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Autore: Ella_j_Mentry    14/02/2015    2 recensioni
La storia narra delle vicende riguardanti i personaggi del mondo di "Shadowhunters" ; essa è collocata dopo "Città del fuoco celeste", esattamente 4 anni dopo. Ci sarà l'introduzione di nuovi personaggi e il ritorno di vecchi che ostacoleranno i nostri protagonisti. Ce la faranno i nostri eroi a salvare il mondo anche stavolta ?
( è la mia prima storia su questo sito, quindi ditemi qual'è la vostra opinione, e soprattutto fatemi sapere come vi piacerebbe che si evolvesse la storia :D )
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Slash | Personaggi: Un po' tutti
Note: Otherverse | Avvertimenti: Triangolo
Capitoli:
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Ciao a tutti, eccomi con il primo capitolo della mia prima storia, spero vi piaccia :)  fatemi sapere cosa ne pensate nei commenti.  Penso di riuscire a pubblicare un capitolo circa ogni settimana.



Cap 1 
Una lacrima incompresa
 
E non sarà un bastone né il fumo di un fucile 
a fare forte un uomo, a farlo meno vile. 
Gli basterà una lacrima,  
limpido segnale  che può sentire amore, 
che può fuggire il male. 
 Gli basterà una lacrima, 
visibile cammino dal fondo della notte 
al chiaro del mattino. 
Adriano Celentano

Emma era rimasta lì a fissarla per un lungo momento, non credeva nemmeno lei a ciò che stava per dire.
- Julian è scomparso; ho cercato per tutta Los Angeles senza trovarlo e ho pensato di venire qui a New York per chiedere il vostro aiuto e poi sono venuta in questo parco. Volevo riflettere sul perchè di quello che è successo, sono così male come parabatai, Clary ? - Emma continuava a parlare tra un singhiozzo e l'altro a fatica; si gettò tra le braccia di Clary, inzuppandole di lacrime la giacca di pelle.                                         
- Emma, andiamo in istituto- disse Clary scostandola dolcemente, - lì ti riposerai e quando ti sarai calmata, mi spiegherai cosa ti è successo.-                                                                                          
Emma si asciugò le lacrime -Hai ragione, ma quando si tratta di Julian non posso che reagire in questo modo- Clary le mise dolcemente le mani sulle spalle per darle conforto. - Lo capisco, davvero. Anch'io mi comporto allo stesso modo quando si tratta di Simon - - No, non è la stessa cosa- esordì la ragazza. -Come allora ?- Clary non riusciva a capire, ma si arrese, non potevano rimanere lì al freddo a discutere. - Va bene nel tuo caso è più importante, ma ora dobbiamo andare, altrimenti prenderai freddo - . Clary raccolse la stregaluce della ragazza e, sorreggendola, si avviarono lungo la strada del ritorno, illuminata dalla sola luce dei lampioni.                                                                                    Arrivate in istituto Clary accompagnò Emma nella sua vecchia stanza; era ormai da mesi che non ci entrava e dato l'ordine meticoloso che vi era all'interno, l'ultimo ad essere entrato lì dentro era stato Jace.  Nell'armadio c'erano ancora i suoi vecchi vestiti, prese uno dei pigiama e lo porse ad Emma. Indicò la una porta dalla parte opposta al letto - Quello è il bagno, datti una ripulita e cambiati, ti aspetto qui-                                                                   
Emma fece il tutto senza aprire bocca e uscita dal bagno chiese -Clary tu cosa provi per Simon ?- -ehmm.. è il mio migliore amico, per me è come un fratello; perchè me lo chiedi ?- -Non, lo so-. La risposta della ragazza era un sussurro.
-So che sei traumatizzata per qualsiasi cosa ti sia successo; non ti obbligo a parlarne adesso se non vuoi-. Clary rimboccò le coperte ad Emma, che tremava ancora per il troppo freddo che aveva preso quella notte. -Resta qui al caldo, domani cercheremo di risolvere tutto -.
Clary stava per spegnere la luce ed uscire dalla stanza,quando Emma la fermò - Aspetta, resta qui con me, non riesco a dormire se non mi confido almeno con qualcuno-                                            
Clary comprese che sarebbe stata una lunga notte; si sedette sul bordo del letto e aspettò, finchè Emma non cominciò a raccontare.
 
