Serie TV > Breaking Bad
Segui la storia  |       
Autore: Utrem    08/02/2015    1 recensioni
Cosa accadrebbe se ad un tratto le bugie di Walt fossero decifrate da un'altra bugiarda? Quali conseguenze avrebbe questo?
AU ambientato durante e dopo l'episodio Fifty-One della quinta stagione.
Genere: Angst, Drammatico, Introspettivo | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Contenuti forti, Violenza
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
DIECI MINUTI PRIMA...
Odiava avere fretta, poiché quando aveva fretta ragionava male e nonostante ciò doveva sforzarsi di non tralasciare nulla in modo che fosse tutto in regola.
Infatti, sceso dall'auto, Walter zoppicò verso la casa coperta senza guardarsi attorno. Solo a metà percorso si rese conto della sua negligenza e rimediò con due occhiate repentine, che gli fecero torcere il collo. 
Fu una fortuna, perché con la coda dell'occhio vide una macchina. Tuttavia, si permise di rifletterci su solo dopo essere uscito dal suo raggio visivo.
Una macchina sgangherata, vecchia e anonima, col muso rivolto verso lo stesso verso in cui aveva viaggiato lui.
Fatte tutte queste considerazioni, v'era un'unica opzione plausibile: polizia.
Il giudizio di Walt si rovesciò. Capovolto. Era partito con la ferma e generosa intenzione di salvare Lydia, una donna scaltrissima che sicuramente avrebbe fatto un ottimo lavoro nel gestire i loro affari, ed era stato veementemente contraddetto. Chi avrebbe potuto immaginarlo?
Non c'era più la possibilità di discuterne: Lydia doveva morire.
Walter fece il suo ingresso nella stanza. La canna di Mike le lambiva la testa, mentre Jesse si strofinava impetuosamente le guance, tutto intento a fissarla. Non appena s'accorse del suo arrivo, gli si gettò addosso, indicandola e prendendo a farfugliare:
“Signor White, deve dire qualcosa! Signor White, noi non possiamo... su, glielo dica che noi non vogliamo questo! Glielo dica! Signor White...”
Walter diede mostra di non badare assolutamente a Jesse, mantenendo lo sguardo perpendicolare a sé. Sapeva che lo avrebbe scandalizzato e in cuor suo se ne rammaricava, ma era anche ben cosciente del fatto che non c'era più scelta.
“C'è un'auto parcheggiata qui fuori” disse semplicemente, con estrema gravità. Al che Mike non aveva più bisogno d'ulteriori prove e fu sul punto di premere il grilletto, ma in una parte remota di lui gli rimordeva ancora la coscienza e scoprì il desiderio di sentirla ancora parlare, per vedere che cosa aveva da dire in merito.
“Io non ne so proprio nulla” si scagionò debolmente lei, ripristinando un po' di compostezza “Non vedo proprio perché avrei dovuto fare una cosa del genere. Mike...”
Jesse era ammutolito da uno sproporzionato conflitto interiore. Non le credeva molto, ma si sarebbe veramente consegnato agli sbirri pur di vederla uccisa lì, in quell'istante.
Walter, al contrario, era sorpreso da tanta reticenza. Se prima avevano effettivamente potuto solo ipotizzare un suo tradimento, adesso non c'era più alcun dubbio. 
“Se fossero davvero gli sbirri, dovrebbero farsi vedere, no? Voglio dire... sanno che siamo chiusi qua dentro... irromperebbero qui e-”
“Una spia” lo interruppe Mike autoritario “Si può solo trattare di una spia. Se la polizia ci avesse rintracciati con sicurezza, non si sarebbe preoccupata di fare tanto silenzio durante l'inseguimento. Eri un uomo solo, Walter. Armato certo, ma un uomo solo. Nessuno impediva loro di fare una bella retata e ingabbiarci tutti”
“Ok! Quindi Lydia non c'entra in tutta questa faccenda e puoi lasciarla andare!” Jesse esclamò,  incredibilmente sollevato.
“E chi mi dice che non l'abbia mandata lei, la spia?” obiettò Mike, rafforzando con un brontolio la presa sull'arma “Lydia...”
“Nulla. Niente. Non ne so nulla” ripeté ancora la donna, scrutando il pavimento.
Allora Mike cercò consiglio nell'espressione di Walter. Questi era sornione, anche se risoluto. Dovette parlare perché diventasse nota la sua opinione:
“Ci sono troppi elementi e troppo poche persone coinvolte. L'unica ipotetica responsabile per questo è Lydia. Di conseguenza, non mi sento più sicuro a fidarmi di lei, e non dovresti più esserlo neppure tu.”
Jesse boccheggiava dal terrore. 
“No... per favore! Signor White...”
