Capitolo
due
Riley…
Un
raggio di sole squarcia la stanza in due, un misto di penombra e di luce che mi fa
assaporare un’altra
giornata che inizia. Mi muovo leggermente sul letto quando sento
qualcosa
spostarsi leggermente vicino a me, strano…non avevo portato
nessuno a casa
quella notte!! Aprii lentamente gli occhi alzando leggermente la testa
e
incredulo la lasciai ricadere sul cuscino..
-Che
ci fai qui?!-
-Come
fratellino!?- risponde lei con calma.. –Non sei contento di
vedermi?!-
-Si
da il caso che sono le dieci e che vorrei dormire….- risposi
tirandola sul
letto vicino a me…
Lei
si accoccola vicino a me e per un po’ sta in silenzio. I suoi
capelli sono
profumati, proprio come quando da bambina si infilava nel mio letto nel
cuore
della notte e si stringeva al mio petto forte perché io la
abbracciassi. Mi
piaceva quella quotidianità, ci era servito per essere uniti
nonostante tutto.
-Non
hai risposto alla mia domanda…- gli dico tranquillo..
-Deve
esserci per forza un motivo!?- mi chiede lei schietta e irritata..
-Beh…penso
solo che tu non sia qui a caso..- dico girandomi supino mentre lei
lentamente
si gira verso di me.
Per
un pò non mi dice altro, si limita ad osservare i miei gesti
mentre si massaggia
un braccio incerta. So che vuole parlare di qualcosa quindi attendo che
lo
faccia e nel frattempo ci spostiamo in cucina.
-Riley..-
dice vuotandosi un bicchiere di latte.. –Che intenzioni hai
con Justin!?-
La
guardo con circospezione, non capisco l’importanza di quella
domanda e
l’urgenza nel piombare a casa così
all’improvviso solo per chiedermi del suo
amico.
-Vuoi
farmi la ramanzina!?- dico sorridendo.. –Guarda che sono
andato ad abitare da
solo proprio per questo!!! Non me le fa nemmeno più la mamma
Mico..-
-Nessuna
predica..- mi dice lei scuotendo la testa.. –Ma Justin
è la persona a cui tengo
di più dopo la mia famiglia..-
-Sei
innamorata di lui?!- gli chiedo mentre il suo colorito si fa
più acceso..
-No…ma
gli sono comunque affezionata, non voglio che gli accada niente che lo
possa
destabilizzare..-
-Oddio
Micol…- gli dico guardandola sconcertato.. –Non ha
due anni…sembri una madre
protettiva che lo tiene sotto una campana di vetro..-
-Dici
così perché tu non sai niente di lui!!- mi
risponde con furia adesso.. –Tu non
puoi capire..-
-Allora
spiegami perché non dovrei giocare con lui..- gli dico
sedendomi di fronte a
lei..
-No,
non ti deve riguardare, è una cosa che Justin ha confidato
solo a me..-
risponde abbassando lo sguardo.. –ma non voglio che a ferirlo
e a prendersi
gioco di lui sia proprio mio fratello!!!-
-Nessuno
vuole prenderlo in giro..- dico con
un
sorriso malizioso.. –Sto solo mantenendo fede alla parola
data…-
-Cosa
vuol dire!?- gridò lei balzando in piedi.. –Non mi
vorrai dire che…-
-Justin
interessa a Ben..- dissi io appoggiandomi al marmo della
cucina…
-Avete
ventisei anni Riley!!!- mi dice avvicinandosi.. –Ti prego,
dimmi che quando mi
dici che devi tenere fede alla parola data non è quello che
immagino io…-
-Invece
è proprio quello che pensi..- dico con un sorriso
smagliante..
-Se
tu provi a fare una cosa del genere a Justin non te lo
perdonerò mai!!!- mi
dice con sguardo arrabbiato..
-Non
pensi a Ben!?- rispondo io altrettanto serio.. –Sei sempre
stata anche tu a
dirmi che anche ragazzi come noi hanno il diritto di provare ad essere
felici
con la persona che gli piace… A Ben piace Justin
è così sbagliato!? O forse il
problema è che il marmocchio piace anche a te!?-
-Vedi!?!
Non ti sopporto quando fai così, quando metti te stesso
prima di tutti gli
altri!! Justin ha dei sentimenti ed un orgoglio come tutti!! Non ho
nulla
contro i sentimenti di Ben ma ogni cosa deve fare il suo corso naturale
Riley…
Ti prego!! Lascialo in pace..-
Osservo
i suoi occhi speranzosi, ma c’è qualcosa che non
posso comprendere rispetto al
mio comportamento attuale. Questa volta non posso farlo, se me lo
avesse
chiesto in altri frangenti avrei rispettato la sua richiesta ma non
oggi!!
Justin è una preda complicata e a me le persone difficili
erano sempre piaciute
più delle altre, perché non erano prevedibili.
Questo era un gioco troppo
stimolante per il mio ego, conquistare un ragazzino eterosessuale e poi
lasciare che tutto prendesse la piega che desiderava. Ero nato
cacciatore, era
questo che mi guidava, non ero tagliato per innamorarmi e giurare
eterno amore
ad una sola persona.
-Non
posso Micol...- gli dico voltandogli la schiena e appoggiandomi al
muretto che
suddivideva la cucina dal salone.. –Ho promesso che lo avrei
fatto..-
La
sentii avviarsi a passi veloci verso la porta d’ingresso e mi
voltai in tempo
per vedere il suo volto paonazzo arrabbiarsi a dismisura con gli occhi
lucidi e
tristi.
-Tu
non hai idea di quanto ti detesto adesso!!!- gridò con
ferocia..
Aprì
la porta e la sbatté con così tanta furia da far
tremare le vetrate. Sospirai
pesantemente e pensai che gli sarebbe passata, ma averla contro
certamente non
avrebbe agevolato il mio compito.
