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Autore: Katonoffirecrow    31/01/2015    2 recensioni
Dopo gli avvenimenti avvenuti nell'ultima storia, un anno è passato e le vite dei pony paiono essere tornate alla normalità dopo la sparizione della sadsand ed il ritorno delle anime perdute, i regni hanno ripreso lentamente le loro vite, proprio come i loro regnanti seppur uno in particolare tra loro è rimasto particolarmente colpito e tradito dalle vicende, ma non ci sarà il tempo per riprendersi visto che una portentosa nuova minaci sta per abbattersi su Equestria portando con se la prova finale per questo popolo tanto da dover inviare un misterioso alleato.
Genere: Avventura, Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Le sei protagoniste, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Il sole splendeva ardente irradiando coi propri raggi incandescenti la sabbia del deserto, dove le dune infinite delle sabbie del tempo scorrevano impalpabili ed impercettibili celando in esse ogni singola esistenza.

Un paesaggio tanto desolato quanto ricco di pace, privo di qualsiasi forma di civilizzazione e di vita, se non un unico essere seduto sulle sabbie roventi, incurante di tutto e consapevole del nulla che lo circonda.

L'essere dalla chioma nera che ondeggia mossa nel vento, pare non aver alcun presentimento di ciò che sta per accadere, ma nonostante ciò i muscoli delle sue braccia si muovono, irrigidendosi mentre una ventata fredda lo raggiunge alle spalle, facendo correre un brivido lungo la sua schiena, mentre una duna a poca distanza cede inesorabilmente al vento, o così pare.

« Ne è passato di tempo dall'ultima volta che sei venuto a trovarmi. » disse l'essere, aprendo gli occhi, fissando la figura del signor Nero passargli davanti da sinistra, restando in piedi davanti a lui, fissandolo coi propri occhi abissali, riflessi in quelli smeraldo della creatura, la quale per garbo, si leva anch'essa in piedi, così da non dover obbligare il proprio ospite a piegare la testa.

« In effetti non sarei nemmeno voluto venire ora, ma sai, ogni tanto fa bene andare a trovare vecchi “amici”. » disse l'umano, tenendo il proprio bastone con la mano sinistra, stringendo il pomello in madreperla, mentre con la destra afferra saldo il proprio cilindro, facendolo svanire in un cerchio magico viola, evitando che le forti raffiche lo facciano volare via.

« Non ricordavo che io e te fossimo amici. Se non ricordo male, l'ultima volta che ci siamo incontrati è finita con la mia sconfitta e relegazione in questo luogo come custode, incapace di fuggire e di morire. » disse l'essere, incrociando dinnanzi al petto le braccia scoperte con una carnagione abbronzata, tenendo lo sguardo fisso sul proprio interlocutore, che sorrise ironicamente.

« Si beh, ammetterai che non è un luogo tanto brutto in cui passare l'eternità. Ricordo che a te è sempre piaciuta la tranquillità, e cosa c'è di meglio del tempo stesso. »

« Non posso replicare su questo, ma vedi. Anche il tempo può divenire un assordante frastuono quando cominci ad interpretarlo. » disse l'essere chinandosi leggermente raccogliendo una manciata di sabbia con la mano destra, facendola lentamente cadere a fianco a Nero, facendogli avvertire i suoni provenienti da migliaia di creature nel tempo racchiuse in ogni singolo granello.

« Certo, ma nessuno ti ha mai detto di imparare ad ascoltare. » replicò l'umano, scrutando attorno a se il paesaggio identico in ogni direzione, mentre l'essere dalla chioma nerastra si pulì le mani dalla sabbia, sbattendole l'una contro l'altra, facendo rimbombare il suono per l'immensa distesa sotto i loro piedi.

« Non è che avessi molto da fare qui, ma immagino sia inutile parlare di questi dettagli con te.

Piuttosto dimmi, perché sei venuto qui ? Non penserai di certo che mi beva la storia dell'amicizia. » disse con voce seria l'essere, sfiorandosi il mento leggermente ricoperto da un ispida barba nera.

Nel medesimo istante il signor Nero si voltò verso il proprio interlocutore, cessando di spostare la sabbia con le scarpe nell'infantile tentativo di creare un castello di sabbia, per il semplice gusto di poterlo poi distruggere.

« Ecco, diciamo che il motivo della mia visita è più che altro una nuova assegnazione per te. » disse l'umano poggiando la mano destra sulla spalla del coetaneo che sollevò un sopracciglio fissando l'arto dell'essere supremo con un certo fastidio, fino a che questi non lo rimosse.

