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Autore: Lady Asia_20    12/02/2015    1 recensioni
Justin ha diciassette anni, è un ragazzo intelligente e sensibile. Micol è la sua migliore amica, sono inseparabili e la loro amicizia sembra incrollabile. Gli equilibri sembrano spezzarsi quando Justin conosce Riley, un ragazzo bellissimo e affascinante, quanto freddo e arrogante. La lotta di Justin sarà su più fronti, ma in questo scontro sarà costretto a fare i conti principalmente con sé stesso e i suoi fantasmi, le sue paure.
Questa è la mia prima storia ideata completamente dalla mia testolina, spero possiate apprezzare gli sforzi per renderla avvincente e profonda, toccando anche temi delicati. Se vorrete seguirmi sarà un piacere per me.
Genere: Fluff, Introspettivo, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Yaoi
Note: Lime | Avvertimenti: Tematiche delicate, Triangolo | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Capitolo 2

Capitolo due

Riley…

Un raggio di sole squarcia la stanza in due, un misto di penombra  e di luce che mi fa assaporare un’altra giornata che inizia. Mi muovo leggermente sul letto quando sento qualcosa spostarsi leggermente vicino a me, strano…non avevo portato nessuno a casa quella notte!! Aprii lentamente gli occhi alzando leggermente la testa e incredulo la lasciai ricadere sul cuscino..

-Che ci fai qui?!-

-Come fratellino!?- risponde lei con calma.. –Non sei contento di vedermi?!-

-Si da il caso che sono le dieci e che vorrei dormire….- risposi tirandola sul letto vicino a me…

Lei si accoccola vicino a me e per un po’ sta in silenzio. I suoi capelli sono profumati, proprio come quando da bambina si infilava nel mio letto nel cuore della notte e si stringeva al mio petto forte perché io la abbracciassi. Mi piaceva quella quotidianità, ci era servito per essere uniti nonostante tutto.

-Non hai risposto alla mia domanda…- gli dico tranquillo..

-Deve esserci per forza un motivo!?- mi chiede lei schietta e irritata..

-Beh…penso solo che tu non sia qui a caso..- dico girandomi supino mentre lei lentamente si gira verso di me.

Per un pò non mi dice altro, si limita ad osservare i miei gesti mentre si massaggia un braccio incerta. So che vuole parlare di qualcosa quindi attendo che lo faccia e nel frattempo ci spostiamo in cucina.

-Riley..- dice vuotandosi un bicchiere di latte.. –Che intenzioni hai con Justin!?-          

La guardo con circospezione, non capisco l’importanza di quella domanda e l’urgenza nel piombare a casa così all’improvviso solo per chiedermi del suo amico.

-Vuoi farmi la ramanzina!?- dico sorridendo.. –Guarda che sono andato ad abitare da solo proprio per questo!!! Non me le fa nemmeno più la mamma Mico..-

-Nessuna predica..- mi dice lei scuotendo la testa.. –Ma Justin è la persona a cui tengo di più dopo la mia famiglia..-

-Sei innamorata di lui?!- gli chiedo mentre il suo colorito si fa più acceso..

-No…ma gli sono comunque affezionata, non voglio che gli accada niente che lo possa destabilizzare..-

-Oddio Micol…- gli dico guardandola sconcertato.. –Non ha due anni…sembri una madre protettiva che lo tiene sotto una campana di vetro..-

-Dici così perché tu non sai niente di lui!!- mi risponde con furia adesso.. –Tu non puoi capire..-

-Allora spiegami perché non dovrei giocare con lui..- gli dico sedendomi di fronte a lei..

-No, non ti deve riguardare, è una cosa che Justin ha confidato solo a me..- risponde abbassando lo sguardo.. –ma non voglio che a ferirlo e a prendersi gioco di lui sia proprio mio fratello!!!-

-Nessuno vuole prenderlo in giro..- dico con  un sorriso malizioso.. –Sto solo mantenendo fede alla parola data…-

-Cosa vuol dire!?- gridò lei balzando in piedi.. –Non mi vorrai dire che…-

-Justin interessa a Ben..- dissi io appoggiandomi al marmo della cucina…

-Avete ventisei anni Riley!!!- mi dice avvicinandosi.. –Ti prego, dimmi che quando mi dici che devi tenere fede alla parola data non è quello che immagino io…-

-Invece è proprio quello che pensi..- dico con un sorriso smagliante..

-Se tu provi a fare una cosa del genere a Justin non te lo perdonerò mai!!!- mi dice con sguardo arrabbiato..

-Non pensi a Ben!?- rispondo io altrettanto serio.. –Sei sempre stata anche tu a dirmi che anche ragazzi come noi hanno il diritto di provare ad essere felici con la persona che gli piace… A Ben piace Justin è così sbagliato!? O forse il problema è che il marmocchio piace anche a te!?-

-Vedi!?! Non ti sopporto quando fai così, quando metti te stesso prima di tutti gli altri!! Justin ha dei sentimenti ed un orgoglio come tutti!! Non ho nulla contro i sentimenti di Ben ma ogni cosa deve fare il suo corso naturale Riley… Ti prego!! Lascialo in pace..-

Osservo i suoi occhi speranzosi, ma c’è qualcosa che non posso comprendere rispetto al mio comportamento attuale. Questa volta non posso farlo, se me lo avesse chiesto in altri frangenti avrei rispettato la sua richiesta ma non oggi!! Justin è una preda complicata e a me le persone difficili erano sempre piaciute più delle altre, perché non erano prevedibili. Questo era un gioco troppo stimolante per il mio ego, conquistare un ragazzino eterosessuale e poi lasciare che tutto prendesse la piega che desiderava. Ero nato cacciatore, era questo che mi guidava, non ero tagliato per innamorarmi e giurare eterno amore ad una sola persona.

