Storie originali > Avventura
Segui la storia  |       
Autore: TheAntlers    13/02/2015    1 recensioni
"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" gli chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.
Lui la imitò, salendo a cavallo, col volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.
"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perché.
"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.
Naoise ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."
Genere: Avventura, Fantasy, Guerra | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A


Winter non dormì esattamente bene, quella notte. Un dolore al braccio le fece compagnia per tutta la nottata, e solo al suo risvegliò capì che ciò era causato dal marchio, che le bruciava insistentemente.

La ragazza non aveva ancora aperto gli occhi quando si portò una mano al braccio, sfiorandolo lentamente. Ma ciò le causò altro dolore; così si lasciò sfuggire un lamento, mentre si metteva velocemente a sedere sul letto, scoprendosi il braccio.

Maledizione, fa male. 

Osservò la pelle, visibilmente rossa ed irritata.

Magari se non ci penso, se mi illudo che non faccia così dannatamente male, passerà. 

Si alzò quindi dal letto, avviandosi alla finestra.

Le pesavano gli occhi, e la luce la infastidiva.

Non sapeva che ore fossero, ma a giudicare dalla posizione del sole, ne dedusse fossero le 5, o forse le 6.

Poi le porte si spalancarono, facendola sussultare.

"Buongiorno" la salutò Naoise, richiudendo le porte dietro di se.

Winter intanto si era girata, guardandolo assonnata. "Buongiorno."

"Pensavo dormissi ancora" disse, portando le mani dietro la schiena prima di inarcare un sopracciglio.

Winter scosse la testa, abbassando per alcuni secondi lo sguardo, prima di tornare a fissarlo. "Mi sono svegliata da poco."

"Meglio così. Tra poco partiremo", e il suo tono di voce divenne più roco e pungente. "A meno che... tu non abbia cambiato idea" finì dedicandole uno sguardo speranzoso.

Ma lei non rispose, e ciò servì a Naoise a farli intendere.

"Come pensavo" rispose alla fine, annuendo. "Fuori fa freddo, non puoi andare così. Nell'armadio c'è roba più adeguata, metti quella" le ordinò, indicandole l'armadio "quando sei pronta, fatti scortare dalle guardie nella mia stanza."

"Farmi scortare? Ma Naoise, non saranno neanche 10 metri!"

"Non importa, qui le cose funzionano in questo modo."

Non poté replicare, che una dolorosa fitta al braccio la trapassò. Strizzò gli occhi portando il braccio sotto il seno e soffocando alcuni lamenti.

"Winter? Tutto bene?" chiese lui avvicinandosile velocemente, preoccupato.

"No. Continua a farmi male" non riuscì a mentire, parlando sotto il dolore che non sembrava volesse cessare, o darle tregua.

"Fammi vedere."

E senza nessuna risposta le scoprì il braccio, tirandolo leggermente dal polso per distenderlo.

Winter lo guardò, studiando i suoi occhi. E capì.

Deve essere grave. 

"Si è infettato."

Ecco.

L'espressione del Principe si fece dunque dura, e il suo sguardo salì lentamente sul volto ancora sofferente della ragazza. 
"Dannazione Etaine, perchè non ci hai messo a corrente? Non può essersi infettato in poco tempo! Quando è successo? Sai che se non me ne accorgevo l'infezione avrebbe potuto estendersi ancora?!" parve quasi sgridarla, come un padre sgrida la propria bambina.

Ma io me ne sono accorta solo 15 minuti fa...

Abbassò lo sguardo, mordendosi nervosamente un labbro, sotto un estenuante sospiro di Naoise.

"Scusa" ammiccò poi lei, silenziosamente, sentendosi patetica per il tono utilizzato.

Ma per cosa mi starei scusando? 

Il ragazzo si portò una mano alla tempia prima di scomparire dalla stanza mormorando qualcosa, di fretta, lasciandosi la porta spalancata alle spalle.

Winter approfittò di quei secondi per riprendere fiato. Poi si guardò il braccio.

A me non sembrava così grave, dannazione. 

Sospirò, aspettando il ritorno del ragazzo, che non sembrò farsi attendere.

"Siediti" le ordinò non appena entrato, indicandole il letto.

Winter sobbalzò, non lo aveva minimamente sentito arrivare.

Nella mani portava una borraccia contenente acqua, delle bende bianche, una pezza e delle strane erbe.

Lei lo guardò, accigliata.

