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Autore: manga    03/02/2015    13 recensioni
Questa è una storia ambientata nel mondo di Naruto, ma completamente diversa da quella che conosciamo anche se i personaggi sono gli stessi. Alcuni di loro, per ovvi motivi, avranno una personalità un po' diversa ... dico solo un po', perché cercherò di non allontanarmi troppo dai loro personaggi originali .... che dire ancora, se volete sapere cosa ha ideato la mia mente contorta, seguitemi in questa nuova avventura ....
Genere: Malinconico, Romantico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti | Coppie: Sasuke/Sakura
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
Capitoli:
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Ancora una volta la sua intuizione era risultata corretta. La decisione di Sakura non era stata accolta favorevolmente dai suoi compagni e come previsto, Sasuke l’aveva attaccata verbalmente finendo per litigare furiosamente.
Kakashi aveva previsto tutto nei minimi particolari ed era stato per questo motivo che si era presentato alla mattina nel settore omega, per metterla in guardia e accertarsi che l’allieva avesse valutato attentamente tutte le conseguenze che avrebbe portato la sua nuova idea di collaborazione.
Si era trovato costretto a sospendere l’allenamento poiché sarebbe stato impensabile continuare dopo quello che si erano detti i due cadetti, nonostante l’intromissione di Naruto nel cercare di appianare le divergenze dei compagni.
In cuor suo sperava che i ragazzi approfittassero di quelle ore per riflettere attentamente sull’accaduto, ma conoscendoli, dubitava fortemente che ciò sarebbe successo: Sasuke era troppo orgoglioso e Sakura troppo testarda.
Entrambi avrebbero continuato a perorare le proprie convinzioni non ammettendo le loro colpe.

Per la prima volta, non aveva idea su come affrontare una situazione così particolare.

“Kakashi come mai sei qua e non con il tuo team?”

“Hokage è lei?” domandò sorpreso dopo essere stato interrotto dai suoi pensieri.

“Si sono io! Oggi è il primo giorno di Accademia e come tale è mio preciso dovere tenere un discorso inaugurale alle nuove reclute. Intanto che mi trovavo qua, ne ho approfittato per dare un’occhiata ai vari registri e per informarmi dell’affidabilità delle varie squadre ninja” spiegò senza troppi dettagli. Non poteva parlare apertamente, non in quel luogo pieno di orecchie indiscrete che avrebbero potuto fraintendere e creare allarmismo.

“Capisco!...Io invece, come primo giorno ho preferito non esagerare troppo con i miei ragazzi… sono appena rientrati dalle vacanze e non mi sembrava il caso di metterli subito sotto pressione!” guardandola seriamente negli occhi, sperando che afferrasse la sua richiesta silenziosa di parlare in privato.
Era l’unica, insieme al suo maestro Fugaku, a potergli dare un valido consiglio su come comportarsi con il team7.

“Non male l’idea di riabituare gradualmente i ragazzi ai ritmi dei tuoi allenamenti…” sospirando e volgendo lo sguardo verso il cielo azzurro: “… Dato che sei congedato dal tuo incarico di maestro, posso approfittarne per chiederti di venire con me a Palazzo ed aspettare che firmi tutte le autorizzazioni necessarie per poi riportarle nuovamente in Accademia? Mi eviteresti un giro e guadagnerei del tempo prezioso per continuare il mio lavoro!”

“Certamente, con molto piacere!” acconsentendo soddisfatto. Tsunade aveva capito, i permessi non richiedevano un’ urgenza tale da essere riconsegnati firmati in giornata.

Durante il tragitto si limitarono solamente a parlottare di questioni futili come il tempo, le vacanze appena finite, l’inizio del nuovo anno accademico… e tutto per non attirare l’attenzione e la curiosità dei passanti che si fermarono al loro passaggio per guardarli e ascoltare le loro conversazioni.
La sceneggiata durò fino a quando il Jonin non chiuse dietro di sé la porta dell’ufficio dell’Hokage, trovandosi di fronte il suo maestro Fugaku, intendo ad esaminare alcuni rapporti.

“Kakashi? Che ci fai qua? E’ successo qualcosa? Sasuke e Naruto ne hanno combinata un’altra delle loro?” domandò a raffica il capo clan Uchiha, conoscendo il temperamento dei suoi ragazzi.

“Buon giorno maestro! Non hanno combinato niente o almeno non come crede lei!” rispose, lasciando il beneficio del dubbio agli unici presenti nella stanza.

“Che intendi dire?” chiese curiosamente Tsunade dopo essersi seduta dietro alla sua scrivania.

“Che come previsto è nato un litigio furioso fra Sasuke e Sakura. Sono stato costretto ad interrompere l’allenamento perché sarebbe stato inutile continuare dopo quello che si erano detti!” centellinando sui dettagli.

“Quel ragazzo prima o poi mi farà impazzire… non so più come spiegargli di comportarsi bene con la sua compagna!...” sospirando sconfortato: “… Questa sera gli parlerò nuovamente o lo metterò di fronte ad un ultimatum definitivo altrimenti…”

“No! Sasuke non ha colpa… ha solamente reagito dopo aver appreso l’intenzione di Sakura di mantenere un comportamento distaccato con i compagni fuori dagli allenamenti e dalle future missioni. A modo suo le ha detto ciò che pensava di lei e che non gli importava niente, aggiungendo che anche lui l’avrebbe ignorata nello stesso modo fino a quando non avesse dimostrato di valere qualcosa all’interno della squadra. Non credo che suo figlio meriti un rimprovero per aver espresso la propria opinione!” cercando di placare l’ira di Fugaku, la cui vena alla tempia destra aveva iniziato a pulsare freneticamente.

“Stai forse dicendo che Sakura ha raccontato tutto ai suoi compagni? Non avrei mai immaginato che lo avrebbe fatto!” constatò incredula Tsunade.

“Veramente l’ho costretta io a farlo e solo dopo che Sasuke si era accorto che c’era qualcosa di strano. Era impensabile cercare di tenerlo nascosto e Sakura deve imparare ad assumersi le proprie responsabilità e ad affrontare le conseguenze delle sue decisioni! Mi sono dichiarato favorevole ad accettare questa sua richiesta assurda a patto che non vada a compromettere né la sua incolumità né quella dei compagni, ma ora… ma ora non so come fare a gestire tutto questo!” spiegò amareggiato.

“Adesso è tutto chiaro… ma abbiamo promesso a Sakura di assecondarla e non ho intenzione di rimangiarmi la parola data, non dopo che le è stata tolta la possibilità di frequentare lo stage in ospedale. Sarebbe un altro duro colpo per lei e non voglio farla soffrire ancora sapendo quanto sia incerto il suo futuro!” disse Tsunade, appoggiando la fronte sulle mani intrecciate dopo aver appoggiato i gomiti sulla scrivania.

“E che intendi fare? Lo sai benissimo anche tu che Kakashi ha ragione… come credi possa riuscire ad allenare i suoi ragazzi in questo modo? Non giustifico mio figlio e nemmeno la ragazza… comprendo entrambi i loro punti di vista, ma bisogna trovare una soluzione appropriata specie in questo periodo di massima allerta!” le fece notare Fugaku, la cui vena iniziava a tremare di meno.

“Massima allerta? Amico mio, riesci sempre a darmi ottimi suggerimenti!...” asserì compiaciuta, sfoggiando un sorriso radioso: “… La soluzione è molto semplice, bisogna battere il chiodo finché è caldo e l’unico modo è quella di mandare il team7 in missione, subito domani mattina!”

“Cosa?” gridarono all’unisono i due uomini.

“Esatto! Ho giusto una missione di livello D adatta a questo caso. Il team7 dovrà recarsi in un villaggio di campagna a Nord del Regno per consegnare alcune scorte di medicinali. Anche se dista quasi cinque ore da Konoha, il rischio di venire attaccati dalla nuova organizzazione criminale è quasi inesistente dato che è già stato attaccato e setacciato più di un anno fa!” illustrando la missione con ottimismo.

“Ma non avevamo deciso di affidarla alle altre squadre Genin che hanno il grado da oltre un anno? Non ti sembra di essere troppo precipitosa? Dopotutto hanno appena ricominciato l’Accademia e…”

“Invece è perfetto! E’ l’unico modo per fargli comprendere quanto sia importante l’affiatamento durante le missioni e quindi anche durante gli allenamenti. Sono convinta che capiranno l’importanza di accantonare le loro divergenze dimostrandosi un team unito, capace di affrontare qualsiasi avversità che gli si presenterà da oggi in poi, fra cui le decisioni di Sakura e di Sasuke!” spiegò minuziosamente l’Hokage.

“Potrebbe essere una soluzione adatta. Dopo il litigio di oggi dubitavo fortemente di ricominciare ad allenarli domani come se nulla fosse accaduto, ma con questa missione le cose sono diverse. Sakura sarà costretta ad essere collaborativa per tutta la durata dell’incarico e Sasuke potrebbe rivalutare la sua decisione di ignorarla completamente… sì, potrebbe funzionare! Staremo fuori anche alla notte?” domandò speranzoso.

“Sicuro! Gestirai tu i tempi necessari per farvi rientrare il giorno seguente!” ordinò soddisfatta.
Kakashi aveva compreso pienamente la sua idea, ma Fugaku? Era l’unico rimasto in silenzio.

“E tu non dici niente?” chiese perplessa voltandosi verso l’amico.

“Non sono io che decido, ma se proprio vuoi conoscere la mia opinione… be’, non sono molto convinto e non mi riferisco alla tua idea che trovo appropriata, ma al rischio che i ragazzi possano cadere in un’imboscata. Il pericolo che ciò accada è quasi nullo, ma non impossibile. E’ proprio per questo motivo che avevamo deciso di non affidare nessuna missione ai neo Genin per almeno un paio di settimane, proprio per permettergli di allenarsi nuovamente sotto la guida dei loro maestri e studiare nuove strategie di difesa e di attacco.” esponendo preoccupato le sue incertezze.

“Oh andiamo Fugaku, stiamo parlando del team di Sasuke e di Naruto! Lo sai benissimo anche tu che sono capaci di padroneggiare alla perfezione delle tecniche di combattimento molto potenti e anche Sakura non è da meno, io stessa ho accertato di persona la sua preparazione durante l’estate e credimi, quella ragazza è dotata di una forza straordinaria nonostante il sigillo della stella a quattro punte e poi non dimenticarti che con loro ci sarà anche Kakashi, il miglior Jonin di tutto il Regno. Vedrai, non correranno nessun rischio e torneranno a casa sani e salvi!” asserì fiduciosa, sperando di tranquillizzarlo. Dopotutto era comprensibile la sua ansia da padre, in cui per la prima volta vedeva partire in missione i suoi bambini divenuti ormai grandi.

“Un attimo… forza straordinaria? Di che sta parlando?” domandò curiosamente il Jonin.

