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Autore: ADelacroix    15/02/2015    1 recensioni
A quattro anni dalla fine della serie, la squadra Cold Case di Filadelfia torna con un nuovo caso: Lilly e gli altri detective devono riaprire un caso del 2006, l'omicidio di Serenity Collins, una ricca e popolare ragazza uccisa a poca distanza dalla sua scuola la sera del ballo di fine anno, dopo il ritrovamento di alcuni suoi inquietanti messaggi scritti tra le pagine di un libro. Altri demoni, invece, sembra che stiano tornando dal passato a tormentare la detective Rush.
Genere: Mistero, Suspence, Thriller | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Cold Case 8'
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Come il tenente aveva ordinato Sophie Davis e il professor Hasting vennero portati al distretto e, facendo in modo che non potessero nemmeno vedersi, vennero fatti accomodare in due diverse sale interrogatori in modo che potessero essere ascoltati dai detective separatamente.
Nick e Lilly entrarono nella stanza dove stava aspettando Sophie che, a differenza della volta precedente, non indossava più il camice ma come allora sembrava molto stanca. Aveva scure occhiaie violacee che le segnavano gli occhi e il viso pallido e emaciato come se non dormisse da molte ore.
«l’ultima volta che ci siamo incontrati ci ha raccontato un sacco di balle facendoci perdere tempo» attaccò Nick con un tono piatto che non riusciva a nascondere il suo disappunto «ha mentito sul fatto che non conosceva T.J. come sul fatto che lei e Serenity non vi siete più parlate dopo la sera in cui la vittima venne a casa sua»
Sophie rimase un attimo interdetta dal tono perentorio con cui il detective le si era rivolto.
«perché non ci ha detto che T.J. è il professor Hasting?»
«io non so di cosa state parlando …» tentò di difendersi lei debolmente.
«Sophie sappiamo che lei è stata l’ultima ad aver visto Serenity viva e che avete litigato anche quella sera, quindi adesso è arrivato il momento di dire la verità: cosa è successo quando avete lasciato la presidenza?» intervenne finalmente Lilly, ma sembrava che la ragazza non fosse intenzionata a collaborare.
Sophie continuava a fissare il tavolo di alluminio e torcendosi le mani nervosa senza però dire una sola parola.
«Sophie, adesso deve fare una scelta» continuò imperturbabile Lilly con maggiore decisione di prima «può collaborare con noi e confessare tutto quanto e allora potremmo aiutarla ad ottenere uno sconto della pena, oppure può continuare a rimanere in silenzio e passare il resto dei suoi giorni in carcere per l’omicidio di Serenity»
La ragazza sentendo quelle ultime parole scoppiò a piangere e si prese il volto tra le mani come se volesse ricacciare in dietro le lacrime che le stavano rigando il volto.
«io non l’ho uccisa …» disse con la voce rotta dal pianto «io non l’ho uccisa, le ho detto che non doveva farlo, che era una pazzia, ma lei è voluta andare avanti e io l’ho abbandonata quando aveva più bisogno di me» poi iniziò a singhiozzare senza più riuscire a trattenere le lacrime.
«se non l’hai uccisa tu, chi è stato?» la incalzò Nick «che cosa è successo quando vi siete allontanate dalla presidenza?» ma Sophie non riusciva più nemmeno a dire una parola.
«è tutta colpa mia» piagnucolò la ragazza «avrei dovuto fermarla, è morta per colpa mia … lei voleva solo aiutarmi e invece è morta»
«Sophie in che cosa doveva aiutarti? Cosa c’entra in tutto questo T.J.?» chiese Lilly.
«io non posso … mi vergogno troppo … lei ha rischiato tutto e io invece sono stata una codarda»
«allora non esserlo più, dicci che cosa è successo» continuò la detective ad incalzarla « perché Serenity ce l’aveva tanto con il professor Hasting?»
«è complicato …» tentò ancora di temporeggiare la ragazza.
«abbiamo tutto il tempo che vuoi» rispose con fermezza Nick.
Sophie sospirò profondamente tentando di calmarsi. Con la manica della felpa si asciugò frettolosamente le guance e gli occhi umidi prima di riuscire ad alzare nuovamente lo sguardo verso i due detective.
