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Autore: piccolo_uragano_    13/02/2015    5 recensioni
“Perché ogni volta che c’è in giro Lord Voldemort facciamo figli io e te, Martha?”
Martha accennò un sorriso. “Perché ogni volta che io e te facciamo figli c’è in giro Lord Voldemort, Sirius?”
Remus trattenne una risata. “Ed è per questo che sono vent’anni che ti ripeto che è quella giusta.”
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Non è una di quelle storie tutte miele e amore in cui Sirius trova la sua perfetta metà e vissero tutti felici e contenti. Martha darà a Padfoot del filo da torcere, insegnandogli ad amare e a restare.
(Si parte dal 1976 fino a poco dopo la battaglia di Hogwarts; in teoria è finita, dopo anni, ma in pratica.....)
Genere: Avventura, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Harry Potter, I Malandrini, Lily Evans, Nuovo personaggio | Coppie: James/Lily, Remus/Ninfadora
Note: Missing Moments, What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Malandrini/I guerra magica, Più contesti
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- Questa storia fa parte della serie 'Ti amo più di ieri e meno di domani.'
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Sirius Black, sedicenne fascinoso con occhi grigi fantastici, se ne stava a gambe incrociate sul suo letto, con un sorriso divertito stampato in volto. Come poteva non essere felice? Era tornato ad Hogwarts, il primo posto in cui si era sentito a casa. Quell’estate l’aveva passata a casa Potter, e a nessuno risultava difficile capire perché. Era evidente quanto fosse diverso da tutti i suoi famigliari, era evidente che lui, della Purezza del Sangue e dei principi di purezza, se ne fregasse altamente. E non era nemmeno difficile immaginare la reazione di Orion e Walburga Black.
“Quest’anno uscirò con la Evans!”
Eccolo, James Potter ed il suo solito dannato ottimismo. Seduto sul suo letto, accanto a quello di Sirius, si scompiglia i capelli con aria sicura.
“Lo hai detto anche lo scorso anno.” Gli ricorda Remus, che sta già sistemando le sue cose sul comodino. Un paio di libri, pergamene nuove per le ricerche, e delle foto dei Malandrini.
“Anche al quarto, no?” domanda Peter, accoccolato accanto alla finestra, guardandoli con negli occhi la stessa luce d’ammirazione.
“Diciamo che ci provi da Natale del primo anno, Prongs.”
James sbuffa e alza gli occhi al cielo. “Andate al diavolo, tutti quanti.”
Sirius scuote la  testa e si alza dal letto, per andare a sbirciare il castello sotto la Torre di Grifondoro. “Quest’anno non cambierà molto, ecco la verità.”
“Padfoot, guarda, forse hai dimenticato in valigia l’ottimismo.” Scherza James.
Sirius lo guarda e scuote di nuovo la testa. Poi si dirige verso l’uscita. “Dove scappi, codardo?” gli domanda Prongs.
“Lontano da voi tre cretini.”