I suoi occhi erano più scuri del solito, e la sua mascella era estremamente tesa.

È irritato. Fantastico. 

"Siediti" le ripeté, questa volta più severamente, e le si fermò davanti.

Winter annuì, facendo come detto.

La ragazza lo seguì con gli occhi mentre vagava per la stanza, trascinando una sedia verso la sua direzione. Una volta arrivato davanti ad essa, si ci sedette.

"Allungami il braccio" le chiese, questa volta con tono più gentile.

Lei lo guardò a lungo prima di avvicinarli il braccio.

"É grave?"

"No, non lo è. Ma poteva diventarlo" sospirò, afferrandole il polso con una mano e passandole un panno inzuppato d'acqua sul braccio arrossato e scottante. "Solitamente i marchi non si infettano. Vanno curati per pochissimo tempo. Ed anche sotto l'assenza di cure, si rigenerano ugualmente. Per questo mi hai preso alla sprovvista" continuò, continuando a rinfrescarle il braccio.

"Oh" fu l'unica parola che le passò per la bocca.

"Quindi ti raccomando, Etaine, di fartelo curare una volta arrivata nel tuo mondo. Io te lo fascerò soltanto, insieme a delle erbe mediche che eviteranno che peggiori durante il tragitto, ed allevieranno il dolore. Ma nel tuo mondo potrai andare direttamente in un pronto soccorso, o comunque da qualcuno che possa curartelo per bene."

Winter fu particolarmente interessata a quell'ultima frase.

Pronto soccorso? Quindi conosce il mio mondo. Ci appartiene, forse? O forse no. Cosa sa? 

"Winter?" la richiamò lui, con la fronte corrugata.

La ragazza alzò lo sguardo su di lui, non riuscendo a nascondere un'aria confusa.

Lui sembrò non farci caso. Ma sospirò, sperando che non facesse domande e se le tenesse per se.

Non avrebbe risposto, ad ogni modo.

"Mi hai ascoltato?"

La ragazza annuii, "si" disse poi.

Voglio sapere. Devo sapere.

"Bene" mormorò lui.

"Naoise-"

"No" la interruppe, facendole segno di star zitta, alzando un dito.

Lei alzò un sopracciglio. "No? Cosa?" chiese.

"Non formulare quella domanda. Non avrai alcuna risposta" rispose risoluto, mantenendo il suo sguardo, che sembrò divenire quasi intimidatorio.

Winter si grattò il collo, sgranando leggermente gli occhi. "Cos'è? Un vostro potere?" chiese ironicamente, ma con una sfumatura di incertezza "sapete... leggere nel pensiero o cose simili?" e questa volta la voce la tradì, diventando puramente seria.

Naoise non riuscì a trattenere una allegra risata.

Quanto sono stupida? 

"Oh, si, Etaine" ansimò lui, tra una risata e l'altra. "Abbiamo il potere di essere molto perspicaci!" ironizzò, sorridendole e mostrandole due file di denti bianchissimi.

Lei non riuscì a trattenere un sorriso in ricambio.

***

Il viaggio fu tranquillo ed ordinato. 
I due non parlarono molto; Il principe, di tanto in tanto, le chiedeva aggiornamenti sul suo braccio. Parlava con tono teso, e delle volte pareva addirittura irritato, ma la ragazza parve non darci importanza. Quest'ultima, infatti, aveva in mente un chiodo fisso: i suoi genitori biologici. Non le andava giù il fatto che, molto probabilmente, non sarebbe riuscita a strappare a Naoise le informazioni che tanto bramava. Ed il pensiero che forse non avrebbe mai saputo niente di vero su di loro, la innervosiva parecchio.

In oltre, il precedente saluto col Re le aveva trasmesso altra agitazione; in sintesi, non era successo assolutamente nulla di preoccupante. Il Re l'aveva salutata con aria estremamente sorridente e cordiale. Winter si sarebbe aspettata tutt'altro. Aveva immaginato il Re supplicarla di restare, trattenerla con forza, o qualsiasi altra cosa riguardasse ciò. Ma non era successo nulla di simile. Nuada pareva inspiegabilmente contento di questa decisione. E lei non se ne spiegava il perchè. Forse, in fondo, avrebbe preferito essere convinta a restare.

