Teresa si
ritrovò tra le braccia di una ragazza, o più
precisamente di un’ombra di una
ragazza da quel che vide, ma della sabbia si intrufolò nei
suoi occhi, così
dovette chiuderli... l’aveva salvata, l’aveva
salvata!!! Lacrime di gioia
l’avvolsero. Pochi secondi dopo, l’ombra
sparì e lei si ritrovò a sedere
appoggiata al vetro della tv. Avrebbe voluto dire almeno
“grazie” al suo
salvatore, ma non le fu possibile.
Delle
botte al vetro: si girò e vide Rebecca che cercava di
sfondarlo. Sorrise e
decise di aiutarla.
-Al tre
battiamo insieme, con tutta la forza che abbiamo, ok?- le chiese
Rebecca.
-Ok,
certo!!!- rispose lei.
-Allora:
1... 2...-
-NO!!!
NO!!!- un grido, fuori dalla casa. –Aprite, apritemi!!! Non
rompete... quel...
vetro...- una voce ansimante, che riconobbe appena le giunse alle
orecchie.
Rebecca corse fuori ad aprire alla nuova venuta, che entrò e
si posizionò
davanti alla tv.
-Chiama l’ombra,
Ter! Chiama l’ombra! Solo
lei... può aiutarti.- disse Neagh, poi si sedette a terra,
sfinita dalla corsa.
Non sapeva neanche lei come aveva compreso così facilmente
le parole della
vecchia, l’importante era che ci fosse riuscita. Era partita
subito a corsa
verso la casa di Rebecca, ma era arrivata tardi perché era
andata continuamente
a sbattere con le persone, così aveva dovuto scusarsi con
tutti.
-Ehm...
ombra! Mi puoi aiutare ad uscire?- chiese debolmente Teresa, voltando
le spalle
al vetro della tv. Subito apparve un’ombra avvolta da un
velo, che pronunciò
strane parole e poi sparì. Una luce abbagliante le
accecò, anzi in realtà
accecò tutta la città. Ogni persona, nello stesso
istante, si mise le mani
davanti agli occhi per proteggerli dalla luce che sembrava infinita.
Poi tornò
ad essere una luce normale e tutti ritornarono ai propri lavori o ai
loro
svaghi, anche se in realtà erano tutti piuttosto spaventati
dal fatto appena
accaduto... Cosa poteva essere?
-Terry!!!-
Neagh abbracciò la sorella che era di nuovo accanto a lei,
felice di averla
potuta salvare.
-Ma tu
come facevi a...-
-Bhè, una
vecchietta... che ho incontrato mi
ha detto con aria mistica: le ombre
aiutano come le amiche... e i vetri tagliano se si rompono!
Mi ha
spaventata, ma poi ho avuto come un presentimento che mi ha spinto a
venire
qui... insomma... io me lo sentivo... ma cos’è
successo di preciso?- dopo aver
ascoltato le spiegazioni con attenzione, rimase con la bocca spalancata.
-Oh,
Giove!!! Hai rischiato di morire, Ter!!!- abbracciò di nuovo
la sorella con
amore, le voleva così bene...
-Ehi...
ehi Neagh! Mi stai... schiacciando....-
-Oh,
scusa!- la ragazza arrossì, poi si mise a ridere assieme
alle altre due... la giornata
trascorse piacevole, come del resto anche gli ultimi giorni di vacanza,
anche
se tutte e tre le ragazze non riuscivano a spiegarsi
l’accaduto...
-C’è
un raggio di sole,
risplende la
su!
È
forse un invito a
sorrider di
più...
tu credici e
poi,
e poi tu
vedrai
che la vita
tua cambierà!!!
Un raggio di
sole
risplende la
su.
Illumina il
cielo,
ma solo in
teoria...
infatti se
guardi
e sorridi di
più...
vedrai
starai meglio anche tu!!!
Un raggio...-
-Ehi,
senti Reby! Non canta più...-
-Chi sa
chi era... chiunque sia ha una voce bellissima, così
melodiosa e soave...
vorrei proprio sapere chi è! Dev’essere proprio
una stella del canto, se...-
una gomitata le arrivò dritta dritta nello stomaco, ma non
ci fece caso e
continuò a cercare di sbirciare dal buco della serratura
-Dicevo... se sa
cantare così è di sicuro in un coro, no?-
sentì un secco colpo di tosse
provenire dalle sue spalle, così si volto... e
sgranò gli occhi, pronta a
balbettare qualche scusa. Avrebbe voluto potersi sotterrare: che figura
aveva
fatto!!!
-Rebecca,
vorresti essere così gentile da spiegarmi cosa ci fai qui
quando è vietato
andare in giro per la scuola durante la ricreazione? E per giunta, a
spiare dal
buco della serratura ed a parlare... da sola!?!-
Rebecca si
girò a guardare nel punto in cui poco prima c’era
l’amica Melissa, ma proprio
non c’era più nessuno...
“C’era
da
aspettarselo!” pensò maledicendo mentalmente la
compagna “Quando c’è qualche
problema o c’è di mezzo qualche nota sul registro,
scappa... cavoli, che
amica!”
-Scusa
maestra... ma... c’era qualcuno che cantava in maniera
sublime e così... ehm...
e poi stavo parlando... a bassa voce, mi sono lasciata sfuggire qualche
parola!
