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Autore: Grey Wind    04/12/2008    4 recensioni
[Storia rivista, ripubblicata e ricorretta per problemi tecnici] Le Ojamajo saranno chiamate di nuovo a salvare il mondo magico... tra amori, litigi e scontri le ormai sedicenni streghette vivranno una nuova avventura.
Genere: Romantico, Avventura, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Aiko Seno, Altro Personaggio, Doremi Harukaze, Hazuki Fujiwara, Onpu Segawa
Note: OOC | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Capitolo XIV:

Hands On Hands


Gli occhi blu di Aiko roteavano furiosamente da destra verso sinistra e in basso, senza mai superare una certa altezza... un'altezza dettata da due pietre turchesi incastonate in un viso angelico color avorio.

-Tu...?- la voce profonda di Leon imbarazzò ulteriormente la poverina che si trovò a pensare ad un buon modo per uscire da quella situazione. Ogni scusa le suonava patetica.

“Avanti Aiko!” si disse serrando i pugni e sollevando la testa in modo da poter guardare in faccia il suo interlocutore.

-Tu mi piaci. Forse...- disse semplicemente, alzando le spalle.

-Come?!- domandò con occhi sgranati lui.

-Sei sordo o stupido? Mi piaci... forse.- non sapeva perché, ma quel “forse” le dava una certa sicurezza, inutile al dire il vero; però ammettere di essere interessata a Leon era troppo per lei.

-Ma che modi sono...?- rimbeccò lui, aggrottando le sopracciglia dorate.

-Meglio di niente, no?-

-Potevi essere più carina...-

-Ma cosa pretendi?! Non posso cambiare i miei modi di fare per dichiararmi! Poi sei liberissimo di rifiutarmi, ma non ti permetto di prendermi in giro!-

-Io non ti stavo prendendo in giro... sei solo troppo brusca...- l'espressione di Leon si addolcì leggermente, le labbra si piegarono in un bel sorrisino e le braccia, che prima erano incrociate al petto, ora erano allungate verso Aiko, le mani strette sulle spalle esili e morbide.



Intanto Hazuki e Fujio stavano abbracciati, ben stretti l'uno all'altra con gli occhi fissi davanti a loro, ma con mille pensieri vorticanti nella testa, tutti rivolti alla persona che avevano di fianco.

Il silenzio regnava sovrano, perfino gli animali notturni sembravano non voler dar noia a quella coppia che emanava una strana energia calda e avvolgente.

-Hadzuki...- sussurrò il castano, puntando gli occhi sulla ragazza, infelice di aver spezzato quella naturale magia che erano stati capaci di produrre insieme.

-Sì?- lei alzò lo sguardo sorridendo timidamente e colpita dalla sensazione di benessere che l'incontro dei loro occhi aveva creato la fece tremare.

-Sai che probabilmente non avremo più la possibilità di vederci, se verremo scoperti?!-

-Sì, lo so... per questo dovremmo goderci questo momento.- esclamò lei, appoggiando la testa nell'incavo tra la spalla e il collo, stringendo un pugno sul petto del suo ragazzo... era triste e arrabbiata, ma non voleva ammetterlo e non voleva che lui sentisse questo sentimento che sgorgava inesorabile dal cuore.

-Hai ragione...- sentiva il cuore di lei battere velocemente e il pugno serrato sul suo petto, ma non disse nulla al riguardo, capendo che non ne voleva parlare.

-Come è andata in questi giorni?- domandò lei.

-Mah... una noia! Comunque grazie ai ragazzi ho fatto pace con Akatsuki-kun...- poi le raccontò le varie vicende che erano successe, Leon che ha fatto allagare la sua stanza, il piano per raggiungerle.

-Allora non è stata poi così noioso il soggiorno al castello...- commentò lei, ridendo dolcemente.

-Ma lo è in confronto a ciò che mi hanno riferito... mi hanno detto che sei stata bravissima!- esclamò lui fermandosi e stringendo di più a sé la sua ragazza.

-Oh, ma figurati...- sussurrò lei, leggermente imbarazzata.

-No, davvero... avevo paura per te, però devo dire che non ce n'era motivo!-

-Non è stato semplicissimo devo dire... però è stato proprio pensando a te che la situazione si è risolta...- si alzò sulle punte e avvolse il collo di Fujio con estrema fermezza e delicatezza... poi entrambi avvicinarono i propri visi fino a che le labbra non divennero un tutt'uno...

E fu di nuovo silenzio.


Onpu passeggiava nel bosco insieme a Tooru. Insieme forse era una parola grossa, visti i tre metri che li divideva, ma sembrava proprio che la ragazza fosse riluttante alla compagnia del blu.

-Onpu-chan... Onpu-chan... aspettami!- gli urlò notando che la ragazza stava accelerando il passo fino a scomparire, quasi, dalla vista del mago.

Ma la ragazza non si fermò. Aveva le lacrime agli occhi per la felicità però aveva anche tanta paura, paura per la vita di Tooru... paura dei suoi sentimenti, nonostante tutti i propositi che si era messa in testa, la chiarezza che aveva fatto in sé, non riusciva a stargli vicino.

-Maledizione!- imprecò lui, graffiandosi un braccio per via di un ramo basso; voleva rincorrere la idol, ma non aveva fatto i conti con le piante... e col fango a quanto pareva.

-Che schifo...- sussurrò sentendo le scarpe pesanti e sguiscianti visto che si era infilato in una pozza di melma.

Non appena fu fuori dal fango non si accorse della radice sporgente che lo fece sbilanciare in avanti e... finire in un altra pozza!

-BLEAH!!!- urlò, togliendosi dalla faccia lo sporco.

Onpu sentendo il chiasso fatto dal blu non poté fare a meno di tornare indietro, e attraverso i raggi lunari poté vedere una scena buffissima e pressoché irripetibile: Tooru aveva il viso pasticciato col fango e qualche foglia secca, i capelli flosci, le braccia graffiate e i vestiti sporchi di terra, per di più era inginocchiato a terra con il pugno che batteva dentro la pozza, come a volerla picchiare.

-Ma cosa hai combinato?!- domandò trattenendosi a stento dal ridere.

-O-O-O-Onpu-chan!!!- tutto rosso si alzò in piedi e cercò di nascondersi dietro un albero, bloccato dalla voce della ragazza.

-Fermo, tanto ormai...- e fece un passo verso di lui, ancora voltato, ma conscio di averla a pochi passi. Poi ne fece un altro, e un altro ancora...

Fino a quando...

Non scivolò anche lei nella pozzetta di fango, sporcandosi tutti i vestiti.

Lo splash che produsse la caduta fece voltare il mago che non tentò nemmeno di non scoppiare a ridere, poiché si piegò in due dalle risate.

-Ma cosa ridi?!- chiese lei, senza capire come avesse fatto a cadere lì dentro.

-Sei...troppo...buffa...- disse lui, tendendole una mano. Lei la afferrò e invece di far leva per alzarsi, fece forza per farlo rovinosamente cadere di nuovo nella melma.

-Hey!- gridò sporco più di prima.

-Così impari a ridere!- fece lei, con un bel sorriso solare dipinto sul volto perlaceo a causa della luce lunare.

-Ah, sì?!- il bel Kounna immerse le mani nel fango e con forza lo lanciò addosso all'amica che non potendosi scansare ne venne investita in pieno, con i capelli completamente zuppi e appiccicati...

La idol si alzò in piedi e calciò la melma sporcando il mago che per poco non ne bevve un po', poi si allontanò dalla pozza e si tirò indietro i capelli sporchi e strizzandoli poiché troppo pesanti.

Anche il ragazzo si alzò e si avvicinò all'amica, del tutto ricoperto da fango e con i vestiti aderenti.

“Wow!” pensò notandolo la ragazza, con gli occhi fissi sul petto di Tooru. Poi si riscosse e lo guardò fintamente male, incrociando le braccia al petto e mordicchiandosi il labbro inferiore.

-Che ne dici di una ripulita?- chiese cortesemente lui, giocherellando con i ciuffi di capelli.

-Non male come idea...- sussurrò lei, sempre con aria imbronciata e con gli occhi fissi su quelle pozze verdi acqua che, nonostante il buio, brillavano intensamente.



Doremi e Akatsuki stavano entrando di soppiatto nella camera della ragazza e di Hazuki, in punta di piedi ed in maniera quasi furtiva; Doremi si chiese come mai nessuno si fosse fatto vivo nonostante la confusione che avevano creato, ma se non venivano smascherati tanto meglio...

avrebbero avuto più tempo per parlare!

-Doremi-chan...- sussurrò il rosso, prendendole la mano destra tra le sue e stringendola delicatamente, quasi tenesse in mano una rosa preziosa e fragile.

Ella si fermò di colpo, in mezzo al corridoio. Aveva gli occhi sbarrati, le guance rosse e la bocca schiusa, dava le spalle al principe però con quel tocco si era voltata lentamente.

-S-sì?- sibilò lei, guardando gli occhi del ragazzo.

