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Autore: marcella92    01/02/2015    1 recensioni
E se Lori tornasse a Honolulu? E se i Five-0 avessero messo su famiglia e, oltre ai casi, dovessero districarsi anche con i problemi di casa? Cosa succederebbe se Steve si innamorasse davvero?
Genere: Azione, Comico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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15 luglio

La porta si spalancò di colpo mentre Danny usciva di corsa, seguito da una padella da ospedale, che si schiantò sonoramente sulla parete di fronte, richiamando l'attenzione di pazienti, infermieri, dottori e probabilmente anche dei surfisti a Waikiki.

“Non lo voglio più vedere, FATELO SPARIRE PRIMA CHE LO UCCIDA!!!”

Dalla stessa porta uscì Steve, seguito da Chin.

“Danny, ci sei già passato, mi pare: sai bene che davanti a una donna in travaglio non si può dire niente che non sia 'respira' o 'continua così, sei bravissima'. Credevo lo sapessi!” disse Chin divertito.

“Già, ma credevo anche che una donna in travaglio non avesse la forza di scagliarmi contro una padella!” rispose l'uomo, mentre Steve andava avanti e indietro.

“Amico, è meglio che ti siedi, stai facendo un solco sul pavimento!” continuò Danny. Ma Steve non rispose, e non sembrava neanche averlo sentito “Ehi, Steve...Steve!”

“Sì? Che c'è?” il comandante si riscosse.

“Ehi, che succede?” chiese Chin.

“E se non fossi capace? Se mia figlia mi odiasse? Se non riuscissi a cambiarle il pannolino? So caricare una Jericho 941 con il pollice, ma un bambino...”

“Beh. Ormai è un po' tardi per i ripensamenti, ti pare?” disse Danny, indicando la porta chiusa, da cui provenne un uro che aveva ben poco di umano.

“Non ci ho ripensato, anzi...è che...”

“Hai paura.” concluse Chin per lui “E' normale. Quando Malia stava per partorire, io stavo meditando se scappare in Giappone cambiando identità sarebbe bastato.”

“Sai quando ho scoperto che sarei diventato padre vero?” chiese Danny “Ecco, io ero spaventato a morte, avevo visto morire la mia collega, c'era stato l'attentato..ma avevo più paura di tornare a casa, sapendo che mia figlia sarebbe nata in un mondo dove dei pazzi si buttano sui grattaceli con degli aerei. Però alla fine ci si convive, si va avanti.” disse Danny, poggiando una mano sulla spalla dell'amico.

Rinfrancato dalle parole dei ragazzi, Steve si diresse verso la porta, da cui spuntò Kono.

“Capo, stavo venendo a chiamarti: è quasi il momento, credo che tu voglia assistere.” gli disse sorridendo. L'uomo si bloccò, poi, sorridendo, accennò con il capo ed entrò nella stanza di Lori.

“Steve, grazie, sei qui. Steve, ho paura, fa male, tanto male, non ce la faccio più!” disse la donna, aggrappandosi al marito.

“Amore, sei bravissima, continua così. Pensa alla bambina, tra poco saremo in tre.” Lori lo guardò, per poi urlare con tutta la forza che aveva in corpo.

“Perfetto! Bravissima Lori, ancora una spinta! Brava, brava! Eccola!”

“Amore, brava, si vede la testa! Dai, dai!”

In quel momento un vagito si mescolò all'urlo di Lori. Era nata.

L'infermiera porse la bambina a Steve che, con gli occhi inondati di lacrime si avvicinò a Lori, e le depose delicatamente la bambina sul petto.

“E' bellissima. Amore, sei stata bravissima, sono davvero fiero di te.” disse l'uomo, baciando la moglie.

“E io sono fiera di te.”

“Davvero? Perchè?”

“Perchè sei stato con me, e perchè non sei svenuto.” rispose Lori, accarezzando la guancia a Steve.

L'infermiera li interruppe.

“Dobbiamo lavare la bambina, poi la porteremo nella sua stanza, così potrà riposarsi anche lei. Congratulazioni!”

Steve baciò ancora Lori, poi la salutò e uscì in corridoio, dove nel frattempo si era raggruppata una piccola folla: oltre a Danny, Chin e Kono erano arrivati anche Grace, Joe, Malia e Kamekona, che faceva sembrare la compagnia molto voluminosa. Steve fu sommerso dalle domande, quindi alzò le mani a chiedere silenzio.