-Non posso Micol...- gli dico voltandogli la schiena e appoggiandomi al muretto che suddivideva la cucina dal salone.. –Ho promesso che lo avrei fatto..-

La sentii avviarsi a passi veloci verso la porta d’ingresso e mi voltai in tempo per vedere il suo volto paonazzo arrabbiarsi a dismisura con gli occhi lucidi e tristi.

-Tu non hai idea di quanto ti detesto adesso!!!- gridò con ferocia..

Aprì la porta e la sbatté con così tanta furia da far tremare le vetrate. Sospirai pesantemente e pensai che gli sarebbe passata, ma averla contro certamente non avrebbe agevolato il mio compito.

Qualche istante dopo la porta si riapre e lei ricompare con i miei amici, sempre arrabbiata ma risoluta. La osservo qualche istante e per un momento riconosco quello sguardo deciso per una scelta presa che forse non conoscerò mai.

-Buongiorno..- mi dice Ben sorridendo.. –Dormito bene..?!-

-In solitudine..- rispondo con un sorriso strafottente.. –ma mai così bene..-

-Bene..- disse lei con le braccia conserte.. –Finiti i convenevoli!?-

La osservo dal divano e sorrido per la determinazione che tanto amo in lei. Non so il motivo per cui è tornata ma so che riguarda ancora  il moccioso che la sera prima mi ha rifiutato. Non mi piace essere rifiutato, quindi scattava il piano B.

-Micol…sei strana..- disse Clarke osservando mia sorella con quel tipico cipiglio in faccia..

-Oh non preoccuparti..- dissi al mio amico.. –è nella fase salviamo un panda indifeso…-

-Quale panda!?- chiese Jason stranito..

-Nessun panda..- disse Ben rassegnato..

-Ti stai appassionando al WWF Micol!?- chiese lui con tranquillità..

-Che cavolo Jason..- disse Orlando.. –Il panda è Justin..-

Scuotevano la testa con vigore tutti quanti mentre sorridevano, Mike guardava concentrato Micol cercando di capire la sua posizione. Avevo ragione di pensare fosse combattuto sul comprendere mia sorella.

-Tu pensi che Justin sia etero!?- chiese lui all’improvviso con determinazione..

-Non lo penso..- disse lei spalancando gli occhi.. –Lo è!!-

-Non è per essere petulanti Mico..- disse Orlando.. –Ma il nostro gay radar lampeggia..-

Micol sorrise come per prenderci in giro, sapevo che per lei poteva essere difficile accettare questa cosa, avevo avuto l’impressione che tenesse a lui più di quanto non avesse compreso lei stessa. Ma la nostra sensazione era stata comune, se Justin era omosessuale, indipendentemente dal gioco tra me e Ben, era giusto che lui capisse e cominciasse a vivere per quello che era davvero.

-NO!!- disse lei risoluta.. –Per voi è uno stupido gioco!!! Ben, mio fratello mi ha detto che Justin ti piace, ma non fa per te! Lui non è come voi…-

-Tu preferiresti vivere nella menzogna o nella verità?!- gli chiesi a bruciapelo..

-Lui sta vivendo nella vita che ha scelto e che gli appartiene..- mi rispose lei decisa..

-No, non è vero..- gli dissi deciso.. –Lui sta vivendo nell’unico mondo che ha conosciuto fino ad ora! E nemmeno tu puoi essere sicura se quel mondo è quello che sta cercando..-

Lei rimase zitta e da quel momento non disse più nulla, perché sapeva che avevo ragione. Avevo scoperto di essere gay nello stesso modo, non sapevo che potevano esserci altri mondi oltre a quello che vivevo quotidianamente. Fino a quando non avevo conosciuto un ragazzo alle medie che si era innamorato di me e me l’aveva confessato. Cominciai a frequentare altri ragazzi come lui e a poco a poco cominciai a capire che anche io ne facevo parte, non con poche difficoltà ovviamente. Micol conosceva com’era stata la presa di coscienza di essere “diverso” da un canone stereotipato di ragazzo e sapeva che anche Justin poteva appartenere al mio mondo senza difficoltà. Il fatto che non lo potesse accettare era un altro discorso!

-Riley…dobbiamo parlare della sfida..- disse all’improvviso Simon..

-Oggi dobbiamo prendere una decisione, altrimenti non potremmo più partecipare..- disse Ben guardandomi con la speranza che avessi una soluzione a portata di mano..

-Di che competizione state parlando?!- chiese mia sorella curiosa..

-Il Black Magic ha preparato una competizioni per ragazzi e ragazze che si vogliono mettere alla prova come cantanti e musicisti, ci sono varie regole da seguire come cantare un duetto, canzoni più soft e alcune da discoteca e poi testi a scelta dal concorrente! Ma non abbiamo il partecipante…-

-In palio ci sarebbe la possibilità di lavorare al locale, se hai buone doti artistiche e per il gruppo che lo organizza consumazione e entrata gratis per un anno..- sorrise estasiato Clarke..

-Ora ho capito..- disse Micol esterrefatta.. –Mi sembrava strano che vi deste tanto da fare senza avere un tornaconto..-

-Hai una sorella piuttosto strafottente..- disse Simon abbracciandola e scompigliandole i capelli..

Micol sorrideva di gusto e forse inconsciamente senza pensarci le sfuggì una frase che non passò inosservata.

-Peccato..- disse quasi sottovoce e sovrappensiero.. –Lui sarebbe perfetto!!-

-Chi sarebbe perfetto Micol!?- dissi aguzzando la vista..