Eh, eh...- forse l’avrebbe passata liscia, o almeno
così sperava... aveva
cercato di proteggere l’amica per non farla finire nei guai,
ma quando
l’avrebbe rivista... “mi sente”
pensò.
-Qualcuno
cantava? Impossibile, dato che quella porta è sempre- disse
l’insegnante
sottolineando bene l’ultima parola –chiusa a
chiave... forse hai le
allucinazioni, vuoi che chiami i tuoi per farti portare a casa?-
-No,
maestra, non importa... torno in classe-
-Ok, ok...
ma se vuoi andare in giro per la scuola, ti prego ameno di chiedere il
permesso
a qualcuno!!! Promesso?-
-Sì,
sì,
promesso...- Rebecca sospirò di sollievo, vedendo la maestra
allontanarsi.
“Cavoli, che gente che c’è in giro...
cioè, che maestre che ci sono!!!”
pensò,
sicuramente con ragione. La sua maestra era molto giovane e inesperta,
era
biondissima con i capelli a caschetto e gli occhi di un blu profondo,
che se ci
si scrutava dentro ci si poteva scorgere l’immenso mare...
era alta e
slanciata, si vestiva sempre con degli abiti larghi dai colori
sgargianti ed
aveva fatto innamorare tutti i bambini della scuola... ma Rebecca
proprio non
la sopportava: le sembrava così stupida...
Ma
qualcosa interruppe i suoi pensieri. “Di nuovo!”
pensò, aprendo piano la porta
dell’aula di musica, che non era affatto chiusa a chiave. Una
figura era in
piedi davanti alla finestra aperta, cantava... Rebecca si richiuse la
porta
alle spalle cercando si fare piano, poi si avvicinò a
quell’... ombra...
“Non
è
possibile! Non è una persona, quella... e poi
è... nella Tv... Teresa...
salva...” i suoi pensieri erano confusi, troppo confusi...
poi l’ombra si
voltò. I suoi occhi di ghiaccio puro la spinsero al muso,
come bloccandocela.
Una risata maligna uscì dalle sue labbra, poi nella sua mano
apparve un
bastone...
-Che
cosa?!? Scomparsa? Rebecca? E chi...-
-Me
l’ha
detto Melissa, che va a scuola con lei...-
-E dove,
dov’è scomparsa?-
-A
scuola... che dici, cosa facciamo?-
-Oddio...
Reb... andiamo a scuola elementare, muoviti!- Neagh si
infilò i roller- blade,
poi si fiondò fuori dalla porta, seguita a ruota da Teresa.
Corsero per il
viale alberato, i rami scheletriti degli arbusti protesi verso
l’alto avevano
un’aria stranamente spettrale, ma le ragazze non ci fecero
caso... arrivarono
alla scuola a mattoncini rossi in circa venti minuti, distrutte dalla
corsa.
-Dov’è...
Rebecca?-
-E’...
sparita! L’ultima volta che l’ho vista era davanti
all’aula di musica, che è
sempre chiusa a chiave...- disse la maestra, così le sorelle
si precipitarono
lì. Davanti alla porta, si stupirono di poterla aprire senza
problemi, a
dispetto di ciò che aveva detto loro
l’insegnante...
-A me non
sembra molto... un’aula di musica!- disse Teresa.
-Già,
a me
sembra di più un...- continuò Neagh per lei.
-UN LABIRINTO!!!- conclusero
assieme. Si presero
per mano e anche senza parlarsi seppero cosa fare: stare unite e
cercare la
loro migliore amica. Si avventurarono tra le immense mura erbose, di
colore
verde scuro, senza preoccuparsi di cosa sarebbe successo loro andando
avanti.
-Basta
stare unite- si ripeterono a vicenda, continuando a camminare con passo
incerto, cercando di non avere paura. All’improvviso, un
boato squarciò l’aria.
Poi più niente.
-Co...
cos’è
stato?- chiese Teresa, sbarrando gli occhi terrorizzata e cominciando a
tremare. Neagh sembrava calma, anche se in realtà aveva
avuto un grande
spavento.
-Forse
è...- ma non terminò la frase, perché
un’enorme tromba d’aria si avventò su di
loro, travolgendole. Cercarono di non lasciarsi la mano, ma alla fine
dovettero
farlo, per cercare di salvarsi. Si chiamarono, urlando talmente forte
da
sovrastare il rombo del vento.
Dopo diversi
minuti di tremendi sballottamenti e cadute rovinose, le sorelle si
ritrovarono
entrambe appoggiate alla parete erbosa, piene di lividi e graffi, ma
una dalla
parte opposta dell’altra.
-Neagh!
Neagh!
Neagh!!!- nessuna risposta. –Neagh! Ti prego Neagh!!!
Neagh...- si alzò, le
piante tutto attorno a lei erano fittissime e formavano bastioni
enormi. Teresa
cominciò a camminare con attenzione, pronta a captare ogni
più minimo suono e
cercando contemporaneamente di trovare un’uscita in
quell’immenso labirinto che
la opprimeva sempre di più...
Ringrazio infinitamente la mia amatissima scittrice DebyPotter, senza di te (e inoltre anche della tua fic) come farei??? Comunque io rispetto a te non sono niente!!! Sono solo una goccia d'acqua rispetto al tuo oceano...
Grazie davvero infinite anche a chi legge... Salutoni, alla prossima!!!^^