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Autore: FlaviaNatoli01    08/02/2015    1 recensioni
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Genere: Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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Driiiiiin. La sveglia suonò alle 9.00. Mi alzai, aprii le finestre, misi i miei adorati calzini antiscivolo con sopra disegnato un maialino e un cane e controllai se mio fratello stava dormendo. Mi sedetti sul divano come se stessi aspettando che qualcuno mi portasse la colazione, magari un panino con strati e strati di Nutella e un bicchierone di latte bollente con il nesquik, ma mi ricordai che i miei erano partiti per tre giorni, in Francia. Oggi sarebbe passata mia nonna ma non ero sicura che ci avrebbe trovati. Presi la mia tovaglietta preferita per mangiare e mi riscaldai il latte. Il telefono di casa squillò: per un momento pensai che avrebbe svegliato tutto il palazzo e così mi affrettai a rispondere… “Pronto?” “Buongiorno bellezza.” “Alessandro?” Chiesi stupita. “Si, sono io.” “Come fai ad avere il mio numero di casa? Sei uno stalker?” Rise. Che bella la sua risata. “Tranquilla, volevo assicurare che tu venissi oggi.” “Sei mi fai fare colazione e poi uscire arriverò puntuale.” “Per carità, ti lascio. A dopo.” “Sei pazzo.” “Di te.” “ahah, a dopo.” Attaccò. Non pensai che avessi sentito bene... Mi aveva detto che era pazzo di me? Forse stava scherzando… o forse no? Riflettendo, feci colazioni, mi vestii e svegliai mio fratello Zac. Alle 10.00 aprivano i negozi del centro e io, come tutte le volte, ero in ritardo, a causa di mio fratello. Andammo con il suo motorino e quando arrivammo c’era gia molta gente. Mi comprai due magliette, pantaloni e leggins, mentre mio fratello si comprò due paia di scarpe da ginnastica, una nike e una adidas, tre magliette e tre paia di jeans. Erano le 15.45. Ci dirigemmo a casa di Alessandro. Zac mi raccomandò di fare attenzione ed entrai nel portone. Suonai il campanello e mi aprii una ragazza bellissima, truccata bene, in jeans e con le ciabatte, chiamò Alessandro e mi diede la benvenuta. Alessandro, appena mi vide, mi abbracciò e mi disse: “Ho affittato un film fantastico e uno horror… Quale vediamo per primo?” “Io direi l’horror.” Disse Sara. “Zitta tu” “Behh… Il fantastico.” Risposi “Scusami Sara.” Rise “Niente, tu mi piaci, saresti perfetta per mio fratello.” “ahh” “Okok ora vediamo il film però.” Ci interruppe Alessandro come se fosse imbarazzato. Vedemmo il film, ma non lo seguii per niente perché ero occupata a guardare Alessandro. Era bellissimo. Era perfetto. Forse non lo potevo avere o forse si. Finì il film e mettemmo quello horror. Sara non lo vide perché doveva uscire con il suo migliore amico, quindi decisi di sedermi vicino ad Alessandro e lo avvisai… “Preparati che io ho molta paura…” “Tranquilla, ti proteggo io.” “Se lo dici tu…” Iniziò, finalmente, e da quanto capii era una storia V-E-R-A e parlava di una ragazza, in vacanza in un albergo, che si trovava in una stanza, la 301, dove morirono tante persone. Tra morti e spiriti maligni che la volevano uccidere, riuscì a salvarsi ma si suicidò per paura che questi la seguirono ancora. Quando terminò erano le 17.30 e decidemmo di scendere e farci una passeggiata. Non parlammo per niente e, nel momento in cui pensai che non avremmo parlato più, mi disse: “Devo parlarti… Voglio parlare con te di una cosa seria.” Il cuore cominciò a battermi fortissimo e tremante risposi: “Mhh, dimmi sono qua… perché non parlare ora?” “Allora, mi piaci. Ecco tutto.” “Cosa?” Davvero?” “Si, forse la cosa non è ricambiata ma a me non importa voglio proteggerti e voglio che tu sappia un’altra cosa: Non lascerò che un altro stupido ti abbandoni e che non sappia quanto bella sei… Io…” Non fece in tempo a finire la frase che gli saltai in braccio e lo baciai; lo baciai perché non potevo resistere, perché gli volevo dire che l’ho cominciato ad amare dal primo giorno che l’ho visto. “Ti amo. Non l’ho mai detta a nessuno questa parola. E’ la prima volta che la pronuncio veramente. Sai non mi sono innamorato mai totalmente di una persona, ma con te è diverso… l’ho sentito appena i nostri occhi si sono incrociati…” “Ma perché hai scelto me fra tante ragazze… Non capisco… Che cosa ho io di speciale. Io non sono come le altre.” “Ma infatti io non cerco le altre, io cerco te, ho bisogno di te.” Mi prese la mano e ci incamminammo verso la mia adorata e dolce casa. Arrivati sotto il portone ci baciammo per alcuni minuti: “Ehi bellezza, buonanotte.” “Ci sentiamo sul telefono.” “Ti posso chiamare appena arrivo a casa?” “Certamente.” “Grande. Ti amo.” “ Ti amo anch’io.” Mi baciò di nuovo e si allontanò sorridendo.
   
 
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