“Todd, perché non vai a dare un'occhiata fuori?” domandò Mike, casualmente.
“Certamente” rispose questo, dimostrando il possesso dell'arma con una lieve pacca sulla tasca. Varcò la soglia circospetto e silenzioso, nel marasma generale.
“Il tuo piano è fallito” Mike avvertì: stavolta non si sarebbe tirato indietro.
Lydia percepì il cappio stringersi attorno al collo. Il suo ultimo atto di volontà fu sperare che quella spia li rovinasse tutti.
“NO-”
Mike sparò un colpo.
Il suo capo precipitò inerte sul petto. 
Jesse sussultò, ma non esplose: l'orrore lo aveva sferzato troppo brutalmente, inaspettatamente, anche se aveva supplicato un'ora intera. Prese a massaggiarsi convulsamente il braccio, i peli che gli pungevano il palmo, lo sguardo incantato sulla scena, quello che ne era rimasto. Si convinse che era giusto così, sì. Sì, era giusto così, sì...
Dal canto suo, Walter non aveva battuto ciglio. Non era stato altro che onesto con Mike, facendo a lui, a sé e a Jesse un enorme favore. Avrebbero reperito un altro collaboratore ugualmente competente ma più docile, più manovrabile: non sarebbe stato facile, ovvio, ma, con il dovuto impegno, certamente possibile, anche in tempi non esageratamente lunghi. D'altronde, così come era esistito un Gale, sarà esistita anche una sua controparte “diplomatica”.
Mike glissò su ogni commento, ogni osservazione gli venisse istintivo far presente. S'era fidato di Lydia fin quando ne era stato in grado: ormai erano settimane che il rispetto non era più reciproco e che minacciava di scoprire tutti pur di garantire la propria sicurezza. Non c'era proprio più niente da dire.
Prese in mano il cellulare e chiamò uno dei suoi ragazzi.
“Steve, ho bisogno di te e Vinny qui adesso. Il posto lo conoscete. Sì, nel deserto. Con cura. A posto”
Nello stesso istante, Todd rientrò dalla porta sul retro.
Walter e Mike si voltarono immediatamente; Jesse non reagì affatto al suo arrivo. 
“Ehi... ho preso la spia” annunciò, con voce piatta.
“Bene!” esclamò Mike a voce alta, pur non apparendo minimamente soddisfatto “Dov'è?”
“Io... me ne sono occupato” spiegò Todd, reso lievemente scettico dal suo tono.
Un altro omicidio. 
Jesse era rassegnato. Si mordeva le unghie e non guardava in faccia nessuno.  
Walter sospirò, serio. Per quanto l'idea di due morti in così poco tempo fosse abbastanza angosciosa, a impensierirlo di più era tutta l'attenzione che quei due decessi avrebbero attirato su di sé. Questa volta, sbarazzarsi dei cadaveri non sarebbe bastato a sviare i sospetti della polizia.
“Ah? Perché?” Mike si stava contrariando.
“Perché sapeva tutto. Stava per ripartire e andare a spiattellare tutto” rispose il ragazzo senza ombra di dubbio.
“Ah. Dov'è?” ripeté l'ex-poliziotto, non ancora del tutto persuaso della necessità del gesto ma decisamente indifferente al fatto.
“Qui...”
Mike seguì Todd nell'altra stanza. Walter fece lo stesso, impregnato in un profondo disappunto, quando la luce irradiò la stanza e il pallore.
Vide due occhi come due cocci di vetro, una bocca storta, dei denti digrignati, la rigidità inconsueta di un corpo, l'incongruenza di dei piedi.
Per la prima volta.
Per la prima volta Walter vide la morte.
Una morte che era per la prima volta propriamente morte, perché si era sostituita a così tanta vita, a veri anni di vita, di parole e di voce, di litigi, opinioni, giudizi, pettegolezzi, complimenti, insulti, di vista, di gesti, comportamenti, abitudini, paesaggi, posti, case e persino di odore, di profumi, sapori, gusti, puzze e incidenti. Una lunga vita vera, che lui sapeva enumerare, descrivere, raccontare perché era anche la sua, la sua vita. La vita di Walter White.
Così i suoi polmoni si riempivano del gelo della morte.
Ma non lo ammetteva, non ancora. Non poteva.
Guardò meglio i lineamenti e le proporzioni, studiò, riesaminò l'intera mattinata passo per passo, punto per punto, precauzione per precauzione: non ci trovò fallo. Skyler non aveva chiamato nessuno, l'auto non era la sua. Poteva aver confessato durante la notte? Possibile, sì, ma improbabile. Avrebbe sentito. C'era qualcosa, qualcosa che non quadrava... ma non era dipeso da lui. Non era dipeso neppure da Hank, che non avrebbe mai messo in pericolo la moglie, o da Todd, che non la conosceva. Com'era possibile? Non era possibile. Eppure era possibile... possibile? Era stato possibile. Era successo. Era accaduto.  