« Nuova assegnazione ? Che c'è il Consiglio ha trovato qualcuno di più “qualificato” di me per vegliare sulle sabbie del tempo ? » chiese ironicamente la creatura, fissando coi propri occhi smeraldo l'essere supremo che sorridendo leggermente schioccò le dita della mano destra, facendo comparire un piccolo cerchio magico viola dinnanzi a se e, infilandoci la mano afferrò qualcosa con sguardo soddisfatto, estraendo un foglio in papiro scritto con una grafia sconosciuta, e diverse firme sul fondo, tra cui quella di Nero che, dopo essersi schiarito la voce cominciò a leggere.

« Secondo l'ultima riunione avvenuta al Consiglio dei supremi è stato deciso che, a causa delle innumerevoli violazioni dell'art. 1 delle nostre leggi ossia “abuso di potere di prima persona per scopi che vanno oltre i compiti assegnati dal proprio supremo”, art. 2 “eliminazione di varie forme di vita senza essersi accertato che non fossero a loro volta superiori o strumenti dei supremi” ed infine dell'art. 3 “formulazioni di piani personali su conquista di territori non pertinenti al proprio dominio ed a quello del proprio supremo” richiediamo l'intervento di un essere a scelta tra l'elenco dei custodi per impedire l'attuazione del piano del colpevole e, se necessario, eseguire la condanna che verrà decisa in seconda sede.

Questo è quanto, allora accetti ? » chiese l'essere supremo, fissando con un sorriso compiaciuto il proprio coetaneo, che cominciò a stuzzicarsi il mento, pungendosi le dita con la barba.

« Dunque fammi capire, in sostanza vuoi che io mi occupi di un essere superiore, facendo il lavoro che dovrebbe invece fare il suo supremo, ma che chiaramente non fa per le vostre cosiddette “regole” di inagibilità in prima persona, e mettere a repentaglio la mia vita per soddisfare la richiesta degli stessi esseri che mi hanno imprigionato qui, ho capito bene ? »

« Mmm beh lo hai detto in modo molto vago, ma direi che più o meno stanno così le cose. » disse Nero facendo sparire il foglio in papiro restando ad osservare la creatura che nel frattempo aveva nuovamente incrociato le braccia dinnanzi al petto, chinando leggermente la testa in avanti, fissando le scarpe del proprio interlocutore decisamente più eleganti dei suoi stivali in cuoio logorati dal tempo.

« Prima che ti dia la mia risposta gradirei sapere di più sulla questione se non ti spiace. » disse risollevando il volto verso il signor Nero, che sfoggiando uno sguardo annoiato lasciò scendere le braccia lungo i fianchi a penzoloni sospirando.

« Uff e va bene. Vedi uno dei miei cari colleghi ha deciso di prendere sotto la propria ala protettrice un essere piuttosto malevolo, tra l'altro “rubandolo” a me, ma tralasciamo questi dettagli.

In sostanza costui ha cominciato ad abusare del proprio potere distruggendo interi pianeti solo per il gusto di farlo traendo però da essi i vantaggi che gli occorrevano e poi, non contento di ciò ha iniziato a dare la caccia agli altri esseri superiori, eliminandoli uno ad uno. Il problema è che queste, oltre che essere tutte cose proibite sono anche terribilmente scoccianti visto e considerato che molti degli esseri morti erano mie pedine o giocattoli, dunque dopo che ha quasi eliminato gli ultimi due miei seguaci, e cominciato a puntare il proprio luogo d'origine, abbiamo deciso di unirci in seduta e decidere per l'appunto il comunicato che ti ho appena letto, che spero accetterai visto che trai vari candidati tu mi sembri quello più adatto allo scopo. » disse Nero cominciando a riprendere fiato dopo la lunga spiegazione mentre il suo coetaneo lo osservò sollevando un sopracciglio.

« Deve davvero essere forte, per aver trovato un modo per eliminare esseri simili a lui con i poteri da voi concessi. Ma sinceramente non mi stupirei, visto che hai detto era stato di tuo proprietà, a stupirmi invece è che sia stata necessaria la morte di tutti quegli esseri per spingervi a fare una seduta.

Si nota veramente molto quanto ci tenete ai mortali che vi compongono con le loro emozioni ed ai vostri sottoposti. » concluse ironicamente l'essere, dando le spalle a all'umano che fissò con sguardo sorpreso la possente schiena del proprio interlocutore coperta solo da una maglia senza maniche blu, che gli copriva anche buona parte del collo giungendo fino al bacino dove spariva infilata dentro ad un paio di pantaloni in cuoio nero con due cinture poste a reggerli.

