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Autore: aki_penn    29/11/2008    4 recensioni
Si è sempre parlato di gente "sfigata" che vuole diventare bella ricca e famosa, ma a nessuno è mai interessato se qualcuno sta bene nel suo bozzolo da nerd con una catenella da gabinetto attaccata alla porta? Beh, mio fratello stava bene così. E finchè se ne è stato nel suo piccolo paradiso di 20 metri quadrati nessuno ha mai avuto da ridire (a parte mia madre ovviamente), ma poi è arrivata quella tipa , ed è cambiato tutto, a partire dalla catenella del wc,e a finire col cercare di farlo diventare una specie di latin lover! E io sapevo che avrebbe portato guai, io lo sapevo, ma figurati se qualcuno mi ascolta mai in questa famiglia!
Genere: Commedia | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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- Questa storia fa parte della serie 'I miei venti metri quadrati' Questa storia è tra le Storie Scelte del sito.
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I miei venti metri quadrati

Capitolo Secondo

Da grande svaligerò le banche

 

 

 

 

Nicoletta, o Nicole…sinceramente non so come si chiamasse, sta di fatto che non le piaceva, e che si era trovata un soprannome stupido come Nikka. Assolutamente inutile, che si limitava a starle bene. Ma a lei che importava, lei era l’esteta.  Nominata nel nostro liceo “Studentessa più elegante dell’anno”. In America hanno le reginette di primavera, invece noi abbiamo queste cose qui. Probabilmente voi vi starete chiedendo se c’è davvero qualcuno che  si è preso la briga di decidere chi nella nostra scuola si veste meglio, e io vi posso dire di sì. Diciamo che il mach finale è stato tra me e lei, ma poi mi sono tinta i capelli di blu e pare che abbia perso apprezzamenti per questa stravaganza. Ma comunque non divaghiamo e torniamo a mio fratello Mei tra le grinfie di quell’arpia.

 

Il ragazzo seguì la padrona di casa col turbante dentro l’appartamento. Non era molto illuminato, le luci che la signora Marianna aveva messo dovevano essere di voltaggio sbagliato si disse Mei, perché si stava cavando gli occhi per vedere davanti a sé. La sua passione per le cose elettroniche spuntava sempre all’improvviso.

“Ecco è per di qua…”disse Nikka annoiata indicandogli la stanza dove entrare. L’ambiente non era grande, e come il resto della casa poco illuminato, c’era una lampada da tavolo che emanava luce soffusa e una finestra aperta dalla quale, data l’ora invernale non penetrava che scarsa luce.

A Mei si illuminarono gli occhi quando vide il vecchio computer col cassone che stavano affidando alle sue sagge cure. Per la prima volta da quando sua madre lo aveva obbligato ad andare a casa dell’odiosissima Marianna, era contento di aver accettato l’incarico. Lambiccare tra l’elettronica lo riempiva sempre di gioia.

Nikka fece un mezzo sorriso sbilenco mentre Mei tirava fuori baracca e burattini intenzionato a rimettere a nuovo il vecchio catorcio.

La ragazza si buttò sul letto continuando a fumare e a fissarlo insistentemente, ignorando il fatto che a lui potesse dare fastidio.

E infatti a lui dava fastidio. Deglutì un po’ a disagio, non era abituato a essere osservato. A scuola le ragazze non lo vedevano nemmeno, a parte sua sorella, e coi ragazzi non ci parlava se non per dare una mano nei compiti; così rimaner da solo in una stanza, seppure in compagnia di un pc anteguerra tutto per lui, con una ragazza lo metteva un po’ in imbarazzo. Soprattutto perché lei non lo era per nulla e si era sistemata a mo di sirena su un fianco tenendo la testa appoggiata alla mano destra.

Aveva una tuta blu e un asciugamano legato alla testa come se fosse un turbante, Mei non l’aveva mai vista struccata, ma sotto la coltre di trucco quel giorno si potevano notare due enormi occhiaie viola. Insomma lo aveva accolto in tenuta da casa, si vede che la sua venuta non la metteva in imbarazzo, oppure aveva davvero scarsa importanza.

L’aveva vista solo qualche volta a scuola, ma sapeva che era considerata un’esteta , come sua sorella. Era strano vedere un’esteta in desabie.

“come hai detto che ti chiami?” chiese dopo un po’ la ragazza con fare annoiato spegnendo la sigaretta in una lattina di cola.

Mei” fu pronto a rispondere lui come se lo stessero interrogando. Il guizzo del ragazzo la fece ridere, e lui arrossì visibilmente estrapolando la password d’accesso senza chiederlo alla padrona.

“Io sono Nikka” si presentò mettendosi a sedere , lui annuì. Nikka ebbe la sensazione che quello sarebbe stato più che una conversazione, un monologo.

