Anime & Manga > Full Metal Alchemist
Segui la storia  |       
Autore: Clarrie Chase    01/12/2008    5 recensioni
Cosa sarebbe successo se Winry fosse stata adottata da Trisha Elric quando aveva solo quattro anni e fosse cresciuta come sorella di Edward e Alphonse Elric?
Trisha sarebbe morta comunque?
I fratelli avrebbero comunque tentato la Trasmutazione Umana per riportarla in vita?
Edward sarebbe diventato comunque Alchimista di Stato?
E Alphonse?
A quest'ora la sua anima sarebbe legata ad un armatura?
E che cosa sarebbe successo se... ?
Prima FF su Full Metal Alchemist: What if... ?
Dal 10° cap.:

Prima accetti che le cose non torneranno più come una volta, e prima ricominci a vivere. [...]
Genere: Romantico, Triste, Drammatico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Alphonse Elric, Edward Elric, Winry Rockbell
Note: Alternate Universe (AU), OOC, What if? (E se ...) | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Momenti Cruciali

Momenti Cruciali

II Parte

 

Sono le piccole scelte quotidiane a fare di noi quello che siamo.

 

 

Alphonse posò lo sguardo su Edward: da quando Winry era uscita da quella porta, non si era mosso di un millimetro. Anche in quel momento se ne stava steso a fissare il soffitto. Gli unici movimenti che aveva compiuto erano stati quelli involontari, come respirare o battere le palpebre. Per il resto era rimasto in religioso silenzio, lasciandolo a riflettere sulle sue ultime parole: << Winry ci sta nascondendo qualcosa. >>

Quando Edward aveva pronunciato quella frase, Alphonse aveva pensato seriamente che durante quella specie di coma in cui era caduto il suo cervello aveva ricevuto poco ossigeno danneggiandosi gravemente. Insomma, Winry che nascondeva qualcosa a loro? Semplicemente assurdo, se non illogico. Quale motivo avrebbe avuto per farlo? Nessuno. Anche se di questo, a causa del silenzio del fratello maggiore, iniziava a dubitare.

Ricordava benissimo il giorno in cui avevano incontrato Pinako per la prima volta - quella giornata non l’avrebbe mai dimenticata, d’altronde - e Winry si era dimostrata educata e ben disposta nei confronti dell’anziana signora. Più che altro era stato Edward a provocarla, ricevendo in cambio una bella padellata in pieno viso. Era per questo che il comportamento di Winry e Edward l’aveva turbato.

Si sarebbe aspettato la reazione di Winry da Edward, e quella di Edward da Winry.

Conosceva benissimo suo fratello, e sapeva benissimo che erano due le cose che faceva di rado o mai:

1.       Chiedere scusa di sua spontanea volontà.

2.       Ringraziare.

E quel tipo ringraziamento tanto cortese l’aveva completamente lasciato senza parole. Come la reazione esagerata di Winry, ovviamente.

Per la prima volta poteva dire di non capire veramente sua sorella.

Era una sensazione strana, in effetti.

La porta della camera si aprì all'improvviso con uno scricchiolio, rivelando la signora Pinako che spingeva una sedia a rotelle con aria turbata. Vide Edward sporgersi leggermente verso di lei per vedere meglio. Pinako aveva una strana espressione in viso: sembrava... turbata.

 << Alphonse, potresti aiutare tuo fratello a salire su questa sedia, per favore? Quando avete fatto venite in soggiorno, ci sono due... persone che vorrebbero vedervi.>> Detto questo la donna uscì velocemente, così come era entrata lasciando i due fratelli basiti, a guardarsi confusi: che cosa diamine stava succedendo?

 

Winry guardò incerta la vecchia Pinako uscire dalla stanza di Edward e Alphonse con espressione ancora turbata: poverina, se per Winry vedere degli Alchimisti di Stato era estremamente fastidioso e sfiorava i confini dell'odio, per la signora Pinako che aveva visto suo figlio partire insieme alla moglie per la guerra da cui non avrebbero più fatto ritorno doveva essere traumatico. Per un attimo, giusto un secondo, Winry pensò di sentirsi molto vicina alla vecchia signora. Questo pensiero la spaventò a tal punto da farla nuovamente indietreggiare, attirando su di se lo sguardo curioso ma tremendamente professionale di Riza Hawkeye. La giovane Alchimista di Stato guardò la ragazzina con circospezione: non si era ancora abituata alla presenza di due Alchimisti di Stato in quella casa? Riza poteva capire di essere considerata poco meno che un essere umano che aveva venduto l'anima al diavolo per la divisa che indossava, ma... sentiva che la paura di quella ragazzina, Winry Elric, riguardava solo in parte lei e il Colonnello.