******* 
Era ormai l'alba, la luce del sole, attraverso la finestra, si rifletteva sul volto di Jace, ancora assonnato e con i capelli scompigliati, che per il riflesso del sole sembravano dorati.
Clary entrò nella stanza facendo il minimo rumore, ma Jace la sentì - Clary, sai che ora è ?- - Si- disse lei,comprendendo il tono ironico della sua voce.                                                  
 Mettendosi sotto le coperte e stendendosi su un fianco, rivolta verso la schiena di lui, cominciò ad attorcigliare i suoi capelli tra le dita - Però ho un'ottima ragione per essere tornata solo ora- . -Lui si voltò verso di lei -Illuminami-. Adesso la sua mano destra giocava con i capelli rossi di lei. 
Clary gli strinse la mano - Ho incontrato Emma ieri sera, mi ha detto che è successo qualcosa a Julian; adesso lei è nella mia vecchia stanza -.
- Cosa è successo a Julian ? - chiese Jace mettendosi a sedere; lei lo imitò - Preferisco che sia lei a parlarne. Ieri era talmente sconvolta  che, se qualcuno di noi le da addosso, si rinchiuderà in se stessa e non parlerà -. Lui improvvisamente la baciò dolcemente - Ehm.. Jace, questo per che cos'era ? - Lui appoggiò la propria fronte su quella di Clary - Perchè ti preoccupi così tanto per gli altri più che per te stessa. E questo è uno dei motivi per cui ti amo -. Detto questo si allontanò da lei e scese dal letto - Comunque hai ragione, dobbiamo avvertire gli altri, prima ci riuniamo prima sapremo contro cosa dovremo combattere- 
- Giusto. Io vado a chiamare Simon-. Lui la fermò - Il mondan.. ehm.. Simon deve ancora recuperare gran parte della sua memoria ed è impegnato nell'addrestramento per diventare uno shadowhunter; non credo che ci sarà d'aiuto -.  -Jace, per me la sua opinione è importante, lo sai -. Jace rivolse gli occhi al cielo - Lo so benissimo questo; quello che volevo dire è che queste faccende non gli gioverebbero molto adesso, soprattutto perchè non è più un vampiro e non potrebbe combattere-. L'espressione di Clary era meravigliata - Jace Herondale, da quando hai cominciato a preoccuparti di Simon ?- - Da quando ho capito che per te conta così tanto, e se vale tanto per te allora vale lo stesso per me-.                                                                      
Jace finse una faccia cupa e imbronciata - Però non parlargli di questo, se ne approfitterebbe e dovrei dire addio alla mia reputazione. Ora vai a chiamarlo, io mi occupo degli altri, per ora non convochiamo il Consiglio, visto che non sappiamo ancora cosa sia accaduto e  tu evidentemente non vuoi dirmelo. Ci ritroviamo tra un'ora nel salone. -
*******
Erano circa le sette del mattino quando il cellulare di Simon vibrò; sul display apparve un messaggio di Clary:                                                              
"Vieni all'istituto, è importante"
Non capiva cosa ci fosse d'importante a quell'ora del mattino, ma decise comunque di alzarsi dal letto. "Per Clary questo ed altro" pensò.    
Simon non aveva ancora recuperato tutti i propri ricordi riguardo il mondo invisibile e nonostante Magnus gli ripetesse che aveva fatto dei progressi in quei quattro anni, ricordava solo pochi dettagli di ognuno di loro. L'unica persona di quel mondo, di cui aveva un vero ricordo era Clary.                                                                                              
Mentre si vestiva Simon ricordò cosa gli aveva detto lo stregone quattro anni prima a proposito di una "cura": " Se riuscirai a diventare uno shadowhunter, avrai sangue di Nephilim nelle tue vene; avrai in te un pò di quello stesso potere che ti ha privato della tua esistenza da vampiro e della memoria. Quindi se il potere dell'Angelo ti ha tolto qualcosa, perchè quello stesso potere non può ridartelo? " Tuttavia si affrettò ad aggiungere con assoluta schiettezza: " Queste ovviamente sono solo delle ipotesi, non c'è nulla di certo; è bene che tu lo sappia, mio caro, è molto probabile che tu non riesca a farcela ".               
Quelle parole erano impresse nella mente di Simon più di qualsiasi altra cosa, e ripensarci gettava Simon ancor più nello sconforto.
Si affrettò a salutare la madre e la sorella prima di varcare la porta con il cappuccio alzato e a testa bassa. " A cosa serve andare in quel luogo?" riflettè.                                                                        
 Andare in istituto sicuramente non l'avrebbe aiutato  e forse quella "cura" non esisteva nemmeno, ma in quel posto avrebbe di certo trovato una delle persone che amava di più al mondo.
- Oh, mia amata Clary! - Sospirò prima di mettersi a correre in direzione dell'istituto.
        *******

