2) Nursing

Levy stava sbuffando da quasi cinque minuti. Stava curando a Gajeel le lievi – e il ragazzo ci teneva a sottolineare lievi – ferite che si era fatto quando quella mattina era stato coinvolto in una rissa con Natsu e Gray. All'inizio le lesioni più gravi che aveva avuto erano state le nocche scorticate per i troppi pugni dati a quei due idioti, ma poi, quando era intervenuta Erza, lì sì che la cosa si era fatta pericolosa. In quel momento era pieno di lividi di cui uno in un posto che non aveva voluto far vedere a nessuno, neanche a Levy. Diciamo solo che gli era difficile sedersi...

La ragazza sbuffò di nuovo al di sopra dei rotoli di bende, per palesare il suo scontento al mondo.

«Gamberetto, scusami!» esclamò Gajeel.

Sbuffò ancora una volta.

«Dai, almeno parlami!»

Sbuffo.

«Sei così offesa?»

«E me lo chiedi?» si degnò di urlare lei «Tutte le santissime volte che vai alla Gilda finisci in questo stato e chi è che ti deve curare, dato che tu non sai farti neanche una fottutissima fasciatura da solo? Io!»

«Ho una brutta influenza su di te, eh? Hai appena detto 'fottutissima'!» sogghignò.

Lei lo fulminò con un'occhiata.

«È che sono stufa di questa situazione!»

«Dai, gamberetto! Giuro la prossima volta non lo farò più»

«Certo che non lo farai più! Perché se no le bende te le dovrai mettere da solo!»

Gajeel fece finta di essere preoccupato. Andava sempre così: lei urlava un po' e lo minacciava, lui si scusava e poi tutto ritornava come prima, con lei che gli faceva da crocerossina e lui che la chiamava gamberetto. Sicuramente sarebbe andata così anche quella volta. O forse no...

Quella sera Gajeel, del tutto dimentico dei lividi eccetto di quello in quel punto lì, era pronto per una sana sessione di sesso tonificante con Levy. Era sdraiato sul letto, pronto ad accogliere la ragazza con tutte le attenzioni del caso e quando la fidanzata entrò nella camera e si sdraiò accanto a lui, praticamente si tuffò a pesce su di lei per coinvolgerla in un bacio passionale. Stava dando del suo meglio per farle capire quanto avesse voglia di “giocare al dottore” insieme a lei, quando la ragazza si staccò con un sorrisetto che non gli lasciava intendere niente di buono.

«Forse è meglio che per stasera ti riposi. Le ferite sono troppo profonde» disse accarezzandogli i capelli con fare materno.

“Eh no! Tutto meno lo sciopero del sesso!” pensò Gajeel con rabbia.

«Ma io sto benissimo!» rispose reggendole il gioco.

«Anche con quel livido enorme sul sedere?» chiese, angelica.

“Ma guarda che... fa pure la finta innocente! Questo non è il gamberetto che conosco!”

Il ragazzo si chiuse in un silenzio offeso.

«Dai! Sono sicura che entro la prossima settimana tutto sarà a posto!» fece lei, incoraggiante.

“La prossima settimana?! Io non ce la faccio ad aspettare così tanto!”

«Buona notte!» disse Levy, ancora sorridendo e girandosi per spegnere la luce.

«E no! Col cazzo che mi dai la buona notte!» urlò Gajeel frustrato, riaccendendo la lampada.

«E che cosa dovrei fare?»

«Smetterla di fare la finta santarellina, tanto per incominciare!»

«Io non so di che cosa parli!» esclamò facendo una smorfia offesa.

«Sì certo, come no! Ti stai solo vendicando per la rissa!»

«Che cosa stai dicendo?»

«Che stai facendo sciopero del sesso perché mi hai dovuto curare quei quattro lividi!»

«Davvero pensi questo?»

La sua voce era... ferita?

«Certo!» disse Gajeel spalancando le braccia con fare ovvio.

«Allora vattene fuori da questa stanza, dato che non ti fidi di me» ordinò secca, con il tono carico di delusione.

«Che cos...»

«Fuori!» strillò con gli occhi pieni di lacrime.

Il ragazzo spalancò la bocca, sorpreso. Davvero era stata sincera fino a quel momento?

«Levy...»

«Ti ho detto di andartene!» gridò ancora una volta.

Si girò dall'altra parte e si raggomitolò su sé stessa come un piccolo riccio.

Gajeel ignorò il suo comando e si avvicinò a lei abbracciandola da dietro. Levy provò a divincolarsi dalla sua presa, ma il ragazzo era troppo forte e dopo un po' lasciò perdere.

«Stupido Gajeel!» mugugnò, sempre dandogli le spalle.

Lui inghiottì il fastidio (odiava essere chiamato stupido) e si sforzò di sorridere, anche se lei non lo poteva vedere.

«Sì lo so» rispose «Mi perdoni?»

Lei sbuffò con un mezzo sorriso sulle labbra, intenerita.

«Solo se mi prometti che non ti picchierai più con Natsu e Gray per almeno tutto il resto della settimana»

«Così sei crudele, donna! E se mi danno fastidio?»

«Vorrà dire che li ignorerai»

«La fai facile tu...» borbottò Gajeel «E va bene!»

Levy si girò verso di lui e gli posò le labbra sulle sue.

«Perdonato» sussurrò voltandosi di nuovo dall'altra parte «Buona notte»

«Buona notte, gamberetto»

Subito dopo lei si addormentò tra le braccia del ragazzo che ghignò soddisfatto.

Andava sempre così, ormai era un eterno circolo: lui faceva qualcosa di stupido, lei si arrabbiava, lui le chiedeva scusa, lei lo perdonava e tutto ritornava come prima.

Angolino di Lily:

Ehilà!

Eh sì sono ancora qua ^-^

Per prima cosa volevo ringraziare tantissimo le ragazze che hanno recensito il capitolo scorso e anche quelli che hanno letto soltanto.

Poi grazie mille anche a Lu-chan perché sì e a Helena, Erza, Kytalpha e Miriam che mi seguono anche su facebook <3

Spero che vi sia piaciuto anche questo capitolo e se mi lasciate un commentino anche piccolo, mi farete tanto felice.

A domani

Lily