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Autore: Xandalphon    01/02/2015    2 recensioni
ATTENZIONE! Questa è una storia scritta a quattro mani, da Lullaby1992 e Xandalphon.
Al villaggio del vortice avviene un furto, dalla grande biblioteca vengono sottratti importanti rotoli contenenti una potente tecnica di sigillo. Meno di un mese dopo una chunin di Konoha, Rin Nohara viene catturata e un cercoterio sigillato al suo interno, con le inevitabili conclusioni.
Ora il villaggio del vortice accusa, sebbene non direttamente, Konoha del furto, e Hiruzen manda una squadra ad investigare, irritando ulteriormente la Tsunamikage che interpreta il gesto come se gli avessero dato dell'incapace. Tra tensioni crescenti e un irritante squadra di ragazze.. riuscirà la squadra a portare a termine le indagini senza causare un pericoloso incidente diplomatico?
Genere: Azione, Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Genma Shiranui, Kakashi Hatake, Nuovo Personaggio, Raido Namiashi
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: Non-con, Tematiche delicate, Violenza
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46)Un amico è per sempre?

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“Adesso Kakashi, fammi il santo piacere di spiegarmi che cazzo è successo!”

 

“Inazuma è stata esiliata da Uzushi e dichiarata nukenin. Yuki e Nadeshiko hanno deciso di seguirla. Contento ora?”

 

“Eh?”

 

“Richiudi la bocca, Genma, che entrano le mosche. Non so che piani abbiate voi, ma non ho la minima intenzione di lasciare che vengano catturate. Anche perché ci scommetto quello che volete che qualcun altro è già sulle loro tracce.”

 

“Non intenderai mica...”

 

“Danzo, ovviamente. Chi altri se no? Ha trovato il miglior modo per vendicarsi, non c'è che dire...”

 

“Grandissimo figlio di buona donna...”

 

Raido a quel punto intervenne, serio: “Genma. Non sprecare il fiato per imprecare, ti servirà per correre. Kakashi, suppongo che tu abbia qualche idea su come rintracciarle.”

 

“Solo un'intuizione, ma meglio di nulla. Forza, seguitemi.”

 

***
 

“Ah, buongiorno, Shisui, posso fare qualcosa per te?”

 

Minato osservò l'Uchiha con sguardo perplesso. Non che fosse così insolito per lui ricevere visite direttamente a casa e non al palazzo dell'Hokage, ma l'espressione solitamente imperturbabile del più letale ninja delle ANBU di Konoha esprimeva chiaramente preoccupazione. E c'erano pochissime cose che potevano causare tali nubi temporalesche nello sguardo del suo giovane interlocutore.

 

Con un rapido inchino, Shisui si accomodò nell'abitazione, su invito del padrone di casa. Pochi secondi dopo, un infernale trambusto proveniente dal secondo piano, annunciava l'arrivo di Kushina. L'Uchiha non era sicurissimo che fosse saggio mettere a parte anche la moglie dell'Hokage della cosa. Nonostante tutto era di Uzushi anche lei... E condivideva un legame di parentela con Inazuma. Forse non l'avrebbe presa proprio benissimo la notizia che stava per annunciare.

 

“Ahem.. Kushina sama...”

 

“Benvenuto nella nostra dimora Shisui! Vuoi per caso un bicchiere di the? Se lo desideri te lo preparo subito!”

 

“Spiacente, Kushina sama, ma non credo che mi fermerò molto...”

 

Destino volle che la Uzumaki notasse il sigillo apposto sulla lettera che aveva in mano. Il sigillo del Vortice.

 

“Ah! Ma quella lettera viene dal vortice! Buone nuove da parte della mia cuginetta?”

 

“Dipende da quale cugina, Kushina sama...” Rispose sibillino Shisui, porgendo il pezzo di carta a Minato perché lo leggesse direttamente.

 

Minato mentre leggeva si passò una mano sulla faccia.

 

“Sharingan??”

 

“Già... Non credo ci sia un modo facile per dirlo, ma... Beh, Inazuma Uzumaki è stata generata da uno stupro.”