<< I ragazzi si stanno preparando, usciranno a momenti. >> mormorò Pinako con voce piena di astio. Quella, pensò Roy, era la voce di una donna che di certo non gradiva la presenza di due Alchimisti di Stato non solo in casa sua, ma anche in tutto il pianeta. Tuttavia non ci badò poi molto, infondo aveva visto con i suoi stessi occhi gli sguardi affilati che avevano rivolto loro gli abitanti di Resembool vedendoli dirigersi a casa Elric. << Bene. Intanto, viste le circostanze, vorrei scambiare due parole con lei, signora. E' lei la responsabile di questi ragazzi, vero? >> chiese Roy in tono pratico e concentrato, cercando di non dare alla vecchia un ulteriore motivo di odiarlo. Pinako rispose guardinga: << Sì. Che cosa volete da loro? >> chiese quindi, vedendo con la coda dell'occhio  Winry trattenere il fiato in attesa della risposta del Colonnello. Anche il Colonnello doveva essersi accorto dell'interesse di Winry, perché lanciò uno sguardo d'intesa al Sottotenente. Riza annuì appena, voltandosi verso Winry. << Aspettiamo fuori. >> propose la donna invitando Winry a seguirla. La ragazza lanciò uno sguardo incerto a Pinako, - per quanto se ne vergognasse - in  cerca di aiuto.

Ma anche Pinako scosse la testa, rendendo esplicito quello che il Colonnello e il Sottotenente avevano sottinteso: << Winry, sarebbe meglio che tu non ascoltassi questa conversazione. Segui il Sottotenente Hawkeye, per favore. >>

Winry la fulminò con lo sguardo vedendosi ormai con le spalle al muro e seguendo il Sottotenente, che aveva già aperto la porta per uscire.

Chiusa la porta di entrata, in soggiorno cadde un'altra volta quel silenzio innaturale e malgrado tutto carico di sottointesi.

<< Prima di venire qua ho chiesto informazioni. Ho saputo che la madre di questi ragazzi è morta meno di una settimana fa. Conferma? >> chiese ancora una volta Roy in tono nuovamente pratico e formale. Pinako annuì, ormai conscia di dove volesse arrivare il Colonnello. << Sì. >> confermò quindi con tono sommesso, aspettando la prossima inevitabile domanda.

<< E sa anche quello che hanno cercato di fare questi ragazzi, nello studio di casa loro? >> Gli occhi del Colonnello lampeggiarono di una luce innaturale, simile allo scoppiettio di un fuoco appena attizzato ma che all'occasione sarebbe stato in grado di bruciare un'intera casa.

E come poteva non saperlo? Già due giorni prima, quando si era vista comparire davanti Winry e quell'armatura che poi aveva riscoperto essere Alphonse con in braccio il corpo imbrattato di sangue del fratello maggiore, aveva sospettato qualcosa. Non aveva fatto domande, si era impegnata a curarli come milioni di volte aveva visto fare da suo figlio, in una vita che in quel momento le appariva più lontana che mai.

L'ultima conferma l'aveva avuta la notte stessa in cui erano arrivati, quando dopo essersi assicurata che le condizioni di Edward fossero stabili era andata fino a casa loro, scoprendo quella... cosa che avevano creato.

<< Sì. >>. << Non ho altre domande. >> annunciò Mustang facendosi pensieroso. Pinako però aveva altro da aggiungere.

<< Che cosa volete da questi ragazzi? Sono gravemente feriti e se dovessero compiere un ulteriore sforzo potrebbero non... >> Ma Roy la interruppe, andando con lo sguardo fino alla porta ancora chiusa della camera dei ragazzi. Pinako rabbrividì: quello sguardo color carbone sembrava trapassare il massiccio legno della porta e guardare fin dentro le anime di quei poveri ragazzi incoscienti.