«all’inizio dell’ultimo anno T.J., il professor Hasting, si propose di darmi lezioni extra di biologia per aiutarmi ad entrare al college. Lui sapeva quanto per me fosse importante diventare un medico e così accettai la sua proposta: tutte le settimane mi fermavo due pomeriggi a scuola e assieme affrontavamo un programma avanzato, ma soprattutto, durante questi incontri, lo conobbi meglio. Fuori dalla classe era una persona amabile, molto gentile e attenta, spesso mi fermavo anche dopo la fine di queste lezioni per parlare con lui di altro che non fosse la scuola. Lui mi ascoltava e io gli confidai quanto di più personale avevo. T.J. mi confortava e sembrava che fosse l’unica persona al mondo in grado di capirmi: anche lui, alcuni anni prima, era stato costretto contro la sua volontà a trasferirsi da un’altra città qui a Philadelphia proprio come era successo a me e quindi sapeva perfettamente cosa si prova quando sei quello nuovo in un ambiente completamente sconosciuto, come ci si può sentire soli se ti costringono a sradicare tutte le tue amicizie e partire per un posto lontano dalle persone a cui vuoi bene. Io gli parlavo di qualsiasi cosa e lui pazientemente mi stava a sentire senza pensare che fossero delle sciocche fisime adolescenziali e alla fine mi sono innamorata di lui»
«e lui lo sapeva?» chiese Lilly
«all’inizio no. Lui era il mio professore, aveva per lo meno vent’anni più di me e certamente non si sarebbe mai interessato a me in quel modo, ma non riuscivo a togliermelo dalla mente: era così sensibile e premuroso. Poi, però, ho scoperto che anche lui ricambiava e fu allora che iniziammo a frequentarci segretamente anche fuori da scuola, soltanto che Serenity …» Sophie si interruppe un momento, ma Nick la invitò con un gesto della mano a proseguire nel racconto  «… soltanto che un pomeriggio, alcuni giorni dopo la nostra litigata al campo da basket, Serenity venne a scuola a cercare T.J. Le avevo raccontato delle mie lezioni extra e voleva parlare con il professor Hasting per sapere perché non aveva più tempo per continuare anche con lei, solo che trovò me e il professore mentre lui mi baciava. Sul momento, però, io non mi resi conto di nulla»
«cosa fece dopo Serenity, la minacciò di renderlo pubblico?» la interruppe Nick ripensando all’attitudine della vittima a rovinare la vita degli altri per puro divertimento.
«no. Dopo la scenata di fronte ai suoi amici, sarebbe stato logico che lo facesse per vendicarsi, invece non lo disse a nessuno. Non so perché mantenne il segreto, ma all’improvviso iniziò a diventare strana: prima abbandonò il corso di biologia senza dare nessuna spiegazione, poi venne a chiedermi se fossi stata io a rubare il suo diario personale e infine una sera all’inizio di inizio Aprile si presentò di nuovo a casa mia. Disse che quel pomeriggio l’avevano spedita in presidenza per uno scherzo un po’ troppo pesante e che lì aveva conosciuto una certa Lucy di New York»
«Lucy Riley?» chiese Lilly
«sì, mi pare fosse quello il nome. Disse che sapeva tutto della mia storia con il professor Hasting e che era preoccupata per me»
 
Serenity guardava ansiosamente Sophie: le aveva appena confessato di sapere già da alcuni mesi della sua relazione con il professor Hasting, ma la reazione dell’altra si faceva aspettare.
«credevo che avessi già capito che lo sapevo e che per questo avevi rubato il mio diario, per avere una conferma che conoscevo il tuo segreto» disse Serenity.
«ti ho già detto che non sono stata io. Ora cosa hai intenzione di fare?» chiese Sophie fissando avvilita il pavimento della veranda dietro casa sua «andrai a spifferarlo in giro?»
«no … se avessi voluto l’avrei già fatto. Comunque non sono qui per questo, quella donna, Lucy, ha frequentato la scuola dove prima insegnava Hasting e anche lei ha avuto una storia con lui e non è stata nemmeno l’unica: già alcuni anni prima si era messo con una ragazzina»
«e quindi?» chiese stizzita Sophie, offesa dall’idea che lei fosse solo una ragazzina come tante altre per T.J.
«un professore che si innamora di tre sue alunne, non pensi che ci sia qualcosa di strano?»
«tu non lo conosci come lo conosco io, non puoi sapere cosa c’è tra noi»
«vuoi sapere cosa so? So che è sbagliato che un professore usi la sua posizione per convincere delle alunne ad avere una relazione con lui e peggio ancora so che quando rischiava di venir scoperto utilizzava la scuola  per mettere tutto a tacere espellendo la malcapitata di turno alla prima occasione. È successo a Lucy come alla ragazza prima di lei, ma almeno Lucy ha tentato di fermarlo. Ha minacciato di rivolgersi alla polizia se la scuola non lo avesse licenziato pensando così di allontanarlo da altre ragazze, ma non c’è riuscita perché la scuola gli ha dato una bella lettera di referenze in modo che venisse assunto qui a Philadelphia lontano da Lucy e dai sospetti»
«e questo cosa centra con me?» chiese ottusamente Sophie.
«ma non capisci?! È pericoloso: abusava della loro fiducia in modo che diventassero del tutto dipendenti da lui e quando il gioco si faceva pericoloso T.J. faceva in modo che tutti le credessero delle poco di buono e alla fine perdevano magicamente ogni possibilità di frequentare un buon college»
«ok, a loro è andata così, ma non a me. Io lo amo e sono sicura che sia lo stesso anche per lui. Non mi farebbe mai una cosa del genere»
Serenity scosse la testa sconsolata. Sophie era una ragazza intelligente e mai si sarebbe aspettata che avrebbe reagito così ostinatamente continuando a difendere ad oltranza quell’uomo.