-Mi piace chiamarti...- rispose solo, stringendo leggermente l'arto della ragazza e superandola per sbrigarsi. La strattonò con dolcezza e dopo un passetto incerto lo seguì verso la camera; camminavano velocemente, lui con le spalle larghe composte e lo sguardo fiero, le labbra increspate in un tiepido sorrisino; lei invece era leggermente ingobbita, con il pigiama frusciante a terra, gli occhi fissi sulle loro dita intrecciate magnificamente – non aveva mai visto la sua mano intrecciata così bene con un'altra -, le guance rossissime e la bocca aperta un po' per l'affanno e un po' per lo stupore che le parole del ragazzo le avevano provocato.

Finalmente arrivarono nella stanza e si chiusero bene dentro, facendo scattare la serratura un paio di volte e sospirando una volta che si sentirono al sicuro, per poi sorridersi sollevati.

-Devi raccontarmi come mai sei qui... e come hai fatto!- esclamò Doremi, sedendosi sul letto di Hazuki e facendo un gesto con la mano per indicare al principe di sedersi sul letto difronte, il suo.

-Grazie...- sussurrò accomodandosi e sprofondando leggermente in quel materasso soffice. -E' stato tutto per merito di Fujio-kun...- e cominciò a raccontarle la storia, soffermandosi sulle scene più comiche e spiegando minuziosamente ogni movimento e ogni singolo passaggio del piano, gesticolando allegramente e guardando sempre gli occhi della ragazza, quasi fossero due magneti.

Risa e stupore si mescolavano nella bocca di Doremi, impressionata dalla caparbietà e dalla tenacia dei quattro e lusingata da quel trattamento speciale.

-Presto sarai incoronato...- sussurrò poi, dopo una breve pausa. Gli occhi di entrambi si incontrarono e quelli rossi di Akatsuki esprimevano un disagio troppo forte, troppo evidente per rimanere indifferente alla ragazza.

-Sì...- rispose abbattuto.

-Ti ho già detto che sarai un ottimo re!- gli si avvicinò e sorrise dolcemente, in un modo unico che fece mozzare il fiato al ragazzo.

Con un movimento veloce la prese tra le braccia, stringendola forte e affondando il viso nella spalla morbida e esile di Doremi; ella era immobile, gli occhi spalancati e le braccia distese, leggermente tremanti, il suo cervello stava andando in tilt e il calore che il contatto aveva creato le stava bruciando la pelle.

Poi con estrema lentezza gli poggiò le mani sulla schiena e strinse dei lembi della maglietta in maniera quasi compulsiva; Akatsuki sentì il calore delle mani e la stretta salda, così aprì la bocca e di getto, forse per la prima volta in vita sua, e disse: -Doremi-chan, senza te non posso farcela... diventa la mia ragazza... la Regina dei maghi.-

Doremi si staccò da lui e lo guardò negli occhi, meravigliata e incredula allo stesso tempo, ricevere una dichiarazione così forte non era nei suoi pensieri.

-Io...- sussurrò senza sapere veramente cosa dire; abbassò lo sguardo per guardare un punto imprecisato, con pensieri su pensieri che vorticavano così velocemente da essere impossibili alla lettura.

Sospirò pesantemente.

-Akatsuki-kun... finché non sconfiggeremo i Daark rimasti credo che non sarebbe saggio... però tu mi piace, e anche molto...- divenne rossa -Però saresti in pericolo, più del dovuto.- terminò, alzando gli occhi verso quelli del principe.

Lui la guardò furiosamente per un attimo, poi si abbatté maggiormente, scrollando la testa e lasciando libera la ragazza.

-Non pensare che io non ti voglia come ragazzo, non sai quanto mi piacerebbe poter stare con te, ma ho paura che ti possa accadere qualcosa!- esclamò sincera e addolorata.



Tornando ad Aiko e Leon...

Il biondo, dopo aver stretto le spalle di lei, piano piano si avvicinò per baciarla.

Quando furono a pochi centimetri, la voce di lei spezzò il momento, chiedendo: -Cosa vuoi fare?- era piuttosto arrabbiata e di certo non aveva voglia di baciarlo... o almeno, non lì. Poteva passare chiunque e vederli, perciò sarebbe stato solo fonte di imbarazzo e problemi.

-Secondo te?- domandò irritato, piegato verso di lei.

-Non qui. E non voglio.-

-Ma se ti piaccio...?- domandò preoccupato, senza capire.

-Forse...- sussurrò spingendolo un po' più lontano, quella vicinanza era troppo pressante per il suo cuore.

-Sì, d'accordo... tu però mi piaci sicuramente!- esclamò sempre più irritato.

-Beh... non ci possiamo baciare qui, se passasse qualcuno?- domandò indicando il corridoio davanti a sé.

-Chi se ne importa!-

-Tu sei qui clandestinamente!- gli sussurrò sgarbatamente.

-Oh...- si ricordò allora, come se fosse stato un fatto trascurabile sin ora la loro fuga.

-Dove ci possiamo nascondere?- chiese poi, prendendo la mano della ragazza e stringendola forte; Aiko divenne rossa, il contatto era piacevole e quel calore le sembrava innaturale.

-Non capisco perché io mi debba nascondere!-

-Ma come perché? Non vuoi un po' della mia compagnia?- chiese come se la risposta non potesse essere altro che ovvia.

-Non fare lo sbruffone... poi non tenermi per mano, non sono la tua ragazza!- strattonò via la mano e se la cacciò in tasca, ancora in imbarazzo.

-Certo che sei la mia ragazza! Io ti piaccio, tu piaci a me... perché non dovresti esserlo?!- domandò stupito.

Il rossore sulle guance di Aiko, se possibile, aumentò e il cuore accelerò le sue pulsazioni all'infinito, così come il fiato che era più corto.

-Baka...- esclamò con gli occhi bassi.

-Again?-

-Andiamo... sento dei passi...- disse poi, tornando ad un colorito passabile e con tutti i sensi all'erta; se fossero stati scoperti mentre “amoreggiavano” sarebbe stata la fine di entrambi.

-Dove?- chiese preoccupato.

-Di qua!- estrasse la mano al ragazzo e gliela porse, con le guance rosse e lo sguardo lontano dal volto di Leon; lui velocemente la prese, stringendola saldamente e sentendo quel calore che lo aveva tanto beato prima e che gli era stato tolto prematuramente.

Non ci fu il tempo di contemplarsi poiché i passi si fecero più vicini, così cominciarono a correre nei cunicoli del castello, labirinti ormai conosciuti dalla blu.


-Sei sicura che non ci stiamo perdendo?- domandò il ragazzo, guardando le mani di entrambi ancora giunte.

-No, no...- sussurrò lei, accarezzando una parete rocciosa con la mano libera, bussando su qualche mattone ogni tanto.

Prima che potesse proseguire, uno scossone la fece cadere all'indietro, direttamente tra le braccia del suo Leon.

-Che succede?- chiese lei, osservando il soffitto come se fosse invisibile. -Un terremoto?- domandò preoccupata, ma stretta tra le braccia sicure del biondo. Era preoccupata per le sue amiche, avrebbe tanto voluto sapere cosa stesse succedendo.



Onpu e Tooru erano più lindi di prima, nemmeno un millimetro di fango era più sul loro corpo; e sembrava quasi che la idol avesse rimosso quel muro che fino a poco prima si era frapposto tra lei e il bel mago, aveva cioè abbassato la guardia che si era imposta per il suo e per il bene di Tooru, per quello delle sue amiche. Ma la spensieratezza, la gentilezza, quello sguardo intrigante, quel fisico mozzafiato, quel suo carattere appiccicoso ma anche maturo, tutto insomma, aveva reso vane le sue forze per respingerlo.

E ora se ne stavano lì, a ridere senza un motivo apparente, facendo incontrare i loro occhi più volte senza imbarazzo né pudore, sfiorandosi le mani ad ogni passo, solleticandosi le orecchie con le voci, quella di lei alta e limpida, timbrata da anni di concerti e studi canori; quella di lui roca, dolce, una via di mezzo tra l'adolescente e l'adulto, che rivelava quindi parte del suo carattere. Un iddilio per entrambi, che camminavano nella foresta senza una meta vera e propria.

Dopo l'ennesimo passo i loro indici si toccarono, generando brividi su brividi e facendo scoppiare il cuore di entrambi, come se una scarica elettrica li avesse attraversati.

E si giunsero. Soltanto quelle due dita, si legarono con forza e dolcezza, con passione intensa e con romanticismo da film, proprio come quelli che aveva sempre interpretato Onpu; si fissarono ancora, camminando lentamente ed evitando le fronde degli alberi anche se non le avevano viste... arrivarono in una radura illuminata dalla luna, era un bel pezzo di terra coperto da erba verde e frusciante per il venticello che tirava, con al centro una pietra grande e alta di un grigio metallico e brillante.

-Wow!- esclamò Tooru, osservando il fascio lunare colpire proprio la roccia.

-Sì...- poi si mosse verso quella scultura grezza e naturale, trascinandosi anche l'amico e alzandosi sulle punte per osservare meglio la superficie piatta e liscia che costituiva la parte superiore del blocco, ed era stranamente precisa e liscia, quasi fosse stata tagliata di netto.

-E' strana...- sussurrò il blu, prendendo per mano la ragazza.

Lei si fermò un attimo sentendo il contatto, si voltò e sorrise beata, per poi continuare la sua camminata verso la roccia.