Deglutì: l'aria si sciolse e liberò i polmoni dal ghiaccio. Impugnava ancora la sua vita e il suo calore, sì: dimoravano in lui.
Lo ammise.
Marie giaceva per terra con un foro nella testa. 


CINQUE MINUTI DOPO...
Mike era sconcertato.
Aveva le braccia aperte ad angolo, gli occhi sbarrati e gli incisivi prominenti.
Gli era bastato soltanto scorgere il corpo perché, con suo enorme rammarico, montasse in lui una furia inaudita.
Si scagliò a corpo morto su Todd, afferrandolo con mani malferme e sollevandolo da terra, sibilando parole che non avrebbe mai voluto né dire né sentire:
"Questa, QUESTA ti sembrava una spia?! Lo vuoi sapere tu chi è, chi è QUESTA?! QUESTA... questa è la moglie dell'ASAC Hank Schrader e TU gli hai appena fornito una pista ininterrotta che arriva subito a noi, senza interruzioni! TU hai appena messo al rogo miliardi di dollari e gettato in galera centinaia di persone, e tutto perché non sai riconoscere una cazzo di spia! Mi spieghi come cazzo ragioni, porca puttana?! Ma almeno te ne rendi conto?! Ti rendi conto della cazzo di stronzata che hai fatto?! Te ne rendi conto, porco-"
"Mike"
Fu un sussurro. Neppure Walt seppe bene perché lo proferì. Forse perché si stava tenendo ferma la testa con le dita e le sue urla ne acuivano il dolore intrinseco ed insopportabile...
Fatto sta che Mike si girò di scatto, rilasciando pesantemente Todd nel processo, e gli puntò un offensivo dito contro. Rielaborò per qualche secondo, le labbra già spinte in avanti, e poi parlò:
"Tu... non hai riconosciuto l'auto di tua cognata?"
Vuota.
La testa di Walt era vuota.
Svuotata delle risposte logiche che avrebbe potuto dare, delle spiegazioni che avrebbe potuto fornire, delle soluzioni che avrebbe potuto proporre.
Così si limitò a scuoterla, con delicatezza, non solo in segno di diniego ma anche nella speranza di generare uno stimolo, una spinta e far ripartire tutto come prima, senza intoppi e possibilmente in fretta.
Non sortiva risultato.
Nulla da fare.
Aveva perso. 
Aveva subito la sua prima e ultima sconfitta.
Le lacrime cominciarono a rimbalzargli copiose sulle guance.
Mike, nonostante fosse inferocito dalla sua ritrosia, non poté reagire. Anzi, decise di farsi contagiare dal suo atteggiamento, interpretandolo come rifiuto. Rimase fermo sul posto, gli occhi fissi sull' "oggetto" di discussione, iniziando a respirare rumorosamente, incessantemente, mentre Todd cercava pigramente un nuovo approccio per scusarsi.
Nessuno prestava attenzione a Jesse. Effettivamente lui, lacerato com'era, voleva nascondersi. Andarsene, fuggire senza voltarsi mai. Ma l'avrebbero trovato, era inutile illudersi. L'avrebbero trovato... prima, però, doveva mettere le cose in chiaro.
"Tu hai appena ucciso... la moglie di tuo cognato. La moglie di tuo cognato. Ok? Ok. La tua famiglia è andata. Non riuscirai mai più a guardare in faccia tua moglie o i tuoi figli. Ok. Ma sai una cosa? Tu la farai franca. Eh, già. Tu sei speciale. Escogiterai qualcosa e te la caverai. Io, invece, sai che fine farò io? Primo sospettato. Io sarò il primo sospettato di quest'omicidio, perché quel bastardo di tuo cognato penserà subito a me, non appena lo verrà a sapere. Non ci vedrà più: darà la caccia a me, solo e soltanto a me, il socio di Heisenberg che apparentemente ha una passione per sua moglie. Non darà retta a nessuno, non si fermerà di fronte a niente pur di avermi!"
"Jesse, non-"
"NO! È così, cazzo! È così! Brutto pezzo di merda che non sei altro! È così e stai zitto! Devi stare assolutamente zitto! E tu..." si rivolse infiammato a Todd "Stronzo... spero proprio che il figlio di puttana ti acciuffi e ti faccia marcire in galera per la vita!"
Sbraitava, urlava, istigato dall'umidità degli occhi che non cessava e gli ricordava che era impotente, che era morto, che non aveva futuro.
"I miei ragazzi stanno arrivando" Mike segnalò ad un tratto, recuperata parzialmente la sicurezza nella voce "Faremo prelevare anche lei. Sparirà, insieme a Lydia"
"No!" Walt si oppose, la mascella contratta e le sopracciglia quasi unite, ma la voce ancora rauca di fragilità.
