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Autore: Lady Stark    04/02/2015    1 recensioni
"Il mondo è un luogo così crudele"
Nel profondo ventre della terra, il ruggito di un drago risveglia la notte diffondendo in essa oscuri presagi.
Il sangue della vestale macchia gli affilati artigli della bestia, le catene che trattenevano la sua furia si sono ormai spezzate.
La sacerdotessa inneggia la sua preghiera alla ricerca di una giovane donna che rimpiazzi quello sfortunato destino fatto di violenza e dolore.
La musica di un sorriso che non ha mai conosciuto, condurrà Len in un lungo viaggio alla ricerca della sorella scomparsa tanto tempo fa, quando lui era solo un bambino.
Genere: Avventura, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kaito Shion, Len Kagamine, Meiko Sakine, Miku Hatsune, Rin Kagamine | Coppie: Kaito/Meiko, Len/Rin
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Un bacio elevatosi a sfidare il mondo. 

Il terreno si modificò ancora, proiettandosi verso l'alto in minacciose composizioni rocciose. Len reclinò timorosamente il capo, ammirando con stupore il candido biancore della neve che ne incappucciava le cime. Il freddo si era fatto pungente; il vento, ad ogni sua raffica, sembrava voler strappare via a morsi la pelle dei viaggiatori.

Len si strinse nelle spalle, sfregando energicamente le dita intirizzite contro la pelle, coperta di un sottile strato di neve.

-Non puoi riscaldare un po' l'ambiente, stregone? Se non sbaglio il vento è la tua specialità.- il mentore starnutì, avvolgendosi più strettamente nella veste talare che, bellissima nelle sue rifiniture violette, non doveva trattenere particolarmente bene il calore corporeo.

-Fa poco lo spiritoso, consigliere.- grugnì Kaito premendo le dita bluastre tra le braccia ed i fianchi, di modo che potessero ripararsi per un po' dalle mugghianti folate gelate.

-Troviamo un luogo in cui riposare.- suggerì Meiko sollevando con una smorfia il viso arrossato. Gli occhi castani perlustrarono con crescente preoccupazione il cumulo di nubi nere, agglomeratesi attorno alle cime rocciose in una sorta d'oscuro presagio.

I quattro viaggiatori trovarono ricovero in una grotta incavata nel fianco di uno dei tanti massicci pietrosi; le pareti, a giudicare dall'irregolarità della roccia, erano state corrose dagli agenti atmosferici nel corso dei secoli.

Len lasciò cadere a terra il proprio sacco da viaggio, accompagnandolo con una smorfia dolorante e contrariata. Il pavimento granitico non avrebbe di certo offerto alcuna tipologia di ristoro ai corpi sfiniti dei condottieri, stretti nelle giacche bucate per sopravvivere a quel repentino calo di temperatura.

Fortunatamente, grazie alle miracolose capacità di sopravvivenza della condottiera, i quattro riuscirono a riscaldarsi di fronte ad un timido fuocherello; nel frattempo, fuori dal loro rifugio, scoppiò una delle tempeste più violente che Len avesse mai visto.

Il vento ululava con rabbia, desideroso di spezzare quelle immobili montagne che sfidavano il suo immenso potere. La pioggia cominciò a frustare i crinali scoscesi ed il paesaggio brullo, infradiciando qualsiasi creatura avesse avuto l'insana idea di avventurarsi in cerca di cibo. Spruzzi di acqua gelata arrivarono a lambire persino il bordo più esterno della nicchia in cui si erano nascosti, costringendo i viaggiatori a schiacciarsi nello spazio ristretto per non bagnarsi.

Il fuoco, situato a ridosso del rifugio per permettere la fuoriuscita velenosa del fumo, spesso venne colpito dalla sua liquida nemesi, generando sbuffi di fumo acre.

Fortunatamente però, la fiammella resistette diffondendo nell'ambiente il suo tepore provvidenziale.

-Le provviste sono pressoché terminate.- decretò gravemente Gakupo, spezzando tra le mani un tozzo di pane nero, ormai duro come la stessa roccia su cui sedevano.