In un batter d'occhio arrivarono lì, con gli occhi fissi su quella magnificenza della natura, contemplandola e studiandone i minimi particolari.

Poi Onpu allungò la mano e stava per toccare la pietra, quando il vento venne a cessare e l'aria fu sferzata da due scie più nere del cielo, una delle quali si bloccò non appena li vide, mentre l'altra proseguì il suo volo indisturbata.

-Ma cosa...?- prima che Tooru avesse la possibilità di dire qualcosa, Onpu gli lasciò la mano e con un colpo di vento lo fece ruzzolare di qualche metro più indietro, nascondendolo tra l'erba più alta. Sapeva di non avere speranze che quell'essere non lo vedesse, ma almeno le attenzioni sarebbero state rivolte a lei.

-Bene, bene... una guardiana sola soletta che si aggira per il bosco con il suo fidanzatino.- la voce profonda del nemico penetrò nelle ossa della ragazza, raggelandola.

-Cosa speri di ottenere?- domandò cercando di non farsi spaventare... non avrebbe ceduto davanti a quel mostro... non per Tooru... non per le sue amiche... non per la sua famiglia che non la ricordava più.

-La tua disfatta mia cara...- rispose con una nota fintamente dolce e materna nella voce.

Ma non era impreparata, anzi! Si era allenata giorno e notte, tutti i giorni per questa battaglia, la sua battaglia.

Con un colpo invisibile fendé l'aria, come una spada, mancando però il suo avversario, veloce come non mai.

Non si diede per vinta però e seguendo con lo sguardo lanciò un altro attacco, e un altro ancora... fino a quando non sentì il fiato farsi corto e le energie sparire miseramente.

-Tutto qui?- domandò il nemico, sospeso a mezz'aria, a pochi metri dalla ragazza. Poi sussurrò qualcosa e un fascio d'ombra colpì la ragazza, facendola cadere in avanti.

Subito mille ricordi le tornarono alla mente... le litigate con la madre, i lunghi viaggi del padre, la paura di deludere le aspettative create su di lei, la paura di fallire uno spettacolo... la paura di essere abbandonata.

-Onpu-chan!- si sentì chiamare, ma era una vocina lontana. L'aveva appena sentita, mentre brutte immagini le si paravano davanti.

-Onpu-chan...- sentì nuovamente e stavolta un volto le si parò davanti, un volto maschile e bellissimo, quasi irreale. La pelle abbronzata, gli occhi brillanti, i capelli disordinati.

“Tooru-kun...” pensò dolcemente.

-Onpu-chan... riprenditi... apri gli occhi...-

La ragazza cercò di ubbidire, ma le palpebre le sembravano incollate. Vaghi ricordi tristi le si affacciavano in un angolo della mente, ma il pensiero di quel mago le si era ormai stampato nella mente, perciò tentò in tutti i modi di aprire gli occhi. Vanamente.

-Mostro... che le hai fatto?- sentì uno strano calore avvolgerla e qualcosa di umido accarezzarle una guancia. Sentì il suo corpo pesante alzato leggermente dalla posizione in cui era... il freddo che prima le attanagliava la schiena era stato sostituito da una morbidezza e da un calore indescrivibile.

Daark voltò appena appena lo sguardo da Onpu e fissò quegli occhi intensi, pieni di rabbia e frustrazione. Ciò lo fece ridere e irritare allo stesso tempo, non poteva sopportare tutto quell'amore per le guardiane, non dopo tutto quello che avevano passato per colpa loro.

-Spostati da lei se non vuoi che ti faccia del male!- esclamò agitando una mano con impazienza.

Tooru non ascoltò le parole di quell'essere, si alzò con Onpu in braccio per portarla via; vano fu il tentativo di creare una barriera magica perché con uno schiocco di dita del nemico la dissolse... un altro getto di ombra turbinò nell'aria, mancando di poco i due, grazie alla prontezza di spirito del blu; il corpo di Onpu era ancora immobile, inerme e addormentato, stretto tra le braccia dell'amico che cercava di farla riavere.

-Onpu...- sussurrò per l'ennesima volta, stringendola al petto e avvicinandosi nuovamente alla pietra grigia.

“Devo svegliarmi...” si disse, conscia del pericolo che stava correndo il mago, inammissibile per lei.

Intanto quelle immagini si stavano affievolendo leggermente, si rimpicciolivano in quel cantuccino nella mente della idol, mentre la voce e l'immagine di Tooru si fissavano saldamente nei suoi pensieri. Sentiva il respiro e il battito del cuore, entrambi irregolari, scoppiargli nel petto e che il suo corpo era sospeso e sorretto a mezz'aria da quelle braccia forti.

“Devo... farcela...” pensò intensamente provando ad aprire le palpebre, pesantissime.

Mentre si ripeteva e si sforzava di farcela, si accorse che la presa salda di Tooru si era d'un tratto indebolita e sentì l'aria fredda sferzarle il corpo e scompigliarle i capelli... l'impatto col suolo fu improvviso, l'erba le pizzicava la faccia, le gambe e le braccia, qualche sassolino appuntito la graffiava e percepiva il suo corpo rotolare incessantemente.

-Onpu-chan!- si sentì chiamare dalla voce disperata del mago, sempre più distante.

“Tooru-kun!” urlò dentro di sé, senza ancora nessun risultato. Mentre il corpo rallentava i suoi volteggi tra l'erba e la terra secca.

-Bene, visto che vuoi intralciare i miei piani, comincerò da te...- il sangue nelle vene della idol si gelò, nonostante sentisse tutto ovattato per colpa del fruscio che provocava la sua caduta e per la strana sensazione di sonnolenza fisica che l'aveva da troppo tempo attanagliato il suo corpo.

Dopo quelle parole ci furono attimi di silenzio.

La idol si era fermata, aveva sentito la pietra liscia accarezzarle il fianco e il braccio. Non era fredda come se la immaginava, era invece calda come lo era stare tra le braccia del ragazzo...

Il vento aveva cessato la sua danza, come se l'infermità della sua guardiana lo avesse messo a tacere, nonostante nelal battagli avesse ricominciato a soffiare per essere d'aiuto; anche gli animali erano muti.

Ma quell'estasi si interruppe con un urlo agghiacciante, forte e profondo, che diede vita alle creature della foresta che cominciarono a svolazzare, schiamazzare e a spostarsi da una parte all'altra. A produrre l'urlo era stato Tooru e questo Onpu lo sapeva benissimo... dolci lacrime cominciarono a solcarle le guance tenere e graffiate, nuovamente sporche... dentro si sé lo stava chiamando e stava impazzendo perché la voglia di aiutarlo era troppo forte e se gli fosse successo qualcosa per la sua debolezza non se lo sarebbe mai e poi mai perdonato.

Il tepore della pietra piano piano divenne sempre più forte, riscaldando e poi bruciando il fianco della giovane idol, che però non sentiva dolore, ma solo un grande desiderio arderle dentro; la sua mente fu invasa da mille scene di lei e Tooru, sia di quando lavorava al Moho-Dou, sia di quando avevano vissuto insieme al palazzo, sino ad arrivare ai momenti di solitudine e di riflessione senza si lui.

E fu così che riuscì ad aprire gli occhi, spalancò le palpebre e le iridi violacee brillarono alla luce della luna, la pupilla si fece piccola piccola perché Onpu stava fissando intensamente il satellite ridente, che le infondeva coraggio. Voltò lentamente il viso, gli occhi stranamente non sembravano stanchi o affannati da quegli sforzi, né dal fatto che fossero stati così tanto chiusi, e vide Toou, il suo Tooru-kun sospeso a mezz'aria, tenuto per la gola, che cercava vanamente di librarsi da quelle dita avvizzite che gli premevano sul collo.



Hazuki e Fujio, che camminavano sui margini della foresta, videro una strana nube nera volare sopra di loro per poi sparire davanti ad una finestra illuminata del Palazzo.

Si guardarono negli occhi e dopo un attimo di smarrimento, la bocca della castana si spalancò e la sua faccia divenne una maschera d'orrore, paura e preoccupazione.

-Quella... quella è la stanza mia e di Doremi-chan...- sussurrò con un filo di voce, tanta era la paura di dover rivelare questo particolare.

-Allora vuol dire che quella strana nube è riuscita ed entrare e con molta probabilità lì ci saranno Doremi-chan e Akatsuki-kun!- disse il ragazzo scrutando la luce ancora accesa e l'aria tranquilla che aleggiava nel palazzo.

-Dobbiamo andare!- esclamò lei, cominciando a correre con la mano del suo vero amore °alla facciaccia tua bYada! NdS° stretta. Avrebbe anche continuato a correre se non fosse stato per l'urlo lontano ma chiarissimo che sentirono dal centro della vegetazione.

-Cosa...?- domandò lei, bloccandosi all'istante.

-Tooru-kun...- sillabò Fujio, stringendo involontariamente la mano della ragazza.

-Oddio...- gli occhi della violinista si riempirono di lacrime, aveva paura per il mago e per Onpu, sicura del fatto che fossero insieme.

-Cosa facciamo?- domandò al ragazzo.

-Tu rimani qua... io vado da Tooru-kun... però Akatsuki-kun...- era combattuto.