"Hai altre proposte, Walter?" Mike ribatté, con risolutezza ma senza l'usuale ironia.
Altre proposte: e normalmente avrebbe cominciato a scervellarsi, a ingegnarsi impegnando ogni meandro della sua conoscenza e ogni briciola della sua intelligenza per superare la prova di sopravvivenza. Ovviamente, così non fu.
... finché un guizzo, che prima se ne era stato in disparte, gli si palesò, esplodendo e invadendogli la testa per intero.
Fu così rapido che non riuscì a focalizzarlo: agì subito come gli dettava, senza ragionare.
"Non è necessario. Sentite, ascoltatemi: noi possiamo, potremmo effettivamente far ricadere la colpa su qualcun altro"
"E su chi?"
"Su... Marie Schrader."
Mike aprì la bocca, Jesse rialzò immediatamente il capo, gli occhi sgranati dallo stupore, mentre Todd assentì tranquillamente, come compiaciuto.
Spiarono tutti il corpo nei momenti che seguirono, omertosi, come in attesa di una torsione, uno spasmo di protesta.
"Marie ha sempre sofferto di problemi psicologici abbastanza gravi. Il peso della recente situazione familiare e lavorativa le ha dato alla testa. Quest'oggi era rimasta a casa, da sola. Suo marito è un poliziotto: di conseguenza, non è strana l'idea che lei possieda un'arma e sappia come usarla. In tal modo si spiegherebbe il colpo preciso, nella nuca. Se riportiamo il corpo nei pressi dello stagno vicino alla loro casa, nessuno si sorprenderà se non ci saranno tracce di sangue. Todd, tu indossi dei guanti: basterà che tu adesso le faccia toccare la pistola per far imprimere le impronte digitali necessarie a confermare il sospettato suicidio. Prendi anche le chiavi della macchina: la useremo per portarla a destinazione e poi faremo il pieno, per non destare sospetti. Tutto questo... sarà duro da accettare, ma credibile... per Hank e tutti gli altri."
Non appena ebbe concluso, Todd sfilò l'arma dalla tasca e la fece scivolare con delicatezza fra le dita sottili e rigide della donna. 
Mike si mise una mano sugli occhi. Non riusciva neppure a concepire quanto orrore l'avrebbe preso se si fosse trattato di una sua parente. Fu la conferma decisiva che la lucidità di quell'uomo era la cosa più spaventosa a cui avesse mai assistito in vita sua - e ne aveva viste tante, di cose spaventose. Veramente, veramente tante.
"Walter... è la moglie di tuo cognato..." disse semplicemente, lo sguardo vacuo.
"E CONTINUATE A RIPETERLO!" Walter sbraitò d'un tratto, facendo sobbalzare tutti tranne Todd, perennemente quiescente "Ancora, ancora e ancora! Ma sì, avanti così! Pensi che non lo sappia! Pensi che io non abbia... Dio!"
Jesse si mise una mano sul petto, nel tentativo di frenare il galoppo del cuore. Ormai da un anno aveva l'impressione che, ogniqualvolta toccasse il fondo, ci fosse subito qualcuno pronto a scavare ancora più in basso e imporgli di raggiungere il nuovo obiettivo.
"L'unico motivo... per cui sono disposto a fare qualcosa del genere... è per proteggerti... Jesse" proseguì singhiozzando, patetico, mentre la vista gli si appannava da dietro le lenti.
Il sentire il suo nome riaccese nel ragazzo quel poco di reattività sufficiente a fargli rizzare la testa e ragionare su ciò che aveva sentito.
Gli credeva? 
Lo scrutò con gli occhi socchiusi, ancora offuscati.
La sua espressione trasmetteva puro dolore: null'altro. 
Anche se lui puro non era.
Così come non lo era lui.
Si sarebbe salvato dalla morte adesso, sì, certo, forse anche dalla prigione, ma non dall'inferno. Il vero inferno, quello che attende chi, avendo peccato tutta la vita, si accinge a oltrepassare il guado. Un giorno ci sarebbe andato e vi avrebbe trovato tutti quelli che lo circondavano.
Jesse aveva sempre vissuto in vista di un futuro, un futuro migliore, che un tempo avrebbe voluto vivere con Jane e adesso con Andrea e il piccolo Brock.
Ma come, esattamente?
Come avrebbe mai potuto pretendere di vivere assassino tra gli innocenti, bugiardo fra gli onesti, malato fra i sani? 
In quelle stanze, la luce rifletteva solo gli occhi della donna che giaceva a terra.

   
 
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Serie TV > Breaking Bad / Vai alla pagina dell'autore: Utrem