-Questo basterà al massimo fino a domani, poi dovremmo tornare a cercare qualcosa nei dintorni.-

I denti di Len si chiusero avidamente attorno a quella pietra scura fatta di farina di farro; il suo stomaco brontolò con la stessa veemenza di un terremoto, richiedendo in modo feroce una più sostanziosa razione.

-La situazione si complica.- borbottò Kaito scalfendo con l'unghia la dura scorza del pane che, ovviamente, non destava il suo appetito. I ragazzi parlarono a lungo nella speranza di nascondere l'ansia crescente sotto lo strato di chiacchiere; eppure, questo efficace tentativo, venne sradicato dalla tensione. L'incertezza del futuro si materializzò nelle spoglie di un evanescente fantasma i cui sibili trasformarono spesso le parole in cupi silenzi.

L'eco dei loro pensieri rimbombò nel rifugio, accompagnata dallo scrosciare sempre più violento della pioggia sul crinale roccioso della montagna.

-Faccio io il primo turno di guardia.- comunicò Kaito quando i tentacoli color catrame della notte si insinuarono nell'intercapedine, salutando i quattro stanchi viaggiatori.

-Ti faccio compagnia.- si offrì Meiko strofinando le mani vicino al fuoco per scacciare i brividi che le accapponavano la pelle scoperta delle braccia.

-Siete sicuri?- sbadigliò Len, felice all'idea di poter dormire qualche ora.

-Meiko, dormi. Basto io per il primo turno.- si oppose Kaito, passando una mano nei capelli fastidiosamente umidi; le ciocche ricadevano arruffate e ribelli sul viso tatuato.

-Permettimi di dissentire,- La voce pacata di Gakupo si impose sulle parole dell'altro uomo, sgominando la sua resistenza.

-Sei stanco esattamente quanto noi; la presenza di un'altra persona scongiurerà la possibilità che ti addormenti.- decretò la voce della ragione, trattenendo a stento un lungo sbadiglio.

Il mago si voltò di colpo in direzione del mentore, corrugando irato le sopracciglia.

-Vorresti forse dire che non sono in grado di montare bene la guardia?!-

-Ci risiamo.- borbottò Len accucciandosi su un fianco prima di avvolgere i capelli nel cappuccio bordato di pelliccia; il ciondolo pulsò ritmicamente contro il suo cuore, sincronizzandosi con esso nel giro di un battito di ciglia. Su quella melodica armonia, il ragazzo scivolò in un sonno tanto profondo da allontanare persino le evanescenti orme dei suoi sogni. Imitandolo, Gakupo appoggiò la schiena contro il fondo della grotta per poi avvolgersi nella veste talare in uno sbuffo infastidito.

-Si è addormentato anche lui.- constatò la guerriera in un sorriso, drappeggiando con materna attenzione la giacca di Len sulle spalle.

-Ora puoi andare tranquillamente a dormire anche tu, senza che quel rompiscatole dica qualcosa in contrario.- commentò Kaito concentrandosi sull'ondeggiare ipnotico della fiammella che lottava coraggiosamente contro i gelidi refoli di vento.

-Se questo è un modo carino per sbarazzarti di me, sappi che hai appena fallito.- ridacchiò Meiko sedendosi a qualche passo di distanza dal mago, lì dove l'alone tiepido del fuoco arrivava a carezzarle le guance.

-Non stavo dicendo questo..- sussurrò lo stregone lasciando perdere lo scambio di battute con cui la giovane donna aveva tentato di sollevargli il morale. Le iridi accese dell'uomo si erano trasformate in due macchie indistinte, proiettate angosciosamente verso quello che era il loro incerto futuro.

-Sei ancora in tempo per andartene, Kaito.-

Il mago trattenne a stento un furibondo scoppio di risa; il sapore del fiele si diffuse sulle sue labbra mentre con una smorfia si voltava per guardare il viso della compagna.