-No, io non rimango a guardare. Dentro il castello ci sono ancora Ai-chan e Leon-kun, sono sicura che appena avvertiranno il pericolo si precipiteranno da Doremi-chan e da Akatsuki-kun! Andiamo là...- e indicò la foresta, scura ma non spaventosa, non per lei che era guardiana dell'elemento predominante in quel labirinto.

-Sì, hai ragione... scusami...- le diede un bacio a fior di labbra e cominciarono a correre, Fujio guidato da Hadzuki, che a sua volta era guidata dallo spirito della foresta.

Questo pareva aver creato una stradina alla coppia che correva, i rami non li graffiavano, le radici non sporgevano e il fango non li faceva scivolare; stavano solo correndo con tutta la loro velocità, la mano stratta saldamente, impauriti sì da cosa avrebbero potuto trovare, ma anche di perdere la persona amata.

-Ci siamo quasi...- disse Hazuki, fermandosi per ascoltare un albero. Accarezzando il tronco poté vedere cosa le sue fronde più alte osservavano e rimase colpita dalla visione di Tooru a mezz'aria con la gola stretta da una mano scheletrica e orribile.

-Tooru-kun è in pericolo... grazie signor albero!- disse accarezzando per un'ultima volta la corteccia vecchia e muschiata, e riprendendo a correre, mentre col fiato corto spiegava cosa stesse accadendo al suo ragazzo.

-Dobbiamo... salvarlo...- sussurrò Fujio, sempre più angosciato.

-Onpu-chan... non l'ho... vista...- disse in apprensione sempre maggiore la castana.

Dopo qualche altro metro videro il bosco finire e la pietra al centro illuminata...



-Lo so... infondo non siamo così diversi...- Akatsuki lasciò libera la ragazza e si mise a fissare il pavimento in mattone grigio.

-Io...- tentò di dire, guardando la faccia triste del principe.

-Doremi-chan, non preoccuparti... ti capisco...- la capiva sul serio, ma si sentiva rifiutato dalla ragazza che riteneva la sua anima gemella, una parte del suo stesso animo.

Il silenzio si propagò per la stanza, ed era pesante, teso e carico di amarezza. La finestra, ancora aperta, faceva svolazzare leggermente la tenda e l'aria accarezzava la nuca di Doremi e il viso di Akatsuki, facendo sussultare la prima e beando il secondo, immerso in un mare di amarezza e inquietudine. Inquietudine che non fece che crescere quando un boato rombò davanti alla finestra e l'aria smise di arrivare.

-Ma cosa...?- Doremi si voltò appena, quando sentì una forza trascinarla a terra, tra i letti.

-Daark...- sentì sussurrare da Akatsuki, che la premeva a terra col suo corpo muscoloso e teso; per un attimo il profumo del rosso la fecero sbandare, facendole dimenticare che c'era un nemico nei paraggi.

Poi la mano di lui, che accarezzava il dorso della sua la fece riprendere, e subito domandò:

-Cosa succede?-

-E' qui... credo stia per entrare nella stanza.- parlava a voce bassissima, accarezzando col respiro la bocca e la guancia destra della ragazza.

Un altro attimo di smarrimento intorpidì i sensi della rossa, che fissava le labbra sottili e perfette del principe; senza volerlo, forse per colpa dell'adolescenza che dà spesso alla testa, accarezzò le labbra del ragazzo, incantata, con le dita lunghe e morbide. Lui al tocco tornò a guardare la ragazza e lesse negli occhi una tenerezza e una passione incredibile che lo fecero agire di istinto, facendogli baciare le punta delle dita.

-Scusate se mi intrometto...- una voce fredda, atona e inquietante li fece fermare. Doremi inclinò la testa e vide una figura nera sopra di loro. Anche Akatsuki si voltò, terrorizzato... erano in trappola!

Un lungo fendente brillò sopra le loro teste, per un attimo immobile, poi con velocità scese giù per colpire entrambi.

Ma con astuzia e fortuna, per non parlare della prontezza di spirito, i due rotolarono sotto al letto, uno sotto a quello di Doremi e l'altra sotto quello di Hazuki.

Un ringhio forte squarciò l'aria, facendo tremare Doremi, che osservò la spada scintillante incastrata nella pietra... era un colpo potente e se fosse andato a segno sarebbe stata la fine.

La prima persona a uscire da sotto al letto fu Akatsuki, che chiamò a gran voce il nemico... era incredibilmente spaventoso, la sua essenza era celata da una tunica nera e lunga e da una maschera dorata completamente chiusa, senza fori né per il naso, né per la bocca e nemmeno per gli occhi.

“Che strano...” si disse il mago, inginocchiato a terra.

-Il principe dei maghi e la guardiana del fuoco... due piccioni con una fava... questo attacco improvviso non sarà così infruttuoso.- la voce stavolta non era atona, ma estremamente beffarda, carica di compiacenza e “felicità”.

-Credi sia tanto facile sconfiggermi?- domandò alzandosi e facendo comparire dal nulla, con la magia, una spada lucente e uno scudo spesso.

-No, Akatsuki-kun!- esclamò Doremi, anche lei fuori dal nascondiglio.

-Doremi-chan, nasconditi! E' pericoloso...- esclamò il mago, guardando gli occhi intensi della ragazza.

-No!- ma prima che potesse dire altro, il nemico sferrò un attacco in direzione del mago, che fortunatamente riuscì a ripararsi dietro allo scudo.

-Non ti avvicinare a lui, sono io il tuo obiettivo!- gli disse Doremi, correndo davanti ad Akatsuki, intontito leggermente per il contraccolpo.

-Però potrebbe essere interessante anche far fuori l'erede e nuovo re... una speranza in meno per questo mondo.- esclamò raggiante, alzando nuovamente la spada verso i due.

“Non glielo permetterò!” pensò lei, fissando intensamente la spada dell'avversario; pian piano divenne sempre più incandescente, dal color argenteo e brillante cominciò ad acquisire un colorito sempre più rosso, fino a che anche tenerla in mano non divenne un problema.

Il nemico la fece cadere a terra pesantemente, sentendo le mani bruciate e notando che il metallo si stava fondendo... la guardiana stava forse perdendo il controllo?!

Sorrise.

Impossibile da vedere per la rossa, e approfittò del punto debole della ragazza per indebolirla: puntò il dito contro un piede di Akatsuki e subito il ragazzo sentì un dolore lancinante che lo fece gemere e quasi svenire.

-A-Akatsuki-kun!- esclamò orripilata la rossa, accovacciandosi al fianco del principe e notando come la caviglia fosse innaturalmente storta. -Dobbiamo andare fuori di qui...- gli sussurrò, facendo passare il braccio del ragazzo sulle sue spalle e issandolo in piedi, con molta forza.

“Scusami Hadzuki-chan...” pensò poi, prima di dare fuoco all'armadio dell'amica per poi lanciare i pezzi infuocati addosso al nemico; diversivo debole, ma almeno sarebbe potuta uscire con il ragazzo e magari trovare una delle sue amiche o uno dei FLAT...

Aprì la porta con mano tremante, concentrata sempre sul vortice di legno incandescente che girava attorno a Daark; dopo il secondo giro di chiave la porta si aprì e passarono entrambi, per poi camminare verso le scale.

-Lasciami qui...- sussurrò appoggiandosi al corrimano delle scale.

-Non pensarci nemmeno! Dobbiamo trovare un luogo sicuro...- esclamò scendendo un primo gradino e portandosi dietro il ragazzo, quasi di peso.

-Ma...-

-Niente ma!- e continuò a scendere la rampa, finché uno scossone di terremoto, o quello che sembrava tale, non li bloccò. La porta della camera si ruppe e il nemico uscì velocemente dalla stanza, con una tale energia da far tremare l'intero palazzo.

-Maledizione!- esclamarono entrambi. Zoppicando Akatsuki riuscì a finire la rampa e Doremi, che lo sorreggeva a fatica, lo spinse in un angolino tra le scale e il muro.

-Scappa... io lo trattengo...- sibilò, notando che una lingua di fiamma stava uscendo dalla sua stanza; con rapidità la fece sparire e tornò a guardare il principe.

-No! Non ti lascio sola...- era serio e determinato, proprio come piaceva a Doremi, ma non avrebbe permesso al principe dei maghi di farsi male in altri modi.

-Vai, ti prego... questa è la mia battaglia! Tu rischieresti la vita invano.. cerca gli altri e manda qui le ragazze... è il nostro compito...- la sua determinazione brillava negli occhi, così il ragazzo non poté che annuire e zoppicare verso l'uscita, aggrappato saldamente al muro in pietra.

Doremi si voltò verso l'avversario e salì le scale con velocità, arrivando a pochi gradini da quell'essere... fissò la maschera dorata che brillava e tremò leggermente.

-Credi che non possa fermare te e quel principino dei miei stivali?- domandò seriamente curioso.

-Non credo tu possa arrivare a lui!- detto ciò si posizionò pronta per l'attacco e fece confluire il suo potere in due sfere simili a due soli e li scagliò contro Daark, uno venne scansato, ma l'altro lo colpì in pieno addome, facendolo cadere all'indietro.

-Evvai!- esclamò fin troppo vittoriosa.