Mentre, al contrario, Naoise, malediva se stesso per essere così inerme alle sue decisioni. Per non poter prendere le sue decisioni. 
E forse era proprio questo il punto. L'essere così irritato e teso, l'essere così soggetto a scariche di rabbia e alla frustrazione, tutto è solo dovuto al fatto che Winter è la prima e unica persona a non essere sotto le sue decisioni, sotto i suoi severi e indiscutibili comandi da Principe.

Non avere il controllo su di lei lo metteva a disagio, lo spaventava.

"Naoise" si sentì chiamato, tra un pensiero e l'altro.

"Dimmi."

Winter abbassò lo sguardo, l'affermazione l'avrebbe irritato.
"Voglio che mi parli dei miei genitori" parlò poi, riempiendosi i polmoni.

Andavano piano. I cavalli avevano la testa abbassata, e di tanto in tanto la alzavano, osservandosi intorno.

Naoise accennò un sorriso nervoso, accompagnato da uno sbuffo. E la ragazza non riuscì a trattenere un sospiro, alzando gli occhi al cielo.

"Non è leale, il tuo gioco."

"Non esistono giochi leali, in questo mondo" ribatté lui.

Winter lo guardò aggrottando la fronte.

"Lascia stare, Etaine."

Avrebbe voluto continuare a domandare all'infinito, provare a persuaderlo, pregarlo, implorarlo in ginocchio, se fosse servito a qualcosa.

Ma non mi dirà nulla, non li conviene. Non conviene a lui. Che vada al diavolo, maledizione. Forse è meglio così, forse non dovrei scoprire niente. 

"D'accordo. Non dirmi nulla, assolutamente nulla. Avrò un motivo in più per chiudere una volta per tutte questo capitolo della mia vita" sbottò lei, ad un tratto.

Lui alzò un sopracciglio, lontano dall'espressione che Winter si era immaginata.

"Mmh" mormorò poi, distogliendo lo sguardo da lei. "Quindi, non ti interessa sapere?" chiese poi, per conferma.

"No. Non più."

Lui non riuscì a trattenere una piccola risatina.

"Perchè ridi, ora?"

Scrollò la testa, passandosi una mano tra i folti capelli, continuano a ridere. "Perchè... sei così..." si bloccò, fermando la risata con un lungo sorriso. 
La guardò intensamente, pendendosi quasi tra i suoi occhi smeraldi, prima di continuare. "Ostinata."

Ammiccò un sorriso, questa volta meno evidente e più sforzato.

Winter sbuffò, sconfitta. "Non sono ostinata; sono scocciata. È sbagliato, quello che stai facendo" disse poi, con tono leggero e con lo sguardo leggermente abbassato, ma ben vigile ad ogni stimolo.

"Ad ogni modo... sono sicuro che riprenderemo questo discorso, un giorno non lontano."

Lei grugnì, storcendo le labbra.

"Siamo arrivati" continuò poi, scendendo atleticamente da cavallo, afferrando le redini del proprio animale, prima di cercare il volto confuso della ragazza.

"Stai scherzando? Siamo in mezzo al nulla."

"Appunto."

Winter alzò un sopracciglio, distaccando di poco le rosee e sottili labbra.

"Tu sei arrivata dal nulla, e tornerai nel tuo mondo attraversando nuovamente esso."

"Non ti seguo" disse allora lei, guardandosi intorno.

Erano circondata solo ed esclusivamente da erba verde. Nè alberi, nè fiumi, laghi, rocce, mura. Assolutamente il nulla.

"Scendi da cavallo" le ordinò, facendole un lieve cenno con la mano.

Mentre lei scendeva cautamente, Naoise portò una mano alla stretta tasca dei pantaloni, faticando prima di trovare ciò che cercava.

Uscì una collana di cuoio ed un ciondolo, che fece scorrere lungo il laccio di pelle.

Il ciondolo era rotondo, piccolo e molto semplice; di colore tendente all'arancione.

Glielo porse, allungando la mano. 
Lei lo guardò dubbiosa prima di riabbassare lo sguardo sul suo palmo aperto.

"Cos'è?"

"Un ciondolo di Bronzo, di origine Celtica, che rappresenta il sole. È un antico simbolo divino. Rappresenta la vita e la morte" le spiegò, prendendo le due estremità del laccio di cuoio. "Devi indossarlo. Esso eviterà totalmente che tu possa perderti nel Limbo. Tirati i capelli" le ordinò poi, camminando dietro di lei.

Lei fece come detto, con aria ancora titubante. Socchiuse gli occhi mentre sentiva le dita di Naoise muoversi sul suo collo, nell'intento di allacciare per bene la collana.