<< Due giorni fa alla Sede Centrale di Central City sono arrivate delle lettere spedite da Resembool, più precisamente dai fratelli Elric. Sulle lettere era scritta sempre la stessa cosa: qual ora noi avessimo saputo dove si trovasse l'Alchimista Hohenahem Elric avremmo dovuto informarlo di ritornare a casa. L'esercito non ha più avuto notizie di Hohenahem dal massacro di Ishbar. Io e il Sottotenente Hawkeye siamo stati mandati qui nel caso Hohenahem si facesse vivo per riprendere il suo ruolo di capofamiglia. Le ricerche che quest'uomo stava conducendo prima della sua scomparsa potrebbero essere ora fondamentali per l'Esercito, se arrivate a buon punto. Ma adesso abbiamo un altro obbiettivo. -  nessuno si accorse la porta della camera dei due ragazzi era stata parzialmente aperta, così da poter origliare senza essere visti - Ho bisogno di parlare con loro. >> Il tono di Roy Mustang era calmo e riflessivo, forse era per questo che appariva ancora più pericoloso.

Infine la porta della camera si aprì totalmente, mostrando Alphonse che spingeva la sedia a rotelle dove era seduto Edward. Adesso che non era più nel letto il suo copro mutilato e le bende sporche di sangue che servivano a medicare le parti del corpo che erano state offese conferivano a Edward un'aria misteriosa, quasi... vissuta.

E i suoi occhi, si rese conto Roy, non erano per niente quelli di un ragazzino di quindici anni. Erano gli occhi di chi aveva visto tutte le mostruosità di questo mondo, occhi tormentati che poche volte il Colonnello aveva avuto l'occasione di incontrare, persino nei suoi superiori.

<< Siete voi i fratelli Elric? >> la domanda gli salì alle labbra prima di rendersi conto di quanto apparisse stupida. Ma dalla risposta di Alphonse, l'uomo si rese conto ben presto che non c'era nulla da dare per scontato, con quei ragazzi. Alphonse si limitò a rispondere affermativamente: << Sì. >> Ma fu il rimbombo di quella parola per tutta l'armatura a stupire Mustang e a indurlo sulla via della scoperta. Quel ragazzo non aveva un corpo. La sua anima era legata a un'armatura. E il ragazzo sulla sedia rotelle aveva perso il braccio destro e la gamba sinistra. D un tratto tutta la voglia di parlare da solo con loro era svanita.

<< Sono stato a casa vostra. Ho visto il Cerchio Alchemico. So tutto. >>

 

Winry non riuscì a nascondere il fastidio che provava per il modo in cui era stata cacciata da quella casa. Insomma, se c'era qualcuno che aveva il diritto di starci, quella era lei, no? Si morse la lingua per aver pensato a una cosa così stupida; la verità era che aveva paura. Quella sensazione sinistra che l'aveva accompagnata per la maggior parte di quella settimana era scomparsa quella mattina, quando Edward si era risvegliato, per poi ricomparire in quel preciso momento, più forte e insistente che mai. E la calma del Sottotenente non faceva altro che attizzare le sue paure. Che cosa diamine volevano da Edward e Alphonse? Che cosa, dannazione?! ... Poi capì. Erano due Alchimisti di Stato, infondo. E l'avevano già fatto una volta, con lei. Le avevano portato via i genitori. E adesso volevano portarle via anche Edward e Alphonse.

<< Sottotenente? >> la chiamò Winry, riuscendo a stento a mantenere la voce normale.

La donna parve sorpresa, ma poi le sorrise; era un sorriso dolce, constatò Winry, che stonava terribilmente con l'abito che indossava. << Chiamami Riza. >> le chiese gentilmente la donna, tendendole la mano in un gesto che Winry notò appena.