-Non cantar vittoria!- sentì dire, poi una folata di vento la fece barcollare e cadere all'indietro facendole fare le scale a forza di capriole.

Arrivata alla fine della rampa si massaggiò il sedere indolenzito, lamentandosi della botta e della confusione, senza prestare minimamente ascolto alla risata arcigna del nemico.

-Metto in conto anche questa!- esclamò rialzandosi a fatica. Si spolverò i pantaloni del pigiama e fissò il nemico che fluttuava verso di lei, la maschera ancora più scintillante e un buco nella tunica nera; non appariva né pelle, né un corpo... solo nero.



Aiko e Leon avevano trovato il passaggio per uscire direttamente in giardino, vicino al lago... il richiamo dell'acqua era troppo forte.

-Finalmente... stavo diventando claustrofobico!- esclamò il biondo, inspirando a fondo l'aria fresca; Aiko non era così felice, sentiva che c'era qualcosa di strano all'interno del castello...

-Ho una strana sensazione!- sussurrò guardando una torre.

-Sarà colpa mia... in effetti posso capirti!- rispose sorridendo a piacione.

-Ma smettila!- gli diede uno schiaffo sulla nuca, rintronandolo un pochetto.

-Dobbiamo discutere su queste tue strane manifestazioni d'affetto... non è che mi piacciano tanto!- bofonchiò massaggiandosi la parte lesa e guardando torvo la sua “ragazza”.

-Guarda là!- indicò un punto più scuro nel prato che faceva un movimento lento e poco fluido, quasi stesse saltellando o... zoppicando.

-Cosa sarà?- d'istinto il ragazzo si mise davanti ad Aiko a volerla proteggere... ma questa non era proprio il tipo da rimanere in seconda fila, così lo spintonò di lato e aguzzò lo sguardo. Si stava avvicinando e ancora non riusciva a capire chi o cosa fosse.

-Avviciniamoci...- prese per un braccio il biondo e lo trascinò verso quel punto, quasi fermo ormai. Dopo pochi passi la blu capì che era una sagoma ed era di un ragazzo... le sembrava così familiare...

-Mi sembra Akatsuki-kun...- esclamò incerta, con gli occhi strizzati.

Subito il mago si drizzò per bene e si mise a guardare indagatorio, osservando ogni lineamento della sagoma scura.

-E' lui... hai ragione!- cominciò a correre e presto entrambi arrivarono dall'amico, notando subito che c'era qualcosa di strano.

-Che hai combinato?- chiese Leon, prendendo l'amico per le spalle e sorreggendolo. Aveva l'aria stanchissima e per giunta zoppicava in maniera troppo evidente.

-Daark...- sospirò, lasciandosi stendere a terra dall'amico; subito delle mani delicate gli tolsero la scarpa e una fitta di dolore lo accecò.

-E Doremi-chan è rimasta là? Accidenti che frattura... Leon portalo al vostro castello, non credo sia saggio rimanere qui...- Aiko osservò la caviglia gonfia e sentì una fitta di preoccupazione morderle lo stomaco, sapeva che Doremi-chan era in pericolo, però sapeva che aveva delle grandi abilità e si doveva fidare di lei.

-E tu cosa pensi di fare? Vieni con noi...- le ordinò perentorio il biondo, intuendo che non sarebbe di certo rimasta lì ad aspettare il suo ritorno o quello dei suoi amici.

-Leon... devo aiutare Doremi-chan...- sussurrò tristemente, posando gli occhi sulla caviglia gonfia di Akatsuki.

-Non posso lasciarti fare di testa tua! Non stavolta!- la prese per le spalle e la costrinse a guardarlo negli occhi.

-Ma devi pensare ad Akatsuki-kun! Io sto bene e starò bene anche dopo che la battaglia sarà finita. Ascoltami ti prego, è rotta in maniera seria. Hai visto che bozzo enorme? Rischia di infettarsi e allora potrebbero esserci conseguenze irreversibili, più di quanto immagini! Ti prometto che al tuo ritorno mi troverai viva e vegeta!- esclamò allegra e mostrando il gesto della vittoria con le dita, il sorriso stampato sulla bocca e gli occhi brillanti.

-Ok... va bene... ma prima di andare...- non terminò la frase, infatti di getto prese la ragazza tra le braccia e si avvicinò per baciarla... entrambi chiusero gli occhi, stavolta nemmeno lei fece storie...

-Scusate...- la voce flebile del principe dei maghi li frenò a pochi centimetri, facendo scoppiare il fuoco sulle guance della ragazza e fece deprimere l'amico.

-Oddio... andate!- esclamò lei, alzandosi e voltandosi verso il castello.

Leon prese l'amico sulle spalle e fece apparire lo skate-board, poi scivolò verso la riva del lago e cominciò ad accelerare man mano che si avvicinava al castello per poi scomparire dietro uno dei lati del grande maniero.

Quando i due scomparvero Aiko si voltò verso il lato opposto e cominciò a correre come mai aveva fatto, più veloce che poté e presto anche lei sparì dal lato del castello che si affacciava sul lago.



Onpu si era ripresa. Era in piedi, appoggiata saldamente alla pietra che aveva preso a brillare e stava preparando un attacco contro quel mostro che stava soffocando Tooru.

-L...L...asciami...- sussurrò il blu, ormai allo stremo delle forze.

-Non credo prop...- ma prima che potesse finire una forza sconosciuta lo scaraventò lontano, lasciando Tooru cadere nel nulla.

Ma non cadde a peso morto, il suo volo era stato accompagnato dalla forza di Onpu e fu adagiato a terra con dolcezza.

-Tooru-kun... Tooru-kun!- lo chiamò più volte, scrollandogli le spalle con veemenza.

-O...Onpu...chan...- sussurrò senza fiato.

-Respira, non affaticarti a parlare.- lo rimproverò bonariamente, accarezzandogli il collo solcato da lividi che la stretta gli aveva provocato.

-Onpu-chan! Onpu-chan!- si sentì chiamare la idol e alzando la testa vide Hazuki e Fujio venirle incontro.

-Ragazzi...- sussurrò sorridendo grata. Non appena si avvicinarono esclamò: -Prendetevi cura di Tooru-kun, io vado a sistemare quell'essere...- si alzò e si librò in aria, andando verso il suo nemico, sospeso esanime in aria.

Con un colpo di reni si rimise in verticale e volò di fianco alla ragazza, superandola per posizionarsi a metà radura. La maschera che indossava era spaccata a metà e brillava argentea baciata dai raggi della luna piena, intensa e benigna.

-Vediamo quel che sai fare...- esclamò muovendo le braccia per colpirla. E effettivamente andò a segno, ma senza ferire la idol e facendola sorridere beatamente.

-Tutto qua?- chiese ironica, appoggiando i piedi sulla pietra liscia e grigia.

-Figurati!-

Un altro colpo a segno, ma senza effetto. Onpu intanto caricò un colpo, chiedendo appello a tutta se stessa.

-Cosa...?- domandò preoccupato Daark, arretrando leggermente.

-Hai osato far male a Tooru-kun solo per arrivare a me... ti pare giusto?- detto ciò lanciò una sfera di energia così potente che il nemico non poté far altro che subirne la potenza e cadere pesantemente a terra. Con un sonoro **CRACK** il corpo dell'essere mutò, rimpicciolendosi e trasformandosi in quello di un bambino piccolo con un ciuffetto di capelli neri e un paio di occhi castani. Hazuki si avvicinò e lo prese tra le braccia, mentre l'amica idol stava scendendo lentamente dalla pietra, affaticata.

-Onpu-chan, sei stata fantastica!- la castana prese tra le braccia il bebè e lo cullò per farlo calmare, poiché era scosso dal pianto.

-Grazie... Tooru-kun come sta?- domandò apprensiva, vedendo il blu ancora disteso.

-Sta bene, ora si è addormentato... credo abbia subito uno shock, ma si riprenderà presto.- la rassicurò candidamente Fujio, sorridendole.

-Portalo al castello dei maghi...- sussurrò prendendo una mano del ragazzo e stringendola tra le sue, leggermente tremanti. -Per favore...- aggiunse guardandolo negli occhi.

-Sì, ha ragione lei...- aggiunse con dolore Hazuki, inginocchiandosi accanto al ragazzo.

-Ok...- sussurrò lui, poco contento. Circondò le spalle della sua violinista e le scoccò un lieve bacio sulla fronte.


Onpu si avvicinò al viso di Tooru e sovrappose le sue labbra con quelle del ragazzo dai capelli blu, accarezzandogli anche la guancia.

Al contatto Tooru si destò leggermente, ma gli sembrava un sogno incredibile e non fece altro che sorridere e riassopirsi pesantemente.

-B-bene... Onpu-chan, dovremmo andare...- la interruppe Hazuki, imbarazzata dalla scena.

-Oh, certo... l'ombra... sarà andata da Doremi-chan... Fujio-kun, mi raccomando!- si alzò e diede una pacca sulla schiena al castano e prese la violinista per mano. -Volando faremmo prima...-

Diede loro il tempo di salutarsi e poi prese l'amica per i fianchi, librandosi verso il castello e salutando il mago che si stava adoperando per svegliare delicatamente l'amico.

-Dobbiamo muoverci...- esclamò Onpu, accelerando.