Sirius credette di vedere qualcosa che, in realtà, non esisteva. Non poteva essere vero.
Se ne stava in piedi, alla fine delle scale, mentre osservava quell’immagine mistica.
Il fuoco le illuminava il profilo perfetto, mentre lei lo fissava senza vederlo. Sirius era sicuro di vedere un mare di pensieri aggrovigliarsi sopra alla sua testa. Aveva degli eleganti capelli castani, ma di un castano chiaro, tremendamente simile alla salsa di caramello che i Babbani amavamo. Erano lunghi e raccolti in qualche modo, da quella che a Sirius sembrò una matita. Alcuni ciuffi, sfuggiti alle abili mani della ragazza, si posavano delicatamente su quella felpa vecchia, priva di forma e di un verde scolorito. Teneva le gambe sopra al divano, accanto a lei, come a volersi trattenere da sola.  I pantaloni erano, quasi sicuramente, i pantaloni del pigiama, e sul finale erano trattenuti da dei pesanti calzini di lana. Era terribile da vedere,eppure su di lei stava benissimo.
Sirius sapeva chi era. Ci aveva parlato un paio di volte.
Era la piccola Redfort. Sua sorella Rose era all’ultimo anno, ed era indiscutibilmente la ragazza più bella della scuola.
Forse perche nessuno aveva mai fatto caso alla secondogenita dei Redfort.
Era genuina, era pura. Sirius giurò che fosse l’essenza stessa della bellezza.
La ragazza si girò, dopo meno di due minuti, sentendosi osservata. Nella penombra, scorse il famoso Sirius Black in piedi, con le mani in tasca, che la osservava.
“Black.” Disse, a mo’ di saluto.
“Redfort.” Disse, avvicinandosi. Per quanto si sforzasse, non riusciva a ricordare il suo nome. “Che ci fai sveglia a quest’ora?”
“Potrei chiederti la stessa cosa.” Replicò lei.
Lui sorrise e abbassò lo sguardo. “Posso sedermi?” chiese, facendo un cenno verso il posto vuoto accanto a lei sul divano rosso.
“Sirius Black chiede il permesso?”
“Alle belle ragazze si.” Rispose, facendo spallucce.
Lei rise, scosse la testa e batté la mano sul cuscino vuoto accanto a lei. Lui vi si adagiò, in una delle sue pose eleganti da vero principe.
“Ha un che di filosofico, sedersi qui a guardare il fuoco.” Disse, dopo meno di un minuto di silenzio per niente teso.
“Già.”
“A che pensi?”
“Stavo pensando … che probabilmente, visto che mia sorella sta al settimo anno, questo sarà l’ultimo anno che mia madre ci vede partire e che rimane da sola fino a Natale. Pensavo che ora probabilmente sta con mio padre sul divano a guardare un film babbano cercando di non piangere per il fatto che siamo partite.”
“Loro sono Babbani?”
“Mia madre si, mio padre no. Tu sei un Purosangue, dovresti odiare le persone come me.”
Lui la guardò e rise. “Insomma, Redfort, ti sembro uno che discrimina le persone in base alla percentuale di sangue magico che gli scorre nelle vene?”
“A volte sembri uno che si crede sempre un piano sopra agli altri.” Buttò lì lei.
“A volte, invece, sembra che tu viva in un mondo tutto tuo.”
“Ti svelerò un segreto, Black.” Lo guardò con aria misteriosa. “È vero.” Disse abbassando la voce e poi scoppiando a ridere.
Lui rise insieme a lei, e poi le tese la mano destra. “Sirius.”disse. “Puoi chiamarmi Sirius.”
Lei strinse la mano. “Martha. Puoi chiamarmi Martha.”
Ecco perché non lo ricordava. Era un nome talmente singolare che se lo sarebbe dovuto scrivere in fronte perché tutti potessero ricordarlo.
“Allora, Martha. Come mai non ci siamo mai rivolti la parola, prima?”
“Perché tu e Potter siete due presuntuosi arroganti.”
Lui fece finta di essere stato ferito al petto. “Brutto colpo, Martha Redfort.”
Lei finse di guardarlo con compassione. “Oh, povero piccolo Sirius Black.”
“Se ti può consolare, tu e la Evans siete due insopportabili so-tutto-io.”
Lei finse di guardarlo con odio. “E che ci fai qui con me?”
Lui scosse la testa. “Non ne ho idea.”
La verità, era che parlando con lei, gli sembrò che il mondo fuori non esistesse. E questa sensazione gli piaceva.
Iniziarono così, quei due, e non finirono mai.

