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Autore: ValeDowney    27/01/2015    5 recensioni
"Storybrooke sembra una cittadina come tutte le altre, se non fosse per il fatto che non è sulle carte, nessuno sa della sua esistenza e i cittadini sembrano nascondere qualcosa. Rose, una bambina dolce ma curiosa e sempre in cerca di guai, scoprirà, insieme al suo amico Henry, che qualcosa di magico si aggira per quella città"
Genere: Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Signor Gold/Tremotino, Un po' tutti
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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The Rose of true Love

 
 
 
Capitolo VII: Operazione Coccodrillo - Prima Parte


 
Rose stava dormendo nel letto paterno quando si sentì scuotere e chiamare.
“Rose. Rose, piccola, svegliati.” Gold la scuoteva delicatamente. Rose aprì un occhio e, guardandolo, disse: “Papà, ma cosa c’è?”
“Dai, svegliati” disse Gold e si allontanò da letto. Rose spostò lo sguardo sulla sveglia posta sul comodino e, dopo aver visto l’orario, disse: “Sono solo le cinque. Perché mi svegli a quest’ora?” Poi però le venne un dubbio. Aprì del tutto gli occhi e, dopo essersi seduta, guardò il padre e stupita disse: “Oddio, sono venuti due metri di neve, solo che tu vuoi farmi andare lo stesso a scuola. E per evitare di rimanere bloccati per strada mi fai alzare molto in anticipo.”
“Sarai contenta di sapere che non si tratta di quello. Mettiti qualcosa di più pesante e seguimi” disse Gold guardandola per poi uscire dalla stanza. Rose lo guardò stranamente.
Poco dopo, padre e figlia stavano camminando verso l’edificio sul retro mentre continuava a nevicare.
“Papà” disse Rose prima di sbadigliare, camminando dietro al padre “perché stiamo andando verso questo edificio? Me lo hai detto tu stesso che contiene solo vecchia roba piena di polvere.”
“Poche domande e cerca di rimanere sveglia, o se no rischierai di rovesciare quel bicchiere di latte” rispose Gold mentre teneva con la mano sinistra un piatto con sopra dei biscotti. Rose abbassò lo sguardo sul bicchiere di latte che teneva in mano. Poi riguardò il padre dicendo: “Non ho ancora capito del perché stiamo portando questa roba proprio lì dentro. Non ci saranno mica dei topi… vero?”
“Ancora non lo so” disse Gold e Rose deglutì per la paura. Entrarono nell’edificio e Rose rimase a bocca aperta non appena vide Paige.
“Paige” disse Rose.
“Sssh” le disse Gold guardandola. Poi riguardò avanti e, abbassandosi, mise il piatto con sopra i biscotti davanti alla bambina.
“Che cosa ci fa qua Paige?” chiese Rose.
“Non è a me che lo devi chiedere, ma alla nostra amica” rispose Gold. Rose guardò verso Excalibur dicendo: “Ora incomincia a essere tutto chiaro del perché Excalibur aveva quel comportamento sospetto. E chi ha preso quella roba dal frigorifero e anche il burro di noccioline.”
“Quanto sai di questa bambina?” domandò Gold non distogliendo lo sguardo da Paige.
“Che odia i suoi genitori e di sicuro non vuole ritornare a casa” rispose Rose guardandolo.
“Se Excalibur l’ha portata qua, di sicuro ha in mente qualcosa” disse Gold e, voltandosi, uscì dall’edificio. Rose lo guardò stranamente. Poi depositò il bicchiere accanto al piatto e lo seguì.
“Papà, forse dovremmo fare qualcosa, non trovi?” chiese Rose affiancandosi a lui.
“Tu dici?” domandò Gold guardandola per poi entrare in casa. Rose si fermò e lo guardò stranamente. Poi lo seguì e gli rispose: “Sarebbe meglio dirlo ai suoi genitori, ma… visto come stanno le cose familiari tra lei e loro, meglio tenere la bocca chiusa.
