Avevo
deciso di far finire la storia con il capitolo 8, ma vorrei arrivare
almeno
fino al 10. Spero non vi dispiaccia… xD In questo capitolo
Edward e Bella
avranno l’occasione di parlare e stare un po’
insieme… Nel capitolo 9 invece ci
saranno tutte le spiegazioni di quello che Bella è riuscita
a fare contro i
Volturi. Il 10 sarà un semplice epilogo, non so ancora se
visto dalla
prospettiva di Edward o di Bella, o da tutte e due… oppure
in terza persona….
Sono un po’ indecisa xD Volevo dire a tutti
che mi dispiace di averli fatti aspettare così
tanto per gli
aggiornamenti. Ringrazio di cuore Wind,
che recensendo il
mio avviso mi ha aperto gli
occhi e mi ha convinta a continuare ad aggiornare. Spero che questo
capitolo
possa piacervi. Un bacio a tutti. Cecilia.
Edward
mi prese per mano. Non mi sembrava neanche di correre a quella
velocità, era
così… naturale. Eravamo in
mezzo a una foresta, non avevo idea di dove.
E la cosa più semplice che mi venne in mente di fare fu di
chiederlo a Edward.
Rallentò, senza fermarsi e mi rispose con un sussurro:
«Quasi
a casa, amore.»
Aggrottai
le sopracciglia.
«A
casa? A Forks?»
Lui
sghignazzò.
«E
dove sennò?!»
«Ma..
pensavo che fossimo in Italia! Eravamo sulla torre dei
Volturi….!»
Mi
guardò per capire se fossi seria. Poi scoppiò a
ridere.
«Ma
che Italia! Eravamo nella periferia di Seattle… Nel
castello*…»
«oh!»
dissi… poi tornò il silenzio, fino a quando
Edward non si fermò e mi prese
entrambe le mani.
«Bella…
io…» Cominciò a piovere. Tipico segnale
che ormai eravamo nella foresta di
Forks.
Mi
accorsi che non percepivo più i suoi pensieri. Ma non me ne
preoccupai. Ero
troppo impegnata a guardarlo negli occhi, dapprima sfuggenti e ora seri
e
profondi.
«Bella,
io ti amo.» disse.
«Anche
io ti a…» stavo dicendo, ma mi interruppe.
«Lasciami
finire, per favore. Io ti amo e ti amerò per sempre.
E… non hai idea… di quello
che ho provato quando ti ho vista lassù, indifesa,
circondata da quei… mostri,
con Jane che ti torturava con lo sguardo. Stavi per morire, era chiaro,
anche
se avessi fatto in tempo a completare la trasformazione non saresti mai
riuscita a tener testa a tutti loro, anche se i neonati sono
più forti, loro
erano una ventina, troppi. E invece… quando ti sei alzata ti
ho guardata,
pensando che sarebbe stata l’ultima volta che avrei visto il
tuo viso… e invece
sei scattata… non sentivo più i tuoi pensieri,
non capivo cosa stesse
succedendo, poi ho visto Jane che provava ancora a torturarti, e subito
dopo
l’ho vista a terra. E quando quelli che mi trattenevano mi
lasciavano per
andarti contro, sono rimasto immobile, a guardarti, mentre uccidevi i
Volturi,
con assoluta facilità. E non eri più tu, i tuoi
occhi avevano una strana luce…
e poi ti sei fermata. e io…. Bella, io sono stato sul punto
di scappare. Avevo paura.
Paura di te. Ma appena ho visto che ti guardavi intorno per cercarmi,
un’espressione ansiosa sul tuo viso, sono tornato in me e ti
ho portata via. E
ora io… Bella m
dispiace, mi dispiace
per tutto quello che ti è successo, è solo colpa
m…»
Gli
posai un dito sulle labbra per non farlo continuare.
«Non
è colpa tua. Non dirlo.»
Sospirò
sul mio dito. Poi prese la mia mano e baciò il palmo. Mi
guardò negli occhi e
sorrise:
«Sai,
non sei cambiata molto. Anche gli occhi, sono così scuri che
sembrano marroni,
non rossi.»
Fui
io a sospirare stavolta.
«vuol
dire che sono rimasta la Bella goffa e umana?»
Ridacchiò
abbracciandomi.
«No,
vuol dire che sei rimasta la mia Bella, dolce e
bellissima. E il tuo profumo
non è cambiato per niente… solo che ora non provo
il desiderio di morderti…
perché se lo facessi probabilmente mi faresti un occhio
nero!»
Rise
e io mi unii a lui. Poi mi guardò dolcemente e mi
accarezzò una guancia, come
all’inizio, la prima volta che mi aveva
sfiorata, la prima volta che mi
ero accorta di amarlo.
«Ti
amo.» gli dissi.
Mi
rispose avvicinandosi al mio viso e baciandomi. Era totalmente diverso
da
qualsiasi bacio precedente. Era più semplice, nessuno dei
due doveva tentare di
concentrarsi per salvarmi la vita, seguivamo semplicemente i nostri
sentimenti.
E la pioggia scorreva, ci bagnava i vestiti, ma non aveva importanza,
di certo
nessuno dei due si sarebbe preso un raffreddore. Percorse il contorno
delle mie
labbra con la lingua, un sorriso malizioso sul viso. Poi riprese a
baciarmi
infilando le sue mani sotto la mia maglia, sulla schiena, e quelle mani
non mi
sembravano più fredde, anzi, erano piacevolmente calde.
Lasciandomi andare feci
lo stesso con lui, accarezzandogli il petto scolpito. Gemetti in
protesta
quando staccò le sue labbra da me per fare una cosa stupida
quale “parlare”.
«Sta
piovendo…»
Alzai
le spalle.
«Sai
che novità!» tagliai corto.
Cercai
di baciarlo di nuovo, ma mi allontano, sfoderando il suo sorriso
sghembo.
«Calmati
amore… c’è tempo…»
«Anche
ora abbiamo tempo.» m’’imbronciai.
«No,
ora non possiamo… Dobbiamo andare a casa ad avvertire che
siamo vivi… e a
raccontare tutto agli altri…» Sbuffai. Lui
iniziò a incamminarsi.
«Per
questo non c’ è tempo, Bella, dobbiamo andare a sprecare
il tempo a parlare
con gli altri…» lo imitai. Si girò
sorridendo. Mi mostrò i denti e si mise a
ringhiare per gioco. Lo guardai, altezzosa.
«Tanto
non mi fai più paura!» gli dissi.
Scattò talmente velocemente che non lo vidi
neanche. Mi ritrovai schiacciata su un albero con lui addosso.
«Chi
dice che voglio farti proprio paura?»
sussurrò sul mio collo.
«E…
e allora che cosa vuoi farmi?» Mi guardò, sempre
con quel sorriso malizioso.
«Indovina…»
comincio a baciarmi il collo accarezzandomi sotto i vestiti. Gemetti
lievemente…
Stavo chiudendo gli occhi, quando sentii che si era allontanato. Li
aprii
guardandolo interrogativa.
Sorrise.
«Dobbiamo
andare dagli altri.» disse, prima di mettersi a correre.
Rimasi immobile con la
bocca spalancata, per circa cinque minuti. Poi mio marito
tornò indietro, rise
nel trovarmi ancora in quella posizione, mi prese la mano e mi
trascinò via.
*non
so se ci siano castelli nella zona di Seattle, ma se avessi spostato i
protagonisti in Italia sarebbe stato un casino… xD
GIURO che aggiornerò
presto… un bacio!