“Sakura è riuscita ad inventare un colpo tutto suo, usando la potenza del poco chakra che ha a disposizione e credimi… è veramente micidiale!” iniziando a ridere sonoramente al ricordo della devastazione che aveva causato nel bosco della vecchia Chyo e alla sua disperazione nel dover tagliare tutta quella legna.

“E di che si tratta con esattezza?” continuò a chiedere.

“Non ti dirò niente fino a quando non sarà lei a mostrarlo, quindi non le chiedere niente, intesi? L’unica cosa che posso dirti è che ha chiamato il suo colpo shannaro… accontentati di questo!” liquidando così ogni altra possibile domanda.

“Me lo farò bastare! Grazie per l’informazione!” disse infine Kakashi, strofinandosi la sua zazzera argentea.

“Fugaku?” domandò Tsunade, guardandolo seriamente in attesa di ricevere la sua approvazione riguardante la missione.

“D’accordo!” sospirando rassegnato.

“Allora è deciso! Vado subito ad avvisarli!” affermò soddisfatto Kakashi.

“No, aspettiamo questa sera! Diamogli il tempo di riflettere su quanto accaduto oggi, solo in serata li informeremo del loro primo incarico da Genin e se permettete, vorrei essere io a comunicarlo a tutti e tre. Prima di ritornare a casa, mi fermerò nel settore Omega per avvisare la ragazza!” si propose invece Fugaku.

“Come vuoi, ma forse è meglio che ci pensi direttamente il signor Yukan con Sakura. Gli concederò un’ora di permesso retribuito per dare ad entrambi un po’ di tempo da stare insieme… non dimentichiamoci che la ragazza è rientrata ieri dopo tre mesi e già domani dovrà lasciare nuovamente Konoha, anche se solo per un paio di giorni!” intervenne Tsunade, volgendo lo sguardo verso la finestra.

“Va bene, allora ci penserete voi ad avvisare i ragazzi! La partenza è fissata domattina alle sei davanti ai cancelli del villaggio… dovremo arrivare a destinazione per le undici, il tempo di pranzare e di riposarci un paio d’ore poi effettueremo la consegna di medicinali. Ripartiremo per Konoha verso le cinque del pomeriggio e ci fermeremo a circa metà strada per il  pernottamento. Conosco un posto abbastanza sicuro ed è  vicino ad un piccolo ruscello, giusto per poterci rinfrescare un po’… il mattino ripartiremo di buon’ora e per le dieci dovremo già rientrare!” disse Kakashi, illustrando nei minimi dettagli l’itinerario della missione.

“Perfetto! Vi aspetterò per il rapporto!” rispose Tsunade, congedando il Jonin.

“Aspetta un attimo Kakashi!...” lo fermò Fugaku: “… Prima ci hai parlato di Sasuke e di Sakura… e Naruto?” domandò curiosamente.

“Naruto? Lui è l’equilibrio!” rispose, volgendo appena lo sguardo verso il suo maestro prima di uscire dall’ufficio dell’Hokage.

Sia Tsunade che l’Uchiha sorriso appena.

“Hai sentito amico mio? Naruto è proprio come suo padre Minato… hanno il potere di affiatare chiunque!”

“Già… ma Naruto rimane comunque una piccola peste capace di combinare guai su guai!” aggiunse Fugaku, sogghignando beffardamente.

Kakashi uscì da Palazzo completamente soddisfatto. La missione affidata era la chiave per smorzare il clima negativo creato all’interno del team, Naruto sarebbe stato l’elemento fondamentale grazie alla sua buffonaggine ed il suo ottimismo, Sakura sarebbe stata costretta ad essere collaborativa, Sasuke avrebbe avuto modo di valutare le potenzialità della compagna e chissà, con il tempo, forse i suoi ragazzi avrebbero capito la vera importanza di essere affiati fra di loro, imparando ad avere fiducia gli uni fra gli altri, confidarsi e aiutarsi in ogni circostanza, specie Sakura.
Non gli convincevano quei ragazzi civili che aveva incontrato e conosciuto quella stessa mattina. Era convinto che l’allieva nascondesse qualcosa di molto importante ma, dato la sua testardaggine, non avrebbe mai raccontato i suoi problemi.
Bisognava aspettare ed avere pazienza, doti fondamentali per essere un vero ninja… e lui lo era!
 

******
 

Fugaku rientrò a casa verso le sette di sera, trovando i due ragazzi intenti ad allenarsi in giardino al corpo a corpo, la loro specialità e il loro divertimento preferito: adoravano farsi del male!

“Adesso basta! Entrate in casa, andate a lavarvi le mani e scendete subito in cucina che devo parlarvi di una questione molto importante!” asserì affettuosamente il capo famiglia, voltandogli subito le spalle. Un atteggiamento alquanto insolito che lasciò perplessi i due giovani.

“Caro?” domandò preoccupata Mikoto, conoscendo perfettamente il marito.

“Dopo… dopo!” cercando di tranquillizzarla anche se in realtà ne aveva più bisogno lui.

Itachi era rimasto in silenzio anche se sospettava il motivo di tanto mistero.

Naruto e Sasuke arrivarono in cucina dopo meno di dieci minuti. I loro sguardi erano pensierosi e un po’ preoccupati.

“Di cosa ci devi parlare zio?” domandò Naruto, spezzando il silenzio della stanza.

“Ecco… domattina Kakashi vi aspetta ai cancelli del villaggio per le sei in punto…” sospirando profondamente: “… partirete per la vostra prima missione di livello D e starete fuori una notte!”

“Davvero?” urlarono sbalorditi ed emozionati i due ragazzi. Il loro primo incarico ufficiale dalla nomina di Genin!

“Yuppi! Yuppi!” continuò Naruto, alzandosi e saltando dalla gioia, mentre Sasuke sfoggiò un leggero sorriso.

“E bravi i miei due fratellini! La vostra prima missione che vi aprirà le porte del mondo dei grandi!” canzonò divertito Itachi, strofinando affettuosamente i capelli di Sasuke.

“Tze… non proprio dato che è solamente un livello D!” controbatté quasi indispettito, anche se in realtà al suo interno gongolava orgogliosamente.

Fugaku e Mikoto, invece, abbassarono il capo tristemente. I loro piccoli erano cresciuti!

“Perché quelle facce? Non siete contenti per noi?” domandò Naruto, accorgendosi dello stato d’animo degli zii.

“Certo!” intervenne prontamente Mikoto. Sarebbe stato impossibile per lei spiegargli come si sentivano interiormente.

“Ora ascoltatemi attentamente…” intervenne Fugaku: “… ceneremo, vi andrete a lavare, preparerete il vostro equipaggiamento e poi subito a letto, domattina la svegli per voi suonerà molto presto e non ho nessuna intenzione di venirvi a buttare giù dal letto, intesi?”

“Non preoccuparti zio, dall’emozione dubito fortemente che riuscirò a dormire… teme ma ci pensi? La nostra prima missione! Che ne dici se dopo andiamo dai nostri amici per informarli? Credo che moriranno dall’invidia!” disse divertito Naruto.

“Baka! Non hai capito cosa vi ho appena detto di fare? Tu non andrai da nessuna parte questa sera!” lo ammonì Fugaku, tirandogli un pugno sulla testa.

“Ahio!” si lamentò il biondo, provocando l’ilarità di Itachi e della zia.

“Il solito dobe!” aggiunse Sasuke, apprestandosi per iniziare a mangiare.

“Comportatevi bene e cercate di aiutarvi sempre! La collaborazione è importante quando si è in missione!” si raccomandò Mikoto, servendo la zuppa in tavola.

Sasuke e Naruto abbassarono il capo: il primo indignato, il secondo dispiaciuto.

“E adesso che vi è preso? In fin dei conti la mamma non ha detto niente di sbagliato!” chiese sorpreso Itachi.

“E’ per Sakura, vero?” domandò Fugaku, l’unico a sapere cos’era successo quella mattina.

“Sakura? Non mi direte che vi siete comportati ancora male con lei?” interloquì  indispettita Mikoto, portandosi le mani sui fianchi.

“Ancora?” si intromise incredulo Itachi.

“E’ stata lei ad iniziare, noi ci siamo limitati a reagire di conseguenza!” disse Sasuke, stringendo le mani a pugno.

“Tu ti sei comportato di conseguenza, non mettermi in mezzo teme! Sai benissimo qual è la mia opinione e continuerò a provarci fino a quando non ci riuscirò!” lo contestò Naruto.

“Un attimo, non ci sto capendo niente… ci volete spiegare?” intervenne curiosamente Itachi.

“In poche parole, Sakura vuole essere collaborativa con il team solo durante gli allenamenti e le missioni… Sasuke sentendo questa richiesta le ha risposto che anche lui la ignorerà fino a quando non dimostrerà il suo valore e Naruto… e Naruto non si darà per vinto fino a quando non riuscirà a farsi perdonare da lei… credo di non aver tralasciato niente!” spiegò con poche e semplici parole Fugaku.

“E tu come fai a saperlo?” domandò sbalordito Naruto. Né lui, né Sasuke avevano raccontato a nessuno di quanto successo quel giorno.

“Io so tutto!” gli rispose con un’autorità beffarda, facendo respirare il figlio minore, preoccupato di venire rimproverato.

“E Kakashi permette tutto questo?” chiese allibito Itachi.

“Diciamo che è una specie di prova!” gli rispose lanciandogli uno sguardo in cui gli fece capire di non chiedere altro.

Mikoto rimase in silenzio anche se la sua espressione lasciava intendere di avere diverse domande e preoccupazioni riguardanti quella strana situazione all’interno del team dei suoi ragazzi.
La famiglia Uchiha cenò in completa armonia, tralasciando completamento il discorso “Sakura e missione”, fino a quando Fugaku ordinò ai due di andarsi a lavare.

“Caro? Non pensi che questa situazione possa influire negativamente sulla squadra? Dovranno affrontare diversi incarichi per conto del villaggio e alcuni di questi
potrebbero rivelarsi pericolosi… insomma, non mi sento affatto tranquilla al pensiero che possa accadere qualcosa di brutto. Ma perché gli avete affidato subito una missione? Non potevate affidarla ad altre squadre?” domandò a raffica Mikoto, esponendo tutti i suoi timori.

“Calmati Mikoto, è tutto sotto controllo! La missione in sé per sé non è pericolosa, inoltre non ti dimenticare che con loro ci sarà anche Kakashi, il nostro miglior Jonin e poi… poi sia Sasuke che Naruto sono molto forti e da quel che dice Tsunade, anche Sakura non è da meno. Per quanto riguarda il discorso della richiesta della ragazza mi trovi del tuo stesso parere, ma potrebbe essere anche la soluzione necessaria per far affiatare finalmente il team!” rispose, accarezzandole le braccia per tranquillizzarla.

“Papà ha ragione, non temere mamma!” asserì fiducioso Itachi, anche se nutriva le stesse preoccupazioni della genitrice.

Rimasero tutti e tre in cucina fino alle undici di sera a compiere i soliti lavori: Fugaku intento ad esaminare alcuni rapporti che era solito portarsi a casa, Mikoto a rassettare la cucina e Itachi a limare e lucidare tutte le sue armi e per ultima, la più importante, la sua katana. Naruto e Sasuke invece erano già andati a dormire da circa un paio d’ore.