“Excalibur l’ha portata qua per un motivo e quel motivo è nasconderla e tenerla lontana il più possibile dai suoi genitori” spiegò Gold entrando in cucina.
“Questo non è… ecco… sleale? Insomma, tu hai sempre fatto le cose per bene – si fa per dire – e ora stai nascondendo una bambina dai suoi genitori. Ok, dove sta il trucco? Tu vuoi guadagnarci qualcosa e magari sai anche che i suoi genitori accetteranno” disse Rose.
“Non c’è né trucco, né inganno. Ho scoperto della nostra ospite solo qualche ora fa e, visto che è amica tua, voglio che stia al gioco” disse Gold guardandola.
“Non ci metteremo nei guai così, vero?” chiese Rose.
“Sono il padrone di tutta la città. Nessuno vorrà mettersi contro di me” rispose Gold.
“Ok, che cosa devo fare per aiutarti a reggere questo gioco?” domandò Rose.
“Scopri più informazioni che puoi su di lei e i suoi genitori. Ovviamente non bisognerà mai perderla d’occhio. Potresti farti aiutare dal tuo amico Henry” rispose Gold.
“Ecco, a proposito di Henry, ci sarebbe anche un’altra cosa della quale dovrei parlarti. Ti ricordi quando è scappato? Be', quando è ritornato ha portato con sé un’altra persona. Si chiama Emma Swan” spiegò Rose.
“Emma, che bellissimo nome. Sì, mi pare di conoscerla. L’ho vista stasera dal Bed & Breakfast di Granny mentre sono andato a riscuotere l’affitto. Stava affittando una camera” spiegò Gold.
“Infatti aveva detto che si sarebbe fermata” disse Rose.
“E quand'è che l’avrebbe detto?” chiese Gold. Rose guardò a destra e a sinistra. Doveva dire a suo padre che l’altra sera stava per oltrepassare la linea di confine?
“Quando… ehm… io e Paige eravamo andate…” iniziò col dire Rose, ma poi si fermò.
“Sì, Rose? Dove eravate andate? Su, continua” disse Gold. Rose deglutì per la paura, poi continuò: “Alla linea di confine. Lei voleva scappare mentre io volevo andare a cercare Henry. È stato lì che Henry è ritornato.” E abbassò lo sguardo. Stranamente non sentì nessuna replica da parte di suo padre. Quindi rialzò lo sguardo domandandogli: “Papà, sei arrabbiato?”
“Dovrei esserlo?” chiese Gold guardandola, ma era evidente che lo fosse.
“In teoria sì. Dopotutto volevo oltrepassare quella linea, anche se ancora non capisco cosa mi sarebbe successo” rispose Rose.
“Lo avresti fatto davvero? Rispondimi sinceramente” domandò Gold.
“No” rispose Rose abbassando lo sguardo.
“Allora non sono arrabbiato” disse Gold. Rose lo guardò dicendogli: “Invece dovresti. Stavo per oltrepassare quella linea.”
“Ma non lo hai fatto” disse Gold.
“Non l’ho fatto perché Henry è ritornato prima” disse Rose.
“E non avresti superato quella linea” disse Gold.
“Come ti ho detto no, non lo avrei fatto. Papà, ma cosa ti prende? Perché non sei arrabbiato?” chiese Rose.
“Perché ho fiducia in te, piccola mia, e so che non ti azzarderesti mai a compiere qualcosa di stupido prima di averci pensato su bene” rispose Gold.
“Hai ragione, papà. E poi perché mai dovrei andarmene quando ho te? Non posso lasciarti. Ti voglio troppo bene per farlo. E poi ci sono Henry, Paige ed Excalibur. E persino Dove. Probabile che dopo aver attraversato quella linea, avrei trovato solo guai. Quindi meglio rimanere qua” spiegò Rose. Gold sorrise. Poi Rose aggiunse: “Ci sarebbe anche un’altra cosa e riguarda sempre Henry. Ti ricordi quando ti chiesi delle fiabe? Ha questo libro che gli ha donato Mary Blanchnard e secondo lui tutti gli abitanti di Storybrooke provengono dalla Foresta Incantata. E sai anche che io non gli credo.”