-Per quanto possiate considerarmi un essere senza spina dorsale, non abbandonerò proprio adesso.- l'amara pennellata di rancore sollevatasi nelle parole dell'uomo scivolò via, veloce come la morbida spuma marina. Il silenzio crollò sulle loro parole in una tempesta di massi pesanti; solo lo scoppiettare del fuoco osava ancora imporsi sulla palpabile tensione che vibrava tra i due.

-Quel ragazzino mi sta a cuore; ormai è troppo tardi per abbandonarlo nelle fauci di quel dannato serpente rosa.- ringhiò affondando le unghie nelle ginocchia fasciate daillogori pantaloni.

-Cosa ti angoscia?-

-La possibilità di non riuscire a sfiorare la meta quando siamo così vicini da poterne avvertire l'odore.- rivelò l'uomo coprendosi il viso con i palmi delle mani. La donna rimase colpita nel riconoscere nel cuore angosciato dello stregone, la voce del medesimo fantasma che l'aveva perseguitata negli ultimi giorni. Spogliandosi del suo orgoglio di guerriera, la ragazza scivolò al suo fianco per appoggiargli una mano sulla spalla in una consolante carezza.

-Ho paura anche io, Kaito. Tutti siamo terrorizzati dall'idea di non riuscire ad arrivare sino in fondo.- la voce della donna si fece più sottile, tremante come quella di una bambina che si ritrova improvvisamente a combattere da sola un muro d'oscurità.

Le iridi color cioccolata si intrecciarono a quelli abbattute dello stregone; qualcosa, nel profondo della sua anima, brillò di un'ingenua speranza.

-Non sei più solo. Ricordalo.- sorrise, ritirando poi lentamente la mano.

Le dita del mago si sollevarono inconsciamente per intercettare quelle della compagna, mosse dalla forza incontrollabile di quei sentimenti che troppo a lungo erano rimasti nascosti sotto la coltre dell'indifferenza.

-Che..che cosa.?- Meiko balbettò confusa, imbarazzata quell'improvviso contatto instauratosi tra i due. La sicurezza marmorea dello stregone vacillò pericolosamente quando il viso della giovane donna si sollevò in una caotica mescolanza di domande a cui neanche Kaito sapeva bene dare risposta. Le sue dita tremarono, indecise se lasciar andare repentinamente la presa per aggiustare il guaio in cui si era appena cacciato.

Eppure, quel breve momento di indecisione non contribuì a schiudere la sua presa. Difatti, l'uomo sapeva benissimo che se l'avesse lasciata andare, avrebbe abbandonato per sempre l'unico vero sogno che ancora gli permetteva di credere nell'avvento di un futuro migliore.

-Permettimi di rimanere al tuo fianco, Meiko.- la voce dell'uomo si trasformò in un sussurro emozionato, privo di qualsiasi scaltra viziosità.

-Lascia che ti dimostri che non sono un buffone dai capelli blu.. Donami la possibilità di renderti felice.-

Le labbra di Kaito sfiorarono in un timido bacio la mano callosa della donna che era riuscita a stregargli il cuore.

Meiko trattenne il bruscamente fiato, distogliendo lo sguardo dal volto serio e concentrato del giovane uomo inginocchiato di fronte a lei. Il suo cuore palpitava tanto velocemente nella cassa toracica da lasciarla senza fiato; qualcosa nel profondo del suo animo si agitò commosso, vinto da quell'emozione che mai avrebbe pensato di poter provare nella sua vita.

-Kaito.. io..-

Il fiore della speranza perse istantaneamente tutti i suoi rigogliosi petali, ondeggiando in una triste danza verso il fondo della sua anima.

-Non dire niente; ti prego.. aspetta solo un attimo.- la voce di Kaito si incrinò appena sotto il peso devastante del dubbio. Un sorrise triste arricciò verso l'alto le sue labbra, distruggendo amaramente tutte quelle aspettative in cui aveva disperatamente creduto.

-So cosa stai per dire, ma ti prego di non farlo. Ho capito.. perdonami per..-

-Cosa pensi di aver compreso? Sciocco che non sei altro..- il timbro vocale della donna salì di due ottave; perlacee lacrime si agglomerarono emozionate ai lati dei suoi grandi occhi castani.

