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Autore: iosonolamiagabbia    25/01/2015    2 recensioni
Ciao a tutti. Questa è la quarta storia che scrivo. Parla di una ragazza che si iscrive in una nuova scuola ed ha un unico obiettivo: trovare il suo primo fidanzato e provare l'emozione del primo bacio. Spero di strapparvi qualche sorriso, mi sono impegnata davvero tanto, ahahahah! Le recensioni, come sempre, sono sempre ben accette! Buona lettura!
Genere: Comico, Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dolcetta, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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VIVA I CAPELLI COLORATI!

La mattina dopo mi ritrovai dal cancello, di nuovo. Mi guardai attorno: nessuna testa rossa in vista, bene. Mi avviai verso l'ingresso, cercando di non badare agli altri studenti che mi guardavano. Non mi sembrava di avere niente di strano, mi ero pettinata e avevo pure abbinato i vestiti. Cosa avevano da guardare? Li odiavo. Odiavo essere la 'nuova', decisamente. Passai davanti alla segreteria e mi fermai ad osservare la scritta. Tutti i propositi che mi ero prefissata? Non potevo permettere che andasse come tutti gli altri anni, dovevo cambiare qualcosa. Ci pensai su qualche minuto e prima di farmi venire mille ripensamenti, bussai. Qualcuno mi rispose 'avanti' quasi in un sussurro. Entrai. Mi fermai davanti alla scrivania a guardare Nathaniel imbambolata, mentre lui guardava me. Cosa stavo combinando? Perché ero entrata se non avevo nulla da dire? Be', sì, lo volevo vedere ma potevo almeno pensare a qualcosa da dire prima di entrare. Nathaniel mi guardava impaziente. Probabilmente gli stavo facendo perdere tempo e forse cominciava a pensare che fossi fuori di testa. Cercai di salvarmi in extremis e dissi sorridendo: "Ciao!" Lui mi guardò con un sopracciglio alzato e rispose: "Buongiorno! Posso... aiutarti?" Mi parlava nello stesso modo in cui si parla ad un bambino con problemi mentali. Probabilmente ce li avevo sul serio. Mi sedetti su una sedia e sorrisi: "Be', sono venuta perché volevo salutarti.." La sua espressione si fece sorpresa e le sue guance si arrossarono: "Oh... be'..." balbettò: "..ciao" Lo guardai perplessa. Arrossii anche io. Come mi era venuto in mente di fare una cosa simile? Ci eravamo conosciuti il giorno prima e già mi presentavo nel suo ufficio per dirgli che lo volevo salutare. Probabilmente ora pensava anche che fossi una maniaca, almeno così lasciava intendere la sua faccia. Nathaniel abbassò lo sguardo sui fogli che aveva davanti e poi si alzò, spingendo via la sedia. Fece qualche  passo indietro, come se avesse avuto paura che gli potessi saltare addosso. Mi fissava, naturalmente si aspettava che dicessi qualcos altro. Cercai di portare la conversazione in acque più tranquille: "Come mai non sei in classe? Te ne stai qui tutto il giorno?" Lui mi guardò e prese a lisciarsi la cravatta azzurrina: "Sono il segretario delegato, ho il permesso di saltare le lezioni.. Non che mi piaccia, non è molto entusiasmante stare qui solo tutto il giorno. Però, come puoi vedere, le cose da fare non mi mancano.." disse indicando le pile di moduli che invadevano la sua scrivania. Mi chiesi se stavano cercando di sfruttarlo, poverino. Annuii e dissi: "Dai, non è male saltare le lezioni! Be', certo, significa fare il doppio del lavoro a casa. Comunque, se un giorno avessi bisogno di compagnia..." Perfetto, il mio tentativo di trattare argomenti neutri era fallito miseramente. Sperai di aver colto solo io la malizia della frase che avevo appena pronunciato, ma capii che non fu così quando vidi il suo viso avvampare e i suoi occhi sbarrati. Cercai allora di salvarmi: "No, io... intendevo che se... non so, se avessi bisogno di una mano con tutti questi fogli, puoi chiedere. A me non dispiace dare una mano.." Nathaniel si mise a sedere e mentre ricominciava a compilare i suoi moduli, rispose: "C-certo.. Grazie, me ne ricorderò.." Decisi che era meglio finirla prima di combinare qualche disastro e mi voltai per uscire. Prima di andarmene, però, mi girai verso di lui e dissi: "Io mi chiamo Ivy.." lui alzò lo sguardo e sorrise: "Lo so.." Sorrisi anche io e me ne andai.