“E per questo ti eri riputata una pessima amica. Sì, ricordo che me lo avevi raccontato. Ma questo può essere a nostro favore” disse Gold. Rose inarcò un sopracciglio per poi domandargli: “In che senso?”
“Quel bambino sembra sapere molte cose su questa cittadina. Se incomincerai a credergli, probabile che riesca anche a dirti di più sulla nostra ospite nel retro” spiegò Gold.
“Cioè dovrei credere che gli abitanti di Storybrooke provengono veramente dalle fiabe e magari anche tu?” chiese stupita Rose.
“Esattamente. Non è poi tanto complicato” rispose Gold.
“Papà, sono solo fiabe che anche tu mi racconti ogni sera. Mi stai obbligando a credere a queste assurdità?” disse Rose.
“Devi semplicemente fare finta in modo che il tuo amichetto riveli qualche informazione utile riguardo quella bambina. Non sappiamo quasi nulla di lei e il figlio del Sindaco potrebbe essere la nostra soluzione. La nostra pedina migliore da giocare” spiegò Gold.
“Quindi, se ho capito bene, dovrei spiarlo?” domandò Rose.
“L’intenzione è quella, ma detta così sembra che ti metta contro il tuo amico” rispose Gold.
“Sai, Henry vorrebbe che facessi parte dell’“Operazione Cobra” disse Rose.
“Operazione Cobra?!” ripete stupito Gold.
“Si tratta di scoprire se i personaggi delle fiabe sono gli abitanti di Storybrooke e soprattutto far credere a Emma che lei sia la Salvatrice che farà tornare a tutti la memoria” spiegò Rose. Calò il silenzio. Poi Gold le disse: “E ora hai la possibilità di farne parte.”
“Contro il mio volere” disse Rose.
“Non ti obbligando, è per aiutare la tua amica” disse Gold.
“Non è da te essere così generoso nei confronti degli altri. Secondo te dovrebbero farsi i propri affari. Invece ora vuoi a tutti i costi aiutare Paige. E non hai pensato ai suoi genitori? La staranno cercando… almeno penso” disse Rose.
“Di loro non me ne frega nulla! Saprò gestirli! Tu invece pensa ad entrare nell’operazione del tuo amico” disse Gold.
“Va bene, ma a questo punto dovremmo inventarci un nome in codice per la nostra, di operazione. Dopotutto stiamo agendo in incognito” disse Rose. Gold la guardò stranamente. Poi Rose aggiunse proponendo: “Che ne dici di “Operazione Tic Toc”?”
“Non mi piace” disse Gold.
“Operazione Coccodrillo”?” propose Rose.
“Assolutamente no! E’ fuori discussione!” replicò Gold.
“Ma bisogna trovare un nome d’effetto. Quello di Henry porta il nome di uno tra i serpenti più velenosi che esistano. Anche il nostro deve essere duro” disse Rose.
“Allora trova un altro animale che non sia il coccodrillo” disse Gold.
“Scusa, ma mi dici cosa hai contro il coccodrillo? Poi suona bene con la nostra operazione… anche se non cacciamo nessun coccodrillo. Ma neanche Henry caccia qualche cobra” chiese Rose.
“E’ che…. non amo particolarmente questo animale” disse Gold. Ma Rose capì che, nella sua voce, stava in realtà mentendo. Che c’era un altro motivo. Preferì non entrare troppo nei particolari. Quindi disse: “ Va bene. Come vuoi.”
“Basta solo che riesci a entrare nell’operazione del tuo amico e scoprire più informazioni possibili riguardo quella bambina” disse Gold.