-Come?!- rispose lei con gli occhi sbarrati e lo sguardo mortificato..

-Hai detto qualcosa come “lui sarebbe perfetto”!! lui chi?!- dissi raggiungendola e posando il braccio leggermente sopra il suo capo chinato a terra e leggermente rosso..

-Io non ho detto nulla..- disse lei serrando i denti, lo faceva quando voleva nascondere con tutta se stessa qualcosa..

-Justin eh..- dissi sorridendo..

-No Riley!- disse lei prendendomi il braccio.. –Ti prego di dimenticare quello che ho detto..-

-Non posso..- dissi semplicemente, consapevole di quanto ero stronzo in questo momento..

-Tu non puoi capire..- disse lei scuotendo la testa.. –Se prendesse in mano uno strumento per lui sarebbe come…morire…-

Addirittura. La sera prima avevo visto aprirsi una voragine in lui, mentre lo baciavo sentivo il suo corpo agitarsi e allo stesso tempo ribellarsi alla mia stretta. Lui aveva la forza di rifiutarmi, aveva la capacità di tenermi testa e di rendermi la vita difficile abbastanza per incuriosirmi. Questo non era esattamente un bene per lui. Mi stavo interessando a Justin per diversi motivi, aveva un aura di mistero intorno a lui che lo faceva sembrare un grattacapo abbastanza intrigante che magari, una volta svelato, avrebbe immediatamente perso di interesse alla velocità della luce. Ma finché non avessi capito cosa lo avvolgeva nel mistero non avrei trovato pace. Non era solo per la promessa che avevo fatto a Ben, quel ragazzino sembrava estremamente cocciuto, abbastanza da dover mettere in pratica tutto ciò di cui ero capace per aprirmi uno spiraglio in lui. Ogni volta che adocchiavamo un ragazzo che poteva essere omosessuale il gioco era sempre lo stesso, il più delle volte il divertimento finiva molto prima del previsto e la scommessa vinta non aveva lo stesso gusto che poteva avere oggi. Le discussioni con Micol andarono per le lunghe per molto tempo quel pomeriggio, non comprendevo perché quel da farsi per impedirmi di costringere Justin a esibirsi in un occasione del genere. Provai la sensazione che dietro a quella logorante richiesta si nascondesse una motivazione di cui lei era a conoscenza, anche se sicuramente stava montando esageratamente le cose facendole sembrare di proporzioni catastrofiche. E trovai assurdo che si prodigasse tanto per farmi cambiare idea quando sapevo perfettamente che non l’avrei ascoltata. Ero curioso di lui, mi divertiva vedere il lampo di rabbia nei suoi occhi quando lo provocavo o la estenuante tenerezza del suo viso quando era imbarazzato. Sapevo che in fondo, in una parte di se stesso, si rendesse conto che il mio finto corteggiamento lo incuriosisse più del dovuto. Non ero sicuro che Justin ne fosse consapevole, era solo una sensazione che avevo in risposta al mio fare seducente quando gli rivolgevo attenzioni.

E fu per questo che decisi di agire, contro ogni logica e istintivamente come un bambino che fa esattamente quello che gli passa per la testa! Mi sentivo forte nella decisione che avevo preso, per lui avrei dovuto spendere molte energie ma mai come questa volta mi sentivo stimolato. Avevo capito dove abitasse e il suo cognome Herstrass non era esattamente diffuso, non fu difficile avere una risposta efficiente su dove potessi trovare un certo Justin. Nello stesso istante in cui mi ritrovai davanti alla sua porta di casa non riuscii a fare a meno di chiedermi cosa cavolo stavo facendo lì.

Volevo stupirlo!? Incantarlo?! Prenderlo in giro!? Vedere la sua reazione spontanea al vedermi li sulla soglia!? Penso fosse esattamente tutto questo insieme che mi aveva spinto lì, ma in fondo pensavo che il mio ego c’entrasse più di tutte queste ragioni messe insieme. Lui resisteva e questo metteva in dubbio il mio potere di seduzione. Sorrisi del mio egoismo e della mia vanità, forse lo facevo più per me stesso che per Ben o chiunque altro. Non avevo mai incontrato un ragazzo come Justin, uno che trasmetteva i suoi sentimenti con la forza di uno sguardo deciso e sincero. Era disarmante l’intensità dei suoi occhi visti da vicino e io ci leggevo troppe cose tutte insieme per rimanere fermo nella mia posizione. Era solo curiosità ovviamente, ma sembrava abbastanza per spingermi fino a lì, poi a poco a poco, sarebbe scemata a tal punto che Ben avrebbe fatto il suo senza sforzo. Perché a quel punto Justin mi avrebbe odiato con tutto se stesso ed io avrei ricominciato la mia vita alla ricerca da altri ragazzi che avrebbero stimolato la mia fantasia e la mia curiosità.

Ora però ero lì, contro ogni logica e con impeto, ero uscito di casa dopo che Micol e gli altri se n’erano andati. In casa non c’era nessuno, quindi lo avrei aspettato, prima o poi sarebbe tornato. Mi accomodai appoggiandomi al muro con le braccia conserte, delle ragazze erano uscite dall’ascensore e mentre mi avevano visto erano rimaste a bocca aperta a fissarmi. Riportai lo sguardo proprio al muro che avevo di fronte quando notai che stava per uscire una terza figura dalla porta e automaticamente con fatica le due ragazze si spinsero l’un l’altra di fronte all’uscio di casa loro. Notai immediatamente la folata di capelli biondissimi e gli occhi verdissimi dirigersi verso la porta di casa, ma appena notò la presenza di qualcuno alzò il suo sguardo assente per capire chi fosse.