Quando finì, le afferrò un polso, tirando lievemente in braccialetto di cuoio intrecciato che indossava. "Quando attraversi il Limbo, sia per tornare in questo mondo che nel tuo, devi tenere legati a te almeno due oggetti che appartengano ai due diversi mondi. Ciò, oltre ad evitare che tu ti perda nel nulla, eviterà anche lo stato di incoscienza causato dal Limbo. Ti girerà un po la testa, ma nulla di più" le spiegò con naturalezza, giocherellando qualche secondo col laccio pendente del bracciale, prima di tornare a guardarla.

Il suo volto era teso. I suoi occhi più scuri del solito, si abbinavano perfettamente al nero dei suoi capelli, che li coprivano appena. Le ciocche erano spettinate e lucide.

Winter si sentì in suggestione sotto lo sguardo attento del Principe. Deglutì, storcendo il naso.

Potrebbe cambiare ancora idea, magari. Odio questa situazione. Tornerà nel suo mondo, impotente ed inerme, ora. Odio non poter decidere per lei, per la sua sicurezza. Doveva rimanere qui, capire, allenarsi... prepararsi. È impreparata a tutto. A tutto.

I pugni di Naoise si chiusero con forza, mentre il suo sguardo calava lentamente. "Etaine... Sei... Sei sicura?" le chiese, tentennando un po, con ancora lo sguardo distrattamente abbassato.

Doveva alzarlo, doveva combatterla.

Lei esitò un attimo prima di annuire, con decisione. "Si."

Naoise sospirò a gran pena, e questa volta sostenne il suo sguardo, attento a non abbassarlo.

"Quindi..." mormorò, chiudendo gli occhi qualche istante, prima di riprendere il discorso. "Mi eviterò il discorso del: 'le nostre strade si dividono qui'... Perchè non è affatto vero, non finirà in questo modo, Winter. Sarebbe tutto troppo semplice. È bene che tu lo sappia."

Dove vuole arrivare? 

Lui sospirò. Le si avvicinò, continuando a tenere il suo sguardo. Fin quando la loro distanza non divenne quasi impercettibile.

Per Winter il mondo parve fermarsi. Tutto si fece silenzioso. Sentiva solo il fiato del ragazzo. Lo sentiva e lo percepiva, le accarezzava lievemente la pelle, riscaldandola appena.

"Che tu lo voglia o no, tu tornerai da noi. Tu tornerai da me" disse con tono ricco di dolcezza e gentilezza.

La ragazza si sentì trapassare il corpo da gelidi brividi, udendo quelle ultime parole.

Tu tornerai da me. 
Quella frase le balenava in la testa, provocandole strani e indescrivibili effetti.

Si morse il labbro. Ed in quel preciso momento, gli occhi di Naoise scesero sulle sue sottili labbra, ma risalirono immediatamente in cerca dei suoi occhi.

"Hai capito, Winter?"

Sentiva il suo fiato talmente a contatto con la sua pelle, da darle l'illusione di poterlo assaporare tramite essa.

Lo guardò intensamente. Osservò i suoi lineamenti tesi, i suoi zigomi, le sue labbra carnose, i suoi folti capelli neri, la sua carnagione scura, le braccia così possenti e piazzate ai fianchi. Ed infine, tornò ai suoi occhi.

Dannazione, sono bellissimi.

Sotto la luce del sole splendevano ancor di più, sembravano due lastre di ghiaccio. Due abissi di ghiaccio.

Siamo così diversi.

Si sentì perdere il respiro, inspiegabilmente.

I battiti iniziarono ad aumentare, e la sua respirazione sembrò diventare irregolare. Si sentiva sudare, per l'agitazione.

Perchè siamo così vicini? Sto avendo un ennesimo attacco di panico.

Socchiuse gli occhi, scrollando la testa. "Naoise..."

Non ebbe il tempo di dir altro, o di indietreggiare, che, prontamente, lui la tirò a se, varcando così quel sottile velo invisibile che separava i due corpi.

Fu ciò che potrebbe definirsi, un bacio rubato.

Le labbra dei due aderirono perfettamente, e il ragazzo non intensificò molto il bacio. Per questo, non lo si poteva quasi definire un 'vero bacio', ma comunque qualcosa che si avvicinava ad esso.

