Crossover
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Autore: Suikotsu    04/12/2008    3 recensioni
Un malvagio negromante cerca di impossessarsi degli artefatti più potenti del creato per realizzare i suoi diabolici scopi: quattro eroi, riuniti dalla volontà degli dei, uniranno le loro forze per sconfiggere lui ed i suoi spietati generali. Mentre la guerra infuria, un potentissimo elfo corrotto, seguendo la volontà del suo dio, ha liberato un terrificante esercito di demoni, per poi stringere un'alleanza con gli elfi oscuri.
Questa è la mia prima fic: all’inizio sembrerà un po’ banale, ma ci saranno numerosi personaggi e alcuni colpi di scena; consigliata a chiunque piacciano le storie ricche di combattimenti. Se vi ho incuriosito leggete, e lasciate un commentino!(ma non siate troppo severi)
Ho messo “non per stomaci delicati” perché le scene di combattimento spesso sono violente.
Importante: se dovessi commettere dei plagi fatemelo sapere. Grazie!
Genere: Avventura, Azione, Fantasy | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Anime/Manga, Libri, Videogiochi
Note: AU, Cross-over, OOC | Avvertimenti: Violenza
Capitoli:
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CAPITOLO 46: IL VIAGGIO

Note: Nelle ultime righe ci sarà un pezzo con abbastanza parolacce. Se non le gradite, passate oltre.
Voglio ringraziare:
XIllidan: Beh, non sono molto esperto in quel genere, ma magari migliorerò!
XBankotsu: Strano dici? Perché?