<< Avete intenzione di portare via Edward e Alphonse? >> chiese ancora Winry con voce tremante ignorando totalmente il gesto di Riza. Riza ritirò la mano con naturalezza, per nulla risentita. << Se verranno via con noi lo faranno di loro spontanea volontà. Non è abitudine mia e del Colonnello Mustang, indurre persone a seguirci contro il loro volere. >>  

Winry abbassò lo sguardo, per nulla convinta. Riza allungò una mano fino al mento della ragazza, sollevandoglielo con delicatezza per poterla guardare negli occhi, in un gesto che a Winry ricordò terribilmente la propria madre.

<< Tu non hai gli occhi di una ragazzina di quattordici anni. Nessun adolescente dovrebbe evere questo sguardo. >> Riza ritirò la mano, ma Winry fu incapace di spostare lo sguardo da lei, sentendo che la frase era stata lasciata in sospeso. <<... Tuttavia io pagherei per avere il tuo aspetto. Perché... se ricordo bene... è così che ci si sente quando si ama qualcuno. >>. Winry guardò la donna stupita, mentre nella sua mente su affollavano mille ricordi che rappresentavano la sua famiglia... ma in particolare una persona... << Edward... >> mormorò Winry a bassa voce, convinta che Riza non l'avesse sentita. Il giovane Sottotenente sorrise, mentre i suoi occhi correvano automaticamente alla porta che la separava dal suo superiore, il Tenente Colonnello Roy Mustang.

 

Edward iniziò a chiedersi come diavolo era arrivato a sedersi a quel tavolo e conversare amabilmente con quell'Alchimista... quel Roy Mustang.

Ah, già, ricordò a se stesso con una smorfia, era stato Alphonse a spingerlo fino a quel tavolo, seduto proprio di fronte a Mustang. E che stava dicendo lui? Ah, già, ecco...

<< Pagamento di elevate somme di denaro destinate alla ricerca, accesso illimitato alla consultazione di testi speciali, possibilità di utilizzare tutti i mezzi e attrezzature dello stato per ricerche... Potrebbero anche riuscire a riottenere i loro corpi... >>

Alphonse vide suo fratello drizzare improvvisamente le orecchie e stare finalmente attento al discorso che il Colonnello aveva iniziato da circa una decina di minuti.

<< Naturalmente - continuò Mustang -, in cambio, dovranno obbedire all'Esercito... >>

<< Io credevo che gli Alchimisti esistessero per aiutare le persone. >> obbiettarono quasi contemporaneamente Edward e Alphonse, sorpresi.

L'espressione di Mustang cambiò, facendosi quasi dolente. << Infatti è così. Ma gli Alchimisti di Stato appartengono all'Esercito e qual'ora dovessimo entrare in guerra essi dovrebbero prender parte alla battaglia, usando l'Alchimia per uccidere. E' questo il prezzo da pagare. Il lato macchiato della medaglia. >> Nel tono di Mustang c'era qualcosa di stonato, come una specie di... disprezzo. Ma solo Alphonse era riuscito a cogliere quel particolare, visto che Edward aveva assunto nuovamente un aria penseriosa. Pinako restava in silenzio anche lei persa tra i suoi pensieri, squadrando di tanto in tanto l'espressione di Edward per sperare di riuscire a cogliere un barlume delle idee che in quel momento gli passavano per la testa. << Signore... crede veramente che questi ragazzi potrebbero farcela? Che potrebbero veramente diventare Alchimisti di Stato alla loro età? >> chiese finalmente Pinako, riattirando l'attinzione del Colonnello su di .

L'uomo annuì senza esitazione, spostando nuovamente lo sguardo su Edward e vedendo nei suoi occhi lo stesso fuoco che anni prima aveva alimentato le sue ambizioni.

<< Sì, certo. >>

 

<< Lei ha mai sparato a qualcuno? >> chiese poi Winry guardando la pistola lucidata che pendeva dal fianco di Riza. La donna sembrò stupita, ma poi sul suo volto apparve quella stessa espressione che solo pochi secondi prima era comparsa sul volto del suo superiore. << Oh, sì, tante, tante volte. >> Il Sottotenente parve sovrappensiero per qualche secondo, poi guardò Winry negli occhi. << Ti auguro di non essere mai costretta a farlo.Puntare la pistola verso una persona e... premere il grilletto. Nello stesso momento in cui senti la pistola vibrare leggermente e il fischio del proiettile farsi più alto... sai che il colpo andrà in segno, e che hai tolto la vita a una persona che non hai mai incontrato in vita tua. >> Winry sentì un brivido correrle giù per la schiena mentre cercava di immaginare la scena. Il Sottotenente dovette accorgersi del turbamento che aveva provocato in Winry, perchè subito si affrettò ad aggiungere: << Essere un militare non piace neanche a me. Non penso che ci sia qualcuno a cui piaccia. >>