Okay, diciamo che questa splendida performance avrei potuto anche risparmiarmela, no? La mia classe era la 5A, poco distante dalla segreteria. Suonò la campanella di inizio lezione proprio in quel momento ed entrai, ma prima che potessi andare a sedermi, il professore mi bloccò: "Aspetti, signorina." Lo guardai ed ebbi un colpo al cuore quando capii cosa aveva intenzione di fare. Aspettò che tutti i miei compagni si fossero accomodati e poi parlò: "Buongiorno, ragazzi. Lei è la vostra nuova compagna, si chiama..." disse voltandosi verso di me. Guardai gli occhi di tutti i miei compagni puntati su di me e poi mi voltai verso il professore: "..mi chiamo Ivy... Ivy Roger.." dissi in un soffio. Il professore sorrise e disse: "Bene, signorina Roger, può accomodarsi laggiù.." indicò un banco vuoto in ultima fila, vicino ad un ragazzo... con i capelli azzurri! Lo guardai: ancora? Ma cosa avevano tutti qua dentro? Pensai che forse in infermeria c'era davvero Joker. Il ragazzo dai capelli celesti, notò la mia espressione ed esclamò dal fondo della classe: "Non preoccuparti, non sono radioattivi! Puoi sederti!" La classe rise all'unisono, lui compreso. Io avvampai e con lo sguardo basso andai a sedermi. Una volta seduta, mi voltai a guardare il mio vicino di banco. Lui mi guardava con aria divertita e allungando una mano verso di me disse: "Piacere, Alexy!" Alexy? Alexy?! Era un nome da donna! 'Oh mio Dio' pensai 'ma dove sono finita?'. Lasciai la sua mano e mi girai verso il professore ma Alexy continuò: "Questa testa di rapa qui.." disse picchiettando sulla testa di un ragazzo seduto davanti a lui, costringendolo a girarsi "..è mio fratello Armin.." Era decisamente più normale, Armin. Aveva i capelli neri scurissimi e gli occhi dello stesso colore dei capelli del fratello. Mi guardò di sfuggita e biascicò un 'ciao' prima di concentrarsi di nuovo sulla sua console che teneva nascosta dietro l'astuccio. Questo Armin mi stava già simpatico. Mi girai di nuovo verso il professore e sentii Alexy sussurrare a suo fratello: "Ma ti sembra il modo?! Ti ho trovato la ragazza!" Armin gli rispose: "Piantala, stupido!" Eh già, ebbi l'impressione che io ed Armin saremmo diventati grandi amici.

Non prestai molta attenzione alla lezione, piuttosto mi guardai attorno. Vidi una ragazza che attirò la mia attenzione: aveva i capelli viola (pure lei?!) e uno sguardo triste. Di tanto in tanto guardava fuori dalla finestra mentre la sua vicina, la pelle molto più scura di lei e gli occhi gialli (li distinguevo perfino da quella distanza), le accarezzava i capelli con un sorriso dolcissimo. Forse era la sua migliore amica, oppure la sua fidanzata. Be', che importanza aveva? La ragazza dai capelli viola sembrava felice di quel contatto e, si sa, qualunque cosa è giusta se ti rende felice.

La giornata passò veloce. Quando suonò la campanella dell'uscita, misi velocemente la mia roba nello zaino e mi alzai per andarmene. Alexy mi prese per un braccio e mi fermò. Mi voltai. Con un sorriso a sessantaquattro denti disse: "Io e mio fratello ci chiedevamo se ti andasse di mangiare qualcosa assieme a noi.." propose dando delle gomitate ad Armin perché si mostrasse partecipe. Guardai prima Alexy e poi suo fratello: mi guardava come a dire 'lo so, è insopportabile, non sei costretta a dire di sì, anzi ti sarei immensamente grato se non lo facessi', ma Armin non sapeva dei miei propositi, non sapeva della mia lista 'I miei possibili futuri fidanzati', quindi accettai. Alexy esultò battendo le mani mentre Armin mise nella tasca la sua console, sospirando.

Andammo in un fast-food. Alexy non stava un momento zitto, mi riempiva di domande, a partire da 'che musica ascolti?' fino ad arrivare a 'dormi col pigiama o senza?'. A quella domanda arrossii e per fortuna ci pensò Armin a salvarmi: "Ma la smetti? Ti sembrano domande da fare?" L'entusiasmo di Alexy si spense e rispose: "Io volevo solo vedere se siete compatibili o no!" A quel punto intervenni io: "Ascolta Alexy, non pensi che dovrebbe essere tuo fratello a scegliere la sua fidanzata?" Lo sguardo di Alexy si riaccese e mi pentii di aver parlato. "Ma lui non sceglierà mai la sua ragazza! Sta sempre chiuso in camera a giocare, non gli interessa del resto del mondo! Non voglio che muoia scapolo!" Armin lo guardò e disse: "Ma che ti importa, smettila!" rispose tirandogli una piccola sberla dietro la testa. Alexy rispose con una gomitata a cui seguì un calcio da parte di Armin, a cui Alexy rispose con un pizzicotto. Li guardai sorridendo e dissi: "Siete così teneri.." Alexy si voltò verso suo fratello e disse: "Visto? Il mio piano funziona!" Allora io mi affrettai a dire: "Ma no, non intendevo che..." Armin mi interruppe: "Tranquilla, io ho capito. Ignoralo." disse sorridendo. Alexy incrociò le braccia imbronciato ed io e Armin scoppiammo a ridere.

Dopo una ventina di minuti, li salutai e mi incamminai verso casa. Si era fatto tardi. Pensai che tutto sommato Alexy aveva ragione, avrei aggiunto anche Armin alla mia lista. Una volta arrivata a casa, passai il resto del pomeriggio a fare i pochi compiti che un professore intraprendente aveva pensato di assegnarci ed esausta andai a letto, saltando la cena. Dovevo ammettere che quella scuola cominciava a piacermi. E inoltre non avevo visto il mio amico rockettaro oggi, un po' mi mancava. Sorrisi a quel pensiero e piano piano mi addormentai.  
   
 
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