«Sophie lui non ti ama, ti sta solo usando e quando si sarà stancato di te ne troverà un'altra a cui far credere di essere innamorato»
Sophie scattò in piedi a quelle parole facendo spaventare Serenity che si ritrasse sulla sedia.
«no, tu ti sei inventata tutto perché io lo denunci al preside e rovini la sua reputazione» disse arrabbiata Sophie trattenendosi a stento dal riversare tutta la sua collera su Serenity «esci subito da casa mia e non farti più rivedere Serenity la barbona»
Sophie calcò particolarmente sulle ultime due parole, uno dei tanti nomignoli che gli altri bambini utilizzavano a Cleveland per rivolgersi Serenity quando questa frequentava ancora le elementari. Serenity si alzò in piedi sconvolta, incapace di capire da dove potesse arrivare tanta cattiveria dall’unica persona che l’aveva sempre trattata con gentilezza, ma senza farsi ripetere due volte l’invito scappò via dal giardino correndo.
 
«nei giorni seguenti, però, non si diede per vinta e continuò a cercarmi ripetendomi che io era solamente l’ennesimo giocattolo di T.J. Io, però, molto stupidamente, non le detti mai retta: ero troppo innamorata. Ciò nonostante continuò a mettermi in guardia: mi diceva che ben presto si sarebbe stancato anche di me, ma non le detti ascolto. Pensavo che stesse solo aspettando il momento giusto per colpirmi, ma non ci provò mai. Invece io mi lasciai sfuggire con T.J. che Serenity sapeva di noi e d’improvviso lui cambiò completamente. Iniziò a tenermi lontana, divenne sospettoso e non volle che ci incontrammo più, nè a scuola nè fuori, per di più mi resi conto che mi teneva d’occhio e spiava anche Serenity. Poi un pomeriggio se ne uscì dicendo che io non dovevo dare retta a quello che lei mi diceva perché era semplicemente gelosa di quello che c’era tra di noi. Secondo T.J., anche Serenity si era innamorata di lui, ma era stata respinta perché era già innamorato di me e Serenity non riusciva a sopportare l’idea di essere stata superata»
«ed era vero?» chiese Nick
«non lo so, non penso, tuttavia io gli credetti lo stesso e dissi a Serenity una cosa terribile. Il pomeriggio del 2 Giugno venne a casa mia per parlarmi e ancora una volta litigammo perché io non riuscivo a fidarmi di lei e le dissi che era solamente un’ipocrita bugiarda che desiderava solamente vendicarsi di T.J. e vedermi soffrire. Lei quella volta perse la pazienza, disse che se non le credevo, quella stessa notte, quella del ballo di fine anno, sarebbe entrata nell’ufficio del preside a procurarsi le prove di quello che diceva»
«di che prove stava parlando?» chiese Lilly ormai sicura che fossero ad un passo dalla risoluzione del caso.
«una lettera che Lucy Ridley, una certa Grace ed altre ragazze, che erano al corrente di tutta la storia, avevano scritto, firmato e poi consegnato al preside per metterlo a conoscenza dei trascorsi di Hasting. Solo che come era avvenuto già nella vecchia scuola, anche da noi il preside preferì ignorare la cosa e farla cadere nell’oblio chiudendo la lettera nel fascicolo del professore dentro il suo archivio. Per questo Lucy era venuta qui a Philadelphia il giorno in cui conobbe Serenity: per capire come mai ancora una volta si preferiva insabbiare il tutto»
«per il prestigio della scuola?»
«no, peggio. Hasting era stato l’insegnante dei figli di gente che conta e aveva un gran numero di conoscenze di cui andava orgoglioso e che finanziavano i progetti della scuola e le borse di studio, se però queste sue storie fossero diventate di dominio pubblico la scuola avrebbe perso i finanziamenti oltre che un gran numero di alunni»
«ed è riuscita a trovare e farti vedere quella lettera?» chiese Nick
«sì, quando sono scappata via dalla presidenza lei mi ha raggiunto e me l’ha fatta leggere e tutto quello che da giorni mi diceva era lì scritto nero su bianco. Solo che mentre la leggevo arrivò anche T.J.»
«il professor Hasting riuscì a trovarvi?» chiese stupito Nick.
Sophie annuì.
«e dopo, quando lui vi trovò, cosa successe? Fece del male a Serenity?»
«non lo so. Lui era molto arrabbiato, faceva paura. Mi chiese di andarmene e io corsi il più lontano possibile» Sophie tornò a guardare il tavolo trattenendo di nuovo a fatica le lacrime «ero in preda al panico e l’ho abbandonata»
   
 
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