 

“Cosa cosa cosa?” A sentire le parole “Inazuma” e “stupro” nella stessa frase, a Kushina era quasi partito un embolo. Strappò di mano la lettera dalle mani di Minato e la lesse a sua volta, mentre teneva ancora in mano la tazza di the che aveva tirato fuori per servire l'ospite.

 

Invece di diventare pallida come un cencio alla stregua di suo marito, Kushina, non smentendo il suo soprannome, assunse tutti i gradi possibili di rosso. Rosso di rabbia, non di vergogna, per essere precisi. La tazza nella sua mano sinistra mugolò un sinistro craaaac, prima di arrendersi definitivamente ad una stretta più forte dell'acciaio. Mille schegge di ceramica caddero sul pavimento.

 

“Cosa hai intenzione di fare, Minato?”

 

Il tono di Kushina non era di quelli che ammettevano repliche. Se la risposta non le fosse piaciuta, su una certa testa bionda sarebbe arrivata prontamente una mazzata. Di quelle che facevano parecchio male.

 

“E secondo te che dovrei fare? Sai benissimo anche tu che se la accogliessi ufficialmente sotto la protezione di Konoha, il trattato di amicizia con Uzushi sarebbe automaticamente infranto...”

 

“Quindi hai intenzione di lasciare la mia cuginetta nelle mani dei primi bastardi che si fionderanno su di lei?”

 

“Ehi, non ho detto questo...”

 

“Ahem... Se posso intromettermi...” Fece all'improvviso Shisui, schiarendosi la gola.

 

“Dimmi, Shisui san.” Lo incoraggiò Minato.

 

“Gli Uchiha non riconosceranno mai una bastarda. Già sopportano a mala pena l'esistenza di Kakashi. In più l'idea che un nostro membro possa essere colpevole di stupro verrebbe vista come un'offesa all'onore del clan. Anche io voglio aiutare con tutto il cuore Inazuma sama, ma Konoha sarebbe il posto meno sicuro in cui nasconderla. Anche perché presumo che ci sia una certa persona di sua conoscenza dietro a questa specie di colpo di stato.”

 

“MINATOOO? CHI?” I capelli rossi di Kushina ondeggiavano come le spire di medusa e le sue pupille si erano ristrette in una scura fessura verticale. Sua moglie aveva lasciato andare il chakra del Kyuubi. Ahi ahi.

 

“Credo che Shisui intenda dire Danzo Shimura... E' stato umiliato da Inazuma. Stupido io a non pensare che non gli venisse voglia di saldare il conto con lei in qualche modo subdolo.”

 

“Ok, vado a cambiargli i connotati. Non aspettarmi per cena.”

 

“Ku-Kushina, calmati! Cosa credi di fare!?”

 

“Ma caro! Spiaccicarlo contro un muro, ovviamente. Lascio volentieri la possibilità ai Nara di disporre dell'unica cosa che rimarrà di lui dopo che avrò finito.” Quando sua moglie faceva quella specie di sorriso inquietante era decisamente pericoloso...

 

“Basta, Kushina! Capisco che sei arrabbiata, ma credo proprio che l'unica cosa che otterrai in questo modo sia di peggiorare la situazione! E poi non ho affatto detto che l'avrei abbandonata a sé stessa!”

 

La donna a quel punto, sbuffando, si sedette, dando segno di essersi calmata. “Lo so, lo so, solo che tutta questa situazione... Mi fa venire la nausea, ecco!”

 

Improvvisamente, la Uzumaki sgranò gli occhi e deglutì rumorosamente, per poi mettersi la mano davanti alla bocca. Infine disse: “Minato... Mi sa che la mia non era solo una metafora...”

Detto questo, scattando come un fulmine, Kushina corse in bagno, sotto gli occhi di un costernato Shisui.

 

“Ahem... Scusala Shisui. E' che... Mia moglie è piuttosto emotiva ultimamente. Cioè, sì, insomma... Più del solito...”

 

“Non si preoccupi Hokage... Piuttosto, che mi dice della base 17? E' una di quelle che è stata evacuata dopo l'attacco dei ninja della nuvola durante la guerra. A quanto ne so, giace ancora abbandonata, giusto? Con il fatto che si trova poco lontano dal confine con il paese neutrale delle risaie, è un nascondiglio perfetto.”