-Ma non sei stanca?- chiese preoccupata l'amica.

-Hadzuki-chan, Hadzuki-chan... non preoccuparti! Piuttosto, quale Daark credi sia?-

-Credo il quarto... mi è parso di vedere un quattro sulla sua maschera...- disse la castana, stringendo il bimbo tra le braccia ancora più forte.

-Allora Doremi-chan ha a che fare col primo! Speriamo che Ai-chan sia intervenuta...-



I capelli di Doremi erano sciolti, i lacci erano stati lacerati e le ciocche vermiglie erano tutte sparse intorno alle spalle; il fiato era corto, la fronte sudata e i vestiti lacerati... per non parlare delle braccia graffiate e delle mani sporche di sangue e polvere. In pochi secondi quell'essere l'aveva colpita più e più volte, provocandole ferite lievi ma che bruciavano intensamente. Sperava che almeno Akatsuki-kun fosse salvo e che l'avessero trovato i suoi amici... forse non riusciva a contrattaccare perché troppo impegnata a pensare a lui e alla sua frattura grave, non riusciva a focalizzare il nemico anche se una parte di lei avrebbe voluto.

-Alla fine non sei per niente all'altezza! Le tue amiche sono molto più brave di te!- la prese in giro, avvicinandosi con cattiveria e facendo volare verso la ragazza una forza oscura che piano piano le stava succhiando le energie...

Il suo corpo stava piano piano perdendo linfa vitale, sentiva qualcosa di oscuro crescere in lei e non aveva la forza di fermarlo.

Poi una voce le rimbombò nelle orecchie, forte, energica e grintosa: -Doremi-chan! Non arrenderti... Akatsuki-kun è con Leon, stanno tornando a casa! CORAGGIO!-

La rossa era in ginocchio, con la schiena in avanti e il capo chino, però non appena le parole le arrivarono in testa, subito questa nube nera che stava crescendo in lei si dissolse.

Si alzò a fatica e guardò quella maschera con occhi fiammeggianti, unendo le mani a coppa e facendone brillare dentro uno strano liquido rosso, molto più chiaro del sangue.


Aiko intanto stava fissando la sua amica così concentrata e ne ammirò la determinazione, lo sguardo nuovamente rinvigorito. Socchiuse gli occhi e le donò la sua energia, sperando che la potesse aiutare, rinvigorire.

Dopo poco anche Hazuki e Onpu si unirono all'amica dai capelli blu e capirono che Doremi aveva bisogno di loro: subito si prodigarono per passare l'energia necessaria per poter battere l'ultimo loro ostacolo.


Doremi si voltò e vide le sue tre amiche vicine a lei, con gli occhi chiusi, pronte a donarle ogni possibile briciola di forza, così tornò a concentrarsi e il liquido ben presto divenne bianco e lucente, pieno d'amore e di speranza.

Daark intanto aveva attaccato più volte, senza però averla mai colpita veramente, come se gli fosse impossibile o come se i suoi colpi fossero fatti di niente; cercò di aumentare la potenza, ma il risultato fu lo stesso, inutile spreco di energie.

La ragazza sorrise di quei tentativi e di quella voglia di farcela, poi gettò in alto il liquido che si divise in mille bolle e si bloccò in aria rilucendo brillantemente; dopo pochi secondi di sospensione, volarono dritte sulla maschera di Daark e la spezzarono con forza, facendo cadere polvere dorata a terra.

Subito l'essere cadde a terra e cominciò a urlare, per poi trasformarsi proprio come aveva fatto poco prima Daark IV.

-Doremi-chan!- urlarono le amiche, agitando le mani e correndole incontro.

-Minna!- sussurrò prima di svenire per lo sforzo; fortunatamente Aiko la prese in tempo e la appoggiò a terra con delicatezza, appoggiandole la testa sul suo grembo, mentre Onpu correva a raccogliere il bimbo che piangeva e si agitava rumorosamente.

-Chissà dove sono finiti tutti...- sussurrò preoccupata Hazuki, sedendosi con ancora in braccio il bambino, guardandosi intorno.

Dopo la frase una forte esplosione fece saltare in aria diverse porte, da cui uscirono streghe preoccupate e i sensei molto apprensivi.

-Ragazze! Ragazze! State bene?- domandò Kiyota prima di vedere Doremi a terra. Spalancò gli occhi e impallidì come mai gli avevano visto fare.

-Sta bene... sta bene!- cercò di tranquillizzarlo Aiko, sorridendo.

-E' MORTA!!!- urlò questo in risposta.

-NON E' MORTA! STA DORMENDO, BAKAAAA!- esclamò con un tono un po' più potente del solito.

-Ah sì?- chiese con le lacrime agli occhi e la bocca aperta.

-Sì, non vedi che respira?- gli fece notare Hazuki, indicandole il petto che si alzava e si abbassava regolarmente e lentamente.

-Pfiuuu...- sospirò sollevato, sedendosi a terra e sorridendo allegro.

-Scusate, ma questi bimbi?- chiese ironica Onpu, mettendo sopra il naso del sensei di Doremi il piccolo Daark, ora tranquillo.

-Cosa...? MA SIETE MAGNIFICHE!!!- prese il bimbo tra le braccia e saltò in piedi guardando con adorazione la Harukaze.

-Prendete...- anche Hazuki diede il bimbo al sensei e si inginocchiò vicino all'amica, che sbuffò sonoramente alla confusione che si era creata.

-Chissà come starà Tooru-kun...- si chiese preoccupata Onpu, guardando il cielo che cominciava a schiarirsi lentamente.

-Cosa è successo?- chiese Aiko, spostando una ciocca vermiglia dalla fronte dell'amica; Onpu si avventurò in una descrizione dettagliata degli avvenimenti, non tralasciando nulla... se non il dolce bacio finale, che puntualmente si ricordò di raccontare Hazuki.

-Onpu-chan sei proprio audace... e ne approfitti anche quando è svenuto!- la riprese ridacchiando la blu.

-Ai-chan!- Onpu si voltò nuovamente, imbarazzata per le insinuazioni non così inesatte dell'amica.

-Scherzo, scherzo...- rispose subito, ridendosela sotto ai baffi.

-Non mi sembra proprio... piuttosto con Leon-kun?-

-Già, con Leon-kun?- rinfrancò la violinista, sorridendo poco rassicurante e con la luce maligna negli occhi.

-Che-che-che cosa vorreste i-i-i-insinuare?- balbettò, diventando rossa.

-Avete fatto pace?-

-Magari con l'ennesimo bacio!- sussurrò Onpu, vendicativa per le parole di prima.

-NON CI SIAMO BACIATI!-

-Purtroppo...- una voce alle sue spalle concluse la frase con una certa amarezza nel tono, con un mezzo sorriso però stampato sul volto.

-L-L-L-Leon!-

-Adesso lo chiama “Leon”... tra pochino sarà “amore” o “tesoro”...- sussurrò malignamente la viola all'orecchio della castana che annuì convinta.

-Come sta Akatsuki-kun? Pensavo ti trattenessero!- esclamò la Senoo, ignorando le due amiche che tornarono serie.

-Sta bene, credo... l'ho messo a letto e prima di andare mi sono assicurato che lo trovassero... ho tardato perché ho incontrato Fujio-kun e Tooru-kun, ho aiutato a mettere quel testone a letto e sono riuscito a scappare, mentre Fujio-kun è stato beccato...- fissò dispiaciuto la castana, poi tornò a fissare gli occhi brillanti ma stanchi della blu.

-Dovresti riposare...- le disse apprensivo.

-Non sono stanca...- obiettò lei velocemente.

-Sicura? Hai una faccia bruttissima!-

-Grazie...- rispose lei, poco contenta dell'aggettivo usato per descriverla.

-Perché non andate a fare una passeggiata?- propose Onpu, prendendo Doremi per le braccia e alzandola. Sembrava stare in piedi, così le passò una mano sulle spalle e la condusse lentamente nella camera sua e di Aiko, visto che quella sua e di Hazuki era distrutta.

-Ma io...- sussurrò la blu, alzandosi lentamente.

-Ai-chan! +____+-

-Vado! Leon...-kun... andiamo?- senza aspettare una vera e propria risposta uscì dalla stanza, diretta alla riva del lago.

-Aspettami!- le disse, raggiungendola a fatica.

-Poi sono io la stanca...- borbottò scendendo gli scalini velocemente.

-Sei pazza, il che è diverso.-

-Brutta e pazza... che ci troverai in me!- commentò sarcasticamente, dopo essere uscita dal grande portone.

-Non intendevo che sei brutta... però permalosa lo sei!- le fece notare, affiancandola e passandole un braccio sulla spalla.

-Lasciami...- esclamò con poca convinzione.

-No!- sussurrò convinto, annuendo energicamente con la testa.

Lei non aggiunse nulla, si limitò a camminare a testa alta in realtà felice di quel contatto. Si mise a pensare al suo futuro: cosa avrebbe fatto ora che avevano sconfitto quegli esseri? Aveva qualche dubbio, voleva conoscere la loro storia, ma il passato non poteva certo darle il futuro e aveva paura di essere abbandonata anche da questo mondo.

-Che hai?- domandò il biondo, osservando la faccia della ragazza.