“Sì, sì, ho capito, vedrai che ci riuscirò. Dopotutto riesco a essere molto persuasiva” disse sorridendo Rose. Gold la guardò e la bambina aggiunse dicendo: “Be', ho preso da te.”
“Se tutto andrà per il verso giusto, forse quella bambina avrà un futuro migliore” disse Gold.
“E’ tutto molto bello, ma papà…” iniziò col dire Rose e, dopo che Gold ebbe voltato lo sguardo verso di lei, continuò: “… possiamo ritornare a letto? Sono solo le cinque del mattino e dovrò svegliarmi presto per andare a scuola. O forse non mi stai mandando a letto perché la scuola non ci sarà?”
“Per domani la scuola rimarrà chiusa. Se la tua preside prova ad aprirla, giuro che sbatto lei e le sue figlie fuori da questa città” disse Gold. Rose sorrise e abbracciandolo disse: “Sei il papà migliore al mondo.”
“Non dicevi questo di me quando eri in punizione” disse Gold. Rose alzò lo sguardo guardandolo e gli disse: “Be', lì era normale, visto che nessun figlio vorrebbe stare in punizione. Ma quando un padre tiene chiusa la scuola, qualunque bambino dovrebbe fare una statua in suo onore.”
“Ora non esagerare e ritorniamo a letto” disse Gold camminando verso le scale, seguito dalla figlia.
“E cosa facciamo con Paige? Morirà congelata là fuori” domandò Rose.
“C’è Excalibur che pensa a lei, e poi è ben coperta e ha già da mangiare. Domani mattina presto le porteremo la colazione e poi andremo da Granny’s” rispose Gold incominciando a salire i gradini.
“Perché da Granny’s? Pensavo facessimo colazione qua a casa” chiese Rose mettendo un piede sul primo gradino. Gold si fermò e, mentre teneva la mano sinistra sul corrimano, voltò lo sguardo rispondendole: “ Perché il tuo amichetto va sempre lì ogni mattina. Quindi sarebbe la giusta occasione per farti entrare nella sua operazione.”
“Io continuo a pensare che sia sleale, ma visto che l’idea è venuta da te, non sarà poi così disonesto” disse Rose.
“E ricordati che non sei obbligata a credere veramente alla sua teoria che gli abitanti di Storybrooke provengano dalle fiabe. Devi solo assecondarlo” disse Gold e, riguardando avanti, finì di salire le scale. Rose se ne rimase lì. Davvero avrebbe tratto in inganno il suo migliore amico? E se lui avesse scoperto, tutto come avrebbe reagito? Doveva veramente fargli questo affronto?
Il mattino seguente, dopo aver messo latte e biscotti freschi davanti a Paige, padre e figlia se ne andarono da Granny’s. La tavola calda già brulicava di persone. Rose si andò a sedere a uno dei tavoli mentre Gold se ne stette in piedi accanto a lei, guardandosi intorno.
“Ancora non c’è. Il che è strano, visto che è sempre uno dei primi ad arrivare” disse Rose.
“Arriverà. Tu nel frattempo tieni gli occhi ben aperti” disse Gold e se ne andò al bancone. Rose si guardò intorno quando al tavolo arrivò Emma. La bambina la guardò.
“Ciao Rose. È bello rivederti” disse la bionda.
“Salve, Signorina Swan. A quanto pare si è fermata veramente. Cosa le ha fatto cambiare idea?” chiese Rose.
“Henry. È stato lui a farmi cambiare idea. Vorrei poterlo conoscere meglio” rispose Emma.
“Se vuole il mio aiuto, al momento non posso. Ho degli impegni con mio padre” disse Rose.
“Riguardo ieri sera... non si sarà arrabbiato dopo che ti ho riportata a casa, vero? Aveva uno sguardo molto preoccupato” domandò Emma.
“Ho solo ricevuto un’altra punizione. Niente di preoccupante. Ormai ci sono abituata” rispose Rose.