Qualche
istante dopo la porta si riapre e lei ricompare con i miei amici,
sempre
arrabbiata ma risoluta. La osservo qualche istante e per un momento
riconosco
quello sguardo deciso per una scelta presa che forse non
conoscerò mai.
-Buongiorno..-
mi dice Ben sorridendo.. –Dormito bene..?!-
-In
solitudine..- rispondo con un sorriso strafottente.. –ma mai
così bene..-
-Bene..-
disse lei con le braccia conserte.. –Finiti i convenevoli!?-
La
osservo dal divano e sorrido per la determinazione che tanto amo in
lei. Non so
il motivo per cui è tornata ma so che riguarda ancora il moccioso che la sera
prima mi ha
rifiutato. Non mi piace essere rifiutato, quindi scattava il piano B.
-Micol…sei
strana..- disse Clarke osservando mia sorella con quel tipico cipiglio
in
faccia..
-Oh
non preoccuparti..- dissi al mio amico.. –è nella
fase salviamo un panda
indifeso…-
-Quale
panda!?- chiese Jason stranito..
-Nessun
panda..- disse Ben rassegnato..
-Ti
stai appassionando al WWF Micol!?- chiese lui con
tranquillità..
-Che
cavolo Jason..- disse Orlando.. –Il panda è
Justin..-
Scuotevano
la testa con vigore tutti quanti mentre sorridevano, Mike guardava
concentrato
Micol cercando di capire la sua posizione. Avevo ragione di pensare
fosse
combattuto sul comprendere mia sorella.
-Tu
pensi che Justin sia etero!?- chiese lui all’improvviso con
determinazione..
-Non
lo penso..- disse lei spalancando gli occhi.. –Lo
è!!-
-Non
è per essere petulanti Mico..- disse Orlando.. –Ma
il nostro gay radar
lampeggia..-
Micol
sorrise come per prenderci in giro, sapevo che per lei poteva essere
difficile
accettare questa cosa, avevo avuto l’impressione che tenesse
a lui più di
quanto non avesse compreso lei stessa. Ma la nostra sensazione era
stata
comune, se Justin era omosessuale, indipendentemente dal gioco tra me e
Ben,
era giusto che lui capisse e cominciasse a vivere per quello che era
davvero.
-NO!!-
disse lei risoluta.. –Per voi è uno stupido
gioco!!! Ben, mio fratello mi ha
detto che Justin ti piace, ma non fa per te! Lui non è come
voi…-
-Tu
preferiresti vivere nella menzogna o nella verità?!- gli
chiesi a bruciapelo..
-Lui
sta vivendo nella vita che ha scelto e che gli appartiene..- mi rispose
lei
decisa..
-No,
non è vero..- gli dissi deciso.. –Lui sta vivendo
nell’unico mondo che ha
conosciuto fino ad ora! E nemmeno tu puoi essere sicura se quel mondo
è quello
che sta cercando..-
Lei
rimase zitta e da quel momento non disse più nulla,
perché sapeva che avevo
ragione. Avevo scoperto di essere gay nello stesso modo, non sapevo che
potevano esserci altri mondi oltre a quello che vivevo quotidianamente.
Fino a
quando non avevo conosciuto un ragazzo alle medie che si era innamorato
di me e
me l’aveva confessato. Cominciai a frequentare altri ragazzi
come lui e a poco
a poco cominciai a capire che anche io ne facevo parte, non con poche
difficoltà ovviamente. Micol conosceva com’era
stata la presa di coscienza di
essere “diverso” da un canone stereotipato di
ragazzo e sapeva che anche Justin
poteva appartenere al mio mondo senza difficoltà. Il fatto
che non lo potesse
accettare era un altro discorso!
-Riley…dobbiamo
parlare della sfida..- disse all’improvviso Simon..
-Oggi
dobbiamo prendere una decisione, altrimenti non potremmo più
partecipare..-
disse Ben guardandomi con la speranza che avessi una soluzione a
portata di
mano..
-Di
che competizione state parlando?!- chiese mia sorella curiosa..
-Il
Black Magic ha preparato una competizioni per ragazzi e ragazze che si
vogliono
mettere alla prova come cantanti e musicisti, ci sono varie regole da
seguire
come cantare un duetto, canzoni più soft e alcune da
discoteca e poi testi a
scelta dal concorrente! Ma non abbiamo il partecipante…-
-In
palio ci sarebbe la possibilità di lavorare al locale, se
hai buone doti
artistiche e per il gruppo che lo organizza consumazione e entrata
gratis per
un anno..- sorrise estasiato Clarke..
-Ora
ho capito..- disse Micol esterrefatta.. –Mi sembrava strano
che vi deste tanto
da fare senza avere un tornaconto..-
-Hai
una sorella piuttosto strafottente..- disse Simon abbracciandola e
scompigliandole i capelli..
Micol
sorrideva di gusto e forse inconsciamente senza pensarci le
sfuggì una frase
che non passò inosservata.
-Peccato..-
disse quasi sottovoce e sovrappensiero.. –Lui sarebbe
perfetto!!-
-Chi
sarebbe perfetto Micol!?- dissi aguzzando la vista..
-Come?!-
rispose lei con gli occhi sbarrati e lo sguardo mortificato..
-Hai
detto qualcosa come “lui sarebbe perfetto”!! lui
chi?!- dissi raggiungendola e
posando il braccio leggermente sopra il suo capo chinato a terra e
leggermente
rosso..
-Io
non ho detto nulla..- disse lei serrando i denti, lo faceva quando
voleva nascondere
con tutta se stessa qualcosa..
-Justin
eh..- dissi sorridendo..
-No
Riley!- disse lei prendendomi il braccio.. –Ti prego di
dimenticare quello che
ho detto..-
-Non
posso..- dissi semplicemente, consapevole di quanto ero stronzo in
questo
momento..