-Pensavo...-

-A cosa, di grazia?- domandò irritato dalla poca loquacità della mora.

-Al mio futuro!- disse fermandosi di botto e osservando i raggi del sole brillare sul lago, che producevano un effetto da paura.

-Cioè?-

-Cosa farò ora? Dopo aver sconfitto quei tizi non so come potrò rendermi utile...- si sfogò appoggiando la testa sulla spalla del biondo; dopo un attimo di immobilità assoluta, Leon la strinse tra le sue braccia e le accarezzò i capelli lucenti.

-Vieni a stare con me! Casa mia è grande, spaziosa... poi non devo più sposarmi con Kumiko-chan, perciò potremmo... beh... sì...- non terminò la frase poiché si accorse che il respiro della Senoo si era fatto regolare ed era immobile; la guardò e notò che gli occhi erano chiusi, mentre la bocca era leggermente aperta e il corpo si era fatto più pesante: dormiva.

“Che tipa!” si disse prendendola in collo, per poi sdraiarla a qualche metro di distanza... le si mise di fianco e si assopì anche lui, stanco come non mai.



Erano passati diversi giorni da quando era tutto finito, la pace regnava sovrana e molte cose stavano cambiando; Akatsuki aveva riportato una frattura scomposta che lo avrebbe tenuto a letto per un mese, perciò niente cerimonia di incoronazione. Tooru si era ripreso completamente, ballava e aveva ricominciato a fare il divo. Kumiko aveva lasciato il palazzo della regina ed era tornata a casa, scusandosi più volte del suo comportamento oltraggioso. I sensei erano tornati nei loro villaggi, salutando calorosamente le guardiane con la promessa di scrivere loro tante e tante lettere.

Naturalmente i piani segreti e la visita dei FLAT4 al castello non rimase impunita, e i quattro furono segregati per tutta la convalescenza di Akatsuki nel castello, senza poter ricevere visite, anche se avevano la possibilità di scrivere lettere!


“Cara Aiko,

Come stai? Qui mi annoio... Akatsuki-kun non intende guarire in fretta, nonostante tutti i miei riti di magia e le mie preghiere! Papà mi sta col fiato sul collo (ti saluta!) e almeno mi lascia in pace per scriverti un paio di righe.

Che noia le lettere... voglio vederti assolutamente! Preferisco i tuoi occhi a questo scialbo pezzo di carta. Poi sai, abbiamo un paio di conti in sospeso...

Vado, sento i passi di quell'uomo oltre la porta e sono certo che sta per entrare nella stanza.

Daisuki.

Tuo Leon”


Aiko lesse un po' preoccupata quella missiva, perplessa per i “conti in sospeso” che non si ricordava di avere con quel biondo. Non aveva voglia di scervellarsi, così prese penna e foglio e rispose velocemente:


“Leon,

Sei un mago, dovresti sapere che queste cose non funzionano! Bah... tuo padre fa bene a tenerti sott'occhio, e sinceramente gli sono grata, così non ti cacci nei guai (ricambia il saluto!).

Ma di quali conti in sospeso stai parlando? Io non ho debiti nei tuoi confronti.

Ciao da Aiko”


La lettera non tardò ad arrivare e il biondo si irritò per la freddezza della ragazza nei suoi confronti.


“Stupida!

Come ti permetti di essere così fredda? Io ti dico che ti voglio bene e tu nemmeno lo noti?! Bah... comunque i conti in sospeso sono: un bacio e una sfida a pallacanestro!”


E andavano avanti così, botta e risposta, senza stancarsi mai né di stuzzicarsi né di scriversi... d'altro canto c'era da dire che un mese era un sacco di tempo e che non potevano non sentirsi!




“Mancano due settimane!” Doremi cerchiò di rosso il numero che indicava la data del giorno, sospirando con forza e rileggendo le varie missive sentì il cuore mancarle di qualche battito... rileggeva lentamente ogni bella frase, riguardando le lettere scritte con un carattere fine e elegante, ammirava il modo in cui scriveva giapponese e della bellezza e assonanza che metteva in ogni frase.

Ogni giorno non faceva che ripensare alla notte dell'attacco, alla morbidezza delle sue labbra e ai teneri baci che le aveva dato sulle dita; anche alle parole leggere che gli aveva detto, aveva sbagliato tono, aveva sbagliato a dire quelle parole poco calibrate e inesatte.

Voleva chiarire a tutti i costi, voleva dirgli quanto il suo cuore ardesse per lui.

-Doremi-chan! Posta!- si affacciò nella camera Hazuki e le consegnò una busta di carta gialla con scritto il suo nome.

-Grazie!- aprì un lato del quadrato giallo e vide che c'erano delle foto, erano una decina e ritraevano i FLAT4 in diverse pose buffe, tutte reali.

Prese la prima e vide Akatsuki a letto con il gesso bianco con qualche disegnino sopra, che spuntava da sotto le lenzuola candide; aveva in mano un giornale che ritraeva in prima pagina le foto delle Ojamajo e lui che leggeva un articolo con aria corrucciata e stranamente triste.

La seconda era di Tooru e di Leon che cantavano al karaoke allestito in una stanza del castello, portavano dei kimono maschili di colore grigio-blu e avevano una parrucca stile anni '70 con un fiocchetto in cima, i microfoni a distanza esagerata dalla bocca e i fili tesi da quanto erano distanti dalla televisione. In un angolino vi erano Akatsuki e Fujio con delle espressioni abbattute e rassegnate, con la testa tra le mani e i gomiti appoggiati sulle ginocchia.

Un'altra vedeva Leon con un rosario buddista tra le mani, un sutra sulle spalle e i capelli sciolti, la bocca e gli occhi chiusi; notando attentamente si poteva vedere il chakra scarlatto disegnato sulla fronte e un pezzo di gesso e di piede di Akatsuki.

“Questa la deve vedere Ai-chan!” si disse con le lacrime agli occhi.

Poi osservò le altre, ridacchiando ad ogni espressione strana o ad ogni situazione assurda. Poi un biglietto uscì fuori dalla busta e recava poche semplici parole.

“Spero ti possano divertire! Daisuki

Akatsuki”


Si strinse il biglietto all'altezza del cuore e urlò:

-AI-CHAAAAAN! DEVO FARTI VEDERE UNA COSA!-



“Una settimana! Che situazione assurda... io che aspetto per poter vedere un ragazzo! Che storia incredibile! Eppure...” Onpu era nel letto a due piazze che aveva richiesto, e si rigirava tra le lenzuola morbide e profumate, pensando a quanto si sentisse stupida ad attendere un giorno con tanta trepidazione.

“Me ne sto qua ad annoiarmi mentre potrei fare qualcosa di più utile... tipo... tipo...” pensò scervellandosi e non concludendo molto.

Guardò l'orologio sul comodino e si accorse che era ancora mattina presto, troppo presto per alzarsi e per fare qualunque cosa; sospirò e accese la luce del comodino, osservando uno spartito che era scribacchiato su un fogliaccio, con alcune parole annotate sotto e di lato. Lo prese e lo continuò, come ispirata da quel momento di ozio totale; si sedette appoggiando la schiena sulla testiera del letto e chinando il capo sul grembo, mentre intonava le note già scritte.

In meno di un'ora aveva scritto una strofa, e ne era fiera... certo, una canzone non è composta da una strofa, però quei momenti di ispirazione erano fantastici e allietavano un'attesa altrimenti stressante.


-Onpu-chan!- un ticchettio alla porta accompagnò il richiamo di Aiko, che doveva svegliare l'amica per la colazione.

-Avanti!- fece scattare la maniglia e entrò piano piano, trovando la viola sulla scrivania che, china, stava scrivendo.

-Lettera a Tooru-kun?- domandò sorniona la blu, rimanendo sullo stipite.

-No, no... una canzone!-

-Wow! Tornerai a cantare?-

-Lo spero tanto...- sussurrò perdendosi nel suo mondo.

-Quando vuoi, la colazione è in tavola.- disse apprensiva Aiko, voltandosi lentamente.

-Grazie, scendo tra poco...-

Finì di scrivere un bigliettino e lo inserì in una busta, chiudendola poi; la mise in tasca e scese a fare colazione, scrivere le aveva messo un certo appetito.



-Domani...- sussurrò Hazuki al suo gattino che se ne stava acciambellato sulla sua pancia e faceva le fusa.

-Kucchan, domani lo conoscerai! Ti piacerà un sacco!- gli grattò un orecchio con dolcezza e pensò a quanto facesse piacere a lei rivederlo.

Poi fece vagare la mano sulla coperta di lino e sorrise della morbidezza del tessuto, pensando a quanto si sentisse sola; una leggera lacrima le solcò la guancia arrossata, mentre se ne stava inerme e dritta sul suo letto, nella stanza che le era stata data dopo l'ultima battaglia... anche quel micio era arrivato dopo le sue avventure e i suoi vestiti erano nuovi... si sentiva così fuori luogo! Le tende intanto svolazzavano allegre, inondate da un raggio di sole birichino che solleticava anche il bordo del letto.

In quel momento di pigrizia, come ormai aveva ritagliato tutti i giorni poiché non aveva molto da fare, non si accorse nemmeno che Kucchan aveva aperto gli occhi verdi e la stava guardando curiosamente.

