.

Per farla soffrire.

È vero, nessuno ti conosce. Sei sempre stata lontana da tutti, e noi sappiamo perché, chi volevi proteggere.

Elsa non poteva fare altro che proseguire, ma ormai il suo passo era diventato lento e incerto, come se il suo corpo si stesse preparando al dolore che di lì a poco l'avrebbe colpita, un dolore che purtroppo era sepolto in lei, pronto a essere portato alla luce.

Ancora una volta.

<< No... >> implorò, più a se stessa che ad altro.

Vedi, è proprio questo il tuo problema. Più cerchi di proteggerla, più finisci per farle del male. Ricordi il rumore della sua mano contro la porta della tua camera?

La voce di Anna che mi chiedeva di giocare con lei? Come potrei dimenticarla...

Ricordi il giorno in cui ha smesso di cercarti, convinta che tu non le volessi bene?

Avrei dato la mia vita per proteggerla da ciò che ero, e per questo ho dovuto rinunciare a lei. Quando abbiamo parlato durante l'incoronazione, per la prima volta dopo anni, credevo di sognare.

Ma hai rovinato tutto, di nuovo.

Non volevo...

Il punto non è volerlo o meno, Elsa. Tu non meriti l'amore di tua sorella.

<< Non è vero. >> mormorò senza fiato, il peso sul suo cuore diventava sempre più pesante e insopportabile. Il terreno sotto i suoi piedi era ormai coperto di neve, le mani ghiacciate e dei fiocchi di neve avevano cominciato a vorticare intorno a lei, come accadeva ogni volta che era agitata.

Ne sei proprio sicura? Cosa avresti fatto per meritare tanta comprensione?

L'ho protetta da-

No, Elsa. Tu eri ciò da cui doveva stare alla larga. Ma non sei stata attenta, l'hai messa in pericolo quando eravate bambine e anni dopo, nel palazzo di ghiaccio.

<< Fu un incidente! >> esclamò con forza, punta nel vivo. Sapeva che Anna non la incolpava, che l'aveva perdonata, ma era anche consapevole del fatto che per quanto sua sorella cercasse di tranquillizzarla, niente le avrebbe fatto cambiare opinione.

Elsa avrebbe vissuto per sempre con il rimorso, pur continuando a ripetere a se stessa che era stato un incidente.

Calde lacrime si fecero lentamente strada sulle sue guance pallide, private ormai di quella rosea eccitazione che le aveva animate fino a pochi momenti prima, una pelle talmente fredda da trasformare quelle gocce d'acqua in ghiaccio dopo poche frazioni di secondo. Non sapeva cosa fare, sentiva che il suo potere si stava impossessando di lei, che il gelo si faceva letteralmente strada nelle sue vene fino a premere per essere lasciato andare. Ma Elsa resisteva ancora all'impulso. Non voleva essere di nuovo così.

Non sarò più quella di un tempo.

Cioè non sarai più quella persona che ha gelato il cuore di sua sorella? Non sarai più la ragione per cui Anna si è sacrificata?

<< Basta... >> mormorò la ragazza, avvertendo una fitta al petto mentre con la memoria tornava inevitabilmente a quell'attimo che non potrà mai cancellare, quando aveva preso tra le mani il volto ghiacciato della sua amata sorella e aveva pianto tutte le sue lacrime, maledicendo se stessa per non essere stata in grado di proteggerla. Ricordò il contatto col suo corpo gelato, immobile, privo di vita e l'angoscia che aveva provato nel constatare che Anna, nonostante tutte le volte in cui era stata cacciata via, aveva dato la sua vita per salvarla da morte certa.

Elsa sentì le gambe tremare e istintivamente portò una mano contro la corteccia di un albero lì vicino, che immediatamente venne ricoperto da un sottile strato di brina.

Non ce la faceva più.

Manca poco ormai.

Basta combattere ciò che sei. Per quanto proverai, per quanto fingerai di essere normale, tutti vedranno quello che sei capace di fare, quanta sofferenza puoi infliggere, quanto dolore!

Elsa ormai non sentiva più nulla, solo quella voce che la tormentava e il battere furioso del suo cuore che rimbombava nelle orecchie. La neve intanto cominciò a cadere più fitta, la temperatura si abbassò di colpo e la regina voleva soltanto che tutto finisse.

Lasciami stare.

Alzò la testa e vide delle luci provenire dalla casa di fronte a lei, il luogo in cui avrebbe dovuto trascorrere la vigilia di Natale con l'uomo di cui si stava innamorando per la prima volta nella sua vita.

Christian... Mi dispiace così tanto.

Non ti vorrà più quando scoprirà la verità. Avrà paura di te!

Sei un mostro!