Winry la guardò confusa. << Ma se non le piace allora perchè non abbandona l'Esercito? >> Sul volto di Riza comparve un sorriso: d'altronde, quante volte se l'era fatta quella domanda? << Perchè c'è una persona che devo proteggere ad ogni costo. Gliel'ho promesso, capisci? E fin quando avrò vita non esiterò a premere il grilletto per proteggere questa persona.... >>

Winry aveva osservato con attenzione la determinazione con cui Riza aveva pronunciato quella frase e ne rimase sorpresa. Il Sottotenente avrebbe ucciso qualcuno pur di proteggere questa 'persona' a cui voleva bene... Non avrebbe mai esitato a premere il grilletto per proteggerla. E lei, Winry, avrebbe mai premuto il grilletto di una pistola puntata contro una qualsiasi persona, pur di proteggere coloro che amava?

<< Questa persona che vuole proteggere.... è il Tenente Colonnello, vero? >> chiese Winry a bassa voce, sorprendendosi di come le fosse salita spontanea quella domanda e sentendosi come una ragazzina che spettegolava con le sue amiche sul più bel ragazzo della città.

Riza si irrigidì trattenendo il respiro guardando Winry con occhi increduli.

Winry le sorrise affabile: << L'ho capito da quello che ha detto. 'Fin quando avrò vita non esiterò a premere il grilletto per proteggere questa persona'. Prima, a casa, ha puntato la pistola contro di me senza neanche aspettare di capire se vi trovaste realmente in pericolo. E' Roy Mustang la persona che vuole proteggere, vero? >> chiese ancora Winry senza però aspettarsi una vera risposta: era tutto sottointeso, ancora una volta.

La porta d'ingresso si aprì in quel momento, rivelando proprio il Tenente Colonnello. << Andiamo. >> annunciò il Colonnello sistemandosi brevemente il colletto della divisa. Riza annuì sorridendo leggermente a Winry. << A presto, signorina. >> disse Riza, apprestandosi a seguire il Colonnello.

Winry rispose al sorriso, tendendo la mano alla donna: << ... Può chiamarmi Winry, Riza... >>

Il sorriso di Riza si allargò: << Bene. Allora ciao, Winry. >>

 

Edward sospirò di sollievo ritrovandosi finalmente tra le morbide coperte di quel letto da una piazza e mezzo. Aveva appena finito di farsi aiutare da Alphonse a cambiarsi le bende al braccio e alla gamba. Inutile dire che era stato molto doloroso, considerando che sulle ferite era stata 'delicatamente' applicata da Pinako una pomata speciale per farle rimarginare prima... Era incredibile quanto quella vecchia si stesse dimostrando tanto gentile nei confronti suoi e della sua famiglia.

Nonostante tutto, Edward non riusciva a non essere diffidente. Infondo se lo stava chiedendo fin da quella mattina, quando si era risvegliato: che cosa spingeva quella vecchia a darsi tanta pena per degli adolescenti che conosceva da appena quattro giorni? Naturalmente il comportamento di Winry nei confronti di Pinako non era affatto cambiato e all'ora di cena Alphonse era stato costretto a portare il cibo della ragazza fino alla camera che le era gentilmente stata assegnata, al secondo piano, perchè si rifiutava di scendere a mangiare con loro. Aveva lasciato detto che non scendeva a cena perché aveva un forte mal di pancia.

Sciocchezze, pensava Edward, erano tutte delle grandi, gigantesche sciocchezze. Winry non si ammalava mai. Salvo casi eccezionali nel vero senso della parola.

Con una smorfia ricordò tutte quelle volte che lei lo aveva preso in giro perché aveva iniziato a fargli male la testa o la schiena, vantandosi di non aver mai contratto quei tipi di fastidi. E, in quei casi estremamente eccezionali in cui si ammalava, stava tanto male da coinvolgere tutta la famiglia nella sua agonia.

