Mi svegliai dopo non so quanto tempo. Piano piano cercai di
sedermi, rendendomi conto solo dopo della posizione in cui ero, seduto appunto.
Il luogo in cui mi trovavo era ancora parecchio
sfuocato: era piccolo si vedeva e faceva anche parecchio freddo!
Misi a fuoco l'ambiente solo poco dopo
rendendomi conto di trovarmi nel maggiolone del Dottor Agasa.
L'ultima cosa che ricordavo era di essere stato
preso in braccio da Agasa, anche se non capivo cosa mi diceva e a dir la verità
non sentivo nemmeno i rumori intorno a me. Ricordavo però che intanto prendeva
un'altra persona e quella persona era Ai, che immaginai si trovasse dietro di
me dato che sentivo il suo respiro.
Feci per voltarmi a guardarla ma un brivido mi
fermò. Avevo freddo e tremavo in ogni dove così deciso finalmente di guardarmi.
Grande! Ero tornato grande! Me stesso
finalmente! Ma come... Ai non mi aveva dato nulla per farlo succedere.
Ricordai solo poco dopo cos'era accaduto.
La cameriera... Si lei era Vermouth! Ci aveva
dato un cioccolatino con dentro, a quanto pare, un qualcosa che ci facesse
tornare adulti.
Mi girai piano piano ancora stordito. Ai. Lei
era... Grande... Bellissima. La guardai per un po' poi scossi il capo e con uno
sforzo enorme misi una mano sulla sua spalla (era sdraiata sui sedili
posteriori coperta pure lei per bene) e la scossi cercando di svegliarla.
Nulla.
Ci rinunciai; almeno respirava, l'importante era
quello.
Guardai l'ora. Ricordo che risolto il caso erano
circa le 21.30, mentre ora erano le 22.45. Quasi un'ora e un quarto svenuti.
Dannazione ma che ci avevano dato!?
Presi i vestiti e piano piano mi vestii.
Sospirai... Ero decisamente troppo monotono: smoking blu e papillon rosso...
Decisamente troppo uguale.
Mi spostai nella parte posteriore, tra i sedili
anteriori e quelli posteriori, e prendendo per le spalle Ai la scossi più forte
di prima, ma non troppo sia chiaro!
Lei aprì finalmente gli occhi e io tirai un
sospiro di sollievo.
-Cosa... Cosa è successo- era ancora intontita e
tremava, probabilmente per il freddo.
-Quella cameriera ci ha fregati. Nei
cioccolatini che ci ha offerto c'era qualcosa di strano e ora guarda! Siamo
tornati adulti!- le sorrisi dolcemente; io ero felice (dopotutto) di essere
tornato Shinichi Kudo.
-Idiota! Avevi notato anche tu che non era sicuro
ma lo hai preso lo stesso! Dai vattene davanti. Fa freddo e vorrei vestirmi
sai!?- accidenti che modi!, anche se... Aveva ragione. Abbassai il capo
dicendole che aveva ragione e chiedendole scusa poi tornai davanti senza
guardarla.
La sentii vestirsi e quando mi disse di essere
pronta mi girai a guardarla. Splendida! Aveva un vestito rosso senza spalline,
con una fascia che le circondava il collo, che si incontrava a metà decolté con
un piccolo fiorellino, sembrava una piccola rosellina rossa, a tenerla
agganciata.
Mi ripresi da quella visione e scesimo dalla
macchina. Subito lei mi si avvicino da dietro e mi prese un braccio con le sue
mani; aveva paura si vedeva. La lasciai fare e tirai fuori dalla tasca due
biglietti per la festa. Ne passai uno ad Ai che mi guardò con sguardo
perplesso.
-Due? Non era uno il biglietto nella tua busta?-
appunto. Le spiegai cosa avevo trovato nella busta e l'idea che fosse un'idea
dell'organizzazione e senza aspettare ancora ci avviammo alla festa questa
volta come Shinichi Kudo e...
-Scusami. Come devo chiamarti ora?- non glielo
avevo mai chiesto.
-Con il mio nome no!?- in effetti non mi ero
spiegato bene.
-Intendo come ti chiami!? Io non lo so il tuo
nome.- le sorrisi dolcemente.
Lei fece una cosa che mi lascio alquanto
perplesso. Prima mi guardava, ora invece aveva abbassato il capo voltandolo un
po' dall'altra parte diventando quasi indifferente, come se avessi appena fatto
una domanda stupida.
-Shiho. Shiho Miyano.-
-Che bel nome!- mi guardo con sguardo quasi
perso e poco dopo mi ringrazio sorridendo leggermente.
Dopo la "presentazione" arrivammo
finalmente all'entrata e dati i biglietti entrammo. Iniziammo a girare per la
sala, venendo avvicinati a volte da gente che mi conosceva e rimanevamo a
parlare con loro per svariati minuti. Vidi ad un tratto Shiho girarsi e fissare
qualcosa per poi tornare a guardare i miei interlocutori.
-Ehi tutto bene?- le chiesi sotto voce una volta
che se ne andarono.
-Si... Tutto bene.- mi disse quasi intimorita.
Tornammo a camminare in giro per la stanza
quando ad un tratto intravidi la nostra cara cameriera, così prendendo per mano
Shiho corsi verso questa e arrivata da lei la presi per il polso infuriato.