Clary andò a svegliare Emma, ma, appena aperta la porta, la trovò già sveglia sdraiata a pancia in giù, con indosso alcuni dei suoi vecchi vestiti, intenta a rigirarsi tra le mani il proprio stilo -Buongiorno. come ti senti ? Sei pronta ? Gli altri ci aspettano di sotto- chiese  Clary rimanendo accanto alla porta della stanza.
-Bene, andiamo- si limitò a rispondere Emma, con falsa convinzione, mentre si alzava dal letto e la raggiungeva.                                    
Scendendo le scale aggiunse - Spero di non avervi fatto preoccupare troppo; comunque tu sai che non so nulla che sia di aiuto per la ricerca di Julian, perchè disturbarsi tanto da chiedere la presenza di tutti?-
- Perchè ognuno di noi vede le cose in maniera diversa e il tuo racconto è di grande aiuto per farci un'idea della faccenda, e  mettendoci d'accordo tra noi sapremmo come agire per cercare Julian. Questo è il nostro modo di agire -.Stavano per entrare nel salone.
- Va bene allora, dirò loro quello che è successo, ma posso chiederti un favore ?- . Clary annuì - Certo che puoi-
- Posso rimanere qui? non me la sento di tornare a Los Angeles dopo quello che è successo, -. Clary sorrise comprensiva -Certo che puoi, anzi devi. Ora entriamo, prima iniziamo, prima riusciremo a trovare Julian- 
Quando aprirono la porta del salone erano già tutti lì seduti attorno ad un  tavolo circolare. In quella posizione Jace, Izzy, Alec e Magnus ricordavano un pò i cavalieri di re Artù prima di andare in battaglia; erano tutti seduti, a discutere sul motivo di quella "riunione speciale"; ognuno di loro con le braccia strette sul petto esprimeva opinioni più disparate. Solamente Simon rimaneva in silenzio, mentre puliva gli occhiali e se li riposizionava sul naso. Di certo non poteva esprimere la propria opinione su chi non ricordava. Quando Emma e Clary si sedettero insieme a loro crollò il silenzio, fu Magnus seduto accanto ad Emma, a parlare per primo, rivolgendosi alla ragazzina - Bentornata, Emma- le baciò la mano -siamo felici di rivederti dopo tutto questo tempo, anche se forse sarebbe stato meglio in altre circostanze, puoi finalmente raccontarci cosa ti è successo ?- Il tono di voce dello stregone era persuasivo.                                         
- Coraggio Emma, racconta, come hai fatto con me l'altra notte-
la incoraggiò Clary, mettendole una mano sulla spalla.-
-Credo che tutto sia cominciato quando abbiamo giurato, sette giorni fa. Già prima della cerimonia Julian aveva avuto alcuni dubbi, cominciava a pensare che forse diventare parabatai non era la cosa giusta per noi e il giorno prima della cerimonia non mi ha praticamente rivolto la parola.                                                Quando fummo accompagnati nella città silente da Jem Cairstairs e zio Arthur, i fratelli silenti ci hanno detto di posizionarci al centro di una stanza circolare priva di finestre e lievemente illuminata, dove ad assistere c'erano alcuni membri del Consiglio, che rimasero in silenzio durante tutto il processo.                      
Un fratello silente continuava a guidarci durante le azioni tipiche della cerimonia; cominciammo a pronunciare le parole suggeriteci: "Non supplicarmi di lasciarti o di allontanarmi da te,perchè dove andrai tu, andrò anch'io. E dove starai tu starò anch'io, le tue genti saranno le mie, il tuo Dio il mio. Dove morirai morirò io, e lì mi si seppellirà. L'angelo mi faccia questo e anche di peggio, se altra cosa che la morte mi separerà da te." 
Lui le pronunciava come se fosse una cantilena, non sembrava per niente convinto.                                                                                            
E quando presi il mio stilo  per tracciare la runa sul petto di Jules, lui mi strinse il polso e sconstando  i capelli dal mio orecchio mi sussurrò - é davvero questo ciò che vuoi ?- - é quello che abbiamo sempre voluto- ribattei senza pensarci. Lui mi lasciò libera la mano, che ricominciò a guidare lo stilo sulla pelle di Julian. Mentre io ero concentrata nel tracciare la runa con la massima precisione, una lacrima cadde sulla mia mano. In quel momento non gli diedi peso, pensando che fosse per il dolore della pelle bruciata, ma quando terminò la cerimonia e tornammo in istituto sentivo che qualcosa era cambiato, lui era cambiato.                  
 Inoltre in quei giorni Tessa e Jem avevano deciso di portarci in una sorta di viaggio a Londra e fermarci lì  per qualche giorno; dicevano di voler vedere quanto fosse cambiata. Ma avendo rifiutato Julian, decisi di rimanere a Los Angeles anch'io per avere la possibiltà di chiarire con lui; così Jem e Tessa decisero di portare con se solo Dru, Ty e Tavvy.                             
Nonostante i miei tentativi, Jules continuava a ignorarmi, passando l'intera giornata con Arthur, fino a che non resistetti più dal nervoso. La sera prima della sua scomparsa litigammo e la mattina successiva trovai Arthur morto davanti al cancello dell'istituto e Julian era sparito.                                                     
L'ho cercato per la città, ma senza successo, così ho deciso di venire qui a New York per cercarlo, pensando che fosse venuto da voi. Questo è tutto.-         
Clary sapeva che quella non era l'intera realtà dei fatti, ciò che la ragazza aveva rivelato a lei la notte scorsa era molto diverso; tuttavia ne comprendeva il motivo; era sempre difficile parlare apertamente di sentimenti contrastanti. Quindi si limitò a dire - Grazie Emma, ora puoi andare, sarai affamata. Vai pure in cucina a fare colazione, mentre noi discutiamo.-                                                             Quando la ragazza uscì, Clary spiegò agli altri, ciò che Emma aveva tralasciato del racconto.                                                             