“Allora, Lori è stata bravissima, lei e la bambina stanno benissimo, ora le sistemano e tra poco potrete vederle entrambe. Vi ringrazio per l'appoggio morale ragazzi, senza di voi credo che non ce l'avrei fatta.” Tutti tacquero, poi esplosero in un applauso, cominciando a dare pacche sulle spalle e ad abbracciare l'uomo, congratulandosi con lui.

Dopo qualche ora fu permesso ai visitatori di andare a salutare Lori e la piccola. Quando entrarono, Lori li accolse con un sorriso stanco, cullando la bambina.

“Amore, saluta tutti questi pazzi, saranno la tua famiglia, le persone su cui potrai contare sempre. Persone, lei è Kalani Joanne McGarrett.” Tutti sorrisero, sbirciando il visetto rosa e paffuto che spuntava dalla copertina.

“Complimenti, avete scelto un nome bellissimo.” disse Malia, accarezzando delicatamente la bambina.

“Spiegate anche a me cosa vuol dire? Non parlo hawaiano.” disse Danny.

“Significa...”

“Aspetta, prima volevo chiederti scusa Danny, mi spiace per prima.”

“Ah, non preoccuparti, è il terzo parto in cui mi prendo qualche maledizione...negli altri due però non mi avevano tirato nulla. Allora, che significa Kalani?”

“Vuol dire Cielo. E siccome l'amore per questa bambina è senza fine, proprio come il cielo, ci sembrava abbastanza adeguato.”

 

 

15 aprile

Era una mattinata bellissima, soleggiata, calda ma non afosa, e il giardino di casa McGarrett era stato addobbato di nuovo a festa per il battesimo della piccola Kalani.

La bambina, in poco tempo, era diventata la mascotte dei Five-0. Quando Lori era tornata al lavoro, limitandosi a impieghi d'ufficio, aveva cominciato a portare con sé la bambina che, tranquilla, passava la maggior parte del tempo dormendo o gorgogliando soddisfatta al soffitto. Il comandante McGarrett tornava in ufficio il più spesso possibile per salutare le sue donne, essendo pazzamente innamorato della figlia, tanto che alla sera Lori, molte volte, doveva svegliare Steve che dormiva placidamente sul divano, con la bambina sul petto, anche lei profondamente addormentata.

Quel giorno la piccola compiva nove mesi, così Lori e Steve avevano deciso di riunire amici e parenti per il battesimo: dopo la funzione, si erano riuniti tutti in giardino, con i bambini che correvano ridendo, e Kalani che voleva seguirli, provando a gattonare incerta sull'erba fresca.

In quel momento, vedendo che tutti erano presenti, Steve prese in braccio la figlia, che si appoggiò dolcemente al suo collo, e fermò la moglie, chiedendo un po' di silenzio.

“Se qualcuno tre anni fa mi avesse detto che mi sarei sposato e poi avrei avuto anche una figlia, probabilmente avrei pensato che era molto molto ubriaco o che mi prendeva in giro, ma quando guardo Lori e Kalani penso di aver avuto molta fortuna, e quindi, non posso che dire grazie: a Lori, che mi sopporta, a Kalani, che rallegra le mie giornate, e al destino, che mi ha fatto avere tutto questo. Grazie.” e l'uomo alzò il bicchiere in un brindisi, imitato da tutti gli altri, che poi applaudirono felici.

“Steve, la prossima volta che vuoi fare un discorso così toccante, avvisami, mi porto i fazzoletti!” disse Danny arrivando con Grace, che subito si ritrovò la piccola in braccio: la ragazza infatti, arrotondava la paghetta facendo da baby sitter, e Kalani la adorava.

“Scherza pure quanto vuoi, ma da quando sono sposato e padre vedo le cose in un altro modo.”

“Oh mio dio. Vuoi dire che non faremo più inseguimenti potenzialmente mortali? Che non ci introdurremo più nei palazzi dove si effettuano scambi tra corrieri? Che non ci caleremo più dai tetti come ninja?”

“Ovvio che no, siamo sempre i Five-0, in fin dei conti.” rispose Steve.

“Lo sapevo. Domani mattina arriverò in ritardo in ufficio.” rispose Danny.

“Perchè?”

“Vado a stipulare un'assicurazione sulla vita migliore di quella che ho già...in fin dei conti, siamo sempre i Five-0.”

 

 

15 luglio...di dieci anni dopo

“Mammaaaaa!!!!”

Lori si stiracchiò e sorrise, voltandosi verso il marito.

“Ecco, finita la pace. Vai tu o vado io?”