-Tu
non puoi capire..- disse lei scuotendo la testa.. –Se
prendesse in mano uno
strumento per lui sarebbe come…morire…-
Addirittura.
La sera prima avevo visto aprirsi una voragine in lui, mentre lo
baciavo
sentivo il suo corpo agitarsi e allo stesso tempo ribellarsi alla mia
stretta.
Lui aveva la forza di rifiutarmi, aveva la capacità di
tenermi testa e di
rendermi la vita difficile abbastanza per incuriosirmi. Questo non era
esattamente un bene per lui. Mi stavo interessando a Justin per diversi
motivi,
aveva un aura di mistero intorno a lui che lo faceva sembrare un
grattacapo
abbastanza intrigante che magari, una volta svelato, avrebbe
immediatamente
perso di interesse alla velocità della luce. Ma
finché non avessi capito cosa
lo avvolgeva nel mistero non avrei trovato pace. Non era solo per la
promessa
che avevo fatto a Ben, quel ragazzino sembrava estremamente cocciuto,
abbastanza da dover mettere in pratica tutto ciò di cui ero
capace per aprirmi
uno spiraglio in lui. Ogni volta che adocchiavamo un ragazzo che poteva
essere
omosessuale il gioco era sempre lo stesso, il più delle
volte il divertimento
finiva molto prima del previsto e la scommessa vinta non aveva lo
stesso gusto
che poteva avere oggi. Le discussioni con Micol andarono per le lunghe
per molto
tempo quel pomeriggio, non comprendevo perché quel da farsi
per impedirmi di
costringere Justin a esibirsi in un occasione del genere. Provai la
sensazione
che dietro a quella logorante richiesta si nascondesse una motivazione
di cui
lei era a conoscenza, anche se sicuramente stava montando
esageratamente le
cose facendole sembrare di proporzioni catastrofiche. E trovai assurdo
che si
prodigasse tanto per farmi cambiare idea quando sapevo perfettamente
che non
l’avrei ascoltata. Ero curioso di lui, mi divertiva vedere il
lampo di rabbia
nei suoi occhi quando lo provocavo o la estenuante tenerezza del suo
viso
quando era imbarazzato. Sapevo che in fondo, in una parte di se stesso,
si
rendesse conto che il mio finto corteggiamento lo incuriosisse
più del dovuto.
Non ero sicuro che Justin ne fosse consapevole, era solo una sensazione
che
avevo in risposta al mio fare seducente quando gli rivolgevo attenzioni.
E
fu per questo che decisi di agire, contro ogni logica e istintivamente
come un
bambino che fa esattamente quello che gli passa per la testa! Mi
sentivo forte
nella decisione che avevo preso, per lui avrei dovuto spendere molte
energie ma
mai come questa volta mi sentivo stimolato. Avevo capito dove abitasse
e il suo
cognome Herstrass non era esattamente diffuso, non fu difficile avere
una
risposta efficiente su dove potessi trovare un certo Justin. Nello
stesso
istante in cui mi ritrovai davanti alla sua porta di casa non riuscii a
fare a
meno di chiedermi cosa cavolo stavo facendo lì.
Volevo
stupirlo!? Incantarlo?! Prenderlo in giro!? Vedere la sua reazione
spontanea al
vedermi li sulla soglia!? Penso fosse esattamente tutto questo insieme
che mi
aveva spinto lì, ma in fondo pensavo che il mio ego
c’entrasse più di tutte
queste ragioni messe insieme. Lui resisteva e questo metteva in dubbio
il mio
potere di seduzione. Sorrisi del mio egoismo e della mia
vanità, forse lo
facevo più per me stesso che per Ben o chiunque altro. Non
avevo mai incontrato
un ragazzo come Justin, uno che trasmetteva i suoi sentimenti con la
forza di
uno sguardo deciso e sincero. Era disarmante
l’intensità dei suoi occhi visti
da vicino e io ci leggevo troppe cose tutte insieme per rimanere fermo
nella
mia posizione. Era solo curiosità ovviamente, ma sembrava
abbastanza per spingermi
fino a lì, poi a poco a poco, sarebbe scemata a tal punto
che Ben avrebbe fatto
il suo senza sforzo. Perché a quel punto Justin mi avrebbe
odiato con tutto se
stesso ed io avrei ricominciato la mia vita alla ricerca da altri
ragazzi che
avrebbero stimolato la mia fantasia e la mia curiosità.
Ora
però ero lì, contro ogni logica e con impeto, ero
uscito di casa dopo che Micol
e gli altri se n’erano andati. In casa non c’era
nessuno, quindi lo avrei
aspettato, prima o poi sarebbe tornato. Mi accomodai appoggiandomi al
muro con
le braccia conserte, delle ragazze erano uscite
dall’ascensore e mentre mi
avevano visto erano rimaste a bocca aperta a fissarmi. Riportai lo
sguardo
proprio al muro che avevo di fronte quando notai che stava per uscire
una terza
figura dalla porta e automaticamente con fatica le due ragazze si
spinsero l’un
l’altra di fronte all’uscio di casa loro. Notai
immediatamente la folata di
capelli biondissimi e gli occhi verdissimi dirigersi verso la porta di
casa, ma
appena notò la presenza di qualcuno alzò il suo
sguardo assente per capire chi
fosse.
L’impressione
che lessi sul suo volto non era esattamente quella di una persona
felice di
rivedere qualcuno. Stranamente ne rimasi leggermente deluso, salvo poi
sentirmi
immediatamente ed in un istante, stuzzicato dalla sua espressione di
totale
disapprovazione, non aveva ancora capito che più mi reggeva
il gioco odiandomi
e più mi sentivo attratto verso di lui.
-Che
ci fai qui!?- mi chiese glaciale..
-Deduco
che non sei felice di rivedermi..- risposi sorridendo entusiasta..