“A vederlo non mi è sembrato un tipo molto severo” disse Emma.
“Non lo è. Ma molti lo ritengono tale solo perché possiede tutta la città” disse Rose. Emma la guardò stranamente per poi ripetere: “Possiede tutta la città? Ma com…” Ma non fece in tempo a finire la frase che qualcuno comparve accanto a lei, dicendo: “Signorina Swan, ma che piacevole sorpresa rivederla.” Emma voltò lo sguardo per trovarsi Gold accanto a sé.
“Ieri sera non ci siamo propriamente presentati. Sono il Signor Gold. Proprietario del Negozio dei Pegni qua vicino” disse Gold.
“E a quanto pare anche di tutta la città” aggiunse dicendo Emma.
“Le voci in questa piccola cittadina tendono a girare molto velocemente” disse Gold. Poi guardò Rose aggiungendo: “Vedo che ha già fatto amicizia con mia figlia.”
Emma guardò sbalordita Gold. Era lui il vero padre di Rose e non quell’uomo che pensava che fosse la sera prima quando aveva riportato la bambina a casa. Riguardò Rose dicendole: “Non mi avevi detto che il Signor Gold era tuo padre.”
“Lei non me lo aveva chiesto, e poi ieri sera andava di fretta” disse Rose guardandola.
“Pensavo che quell’uomo fosse tuo padre” disse Emma.
“Dove è la nostra guardia del corpo e papà l’ha assunta perché mi sorvegli” disse Rose.
“Cosa che invece sembra non abbia fatto. Rose, che cos’altro è successo ieri sera che ancora non mi hai raccontato?” chiese Gold. Dal suo tono, Rose capì che si stava arrabbiando. Titubante iniziò col dire: “Ecco… io e Henry stavamo…”, ma Emma continuò: “…girando per la città quando li ho visti, e uscivano proprio da qua.”
Gold inarcò un sopracciglio. Poi, mettendo entrambe le mani sul pomello dorato del bastone domandò: “E cosa ci facevate tu e il tuo amichetto, in giro per la città di sera?”
“Con loro c’era una bambina. Si chiamava Paige, se non ricordo male. Molto probabilmente erano solo usciti per un drink, anche perché quella bambina aveva detto che non voleva ritornare a casa” spiegò fingendo Emma e guardando Gold. Anche Rose lo guardò, non riuscendo però a capire dalla sua espressione se fosse arrabbiato oppure no.
“La prossima volta che esci avverti almeno Dove, o dovrò aumentargli la paga” disse Gold.
“Va bene. Lo farò” disse Rose.
“Su, è ora di andare. Abbiamo delle cose importanti da fare” disse Gold e mentre Rose si alzava Emma chiese: “Quali cose importanti?”
“Faccende personali che riguardano solo me e mia figlia. E gradirei tanto, Signorina Swan, che non si impicciasse più” rispose Gold guardandola.
“D’accordo. Se lo dice lei” disse Emma. Gold camminò verso la porta. Rose passò accanto a Emma dicendole semplicemente “Grazie”, per poi seguire il padre e uscire dal locale. Emma rimase senza parole. Non si sarebbe mai aspettata che Gold fosse il padre di Rose. Insomma, quella bambina era dolce, anche se una peste. Mentre Gold sembrava esattamente il contrario. Ma si vedeva che voleva bene alla figlia.
Gold e Rose stavano camminando fianco a fianco. “Papà, scusami se non ti ho raccontato tutto” disse Rose.
“L’importante è che tu non abbia superato quella linea rossa” disse Gold. Rose si fermò e stupita domandò: “Come facevi a sapere che…”, ma Gold la bloccò dicendole e fermandosi per guardarla: “E’ chiaro che la Signorina Swan abbia mentito per coprirti. Ed era anche chiaro che volessi andare a cercare il tuo amico.”