“Finito! Sono stanco è meglio che vada a riposarmi!” disse tutto d’un tratto Fugaku, alzandosi e dirigendosi verso le scale.

“Anch’io, vengo con te!” intervenne Itachi.

“Figliolo, potresti aiutarmi a finire?” domandò dolcemente Mikoto, sorprendendo Itachi per la richiesta. Non era mai capitato che la madre chiedesse aiuto per riordinare o pulire, generalmente ci pensava lei oppure, se troppo stanca, posticipava il tutto alla mattina seguente facendosi aiutare dalle domestiche.

“Va bene!” rispose titubante in attesa di ricevere le direttive.

Mikoto salutò il marito con il solito e consueto bacio a fior di labbra, sussurrandogli che lo avrebbe raggiunto entro venti minuti.
Itachi continuava ad osservare quegli strani scambi di sguardi e di informazioni. Se prima nutriva qualche sospetto, ora aveva la certezza assoluta che stessero confabulando qualcosa.
Aspettò di sentire il padre salire al piano di sopra, poi:

“Mamma, mi spighi che sta succedendo?” chiese esplicitamente.

Mikoto sorrise per la perspicacia del figlio ed era giusto colmare le sue curiosità.

“Vedi… tuo padre deve fare una cosa molto importante e sai quanto sia riservato per certi aspetti… è per questo che ti ho chiesto di aiutarmi anche se in realtà ho già finito tutto. Fra venti minuti potremo salire anche noi!” gli spiegò sorridendo.

“Ma cosa deve fare?” insistette. La curiosità era al massimo.
Mikoto sospirò profondamente, chiudendo gli occhi. Non sapeva come dirglielo ma non poteva nemmeno ignorare le sue domande.

“D’accordo… azzera la tua aurea e seguimi molto lentamente… è importante non farci percepire!” dirigendosi molto cautamente verso le scale.

Itachi seguì dettagliatamente gli ordini della madre, seguendola e rimanendo sempre dietro di lei in attesa di ricevere altre disposizioni. Era tutto molto strano, ma così tremendamente eccitante e divertente, cosa doveva fare suo padre?
Mikoto si affiancò alla parete, portandosi l’indice all’altezza del naso intimando l’assoluto silenzio poi, con il capo, gli fece cenno di sbirciare…
Itachi osservò curiosamente e dopo qualche istante si appoggiò al muro insieme alla madre, guardandola incredulo mentre lei gli fece cenno di ritornare nuovamente in cucina.

“Allora? Cos’hai visto?” domandò quasi divertita una volta scesi al piano di sotto.

“Cos’ho visto? Papà che usciva dalla camera di Sasuke e che si dirigeva verso quella di Naruto… mamma, ma che gli è preso?” chiese completamente spaesato da quello strano comportamento del padre. Non ricordava di averlo mai visto entrare nelle loro stanze per rimboccargli le coperte o per assicurarsi che stessero dormendo.

“Capirai meglio una volta che diventerai genitore! Tuo padre è in pensiero per i tuoi fratelli che domani partiranno per la loro prima missione… per noi è sempre un’ansia sapervi lontani da casa con il pericolo che possa accadervi qualcosa. Anche se siamo ninja e siamo consapevoli del nostro ruolo, una volta diventati genitori cambia tutto e non è facile abituarsi all’idea che siete diventati grandi… degli uomini… e che un giorno uscirete per sempre da questa casa formando a vostra volta una famiglia. Gli anni passano, ma rimarrete per sempre i nostri bambini!” disse asciugandosi una lacrima.

“Mamma?” la chiamo affettuosamente, commosso da quelle parole piene d’amore.

“Scusami, non sono riuscita a trattenermi!” voltandosi verso il figlio con il suo solito sorriso nonostante il rossore degli occhi.

Gli mise davanti una tazza di thè fumante, incoraggiandolo a berlo in sua compagnia.

“Sai… anche con te tuo padre fece la stessa cosa, ma a differenza dei tuoi fratelli, rimase tutta la notte a vegliare il tuo sonno, uscendo dalla stanza qualche minuto prima che ti svegliassi!” gli raccontò tra un sorso e l’altro.

“Cosa?” guardandola sbigottito.

“Oh si! E’ stato durante la tua prima missione con gli anbu. Per tanto fosse orgoglioso di te per l’incarico ottenuto alla tua giovane età, tanto era terrorizzato all’idea che potesse succederti qualcosa!” aggiunse la madre.

“Non me lo sarei mai aspettato… mi lasci senza parole!” disse ancora incredulo.

“Che non ti scappi una parola con nessuno di quello che hai visto prima e di quello che ti ho raccontato, altrimenti….”

“Sono guai!” finì lui la frase.

“Esatto!”

Madre e figlio finirono di bere il thè, aspettando silenziosamente lo trascorrere dei venti minuti prima di poter raggiungere le proprie stanze, lasciando così Fugaku libero di aggirarsi fra una stanza e l’altra senza il pericolo di essere visto.

Era entrato per primo da Sasuke, controllando subito che lo zaino necessario per il giorno seguente fosse già stato preparato. Si rallegrò vedendo che era tutto pronto, vestiti compresi appoggiati ordinatamente sulla sedia. Si era poi avvicinato al letto, osservando il figlio dormire beatamente coperto fino a metà busto e il braccio fuori dalle lenzuola. Glielo alzò delicatamente, cercando di non svegliarlo, sistemandolo all’altezza del fianco rimboccandogli infine le coperte. Lo guardò per un tempo interminabile e prima di uscire gli accarezzò affettuosamente i capelli e la guancia. Si voltò un’ultima volta per guardalo con affetto prima di richiudersi dietro di sé la porta.

Attraversò il corridoio per dirigersi nella stanza di fronte, quella di Naruto, ignaro che gli occhi di Itachi lo stessero fissando.

Abbassò la maniglia molto lentamente e aprì la porta con altrettanta lentezza. Non era per la preoccupazione di svegliare il nipote, dato il rumore infernale del suo russare, ma per la paura di urtare contro qualcosa. Naruto era disordinato per natura ed entrare in camera sua era sempre stata un’impresa fin dalla tenera età, a differenza di Sasuke un vero e proprio maniaco dell’ordine.
Fece solo un passo prima di imprecare mentalmente per aver appoggiato il piede nudo sopra un qualcosa di tagliante. C’era troppo buio per capire cosa fosse e fu costretto ad attivare lo Sharingan. Si ritrovò in un ambiente che definire disordinato era quasi un complimento. Vestiti sparsi ovunque, libri, vecchi giocattoli che conservava ancora, stivaletti, ciabatte… Sbuffò, cercando di non incollerirsi dato i continui rimproveri e ammonimenti per fargli riordinare la stanza - tutti bellamente ignorati… guardò verso il basso per capire cosa gli avesse fatto male al piede, trovandosi un kunai con la punta rivolta verso l’alto.

Richiamò a sé tutto il suo autocontrollo!

Iniziò a schivare gli oggetti sparsi in malo modo a terra, ma uno ne scansava e due ne centrava nonostante lo Sharingan attivato. Finalmente riuscì a raggiungere il letto, scuotendo il capo con rassegnazione alla vista di Naruto. La testa appoggiata a terra, la schiena di traverso e le gambe spalancate sul materasso… come facesse a dormire in quel modo era ancora una domanda senza risposta!
Si chinò e lo sistemò delicatamente sul letto, preoccupandosi di coprirlo adeguatamente. Un’impresa abbastanza complessa visto i continui scatti del nipote durante il sonno. Fortunatamente riuscì nel suo intento e lo guardò soddisfatto, ma Naruto, con un colpo di reni, si scoprì nuovamente finendo con la testa a terra.

A Fugaku gli vibrò nervosamente la vena della giugulare ma non si arrese: dopotutto era un Uchiha.

Si apprestò a rimetterlo sul letto, rimboccandogli le coperte, ma ancora il ragazzo si scoprì rimettendosi tutto sbilenco nel materasso.

“Basta, ci rinuncio!” pensò contrariato. Il tempo stava passando e doveva affrettarsi ad uscire da quella stanza caotica.

Si chinò appena, strofinandogli i capelli e quando stava per accarezzarlo sulla guancia, Naruto gli prese la mano mettendosi in bocca il pollice, iniziando a succhiarlo.

Fugaku stava per esplodere: mai in vita sua era stato trattato da ciuccio!

Avrebbe voluto scatenare un putiferio mandando a monte la copertura della moglie e la sua, rivelando ai membri della famiglia il suo lato apprensivo. Ma non poteva farlo, c’era in gioco l’onore e l’orgoglio!

Piano piano, cercò di sfilare il suo pollice dalla bocca sbavata del nipote nonostante questo si oppose nel sonno, afferrandoglielo con prepotenza e succhiandolo sempre più forte.

“Se non mi lascia giuro che gli lancio un chidori… a tutto c’è un limite e questo è veramente troppo, non mi importa se vengo scoperto… tanto posso sempre utilizzare lo sharingan ipnotico!” continuò a pensare imbufalito.

Forse Naruto si era stancato di succhiare o forse, nel sonno, aveva avuto il presentimento di essere in grave pericolo… fatto sta che lasciò il pollice dello zio.

“Oh, finalmente!” sospirò soddisfatto.

Si guardò il dito pieno zeppo di saliva e mentre cercava un qualcosa per pulirsi, Naruto portò le gambe sul pavimento voltandosi a pancia bassa e alzando il sedere verso l’alto, dal quale uscì una puzzetta che costrinse Fugaku a tapparsi il naso e a cercare una via di fuga… e alla svelta.

Non era capace di rimanere a lungo in apnea.

Si affrettò a raggiungere la porta pestando qualunque cosa. Convinto di essere arrivato sano e salvo, si dimenticò del kunai, appoggiando la pianta del piede proprio sopra la punta dell’arma.

Dovette far leva su tutti i suoi istinti ninja per non urlare dal male, maledicendo il nipote a non finire.

Raccolse un indumento, forse una maglia o una canottiera, avvolgendoci il piede insanguinato, chiedendo poi a Mikoto di medicarglielo. Uscì di corsa dalla stanza, ricominciando a respirare.

Entrò nella sua camera, trovando la moglie intenta a pettinarsi i capelli davanti allo specchio.

“Tutto bene?” domandò premurosamente.

“Si!” rispose, incamminandosi zoppicando verso il letto.

“Che hai fatto? E perché il piede è avvolto nelle mutande sporche di Naruto?” chiese curiosamente la moglie.

Fugaku abbassò lo sguardo. Afferrò alla svelta i cuscini, soffocando le urla di imprecazione ai danni di quella piccola peste bionda.