“Buongiorno.” Esordì Sirius, sedendosi davanti a Martha in Sala Grande la mattina dopo. James, accanto a lui, si sedette davanti alla rossa Lily Evans, che leggeva il Profeta. “Con quale forza tieni gli occhi aperti?” domandò Sirius. Erano stati seduti su quel divano fino all’alba.
Lei indicò la grande tazza contente un liquido marrone scuro bollente. “Lo vedi questo?  Si chiama caffè. È uno strano intruglio babbano a base di una cosa chiamata caffeina, che tiene sveglio il cervello, in poche parole.”
Intanto, James salutò Lily con un amichevole ‘Buoongiorno Evans!’ ma lei sembrò non averlo sentito.
“Ho sempre detto che i babbani sono ingegnosi, insomma, una bevanda per tenere sveglio il cervello!”
“Come hai detto, scusa? Coffè?” chiese James con aria incuriosita.
Caffè, Potter. Caffè, con la a, non con la o. Ne volete un po’?”
“Di cosa sa?”
“Di caffè.” Rispose lei ridendo, e chiese a sua sorella Rose, seduta pochi metri più in là, di passarle la caraffa di caffè. Lei la fece lievitare fino alle mani della sorella. Davanti ai due Malandrini comparvero due tazze vuote. Lei versò una piccola quantità di caffè bollente nelle due tazze.
I due amici si guardarono, prima di iniziare a bere. Fecero la faccia che fanno i bambini quando la mamma da loro una medicina troppo aspra. James quasi sputò.
“Lo zucchero, Potter.”  Disse Lily. “Martha, ci vediamo a Pozioni.” Disse, accarezzandole la spalla con aria amichevole. Lei alzò la mano in segno di saluto con un sorriso di scuse. Sapeva che la compagnia di James non le era gradita.
 “Redfort, rivelami un segreto. Che ha la tua amica contro di me?” sussurrò James.
“Non metti lo zucchero nel caffè.” rispose lei, facendo spallucce.
“Tu non ce lo hai detto!” esclamò Sirius.
“Hai ragione, Sirius, colpa mia. Ma desideravo troppo vedere le vostre facce!” rispose ridendo. “Alcuni babbani usano metterci anche il latte, per addolcirlo.”
“Latte?” chiese Sirius.
“Latte.” Confermò Martha.
“Redfort, non mi hai risposto.” Sbuffò James.
“Potter, se te lo dicessi, non sarebbe un segreto. Ora la raggiungo a Pozioni. A dopo, Sirius. Potter.” Si alzò e se ne andò. Sirius le sorrise galantemente alzando la mano in segno di saluto. 
“Ti ha chiamato Sirius?”
“Chi, Martha?”
“Tu la chiami Martha?!” 
Si chiama Martha!”
“Felpato, guardami. Tu non chiami le ragazze per nome!”
Lui si perse ad osservare i capelli di Martha che si muovevano dolcemente al ritmo dei suoi passi. “Merlino, James, ma l’hai vista? Hai visto come le brillano gli occhi? Hai visto il suo sorriso? Lei non è come tutte le altre, dannazione.”
James lo scrutò con aria perplessa. Chi era quel romanticone, e che ne aveva fatto del suo migliore amico?
“Quella ragazza ha un cattivo effetto su di te.” Concluse, poi.
Sirius parve non averlo sentito. “Si, si, come ti pare. Finisci in fretta, voglio sedermi accanto a lei a Pozioni.”
James si ingozzò con il succo di zucca. “Porco Salazar, Sirius! Tu odi Pozioni!”

Martha portava la camicia allentata e la cravatta rossa e oro allacciata come capita. Lily, accanto a lei, sedeva composta con la cravatta allacciata a regola d’arte.
“Da quando rivolgi la parola a Black e Potter?” chiese Lily, senza smettere di prendere appunti.
“Da ieri sera.” Rispose lei, disegnando sulla pergamena, mentre Lumacorno spiegava.
“C’è qualcosa che devo sapere?”
Martha scosse la testa. “Ero seduta davanti al fuoco e lui mi ha chiesto di sedersi accanto a me. Tutto qui, Lily, e francamente non ci vedo niente di male. È simpatico, se non Schianta primini o affattura Serpi.”
In quel momento, Sirius e James entrarono di corsa nell’aula di Pozioni.
“Perdoni il ritardo, professore.” Si scusò Sirius, prendendo posto dietro Martha e Lily, accanto a Peter e Remus.
“Cinque punti in meno a Grifondoro, perché Potter e Black non si smentiscono mai.” Sentenziò Lumacorno.
Martha scosse la testa, mentre Lily si ripromise di recuperare presto i punti con una pozione perfetta o una risposta corretta.
Pochi minuti dopo, un foglietto fluttuò verso di loro e si posò sulla spalla di Martha.
Viva il caffè! la calligafia di Sirius era disordinata, e le lettere erano molto distanti tra loro.
Lei si girò a guardarlo con aria divertita.
Tu sei matto. scrisse in risposta Martha. La sua calligrafia era più gradevole.
Glielò lanciò di nuovo, con aria divertita.
Scusami, cara, ma nemmeno tu mi sembri tanto a posto … 
Lei ricevette il foglio, lo piegò e lo mise nel libro di Pozioni, sorrise per qualche secondo scuotendo la testa, e poi tornò a prestare attenzione alla lezione, senza capire che quello sarebbe stato l'inizio di tutto.
 
   
 
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