Le
ragazze dietro a Justin continuavano a fissarmi incredule, cominciava a
seccarmi avere due spettatrici imbambolate con la bocca aperta e mentre
le
osservavo li impalate, decisi di accelerare un pò i tempi
per togliermele di
torno.
-Buongiorno
ragazze..- dissi con un sorriso smagliante.. –Finito di
origliare!?-
Le
vidi sbarrare gli occhi, arrossire, si spinsero l’una con
l’altra dentro casa e
sentimmo un risolino sommesso mentre commentavano tra di loro. Era
impossibile
capire come reagissero certe donne a cose di questo genere,
più le trattavi
male e più rimanevano affascinate. Forse avrebbe funzionato
anche con Justin!?
-Non
c’era motivo di trattarle così male..- disse lui
disapprovando..
Mi
passò affianco andando ad aprire la porta di casa,
decisamente scazzato che
fossi lì! Gli presi il braccio per voltarlo verso di me ma
ne ricavai solo uno
strattone con cui si liberò dalla mia presa.
-Senti…finiamo
questa pagliacciata ok!?- mi disse per finire la conversazione una
volta per
tutte.. –Che vuoi da me!? Perché ho
l’impressione che non sei qui a caso!-
Perspicace
senza alcun dubbio, peccato che non gli sarebbe piaciuta la mia
brillante idea
ma questo in ogni caso giocava in mio favore!
-Diciamo
che ho un piccolo favore da chiederti..- dissi sorridendo apertamente..
Aveva
aperto la porta nel frattempo e lo vidi sbarrare gli occhi con
decisione, con
la chiara espressione del…“questo è
pazzo”! Mi guardò un pò mentre era
sulla
soglia, come se solo osservandomi potesse capire cosa avevo in mente,
sembrava
combattuto. Da cosa però!? Aveva timore di ferire Micol!?
Inconsapevolmente si
sentiva attratto e forse pensava di poter almeno rischiare di sentire
cosa
volevo!? Aveva paura di rimanere solo con me!? Non potevo capirlo! Ma
la sua
risposta fu veloce a chiara, non mi aspettavo quella risolutezza da
parte sua.
-Scordatelo
Riley!!- disse mentre stava chiudendo la porta..
-No
Justin aspetta..- agii senza pensare mentre cercai di inserire una
parte del
mio corpo prima che la porta si chiudesse..
Mi
guardò con i suoi occhi smarriti e sconcertati.
Sospirò pesantemente e continuò
a fissarmi in cerca di un motivo per ascoltarmi probabilmente.
-Mi
faresti entrare!?- gli chiesi serio, volevo capire come viveva, cosa
gli
piaceva..
Arrossì
leggermente e di nuovo la curiosità mi trafisse in pieno
volto. Perché
rifuggiva il mio sguardo!? Cosa temeva, un’altra mia
incursione come la sera
precedente!? O in casa non era solo!? Pensava agli avvertimenti di
Micol!? O
forse più probabilmente temeva di ferirla se mi avesse
trovato qui!?
-Lei
è andata a casa..- gli dissi sicuro..
–Probabilmente verrà più tardi..-
Mi
guardò stupito, come se non capisse qualcosa o qualche
passaggio, so solo che
in quel momento il suo sguardo si fece più sereno e
più combattivo, come se
fosse sollevato e certo che ora sarebbe stato tutto diverso.
Aprì piano la
porta lasciando che il sole mi accecasse la vista per qualche istante,
lui era
rimasto immobile appoggiato allo stipite della stessa e con le braccia
conserte
aspettava che entrassi. Non so descrivere quanto fosse sconvolgente il
gioco di
luce che i raggi del sole donavano al suo viso. I suoi capelli biondi
diventavano ancora più chiari e i suoi occhi diventavano
incredibilmente verdi.
Sorrisi di me stesso, mentre vedevo chiaramente quanto Justin non
capisse le
mie reazioni e mentre scuotevo il capo guardando a terra entrai in
casa, lui
richiuse la porta alle spalle.
Mi
guardai attorno, la casa era ariosa, luminosa e si affacciava sul mare,
un
panorama decisamente meraviglioso che contemplava l’oceano in
tutta la sua
bellezza. Per addolcire un poco la spendente luce che filtrava dalle
grandi
vetrate del salone aveva posizionato le tende, di un piacevole color
ambra, in
modo che il chiarore non ci ferisse troppo gli occhi. Poi si
voltò verso di me,
mantenendo una distanza considerevole e mi chiese se volevo qualcosa da
bere.
Non aveva molta scelta, ma alla fine pensai che per il pomeriggio un
thè freddo
potesse bastare e lo vidi scomparire oltre il corridoio per qualche
minuto.
C’erano molte fotografie, con la madre suppongo e con un
ragazzo che doveva
avere all’incirca la mia età, il fratello pensai.
Era una casa arredata con
molto gusto indubbiamente e con un certo tocco che doveva essere di una
donna
piuttosto raffinata. Quando Justin tornò mi trovò
accanto a una foto che doveva
essere piuttosto recente.
-La
mia famiglia..- disse lanciandomi un’occhiata e lasciando
cadere il discorso..
-Tuo
padre!?- non avevo visto nessuna foto di lui intorno..
-Non
c’è più..- disse lui evasivo e arrivai
alla conclusione più appropriata in
questi casi..
Lasciai
perdere il discorso cercando di non fare più domande, ogni
tanto anche io avevo
un briciolo di umanità. Mi sedetti vicino a lui e mi voltai
comunque
leggermente per guardarlo, sembrava disinvolto ma era guardingo, avrei
dovuto
giocare d’astuzia per portarlo dalla mia parte. Lui mi
allungò il bicchiere
pieno di una bevanda ghiacciata e profumata, era una giornata davvero
calda e
mi scoprii piuttosto assetato tanto che tracannai metà del
liquido contenutovi.
Era pure molto buono.