Era sì immobile, ma quegli occhi scrutavano con aria famelica ogni movimento dei capelli castani, ogni piccolo riflesso che brillava negli occhiali tondi.

Lei però non osservava quelle pozze smeraldine, troppo concentrata a guardare il raggio di sole che colpiva il bordo del letto... con un movimento velocissimo Kucchan si mise in piedi e balzò addosso alla padrona, graffiandole con una zampa il vetro degli occhiali e con l'altra la guancia destra, prima di prendere a mordicchiare una ciocca castana che era libera sulla spalla della ragazza.

-Kucchan!- esclamò lei, spaventata da quello strano comportamento, accarezzandosi la ferita sulla pelle candica.

Il gatto in risposta miagolò e soffiò poco felice; scattò indietro e scese dal letto, muovendo nervosamente la codina.

“Che gli sarà preso?” si disse alzandosi per andare a disinfettarsi il graffio. Gli occhiali erano integri, gli artigli di quel cucciolo non potevano graffiare il vetro, ma la sua guancia era rossa e rigata da tre graffi poco profondi ma dolorosi.

Si ripulì la ferita e vi applicò sopra un cerotto molto grande color carne, storcendo la bocca per il fastidio che le aveva creato.

Un altro miagolio di Kucchan e sobbalzò dalla paura... il gattino si stava strusciando allo stipite mentre osservava la padrona dagli occhi sgranati...

-Kucchan sei un gattino cattivo!- lo rimproverò agitando il dito indice con veemenza, guardando gli occhi verdi brillare profondamente.

Si abbassò e tese una mano per accarezzarlo, aspettando che l'animale si avvicinasse di sua iniziativa... e parve funzionare, infatti Kucchan si stava strusciando alla mano gentile, annusandola spesso e abbassando le orecchie mentre faceva le fusa. Poi un altro scatto lo fece saltellare verso il cesto dei panni sporchi per prendere un calzino color panna tra i denti e trascinarlo via.

-Kucchan! Ridammi il calzino!- ordinò inseguendo il cucciolo.

Questo in risposta si infilò sotto al letto e miagolò felicemente, quasi si facesse beffe della dolce Hazuki.

-Avanti... esci fuori... Kucchan!- si abbassò e lo vide mentre si faceva le unghie sull'indumento, tutto orgoglioso.

Senza pensarci due volte Hazuki lo prese per una zampina e lo trascinò fuori... aveva in pugno il calzino quando un altro graffio le ferì il dorso della mano e la fece ritrarre subito da quella bestiola.

-Ahiooo...- pigolò la ragazza soffiando sulla ferita.


Andarono avanti così per almeno due ore, ormai Hazuki non faceva nemmeno caso ai graffi, anche se acchiappare quel piccolo demonietto si dimostrò più difficile del solito.

Dopo l'ennesimo tentativo era riuscita a fregarlo, sfilandogli il calzino dalla bocca... vittoriosa saltellò per la stanza, poi si accorse che non poteva festeggiare visto che ormai quell'indumento era sfilacciato e rovinato fino all'inverosimile.

Lo gettò a terra e poco dopo si buttò sul letto, stanca morta. Il micio le si appallottolò di fianco alla spalla, socchiudendo gli occhi con lentezza; la ragazza gli passò una mano sul pelo corto e lucido, poi sorrise contenta e sussurrò un tiepido: -Arigatou...- prima di addormentarsi distrutta.



-Minna! Siete pronte?- domandò giuliva Doremi, mettendosi lo zaino in spalla e sorridendo allegra.

-Uff...- sussurrò Aiko, mascherando la felicità con una smorfia poco contenta e contrariata.

-Ai-chan è inutile che cerchi di fare la dura... sei stata quella che ha ricevuto più lettere! Chissà che frasi dolci vi sarete scambiati tu e Leon-kun!- la prese in giro Onpu, dandole lievi botte all'avambraccio con il gomito.

-Ma cosa farnetichi? Figuriamoci se mi metto a scrivere lettere d'amore...- rispose orripilata.

Le tre ridacchiarono e entrarono nella carrozza.

Irritata da quelle prese in giro la blu si limitò a sbuffare e le seguì con le braccia incrociate al petto e lo sguardo rivolto altrove.

Stavolta si sarebbero mobilitate loro perché nonostante Akatsuki non avesse più bisogno del gesso, aveva la gamba debole e lo era lui stesso per via del riposo obbligatorio somministratogli dal dottore.


-Che bello!- esclamò Doremi con gli occhi brillanti mentre solcavano i cieli a velocità sostenuta; avevano appena sorvolato il villaggio di tutte le loro amiche streghe, gremito di gente come al solito e allegro, illuminato dalla luce del sole.

-Già!- sussurrò Onpu, guardando lo stesso punto.

-Il viaggio non sarò lungo, tenetevi forte!- disse la cocchiera, istigando i cavalli volanti ad accelerare la loro corsa.

Onpu e Doremi rimisero la testa dentro alla carrozza e risero senza un vero motivo... solo per la voglia di farlo.

-Voi siete matte!- commentò Aiko, ancora in po' imbronciata.

Hazuki sorrise all'amica dai capelli blu e le posò una mano sulla spalla, in maniera comprensiva.

-Hum?- biascicò al contatto, sorpresa.

-Ai-chan sei troppo timida... non devi preoccuparti del nostro giudizio, Leon-kun è un ragazzo perfetto per te...- le spiegò subito la castana, sempre sorridente.

-Grazie!- rispose sarcastica. -Vuol dire che mi vedete benissimo con uno stupido esaltato!- il suo malumore peggiorò, non pensava che il biondo fosse solo uno “stupido esaltato”, però quando era arrabbiata rispondeva solo così, in maniera del tutto negativa.

-No, noi pensiamo che ti si addica perfettamente per il suo carattere aperto e solare...- intervenne Doremi.

-Già, poi è spontaneo e carino... non credo sia poi così stupido!- disse Hazuki.

-Sulla stupidità ho i miei dubbi!- si intromise Onpu, beffarda.

-Come?- chiesero le tre, Aiko aveva alzato la sua voce di almeno un'ottava.

-Sì, scegliere Ai-chan come ragazza... non mi sembra molto furbo!- disse ridendo, portandosi dietro anche le risate delle altre tre.

-In effetti!- ammise Aiko, con le lacrime agli occhi.

-Non fare la sciocca... siete perfetti! Ma ve li immaginate i loro bimbi?! I capelli di Leon-kun e gli occhi di Ai-chan... o il contrario! °Sììììì! *ç* ndS°- esclamò sdolcinata Doremi, sognante.

-B-B-B-BAMBINI?- urlò shockata Aiko, in preda ad un rossore fortissimo a alla voglia di sprofondare sotto terra.

Continuarono a ridere, spostando presto le loro prese in giro a Doremi, per un viaggio corto, ma intenso.


Di questi viaggi se ne sarebbero susseguiti molti altri, sia dall'uno che dall'altro fronte... ormai quelle quattro coppie erano inseparabili.


Fine


BUUUUUUUUUUUUUUH!!! CHE FINALE DEL CAVOLO!!! BUUUUUUUUUUUUUUH!!! ndTuttiILettori-che aspettano questo capitolo da secoli ormai-

Scusate! ç____ç ndSamy

NO! ALLA GOGNA! NdTutti

ç_____ç ndSamy

FORCA! FORCA! FORCA! NdTutti


Minnaaaaa! Perdonatemi per questo finale orribile, ma non volevo che l'ispirazione scemasse alla fine, così lo concludo qui! E chiedo perdono per questo ritardo incredibile, ma davvero non riuscivo a concludere °non che ora sia bello il finale! NdTutti Lo so... ç___ç ndS°... naturalmente scriverò un altro capitolo °Fai harakiri, mostro che non sei altro! NdKYA Dopo di voi, sgorbi! NdSamy°, e giuro che arriverà presto perché le vacanze di Natale sono alle porte! *____*

Poi volevo scusarmi con i/le fans di Poppu e Momo-chan, che non hanno avuto il piacere di leggere °o fortuna, dato il pasticcio che è questa fic° le loro eroine... nella prossima fanfic ci saranno! +____+

Poi chiedo perdono anche alle fans di Kotake, Yada e Anrima, se le ho insultate in qualche modo, offendendo i loro idoli °Ci stai chiedendo scusa? *___* ndKYA No! Sia mai! Io chiedo scusa ai lettori... di voi non me ne frega un accidente! NdSamy°.

Passiamo ora alla parte più bella: i ringraziamenti!

  1. Alle mie due nee-chan del cuore, a cui voglio un sacco di bene. E' grazie a loro se la mia mente deviata ha partorito l'ennesimo capitolo.

  2. Ai lettori (cioè lettrici), che hanno sempre lasciato un commento con i loro complimenti e pensieri. Grazie di cuore a: Alissyachan, TITTIVALECHAN e a Ale03.

  3. A Kana_chan e a GinevraMalfoy90 per avermi messa tra i preferiti (c'è anche Vale-chan, ma tanto l'ho ringraziata prima)

  4. A tutti coloro che leggono e che mi hanno seguita con costanza e nell'ombra.


Arigatou...

Baci, Sayuchan/Samy

  
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