Con un sorrisino ricordò quella volta in cui le venne la febbre e si lamentò tutto il giorno perché le bruciavano gli occhi, le faceva male la testa, il cibo non aveva sapore, le fischiavano le orecchie...

Era per questo che non credeva che Winry stesse male. Edward e Alphonse sarebbero stati i primi a saperlo, in quel caso.

Aveva valutato tutte le possibili sfaccettature del carattere di Winry  e inevitabilmente aveva finito per rianalizzare le proprie azioni; finiva sempre così, d'altronde. Era sempre lui a sbagliare, con lei. Era sempre stato lui quando avevano sei anni e giocavano a nascondino ed era ancora lui adesso che ne avevano quattordici e non riusciva ad allontanare dalla mente il pensiero di lei. Chiuse gli occhi con aria spossata chiedendosi dove diamine fosse finito Alphonse. Erano stati insieme per tutta la giornata, in un totale, assoluto e noiosissimo silenzio. E di cose di cui parlare ce ne erano ovviamente. La proposta di quel Mustang, innanzitutto.

Se Edward aveva veramente intenzione di recuperare il vero corpo di Alphonse - e ovviamente ce l'aveva - la prima cosa da fare era diventare un Alchimista di Stato.

Finora era l'idea migliore che aveva attraversato la mente del maggiore degli Elric, e - sempre fino a quel momento - l'unica.

Ma ovviamente, come si suol dire, non esistono diamanti perfetti; così come allo stesso modo era estremamente imperfetta l'idea di Edward.

Per tanti, buoni motivi.

·                     Winry

·                     Winry

·                     Un altra volta Winry.

Un po' ripetitivo, vero? Beh, era la verità però. Se Edward e Alphonse fossero diventati veramente Alchimisti di Stato, si sarebbero impegnati a trovare un modo per riavere indietro i loro veri corpi. E quindi avrebbero finito col viaggiare. Viaggiare, viaggiare, e viaggiare ancora. Viaggiare molto, tanto, troppo.

Una domanda giungeva ovvia, a quel punto: e Winry che fine avrebbe fatto durante quel viaggio?

C'era stata una frazione di secondo in cui aveva pensato di portarla con sé e Alphonse in tutti i viaggi che avrebbero fatto in futuro. L'idea era stata scartata subito, ovviamente. Winry, come già più volte Edward aveva avuto modo di constatare, non era assolutamente capace di stare ferma in un punto per più di tre secondi. In più, portarla con sé avrebbe significato esporla a un pericolo troppo alto e Edward non avrebbe mai sopportato la consapevolezza di saperla in pericolo per via del proprio dannato egoismo.

Sì, egoismo. Perché una parte di sé, quella più intima e meglio nascosta, non riusciva minimamente ad accettare l'idea di doversi allontanare tanto da Winry. L'unico pensiero che lo spingeva ad andare avanti in quella follia era il pensiero di Alphonse, segregato in armatura per via dei suoi errori.

Edward doveva restituirgli il suo vero corpo.

Poi, inoltre, veniva la promessa fatta alla loro madre in punto di morte: 'Qualunque cosa fosse successa loro non si sarebbero mai separati. Sarebbero rimasti insieme. Sempre.' Ma Trisha ovviamente non aveva tenuto conto di quello che sarebbe successo dopo la sua scomparsa. Non aveva minimamente immaginato che quelle stabili fondamente che tenevano insieme la famiglia avrebbero traballato in quel modo fino a rompersi definitivamente e far crollare il tutto in un insieme di macerie...

Se avesse saputo quello che era successo avrebbe approvato? Edward conosceva bene sua madre, ma non riusciva a trovare la risposta.

Che cosa avesse fatto Trisha se in quel momento si fosse trovata lì con loro?

Edward sorrise amaramente. Se sua madre fosse stata lì niente di tutto quello che era accaduto sarebbe successo. Assolutamente niente. O almeno... forse.

Forse non si sarebbe accorto di provare per Winry più di semplice affetto se sua madre fosse stata ancora viva. O forse se ne sarebbe accorto più tardi.