La sera prima della scomparsa di Julian era corsa davanti alla porta della sua stanza e aveva cominciato  a bussare con insistenza più forte che poteva; avrebbe continuato così  fino a che non le avesse aperto. Quando  la porta si aprì e si ritrovarono faccia a faccia, gli gridò contro con tutta la rabbia di cui era capace  - Ma si può sapere che cosa ti è preso ? In questi ultimi giorni hai fatto finta che non esistessi, come se io per te fossi una completa estranea, perchè ? Se non volevi essere il mio parabatai, potevi dirlo fin dall'inizio. -                    
Nel frattempo era riuscita ad entrare, così almeno non le avrebbe chiuso la porta in faccia.                                                    
-Solo questo sono io per te? Uno su cui contare quando le cose si mettono male? - rispose lui freddamente                                      
Emma lo guardava scioccata - Io non... Tu sei il mio migliore amico .-                                                                                       
Lui si avvicinò a lei e alzandola come una piuma la scaraventò sul letto, mettendosi sopra di lei in modo da poterla guardare dall'alto.                          
Dal collo di Julian pendeva una collana, il cui ciondolo era a forma di una "β" con il disegno di una spina al centro. "β" come "βύσμα", che in greco significa appunto "Spina".                                  
Julian continuava a fisssarla con gli occhi spalancati, pieni di rabbia, mentre il ciondolo sfiorava il mento di Emma.                
 -Davvero non ci arrivi? Non l'hai davvero capito, Ems ? Per me è un peso enorme essere il tuo parabatai. Questa è la cosa più sbagliata che io abbia mai fatto in tutta la mia vita, se potessi tornare indietro  per cambiare la mia scelta lo farei, ma adesso sono vincolato alle stupide leggi che il Conclave ha imposto  ai parabatai e non posso più tornare indietro purtroppo.-                         
Emma era sconvolta e spaventata - Come puoi dire questo ? - gli diede uno spintone, che lo fece cadere dal letto - Ti odio, non voglio più vederti.- Uscì dalla stanza e corse fino alla porta della sua camera, sbattendola violentemente prima di buttarsi sul suo letto. Stringendo a se il cuscino, Emma cercarva di addormentarsi, sperando di trovare conforto e sostegno nel sonno e nei sogni, cosa che  quella notte non avrebbe avuto. 
 
   
 
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