Nero attese qualche istante, eseguendo una serie di boccacce alle spalle dell'essere, mentre il silenzio, rotto solo dal vento e dal movimento delle dune, faceva da campo al loro dialogo.

« Penso di aver preso la mia decisione. » disse di colpo la creatura, voltandosi di scatto verso il signor Nero, fissandolo con un sopracciglio alzato constatando come gli stesse facendo la linguaccia ed il dito medio.

Con rapidità quasi inumana e portandosi la mano destra dinnanzi alla bocca, l'essere supremo tossì leggermente, nel tentativo di dover dare spiegazioni, facendo finta che nulla fosse accaduto mentre il suo interlocutore lasciando scendere le braccia lungo i fianchi cominciò ad esprimere il proprio pensiero.

« Se si fosse trattato di un qualunque altro motivo probabilmente avrei accettato. Ma non è questo il caso, ho smesso di combattere molto tempo fa dopo che tu mi sconfiggesti con facilità disarmante. Da quel giorno io persi il mio onore, non riuscendo a salvare il mio mondo convinto di poterlo difendere con le mie sole forze. Dunque non vedo perché affidare a me questo compito, visto che ho già fallito una volta nel proteggere ciò che amavo, perché dovrei ripetere questo errore contro un nemico che è stato in grado di causare una riunione del Consiglio Supremo ? Mi rifiuto di fallire nuovamente. » sentenziò l'essere fissando con aria seriosa Nero che ricambiò con un semplice sorriso confortante.

« Certo io ti sconfissi tempo fa, ma cerca di capire è impossibile sconfiggermi non è un disonore combattere una battaglia persa in partenza, anzi è un motivo di vanto dato che se porterai a termine questa missione otterrai ciò che più desideri al mondo, la “libertà”. »

« E se fallisco ? » chiese di scatto l'essere, avvicinandosi a Nero finendogli viso a viso, facendo penzolare dinnanzi al volto dell'umano i due ciuffi ribelli che gli scendevano dai lati del viso.

« Beh se fallisci sarai in ogni caso libero, perché sarai morto, con onore dato che lo farai per il bene di un intero popolo. » disse l'umano, arretrando di qualche passo, per evitare i respiri decisamente poco profumati del proprio interlocutore, che lo fissò intensamente coi propri occhi smeraldo.

« Se dovrò combattere mi servirà la mia arma, ed i miei poteri. » disse l'essere dalla chioma nerastra sorridendo all'essere supremo che, schioccò le le dita della mano destra, facendo apparire un cerchio magico dinnanzi alla creatura, dal quale fuoriuscì lentamente un lungo manico in fodero rosso con un pomello nerastro.

Senza esitazione l'essere pose la propria mano destra attorno ad esso stringendo con forza venendo di colpo pervaso da un immensa energia che gli generò un paio di guanti in cuoio nero sulle mani, e due spallacci in ferro a coprirgli le spalle, ed una placca in ferro posta sul ventre che gli si fuse con le cinture circondandogli la vita, mentre sulle spalle, a livello delle scapole un ala nera, a sinistra ed una bianca, a destra sbucarono lacerando la maglia della creatura, che però si ricucì istantaneamente lasciando il buco per i nuovi arti.

Nello stesso istante, con un grosso sorriso l'essere estrasse con un movimento rapido la propria arma mostrando una spessa guardia nera ed una larga lama del medesimo colore su cui esso pose la propria mano sinistra saggiandone la resistenza rimasta intaccata anche dopo un tempo che pareva infinito.

« Allora ti serve altro ? » chiese Nero, cominciando a pestare con la punta del piede destro la sabbia, attirando l'attenzione del proprio interlocutore che gli si avvicinò soddisfatto.

« Non penso di aver bisogno d'altro, se non qualche informazione sul luogo della mia destinazione, e se ci sono altre deroghe o cose di cui dovrei essere messo al corrente. » disse l'essere, immobile dinnanzi all'umano a cui allungò la mano sinistra che l'essere supremo strinse con soddisfazione, facendo scomparire i due all'interno di un lungo corridoio oscuro che pareva muoversi attorno a loro.

« Dunque vediamo si tratta della dimensione sotto la mia giurisdizione, precisamente il settimo pianeta del sistema alfa centauri, nella zona della via equina, pianeta Equestria, quello è la tua destinazione.