Kagekiyo ed i suoi due compagni erano in viaggio già da alcuni giorni; durante il tragitto avevano subito un paio di attacchi da parte dei banditi.
“Lo sapevo che non dovevamo andare in giro vestiti elegantemente!” - disse seccato il samurai.
“E dai, quante storie, in fondo ci siamo un po’ tenuti in allenamento!” - ridacchiò Munenori.
“Ma abbiamo perso tempo prezioso, per non parlare di quasi tutti i servi!”
Infatti dei dieci goblin che erano partiti con loro solo uno si era salvato.
“Capo, il fatto è che tu prendi le cose troppo sul serio. Si tratta solo di pochi minuti! E poi tra poco troveremo un nostro campo, lì vicino c’è una città che i nostri uomini dovrebbero avere già conquistato.”
Il samurai sospirò.
“Lo spero per loro. Io non sopporto i ritardi!”
“Ha ha! Dai su! Rilassati! Cantiamo insieme! Vola la mia mente…”
“NO! Qualunque cosa, ma non questo!”
“L’assoluto di un amore può…”
Il samurai sferrò una sberla al ninja disarcionandolo.
“Aio… ehi, calmo, metti via la spada!”
“Fratello Kagekiyo, lui ci serve!”- intervenne Moritoshi.
Kagekiyo era sul punto di colpire il commilitone, poi si voltò e picchiò con un pugno il goblin sulla testa: benché protetto dall’elmetto, il mostro cadde a terra con il cranio spaccato.
“Proseguiamo.”
Dopo poche ore i tre arrivarono in vista dell’accampamento degli orchetti.
“Hum…la città sembra in buono stato…fin troppo buono…”- commentò il comandante mentre si avvicinavano.
Dall’alto di una torretta, un orchetto stava scrutando l’orizzonte, nel caso qualcuno avesse tentato di aiutare la città.
Il mostro trangugiò un sorso di birra, poi tornò a guardare: la bevanda gli andò di traverso; controllò di nuovo, non poteva sbagliarsi, erano proprio dei membri della squadra dei sette che si dirigevano all’accampamento!
In preda al panico, suonò la campana e dette l’allarme.
Dopo lo stupore generale, molti soldati si affrettarono a organizzarsi, ma ormai era tardi.
I tre generali arrivarono a destinazione.
Gli orchetti erano sull’attenti, evidentemente tesi: Kagekiyo aveva fama di avere un carattere tremendo, e di non avere mai pietà per nessuno, a parte suo fratello.
Il samurai si guardò intorno.
“Chi è il responsabile di questo accampamento?”- chiese con voce stranamente calma.
Un grosso uruk-hai si fece avanti.
“I…io, signore.”
L’umano scese da cavallo e fissò il subordinato negli occhi.
Benché fosse più alto e grosso, l’uruk-hai deglutì sotto il suo sguardo di ghiaccio.
“Perché quella misera città è ancora in piedi?”
“Perdonatemi mio signore, i miei soldati sono degli incap…”
Kagekiyo gli fece cenno di tacere.
“Prima regola del comando: ogni cosa è colpa tua.”
Il samurai girò intorno al sottoposto.
“Soldati numerosi…deboli, ma numerosi… e non avete ancora espugnato una misera cittadina?”
“Perdono! Non ci sono scuse!”
“Giusto. Non ci sono scuse.”
Dal tono si capì che il samurai aveva qualcosa in mente.
Senza preavviso, e con una tale velocità che solo i suoi due compagni notarono il colpo, sferrò un pugno sul volto dell’uruk-hai, spezzandogli il collo.
Sul campo calò il silenzio.
“Che sia d’esempio per tutti voi! Ora io, Munenori e mio fratello Moritoshi espugneremo la città, e vi mostreremo come si combatte.”
Gli orchetti si guardarono un po’ stupiti: in tre volevano attaccare una città?
I generali si diressero con passo deciso verso le piccole mura, sorvegliate dai molti soldati che si erano affacciati.
Kagekiyo chiuse gli occhi, si concentrò e si trasformò in demone.
“Pronto, fratellino?”
“Pronto, fratellone!”
I due congiunsero le loro armi.
“Doppio colpo dei fratelli Taira!”
Un raggio dorato circondato da fulmini partì contro le mura, abbattendole in modo che potessero fare irruzione.
Il ninja si sfregò le mani.
“Penso io ai soldatini! Ha ha!”
“All’attacco!”- ordinò un ufficiale ai soldati naneschi ed umani alle sue spalle.
I guerrieri, circa un centinaio, si lanciarono all’attacco, ma si trovarono di fronte Munenori…o meglio, dodici.
I soldati rimasero spiazzati.
“Sono solo illusioni! Attaccate!”
“Dodici contro un centinaio…non è uno scontro alla pari…” - commentò il maggiore dei fratelli.
“Hai sempre ragione fratellone! Quei poveretti sono solo un centinaio!”
Gli orchetti, entrati anche loro come i due fratelli, rimasero sbalorditi da queste parole: ma era così forte?