-Sai, non ho mai conosciuto niente che somigliasse vagamente a quello che gli chiamiamo 'affetto'.- I ricordi della guerriera affiorarono come boe nella memoria, diffondendo sulla sua lingua l'amaro sapore del fiele. Gli sguardi terrorizzati di uomini senza spina dorsale si alternarono in un acre balletto a quelli schifati dei più orgogliosi che, difficilmente, avevano digerito l'idea d'essere comandati da una donna.

-Nel corso della mia carriera militare ho sempre, solo avuto a che fare con un plotone di soldati insensibili che, tramite le loro occhiate, evidenziavano solo il lato bestiale che la spada mi conferiva. Per anni, questi comportamenti mi hanno portato a credere d'essere un freddo congegno, costruito per devastare.-

Meiko fissò il proprio evanescente ricordo piroettare in un turbine di sangue ed acciaio, implacabile come il più violento degli assassini.

-Il mio cuore non era progettato per amare.. o almeno così credevo prima che tu entrassi nella mia vita.- una sola lacrima rigò il suo zigomo mentre il più bello dei sorrisi si schiudeva sulle labbra rosee.

-Con la tua solarità, le tue battute ed i tuoi indomabili capelli blu hai risvegliato quello che era un cuore pietrificato, ormai convinto di non possedere più la dolce facoltà d'amare.-

Lo stregone dilatò gli occhi, il suo cuore sembrò esplodere di felicità quando le mani si chiusero dolcemente attorno al viso della donna.

Le loro fronti si toccarono, i loro sguardi si allacciarono in un rincorrersi frenetico di respiri spezzati e battiti di cuore.

-Ti amo, Meiko.-

-Anche io, buffone dai capelli blu.- sussurrò la donna in un sorrisetto al sapore di miele, prima di intrecciare le mani alla folta chioma azzurra del mago.

La distanza che ancora divideva i visi dei due ragazzi si azzerò in un bacio timido, titubante ma delicato come la carezza della lattea luce della luna. Meiko si avvicinò all'uomo, cingendogli il collo con le braccia mentre lui ricercava i fianchi di lei per stringerla più vicino.

Le loro mani si cercarono affannosamente, esplorando con cautela il viso del partner in una danza sempre più impaziente.

Il loro bacio esplose nella notte, sfidando il ruggente grido della pioggia.

Il tiepido sentimento, sbocciato dal canto di due cuori sincronizzati, si elevò a minacciare il futuro e le sue incerte pianificazioni.

-Ho aspettato questo momento per tutta la vita.- mormorò la donna premendo ancora ed ancora le labbra su quelle del compagno. Kaito ridacchiò silenziosamente, tirandola a sé in un abbraccio che valeva ben più di mille parole.

-Grazie di esistere, Meiko.- sussurrò a fior di labbra, premendo la fronte contro i capelli scompigliati della donna che, senza saperlo, l'aveva salvato dalla disperazione.

La notte fu sola e silente custode degli emozionati sussurri dei due viaggiatori che, aggrappandosi l'uno all'altro, sfuggirono alle infide grinfie del terrore.

Il giorno successivo, la pioggia aveva smesso di cadere, lasciando che la palla infuocata del sole splendesse cocente sulle teste dei viandanti.

Nel bel mezzo della marcia, Kaito lanciò un segreto sguardo in direzione della ragazza che camminava al suo fianco, apparentemente indifferente alla sua presenza.

Con un mezzo sorriso, le dita affusolate ricercarono quelle della guerriera che, stupita, la si girò di scatto solo per arricciare le labbra in un sorriso contento.

Le loro mani si intrecciarono nella silenziosa e rispettiva promessa di non arrendersi mai.

-Qui c'è puzza di zucchero...- commentò il mentore, ghignando spudoratamente.

Nel passare al fianco di Kaito, gli assestò una fraterna pacca di congratulazioni sulla spalla.

Il sangue affluì istantaneamente alle guance del mago mentre una serie di ingiurie borbottate e sconnesse si perdevano sulla scia dei passi del consigliere.

 

   
 
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