<< BASTA! >>

Aveva urlato con tutto il fiato, la rabbia, il dolore che aveva dentro di sé, sepolti da un anno trascorso tra gli abbracci, i sorrisi e le parole di Anna; ma sua sorella non era lì con lei, non poteva dirle che tutto sarebbe andato per il meglio. Anche perché quello che stava accadendo era l'esatto opposto.

Il ghiaccio, ormai liberato dalla prigione che era il corpo di Elsa, stava ricoprendo l'albero contro il quale era ancora appoggiata, congelandolo dalle radici fino alle foglie che si trovavano alle estremità dei rami più alti, e quella che prima era una nevicata apparentemente normale era diventata improvvisamente una vera e propria bufera.

A Elsa restava solo la speranza che nessuno, soprattutto Christian, avesse visto nulla.

Che cosa ho fatto?

La ragazza cominciò di nuovo a piangere ma si affrettò ad asciugare le lacrime, con rabbia, consapevole che non si fosse ripresa subito non ne sarebbe poi stata capace. Quelle parole l'avevano colpita con durezza, l'avevano fatta sprofondare di nuovo nello sconforto, ma lei non si sarebbe arresa. Non un'altra volta.

Allargò le braccia, rivolgendo i palmi verso l'alto, e prese un respiro profondo.

Non tutto è perduto, puoi farcela. Pensa ad Anna. Puoi ancora rimediare, nessuno si è accorto di te, pensa ad Anna. Pensa ad Anna. Pensa ad Anna.

Sentì immediatamente il suo volto rilassarsi e la tensione abbandonare il suo corpo, e di conseguenza la bufera cessò di colpo, la temperatura si alzò di qualche grado e il ghiaccio lentamente si sciolse, fino a scomparire. Sorrise nel constatare che tutto era tornato come prima.

Quasi tutto.

Ora la porta della casa di fronte a lei era aperta e il proprietario era lì, in piedi. Elsa sentì il sangue defluire dal proprio volto e le sembrò che il cuore avesse smesso di battere.

Christian.

Se ne stava immobile, gli occhi increduli che la fissavano mentre una mano stringeva lo stipite della porta con così tanta forza che le nocche erano bianche. Nel suo sguardo c'erano stupore, confusione, rabbia, tradimento... E poi vide ciò che più temeva, l'emozione che sperava di non leggere mai in quelle iridi scure.

Paura.

Christian l'aveva vista congelare l'albero, far nevicare, bloccare la bufera, sciogliere il ghiaccio e aveva paura di lei.

Le sembrò di trovarsi ad Arendelle, nel cortile del palazzo durante il giorno dell'incoronazione, quando tutti l'avevano guardata con terrore, quando le madri avevano protetto con il proprio corpo i loro figli e il duca di Weaselton le aveva urlato “Mostro! Sei un mostro!”.

E così fece come allora.

Iniziò a correre.

I suoi piedi a mala pena toccavano terra, talmente andava veloce. Nel giro di pochi minuti raggiunse la libreria e l'appartamento in cui viveva. Chiuse a chiave la porta alle sue spalle e si lasciò andare: si strappò il cappotto di dosso, afferrò una delle sedie e la lanciò verso la parete opposta, colpì il muro con un pugno e subito uno spesso strato di ghiaccio ricoprì l'intero appartamento, nascondendo le superfici in legno. Per tutto il tempo Elsa non aveva smesso di piangere e urlare, travolta dalle emozioni che in quelle settimane era riuscita a controllare ma che in quel momento non era più in grado di celare.

La nostalgia di casa, di Anna, del suo mondo, la consapevolezza di aver di nuovo perso il controllo e di essere stata vista da Christian... Tutto era tornato in superficie. Ed Elsa sapeva di non poter fare più nulla.

L'appartamento era ormai identico al palazzo di ghiaccio che aveva creato sulla montagna del Nord ma la regina non provava quel senso di libertà come allora, anzi, si sentiva in trappola..

Forti e incontrollabili singhiozzi scuotevano le sue spalle mentre si lasciava scivolare a terra, ormai esausta, sconfitta.

Ho rovinato tutto.

Continuò a piangere mentre l'inverno più rigido che potesse esistere imperversava nell'appartamento e nel suo cuore.






Povera Elsa :( Ecco il momento che tutti aspettavamo. Era questione di tempo prima che Christian scoprisse la verità su di lei, ma così... Che brutto :( Questo capitolo è stato un partoooo!!!! E vi chiedo scusa per questo mese di attesa, sono stati trenta giorni di fuoco O.O Fatemi sapere cosa ne pensate, mi fa sempre piacere, lo sapete ;)

Un bacione e scusate ancora <3

Sara










  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Film > Frozen - Il Regno di Ghiaccio / Vai alla pagina dell'autore: SaraJLaw