-Allora..-
disse lui sulla difensiva.. –Cosa volevi!?-
Ora
mi guardava negli occhi risoluto, ci volle qualche secondo per
concentrarmi e
quando ripensai al motivo per cui ero lì, la mia risoluzione
divenne fondamentale
per portare a termine il compito che mi ero prefissato.
-Al
Black Magic stanno organizzando un evento...- dissi accomodandomi
rilassato sul
divano e sorridendo apertamente.. –sei gruppi cercano un
ragazzo o una ragazza
che dovrà presentarsi per esibirsi come cantanti e
musicisti, chi vincerà tra
gli artisti avrà diritto ad un lavoro nella discoteca e al
proprio gruppo
consumazione ed entrata gratis! Forte no?!-
-Una
stronzata insomma..- disse lui annoiato.. –Ma io cosa
c’entro in tutto
questo!?-
-Ovvio
no!?- dissi sorridendo e guardandolo con sfida.. –Io ho
scelto te Justin..-
Notai
senza sforzo che non aveva capito cosa intendessi con quel
“io ho scelto te..”
e fu davvero uno spasso osservare il suo viso mentre cambiava mille
colori in
pochi secondi. Forse ora aveva capito cosa intendevo. Ora sembrava un
tigrotto
completamente furioso, peccato che la sua mimica facciale lo faceva
sembrare al
massimo un gattino spaventato. In quel momento guardando i suoi occhi
potevo
quasi paragonarli a un fuoco che arde scoppiettando nel caminetto, era
totalmente divertente vedere come si alternavano in lui i sentimenti
che
provava. Sicuramente per me bruciavano a competizione l’odio,
la collera, la
voglia di ribellarsi e di ardermi vivo sulle braci ardenti. Anche se
era
lontana anni luce da me la comprensione del perché quella
rivelazione potesse
disturbarlo tanto. Forse il problema era che sarebbe stato troppo tempo
con me.
Si…doveva essere questa la motivazione.
-Tu
non hai idea di cosa mi stai chiedendo..- rispose alzandosi furioso..
Passeggiò
per qualche istante intorno al divano con un pugno a premersi la
fronte,
sembrava contenere dentro di se il motivo per quella furia cieca che lo
stava
logorando e per un momento pensai che doveva essere proprio terribile
per lui
l’idea di passare del tempo con me. Ma abbandonai quel
pensiero immediatamente
e mi concentrai sui miei obiettivi.
-In
ogni caso..- disse ora riprendendo il controllo a fatica..
–Non lo farò! Ne ora
ne mai..-
-è
qui che ti sbagli..- dissi raggiungendolo e guardandolo serio fisso
negli
occhi.. –Non hai scelta Jus..-
Mi
guardò con timore, nei suoi occhi un attimo di panico mentre
lo osservavo
intensamente. I suoi occhi, quante cose mi dicevano. Erano gli unici
che mi
lasciavano un
pò più d’accesso alla sua
mente.
Era
confuso, il suo sguardo si era addolcito da quando mi ero avvicinato.
Provai
l’impulso di inumidirmi le labbra mentre lo osservavo e
automaticamente le
tormentai leggermente con i denti resistendo all’impulso di
baciarlo. Lui si
allontanò impercettibilmente, più guardavo la sua
bocca più sentivo la ragione
abbandonarmi. Non era esattamente una buona cosa distrarsi
così dai miei
intenti, ma più lo confondevo più potevo
approfittarmi della sua debolezza e
raggiungere il mio scopo. Unire l’utile al dilettevole, era
così che
funzionava. C’era una così intensa attrazione tra
di noi, sentivo l’aria
elettrica e colma di desiderio, ero certo che anche lui sentisse questa
calamita che ci attirava. Rimasi per molto tempo così ad
osservarlo finché mi
vinse l’impulso di avvicinarmi ancora e sapere di che gusto
sapevano le sue
labbra così morbide e leggermente carnose. Lui mi guardava
negli occhi
terrorizzato, quasi ipnotizzato, senza per il momento opporre alcuna
resistenza. Mi stupii della poca volontà che dimostrava,
sembrava che si fosse
arreso e mi chiesi se sarebbe stato così semplice e noioso
conquistarlo. Il mio
interesse sarebbe scemato istantaneamente e da qui in poi sarebbe stata
una
gran seccatura. Ma proprio nello stesso istante in cui avevo quasi
sfiorato le
sue labbra, sembrava essersi risvegliato e immediatamente si era tirato
indietro per sottrarsi alla mia influenza. Mi aveva
rifiutato…per la seconda
volta! Non aveva deluso le mie aspettative…
Sorrisi
entusiasta mentre potevo vedere chiaramente quanto fosse arrabbiato con
se
stesso e nello stesso tempo che me ne resi conto, il mio ego,
esultò a tal
punto da desiderare immediatamente una seconda occasione per metterlo
ancora in
difficoltà. Doveva cedere…prima o poi avrebbe
dovuto farlo, non poteva
resistere ancora per molto. Mi sentivo elettrizzato da questo
avvicinarsi e
allontanarsi della nostra conoscenza, era decisamente eccitante per uno
come me
che amava conquistare le sue prede, più la cosa diventava
complicata, più il
gioco diveniva piccante e divertente.
-Io
non lo farò..- disse osservando deciso il mare fuori e
scandendo la parole..
-Tu
lo farai..- gli sussurrai all’orecchio..
–Altrimenti lo sai qual è il prezzo da
pagare…-
-Non
c’è alcun prezzo da pagare..- rispose sicuro..
-Allora..-
dissi avvicinandomi ancora di più alla sua pelle..
–per te non ci sarà alcun
problema se riferirò qualcosa a mia sorella..-
Vidi
il suo viso tirarsi e capii che avevo fatto centro. So che Micol
l’aveva messo
in guardia, voleva che mi stesse lontano perché sapeva cosa
succedeva quando mi
intestardivo con un ragazzo. E…quella promessa era venuta
meno la sera
precedente ed anche ora!!