Nuovamente fu costretto a reprimere una domanda impertinente che mai avrebbe ammesso di aver realmente pensato: sua madre avrebbe approvato i sentimenti che provava per Winry? Avrebbe avuto... la sua benedizione?

Un uomo e una donna innamorati... lui diventa Alchimista di Stato e parte, lasciandosi lei alle spalle... Edward temeva di sapere che cosa avrebbe pensato sua madre se fosse venuta a conoscenza di quello che stava succedendo ai suoi figli in quel momento. D'altra parte era una situazione che lei aveva vissuto in prima persona, molto prima di loro. Ma lui non era così... Edward non era affatto come suo padre. Lui non avrebbe mai lasciato Winry... se non ce ne fosse l'estrema necessità.

E, in ogni caso, non l'avrebbe mai abbandonata con due figli piccoli da crescere, così come aveva fatto suo padre. Tre, si corresse mentalmente Edward, reprimendo un sorriso  nel ricordare il giorno in cui sua madre aveva portato a casa Winry.

Ma il punto non era quello. Aveva fatto una promessa ad Alphonse ed era disposto a mettere da parte Winry - a malincuore e per il momento - se da quello fosse dipeso l'esito della sua 'missione'. Ma non poteva lasciarla così, di punto in bianco, senza nemmeno la certezza che senza di lui sarebbe stata bene, al sicuro.

Non poteva partire con Alphonse così, da un giorno a l'altro, e lasciarla da sola. Aveva contemplato l'idea di portarla con sé almeno a Central City, e di acquistare una casetta per lei in modo che tornassero a trovarla almeno una volta al mese. Ma si era reso conto che l'idea era assurda: non sapeva fin dove si sarebbero spinti lui e Alphonse durante i loro viaggi e di certo non potevano interrompere le loro ricerche una volta al mese per tornare a Central City e stare lì un solo giorno. Era assurdo.

Aveva bisogno di qualcuno di cui si fidasse cecamente che si prendesse cura di Winry intanto che lui e Alphonse intraprendevano il loro viaggio alla ricerca 'dell'ignoto'.

Purtroppo, si rese conto Edward con un sospiro sconsolato e a dir poco esasperato, non c'era nessuno che avesse quei requisiti, perché lui non si fidava di nessuno all'infuori di suo fratello e Winry.

Ah, per quanto riguardava il piccolo problemino di essere rimasto con un solo braccio e una sola gamba aveva già risolto tutto. Era successo quella sera a cena, quando aveva chiesto a Pinako quanto costasse farsi installare due Automail. La donna, offesa, aveva replicato che non aveva nessun bisogno dei suoi soldi e che, se lui voleva, gli avrebbe installato degli Automail domani stesso- ricordandogli ovviamente che il dolore che si provava durante quel tipo di operazioni era a dir poco terribile -.

Per una volta Edward non si era domandato come mai quella donna fosse così dannatamente gentile con lui.

 

Winry si rigirò per l'ennesima volta tra le coperte, sbuffando sonoramente: perché diamine non riusciva a togliersi dalla testa quelle parole?! Erano solo sciocchezze, parole senza senso dette da una persona che per di più non sapeva niente di niente di lei! Non doveva fissarsi!

Nonostante Winry cercasse di autoconvincersi che fosse tutta suggestione, le parole di Riza Hawkeye le rimbalzavano nella mente da quel pomeriggio:

<< Tu non hai gli occhi di una ragazzina di quattordici anni. Nessun adolescente dovrebbe evere questo sguardo. Tuttavia io pagherei per avere il tuo aspetto. Perché... se ricordo bene... è così che ci si sente quando si ama qualcuno... >>

E perché ogni volta che ci ripensava le veniva in automatico pensare ad Edward?

Non riusciva a togliersi dalla testa l’immagine di Edward prima che tutta quella storia della Trasmutazione iniziasse: Edward che la guardava mentre pensava di non essere visto, Edward che le sorrideva in modo diverso, Edward che arrossiva, Edward che le stava sempre accanto…

Edward, Edward, Edward, Edward….

La sua mente sembrava essere diventata monotona come un disco rotto che si incanta a metà canzone.