L’impressione che lessi sul suo volto non era esattamente quella di una persona felice di rivedere qualcuno. Stranamente ne rimasi leggermente deluso, salvo poi sentirmi immediatamente ed in un istante, stuzzicato dalla sua espressione di totale disapprovazione, non aveva ancora capito che più mi reggeva il gioco odiandomi e più mi sentivo attratto verso di lui.

-Che ci fai qui!?- mi chiese glaciale..

-Deduco che non sei felice di rivedermi..- risposi sorridendo entusiasta..

Le ragazze dietro a Justin continuavano a fissarmi incredule, cominciava a seccarmi avere due spettatrici imbambolate con la bocca aperta e mentre le osservavo li impalate, decisi di accelerare un pò i tempi per togliermele di torno.

-Buongiorno ragazze..- dissi con un sorriso smagliante.. –Finito di origliare!?-

Le vidi sbarrare gli occhi, arrossire, si spinsero l’una con l’altra dentro casa e sentimmo un risolino sommesso mentre commentavano tra di loro. Era impossibile capire come reagissero certe donne a cose di questo genere, più le trattavi male e più rimanevano affascinate. Forse avrebbe funzionato anche con Justin!?

-Non c’era motivo di trattarle così male..- disse lui disapprovando..

Mi passò affianco andando ad aprire la porta di casa, decisamente scazzato che fossi lì! Gli presi il braccio per voltarlo verso di me ma ne ricavai solo uno strattone con cui si liberò dalla mia presa.

-Senti…finiamo questa pagliacciata ok!?- mi disse per finire la conversazione una volta per tutte.. –Che vuoi da me!? Perché ho l’impressione che non sei qui a caso!-

Perspicace senza alcun dubbio, peccato che non gli sarebbe piaciuta la mia brillante idea ma questo in ogni caso giocava in mio favore!

-Diciamo che ho un piccolo favore da chiederti..- dissi sorridendo apertamente..

Aveva aperto la porta nel frattempo e lo vidi sbarrare gli occhi con decisione, con la chiara espressione del…“questo è pazzo”! Mi guardò un pò mentre era sulla soglia, come se solo osservandomi potesse capire cosa avevo in mente, sembrava combattuto. Da cosa però!? Aveva timore di ferire Micol!? Inconsapevolmente si sentiva attratto e forse pensava di poter almeno rischiare di sentire cosa volevo!? Aveva paura di rimanere solo con me!? Non potevo capirlo! Ma la sua risposta fu veloce a chiara, non mi aspettavo quella risolutezza da parte sua.

-Scordatelo Riley!!- disse mentre stava chiudendo la porta..

-No Justin aspetta..- agii senza pensare mentre cercai di inserire una parte del mio corpo prima che la porta si chiudesse..

Mi guardò con i suoi occhi smarriti e sconcertati. Sospirò pesantemente e continuò a fissarmi in cerca di un motivo per ascoltarmi probabilmente.

-Mi faresti entrare!?- gli chiesi serio, volevo capire come viveva, cosa gli piaceva..

Arrossì leggermente e di nuovo la curiosità mi trafisse in pieno volto. Perché rifuggiva il mio sguardo!? Cosa temeva, un’altra mia incursione come la sera precedente!? O in casa non era solo!? Pensava agli avvertimenti di Micol!? O forse più probabilmente temeva di ferirla se mi avesse trovato qui!?

-Lei è andata a casa..- gli dissi sicuro.. –Probabilmente verrà più tardi..-

Mi guardò stupito, come se non capisse qualcosa o qualche passaggio, so solo che in quel momento il suo sguardo si fece più sereno e più combattivo, come se fosse sollevato e certo che ora sarebbe stato tutto diverso. Aprì piano la porta lasciando che il sole mi accecasse la vista per qualche istante, lui era rimasto immobile appoggiato allo stipite della stessa e con le braccia conserte aspettava che entrassi. Non so descrivere quanto fosse sconvolgente il gioco di luce che i raggi del sole donavano al suo viso. I suoi capelli biondi diventavano ancora più chiari e i suoi occhi diventavano incredibilmente verdi. Sorrisi di me stesso, mentre vedevo chiaramente quanto Justin non capisse le mie reazioni e mentre scuotevo il capo guardando a terra entrai in casa, lui richiuse la porta alle spalle.

Mi guardai attorno, la casa era ariosa, luminosa e si affacciava sul mare, un panorama decisamente meraviglioso che contemplava l’oceano in tutta la sua bellezza. Per addolcire un poco la spendente luce che filtrava dalle grandi vetrate del salone aveva posizionato le tende, di un piacevole color ambra, in modo che il chiarore non ci ferisse troppo gli occhi. Poi si voltò verso di me, mantenendo una distanza considerevole e mi chiese se volevo qualcosa da bere. Non aveva molta scelta, ma alla fine pensai che per il pomeriggio un thè freddo potesse bastare e lo vidi scomparire oltre il corridoio per qualche minuto. C’erano molte fotografie, con la madre suppongo e con un ragazzo che doveva avere all’incirca la mia età, il fratello pensai. Era una casa arredata con molto gusto indubbiamente e con un certo tocco che doveva essere di una donna piuttosto raffinata. Quando Justin tornò mi trovò accanto a una foto che doveva essere piuttosto recente.

-La mia famiglia..- disse lanciandomi un’occhiata e lasciando cadere il discorso..

-Tuo padre!?- non avevo visto nessuna foto di lui intorno..

-Non c’è più..- disse lui evasivo e arrivai alla conclusione più appropriata in questi casi..