-Lei
non devi nemmeno tirarla in mezzo..- disse ora sibilando..
-Dipende
da te Justin!!- rispondo io con noncuranza.. –Gli avevi fatto
una promessa e
non l’hai mantenuta..-
-Sei
davvero un gran bastardo..- mi dice con occhi lampeggianti..
-Si..-
gli dico sorridendo.. –Ma sii sincero con te stesso! Se non
lo fossi, ieri sera
forse non avresti ricambiato il mio bacio..-
Mi
guardò con ostinazione, sapevo che da oggi in poi sarebbe
stato più difficile
ingannarlo. Avrebbe tenuto la guardia alta, era già
normalmente sulla
difensiva, ma così mi avrebbe intrigato anche di
più. Ogni istante che passava
con me lo vedevo sempre più arrabbiato e disgustato.
-Ti
sbagli..- mi rispose spavaldo ora.. –Tu non rappresenti
assolutamente nulla, ti
rispetto solo per Micol! Ma ti detesto a tal punto da sperare che ti
togli di
mezzo il prima possibile..-
-Sei
sicuro che saresti capace di starmi lontano!?- gli chiesi a bruciapelo
mentre
si sedeva sul divano rassegnato..
-Nessuno
è indispensabile..- disse con disinteresse.. –Tu
poi meno degli altri..-
La
mia bocca si allargò in un immenso sorriso e mi andai a
sedere sul tavolino
proprio di fronte a lui. Mi guardò con risoluzione mentre
cercava di ancorarsi
per bene al sofà, vedevo bene che era guardingo, forse
significava che per lui
ero…imprevedibile!? Un altro punto a mio favore, potevo
coglierlo di sorpresa e
quando si è disarmati difficilmente si riesce a reagire con
prontezza. Sentii
un cellulare squillare, doveva essere un messaggio perché
poco dopo smise di
brontolare. Per un pò rimase indeciso sul da farsi poi
guardò prese il
cellulare per leggere il messaggio, sorrise debolmente ma
immediatamente dopo si
fece scuro in volto e pensai che doveva essere la mia sorellina.
Sospirò a
disagio, arrabbiato in maniera inverosimile, ma mi trafisse con i suoi
occhi
troppo verdi e per un pò mi osservò in silenzio.
-Cosa
devo fare!?- avevo vinto, sapevo sarebbe stato ragionevole..
-Dovremo
iscriverci, per questo ti aspetto domani pomeriggio a casa mia..- dissi
con un
sorriso smagliante..
-Campo
neutro..- suggerì lui con diffidenza.. –Un bar
qualunque a tua scelta..-
-Bocciato..-
risposi secco.. –Sono io che detto le condizioni..-
Si
morse il labbro delicatamente e per qualche istante. Sembrava saggiare
la mia
risoluzione, quando si rese conto che non aveva chance
sospirò nuovamente e
cercò di annuire alla bene meglio.
-Ora!?-
chiese solo evasivo..
-Ti
aspetto alle due e mezza e sii puntuale..- dissi con intransigenza..
–Inoltre
dovrai occuparti delle canzoni con cui ti esibirai..-
-Pure..-
disse scuotendo la testa.. –Desidera qualcos’altro
padrone!?-
-Si..-
dissi serio.. –Non voglio delle polente di canzoni chiaro!?
Tre devono essere
da discoteca, una un duetto, un lento e tre di puro rock…-
-Otto
canzoni!?- disse lui strabuzzando gli occhi.. –Tu sei pazzo!
Quanto tempo ho!?-
-Una
settimana..- risposi con tranquillità.. –Ma per un
genio come te non sarà un
problema no?!-
Lo
vidi sospirare pesantemente come se dovesse trattenersi dal prendermi a
pugni,
ma si dominò con fatica e guardò il soffitto con
insistenza mentre muoveva
nervosamente le mani in tensione.
-Posso
decidere anche come presentarle!?- chiese pensando concentrato..
-Si…-
risposi incerto.. –Ma l’ultima parola
sarà comunque la nostra..-
-Ora
puoi toglierti dai piedi!?- mi chiese mentre si alzava e raggiungeva la
porta
ostinato..
Risi
divertito, in men che non si dica ero stato messo alla porta. Non
capitava certo
tutti i giorni. Mi alzai controvoglia ma stuzzicato dai suoi continui e
ripetuti rifiuti e assensi. Quando arrivai sulla porta, mi voltai verso
di lui
e gli sorrisi diabolico.
-Ricordi
Justin quello che ti ho detto ieri sera..!?- dissi guardandolo mentre
lui
osservava lo stipite della porta blindata.. –Io ti ho
scelto..-
-E
io ti detesto..- disse mentre nel giro di un secondo mi
sbatté la porta in
faccia..
Lasciai
lo stabile con la piena consapevolezza che stavo muovendo bene le mie
carte e
che seppur difficile questa storia mi avrebbe dato delle soddisfazioni.
Justin
mi divertiva più del dovuto e il giorno dopo avrei fatto di
tutto per sedurlo
nel modo giusto. Non dovevo insistere troppo, ma essere costante, farlo
sospirare un pò e alla fine avrebbe capito la sua vera
natura. Una volta che
avessi ottenuto quello che volevo, potevo lasciarlo a Ben che
sicuramente si
sarebbe preso cura di lui molto meglio. Quella sera andai a lavorare
nel
locale, mi esibii come sempre con piacere mentre notavo molti ragazzi
mai visti
gironzolare nell’ambiente. Ne avevo adocchiati un paio che
facevano al caso mio
e alla fine del mio turno mi avvicinai per sondare il terreno. Erano
tutti
particolarmente carini e sospettavo anche disposti ad approfondire la
conoscenza, visto che ricambiavano gli sguardi fugaci che gli
indirizzavo.