******


Sakura rincasò verso le sette di sera. Era tutta dolorante nonostante si fosse curata da sola. Aveva incassato dignitosamente i colpi dei suoi ex amici che si erano scaraventati contro di lei con una cattiveria inaudita. I calci e i pugni arrivavano da ogni direzione colpendo tutto il suo corpo, viso compreso, ma non si era mai lamentata convinta che fosse un ottimo allenamento per potenziare la sua robustezza fisica senza l’aiuto del chakra.
Appena inserì la chiave la porta si aprì, trovandosi di fronte il padre preoccupato.

“Sakura, bambina mia ma dove sei stata fino adesso?”

“Papà cosa fai a casa?” domandò sorpresa, sapendo che sarebbe rincasato circa mezz’ora dopo il suo ritorno.

“Ho finito un’ora prima su ordine dell’Hokage perché voleva che ti recapitassi un messaggio… ma che hai fatto? Sei tutta sporca per non parlare dei vestiti strappati!” afferrando alcuni lembi.

“Sto bene, mi sono solo allenata e può capitare che…”

“Non mentirmi, so bene che il tuo maestro vi ha congedato prima di pranzo, allora, vuoi dirmi cosa ti è successo? Chi ti ha ridotto in questo stato? Sakura, parlami!” le ordinò duramente anche se i suoi occhi luccicavano dal dispiacere.

Come faceva a saperlo? Aveva parlato con Kakashi?

“Mi sono allenata giù al torrente della periferia!” mentendo in parte.

“E c’è bisogno di ridursi in questo stato?” domandò appoggiandole il braccio sulla spalla esortandola ad entrare.

“Scusami, ma quando mi alleno non bado molto ai vestiti, ma stai tranquillo, una bella lavata, una nuova ricucita e torneranno come nuovi!” disse cercando di rassicurarlo.

“Non mi importa niente dei vestiti, solo che non mi piace vederti ritornare a casa conciata in questo modo!” le spiegò mettendosi a sedere sconfortato.

Era tornata a casa già altre volte ridotta in quello stato, o forse anche peggio, ma non lo aveva mai visto così avvilito.

“Papà?” lo chiamò dolcemente.

“Scusami tu… ma è più forte di me… non riesco a non preoccuparmi vedendoti ridotta malamente, specie sapendo che…” interrompendosi dall’incapacità di parlare, troppo provato dall’angoscia.

“Sapendo che?” lo esortò a continuare.

Il padre la guardò dolcemente, sospirando profondamente:

“Sapendo che… sapendo che domani dovrai partire per la tua prima missione!” le confessò tutto di un fiato.

“Cosa?” urlò quasi terrorizzata. Non si sentiva pronta di affrontare un incarico tanto importante dopo quello che era accaduto in mattinata.

“Sì, è questa la missiva che ti dovevo riportare da parte dell’Hokage e non è tutto… starai via anche una notte. Mi è stato detto di dirti di presentarti domattina alle sei in punto con tutto l’equipaggiamento necessario!” spiegando il contenuto del messaggio.

“Capisco… altri due giorni senza di te!” disse abbassando il capo.

“Due giorni non sono niente a confronto di tre mesi, passeranno velocemente, vedrai. Poi lo sapevamo che prima o poi avresti preso parte alle missioni, dopotutto ora sei una Genin!” mostrando un sorriso tirato.

Sakura annuì solamente con il capo, rimanendo in piedi.

“Su, vatti a dare una sistemata mentre finisco di preparare la cena e poi questa sera ti voglio a letto presto, intesi?” alzandosi a fatica dalla sedia.

Alla rosa non rimase altro che ubbidire. Non aveva altra scelta.

La cena venne consumata in assoluto silenzio. Entrambi gli Yukan mangiarono con il capo abbassato provato dal dolore sapendo di doversi separare nuovamente.
Sakura finì di cenare, sparecchiando e lavando i piatti incurante delle proteste del padre. Lo salutò augurandogli la buonanotte con un leggero bacio sulla fronte e si diresse verso la sua stanza.

Entrò nella penombra della luce lunare, apprestandosi a preparare molto lentamente il suo zaino con tutto l’occorrente per la missione, sospirando sconfortata. Si infilò sotto le coperte fissando il soffitto. Non aveva sonno a causa dei mille pensieri che gli ronzavano per la testa…
L’ultima volta che puntò lo sguardo verso la sveglia le lancette segnavano le tre e mezza passate e dopo meno di due ore si sarebbe dovuta alzare. Finalmente riuscì ad addormentarsi anche se il suo sonno fu abbastanza travagliato, svegliandosi in continuazione.
Alle cinque si alzò dal letto spegnendo la sveglia puntata per le cinque e venti. Iniziò a prepararsi con calma e prima di scendere le scale aprì la porta della camera del padre, svegliandolo all’istante.

“Oh scusa papà non volevo svegliarti!” disse mortificata.

“Non preoccuparti, non ho più sonno!” la tranquillizzò mettendosi a sedere e battendo la mano sul materasso facendole capire di andarsi ad accomodare accanto a lui.

Sakura si precipitò verso il padre, abbracciandolo forte.

“Bambina mia, mi raccomando comportati bene e stai molto attenta. Segui sempre tutte le istruzioni del tuo maestro, mai disubbidirgli per nessuna ragione e se dovessi avere qualche incertezza ricordati sempre che puoi contare sull’aiuto dei tuoi compagni… siete una squadra… intesi?” si premunì nel darle tutte le disposizioni necessarie.

“Si papà, stai tranquillo… ci vediamo domani!” baciandolo sulla guancia.

Si affrettò ad uscire da casa con il cuore che le batteva fortemente nel petto. Le parole del padre riguardanti la squadra le avevano fatto male: non erano un vero team e forse non lo sarebbero mai diventati. Lei aveva preso la sua decisione e Sasuke la sua: non aveva nessuna considerazione di lei!

******


Naruto e Sasuke si abbuffarono con la colazione, il pasto principale della giornata, sotto lo sguardo divertito di tutta la famiglia che, per l’evento, si era alzata per augurare buona fortuna ai due ragazzi.

“Dobe hai finito?” domandò spazientito Sasuke, vedendo il biondo continuare ad ingurgitare cibo a volontà.

“Non ancora!” rispose a bocca piena, mostrando tutto il cibo masticato.

“Che schifo!” disse di riflesso il moro, voltando lo sguardo dalla parte opposta.

“Credo che forse sarebbe il caso di smettere di mangiare altrimenti rischi di appesantirti troppo per il viaggio!” intervenne Mikoto, portandogli via il piatto.

“Uffa, ma io ho ancora fame!” brontolò, mostrando dei falsi lacrimoni agli occhi.

“Guarda che rischiate di arrivare tardi!” apostrofò Itachi, sperando che Naruto la smettesse di fare i capricci.

“Oh kami, ma è tardissimo! Teme perché non me lo hai detto?” incolpando l’amico per l’ora tarda.

“Ma sta zitto! Sono più di dieci minuti che ti dico di smetterla ma quando si parla di cibo perdi qualsiasi cognizione del tempo!” fulminandolo con lo sguardo.

“Vi accompagniamo alla porta!” asserì Fugaku alzandosi ed incamminandosi, zoppicando, verso l’ingresso.

“Zio, perché zoppichi?” domandò ingenuamente Naruto.

L’Uchiha maggiore strinse i pugni!

“Forse ha messo male il piede quando è sceso dal letto!” cercò di giustificarlo la moglie, trattenendo a stento una sonora risata. Il marito le aveva raccontato tutto.

“Ahhh!... Cerca di stare più attento, non sei più un giovincello!” prendendolo in giro.

“Adesso basta!”

Fugaku aveva allungato il braccio per afferrargli il collo, intenzionato più che mai a strozzarlo, ma Itachi fu molto veloce ad intervenire, scongiurando così il tentato omicidio ai danni di Naruto.

“Ma che ti è preso?” domandò sbattendo più volte i suoi occhi azzurri.

“Naruto, lascia in pace tuo zio!” lo ammonì dolcemente Mikoto.

Sasuke, nel mentre, continuò a sbuffare dal ritardo che continuavano ad accumulare.

“Comportavi bene e cercate di tornare a casa sani e salvi, ok?” disse Mikoto davanti alla porta di casa, accarezzando sulla guancia i due ragazzi.

Sasuke stava per scostarsi, non sopportando quei gesti d’affetto in pubblico, ma Itachi gli appoggiò la mano sulla schiena impedendogli di muoversi e costringendolo ad accettare la moina da lui tanto detestata.

“Ci vediamo domani!” salutò radioso Naruto.

“Si e quando torni sappi già che pretendo che riordini la tua stanza!” disse Fugaku a braccia conserte.

“La mia stanza? Ma è perfettamente riordinata!”

“Non dire idiozie!” tuonò Fugaku con un braccio alzato.

“Perché dici questo? Non dirmi che sei entrato in camera mia!” puntandogli addosso l’indice.

Beccato!

“Solo un folle entrerebbe nella tua stanza e di certo mio padre non lo è… muoviti che è tardissimo!” disse Sasuke tirandolo per il collo della felpa.

Mikoto guardò divertita il marito tossire falsamente e Itachi dovette entrare in casa incapace di trattenersi dalle risate, piegandosi addirittura sulle ginocchia.

*****


“Ecco, vedi dobe? A causa tua siamo gli ultimi!” gli ringhiò contro dopo aver scorto davanti ai cancelli Kakashi e Sakura che stava arrivando di corsa.

“Ma che dici, anche Sakura-chan è appena arrivata!” gli fece notare il biondo.

“Si ma è arrivata prima lei a fianco di Kakashi!” brontolò nuovamente.

“Uff, quante storie teme!... Buongiorno!” urlò a squarciagola salutando con entrambe le braccia alzate.

“Naruto non pensi che forse a quest’ora le persone dormono ancora? Vedi di abbassare il tono della voce, grazie!” lo riprese Kakashi, facendo sorridere la rosa.

“Ops, scusate!” sfoggiando il suo solito sorriso a trentadue denti.

“Allora ascoltatemi molto attentamente… questa è la prima missione del team7, è di livello D quindi i pericoli sono quasi nulli, ma bisogna rimanere sempre allerta e… collaborativi!” calcando sull’ultima parola, guardando con l’occhio scoperto Sakura e Sasuke.

“Capito!” risposero all’unisono.

“Molto bene, partiamo!” balzando subito in direzione della foresta a Nord del villaggio, seguito a ruota dai suoi allievi.

Sakura si era messa dietro a Kakashi, seguita da Sasuke e Naruto. Sentiva lo sguardo del moro puntato addosso, ma cercò di ignorarlo. Voleva dimostrargli di riuscire anche lei a tenere il passo come tutti i ninja e di potersi fidare di lei, nonostante la ritenesse l’anello debole del team, anche se non poteva dargli tutti i torti.
Il viaggio fu molto tranquillo, fino a quando Kakashi decise di fermarsi in una piccola radura a poco più di mezz’ora di distanza dal villaggio.

“Bene, direi che possiamo fermarci qua a pranzare e a riposarci, che ne dite?” propose compiaciuto.

