CAPITOLO 2 – IN ATTESA DI SPIEGAZIONI



Entrambi gli uomini spalancarono gli occhi per lo stupore, ma per due motivi completamente diversi.
"Ma tuo marito è..." cominciò Greg appena riuscì a riacquistare un minimo di controllo.
"Lo so" rispose Sherlock, ancora sbigottito "o almeno così credevo fino a cinque minuti fa".
"Marito? Ma io non sono gay..." esclamò l'altro, che non aveva seguito minimamente lo scambio tra il detective e il DI.
A quelle parole Sherlock sentì nuovamente quella fitta al petto, quella in corrispondenza del cuore. Cercò di mascherare il suo dolore ma non ci riuscì.
"Oddio! Mi dispiace. Quello che intendevo dire..."
Il moro abbassò lo sguardo e alzò una mano per fermarlo. "Non fa niente..."
"Ma come è possibile che lui sia qui?" si intromise il DI, un po' per il bene di Sherlock, un po' per curiosità personale.
"Mi hanno trovato dei giornalisti della BBC. Vagavo nei pressi di Kabul, in Afghanistan. Avevo delle ferite profonde ma non mortali: secondo i medici sono stato catturato, probabilmente torturato ma in qualche modo sono riuscito a scappare. Almeno questo è quello che mi hanno raccontato. La prima cosa che mi ricordo è che mi sono svegliato in un letto d'ospedale al St. Mary's, qui a Londra. Non ho idea del perché io fossi in Afghanistan o di che cosa sia successo."
Sherlock e Greg rimasero in silenzio, il primo tentando di elaborare quanto appena ascoltato, l'altro semplicemente incredulo.
Fu John a rompere il silenzio.
"Tu dici di essere mio marito" disse rivolto a Sherlock "come sono finito là? Ma prima ancora, come sono diventato tuo marito?"
Un sospiro distrasse Lestrade che si guardò intorno e fu improvvisamente conscio che la loro conversazione stava attirando l'attenzione di molte persone. Sapendo quanto il moro fosse riservato riguardo alla sua vita privata, si intromise dicendo: "Cosa ne dite se ci spostiamo in un luogo un po' più appartato? Il caso qui è risolto, i miei uomini possono continuare da soli. John, mi servirà una tua dichiarazione scritta in quanto testimone, ma questo può aspettare."
Sherlock e John annuirono, grati.

I tre, quindi, uscirono dal vicolo e si rintanarono in un bar, vuoto a quell'ora del mattino. Ordinarono tre caffè. Gli occhi di John non lasciarono mai Sherlock, in attesa di spiegazioni.
Il moro giocherellò un po' con la tazza tra le sue mani. Rimase in silenzio ancora qualche secondo, cercando di decidere quale fosse il modo migliore per iniziare, poi annuì leggermente e cominciò.


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Saaalveeeee!! Sorpresa!! :)
Aggiornamento non previsto ma volevo lasciarvi un regalino prima di partire. Tenterò di postare il nuovo capitolo ad inizio settimana prossima e poi rimarrò categoricamente ad "un capitolo a settimana" (quindi non abituatevi alle sorprese :D ).
Capitolo un po' cortino, lo so... il prossimo sarà molto meglio (e chiarirà parecchie delle vostre domande!)
Grazie a chi ha letto, commentato e/o messo tra le seguite. Alla prossima!!

P.S. : se voleste lasciare una recensione, mi farebbe molto piacere sapere che ne pensate!