Lasciai perdere il discorso cercando di non fare più domande, ogni tanto anche io avevo un briciolo di umanità. Mi sedetti vicino a lui e mi voltai comunque leggermente per guardarlo, sembrava disinvolto ma era guardingo, avrei dovuto giocare d’astuzia per portarlo dalla mia parte. Lui mi allungò il bicchiere pieno di una bevanda ghiacciata e profumata, era una giornata davvero calda e mi scoprii piuttosto assetato tanto che tracannai metà del liquido contenutovi. Era pure molto buono.

-Allora..- disse lui sulla difensiva.. –Cosa volevi!?-

Ora mi guardava negli occhi risoluto, ci volle qualche secondo per concentrarmi e quando ripensai al motivo per cui ero lì, la mia risoluzione divenne fondamentale per portare a termine il compito che mi ero prefissato.

-Al Black Magic stanno organizzando un evento...- dissi accomodandomi rilassato sul divano e sorridendo apertamente.. –sei gruppi cercano un ragazzo o una ragazza che dovrà presentarsi per esibirsi come cantanti e musicisti, chi vincerà tra gli artisti avrà diritto ad un lavoro nella discoteca e al proprio gruppo consumazione ed entrata gratis! Forte no?!-

-Una stronzata insomma..- disse lui annoiato.. –Ma io cosa c’entro in tutto questo!?-

-Ovvio no!?- dissi sorridendo e guardandolo con sfida.. –Io ho scelto te Justin..-

Notai senza sforzo che non aveva capito cosa intendessi con quel “io ho scelto te..” e fu davvero uno spasso osservare il suo viso mentre cambiava mille colori in pochi secondi. Forse ora aveva capito cosa intendevo. Ora sembrava un tigrotto completamente furioso, peccato che la sua mimica facciale lo faceva sembrare al massimo un gattino spaventato. In quel momento guardando i suoi occhi potevo quasi paragonarli a un fuoco che arde scoppiettando nel caminetto, era totalmente divertente vedere come si alternavano in lui i sentimenti che provava. Sicuramente per me bruciavano a competizione l’odio, la collera, la voglia di ribellarsi e di ardermi vivo sulle braci ardenti. Anche se era lontana anni luce da me la comprensione del perché quella rivelazione potesse disturbarlo tanto. Forse il problema era che sarebbe stato troppo tempo con me. Si…doveva essere questa la motivazione.

-Tu non hai idea di cosa mi stai chiedendo..- rispose alzandosi furioso..

Passeggiò per qualche istante intorno al divano con un pugno a premersi la fronte, sembrava contenere dentro di se il motivo per quella furia cieca che lo stava logorando e per un momento pensai che doveva essere proprio terribile per lui l’idea di passare del tempo con me. Ma abbandonai quel pensiero immediatamente e mi concentrai sui miei obiettivi.

-In ogni caso..- disse ora riprendendo il controllo a fatica.. –Non lo farò! Ne ora ne mai..-

-è qui che ti sbagli..- dissi raggiungendolo e guardandolo serio fisso negli occhi.. –Non hai scelta Jus..-

Mi guardò con timore, nei suoi occhi un attimo di panico mentre lo osservavo intensamente. I suoi occhi, quante cose mi dicevano. Erano gli unici che mi lasciavano  un pò più d’accesso alla sua mente.

Era confuso, il suo sguardo si era addolcito da quando mi ero avvicinato. Provai l’impulso di inumidirmi le labbra mentre lo osservavo e automaticamente le tormentai leggermente con i denti resistendo all’impulso di baciarlo. Lui si allontanò impercettibilmente, più guardavo la sua bocca più sentivo la ragione abbandonarmi. Non era esattamente una buona cosa distrarsi così dai miei intenti, ma più lo confondevo più potevo approfittarmi della sua debolezza e raggiungere il mio scopo. Unire l’utile al dilettevole, era così che funzionava. C’era una così intensa attrazione tra di noi, sentivo l’aria elettrica e colma di desiderio, ero certo che anche lui sentisse questa calamita che ci attirava. Rimasi per molto tempo così ad osservarlo finché mi vinse l’impulso di avvicinarmi ancora e sapere di che gusto sapevano le sue labbra così morbide e leggermente carnose. Lui mi guardava negli occhi terrorizzato, quasi ipnotizzato, senza per il momento opporre alcuna resistenza. Mi stupii della poca volontà che dimostrava, sembrava che si fosse arreso e mi chiesi se sarebbe stato così semplice e noioso conquistarlo. Il mio interesse sarebbe scemato istantaneamente e da qui in poi sarebbe stata una gran seccatura. Ma proprio nello stesso istante in cui avevo quasi sfiorato le sue labbra, sembrava essersi risvegliato e immediatamente si era tirato indietro per sottrarsi alla mia influenza. Mi aveva rifiutato…per la seconda volta! Non aveva deluso le mie aspettative…

Sorrisi entusiasta mentre potevo vedere chiaramente quanto fosse arrabbiato con se stesso e nello stesso tempo che me ne resi conto, il mio ego, esultò a tal punto da desiderare immediatamente una seconda occasione per metterlo ancora in difficoltà. Doveva cedere…prima o poi avrebbe dovuto farlo, non poteva resistere ancora per molto. Mi sentivo elettrizzato da questo avvicinarsi e allontanarsi della nostra conoscenza, era decisamente eccitante per uno come me che amava conquistare le sue prede, più la cosa diventava complicata, più il gioco diveniva piccante e divertente.

-Io non lo farò..- disse osservando deciso il mare fuori e scandendo la parole..

-Tu lo farai..- gli sussurrai all’orecchio.. –Altrimenti lo sai qual è il prezzo da pagare…-

-Non c’è alcun prezzo da pagare..- rispose sicuro..