“Tze… possiamo farlo dopo la missione! Non capisco perché dobbiamo fermarci proprio adesso… o c’è qualcuno che è stanco?” domandò sarcasticamente, guardando di sfuggita la compagna.

“Se è per me non devi preoccuparti, sono ancora piena di energie!” disse Sakura rivolta al Jonin.

“Non lo faccio per nessuno di noi… ho deciso così punto e basta. Non tollero che discutiate i miei ordini, intesi?” asserì seriamente.

“Per me va benissimo… ho una fame!” intervenne Naruto, mettendosi comodamente seduto sull’erba pronto a divorare il pranzo cucinato dalla zia.

“Il solito dobe! Dopo tutto quello che ti sei mangiato stamattina l’idea di vederti ingurgitare altro cibo mi fa venire il voltastomaco!” sedendosi accanto a lui.

“Allora voltati dall’altra parte!” disse sputandogli addosso alcuni chicchi di riso che aveva già messo in bocca.

“Che schifo!” pulendosi con stizza il viso.

“Su, su… non iniziate a litigare!” si intromise il Jonin, alludendo chiaramente alla disputa del mattino prima.

Sakura rimase in silenzio sedendosi anche lei.

“Su via, un po’ di dialogo! Non voglio vedervi silenziosi per due giorni, altrimenti questa missione sarà una noia totale! Già il viaggio in silenzio è stato alquanto noioso!” fece notare kakashi, sperando di esortarli a dialogare un po’ di più.

“Se non c’è niente da dire a che serve parlare?” domandò scocciato Sasuke.

“Si può parlare di tante cose… tipo, avete dormito bene questa notte o eravate agitati? Tu Sakura cosa mi dici?” chiese cortesemente verso la rosa, notando che continuava a stare sulle sue.

“Io? I-io veramente… io non ho dormito molto!” rispose timidamente.

“Perché? Non avevi sonno? Io invece ho dormito come un ghiro!” disse Naruto, continuando a mangiare.

“Avevi paura per la missione?” domandò maleficamente Sasuke.

“No! Non ho paura!” sbattendo il cestino del pranzo sul prato.

“E allora perché non hai dormito?” incalzando la dose.

“Teme adesso basta!” lo ammonì seriamente Naruto, apprestandosi a raccogliere il contenitore della compagna mezzo rovesciato.

“Perché non mi andava di lasciare nuovamente mio padre, poi puoi pensare quello che ti pare, non mi importa!” gli rispose con rabbia.

“Calmiamo i toni, vi ricordo che siamo in missione!” intervenne abbastanza infastidito Kakashi. Se continuavano con quell’atteggiamento, specie Sasuke, la missione si sarebbe rivelata un vero disastro compromettendo gli altri futuri incarichi.

“Mi dispiace Sakura-chan… la colpa del tuo allontanamento è solo nostra. Non avremmo dovuto metterti da parte durante l’esame e costringerti poi ad usare le arti curative su di noi, infrangendo così la legge. Perdonaci!” la supplicò mettendosi in ginocchio davanti a lei con il capo abbassato.

Le scuse di Naruto erano sincere e mai la rosa si sarebbe immaginata un gesto così profondo da parte del compagno. Non sapeva come comportarsi e cercò aiuto in Kakashi, il quale continuava a guardare la scena con l’occhio scoperto pieno di ammirazione.

“N-naruto… così mi metti in imbarazzo!” disse a fil di voce.

“Non devi, sono io che mi sento in imbarazzo nei tuoi confronti… potrai mai perdonarmi!” alzando lo sguardo affranto.

La rosa annuì appena e il biondo ne approfittò nel saltarle addosso per abbracciarla facendola arrossire completamente.

“Staccati!” disse impacciata, cercando di allontanarlo con le braccia.

“Scusa non volevo ma non sono riuscito a trattenermi!...” sorridendo tutto soddisfatto: “… però scusa Sakura –chan, posso farti una domanda?” cambiando immediatamente espressione del viso, diventando serio.

“Dimmi?” chiese un po’ preoccupata.

“Ma perché sei così piatta?” indicando con il dito il petto della rosa.

Kakashi puntò gli occhi al cielo picchiandosi la mano sulla fronte mentre per poco Sasuke non si affogò con il suo pranzo.

Sakura strinse i pugni, tremando dalla rabbia.

“Si insomma… quando abbraccio Hinata o Ino mi sembra di appoggiarmi su un salvagente ma con te sembrava di abbracciare un tavola p…”

Naruto non riuscì a finire la frase che la rosa lo colpì violentemente in pieno viso scaraventandolo a qualche metro di distanza, ansimando pesantemente.

“Ahio, ma ho fatto solamente…”

Sakura non perse tempo, afferrò il primo oggetto alla sua portata tirandoglielo addosso e centrandolo in pieno viso.

Naruto cercò di ricomporsi e prima di riuscire a proferire nuovamente una singola sillaba, la compagna gli urlò contro:

“BAKA!”

Il suo urlo fu talmente acuto da provocare l’eco in mezzo alla radura.

Sasuke sorrise divertito poiché gioiva ogniqualvolta il compagno venisse malmenato da qualcuno. Puntò lo sguardo accanto al biondo accorgendosi dell’oggetto che la rosa gli aveva lanciato.

“Tieni, mangia questo!” le disse porgendole il suo cestino.

“C-come?” domandò confusa.

“Non hai più il pranzo perché una parte è finita a terra, prima, dopo il tuo scatto… e l’altra è tutta a fianco del dobe!” le spiegò non guardandola in faccia, continuando però a tenere il braccio teso nella sua direzione con in mano il cestino.

Kakashi sorrise da dietro la maschera.

“Non lo voglio, non ho fame!” rispose infastidita. Non aveva nessuna intenzione di dargliela vinta, ma il suo stomaco sembrava avere altre intenzioni, iniziando a borbottare rumorosamente.

Sakura avvampò dall’imbarazzo, adirandosi furiosamente notando le labbra incurvate dell’Uchiha.
Stava ridendo di lei.

“Tu no, ma la tua pancia sì! Avanti, prendi il pranzo di Sasuke e mangia perché fino a stasera non mettere nient’altro sotto i denti!” intervenne Kakashi, obbligandola così ad accettare il gesto gentile del compagno.

L’Uzumaki si avvicinò massaggiandosi le parti lese e lamentandosi silenziosamente del male.
Sasuke non lo degnò di un solo sguardo, preferendo sdraiarsi sul manto erboso chiudendo gli occhi. Nemmeno Sakura lo guardò, sentendosi ancora offesa. Si voltò dalla parte opposta iniziando a mangiare. Kakashi fu l’unico a guardarlo, annuendo favorevolmente con il capo.

Naruto era l’equilibrio, l’unico capace di spezzare qualsiasi situazione all’interno del team, anche usando la buffonaggine o la poca delicatezza nell’esporre le proprie idee o perplessità. Di certo però, aveva avuto una bella lezione da parte della compagna: mai bisognava permettersi di dire ad una ragazza che non aveva il seno, definendola piatta!

Kakashi fece riposare i suoi ragazzi per un paio d’ore fino a quanto non ritenne opportuno dirigersi verso il villaggio.

“Avanti, è ora di ripartire!”

I due ragazzi si alzarono all’istante ad eccezione di Sakura che continuò a dormire.

“Guarda teme, dorme!” indicandola divertito con l’indice.

“Non sono cieco!” rispose freddamente.

“E’ meglio svegliarla!” suggerì il Jonin.

“Ci penso io!” si propose Naruto.

“Forse è meglio di no… dopo quello che le hai detto prima potrebbe prenderti nuovamente a sberle!” gli disse divertito Sasuke.

“Perché non lo fai tu?” suggerì con altrettanto divertimento Kakashi.

“Tze… non ci penso proprio!” incrociando le braccia indispettito.

“Ok, vorrà dire che lo farò io in quanto vostro maestro!” alzando rassegnato le braccia al cielo.

“Sakura… Sakura!” sussurrando il nome e scuotendola con delicatezza.

“Mmm… cinque minuti!” biascicando nel sonno.

“Te ne darei anche di più, ma abbiamo una missione da portare a termine, ricordi?” domandò sempre a bassa voce.

“Missione?...” alzandosi di scatto: “… Scusate, mi ero addormentata!”

“Non importa, adesso andiamo!” tranquillizzandola con il sorriso nascosto dalla maschera.

Si diressero verso il villaggio e nel giro di un’ora circa portarono a termine la missione, consegnando i medicinali richiesti a Konoha.
C’era rimasto del tempo prima di rimettersi in marcia e Kakashi suggerì di fare un giro in quel piccolo villaggio di campagna, fermandosi ad osservare dei contadini intenti a mietere del grano ormai maturo.
Era un tipo di raccolto conosciuto dai ragazzi solamente dai libri di testo e mai visto di persona. Konoha non disponeva di campi simili, acquistando i prodotti direttamente dai produttori esterni.
Il sole iniziò a tramontare e il Jonin ordinò ai ragazzi di mettersi subito in marcia per raggiungere il posto da lui prefissato per il pernottamento, prima che scendesse la notte.
Purtroppo si erano fermati più del tempo previsto e quando arrivarono per accamparsi mancava circa una mezz’ora prima che facesse buio. Kakashi però raggirò a proprio vantaggio il ritardo assegnando diversi compiti ai ragazzi, i quali avrebbero dovuto aiutarsi a vicenda.

Un vero e proprio gioco di squadra!

“Bene, ascoltatemi attentamente… ora andrò a comporre dei sigilli di allerta lungo il perimetro del nostro accampamento così da avvisarci tempestivamente in caso di pericolo, voi nel mentre sistemate i vostri sacchi a pelo, raccogliete legna a sufficienza per il falò di questa notte e vedete di procurare qualche selvaggina da cuocere e mangiare, poi, se farete in tempo, scendendo questo sentiero potrete trovare un piccolo ruscello nel quale rinfrescarvi un po’ togliendovi la polvere di dosso… non c’è tempo per fare il bagno, intesi?” balzando subito via, senza dare il tempo a nessuno di loro di porgli domande.

“Se ne è andato come sempre!” constatò Naruto portandosi le braccia dietro alla testa.

“Anziché startene con le mani in mano, vedi di sbrigarti dobe!” lo ammonì l’Uchiha.

“Si, si… arrivo!”

Sakura tastò il terreno cercando il punto con meno sassi possibili per poter stendere il proprio sacco a pelo.

“Che stai facendo? Quel terreno è duro!” la riprese scocciato Sasuke.

“Per tua informazione sto cercando un posto adatto per…”

“Non dire idiozie! Per prima cosa devi trovare il terreno più molle e quando lo hai trovato devi plasmarlo con le mani creando degli avvallamenti lievi all’altezza delle spalle e del bacino per poter riposare meglio, solo dopo potrai togliere i massi!” le spiegò bruscamente.

Per Sakura era la prima volta che dormiva all’aperto e non aveva la minima idea su come comportarsi. Osservò i compagni guardando quello che facevano. Naruto si era sdraiato a terra calcando con le spalle e il bacino per poi rialzarsi, avvallare lievemente il terreno, togliere i sassi e stendere il proprio sacco a pelo.