Alla
fine decisi di concentrarmi su uno in particolare che mi si era
avvicinato e
sembrava più intraprendente degli altri. Solitamente non ero
molto interessato
a come si chiamassero, per me erano tutti uguali e fondamentalmente ero
più
interessato al fatto che risvegliassero i miei sensi momentaneamente
sopiti. E
lui era sexy, lo era incredibilmente, a me non piacevano i ragazzi
effeminati,
preferivo gli uomini che dimostravano virilità e
capacità consce o inconsce di
seduzione. A poco a poco ci eravamo avvicinati, ballavamo piuttosto
vicini
senza perderci di vista un istante. Fu una decisione istantanea, lo
guardai
deciso e sorrisi facendogli cenno col capo di seguirmi. Il
privé era l’unico
posto in cui si poteva stare tranquilli. Non appena mi voltai tra la
folla per
raggiungere la stanza, notai uno sguardo tra folla, fu un istante
perché come
lo avevo notato era sparito. Sembrava una follia ma ero sicuro fosse
lui.
Doveva essere lui.
Feci
cenno al ragazzo di aspettarmi un istante, sarei tornato da lui
sicuramente, ma
mi premeva verificare se quella sensazione era stata giusta. Corsi a
poco a
poco in mezzo alla folla per trovare i suoi occhi, ma le luci rendevano
il
tutto troppo complesso. Non poteva essere troppo lontano se realmente
era lui,
cercai ancora con lo sguardo e come in un lampo riconobbi i suoi
capelli
sbarazzini che si ribellavano, era appoggiato al muro proprio accanto
al privé.
Mentre mi avvicinavo potevo notare che stava deglutendo a fatica come
in preda
al batticuore. Tanta premura di nascondersi inutilmente.
Aprii
la porta del privé e subito senza esitazioni lo presi per un
braccio tirandolo
dentro. Lo sentii gridare leggermente, la forza sul braccio era potente
perché
la prima cosa che fece fu toccarsi il polso ancor prima di guardare chi
lo
avesse trascinato lì. Guardò il mio viso e subito
si ribellò cercando di
uscire.
-Perché
sei qui Justin!?- gli dissi intrappolandolo contro la parete..
-Non
sono qui per te..- mi disse subito per precisare..
-A
no!?- gli risposi sorridendo.. –Mi stavi cercando..-
-Non
farti strane idee Riley..- disse lui scuotendo la testa..
–non ti cercavo..-
-Allora
perché sei fuggito quando mi hai visto con quel ragazzo!?-
dissi inchiodandolo
con gli occhi, poi mi avvicinai al suo orecchio..
La
sua reazione fu di panico, girò completamente il viso alla
sua sinistra e
guardava fisso la parete della stanza di un soffuso color porpora.
Sorrisi
affascinato dalle sue reazioni, lo sentivo tremare sotto le mie mani e
le sue
guance erano leggermente colorite.
-Lo
stavo portando qui..- dissi sussurrandolo lentamente..
–proprio come ho fatto
ora con te!!-
Il
suo respiro era affannato, ma non aveva spostato il viso di un solo
centimetro.
Peccato perché in questo modo non avevo accesso ai suoi
occhi. Quando li
guardavo sembrava perdere il contatto con la realtà.
Così decisi di agire in
modo diverso, lo presi per la vita e velocemente lo trascinai vicino al
mio
corpo. Non si aspettava quel gesto ma si mosse quel poco che mi permise
di
lanciarmi nel mio scopo. Le sue mani bloccavano il mio petto,
cercò di dire
qualcosa alzando il viso verso di me e fui più veloce di lui
perché raggiunsi
le sue labbra con trasporto. A nulla servirono i suoi lamenti e i suoi
spintoni, a volte percepivo chiaramente la sua bocca ricambiare il mio
bacio,
in altri momenti si opponeva con furia e rabbia, la sua forza
diminuì quando
schiacciai il mio corpo sul suo contro il muro. Sembrava arrendersi in
certi
momenti tanto che mentre aprivo gli occhi vedevo quella stessa
scintilla
rabbiosa risvegliare la sua furia. Quando mi separai dalle sue labbra,
lui mi
spinse via subito e col dorso della mano si pulì la bocca
con umiliazione.
-Ora
sei soddisfatto!?- mi chiese guardandomi dritto negli occhi..
-Arrenditi..-
gli dissi posando le mie mani contro il muro per imprigionarlo..
-Mai..-
rispose dilatando le narici del suo piccolo naso perfetto..
–Non mi arrenderò
mai a un bambino viziato come te! E comunque Micol ti sta cercando..-
Non
feci in tempo a bloccarlo che mi era sfuggito. Appoggiai la fronte al
muro
ghiacciato sorridendo e mi resi conto che mi stava battendo il cuore,
una cosa
strana per un piccolo bacio. Dimenticai presto quel piccolo dettaglio e
subito
mi ricordai immediatamente del ragazzo che fuori mi stava aspettando.
Il tempo
di trovare Micol e non mi sarebbe sfuggito per niente al mondo!
Quando
uscii dalla stanza Justin era già sparito. Rimasi qualche
istante sulla porta,
mentre mi guardavo intorno notai Micol evidentemente era in cerca del
suo amico.
Non mi preoccupai di dove fosse finito, ero quasi del tutto certo che
non
avrebbe mai mollato mia sorella senza dare spiegazioni e subito cercai
di
individuare il ragazzo che avevo adescato prima di vedere Justin. Non
mi andava
di lasciare le cose a metà, ma appena lo intravidi e cercai
di raggiungerlo
Mico arrivò e mi investì con la forza del suo
entusiasmo.
-Eccoti
fratellino!!- il suo sorriso raggiante..
-Che
tempismo..- dissi guardandola con dispetto..
-Ho
interrotto qualcosa!?- disse con la sua finta incredulità e
cogliendo il suo
trionfo negli occhi..