-Allora..- dissi avvicinandomi ancora di più alla sua pelle.. –per te non ci sarà alcun problema se riferirò qualcosa a mia sorella..-

Vidi il suo viso tirarsi e capii che avevo fatto centro. So che Micol l’aveva messo in guardia, voleva che mi stesse lontano perché sapeva cosa succedeva quando mi intestardivo con un ragazzo. E…quella promessa era venuta meno la sera precedente ed anche ora!!

-Lei non devi nemmeno tirarla in mezzo..- disse ora sibilando..

-Dipende da te Justin!!- rispondo io con noncuranza.. –Gli avevi fatto una promessa e non l’hai mantenuta..-

-Sei davvero un gran bastardo..- mi dice con occhi lampeggianti..

-Si..- gli dico sorridendo.. –Ma sii sincero con te stesso! Se non lo fossi, ieri sera forse non avresti ricambiato il mio bacio..-

Mi guardò con ostinazione, sapevo che da oggi in poi sarebbe stato più difficile ingannarlo. Avrebbe tenuto la guardia alta, era già normalmente sulla difensiva, ma così mi avrebbe intrigato anche di più. Ogni istante che passava con me lo vedevo sempre più arrabbiato e disgustato.

-Ti sbagli..- mi rispose spavaldo ora.. –Tu non rappresenti assolutamente nulla, ti rispetto solo per Micol! Ma ti detesto a tal punto da sperare che ti togli di mezzo il prima possibile..-

-Sei sicuro che saresti capace di starmi lontano!?- gli chiesi a bruciapelo mentre si sedeva sul divano rassegnato..

-Nessuno è indispensabile..- disse con disinteresse.. –Tu poi meno degli altri..-

La mia bocca si allargò in un immenso sorriso e mi andai a sedere sul tavolino proprio di fronte a lui. Mi guardò con risoluzione mentre cercava di ancorarsi per bene al sofà, vedevo bene che era guardingo, forse significava che per lui ero…imprevedibile!? Un altro punto a mio favore, potevo coglierlo di sorpresa e quando si è disarmati difficilmente si riesce a reagire con prontezza. Sentii un cellulare squillare, doveva essere un messaggio perché poco dopo smise di brontolare. Per un pò rimase indeciso sul da farsi poi guardò prese il cellulare per leggere il messaggio, sorrise debolmente ma immediatamente dopo si fece scuro in volto e pensai che doveva essere la mia sorellina. Sospirò a disagio, arrabbiato in maniera inverosimile, ma mi trafisse con i suoi occhi troppo verdi e per un pò mi osservò in silenzio.

-Cosa devo fare!?- avevo vinto, sapevo sarebbe stato ragionevole..

-Dovremo iscriverci, per questo ti aspetto domani pomeriggio a casa mia..- dissi con un sorriso smagliante..

-Campo neutro..- suggerì lui con diffidenza.. –Un bar qualunque a tua scelta..-

-Bocciato..- risposi secco.. –Sono io che detto le condizioni..-

Si morse il labbro delicatamente e per qualche istante. Sembrava saggiare la mia risoluzione, quando si rese conto che non aveva chance sospirò nuovamente e cercò di annuire alla bene meglio.

-Ora!?- chiese solo evasivo..

-Ti aspetto alle due e mezza e sii puntuale..- dissi con intransigenza.. –Inoltre dovrai occuparti delle canzoni con cui ti esibirai..-

-Pure..- disse scuotendo la testa.. –Desidera qualcos’altro padrone!?-

-Si..- dissi serio.. –Non voglio delle polente di canzoni chiaro!? Tre devono essere da discoteca, una un duetto, un lento e tre di puro rock…-

-Otto canzoni!?- disse lui strabuzzando gli occhi.. –Tu sei pazzo! Quanto tempo ho!?-

-Una settimana..- risposi con tranquillità.. –Ma per un genio come te non sarà un problema no?!-

Lo vidi sospirare pesantemente come se dovesse trattenersi dal prendermi a pugni, ma si dominò con fatica e guardò il soffitto con insistenza mentre muoveva nervosamente le mani in tensione.

-Posso decidere anche come presentarle!?- chiese pensando concentrato..

-Si…- risposi incerto.. –Ma l’ultima parola sarà comunque la nostra..-

-Ora puoi toglierti dai piedi!?- mi chiese mentre si alzava e raggiungeva la porta ostinato..

Risi divertito, in men che non si dica ero stato messo alla porta. Non capitava certo tutti i giorni. Mi alzai controvoglia ma stuzzicato dai suoi continui e ripetuti rifiuti e assensi. Quando arrivai sulla porta, mi voltai verso di lui e gli sorrisi diabolico.

-Ricordi Justin quello che ti ho detto ieri sera..!?- dissi guardandolo mentre lui osservava lo stipite della porta blindata.. –Io ti ho scelto..-

-E io ti detesto..- disse mentre nel giro di un secondo mi sbatté la porta in faccia..

Lasciai lo stabile con la piena consapevolezza che stavo muovendo bene le mie carte e che seppur difficile questa storia mi avrebbe dato delle soddisfazioni. Justin mi divertiva più del dovuto e il giorno dopo avrei fatto di tutto per sedurlo nel modo giusto. Non dovevo insistere troppo, ma essere costante, farlo sospirare un pò e alla fine avrebbe capito la sua vera natura. Una volta che avessi ottenuto quello che volevo, potevo lasciarlo a Ben che sicuramente si sarebbe preso cura di lui molto meglio. Quella sera andai a lavorare nel locale, mi esibii come sempre con piacere mentre notavo molti ragazzi mai visti gironzolare nell’ambiente. Ne avevo adocchiati un paio che facevano al caso mio e alla fine del mio turno mi avvicinai per sondare il terreno. Erano tutti particolarmente carini e sospettavo anche disposti ad approfondire la conoscenza, visto che ricambiavano gli sguardi fugaci che gli indirizzavo.