“Sakura-chan, qui il terreno è più molle, vieni!” la chiamò il biondo, indicandole il punto esatto.

La rosa si avvicinò, imitando i compagni. Ancora una volta Sasuke, a modo suo, l’aveva aiutata e lei, anziché ringraziarlo, si sentì nuovamente l’anello debole del team.

“E’ già tardi, rimane poco tempo prima che faccia buio… che ne dite se io raccolgo la legna e voi due provate a catturare qualcosa? In questo modo faremo prima!” propose l’Uchiha.

“Per me va bene, andiamo Sakura-chan ma è meglio dividerci, io vado a sinistra e tu a destra!”

Senza accorgersene, stavano collaborando e Kakashi, rimasto nascosto in mezzo ai rami, scosse il capo compiaciuto.

A Sakura le parve di essere ritornata nella radura di Chyo e sapeva esattamente come piazzare le trappole per catturare le prede. Non ci mise molto a prepararne un paio, poi ne approfittò scendendo verso il ruscello per ripulirsi dalla polvere.

Sasuke aveva raccolto una montagna di legna, adatta per il falò e si stava apprestando ad accendere il fuoco. Un giochetto da ragazzi per lui dato che attivò la tecnica della palla suprema.
Naruto ritornò all’accampamento con un’espressione funesta mostrando al compagno e al maestro, appena ritornato, il suo misero bottino di selvaggina: una lucertola e una lumaca.

“Stai scherzando, vero? Credi che quella robaccia possa sfamarci tutti e quattro? E poi non ho nessuna intenzione di mangiarla!” lo aggredì pesantemente il moro.

La rosa si presentò subito dopo, con in mano due splendidi conigli adulti e grossi.

“Per fortuna ci ha pensato Sakura!” asserì soddisfatto Kakashi.

“Già… altrimenti saremo morti di fame!” aggiunse l’Uchiha ancora adirato, mortificando ancora di più il compagno.

La rosa sorrise appena, contenta di essere stata finalmente utile in qualcosa. Rimase comunque in silenzio, dirigendosi vicino al fuoco.
Scelse diversi bastoncini, poi prese un kunai iniziando a dissezionare la selvaggina, tagliando minuziosamente e perfettamente ogni pezzo di carne commestibile infilandolo a sua volta nei bastoncini di legno. Tagliò pezzi piccoli, più facili da cuocere, incastrando i bastoni in mezzo alle pietre che delineavano il diametro del falò. Il calore del fuoco iniziò pian piano a cuocere la carne e quando i primi furono pronti li servì ai compagni e a Kakashi mentre lei continuò a dedicarsi alla cottura.

“Accidenti, ma è squisito!” si complimentò estasiato Naruto dopo aver dato il primo morso.

“Qualsiasi cosa per te è buona purché sia commestibile!”

La freddezza di Sasuke non aveva eguali, ma dovette ricredersi appena addentò il primo pezzo di carne, trovandola gustosa e molto morbida. Ovviamente si guardò bene dal complimentarsi con la compagna.

“I miei complimenti! Abbiamo una cuoca provetta!” aggiunse Kakashi, facendola arrossire.

“E’ stata solo fortuna… la selvaggina o è buona oppure no!” disse Sasuke, cercando un appiglio per criticare la compagna, tanto il lavoro più squallido l’aveva già fatto lei e cuocere della carne non era così complicato.

“Forse hai ragione… arrangiati tu a cucinare il resto!” gli rispose infastidita, mettendosi a sedere a fianco del Jonin con gli ultimi bastoncini cotti da lei.

“Tze!”

Sasuke prese degli altri bastoncini fissandoli allo stesso modo in mezzo alle pietre, non accorgendosi però di averli messi troppo vicini al fuoco.

“E’ pronto? Io ho fame!” brontolò spazientito Naruto.

“Si, prenditeli tu! Di certo non ti servo, dobe!”

L’Uzumaki afferrò il bastone che cadde rovinosamente a terra a causa del troppo calore.

“Ahio! Ma sei impazzito? Per poco non mi bruciavo!” soffiando ripetutamente sopra la mano.

“Dovevi stare attento, ma tu non conosci il significato di questa parola, vero?” lo derise il moro.

“Spiritoso!” pulendo la carne da alcuni fili d’erba, prima di addentarla.

“Puuu!...” sputandola tutta addosso a Sasuke, il quale si trattenne a stento: “… Ma è disgustosa, sembra di mangiare un macigno!” porgendola all’amico.

Sasuke ne prese un pezzo senza mai distogliergli gli occhi di dosso. Era impossibile che la carne fosse dura, era convinto che fosse un modo come un altro per vendicarsi di lui ed elogiare la compagna.
Purtroppo la sua convinzione si rivelò del tutto sbagliata: Naruto aveva ragione, la carne era immangiabile.

“Sakura-chan, come hai fatto?” domandò curiosamente, indicando la carne ancora da cuocere.

“Avanti, spiegaci il tuo trucco!” la incoraggiò divertito Kakashi.

“Non c’è trucco… bisogna semplicemente cuocerla lentamente. Sasuke ha messo i bastoncini troppo vicini al fuoco ed è per questo che la carne è diventata dura!” fulminando il moro con lo sguardo.

“Tze!” rispose infastidito, incrociando le braccia al petto.

“Non è che potresti cucinare tu i pezzi rimanenti? Ho una fame!” chiese speranzoso Naruto.

“D’accordo!” rispose soddisfatta. Gli insegnamenti di Chyo stavano portando i suoi frutti.

Sakura cucinò tutta la carne, porgendola persino a Sasuke. Dopotutto lui per primo aveva rinunciato al suo pranzo per lei ed in un qualche modo voleva ricambiare il favore. L’Uchiha prese la carne, rifiutandosi però di ringraziarla, cosa di poca importanza per lei.

“E’ meglio che adesso dormiate, ci penserò io ad alimentare il fuoco!” disse Kakashi stiracchiandosi con le braccia alzate verso il cielo.

“Ma come? Non facciamo i turni?” domandò incredulo Sasuke.

“Teoricamente bisognerebbe farli, ma dato che questa è una missione di livello D non credo ce ne sia bisogno, inoltre non dimenticarti che ho messo dei sigilli, quindi potete dormire tranquillamente. Oggi è stato un giorno molto importante per voi oltre che emozionante… il vostro primo incarico ufficiale! Immagino che siate stanchissimi!” osservando Naruto, già appisolato a terra.

“Baka!” sussurrò Sasuke.

“Non è meglio coprirlo con il sacco a pelo?” chiese la rosa.

“Cavoli suoi!” rispose Sasuke dirigendosi verso il suo di sacco.

“Ma potrebbe prendere freddo e ammalarsi!” protestò.

“Fa come vuoi… intanto prendi questi, potrebbero servirti!” lanciandole qualcosa di piccolo che afferrò con estrema facilità.

Sakura aprì la mano guardando cosa le avesse lanciato.

“Tappi per le orecchie? E cosa me ne faccio?” domandò perplessa, senza ottenere nessuna risposta.

Scosse la testa, alzandosi e coprendo il compagno che già dormiva profondamente. Si infilò sotto il suo sacco a pelo osservando il cielo stellato.
La stanchezza era tanta che presto sentì gli occhi chiudersi, quando improvvisamente:

URRRR PSSSSS URRRR PSSSSS

Naruto stava russando rumorosamente, impedendole di dormire. Si alzò di scatto intenzionata a svegliarlo quando vide Sasuke infilarsi i tappi nelle orecchie e voltarsi di spalle. Ecco a cosa servivano!

Ancora una volta aveva pensato a lei!

Sorrise appena, imitandolo nell’usare i tappi. Lanciò uno sguardo verso il maestro, appoggiato con la schiena contro ad un albero di fronte al fuoco, con a fianco diversi ceppi di legno. Dormiva e forse anche lui si era attrezzato contro il russare di Naruto.
Si sdraiò potendo finalmente addormentarsi.

Kakashi aprì l’occhio, sorridendo in silenzio. L’orgoglio e la testardaggine potevano essere accantonati!

L’alba arrivò presto svegliando tutto il team ad eccezione di Naruto che continuava ad emettere suoni fastidiosissimi dalla bocca.

“Tze… che roba!” disse Sasuke.

“Buongiorno anche te!” bisbigliò divertito il Jonin, chiamando vicino a sé i due ragazzi.

“State a vedere, ma mi raccomando, fate silenzio!” gli ordinò divertito.

Sasuke e Sakura per la prima volta si guardarono negli occhi, distogliendo subito lo sguardo, imbarazzati, concentrandosi sul loro maestro che molto lentamente si avvicinò al biondo. Prese un filo dalla tasca del suo giubbotto e con lo sguardo da uno ne pensa e cento ne fa, iniziò a solleticare lievemente la guancia di Naruto emettendo un piccolo suono simile a quello di una zanzara.
Poco dopo, l’Uzumaki iniziò a schiaffeggiarsi continuando a dormire. Kakashi cambiava di continuo posizione, passando dalla guancia, al mento, alla fronte, al naso… sogghignando divertito ogni qualvolta l’allievo cercasse di scacciare la mosca, colpendosi ripetutamente il viso, fino a quando non aprì gli occhi.
In quel preciso istante, Sasuke e Sakura scoppiarono a ridere sonoramente, costringendoli addirittura a portarsi le braccia attorno allo stomaco.

“Che avete da ridere? Stavo facendo un bellissimo sogno in cui ero circondato da ciotole piene zeppe di ramen, ma una mosca malefica ha cercato varie volte di svegliarmi fino a quando non c’è riuscita! Maledetta, se ti prendo ti uccido!” guardandosi attorno in cerca della colpevole.

A quel punto persino Kakashi iniziò a ridere sonoramente. Naruto non si era accorto di niente e forse era il caso di non dirgli niente, così da poter ripetere quello scherzo un’altra volta.

“Non capisco cosa abbiate da ridere, ma se fossi in voi penserei a qualcosa di più intelligente tipo… la colazione!” affermò deciso.

“Oh che sbadata!” disse Sakura, smettendo immediatamente di ridere. Senza dire niente corse in direzione del ruscello.

“E adesso dove va?” domandò confuso Naruto.

“Boo!” l’unica risposta che ricevette da Sasuke.

“Visto che siete svegli, iniziate a sistemare i vostri sacchi e pelo e pensate anche a quello della vostra compagna!” disse Kakashi.

“E perché dovremo farlo noi per lei?” chiese scocciato l’Uchiha.

“Perché se tanto mi da tanto, la vostra compagna è andata a procurarvi la colazione, quindi sarebbe carino da parte vostra aiutarla nei preparativi!” gli spiegò.

Sasuke ubbidì senza più protestare, augurandosi che il Jonin avesse detto veramente la verità.

Sakura ritornò con tre trote, non erano molto grosse e non sapeva nemmeno se sarebbero bastate per tutti, specie per l’appetito insaziabile di Naruto.