E nonostante il suo buon senso le dicesse che era una cattivissima idea, Winry stava seriamente pensando di scendere fino alla camera di Edward per passare la notte lì. La camera che Pinako le aveva assegnato le sembrava stranamente tetra e vuota…

Poche ore prima, dalla finestra, aveva visto Alphonse dirigersi verso casa loro e non l’aveva più sentito rientrare. Quindi doveva ancora trovarsi là… Sentiva il bisogno di parlare con qualcuno di quello che le stava accadendo, ma sapeva che sarebbe stato sbagliato oltre che terribilmente ingiusto che questa persona fosse Alphonse, non dopo  che lui le aveva dichiarato i suoi sentimenti.

Già… in un certo senso aveva sempre saputo che Alphonse le aveva voluto molto più bene del dovuto, però non era mai stata capace di scoraggiarlo o rattristarlo in alcun modo… era per questo che spesso e volentieri litigava con Edward. Con un sorriso ricordò il periodo in cui Edward era geloso del trattamento di favore che riservava ad Alphonse… Edward non era mai stato capace di mettere una distinzione tra le persone. Metteva sullo stesso piano  sia persone che conosceva da una vita che persone che aveva appena incontrato. Non aveva ‘unità di misura’ insomma. E spesso si paragonava ad Alphonse, di un anno più piccolo, imbronciandosi perché secondo lui, Winry voleva più bene al fratellino più piccolo.

In Edward, Winry aveva sempre visto dell’altro… Edward era il fratello maggiore, l’unico a cui poteva parlare nei momenti tristi e che riusciva a trovare una soluzione a tutto… Solo in quel momento Winry si rese conto di quanto aveva potuto contare su Edward, in tutti quegli anni… E adesso era Edward ad avere bisogno di lei. 

E ancora doveva rendersene conto, ovviamente. E il tutto doveva succedere prima che prendesse seriamente in considerazione la proposta di Mustang. Winry si fidava di Edward e Alphonse, sapeva che loro non l’avrebbero mai lasciata da sola, però… non riusciva a tranquillizzarsi.

 

                                                                      

 

**************************My Space

 

MellyVegeta: Davveroo ti è piaciuta la parte iniziale? A me è sembrata un po’ poco realistica…. Ma tutta la storia se la consideri freddamente è un po’ campata in aria *finge di non amarla e venerarla fino allo sfinimento*Aaaah, grazie per gli auguri^^ Visto? Ho aggiornato presto! Sinceramente non ci speravo neanch’io, e invece ho ricevuto abbastanza commenti (e auguri di compleanno) da convincermi ad aggiornare XD Tu però continua a seguirmi, ok? Mi fa piacere rispondere ai tuoi commenti^^

 

Talpina Pensierosa: Grazie per gli auguri^^ Sono contenta che il cap ti sia piaciuto e spero di leggere nuovamente un tuo commento^^

 

Kekkuccia: Figurati, il mio italiano non è meglio del tuo quando avvisto una EdWin spettacolare *ç* Visto, ho aggiornato ancora! Hai intuito, lo ammetto, anche se sinceramente dubito che qualcuno non abbia ancora capito come andrà a finire la storia… specialmente considerando che l’autrice, me medesima *si da aria di importanza* è una EdWin forever! XD Spero di leggere nuovamente un tuo commento^^

 

Diamontpearlvoiceinu: Non preoccuparti se non sei riuscita a commentare lo scorso capitolo l’importante è che ora sei qui^^ Sono contenta che il cappy ti sia piaciuto, e conto di leggere un tuo nuovo commento nel weekend XD

 

Ora, come al solito, aspetto i vostri commenti se volete sperare di leggere il prossimo chappy già tra pochissimi giorni^^

La frase di inizio capitolo è più brutta delle altre perchè è mia XD mentre la frase che Riza dice a Winry (che è questa "<< Tu non hai gli occhi di una ragazzina di quattordici anni. Nessun adolescente dovrebbe evere questo sguardo. Tuttavia io pagherei per avere il tuo aspetto. Perché... se ricordo bene... è così che ci si sente quando si ama qualcuno... >> ") è una frase che appartiene al telefilm O.C., che io ho amato!
   
 
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Full Metal Alchemist / Vai alla pagina dell'autore: Clarrie Chase