Una volta li, ti farò assumere l'aspetto di un popolano qualsiasi, quindi la spada la farò diciamo “diventare trasportabile ma nascosta”. » disse Nero, lasciando il proprio bastone che scomparve e schioccando le dita, tramutò la grossa arma del coetaneo nel pendente di una collana a catena che comparve al suo collo.

« Capisco, e riguardo al popolo che lo abita ? C'è qualche informazione utile ? »

« Beh in effetti si, una volta li comprenderai come siano un popolo piuttosto allegro e colorato, ma allo stesso tempo con mentalità piuttosto complesse ed a volte oscure, ma non temere non sono da considerarsi pericolose per te, anche se, con tutto il rispetto, mi auguro che avrai cognizione nell'usare la nuova forza che ti ho donato. »

« Questo non sarà un problema, piuttosto, potresti dirmi perché mi stai mandando su quel pianeta invece che inviarmi direttamente dal superiore da sconfiggere ? » chiese la creatura, mentre cominciava ad intravedersi la fine del tunnel oscuro.

« Molto semplice, questa è una missione che non puoi compiere da solo, e per questo ti servirà l'aiuto di alcuni soggetti che ti indicherà la tua spada cominciando a brillare in loro presenza.

Con il loro aiuto, quando sarà il momento dovreste essere in grado di sconfiggere il nemico, visto che penso la tua logica e presenza possa giovare a quel popolo, solo ricorda di non nominarmi mai altrimenti rischieresti un sacco di guai, chiaro ? »

« Cristallino. Come sempre avrai fatto un macello anche in quel luogo, vero ? » chiese l'essere mentre i due fuoriuscirono dal tunnel comparendo sulla montagna fumosa, dalla quale si poteva osservare la cittadina di Ponyville e, chilometri più in la, Canterlot.

« A dire il vero, ho fatto qualcosa di molto peggio. Ho perso l'unico amico che avessi mai avuto. » disse con voce leggermente sconsolata Nero, sentendo su di se lo sguardo del proprio interlocutore con fare inquisitorio.

« ma comunque questo non è il momento di parlare di ciò, tu ricorda soltanto di fare quello che ti ho detto, e ricorda sono tre gli esseri che devi incontrare e portare con te, gli altri sarebbero soltanto un peso. Quando li troverai non farti prendere dal panico, verrò io a spiegarti il resto anche se credo lo capiranno da soli quando lo vedranno arrivare. » sentenziò il signor Nero, osservando il cielo notturno, puntando il proprio sguardo verso un piccolo puntino rosso nel firmamento distante migliaia di anni luce, ma diretto proprio nella loro direzione.

« Dunque immagino che ora mi farai assumere il loro aspetto e mi abbandonerai qui, giusto ? »

« Precisamente, ma non temere, per quanto può sembrare poco credibile da me, non ho lasciato questa terra senza protezione, e sappi che non mi riferisco a te. » concluse Nero facendo aprire alle proprie spalle un grosso cerchio magico viole ed un altro al di sopra del suo interlocutore, che cominciò ad abbassarsi trasformandolo.

Pochi istanti dopo, dove prima si trovavano i due esseri ora si trovava un grosso pegaso blu, col crine nero e dalle ali bicolore, con indosso la collana a catena, e con un ala bianca e nera, con al centro la spada come cutie mark.

Lentamente l'equino prese un grosso respiro riempiendosi con piacere i polmoni con l'aria fresca della notte che da millenni non aveva assaporato, spalancando poi i grandi occhi smeraldo, puntandoli su Ponyville.

« Comincerò da li, in fondo dovrò pur cominciare da qualche parte. » disse, spalancando le grandi ali, che fissò voltando la testa.

« E' da molto che non volo, spero di ricordarmi come si fa.

Di certo non posso restare qui, quindi...» disse il pony, arretrando di qualche passo prendendo la rincorsa, scattando di colpo in avanti saltando nel vuoto, dando un forte battito d'ali che lo fece immediatamente salire di quota, facendogli apprezzare a pieno la libertà che il vento notturno fra le piume e contro il viso sapeva concedergli.

« Questa è la libertà. Ora devo solo guadagnarmela, e stavolta devo farcela, altrimenti non sarei più degno di chiamarmi Zex. » sentenziò il pegaso, chiudendo di colpo le ali, lasciandosi cadere in caduta libera verso il basso, in direzione della cittadina, riaprendole soltanto quando fu a pochi metri dalle cime degli alberi, che sfiorò con la punta degli zoccoli.

 

  
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