“Mi dispiace, nella rete c’erano solo questi!” disse dispiaciuta.

“Ma come hai fatto a pescarli in così poco tempo?” domandò confuso il biondo. Era stata via solamente qualche minuto.

“Veramente ho messo una piccola rete fatta di rami e foglie nel ruscello… ieri sera, quando sono andata a rinfrescarmi. Credo non fosse stata abbastanza resistente permettendo ai pesci di liberarsi!” spiegò ancora dispiaciuta.

“Andranno benissimo!” disse Sasuke.

Per la prima volta non usò né sarcasmo né malizia nel tono della voce. Era già qualcosa.

“Li pulisco e li cuocio subito, se intanto potete riaccendere il fuoco mi agevolereste il lavoro!” chiese gentilmente, iniziando a pulire il pesce.

“Uff!” l’Uchiha sprigionò il fuoco dalla bocca, accendendo nuovamente il falò.

Fecero colazione gustando le trote cotte alla perfezione e ancora una volta, solo Naruto e Kakashi si complimentarono con lei. Sasuke non disse niente, limitandosi a mangiare.

“Bene, è ora di rimetterci in marcia!” ordinò Kakashi, spegnendo le braci con il piede.

Fece andare davanti Sasuke e Naruto, rimanendo appositamente indietro per poter parlare in privato con Sakura.

“Allora, è così brutto essere collaborativa con i tuoi compagni? Sai… credo che l’altra mattina abbiate detto parole senza valore… entrambi!” scattando in avanti per superare l’Uchiha. Come sempre, non lasciava mai il tempo di rispondere o di controbattere alle sue affermazioni.

Sakura lo guardò stranita, riflettendo sugli avvenimenti degli ultimi due giorni. Naruto si era scusato e come promesso, si stava comportando da vero compagno/amico, Sasuke invece aveva avuto diversi atteggiamenti positivi nei suoi riguardi, come ad esempio il pranzo e i tappi per le orecchie. Il suo modo di parlare, scontroso ed arrogante, apparteneva al suo carattere… forse non pensava realmente di ignorarla ma lo aveva detto solamente come conseguenza alla sua decisione!
Erano congetture e il dubbio che potessero voltarle le spalle alla prima occasione era alto. Non poteva permettersi di commettere lo stesso errore due volte e poi aveva un obiettivo da raggiungere e doveva concentrarsi solo su quello.

“Guido io la fila!” disse Kakashi affiancando Sasuke.

“Come vuoi, io mi metto in ultima posizione” rispose apatico.

“Dietro a Sakura!” affermò divertito.

L’Uchiha lo guardò perplesso.

“E dai, con me puoi ammetterlo… dillo che ti preoccupi per lei!” ridendo sonoramente.

“Tze!” rallentando la corsa per non ascoltare più le allusioni del maestro. Lui non si preoccupava per la compagna, anzi, non la considerava proprio.

Kakashi era completamente soddisfatto dell’esito della missione. Aveva compreso quanto in realtà le accuse che i due allievi si erano rivolte corrispondevano al falso, solo che non lo avevano ancora capito a causa dei loro difetti più grandi: l’orgoglio e la testardaggine.
Aveva delle ottime basi su cui lavorare e aveva già in mente un allenamento particolare, usando come cavia Naruto.

Presto iniziarono a scorgere il monte degli Hokage.

“Ecco il villaggio!” esclamò Naruto.

“Non siamo ciechi, dobe!”

“Non vedo l’ora di arrivare… ho una fame!” affermò toccandosi lo stomaco.

Sakura scosse la testa: era sempre il solito ingordo.

“Mi dispiace ma dovrai aspettare ancora un po’! Quando arriveremo dovremo andare a Palazzo a fare rapporto e solo dopo essere stati congedati dall’Hokage saremo liberi di tornare a casa, di andare a mangiare o altro!” spiegò il Jonin.

“Dobbiamo andare dalla nonna? Be’ allora può aspettare, l’urgenza primaria è riempire il mio pancino!”

“Smettila e comportati seriamente!” tuonò Kakashi, lasciando il biondo di stucco.

“Ma io?” cercando una giustificazione.

“Piantala dobe, ha ragione Kakashi… dobbiamo fare rapporto all’Hokage e non a nostra zia, intesi?” guardandolo seriamente.

“Stai dicendo che non posso chiamarla nonna? Ma lo è! Non riuscirei mai a chiamarla Hokage o Lady Tsunade dandole poi del lei… no, non ci riesco!” borbottando infastidito.

“Sei un caso irrecuperabile!” disse sconsolato l’Uchiha, mentre Kakashi e Sakura sorriso appena.

Giunti ai cancelli arrestarono la corsa iniziando a camminare. Il Jonin rimase davanti e i ragazzi si allinearono in fila per tre. Senza accorgersene, Sakura si ritrovò in mezzo, stringendo le bretelle dello zaino e abbassando il capo per la troppa vicinanza dei compagni. Alzò appena lo sguardo accorgendosi solo in quel momento di quanto fossero più alti di lei. Dovevano essere cresciuti durante l’estate perché si ricordava perfettamente di avere la loro stessa altezza fino al giorno dell’esame Genin. Rallentò il passo, rimanendo appena indietro per osservarli meglio.
Sì, erano decisamente cresciuti e dovevano essersi allenatati moltissimo durante il periodo estivo. Le loro spalle si erano allargate e le gambe come le braccia erano molto più muscolose e toniche. E lei invece? Era rimasta ancora indietro.

Entrarono a Palazzo che Sakura era ancora assorta nei suoi pensieri, quando sentì una voce abbastanza famigliare e fastidiosa.

“Uhh! Siete tornati da una missione? Toh, c’è anche la Yukan!”

La rosa avrebbe riconosciuto quel timbro ovunque. Alzò timidamente il capo e rabbrividì quando si accorse che il suo incubo peggiore era proprio davanti a lei che la guardava maleficamente, sfoggiando un sorriso malefico.

“Orochimaru, lasciaci passare… l’Hokage ci aspetta!” Kakashi parlò in modo duro, affiancandosi precipitosamente verso l’allieva. Le appoggiò un braccio attorno alle spalle, incitandola a proseguire il cammino. Era il suo unico modo per confortarla, sapendo, grazie al racconto di Fukagu, cos’era successo la prima e unica volta che la rosa aveva avuto lo spiacevolissimo onore di incontrare la serpe.
Sasuke e Naruto osservarono la scena in silenzio. Nemmeno a loro piaceva Orochimaru. Fugaku, Itachi e Tsunade, avevano spesso parlato di lui e dei suoi modi poco gentili nei confronti delle persone che riteneva inferiore a lui.

“Serpe maledetta!” bisbigliò Naruto, appena Orochimaru proseguì il suo cammino senza controbattere l’affermazione di Kakashi.

“Si, è meglio evitarlo!” aggiunse Sasuke.

Sakura ascoltò le parole dei suoi compagni, chiedendosi se fossero solamente le loro considerazioni o se cercassero in un qualche modo di confortarla, proprio come aveva fatto Kakashi.

“Che vuoi?” domandò infastidita Shizune, vedendo il Jonin.

“Team7 al rapporto!” si limitò a risponderle, lanciandole però uno sguardo di sfida. Fra i due non correva buon sangue.

“Entrate!...” disse con asprezza: “… Ciao ragazzi ben tornati!” rivolgendosi a loro con la sua solita gentilezza.

“Eheheheh, credo che tu non le piaccia!” sogghignò Naruto.

“Sta zitto!” lo fulminò Kakashi.

Nell’ufficio c’era solamente Tsunade, intenta a compilare alcuni documenti.

“Team7 al rapporto!” disse nuovamente il Jonin mettendosi sull’attenti seguito dai ragazzi, anche se Naruto si mostrò alquanto scomposto.

“Già di ritorno? Molto bene, illustratemi la missione!” chiese assumendo un comportamento professionale, tipico del suo ruolo.

“Abbiamo consegnato i medicinali come ordinato, il viaggio è stato tranquillo e non abbiamo incontrato nessun nemico!” continuò Kakashi.

“Ottimo… prendete!” aprendo un cassetto alla sua destra e poggiando sul tavolo tre piccoli sacchetti.

“Cosa sono?” domandò timidamente Sakura.

“Il vostro compenso per aver portato a termine la missione!” le rispose l’Hokage.

Naruto si fiondò a prendere il suo sacchetto aprendolo con foga.

“Solo? Nonna sei una spilorcia!” asserì Naruto.

“Come ti permetti moccioso!” controbatté adirata.

“Ci hai congedati dandoci il compenso, quindi adesso posso dire quello che voglio!” le rispose furbamente.

“Ma io ti disintegro!” alzandosi fulminea dalla scrivania e comparendo subito dopo dietro alle spalle del nipote impertinente.

“Oh kami, quanto puzzi!” esclamò tappandosi il naso.

“E che pretendi? Sono via da due giorni e non ho potuto nemmeno fare il bagno!” rispose offeso.

Tsunade si limitò ad avvicinarsi a Sasuke e a Sakura, annusandoli appena.

“I tuoi compagni non puzzano!” lo schernì divertita, provocando l’ilarità dei presenti.

“Semplicemente perché IO…” indicandosi con il pollice:”… sto crescendo e ho gli ormoni in subbuglio, dovresti saperlo essendo un medico!” cercando di provocarla.

“Anche loro stanno crescendo ma non puzzano come te!” ribatté con le mani appoggiate ai fianchi.

Sakura era allibita, non si era mai ritrovata davanti ad una scena del genere e mai avrebbe immaginato di vederne una con protagonista l’Hokage.
Guardò Sasuke trovandolo scocciato come sempre: doveva aver visto quella scena un’infinità di volte.
Kakashi si era appoggiato nello spigolo della scrivania, incrociando le braccia al petto e accavallando le caviglie una sopra l’altra, guardando divertito il battibecco dei due.

“Ognuno di noi è diverso e poi non puoi dire niente su Sakura… lei è l’unica che avuto tempo di lavarsi!” asserì con sfida.

“Non mi sono lavata, mi sono ripulita dalla polvere con l’acqua senza usare il sapone!” intervenne la rosa, sentendosi presa in causa.

“Ti sei comunque lavata!...” continuò convinto: “… E comunque potevi anche dircelo, dato che volevo dare una piccola sbirciatina per accertarmi che almeno il tuo didietro fosse più carino rispetto alla pianura che hai davanti!”

Kakashi e Sasuke si batterono la mano sulla fronte e Naruto finì spiaccicato contro la parete del muro.

“Ma che ho det…” il timbro con impresso l’ideogramma dell’Hokage si stampò direttamente sulla faccia, impedendogli di continuare a parlare.

“Ops! Mi scusi” disse subito la rosa, accorgendosi del tic nervoso all’occhio di Tsunade.

“N-no n-niente!” rispose balbettando. Il tic rappresentava lo sgomento per la furia, del tutto giustificata, della ragazza. Sapeva che era forte grazia al suo chakra, ma in quel caso non era stato utilizzato.

