Mantenendo le proprie ridotte dimensioni, grazie alla magia, e mantenendo azzerata la propria (comunque scarsa) aura, Zavin era riuscito a introdursi, non visto, all'interno dell'assurda struttura che Neo-Cell aveva apparentemente fatto sorgere dal nulla.
Non era comunque preparato a quella vista: in quelle ampie grotte, stavano disseminati i suoi fratelli namecciani, suddivisi in piccolio gruppi e intrappolati da strani lacci che li legavano al collo, alle mani e ai piedi.
A loro guardia stavano quegli orrendi, piccoli cloni dell'androide.
Non aveva molto tempo, ma dopo una perlustrazione abbastanza approfondita, per quanto poteve nel breve tempo disponibile, riuscì a individuare uno spazio un po’ isolato, dove erano incatenati cinque compagni, sorvegliati da uno dei mostriciattoli.
Per non farsi scorgere, sfruttò la propria abilità di parlare nella mente: << Fratello! Sono Zavin! Cerca di non mostrare nessun segno al guardiano, parlami tramite i tuoi pensieri! >>
<< D-d'accordo! Cosa vuoi fare? >> gli giunse in risposta dalla mente del ricevente.
<< Presta bene attenzione! Con la mia magia posso liberarvi, ma dovrete subito eliminare la guardia, e dovrete farlo silenziosamente. Siete pronti? >>
<< Sì, va bene, procedi! >>
<< Uno, due, ... >>
Quei cinque erano buoni guerrieri: in pochi secondi si attivarono, zittendo e immobilizzando la guardia, dopodiché la eliminarono rapidamente distruggendole la testa.
<< Ottimo lavoro, bravi! >> disse loro il giovane studioso, questa volta a voce, dopo essersi avvicinato.
<< Già, è stato semplice, grazie a te. Ma non tutti questi esseri sono di così basso livello: alcuni sono al di fuori della nostra portata, e poi sono troppi! >> considerò un altro dei guerrieri.
<< Lo so, non ce la faremo da soli, ma abbiamo due potenti alleati, che stanno affrontando il capo delle creature. Attaccando su un doppio fronte, potremmo farcela. >> rispose il giovane studioso.
<< Ma dobbiamo liberare più compagni possibili. >> aggiunse.
<< Va bene, siamo con te. >> gli rispose il guerriero con cui stava parlando.
Mascherando tutti la propria aura, riuscirono a muoversi di nascosto, sfruttando le cavità di quelle caverne.
Seguendo questa tattica, progressivamente vennero liberati trenta namecciani.
Mantennero più gruppi separati, sfruttando la comunicazione mentale del giovane studioso.
<< Qui vicino c'è una caverna con circa un centinaio dei nostri compagni, ma è ben sorvegliata. Naturalmente, da ora in poi, non potremo più mantenere l'incognito. >> dichiarò questi ai guerrieri che erano con lui.
<< E va bene! Spero che questi tuoi alleati siano a buon punto, là fuori, altrimenti non ce la faremo! >> rispose uno.
<< Già... Forza, andiamo! >>
Anche questa volta agirono magistralmente: raggiunsero l'area, poi Zavin si concentrò, e con un incantesimo potente staccò progressivamente i legacci anche a questi compagni.
I mostriciattoli di guardia furono colti si sorpresa e sconfitti, ma stavolta arrivò l'allarme: entrarono altre guardie, molte, e tra queste combattenti di livello elevatissimo.
Da questo momento, potevano solo resistere, cercando di eliminare più avversari possibile.
"Luth, Jokh, cercate di fare presto!" pensò Zavin.