-Assolutamente..-
risposi dandole un bacio sulla guancia.. –Che fai qui!?-
Fece
finta di nulla nonostante avesse colto il chiaro rimprovero nella mia
voce, non
amavo il fatto che frequentasse questa zona malfamata di Sidney, era
sempre
poco consigliato per due ragazzini come loro girare soli in questo
quartiere.
Ma conoscevo Micol abbastanza per sapere che non mi avrebbe ascoltato.
-Sembrava
di vitale importanza..- mi disse lei facendo spallucce..
-Nostra
madre non cambierà mai vero!?- chiesi a lei ridendo..
-Dice
che sei troppo magro..- rispose lei affettuosamente.. –Quindi
niente di meglio
che una bella zuppa inglese che ti piace tanto!!-
Poco
dopo dietro Micol spuntò Justin che recuperata la
tranquillità si avvicinava,
forse entusiasta di potersela svignare velocemente. Quando
arrivò affianco a
noi mia sorella si voltò e sorrise impaziente curiosa di
chissà cosa.
-Ma
dov’eri finito!?- gli chiese ridendo..
–è da un pò che ho trovato Riley!!-
Doveva
averlo mandato alla mia ricerca e se era per quello mi aveva anche
trovato..!
-Beh..-
disse imbarazzato.. –Non conosco ancora il posto, ho faticato
un pò..-
-Scusatemi….ma
avrei una certa fretta..- dissi inchiodando con lo sguardo il ragazzo
che mi
stava aspettando..
Micol
mi baciò velocemente ridendo, ormai abituata alle mie
abitudini, mi sorrise
divertita e notando Ben e gli altri si diresse verso di loro forse per
salutarli e fermarsi un altro pò. Passai affianco a Justin e
non resistetti
all’impulso di provocarlo un pò. Mi avvicinai al
suo orecchio e colto di
sorpresa si immobilizzò.
-Ti
aspetto..- gli dissi docilmente.. –Non mi deludere,
attenderò impaziente le due
e mezza…-
Forse…si
irrigidì, vidi il suo sguardo mentre
si
faceva arrabbiato o probabilmente deluso. Non avrei mai saputo di cosa
si
sarebbe trattato, sentivo solo un impulso irresistibile che mi guidava
attraverso l’enorme salone e mi faceva percorrere a grandi
falcate quel poco
spazio che mi divideva dal ragazzo vicino alla stanza degli incontri.
Lo vidi
sorridere con evidente approvazione ed entrò nel
privé con decisione mentre
aspettava che io lo raggiungessi. Quando arrivai sulla porta mi guardai
solo un
istante indietro e…i suoi occhi mi avevano seguito fino a
lì. Mi guardò solo
per un momento e si voltò con la stessa rapidità
con cui mi aveva lasciato solo
pochi minuti fa. Fu in quel momento che compresi qualcosa di
fondamentale.
In
quel momento ero stuzzicato e sentivo il mio corpo decisamente agitato
nello
sforzo di trattenere il mio desiderio. Ma non era l’uomo che
stavo raggiungendo
a provocare la mia eccitazione, nell’istante in cui avevo
schiacciato Justin
contro il muro e avevo sentito il suo calore, avevo compreso che se non
mi
fossi trattenuto sarei andato troppo oltre. Avevo provato un tipo di
eccitazione che non nutrivo per tutte le mie
“vittime”, ma presto o tardi
sarebbe scemata nello stesso istante in cui si sarebbe sfogata. Non
l’avevo
ancora sentita così distintamente. Solitamente sceglievo i
ragazzi da prendere
in giro in base a quanto interesse e curiosità potevano
suscitarmi, Justin
aveva solleticato il mio coinvolgimento per il suo modo di fare, ma
mentre
eravamo assieme pochi istanti fa aveva scatenato in me un turbamento
intrattenibile. Questo non era un punto a mio favore, rischiavo di
perdere il
controllo. Il mio obiettivo non era spaventarlo, era sedurlo.
Quando
entrai nella stanza la mia voglia di insegnare qualcosa a quel
ragazzino sparì
nello stesso istante in cui lo guardai negli occhi. Non c’era
nulla di quello
che potevo aver intravisto prima, erano vuoti e del tutto arrendevoli.
Poi feci
il grosso sbaglio di immaginare degli occhi espressivi e limpidi,
chiari…delle
labbra piene, morbide e il modo in cui i denti le torturavano come per
nascondere un segreto. Persi del tutto la ragione. In quel momento non
vedevo
altro che quei suoi occhi, tutto frutto della mia immaginazione, ero
accecato
dal desiderio che sentivo nascere per lui e di cui ero diventato
consapevole
solo in quei pochi istanti in cui mi ero avvicinato a lui
pericolosamente.
Sapevo che era una cosa passeggera ma…l’idea che
lui potesse ricambiare il mio
bacio con quelle sue labbra tanto sensuali, si rifletté
totalmente su di me
impedendomi di fermare quel turbine di emozioni che mi stavo creando da
solo.
Fu una cosa veloce come lo schioccare delle dita e mi svegliai, mentre
il
ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome, percorreva con le mani le
mie
gambe e si chinava lentamente con sguardo ammiccante come per
continuare a
provocare la mia fantasia. Peccato che non c’era nulla di
stimolante in quello
che cercava disperatamente di essere, la sensualità non era
certo una qualità
che si potesse acquisire o simulare.
-Fa
quello che devi…- dissi buttandomi su un divanetto e
buttando la testa
all’indietro.. –Poi togliti di torno…-
Mi
guardò incerto ma comunque determinato nel continuare quello
che aveva
iniziato. Da quel momento non lo guardai più e mi concentrai
solo qualche
istante per ricordarmi che il giorno dopo avrei cambiato tattica con
lui. Ci
avrei pensato a tempo debito, era ora di pensare a me!