Senza farmi notare la portai in un'altra stanza dell'albergo (senza pensare
alle conseguenze di quel gesto incosciente) chiudendomi dentro con lei e Shiho,
sempre aggrappata al mio braccio, questa volta però con una sola mano mentre
l'altra teneva la mia.
Vermouth si tolse maschera e costume e ghignando
fischiò e dall'armadio dietro me e Shiho uscì quello che, a quanto pareva, era
l'incubo peggiore di Shiho.
Iniziò a tremare come una foglia e ogni dove si
girava trovava o la donna o l'uomo. Eravamo nel nido dei corvi in trappola.
Iniziarono a ridere mettendo terrore alla
ragazza dietro di me che ormai era completamente appiccicata al mio corpo.
Misi una mano dietro la schiena e senza farmi
vedere presi il telefono e composi un numero telefonico.
Finito riposi in tasca il telefono spegnendo la
chiamata qualche minuto dopo, quando finirono con le minacce, e immediatamente
Vermouth mi prese per un braccio e mi trascinò e bloccò lontano da Shiho
terrorizzata in mezzo alla stanza.
Io cercai di divincolarmi dimenandomi come
meglio potevo ma nulla, Vermouth non mi lasciava andare.
Gin invece aveva buttato Shiho a terra
puntandole contro la pistola. La ragazza indietreggio velocemente terrorizzata
rifugiandosi in un angolino tutta rannicchiata.
Cercavo di farmi lasciare mentre Gin stava per
spararle.
La porta venne sfondata poco prima che l'assassino
potesse uccidere la mia amica. Finalmente!
Ecco i rinforzi che avevo chiamato prima.
Shuichi Akai. L'unico in grado di tenere testa a Gin. L'agente era accompagnato
dall'agente James Black e Jodie Starling.
Gin intimorito e avendo capito che avevo chiamato
io i rinforzi punto contro di me e sparó.
Il colpo fu (fortunatamente) deviato, in modo
che non mi colpisse, da uno sparo partito dalla parte opposta della stanza,
dall'agente Akai, che prese di striscio il braccio di Gin.
Vermouth finalmente mi lasciò e corse verso Gin.
-Non finisce qui.- aveva detto l'assassino prima
di saltare, con la sua collega, giù dalla finestra. Corsimo a vedere che fine
avevano fatto ma appena ci affacciammo non trovammo ombra dei due criminali.
Facendo qualche passo indietro dalla finestra mi girai verso l'angolo dove si
trovava Shiho. Andai da lei e tirandola su la abbracciai tranquillizzandola.
Passarono diversi minuti in cui rimasi attaccato
a lei facendola calmare.
Ci riuscii dopo una decina di minuti; questa
volta se l'era vista davvero brutta poverina.
Gli agenti se ne andarono guardandoci e
sorridendomi (tranne Akai ovviamente) chinando di poco il capo come a dirmi un
"non ce di che" li ringraziai pure poi andarono via poco prima che
arrivassero Agasa, Sonoko, Goro e Ran attirati dallo sparo sentito poco prima.
Io e Shiho eravamo ancora abbracciati e appena
li vidi iniziai a fissare Ran, non avrebbe dovuto vederci così.
Sentendomi irrigidirmi Shiho mi lasciò e li
guardo, soprattutto guardo anche lei la ragazza che a capo chino se ne andava
via quasi in lacrime.
Shiho capendo le mie intenzioni corse da Agasa
rimanendo con lui mentre io, sotto lo sguardo infuriato di Goro e le critiche
di Sonoko contro di me, rincorsi Ran.
La fermai prendendola per un braccio e con molta
calma le spiegai che lei era solo un'amica che aveva appena vissuto una brutta
situazione.
Non so quanto mi credette, fatto sta che si mise
a piangere, silenziosa, guardandomi sorridendo.
-Sono felice che... Tu abbia trovato la tua
anima gemella.- disse singhiozzando.
Si girò e fece per andarsene, così mi decisi e
feci una mossa che credo la lasciò molto stupita: la presi per un braccio e
tirandola verso di me facendo combaciare le nostre labbra. Fu un bacio veloce,
fermato solo dai dolori lancinanti al petto.
Mi staccai di colpo e mettendomi una mano sul
petto le presi il mento e guardandola le dissi di aspettarmi ancora per un po'.
Sarei tornato presto. Poi prima che potesse fare qualunque cosa scappai via
come meglio potei.
Tornai alla macchina di Agasa dove distesa fuori
da questa c'era una bambina avvolta in una vestito molto più grande di lei
color rosso. La presi delicatamente e la ridistesi sui sedili posteriori. Poi
dopo minuti di urla strazianti mi ritrasformai entrando in macchina poi svenni.
Mi risvegliai tempo dopo con addosso i miei
vestiti e Ai seduta accanto a me nella macchina del dottor Agasa. A quanto pare
si era svegliata anche lei da poco.
Mi spiegò che dentro quel cioccolatino c'era del
liquido strano creato dagli scienziati dell'organizzazione, che dopo la
trasformazione la festa era finita ed erano tornati tutti a casa, che Ran
preoccupata per Conan e Ai aveva cercato ovunque venendo poi tranquillizzata
dal dottor Agasa dicendole che eravamo a casa sua stanchi di quella festa e che
avrei dormito da lui. Infatti arrivammo a casa e dopo aver parlato un po' della
serata e averla spiegata al dottor Agasa andammo a dormire.