 

“Ottima idea, Shisui, anzi, splendida. Certo che però è veramente ironico..”

 

“Cosa, Hokage?”

 

“Pensavo ad Inazuma Uzumaki. Deve avere un ben strano potere... Io, Kakashi kun, tu ed Itachi... Tutti coloro che l'hanno conosciuta hanno imparato a stimarla e rispettarla, in un modo o nell'altro... Non ci siamo neanche posti il problema sul “se” dovevamo aiutarla, ma siamo passati direttamente al “come”... Non fossi convinto che non è così, penserei che ci ha intrappolati tutti con un genjutsu ipnotico, per avere questo effetto...”

 

“Eheh... No, se fosse un genjutsu me ne sarei già accorto molto tempo fa... Ad ogni modo, Minato sama, non posso darle tutti i torti. Anzi, se non sapessi che causerebbe più guai che benefici, mi batterei perché venisse accolta dal nostro clan.”

 

***

 

“Eh... Le notizie corrono velocemente nella terra del fuoco, a quanto pare... Neanche tre giorni di cammino e c'è già gente che ci vuole fare la pelle...”

 

Yuki prese la nuova situazione con una certa filosofia. D'altronde, avrebbero dovuto abituarcisi, a dover combattere ad ogni svolta di strada. O no? E se ci avrebbero rimesso le penne... Almeno c'erano due delle tre persone che più avrebbe voluto al suo fianco, in fondo.

 

Nemmeno Inazuma pareva troppo sconfortata, in realtà. Non aveva più lacrime per piangere. Alla fine la fonte si era seccata. In più, il fatto di avere di fronte dopo così poco tempo dei nemici senza coprifronte, non faceva che avvalorare la sua intuizione. Ovvero che era dietro le quinte della sua disfatta ci fosse ancora quell'uomo. Danzo Shimura. Non poteva che essere così. Non doveva essere un tipo che sopportava facilmente di essere stato sconfitto al suo stesso gioco. Aveva trovato l'arma giusta per avere la sua rivincita e l'aveva usata senza rimorso. E ora quegli uomini erano lì per concludere il lavoro. Oh, ma se si aspettavano che sarebbe stata una preda facile si sbagliavano di grosso. Di nuovo. Ne avrebbe portati con sé un bel numero, prima di andare all'inferno, poco ma sicuro...

 

“Yuki, Inazuma... Ne arrivano altri sette... Con questi qua, in tutto fanno diciannove.”

 

“Bah, almeno non morirò vergine, a differenza vostra!” Disse Yuki alle altre due, tentando di sorridere.

 

Inazuma e Nadeshiko le concessero una linguaccia. Poi, le tre si fiondarono all'unisono contro il fitto cerchio di nemici, per quella che con tutta evidenza sarebbe stata la loro ultima battaglia.

 

Ma c'era una cosa che Nacchan, con il suo fine udito, non aveva potuto dedurre, degli ultimi arrivati. Quelli, un coprifronte lo indossavano. Un coprifronte barrato della nebbia.

 

I dodici ninja di radice che avevano circondato le tre kunoichi di Uzushi si trovarono all'improvviso attaccati da due lati. Due di loro si distrassero nel momento sbagliato, visto che si trovarono l'osso del collo spezzato dalla danza delle nove vipere di Yuki. Un altro venne crivellato dalle piume di cigno di Nadeshiko, ed un altro ancora si trovò il cuore trafitto da Nuibari. Gli altri, vennero invece abbattuti da una gigantesca onda di quello che pareva fango.

 

La donna che aveva lanciato quel potentissimo Jutsu, si avvicinò lentamente all'esterrefatto trio del vortice. Guardandosi le unghie con fare apparentemente indifferente, disse loro:

 

“Si chiama mostro della dissoluzione... Antiestetico ma decisamente efficace... Vi è piaciuto?”

 

“Me–Mei??”

 

Inazuma credeva di avere un'allucinazione. E quella da dove diavolo era spuntata?

 

“Mmm... Piuttosto deludente come ringraziamento per averti salvato la vita, principessina in esilio... Mostrare un po' di calore ad una vecchia amica non è vietato dal codice dei nukenin, dopo tutto...”