Le mani di lui le tenevano strette le braccia, vietandole di sfuggirli in alcun modo, e di non rifiutarli quel tenero gesto che, in cuor suo, tanto bramava.

Lei, in ogni caso, non provò minimamente a resisterli. E per pochissimi istanti, sembrò ricambiarlo.

Poi riaprì di scatto gli occhi, come fece Naoise, nello stesso e medesimo momento, prima di lasciarla libera dalla sua stretta, osservandola indietreggiare di colpo, staccandosi dalle sue carnose labbra.

Una volta aumentata la distanza tra di loro, la ragazza rimase un po in silenzio, osservando il sorrisetto soddisfatto del ragazzo, che aveva incrociato le braccia.

"Perchè l'hai fatto?"

Si portò un palmo alle labbra, istintivamente, coprendole.

Aveva un fastidioso nodo alla gola, e non riusciva a far a meno di osservare quelle morbide labbra. Ma cercò di darsi un contegno, alzando lo sguardo ai suoi occhi cristallini.

Lui in risposta scrollò le spalle.
"Non mi sembravi così indisposta" commentò poi, con tono malizioso.

"Non mi hai dato altra scelta! Mi tenevi per le braccia!"

"Non hai provato neanche a ribellarti, però" rispose di rimando.

Lei non osò dir altro, osservandolo ancora, con la bocca leggermente divaricata.

Naoise non riuscì a trattenere un ghigno divertito, avvicinandosi lentamente a lei.

"Smettila di fissarle in quel modo" disse poi smorfiando, con tono caldo e seducente

Lei capì di cosa stesse parlando soltanto quando, istintivamente a quell'ironico rimprovero, alzò lo sguardo nuovamente ai suoi occhi. In quel momento si accorse che la loro distanza era nuovamente e tremendamente vicina, quasi nulla.

Così, come ciò che potrebbe avvicinarsi ad un flashback, Naoise si fiondò per la seconda volta sulle labbra di lei. E questa volta, la baciò davvero.

Non fu più riservato e ben curante verso i suoi confronti e il suo volere. Ma, questa volta, il Principe diede piena libertà alla sua foga, esplorando la bocca di Winter con la sua lingua, mordendole un labbro.

Portò un braccio dietro la schiena della ragazza, posizionando l'altro dietro la nuca, accarezzandole i capelli, mentre la spingeva lievemente a se, intensificando quel bacio.

Sorrise appena, quando notò che per la seconda volta, la ragazza, non sembrava voler opporre resistenza a quel bacio strappatole via. Ma proprio in quel momento, Winter aprì gli occhi, e questa volta, inaspettatamente per Naoise, portò le mani al suo petto, strattonandolo via da se.

Oh, proprio quando mi stavo per convincere.
Sorrise soddisfatto, per la seconda volta.

Lei deglutì, serrando gli occhi.
Ed ora... cosa dovrei dire? 

La rabbia la avvolse, quindi chiuse i pugni, respirando quasi con affanno.

"Sei... sei..." mormorò. Ma troppi pensieri le offuscavano la mente, evitandole di parlare con senso.

"Cosa sono?" la intimò lui, raggiungendola al suo fianco e mostrandole un sorrisetto avido e divertito.

Lei si allontanò all'istante, questa volta.

"Solo un piccolo arrogante!"

"Oh" mormorò, coprendole le ultime parole, mentre una lunga risata li uscì dalla gola.

Winter sospirò esasperata, non riuscendo a trattenere un ringhio di pura frustrazione.

Mantieni la calma, mantieni la calma.

Dopo parecchi secondi si girò, tornando a cavallo.

Naoise la osservò attentamente, mentre cercava di studiare quel comportamento di difesa.

"Quindi... cosa dovrei fare, ora?" li chiese, cambiando velocemente discorso e mostrandoli un sorriso soddisfatto, di ripicca.

Lui la imitò, salendo a cavallo con il volto abbassato, nascondendo un lieve sorriso.

"Perchè sorridi in quel modo, Winter?" parlò retoricamente, come sapesse già perfettamente il perchè.

"Perchè, ho distrutto i tuoi piani, no? Non rimanendo qui con te, dopo quel che è successo", li sorrise a cattivo gioco.

Lui ricambiò il sorriso, inclinando lievemente il capo. "Oh, mia cara Winter..." mormorò, sospirando. "Sta andando e andrà sempre tutto secondo i miei piani."

  
Leggi le 1 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Avventura / Vai alla pagina dell'autore: TheAntlers