“Papà, ti ho dato la mia parola che non oltrepasserò mai quella linea e che non lo avrei mai fatto. Ti puoi fidare di me” disse Rose. Ci fu silenzio nel quale Gold guardava la figlia e mentre padre e figlia si guardavano senza dirsi nulla, dal cielo la neve si posava su di loro. Infatti da poco aveva ricominciato a nevicare, ma anche se non erano venuti due metri di neve – come aveva sperato Rose – le scuole rimasero lo stesso chiuse anche perché, in mattinata presto, alle presidi era arrivata una lettera che obbligava loro di tenerle chiuse fino a che la neve non se ne fosse andata via del tutto. Considerando chi aveva scritto quelle lettere, decisero di non opporre resistenza e di ubbidire senza fiatare.
Gold si riavvicinò alla figlia e, dopo averle messo una mano sulla guancia, disse: “Sì, mi fido di te” e Rose sorrise. Poi Gold aggiunse: “Ora dobbiamo trovare il tuo amico.” E ripresero a camminare fianco a fianco.
“Hai qualche idea di dove potrebbe trovarsi?” chiese Rose.
“E’ amico tuo. Lo conosci meglio di me” rispose Gold.
“Escluderei subito casa sua. Meno sta con sua madre e meglio è. Non credo nemmeno che si trovi con il Dottor Hopper. Secondo lui lo crede pazzo” spiegò Rose.
“Dovrebbe smetterla di andare alle sue sedute, ma sua madre lo obbliga e lui non può farci nulla” disse Gold.
“Forse so dove potrebbe trovarsi Henry” disse Rose.
“Il vostro castello sulla spiaggia. Va bene, sei libera di andarci, ma solo perché fa parte dell’operazione. Appena avrai scoperto qualcosa, torna subito a casa” disse Gold.
“Non al negozio?” domandò Rose.
“Oggi non lo apro. Con tutta la neve che è venuta, non credo venga qualcuno” rispose Gold.
“Non che sia mai venuta gente neanche quando non è nevicato” disse a bassa voce Rose, ma Gold la sentì. Quindi le chiese: “Che cosa hai detto?”
“Che fai bene a chiuderlo per oggi, perché tutti se ne staranno al caldo in casa” rispose fingendo Rose.
“Vedi di farti dare più informazioni che puoi. La nostra operazione non può fallire” disse Gold.
“Riuscirò a farmi dire il più possibile. Tu nel frattempo assicurati che Paige non sospetti nulla. Deve capire che nessuno di noi due sa che si trova nel retro di casa nostra” spiegò Rose.
“Sono consapevole di ciò che riguarda l’Operazione Coccodrillo, anche se ancora non sono del tutto convinto di questo nome” disse Gold.
“Spero che lo apprezzerai, almeno dopo che abbiamo risolto tutto con Paige” disse Rose.






Note dell'autrice: Buona sera miei cari Oncers ed eccovi qua con un nuovo capitolo. Ebbene sì non solo c'è l'Operazione Cobra ma ora abbiamo anche l'Operazione Coccodrillo e questa tra Gold e Rose. E visto che l'Operazione prevede che Rose creda a Henry, forse è la volta buona che creda veramente alla teoria dell'amico. Gold non sembra molto apprezzare il nome scelto per l'operazione ma forse il motivo è noto a tutti, no? E Paige si accorgerà che Gold e Rose sanno della sua esistenza? Qualcosa mi dice che nella prossima parte del capitolo succederà qualcosa e vediamo se l'Operazione reggerà ed avrà successo.

Volevo ringraziare tutti coloro che stanno seguendo la storia (anche in silenzio) e coloro che la stanno recensenso. Vi avverto che la trama verrà un pò stravolta (anche perchè sn affezionata ad un personaggio che più avanti ci lascerà (terza serie ed ho detto tutto) e non voglio fargli fare una brutta fine. Quindi ho già in mente altro per lui. Grazie ancora per tutto ed al prossimo aggiornamento

Un notte "Gold" a tutti
 
 
 
 
 

  
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