I ninja si mossero con straordinaria sincronizzazione in cerchio e si scontrarono con i soldati; subito dopo si alzò un forte vento. I mostri si coprirono gli occhi per qualche secondo; quando li riaprirono, la scena davanti a loro era orribile: i soldati giacevano a terra morti in una pozza di sangue, alcuni avevano perso gli arti, altri erano decapitati, le spade erano spezzate, e i loro volti erano ancora arcigni e decisi; evidentemente non avevano sofferto.
“Complimenti, sei una vera furia.”
“Grazie! Ma ora distruggiamo tutto, che ne dici?”
“Bah…città più, città meno… ma sì, così scateneremo il panico.”
Il samurai raggiunse con un balzo il tetto di una casa: da lì vide molte persone in fuga.
“Pioggia di luce!”
Nel cielo si formarono dei cerchi dorati, dai quali scesero ad altissima velocità delle sfere brillanti che devastarono metà della città.
“Ora è il mio turno!”
Il ninja fece alcuni gesti, poi congiunse le mani e crebbe a dismisura, raggiungendo i venti metri di altezza.
“Hahaha! Ora voglio vedere che riuscite a fare!”- gridò demolendo un edificio.
Gli arcieri posti su una torretta lo guardarono terrorizzati.
“Hu? Prendete questo!”
Con un pugno la torre fu demolita e i soldati spazzati via.
“Bhuhahahaha! Nessuno mi può fermare!”
“Smettila di giocare! Ti ricordo che non abbiamo troppo tempo da perdere!”
Il ninja ritornò normale.
“Va bene! So cosa fare! Tecnica superiore della moltiplicazione del corpo!”
Da un solo Munenori ne nacquero centinaia.
“Sparpagliatevi! Uccidete tutti e non abbiate pietà per nessuno!”
Ridendo, le copie setacciarono la città.
“M…miei signori…”
“Che vuoi, lurido sgorbio?”
“Per…permetteteci di collaborare…”
“Hum… peccato che ormai siano tutti mor…”
Il samurai percepì delle energie: alzò lo sguardo su una torre vicino a lui e vide un arciere.
La freccia, potenziata con la magia, partì verso di lui, ma con straordinaria prontezza il samurai afferrò il sottoposto più vicino e lo lanciò contro la freccia, fermandola.
“Ci sono dei superstiti. Stregoni… quella freccia era carica di energia fulminante… voi! Inutili! Attaccate! Ora!”
Gli orchetti deglutirono.
Munenori arrivò alle loro spalle e con tono paterno li rassicurò:
“Non abbiate paura. Voi siete molti di più. Le vostre corazze vi proteggeranno dai loro fulmini!”
Grazie a queste parole i soldati riacquistarono coraggio, e a testa alta salirono le scale.
“Ehi…”- fece notare Moritoshi - “Ti ricordo che il metallo attira i fulmini…”
“Shhh! Loro non lo sanno!”
In quel momento udirono delle grida di dolore.
“Bene”- intervenne Kagekiyo  - “Ora lo sanno. Adesso demoliamo la torre e andiamocene.”
Il samurai congiunse le mani.
“Sfera di luce!”
Una sfera brillante partì dalle sue mani, colpì la torre e la distrusse.
“Ecco fatto. Ora partiamo.”
Dopo pochi minuti i tre, saccheggiata la città, erano pronti a ripartire.
“Spero che abbiate imparato qualcosa, stupidi goblin!”- li rimproverò il comandante.
I mostri chinarono il capo.
“Hum…forse ci vorrebbe un po’ di addestramento…”
“Che hai in mente, fratellino?”
“Mi fermerò un po’ qui. Questi idioti hanno bisogno di un po’ di disciplina. Sono certo che ve la caverete da soli.”
Il samurai sorrise.
“Temo sia una causa persa, ma…di te mi fido. Al galoppo!”
I due si avviarono verso la loro meta.
“Come dici che se la caverà tuo fratello?”
“Beh, lui è bravissimo ad addestrare le truppe: disciplina, abilità, rispetto dei superiori…”
La voce del guerriero risuonò nell’aria:
“Siete uno sputo, la più bassa forma di vita che ci sia nel globo! Non siete neanche fottuti esseri umani, sarete solo pezzi informi di materia organica anfibia comunemente detta "merda"!* He!? Chi ha parlato!? Chi cazzo ha parlato!? Ha, non è stato nessuno, he? Ma io vi sbatto fuori di qui prendendovi a calci nel culo senza farvi toccare terra!”
“Se la caverà benissimo. Adesso però dobbiamo sbrigaci a raggiungere Decio.”
 

 
*Sergente Hartman.
 
Raggiungeranno Decio?
Ma allora Munenori è davvero pazzo?
Cosa stava cercando di cantare all’inizio?
Quanti capitoli resisterà Kagekiyo prima di perdere la pazienza ed ucciderlo? 
 
ATTENZIONE! CONCORSO A PREMI!
Chi risponderà via e-mail correttamente alla domanda N.3 avrà diritto ad uno spoiler!(dovrete dire provenienza e titolo della canzone) Siete liberi di informarvi come e dove volete(a vostro rischio e pericolo. Io so cosa intendo).





  
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