“Credo che ora possiamo andare a riposarci. Ci vediamo domani ragazzi!” intervenne prontamente Kakashi.

“Sì, è meglio!” confermò Tsunade, ripresa dallo shock.

“Vieni dobe!” aiutandolo a staccarsi dal muro. Sasuke cercò di trattenere la risata, ma alla fine scoppiò attirando l’attenzione di tutti: Naruto aveva stampato in viso l’ideogramma rosso che usava la zia per siglare i documenti ufficiali.

“Ahahahahah! Ti sta bene! Dovrai sfregarti molto bene la faccia se vuoi che vada via, l’inchiostro è indelebile!” spiegò Tsunade tra una risata e l’altra.

“Cosa? Ma stai scherzando? Non posso andare in giro così… mi deturpa il mio bel faccino!” si lamentò piagnucolando.

“Che ti serva da lezione, così impari a mancare di rispetto alla tua compagna!...” lo ammonì Tsunade: “… Sakura, vai pure da tuo padre e digli che può venire a casa con te!”

“G-grazie!” disse timidamente.

“Ti accompagno altrimenti rischi di perderti lungo tutti questi corridoi!” si offrì il Jonin. In realtà voleva proteggerla da altri eventuali incontri spiacevoli. Orochimaru era solito aggirarsi per il Palazzo in cerca di qualche vittima con cui divertirsi per dare sfogo al suo ego egocentrico.

“Zia? Mio padre?” domandò Sasuke, rimasto solo insieme a Naruto.

“E’ alla centrale, se vuoi puoi andare da lui!” gli rispose gentilmente.

“No, non voglio disturbarlo, lo aspetterò a casa, ciao zia!” salutandola con affetto.

“E tu non mi saluti, brutto maleducato?” domandò offesa a Naruto che stava uscendo senza rivolgerle la parola.

L’Uzumaki si voltò guardandola furbamente. Con uno scatto felino si precipitò verso di lei, sedendosi sopra le sue gambe, abbracciandola e baciandola sulla guancia.

“Va via! Puzzi e sei tutto sporco!” cercò di protestare.

“Ma come nonnina, non vuoi un bacino dal tuo nipotino?” avvicinandosi nuovamente con le labbra sporgenti.

“No, smettila!” allontanandolo con un sonoro pugno.

“Perché mi hai picchiato? Sei stata tu a chiedermelo ed io ti ho accontentata, vecchiaccia!” riiniziando il battibecco.

“Ti avevo chiesto di salutarmi e non di saltarmi addosso!” rispose spezzando una penna dalla rabbia. Quando capitava era meglio sparire dal suo raggio d’azione altrimenti sarebbero stati grossi guai.

“Ci si vede!” precipitandosi fuori.

Una volta sola, Tsunade scosse la testa divertita: era sempre il solito buffone!

******


“Eccoci arrivati! Adesso se permetti ti lascio, vorrei andare a casa a riposarmi!” disse Kakashi, giunto davanti all’ufficio contabile.

“Va bene e grazie!” rispose timidamente.

Per Sakura era la prima volta che entrava nell’ufficio del padre ed era alquanto emozionata. Entrò dopo aver bussato meravigliandosi di quanto fosse enorme quella stanza. Salutò cordialmente la dozzina di impiegati, fra cui il genitore.

“Bambina mia, che ci fai qua?” domandò sorpreso, raggiungendola.

“Sono appena tornata e l’Hokage mi ha detto che puoi tornare a casa con me!” gli spiegò felice.

Il signor Yukan si accorse dello sguardo infastidito dei suoi colleghi. Non poteva dargli torto, dato che negli ultimi mesi era mancato molto spesso dal lavoro su ordine dell’Hokage in persona. Non poteva più permettere questi favoritismi, avrebbe rischiato di creare dell’invidia.

“Verrei molto volentieri, ma ho del lavoro arretrato da finire. Facciamo così, se finisco presto corro dritto a casa da te, altrimenti ci vediamo direttamente questa sera, ok?” le disse con affetto.

“Capisco!” rispose abbassando il capo. C’era rimasta male.

“Per farmi perdonare ti accompagno al portone d’ingresso, va bene lo stesso?” domandò fiducioso, appoggiandole la mano sulla guancia.

“Ok!” esclamò raggiante. Almeno poteva stare qualche minuto da sola con lui.

Cercò di essere più sbrigativa possibile nel raccontare le parti eclatanti del viaggio, promettendogli i dettagli quando sarebbe rincasato. Si salutarono con un abbraccio mentre il padre le sussurrò di essere felice di rivederla sana e salva.
Rimase sul portone d’ingresso fino a quando non riuscì più a distinguere la sagoma della figlia che si stava incamminando verso la loro abitazione. Portò le mani incrociate dietro la schiena e con il capo abbassato e triste, rientrò all’interno del Palazzo.

Sakura entrò in casa esausta appoggiando malamente a terra il suo zaino. Era sfinita e ringraziò i kami di non aver incontrato Alan e gli altri, non sarebbe stata capace di sopportare le loro angherie.
Iniziò a svestirsi lentamente desiderando ardentemente di entrare nella doccia e bearsi del getto d’acqua calda. Mise le mani dentro alla tasche della casacca per accertarsi di non aver dimenticato niente, quando:

“E questo? Già il compenso, che sbadata!”

Lo aprì spalancando gli occhi e la bocca per l’incredulità. Il compenso corrispondeva ad un terzo della paga del padre e solo per aver partecipato ad una missione di livello D.
Ora capiva perché i ninja erano così ricchi! D’altronde però erano loro che mettevano a rischio le proprie vite per garantire la pace e la sicurezza del villaggio.
Si ricordò delle spiegazioni di Kakashi il primo giorno in cui vennero formati i team: più crescevano di grado ninja e più partecipavano a missioni di livello superiore, più i compensi sarebbero stati equiparabili.
Con un sorriso radioso sperò di poter partecipare ad altre missioni. I soldi li avrebbe dati tutti al padre per aiutarlo a pagare i debiti e garantirgli nuovamente una vita dignitosa.

*****


Fugaku era ritornato nell’ufficio di Tsunade dopo aver incontrato per caso Sasuke e Naruto con la faccia siglata dal timbro dell’Hokage. Non chiese niente, troppo contento di vederli sani e salvi. Mantenne il suo solito atteggiamento distaccato anche se avrebbe voluto abbracciarli.

“Eccoti finalmente!” disse Tsunade appena lo vide entrare.

“Sarei arrivato qualche minuto fa, ma mi sono fermato un attimo a parlare con i ragazzi!” le spiegò con poca importanza.

“E’ inutile che fai il duro con me, so bene quanto sei felice di averli visti, dico bene amico mio?” domandò divertita, ricevendo un’occhiata di rimprovero da Fugaku.

TOC TOC

“Chi può mai essere?... Avanti!” ordinò l’Hokage.

“Yukan?” esclamò preoccupata, trovandosi di fronte l’anziano.

“Mi scusi se sono venuto a disturbarla ma ecco io… io volevo ringraziarla per la premura nei miei riguardi, ma non credo sia necessario!” guardandola timidamente negli occhi, sperando che avesse inteso il suo discorso. Non voleva essere esplicito dato che c’era anche l’Uchiha.

“Come vuole, ci vediamo alla visita di controllo programmata!” affermò con autorità.

“Va bene, grazie di tutto!” inchinandosi come forma di rispetto, prima di uscire dall’ufficio.

“Tsunade?” la chiamò con sospetto Fugaku una volta rimasti soli.

Lei si voltò, limitandosi solamente a guardarlo con dispiacere.

“Ho capito!” disse solamente chiudendo gli occhi.

Erano un libro aperto, capaci di leggersi dentro, nel più profondo. Le parole non servivano.
Ora, anche Fugaku era a conoscenza delle gravi condizioni di salute del signor Yukan.


 

Angolo dell’autrice:

Lungo vero? Scusate se per caso vi ho annoiato (queste scuse non riguardano Blueorchid31, dato che mi accusa sempre di averle procurato la tendinite acuta al pollice a causa di far scorrere il display per leggere i miei capitoli :))))
La lunghezza non dipende tanto da me, quanto dal contenuto. L’idea di dividerlo in due parti non mi sembrava appropriata perché, almeno  dal mio punto di vista, avrebbe perso il filo conduttore.

La prima missione del team7 è servita per far comprendere ai ragazzi quanto sia importante l’affiatamento e la collaborazione fra di loro. Non è facile mantenere lo stesso atteggiamento per ore e ore, almeno che non si provi, nel proprio io più interiore, una sorta di rispetto nei confronti della squadra.
Sicuramente l’orgoglio e la testardaggine del sasusaku ha avuto un ruolo estremamente importante, ma si sa… l’amore non è bello se non è litigarello (peccato debba ancora nascere, o forse no? Mah, non ve lo dico).
Ammetto di essermi dilungata un po’ tanto sulla descrizione di casa Uchiha la sera prima della partenza, ma purtroppo sono fatta così, quando scrivo mi vengono in mente delle immagini e non riesco a non riportarle. Nella mia mente mi sono immaginata tutta la scena e quando scrivevo avevo un insano sorriso ebete (scusate il termine) stampato in faccia. Non so se sono riuscita a trasmettervi le mie stesse emozioni, ma ci ho provato!
Naruto è stato definito l’equilibrio della squadra. Il suo carattere espansivo, solare, la sua sbadataggine e il suo poco tatto nel parlare, sono un mix perfetto per smorzare qualsiasi tipo di tensione che si possa creare fra i compagni. Si è comunque dimostrato profondamente dispiaciuto, riuscendo finalmente a chiedere scusa alla compagna… peccato che poi se ne sia uscito con un’affermazione infelice. Mai, dire ad una ragazza che non ha seno!
Ho fatto ricomparire per un attimo Orochimaru, dato che più avanti avrà anche lui un ruolo all’interno della storia. Kakashi si precipita subito a supportare l’allieva essendo l’unico a conoscere quello che la serpe le ha detto durante il loro primo incontro, ma anche Naruto e Sasuke non hanno apprezzamenti positivi su di lui.
Yukan non può permettersi di creare dell’invidia fra i colleghi e chiede all’Hokage di non essere più al centro di favoritismi. Quello che non sa, è che ora anche Fugaku è a conoscenza delle sue gravi condizioni.

Vorrei scrivere altro, ma non mi sembra il caso di dilungarmi oltre e per fortuna direte! Ovviamente Blueorchid31 non fa testo)
Vi chiedo scusa per essere molto lenta nel rispondere alle vostre bellissime rec, ma purtroppo è sempre il dannato tempo ad essermi ostile. Le leggo sempre tutte con molta gioia e affetto promettendomi di rispondere appena possibile. Ringrazio tutti voi lettori, anonimi e non, e tutti coloro che hanno segnato la mia storia fra le preferite e seguite. Grazie anche a coloro che mi hanno indicata fra i loro autori preferiti.

Un bacione grande grande
Manga
 

PS: Blueorchi31? Smack Smack

  
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