L'uomo ridacchiò, facendo segno di aspettare la seconda chiamata.

“Mammaaaaa!!!”

“No, è John, vai tu.” rispose Steve, ma proprio in quel momento due bambini fecero irruzione nella stanza dei genitori.

“Buongiorno a tutti!” disse Lori sorridendo.

Il maschio, John, di otto anni, si diresse subito verso la madre per ricevere il bacio mattutino, poi verso il padre, con cui ingaggiò una mini lotta che caratterizzava tutte le domeniche mattina. La femmina, Kalani, dieci anni quel giorno, si fermò sulla porta, con un'espressione imbronciata.

“Cosa? Solo buongiorno? Ma vi siete dimenticati che giorno è oggi?” chiese, con un cipiglio molto simile a quello della madre quando si arrabbiava, che fece quasi tremare i due uomini di casa. Steve e Lori la guardarono, cominciando a descrivere alcune date.

“Mmm, vediamo...il quattro luglio è già passato, il D Day è in giugno...” cominciò il padre

“Poi...Grace si sposa tra tre settimane, i gemelli sono diventati maggiorenni a marzo...cosa potrà mai essere?”

La bambina tacque, chiedendosi se davvero i suoi genitori avessero dimenticato il suo compleanno, quando il padre la sollevò in aria baciandola con amore, per poi caricarsela in spalla e scendere al piano di sotto, seguito dalla moglie e dal figlio.

“Allora signorina, se non mi ricordo male oggi qualcuno compie dieci anni, giusto? Beh, allora bisogna festeggiare, e si comincia subito: prima però, lascia che ti accompagni fino al tavolo, aspetta che ti copro gli occhi.” Steve prese la bambina per mano, coprendole il volto con l'altra mano, accompagnandola al tavolo su cui Lori, sveglia dalle sette, aveva preparato una colazione principesca, compresi i pancakes con mirtilli, i preferiti della figlia. Quando la bambina aprì gli occhi, il viso le si illuminò.

“Oh, mami, grazie! Ma è tutto per me?” a questa domanda il piccolo John lanciò uno sguardo preoccupato al padre, come a chiedergli di salvare almeno una tazza di cereali.

“Diciamo che buona parte è per te, magari dividiamo tutti, che ne dici?”

“Ok...però i pancakes li prendo prima io!” disse la ragazzina, allungando le mani, battendo sul tempo il fratello.

Dopo la colazione arrivarono i regali: a Kalani brillavano gli occhi quando vide il regalo del padre, una tavola da surf professionale, che sicuramente zia Kono avrebbe apprezzato, e un buono da cento dollari da spendere come voleva da parte della madre.

“Davvero posso spenderli come voglio?” chiese la ragazzina, sognando già cosa comprare.

“Beh, sì...nei limiti del possibile magari...” rispose la madre, bevendo il suo caffè.

La donna spiegò poi che quel giorno sarebbero andati a fare un pic nic in spiaggia assieme a tutta la famiglia Five-0, quindi disse ai due di prepararsi velocemente, cosa che fecero anche lei e il marito. Infatti, dopo poco più di un'ora, il campanello trillò, e Danny entrò in casa chiamando la figlioccia.

“Dov'è finita la piccola Kali?”

“Zio! Sono qui! Mi hai portato il regalo?” chiese la ragazzina, arrivando di corsa.

“Kalani! Insomma, non si saluta?” disse la madre, baciando Danny su una guancia.

“Giusto, ciao.”

“Non importa, oggi può fare quello che vuole, è il suo compleanno, no?” disse l'uomo, porgendo un regalo alla ragazzina, tenuto fino ad allora dietro alla schiena.

Kalani lo prese, scartandolo alla velocità della luce, trovandosi in mano un nuovo set da acquerelli, con cui la bambina, molto dotata nel disegno, si divertiva tantissimo.

“Grazie, sono bellissimi!” disse Kalani, saltando al collo di Danny “Ma dov'è Grace? Mi ha detto che veniva!”

“Certo che verrà, ci vedremo al pic nic.” rispose l'uomo, poi, quando la bambina non era più a portata d'orecchio, aggiunse “ E scommetto che porterà anche quel buon a nulla del suo fidanzato.”

“Farai meglio ad abituarti, tra tre settimane sarà tuo genero.” disse Steve, salutando l'amico.

“Non me ne parlare...magari mi sveglierò quel giorno scoprendo che è stato tutto un brutto sogno, può succedere!”