Alla fine decisi di concentrarmi su uno in particolare che mi si era avvicinato e sembrava più intraprendente degli altri. Solitamente non ero molto interessato a come si chiamassero, per me erano tutti uguali e fondamentalmente ero più interessato al fatto che risvegliassero i miei sensi momentaneamente sopiti. E lui era sexy, lo era incredibilmente, a me non piacevano i ragazzi effeminati, preferivo gli uomini che dimostravano virilità e capacità consce o inconsce di seduzione. A poco a poco ci eravamo avvicinati, ballavamo piuttosto vicini senza perderci di vista un istante. Fu una decisione istantanea, lo guardai deciso e sorrisi facendogli cenno col capo di seguirmi. Il privé era l’unico posto in cui si poteva stare tranquilli. Non appena mi voltai tra la folla per raggiungere la stanza, notai uno sguardo tra folla, fu un istante perché come lo avevo notato era sparito. Sembrava una follia ma ero sicuro fosse lui. Doveva essere lui.

Feci cenno al ragazzo di aspettarmi un istante, sarei tornato da lui sicuramente, ma mi premeva verificare se quella sensazione era stata giusta. Corsi a poco a poco in mezzo alla folla per trovare i suoi occhi, ma le luci rendevano il tutto troppo complesso. Non poteva essere troppo lontano se realmente era lui, cercai ancora con lo sguardo e come in un lampo riconobbi i suoi capelli sbarazzini che si ribellavano, era appoggiato al muro proprio accanto al privé. Mentre mi avvicinavo potevo notare che stava deglutendo a fatica come in preda al batticuore. Tanta premura di nascondersi inutilmente.

Aprii la porta del privé e subito senza esitazioni lo presi per un braccio tirandolo dentro. Lo sentii gridare leggermente, la forza sul braccio era potente perché la prima cosa che fece fu toccarsi il polso ancor prima di guardare chi lo avesse trascinato lì. Guardò il mio viso e subito si ribellò cercando di uscire.

-Perché sei qui Justin!?- gli dissi intrappolandolo contro la parete..

-Non sono qui per te..- mi disse subito per precisare..

-A no!?- gli risposi sorridendo.. –Mi stavi cercando..-

-Non farti strane idee Riley..- disse lui scuotendo la testa.. –non ti cercavo..-

-Allora perché sei fuggito quando mi hai visto con quel ragazzo!?- dissi inchiodandolo con gli occhi, poi mi avvicinai al suo orecchio..

La sua reazione fu di panico, girò completamente il viso alla sua sinistra e guardava fisso la parete della stanza di un soffuso color porpora. Sorrisi affascinato dalle sue reazioni, lo sentivo tremare sotto le mie mani e le sue guance erano leggermente colorite.

-Lo stavo portando qui..- dissi sussurrandolo lentamente.. –proprio come ho fatto ora con te!!-

Il suo respiro era affannato, ma non aveva spostato il viso di un solo centimetro. Peccato perché in questo modo non avevo accesso ai suoi occhi. Quando li guardavo sembrava perdere il contatto con la realtà. Così decisi di agire in modo diverso, lo presi per la vita e velocemente lo trascinai vicino al mio corpo. Non si aspettava quel gesto ma si mosse quel poco che mi permise di lanciarmi nel mio scopo. Le sue mani bloccavano il mio petto, cercò di dire qualcosa alzando il viso verso di me e fui più veloce di lui perché raggiunsi le sue labbra con trasporto. A nulla servirono i suoi lamenti e i suoi spintoni, a volte percepivo chiaramente la sua bocca ricambiare il mio bacio, in altri momenti si opponeva con furia e rabbia, la sua forza diminuì quando schiacciai il mio corpo sul suo contro il muro. Sembrava arrendersi in certi momenti tanto che mentre aprivo gli occhi vedevo quella stessa scintilla rabbiosa risvegliare la sua furia. Quando mi separai dalle sue labbra, lui mi spinse via subito e col dorso della mano si pulì la bocca con umiliazione.

-Ora sei soddisfatto!?- mi chiese guardandomi dritto negli occhi..

-Arrenditi..- gli dissi posando le mie mani contro il muro per imprigionarlo..

-Mai..- rispose dilatando le narici del suo piccolo naso perfetto.. –Non mi arrenderò mai a un bambino viziato come te! E comunque Micol ti sta cercando..-

Non feci in tempo a bloccarlo che mi era sfuggito. Appoggiai la fronte al muro ghiacciato sorridendo e mi resi conto che mi stava battendo il cuore, una cosa strana per un piccolo bacio. Dimenticai presto quel piccolo dettaglio e subito mi ricordai immediatamente del ragazzo che fuori mi stava aspettando. Il tempo di trovare Micol e non mi sarebbe sfuggito per niente al mondo!

Quando uscii dalla stanza Justin era già sparito. Rimasi qualche istante sulla porta, mentre mi guardavo intorno notai Micol evidentemente era in cerca del suo amico. Non mi preoccupai di dove fosse finito, ero quasi del tutto certo che non avrebbe mai mollato mia sorella senza dare spiegazioni e subito cercai di individuare il ragazzo che avevo adescato prima di vedere Justin. Non mi andava di lasciare le cose a metà, ma appena lo intravidi e cercai di raggiungerlo Mico arrivò e mi investì con la forza del suo entusiasmo.

-Eccoti fratellino!!- il suo sorriso raggiante..

-Che tempismo..- dissi guardandola con dispetto..