“Ci siamo mai visti da qualche parte? Che so a qualche festa? Io vado spesso al Luxury…” chiese cercando di capire perché non l’avesse mai visto.

“Non vado alle feste…” fu la mogia risposta di mio fratello. Nikka si elettrizzò comunque credendo di aver capito di che tipo di ragazzo si trattasse “Ah! Allora sei uno da rave! Alcol e canne!!” strillò entusiasta prima di aggiungere “tranquillo non lo dico a mia madre”.

Ma Mei declinò un’altra volta la categoria in cui l’avevano messo dicendo, per la verità parecchio imbarazzato “Non bevo e non fumo…a dire il vero non esco molto io…”cercò di spiegare lasciando in sospeso un concetto assolutamente percepibile. Nikka ci mise un po’ per analizzare la risposta del ragazzo che le stava di fronte, ma poi dopo le dovute riflessioni aggiunse “Non mi dirai che sei un po’ nerd? E stai in casa tutto il giorno davanti al computer…?”.

Non c’era del disprezzo , più che altro dello stupore nel suo tono.

“Beh…a dire il vero è un po’ così…” ammise infine Mei.

“Allora sei un hacker! Potresti svaligiare una banca via internet!” esclamò ridanciana togliendosi l’asciugamano dalla testa e mostrando una ricca coltre di capelli tinti di un colore a metà tra il castano e il rossiccio.

“Beh…non è che sia proprio il mio hobby…però credo che se mi ci mettessi riuscirei a farlo…” disse Mei vergognoso. Il commento si fece attendere e sbuffò fuori insieme al fumo della nuova sigaretta che si era accesa “Figo

Era la prima volta che qualcuno lo definiva figo.

“Ho fatto” annunciò lui.

“Di già?” chiese lei stupita vedendolo alzarsi dalla sedia, era davvero alto. Lui annuì “Non c’era nulla, solo uno stupido trojan horse…” .

Nikka fece una espressione strana che obbligò il ragazzo a spiegare “Un virus…”.

 

Quando Nikka cominciò a interessarsi a mio fratello era chiaro che in realtà non si stava interessando a lui ma ai suoi vestiti. Almeno, a me e a lei fu chiaro il suo intento, Mei invece come prevedibile non aveva capito un tubo.

I vestiti, erano i vestiti ad avere ingannato Nikka. È ovvio essendo un’esteta è quasi l’unico parametro che ti rimane intatto per giudicare le persone. E un ragazzo che va in giro vestito come un modello, mai troppo elegante mai troppo sportivo o antiquato non poteva essere un nerd.

Peccato che Mei lo vestisse mia madre. Come vestiva me d’altronde, ma io a differenza di mio fratello ero consapevole di quello che mi affibbiava, lui invece viveva di sola inerzia senza chiedersi cosa mia madre gli avesse rifilato quella mattina.

Credo che le attitudini di nostra madre abbiano bisogno di una spiegazione: il suo sogno era diventare stilista, ed era arrivata sulla buona strada, prima che mio padre morisse togliendo così alla famiglia il suo sostegno economico, così mia madre non aveva voluto rischiare di arrischiarsi in un’avventura che poteva rivelarsi senza fondo, e aveva deciso di darsi al ruolo impiegatizio riservandosi di vestire noi due.

Quando Mei uscì da quella casa non poteva immaginare che non sarebbe finita così, non poteva immaginare che Nikka avesse una mente così perversa da pensare che dei vestiti del genere potessero essere sprecati su un nerd…non poteva immaginare che ce l’avrebbe avuta intorno ancora per molto tempo…

Quando arrivò a casa poi trovò ad accoglierlo nostra madre che credendo di non essere vista ballava con il suo manichino in cucina, e me che fumavo in vestaglia sdrucita in corridoio. Anche gli esteti a volte hanno bisogno di svaccarsi

 

 

Eccomi qui di nuovo con un capitolo idiota…a dire il vero non ho ancora deciso se la continuerò, primo perché i personaggi non mi vengono come dovrebbero venire(sono dei maledetti), per di più ho già due fic all’attivo che mi impegnano abbastanza…ma devo ancora vedere, se dovesse avere successo potrei gasarmi e continuare a scrivere!!!

Ringrazio tantissimo lisettaH che ha commentato. Ti ringrazio tantissimo per i complimenti e ti dico che in effetti credo che Nikka debba stare antipatica, o almeno all’inizio, si spera che cominciando a conoscerla cambi!!^_^

 

Volevo aggiungere un’altra cosa, se qualcuno leggendo questa fic pensa sia stupido che questa gente si interessi solo ed esclusivamente ai vestiti,sappiate che la cosa è assolutamente voluta, diciamo che la storia gira intorno ai vestiti….che idee idiote che mi vengono!!!!

 

   
 
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