 

Una volta realizzata l'identità del capo di quella banda di sconosciuti, Yuki si incupì e inarcò la schiena come un gatto pronto a soffiare, ma non riuscì a proferire parola.

 

La kunoichi di Kiri non si lasciò sfuggire la reazione che la sua entrata ad effetto aveva suscitato. Prima ridacchiò, poi spiegò loro, con una certa dose di autocompiacimento: “Buona, Yuki, non mordo mica, sai? Ad ogni modo, direi che vi ho raggiunto appena in tempo... Sarebbe stato uno spreco lasciarvi nelle mani di questi gentiluomini...”

 

Inazuma, ripresasi quel tanto che bastava per poter ribattere, le chiese: “Come hai fatto a sapere della nostra situazione?”

 

“Dovresti sapere che un villaggio che fa dell'intrigo la propria arma principale, deve avere una rete informativa, diciamo... Adeguata, ecco. E se parliamo di una rispettabile signorina che vuole abbattere il governo di quel villaggio, beh, allora quella rispettabile signorina deve possedere una rete ancora migliore, non pensi?”

 

Solo allora Inazuma si accorse che il coprifronte di Mei era segnato con la tacca tipica dei nukenin. Notando come il suo sguardo si fosse fermato su quel particolare, la jounin di Kiri si sentì in dovere di chiarire: “Vedo con piacere che hai notato qualche cambiamento nel mio solito look... Siamo alle battute conclusive della mia personale partita, principessina. Fingere ancora era del tutto inutile.”

 

La faccia di Mei si fece seria e triste per un breve istante, prima di cambiare repentinamente argomento e recuperare la sua solita maschera:

 

“Ad ogni modo, Inazuma cara, immagino tu capisca che non ti ho salvato la vita per semplice gratitudine... Non sono mai stata esattamente il tipo che si prodiga per il prossimo senza pretendere nulla in cambio...”

 

A quell'affermazione, Yuki digrignò i denti, emettendo un mugolio sommesso, mentre Nadeshiko alzò gli occhi al cielo. Ma la Uzumaki decise di stare al gioco e le diede corda. Anche perché, riflettendoci, non aveva proprio nulla da perdere.

 

“Sentiamo, Mei, cosa mi vorresti proporre?”

 

“Così mi piace, la mia principessina... Dunque, diciamo che ho fatto i compiti a casa... Ho scoperto che nella tessitura dei sigilli, al momento, ho davanti la migliore del mondo, a parte forse la tsunamikage. Ne è prova il modo con cui hai fatto mangiare la bile al caro vecchio Shimura...”

 

“E tu... Come lo sai quel che ho fatto a Konoha?”

 

“E' pericoloso intrufolarsi nelle tane di radice, ma direi che il rischio vale il premio... Ad ogni modo non vorrei dilungarmi sulle mie attività di ladra provetta, quanto sul fatto che con il tuo aiuto potrei riuscire davvero a rovesciare Yagura...”

 

“E se anche ti aiutassi, cosa me ne verrebbe?”

 

Forse non era il momento per Inazuma di lanciarsi a chiedere ricompense, ma...

 

“Se tu fossi una delle persone con cui sono solita trattare, andrei sul sicuro proponendoti l'assassinio di tutti coloro che hanno contribuito al tuo esilio. Ma sei un'anima troppo candida per questo genere di cose, ahimé... “

 

Prima che potesse aggiungere altro, uno dei suoi, le si avvicinò all'orecchio e le sussurrò qualcosa. Mei si fece tesa come una corda d'arco. Con un sorriso dei più falsi, disse: “Mi spiace interrompere la nostra amabile conversazione, ma stanno sopraggiungendo a gran velocità degli ospiti inattesi...”

 

“Nemici?”

 

“Probabile...”

 

I nuovi avversari però avevano fatto bene i propri conti. I rinnegati della nebbia non avevano rintracciato null'altro che delle copie.

 

I tre ninja piombarono alle loro spalle quando Mei non aveva ancora terminato l'ultima sillaba.

 

Nonostante fossero coperti da un cappuccio, però, le tre ninja di Uzushi li riconobbero subito. Inazuma per poco non si sentì svenire.

 

“Ka- Ka- Kakashi??”

 

  
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