-Ho interrotto qualcosa!?- disse con la sua finta incredulità e cogliendo il suo trionfo negli occhi..

-Assolutamente..- risposi dandole un bacio sulla guancia.. –Che fai qui!?-

Fece finta di nulla nonostante avesse colto il chiaro rimprovero nella mia voce, non amavo il fatto che frequentasse questa zona malfamata di Sidney, era sempre poco consigliato per due ragazzini come loro girare soli in questo quartiere. Ma conoscevo Micol abbastanza per sapere che non mi avrebbe ascoltato.

-Sembrava di vitale importanza..- mi disse lei facendo spallucce..

-Nostra madre non cambierà mai vero!?- chiesi a lei ridendo..

-Dice che sei troppo magro..- rispose lei affettuosamente.. –Quindi niente di meglio che una bella zuppa inglese che ti piace tanto!!-

Poco dopo dietro Micol spuntò Justin che recuperata la tranquillità si avvicinava, forse entusiasta di potersela svignare velocemente. Quando arrivò affianco a noi mia sorella si voltò e sorrise impaziente curiosa di chissà cosa.

-Ma dov’eri finito!?- gli chiese ridendo.. –è da un pò che ho trovato Riley!!-

Doveva averlo mandato alla mia ricerca e se era per quello mi aveva anche trovato..!

-Beh..- disse imbarazzato.. –Non conosco ancora il posto, ho faticato un pò..-

-Scusatemi….ma avrei una certa fretta..- dissi inchiodando con lo sguardo il ragazzo che mi stava aspettando..

Micol mi baciò velocemente ridendo, ormai abituata alle mie abitudini, mi sorrise divertita e notando Ben e gli altri si diresse verso di loro forse per salutarli e fermarsi un altro pò. Passai affianco a Justin e non resistetti all’impulso di provocarlo un pò. Mi avvicinai al suo orecchio e colto di sorpresa si immobilizzò.

-Ti aspetto..- gli dissi docilmente.. –Non mi deludere, attenderò impaziente le due e mezza…-

Forse…si irrigidì, vidi il suo sguardo mentre  si faceva arrabbiato o probabilmente deluso. Non avrei mai saputo di cosa si sarebbe trattato, sentivo solo un impulso irresistibile che mi guidava attraverso l’enorme salone e mi faceva percorrere a grandi falcate quel poco spazio che mi divideva dal ragazzo vicino alla stanza degli incontri. Lo vidi sorridere con evidente approvazione ed entrò nel privé con decisione mentre aspettava che io lo raggiungessi. Quando arrivai sulla porta mi guardai solo un istante indietro e…i suoi occhi mi avevano seguito fino a lì. Mi guardò solo per un momento e si voltò con la stessa rapidità con cui mi aveva lasciato solo pochi minuti fa. Fu in quel momento che compresi qualcosa di fondamentale.

In quel momento ero stuzzicato e sentivo il mio corpo decisamente agitato nello sforzo di trattenere il mio desiderio. Ma non era l’uomo che stavo raggiungendo a provocare la mia eccitazione, nell’istante in cui avevo schiacciato Justin contro il muro e avevo sentito il suo calore, avevo compreso che se non mi fossi trattenuto sarei andato troppo oltre. Avevo provato un tipo di eccitazione che non nutrivo per tutte le mie “vittime”, ma presto o tardi sarebbe scemata nello stesso istante in cui si sarebbe sfogata. Non l’avevo ancora sentita così distintamente. Solitamente sceglievo i ragazzi da prendere in giro in base a quanto interesse e curiosità potevano suscitarmi, Justin aveva solleticato il mio coinvolgimento per il suo modo di fare, ma mentre eravamo assieme pochi istanti fa aveva scatenato in me un turbamento intrattenibile. Questo non era un punto a mio favore, rischiavo di perdere il controllo. Il mio obiettivo non era spaventarlo, era sedurlo.

Quando entrai nella stanza la mia voglia di insegnare qualcosa a quel ragazzino sparì nello stesso istante in cui lo guardai negli occhi. Non c’era nulla di quello che potevo aver intravisto prima, erano vuoti e del tutto arrendevoli. Poi feci il grosso sbaglio di immaginare degli occhi espressivi e limpidi, chiari…delle labbra piene, morbide e il modo in cui i denti le torturavano come per nascondere un segreto. Persi del tutto la ragione. In quel momento non vedevo altro che quei suoi occhi, tutto frutto della mia immaginazione, ero accecato dal desiderio che sentivo nascere per lui e di cui ero diventato consapevole solo in quei pochi istanti in cui mi ero avvicinato a lui pericolosamente. Sapevo che era una cosa passeggera ma…l’idea che lui potesse ricambiare il mio bacio con quelle sue labbra tanto sensuali, si rifletté totalmente su di me impedendomi di fermare quel turbine di emozioni che mi stavo creando da solo. Fu una cosa veloce come lo schioccare delle dita e mi svegliai, mentre il ragazzo di cui non conoscevo nemmeno il nome, percorreva con le mani le mie gambe e si chinava lentamente con sguardo ammiccante come per continuare a provocare la mia fantasia. Peccato che non c’era nulla di stimolante in quello che cercava disperatamente di essere, la sensualità non era certo una qualità che si potesse acquisire o simulare.

-Fa quello che devi…- dissi buttandomi su un divanetto e buttando la testa all’indietro.. –Poi togliti di torno…-

Mi guardò incerto ma comunque determinato nel continuare quello che aveva iniziato. Da quel momento non lo guardai più e mi concentrai solo qualche istante per ricordarmi che il giorno dopo avrei cambiato tattica con lui. Ci avrei pensato a tempo debito, era ora di pensare a me!

  
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