“Danny, non essere così tragico! Josh è un bravo ragazzo, non ha precedenti penali in nessuno stato, sta per diventare avvocato e, cosa più importante adora Grace.” rispose Lori, porgendo all'amico una tazza di caffè.

“Ne riparleremo tra una qualche anno, quando Kali porterà a casa il primo fidanzato...chiamatemi perchè vorrei vedere la vena di Steve scoppiare del tutto.”

“Mamma, papà, quando andiamo al pic nic?” chiese John, con sottobraccio una tartaruga gonfiabile più grande di lui.

“Partiamo subito tesoro, chiamo Kali e ci mettiamo in macchina. Ragazzi, portate le ultime cose in macchina, dobbiamo arrivare a Lanikai, ci vuole un po'. Ah, amore, carica anche la nuova tavola di Kali, così ci fa un giro.”

Finalmente, dopo aver caricato cibo e figli, la famiglia si diresse alla spettacolare spiaggia, la preferita di Kalani, dove trovarono tutti i Five-0 con Kamekona che avevano già preparato tutto per festeggiare il compleanno della bambina.

C'erano anche Grace con il suo fidanzato, i gemelli Keilani e Wiliama, che però si fermarono per poco perchè dovevano andare a vedere una gara di surf al Pipeline, ma che comunque non volevano mancare al compleanno della ragazzina, e non mancavano neanche Leilani e Reiko, le figlie di Kono: erano tutti lì, pronti a festeggiare Kalani.

La mattinata trascorse in allegria, tra bagni di sole e tentativi di surfate, per poi concludersi con un pranzo ricchissimo: non mancavano panini e sandwich, i gamberi forniti da Kamekona sembravano non finire mai, e la frutta era così dolce da sembrare appena colta. Una volta terminato il pranzo, Lori, aiutata da Kono, Malia e Grace, sistemò tutto quanto, mentre gli uomini facevano giocare i bambini, sfidandoli ad una partita di football in spiaggia. In seguito, dopo aver lsciato la spiaggia a malincuore, il gruppetto, tranne Grece e Josh, si diresse al Sea Life, che era sulla strada di casa, in cui trascorsero allegri il pomeriggio, concludendo una giornata magnifica.

Una volta a casa, dopo aver cacciato i bambini a forza sotto la doccia, e averli infilati a dormire, cosa che non richiese effettivamente molto sforzo vista la stanchezza dei due, Steve e Lori si ritrovarono in cucina, dove la donna stava preparando una tisana.

“Si sono addormentati?” chiese al marito.

“Al primo colpo, non è neanche servita la favola.”

La donna annuì, mentre il marito continuava a fissarla. Lei se ne accorse.

“Che c'è?”

“Niente. Pensavo a dieci anni fa, a quando hai tirato la padella a Danny...ogni volta, al compleanno di Kali, mi viene in mente e mi fa molto ridere.”

“Hai ragione...non ci posso credere che siano già passati dieci anni.”

“E' vero.” disse Steve, avvicinandosi alla moglie posandole le mani sui fianchi attirandola a sé “E tu non sei cambiata per niente.” continuò, baciandola.

Lei si staccò “Bugiardo...” rispose sorridendo, mentre gli accarezzava il volto, segnato da qualche ruga in più e da qualche spruzzo di capelli grigi sulle tempie, che gli conferivano un'aria molto affascinante.

“Non è vero, sei sempre bellissima. Credimi, non riesco ad immaginare come avrei passato questi anni senza te e i bambini. Probabilmente la vita mi sarebbe scorsa davanti, e io forse non ci sarei neanche mai entrato.”

“La vita...la vita è bellissima, basta sapergli dare il giusto valore. Bisogna viverla, perchè non si può tornare indietro se ci si pente di qualcosa.”

“Hai ragione...la vita è adesso.” concluse Steve, abbracciando la moglie, mentre osservavano la luna sorgere dal mare fuori dalla loro finestra.

 

Eccoci alla fine. Come sempre spero che vi  sia piaciuto, e soprattutto ringrazio tutti quelli che hanno continuato a leggermi, nonostante i ritardi. Devo dire che in certi punti ho faticato a continuare, l'ispirazione mi mancava, ma alla fine ce l'ho fatta, e sono riuscita a concludere il progetto che mi ero prefissa, magari bene, magari male, ma sono soddisfatta di quello che ho fatto. Soprattutto perchè ho scritto qualcosa che mi sarebbe piaciuto vedere, ma che gli sceneggiatori, purtroppo, non hanno voluto che accadesse, ma mai dire mai. Quindi, mille volte grazie a tutti voi.

 

  
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